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Vigne e poesia
L’Amastuola
Progetto di Fernando
Caruncho.
Testi di Fernando Caruncho,
Giuseppe Montanaro
Il vigneto Amastuola nel territorio di Crispiano, rappresenta uno dei primi casi italiani di agricoltura
progettata come “giardino”. Firma il progetto uno dei
più raffinati paesaggisti europei: Fernando Caruncho,
che ha saputo tradurre in questa tenuta pugliese, con
raffinata poesia e con l’amore per questa terra secolare, quello che in un mattino d’inverno, cosparso di
fiocchi di neve, lui ha visto guardando tra le onde dei
filari dei vigneti ancora inesistenti.
The Amastuola vineyard is one of the first examples of agriculture designed as a “garden” in
Italy. The author of this project is Fernando
Caruncho, one of Europe’s most refined landscape
architects. He has interpreted with sophistication
and a love of this ancient land what he imagined
one winter’s morning on an estate in Puglia,
flecked with snowflakes, amongst the waves of the
still inexistent rows of vines.
Abbiamo incontrato Fernando Caruncho in diverse occasioni e a
lui abbiamo chiesto di raccontarci l’esperienza del vigneto Amastuola da lui progettato.
“Mi sembra doveroso ringraziare il proprietario e il suo team, per
la fiducia accordata al nostro studio per aver creduto, appoggiato
e sostenuto le persone che sono intervenute nel progetto del vigneto Amastuola. Sin dall’inizio avevo colto nella proprietà la capacità
di coniugare i valori e la forza della terra con la dignità dell’uomo
che in essa affonda le sue radici; una capacità che si esprime con
antica e tenace volontà nella semplicità e nella trasparenza dei suoi
alti ideali, dalla visione dell’idea espressa nel progetto fino alla
realtà compiuta, dai primi vagiti fino alla viva incarnazione di un
corpo, che è capace di battere adesso con un cuore proprio. Così
il concetto è diventato realtà e la realtà si è trasformata in concetto.
Ogni realtà contiene un sogno, e il sogno, per compiere la sua funzione, il suo destino, ha bisogno di diventare realtà, cioè, diventare tangibile. In essa si manifestano i principi di una nobiltà d’animo
che, senza ombra di dubbio, sono uniti alla terra da dove nascono, e a cui ritornano come a una sorgente della memoria che attraversa le onde del tempo. Questo è ciò che voglio esprimere: parlerò delle onde del tempo che attraversano fin dall’antichità questo
luogo, l’Amastuola. Quando ho visitato l’Amastuola per la prima
volta ho subito capito, come già mi era successo in altri luoghi diversi, che il tempo non è una linea retta tra due punti immaginari,
bensì una spirale che si apre e si chiude, che cambia e si trasforma come un qualcosa di vivo, per svelarci che le cose che avevamo dimenticato ritornano come nuove, ammaliandoci con un sorriso enigmatico. L’essenziale nel progetto è la poetica in esso racchiusa che mette in risalto tutte quelle cose che sono già presenti nella
realtà ma che l’occhio percepisce solo intuitivamente, come dei punti di luce nel paesaggio, impressi nella retina scura della nostra memoria. La mano che disegna unisce questi punti sino a tracciare la
forma dell’immagine misteriosa che un giorno diverrà realtà. Ricordo perfettamente la fredda mattina cosparsa di fiocchi di neve che
danzavano come note musicali, come accordi che si univano e fluttuavano tra le onde del pentagramma temporale. Si percepiva una
certa musicalità in quel luogo, una vibrazione melodica che lo avvolgeva. Ecco che il tempo cessava di essere lineare per convertirsi in una spirale dove il passato, il presente e il futuro si univano in
un unico momento. Le onde del tempo si manifestano nelle mattine
invernali in fili di luce che formano fiumi luminosi, quando il sole è
più basso nel cielo e illumina le gocce di rugiada che cadono dai
fili metallici che legano ogni pianta. Questi stessi fili in primavera
rinverdiscono, dando un senso allo splendore della vendemmia sot-
Fernando Caruncho Inizia i suoi studi in Filosofia e Lettere presso
l’Università Autonoma di Madrid, che lo portano a scoprire il
mondo dei giardini. Nel 1978 accompagna degli approfondimenti
nel campo del giardinaggio e del paesaggismo, presso la Scuola
Castello di Batres a Madrid. La sua passione si sviluppa in
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entrambe le discipline che si esprimono in tutti i suoi progetti,
anche attraverso l’uso delle regole geometriche. In 27 anni di
attività, ha realizzato numerosi progetti pubblici e privati in tutto il
mondo, tra i quali, più recenti, si ricorda la Terrazza degli Allori
nel Giardino Botanico Reale di Madrid.
to le luci dell’autunno con i loro frutti. Per me il vigneto Amastuola è una
storia di amicizia e di amore tra questi uomini e la loro terra che, come
tutto ciò che è vero e autentico, va al di là, molto al di là, degli interessi immediati ed effimeri. Questa storia attraversa come un’onda il
suo campo, e allo stesso tempo attraversa il cuore degli uomini che
l’hanno resa possibile. È una storia che unisce in un unico momento il
mondo antico e quello attuale. Riunisce la fanciullezza dell’uomo con
la sua maturità. Questa è la storia e io ne sono soltanto il narratore. Il
giardiniere che ha tradotto con grande amore per questa terra secolare quello che era già scritto tra le sue onde”.
Il progetto
Alla base del progetto agricolo vi è un obiettivo ben delineato e preciso tracciato dalla proprietà con chiarezza: quello di restituire eccellenza ad alcuni prodotti agricoli, coltivati in Puglia, ricollocandoli in
segmenti alti di mercato, con il fine di puntare a buoni risultati sul piano
del ritorno reddituale e della competitività del sistema agricolo rispetto
ai vari sistemi territoriali. E proprio con questo presupposto che, dopo
approfondite ricerche, la proprietà è giunta alla determinazione di
impiantare vaste superfici, meccanizzando le lavorazioni, e proponendo nuove cultivar o varietà migliorate rispetto a quelle tradizionali attraverso l’impianto di:
• 60.000 piante di agrumi;
• 80.000 piante di uve da tavola senza semi, nonché per ultimo 100
ettari di uve da vino autoctone
La strada perseguita è stata quella di integrare e progettare il “fare agricoltura” sui segmenti di vari prodotti, attinenti a diversi circuiti quali:
• il circuito turistico – rurale;
• il circuito enogastronomico;
• il circuito ambientale (il parco Regionale delle Gravine);
• il circuito culturale e delle città d’arte, i suoi monumenti, le masserie,
le chiese rupestri e i numerosi musei e scavi archeologici.
L’idea è stata quella di voler lanciare una agricoltura “forte” dentro un
sistema agricolo-alimentare-ambientale-turistico-culturale organizzato.
Sulla scia di questi elementi, con Fernando Caruncho la proprietà ha
condiviso l’idea di progettare per la prima volta un grande “giardino
agricolo” e produttivo. Con il progettista madrileno, la famiglia Montanaro proprietaria de L’Amastuola ha analizzato il territorio, le colture,
stabilendo di intervenire in modo rispettoso sul paesaggio ma decisivo
per quanto concerne la trasformazione agricola proiettando proiettando il progetto verso uno sviluppo sostenibile .
La struttura
Dalla masseria l’Amastuola, fulcro principale del piano dove si è avviato un progetto di recupero dei fabbricati rurali, si snodano muretti a
secco che incorniciano gli ulivi, serrati da filari continui di vigneti, su
una estensione di circa 170 ettari di colture agricole nel cuore della
Magna Grecia nel territorio . La riutilizzazione e il recupero di 1500
ulivi secolari presenti nell’area e non più produttivi, come elementi storico-monumentali, hanno condotto a pensare a un lavoro più ampio e
organico, per inserire l’agricoltura nel settore turistico e trasformarla in
un vero giardino. Risistemati in 24 isole posizionate strutturalmente su
tutta l’area del vigneto e sui tragitti storici della masseria, caratterizzan-
do il progetto per le cromie contrastanti che si creano attraverso l’oscillazione delle foglie, i 1500 ulivi, alcuni con tronchi dal diametro superiore ai 2.5 metri, sono stati datati da Guido Bongi - responsabile
dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del mediterraneo del CNR di
Perugia - di oltre 800 anni. Sono stati ristrutturati inoltre i muretti a secco che circondavano la masseria per una lunghezza di circa 9000
metri. La vigna si caratterizza per la conformazione a spalliere dei filari che disegnano onde parallele che si susseguono per circa 3 km. Il
vigneto a spalliera è stato piantato automaticamente mediante il sussidio di un personal computer con doppio navigatore GPS ideato per attuare quasi tutti i processi in maniera meccanica. Un impianto di irrigazione di soccorso a goccia autocompensante garantisce massimo rispetto per l'ambiente grazie al risparmio delle risorse naturali e dell’energia consumata. La mobilità e la percorribilità interna sono state progettate attentamente incrociando la transitabilità pedonale con quella
ciclabile e ippica.
In queste pagine:
serie di
suggestive
immagini che
restituiscono il
complesso e
affascinante
progetto di
Fernando
Caruncho. Vi si
può notare, come
dalla masseria,
nucleo
principale, si
snodano i muretti
a secco che
incorniciano gli
ulivi, i filari
continui di vigneti
il cui disegno
riprende poetiche
onde che, con
andamento
regolare, si
perdono
all’orizzonte. Un
vero e proprio
“giardino
agricolo”
caratterizzato da
contastanti
cromie, risultato
della sapiente
mano del
paesaggista
madrileno che, in
questo progetto
ha saputo unire
in un unico
momento, il
mondo antico e
quello attuale.
Note
Testo raccolto durante l’Incontro con Fernando Caruncho nel corso del Convegno “Verso
una politica del paesaggio. Temi e buone pratiche a confronto” che si è svolto a Orvieto
nel 2008) e successivemente a Pistoia nel corso della manifestazione “Vestire il
Paesaggio”.
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