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TENIAMO VIVA LA PAROLA
Un pensiero per ogni giorno della settimana sulle letture della domenica
C TO Dom 22
----------------------------------------------------------------------------------------------------------DAL VANGELO DI LUCA (Lc 14, 1. 7-14): Avvenne che un sabato Gesù si recò a
casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto,
perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e
lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare
l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto,
perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”.
Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta
sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena,
non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini,
perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al
contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e
sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua
ricompensa alla risurrezione dei giusti».
LUNEDÌ
In casa di uno dei capi per pranzare
È la seconda volta, nel corso del viaggio verso Gerusalemme, che Gesù riceve ospitalità:
prima lo accolgono due sorelle ( Lc 10,38-42); ora viene invitato a pranzo di sabato, da un
fariseo. Dopo la preghiera in sinagoga, si reca a consumare il pasto preparato il giorno
precedente.
Gesù accetta di buon grado l'ospitalità di chiunque. Per Lui è irrilevante che ad invitarlo
siano persone irreprensibili, come il fariseo di oggi, o peccatori, come il capo dei
pubblicani Zaccheo. Per Lui conta soltanto accostare ogni uomo e ogni donna per
comunicare loro la buona notizia dell'amore di Dio.
Questo annuncio non richiede luoghi sacri; può risuonare in ogni spazio della vita
quotidiana e lì interpellare la coscienza del singolo e aprirla a Dio. Uno di questi spazi
privilegiati da Gesù è la tavola apparecchiata per un pasto. Condividere un pasto, specie in
occasioni festose, equivale a sancire una comunione di intenti; condividere il pane è
simbolo di una condivisione più profonda, quella degli affetti e degli ideali. Proprio per
questo Gesù vuole che L’Eucaristia sia la sua mensa che riunisce attorno a Lui i suoi fedeli.
Impegno : La legge del Signore mi insegna la sapienza.
Salmo 67 : I giusti si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
DOMENICA
La superbia
La superbia è la trappola più pericolosa in cui l'uomo possa cadere: prima o poi si scivola
giù dal piedistallo e ci si fa male. Il mito di Icaro insegna, e prima ancora Adamo ed Eva!
MARTEDÌ
La superbia più che un singolo peccato appare come una costellazione di peccati:
orgoglio, arroganza, arbitrio, tracotanza, apparenza esteriore.
Prima regola: Chi si esalta, sarà umiliato e chi si umilia, sarà esaltato
S. Tommaso la definisce come amore smodato della propria eccellenza. In ciascuno di
noi esiste il desiderio, legittimo e potente, di dare il meglio di noi stessi. La superbia lo
esaspera; fa pensare che conta essere primi a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo.
In assoluto la superbia è la pretesa di essere come Dio. In concreto si mostra come
voglia di essere “il più…”: bello, forte, ricco, simpatico, intelligente, colto, raffinato,
professionale, esperto, e anche: pio, buono, coerente, santo.
La superbia si nutre di menzogna e di violenza perché la ricerca ad ogni costo della propria
superiorità costringe a svilire gli altri, a combatterli come se fossero pericolosi avversari.
Gesù prende spunto dal contesto concreto in cui Lui e i suoi ascoltatori sono immersi,
per far lievitare il suo messaggio. Egli non è mai un predicatore astratto e generico le cui
parole si perdono nell'aria come volute di fumo; il suo linguaggio conquista l'attenzione,
penetra nel cuore, attanaglia le coscienze, coinvolge l'esperienza quotidiana.
Invitato a pranzo, Gesù osserva gli invitati tutti protesi a occupare i primi posti e sviluppa
la sua lezione sull'umiltà. Essa, però, non è una semplice esortazione di buon senso e di
galateo. A quelli che lo ascoltano Egli vuole indicare uno stile di vita.
La Sacra Scrittura afferma:
- Il Signore guarda verso l’umile ma al superbo volge lo sguardo da lontano (Sl 138)
- É meglio abbassarsi con gli umili che spartire la preda con i superbi (Pr 16,19)
- Chi maneggia la pece si sporca, chi frequenta il superbo diviene simile a lui (Sir 13,1)
- Beato l’uomo che spera nel Signore e non si mette dalla parte dei superbi (Sl 40)
Il banchetto del Regno di Dio ha una distribuzione dei posti ben diversa da quella in vigore
nei pranzi ufficiali terreni: sono gli ultimi, i poveri, quelli che contano meno nella scala del
gradimento sociale a ottenere un trattamento preferenziale. Ciò che ci farà ottenere un
posto nella comunione con Dio non sono i nostri meriti, ma prima di tutto la sua grazia. È
Lui a dirci: "Amico, passa più avanti". Gesù inverte la scala dei valori della società dove
tutto viene fatto per interesse e invita a scegliere la sua via, che è quella del dono.
Impegno : Il giudizio del Signore è amore che salva.
Impegno : Spero che i miei occhi vedranno il Signore.
Salmo 67 : Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
Salmo 67 : Cantate a Dio, inneggiate al suo nome: Signore è il suo nome.
MERCOLEDÌ
Seconda regola: Quando offri un pranzo, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi
Non invitare gli amici, i fratelli, i parenti, i ricchi vicini: quattro segmenti del cerchio
caldo degli interessi; non invitarli, perché poi anche loro inviteranno te e il cerchio degli
interessi si chiuderà con il pareggio tra dare e avere. Doni apparenti che nascondono
delle vere e proprie transazioni, in cui si dà per ricevere. Continueranno così a fare festa
solo coloro che già possono fare e fanno festa.
Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi: ecco di nuovo quattro realtà che portano oltre il
piacere della reciprocità. Invitali non perché tu hai bisogno di loro, ma perché loro
hanno bisogno di te. Quanto è difficile oggi alla mensa dei ricchi del mondo trovare
seduti i poveri della terra! È urgente che la Chiesa manifesti la gloria che le viene
dall'essere la comunità degli ultimi, e la beatitudine che sperimenta dall'essere la mensa
di chi non ha niente da ricambiare se non l'amore che viene dal Padre
Sarai beato! Se vogliamo vivere nella pienezza della felicità, non facciamo le cose per
interesse, ma per generosità. Occupiamoci del bene degli altri e permetteremo poi a Dio
di occuparsi del nostro bene e Lui lo farà in abbondanza.
VENERDÌ
Beato l’uomo che spera nel Signore
(Salmo 40,5)
L'umiltà cristiana cerca di sapere in ogni circostanza della vita qual è il posto che Dio
vuole che noi occupiamo sia nella società e sia nella Chiesa. Questo può avvenire solo
se siamo in comunione di grazia e di verità con Cristo Gesù, nel suo Santo Spirito, che ci
muove e ci conduce nella storia per la perfetta realizzazione della volontà di Dio.
La carità cristiana ci spinge ad usare il posto che Dio ci ha assegnato per servire i
fratelli, in modo che essi possano crescere nella bontà del corpo, dello spirito,
dell’anima. Nessun posto che Dio assegna è per la gloria, l'esaltazione, l'innalzamento
della propria persona. Nessun posto è per umiliare o asservire gli altri.
Nel posto che Dio ci ha assegnato uno solo deve essere il nostro pensiero: servire Cristo
Gesù che viene perché noi lo serviamo sulla terra in modo che Lui ci possa servire nei
Cieli, per l'eternità beata. L'umile e il caritatevole vede nell'uomo che serve il suo
Signore, il suo Dio nelle vesti del più povero, del più misero, del più bisognoso.
Chi serve Cristo Gesù nei fratelli, non si attende la ricompensa degli uomini: questa dura
solo un istante e per di più è inutile. Attende di vivere eternamente la Comunione dei Santi.
Impegno : Il Signore è buono e grande nell’amore.
Impegno : Esulto nella luce del Regno del Signore.
Salmo 67 : Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora.
Salmo 67 : o Dio, pioggia abbondante hai riversato sul tuo popolo.
SABATO
GIOVEDÌ
Prima lettura – Sir 3, 17-20.28-29: L’umiltà
Terza regola: Quando sei invitato, mettiti all'ultimo posto
Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso. Quanto
più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Molti sono gli
uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti”
Noi facciamo la corsa ai primi posti perché crediamo di ottenere dei vantaggi; li pensiamo
più onorati e più pagati; siamo convinti di valere di più e di avere più visibilità.
Ma Gesù non la pensa così. Ci invita alla prudenza nel valutarci così da non esporci al
disprezzo o al ridicolo. Ma soprattutto ci invita a lasciar fare a COLUI CHE HA preparato
la mensa per la festa con i suoi figli: Lui depone i potenti dai troni ed innalza gli umili.
Il progetto di Gesù sull'umanità, riunita come famiglia attorno alla mensa per
condividere il pane, è molto concreto: si realizza nella nostra quotidianità, nelle nostre
case e in tutti gli ambienti della nostra vita; si realizza non usando la forza della
prepotenza, ma perché c'è qualcuno che ha il coraggio di mettersi all'ultimo posto, di
essere e sentirsi solo strumento di Colui che trasforma il mondo con il suo Amore.
Non serve a niente essere grandi agli occhi degli uomini. La grandezza umana è tutto
fumo e il fumo acceca; chi si lascia accecare dal successo vive superficialmente. Ciò che
vale è «essere santi e immacolati agli occhi suoi nell’amore» (Ef 1,4), ed essere graditi a
tutti coloro che vogliono la giustizia di Dio.
Seconda lettura - Eb 12, 18-19.22-24: Gesù da ricco si è fatto povero
“Voi vi siete accostati alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di
angeli, … al Dio giudice di tutti … Gesù, mediatore dell’alleanza nuova”
Il discorso di Gesù è anzitutto una proposta di fede: solo seguendo Lui e vivendo la sua
esperienza di figlio che immette nel mondo la forza dell'Amore del Padre si può
comprendere e partecipare all'attuazione concreta del suo progetto.
Noi siamo stati portati a Gesù che si è reso umile al punto da non essere riconosciuto
come Dio. Gesù ha scelto di farsi uomo uguale in tutto e per tutto ai fratelli, al punto
tale di correre il rischio di non essere riconosciuto come Dio, talmente egli ha rinunciato
ad ogni differenza tra sé e gli uomini. Il buon Dio ha voluto proprio così: da ricco che
era si è fatto povero perché noi diventassimo ricchi di Lui!
Impegno : Il Signore ci ha scelti per ricolmarci dei suoi beni.
Impegno : Al Signore appartiene ogni vivente.
Salmo 67 : A chi è solo, Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri.
Salmo 67 : o Dio, la tua esausta eredità tu hai consolidato.