Relazione tecnica def2

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Relazione tecnica def2
novembre 2014 – rev. 00
BIOMASSA ORMEA
RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA – AWS_14065AQ_RT_001_00
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INDICE
1.
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10.1
10.2
10.3
11.
11.1
11.2
11.3
Introduzione
Localizzazione dell’intervento
Principali alternative tecnologiche e localizzative considerate
Descrizione delle opere in progetto
Descrizione generale impianto
Performance d’impianto
Approvigionamento materia prima legnosa
Area di stoccaggio, cippatura e caricamento biomasse
Combustibile biomasse e produzione vapore
Combustibile biomasse e produzione acqua calda
Produzione di energia elettrica
Produzione di energia termica
Produzione di pellet
Connessione alla rete elettrica nazionale
Strumenti di pianificazione territoriale ed analisi dei vincoli
Inquadramento geologico geomorfologico
Disponibilità delle aree
Cronoprogramma
Quadro economico impianto di cogenerazione
Costi del legname
Costi di funzionamento impianto
Costi gestionali dell’impianto
Quadro economico impianto produzione pellet
Costi di produzione
Costi gestionali dell’impianto
Costo produzione pellet
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BIOMASSA ORMEA
RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA – AWS_14065AQ_RT_001_00
1. INTRODUZIONE
La presente relazione tecnico-illustrativa, corredata dagli elaborati grafici allegati dei quali sarà
anche documento di compendio per pronta nota, è stata redatta al fine di illustrare il progetto
preliminare di un impianto di cogenerazione da biomassa legnosa e produzione di pellet in
Comune di Ormea (CN), ubicato all’interno dell’area ex-cartiera in località Isola Mezzana, per il
quale la Società AQVA 430 S.r.l., con sede in via Sergio Bocci n.9 a Verbania (VB), ha presentato
domanda di verifica di impatto ambientale ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e
dell’art. 4 della L.R. 14 dicembre 1998, n.40.
La società AQVA 430 S.r.l. ha incaricato la scrivente AWS Tecnologia e Sviluppo S.r.l., con sede in
via dell’Industria 21 a Verbania, di redigere dapprima il progetto preliminare per la fase di
verifica di impatto ambientale, e successivamente, il progetto definitivo necessario a ottenere
l’autorizzazione unica ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387 e l’eventuale
Valutazione di Impatto Ambientale.
La presente relazione descrive le caratteristiche generali delle opere in progetto e la loro
ubicazione nel contesto pianificatorio, ambientale e paesaggistico; vengono inoltre valutati i
vincoli gravanti sul territorio in esame nonché la disponibilità delle aree.
In fine si riportano il cronoprogramma generale dell’impianto e il quadro economico.
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2. LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO
L’intero impianto ricade nel territorio comunale di Ormea e interessa sia l’area ex-cartiera sia i
terreni lungo il tracciato delle condotte di teleriscaldamento in progetto sino alla centrale di
distribuzione acqua calda esistente; per l’ubicazione delle opere si rimanda alla cartografia
allegata al presente progetto.
Allo stato attuale è presente un capannone dismesso che era utilizzato nelle lavorazioni della
cartiera; l’immagine seguente riporta l’intera area dall’ex-cartiera su ortofoto.
Figura 1 – Ubicazione della ex-cartiera su ortofoto.
Il proponente è aggiudicatario del diritto di superficie del mappale 54 del foglio 39, ubicato
all’interno dell’ex-cartiera e attualmente in disuso in sponda destra del Fiume Tanaro lungo viale
Piaggio (SS28), a seguito dell’aggiudicamento di apposito bando comunale.
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Figura 2 – Ubicazione della particella 54 su estratto del foglio catastale n.39 .
L’area di progetto ricade nelle sezioni 244040 e 244030 della nuova base cartografica
BDTRE2010 della Regione Piemonte alla scala 1:10.000; in particolare la sola area dell’ex-cartiera
rientra
interamente
nella
sezione
244040
(vedi
elaborato
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“Corografia”).
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3. PRINCIPALI ALTERNATIVE TECNOLOGICHE E
LOCALIZZATIVE CONSIDERATE
L’asta del Comune di Ormea denominata “asta pubblica per la vendita della proprietà
superficiaria e la costruzione del diritto di superficie quindicennale, attraverso pubblico incanto,
dell’area denominata “ex cartiera” del Comune di Ormea, con vincolo di progettazione,
realizzazione e gestione, mediante un sistema di filiera corta (bosco-legno-energia), di un
impianto di cogenerazione alimentato da biomassa legnosa ricavabile dalle risorse forestali
locali, della rete di collegamento all’impianto di teleriscaldamento esistente, nonché di un
impianto di lavorazione del materiale legnoso” definiva quali erano i contenuti principali dei
progetti ammessi a partecipare.
Il testo dell’asta pubblica definiva le principali caratteristiche dei progetti ammessi quali, ad
esempio, l’area di proprietà all’interno dell’ex cartiera (Foglio 39, particella 54, subalterno 4), la
tipologia di impianto (cogenerazione a biomassa legnosa), la potenza massima della
cogenerazione (1 MW) e la posizione di recapito del vettore energetico alla centrale esistente
distante circa 1800 m dalla cartiera.
Il presente progetto riporta quindi le scelte tecniche effettuate nel rispetto delle indicazioni
contenute nell’asta, considerando in particolare che l’impianto deve rispettare i limiti di
emissioni determinati dalla Provincia di Cuneo.
Le maggiori alternative sono state offerte ai progettisti per quanto riguarda l’impianto di
lavorazione industriale del materiale legnoso poiché non è stato definito un unico processo, ma
è stata lasciata libertà di scelta ai progettisti.
La scelta è ricaduta su un impianto di pellettizzazione poiché questo permette di ottenere un
prodotto commercialmente molto richiesto con un’impiantistica relativamente semplice che
non determina impatti rilevanti dal punto di vista ambientale; tali strutture necessitano oltretutto
di una superficie compatibile con l’area oggetto d’intervento.
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4. DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO
4.1 DESCRIZIONE GENERALE IMPIANTO
Le opere in progetto sono rappresentate da quattro sezioni principali:
-
Area di stoccaggio, cippatura e caricamento biomasse;
-
Combustione biomasse e produzione vapore/acqua calda;
-
Produzione di energia elettrica;
-
Recupero di energia termica e distribuzione acqua calda;
-
Produzione di pellet certificato;
La biomassa prevista per l’alimentazione delle caldaie è Cippato di legno.
Nella prima sezione la legna viene scaricata e accumulata in piazzale appositamente
dedicato. La biomassa viene poi trasportata nella sezione di Cippatura, dove viene portato alle
dimensioni desiderate per l’alimentazione delle caldaie e per il processo di lavorazione e
valorizzazione del legno.
All’interno di una vasca un nastro trasporta il cippato di legno fino alla caldaia per la
produzione di vapore.
La caldaia, ossidando completamente il combustibile, produce vapore per la produzione di
energia elettrica; il vapore in uscita dall’espansore viene utilizzato per produrre acqua calda
attraverso uno scambiatore.
La caldaia ad acqua calda verrà attivata solamente occasionalmente come integrazione o
sostituzione della caldaia a vapore per alimentare la rete di teleriscaldamento.
Una parte del cippato di legno non necessario alla produzione di vapore sarà avviato a una
linea di produzione di pellet certificato.
L’immagine seguente riporta in maniera schematica la struttura dell’impianto in progetto.
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Figura 3 – Schema indicativo dell’impianto in progetto.
Di seguito si riportano le caratteristiche tecniche dei componenti principali dell’impianto.
CALDAIA A CIPPATO A VAPORE
Tipo: a tubi di fumo orizzontali
Numero: 01
Potenza termica disponibile di picco: 3 MW
Temperatura vapore prodotto: 180 °C
Pressione vapore prodotto: 10 bar (a)
CALDAIA A CIPPATO ACQUA CALDA
Tipo: a tubi di fumo orizzontali
Numero: 01
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Potenza termica disponibile di picco: 2 MW
Temperatura acqua prodotta: 95 °C
Capacità di carico: 5 – 115 %
ESPANSORE DI VAPORE E GENERATORE
Tipo: espansore
Numero: 01
Potenza elettrica generata di picco: 200 kW
Temperatura condense in coda: 111 °C
Pressione vapore in uscita: 1,5 bar (a)
Titolo: 95,08%
SCAMBIATORE DI CALORE CONDENSE / ACQUA CALDA
Tipo: a piastre
Numero: 01
Potenza termica disponibile di picco: 2.548 kWt
Fluido Lato 1: condense di turbina
Fluido Lato 2: acqua vettore di scambio
4.2 PERFORMANCE D’IMPIANTO
Il calcolo di dettaglio dei parametri di processo alle differenti condizioni di funzionamento
dell’impianto sarà effettuato durante l’ingegneria di base.
Di seguito i dati principali ricavati dalle simulazioni effettuate:
Performance d’impianto
-
Potenza termica disponibile dopo la generazione elettrica della caldaia a vapore: 2.548
kWt
-
Potenza Elettrica Prodotta: 200 kW
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-
Potenza Elettrica Netta (decurtando autoconsumo GSE): 166 kW
Consumo energetico (autoconsumi impianto cogenerazione in assenza di caldaia ad acqua):
-
Potenza elettrica: 20 kW
-
Cippato di legno: 3.300 kW
-
Acqua demineralizzata: n.d. m3/h
-
Aria compressa: n.d. Nm3/h
La stazione di teleriscaldamento di consegna è costituita da uno scambiatore a piastre, un
sistema di contabilizzazione del calore telematizzato, una valvola a due vie motorizzata per la
regolazione della portata del fluido termovettore collegata a un sistema di termoregolazione
telematizzato.
4.3 APPROVIGIONAMENTO MATERIA PRIMA LEGNOSA
Il progetto proposto prevede la realizzazione di un impianto di cogenerazione ovvero di
produzione di energia elettrica e termica per soddisfare le esigenze dell’impianto di
teleriscaldamento esistente nel Comune di Ormea, attualmente gestito dalla società
pubblico/privata Calore Verde S.r.l., e realizzare lo sfruttamento della risorsa boschiva attraverso
la costruzione di un impianto di pellettizzazione alimentato dallo stesso impianto di
cogenerazione.
Il valore aggiunto di questo progetto scaturisce dalla “filiera corta” finalizzata allo sfruttamento
della risorsa legnosa, che prevede una corretta coltivazione forestale dei boschi messi a
disposizione dai Comuni limitrofi a Ormea, sia sul versante piemontese sia su quello ligure, che
consentirebbe di fare manutenzione ai boschi, attualmente non correttamente mantenuti a
causa delle poche risorse finanziarie degli Enti locali, per attivare un distretto di filiera in cui
prodotto principale sarebbe un Pellet autoctono che potrebbe prevedere una denominazione
specifica del territorio ad esempio: “Ormea Pellet - Energia a Km 0”.
I boschi interessati possono richiedere una diversa gamma d’interventi, alcuni con risultato
economico positivo, altri con scopo di miglioramento in funzione di un uso futuro; altri ancora
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possono richiedere, preliminarmente, che il territorio sia dotato di una serie d’infrastrutture
(strade forestali) per renderli almeno raggiungibili da chi deve svolgere gli interventi detti prima.
La fase operativa vede il coinvolgimento delle ditte forestali della zona coordinate e
supervisionate da AQVA 430 S.r.l., avviando un importante indotto lavorativo con ottime
ricadute occupazionali sul territorio, che già attualmente costituiscono il tramite fra il bosco e le
industrie di prima lavorazione del legno.
L’espansione delle attività forestali porterebbe alla richiesta di manodopera qualificata per
svolgere i lavori in bosco.
La presenza dell’Istituto forestale di Ormea, che da oltre 25 anni svolge una funzione formativa
nel settore, potrebbe rappresentare un punto di forza per lo sviluppo di questo progetto, oltre
all’importante partnership bilaterale che potrebbe nascere sia per apportare know how sul lato
della coltivazione dei boschi, che per la parte degli stage con eventuali ricollocazioni degli
studenti all’interno o all’esterno del progetto di filiera; questo farebbe sì che la Scuola di Ormea
possa avere uno sviluppo anche in termini di maggiori iscrizioni oltre che maggiori esperienze
dirette a livello nazionale e internazionale.
L’entità degli assortimenti ottenuti attraverso lo sfruttamento dei boschi deve essere bilanciata
nel tempo, in base alle esigenze dell’impianto di pellet e dell’impianto di cogenerazione di cui è
possibile definire a priori le necessità di massima.
4.4 AREA DI STOCCAGGIO, CIPPATURA E CARICAMENTO BIOMASSE
Una volta estratta dalle diverse tipologie di fonti primarie ed effettuata eventualmente una
prima lavorazione in campo, la biomassa legnosa subisce ancora dei processi che portano
all’ottenimento di un prodotto finito e ne permettono la successiva vendita.
Il piazzale di lavorazione e stoccaggio rappresenta la principale area di preparazione della
biomassa prima dell’avvio alla combustione in caldaia; la biomassa viene dapprima raccolta
da tutti i siti in cui si sono allestiti i cantieri di raccolta, viene poi trasformata e sottoposta a un
idoneo processo di stagionatura ed infine viene adeguatamente conservata, in attesa del suo
utilizzo e/o della sua commercializzazione e del suo conferimento al sito di utilizzo finale.
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Nel piazzale di lavorazione avvengono la maturazione e lo stoccaggio della biomassa legnosa.
Si sono analizzate le lavorazioni e le diverse modalità di maturazione e stoccaggio cui è
sottoposta in piazzale la biomassa. Infine si sono puntualizzate la struttura e la dotazione
completa di macchine e attrezzature per disporre di un moderno piazzale presso cui si
concentrano le operazioni di trasformazione, stoccaggio e distribuzione finale della biomassa
legnosa.
Il sistema di stoccaggio della biomassa legnosa in forma di tronchi o cippato fresco prevede
l’allestimento di cumuli sotto tettoie areate o in ambienti coperti (capannoni).
La biomassa sarà disposta in forma convessa su un basamento in cemento evitando ristagni
d’acqua che possono compromettere e guastare la qualità del prodotto.
Per la quota parte di biomassa consegnata in tronchi, dopo una prima stagionatura in piazzale,
si prevede la fase di cippatura.
Qualora le dimensioni dei tronchi non fossero conformi all’ingresso in cippatrice, questi
subiscono una lavorazione di spaccatura preliminare.
Le macchine per la cippatura sono della tipologia descritta in seguito:
Tipologia di cippatrice: Gommata a Tamburo
Potenza minima del trattore Hp/kW 60/44
Potenza massima del trattore Hp/kW 80/59
Potenza motore diesel Hp/kW 70/52
Potenza motore elettrico kW 35
Diametro massimo cippabile (legno duro) mm 250
Diametro massimo cippabile (legno tenero) mm 150
Passaggio massimo materiale in entrata mm 500x250
Coltelli n° 2
Produzione oraria m3/h 10/15
Diametro tamburo mm 400
Larghezza tamburo mm 480
Larghezza catena alimentazione mm 500
Lunghezza catena di alimentazione mm 530
Peso indicativo macchina (versione motore) kg 3150
Il cippato cosi prodotto sarà della tipologia: G10
Il prodotto ottenuto sarà quindi stoccato in capannone coperto ventilato di altezza minima 5
metri, permettendo la traspirazione dell’acqua evaporata dal cumulo.
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Il cippato viene quindi prelevato dal cumulo e tramite mezzi gommati viene trasportato agli
spazi di caricamento delle caldaie e di una linea di pellettizzazione di nuova realizzazione e
oggetto di specifica autorizzazione.
Il caricamento del cippato nelle caldaie viene descritto nella sezione relativa alle caldaie.
4.5 COMBUSTIONE BIOMASSE E PRODUZIONE VAPORE
Il sistema è composto da un generatore di vapore per la produzione di 4.330 kg/h di vapore
saturo a 10 bar(a) e temperatura di 180 °C con potenzialità di 2.780 kWt termici in acciaio a tubi
di fumo orizzontali a quattro giri di fumo.
Camera di combustione adiabatica
La camera di combustione adiabatica è formata da due elementi:
•
modulo inferiore: sistema di combustione a GRIGLIA MOBILE modulante a gradini, con
elementi in acciaio al Nickel per combustibili con alta umidità, con funzionamento
orizzontale alternato a mezzo di cilindro oleodinamico per l’avanzamento controllato del
combustibile sulla griglia. Completano il modulo una serie di ventilatori (aria primaria,
secondaria, terziaria) completi di serrande manuali e motorizzate per la regolazione e
chiusura dell’aria di combustione. Struttura di supporto griglia con raffreddamento ad
acqua. La camera di combustione dove risiede il braciere a GRIGLIA MOBILE è rivestita
con 3 livelli di refrattario, 2 isolanti verso l’esterno, ed uno di ottima qualità ad alto
contenuto di allumina all’interno, a diretto contatto con la fiamma; la gestione del
funzionamento del braciere a GRIGLIA MOBILE è divisa in zone: una prima, dove viene
accumulato materiale combustibile per compensare la variazione di potenza e favorirne
l’essiccazione, una seconda dove avviene la gassificazione e la combustione primaria, e
la terza dove avviene il completamento della combustione fino a cenere del
combustibile.
•
modulo superiore: camera adiabatica, realizzata in carpenteria in acciaio al carbonio,
completamente rivestito internamente in materiale refrattario di alta qualità (alto
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contenuto di Allumina), di idoneo volume, diviso in due zone: una atta a contenere la
combustione e portarla a completamento attraverso il mantenimento della temperatura
al di sopra di idonei valori, l'immissione di arie e generazione di turbolenza nei fumi di
combustione, ed una di "post combustione", costituita da una camera, sempre
adiabatica, dove un aumento della sezione di passaggio, provoca a parità di portata
una notevole diminuzione della velocità nell’effluente ed ha il doppio scopo di
aumentare i tempi di permanenza dei fumi in camera di combustione e di favorire la
decantazione delle polveri grazie alla particolare geometria della camera e
all’immissione turbolenta dell’aria.
Scambiatore di calore
Sopra la camera di combustione è installato lo scambiatore di calore a tubi di fumo orizzontale
in acciaio al carbonio di forte spessore e di particolare geometria per garantire il massimo
scambio termico e rendimento, provvisto di casse fumarie ispezionabili per la periodica pulizia e
manutenzione. Rivestimento isolante in materiale antiradiante ad alta densità con pannellature
di tamponamento in acciaio verniciate con vernici speciali.
Lo scambiatore è dotato della seguente strumentazione:
•
pressostato massima pressione (PSHH)
•
trasmettitore di pressione (PT)
•
manometro di caldaia (PI)
•
2 valvole di sicurezza
•
2 indicatori di livello a vetro
•
trasmettitore di livello
•
2 livellostati bassissimo livello
•
2 valvole di sicurezza
Bruciatore meccanico a doppia coclea
Introduttore meccanico per generatore su camera di combustione dotata di tecnologia
a
GRIGLIA MOBILE inclinata, costituita da elementi in acciaio al Nickel / Cromo per combustibili
con umidità dal 30÷100% base secco con funzionamento orizzontale alternato per
l’avanzamento controllato del combustibile sulla griglia. Sistema di adduzione combustibile a
granulometria variabile, costituito da n°2 coclee di alimentazione con appoggio su sedi
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sagomata e trasmissione con giunto snodato, ideali per l’immissione di combustibile macinato e
in grado di ricevere il carico accidentale di pezzame sino a 30 centimetri di lunghezza e 8 x 8
centimetri di sezione, grazie alla possibilità delle coclee di variare l’asse di rotazione evitando
blocchi al sistema .N°2 moto variatori di portata trucioli, a funzionamento contrapposto,
completi di comando manuale di regolazione, ventilatori aria primaria, secondaria, terziaria e
quartana completi di serrande manuali e motorizzate per la regolazione e chiusura dell’aria di
combustione, serranda di dosaggio combustibile a comando olio dinamico, per la ricezione dal
trasportatore REDDLER, aventi anche la funzione di paratia anti incendio.
Impianto di estrazione cenere
Sistema di estrazione ceneri dalla caldaia costituito da:
•
estrattore a rastrello, posizionato a un livello inferiore rispetto al piano centrale termica,
completo di sezionatore automatico a cassetto. Il sistema a rastrello è in grado,
congiuntamente ai residui di combustione, di gestire la movimentazione, estrazione e
scarico sui dispositivi di adduzione incombusti all’esterno della centrale termica, di tali
residui ingombranti, evitando in tal modo situazioni di anomalia e fermo impianto. La
movimentazione dei componenti del sistema è di tipo olio dinamico, direttamente
gestita dal sistema PLC della caldaia.
Sistema di pulizia del fascio tubiero
Sistema di pulizia automatica dello scambiatore di calore, costituito da una serie di ugelli ad
alta pressione con getto d’aria pre-riscaldata nel serbatoio d’accumulo, alimentati tramite una
serie di elettro valvole con funzionamento sequenziale, atte a rimuovere la polvere/cenere
depositatasi nei tubi fumo dello scambiatore di calore, incrementando l’efficienza nel tempo
del medesimo e riducendo il numero d’interventi di pulizia meccanica da effettuarsi durante il
periodo di funzionamento.
Quadro elettrico generale con plc
Quadro elettrico di potenza P.L.C. per il controllo programmato e automatico della
combustione con microprocessore composto da:
1. base di comando e controllo alimentazione combustibile in relazione all’energia
richiesta con funzionamento modulante su livelli differenziali in relazione ai parametri di
set;
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2. controllo e regolazione dell’aria di combustione, tramite sistema INVERTER. Aria primaria,
regolata in funzione del livello di esercizio (carico termico) con l’ottimizzazione dei
parametri di regolazione tramite l’uso di un convertitore trifasico di frequenza sull’aria
primaria di profondità. (Inverter). Aria secondaria e terziaria tramite comparazione e
mantenimento del valore di riferimento nel sovraccarico ossigeno nell’effluente gassoso
con l’ottimizzazione dei parametri di regolazione tramite l’uso di un convertitore trifasico
di frequenza sull’aria secondaria e terzana. (Inverter)
3. controllo e regolazione della depressione in camera di combustione con sistema elettro
meccanico, costituito da:
• trasmettitore di pressione differenziale completo di prese pressione, cassetta
d’installazione, alimentatore stabilizzato ed accessori
•
controllo e regolazione, con mantenimento di una de-pressione costante all’interno
della camera di combustione, attraverso la misurazione in continuo effettuata dal
trasmettitore di pressione e regolazione tramite la variazione della velocità di rotazione
dell’aspiratore fumi con l’utilizzo di un convertitore trifasico di frequenza (Inverter)
• deprimometro a contrasto visuale di liquido per la verifica ad ogni istante
dell’effettiva depressione di lavoro in camera di combustione.
4. controllo di sicurezza di minima e massima depressione in camera di combustione con
arresto in caso di valori limite.
5. controllo totale della combustione con unità di misurazione, supervisione e analisi in
continuo del sovraccarico di ossigeno sull’effluente gassoso (sensore Lambda) e con
retro regolazione della combustione per rispettare i parametri settati;
6. controllo dell’avvenuta accensione del combustibile e mantenimento automatico della
combustione in regime di stand-by.
7. controllo di sicurezza di minima e massima temperatura al camino con arresto in caso di
valori limite automatica a numeri pre selezionati in caso di allarme
Multiciclone
Multi ciclone depolveratore per la captazione a bassa velocità di aeriformi residui di
combustione con efficienza di funzionamento del 60% c.a. costruito a sviluppo verticale con
struttura autoportante in lamiera di acciaio min. 2.5 - max.4 mm opportunamente dimensionato
completo di piedistalli, contenitore ceneri carrellato.
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Filtro a maniche
Filtro per la filtrazione dei fumi ad alta efficienza composto da:
•
Camera filtrante con pre-camera di decantazione per captare i residui aeriformi della
combustione contenente i filtri in acciaio con cestelli di contenimento resistenti alla
temperatura di + 500°C.
•
Camera di calma per la raccolta delle ceneri completa di contenitori estraibili per la
periodica pulizia, impianto pneumatico automatico temporizzato per la costante pulizia
dei setti filtranti, quadro elettrico generale 380 Volt.
•
Coibentazione in lana minerale finitura in lamierino di acciaio zincato
•
Coclea estrazione e scarico su sistema di convogliamento ceneri
Scarico ceneri tramite valvola a doppio clapet in acciaio inossidabile pneumaticamente servo
assistita,e coclea di trasporto, su sistema di evacuazione centralizzato.
Aspiratore fumi
Elettroventilatore estrattore fumi ad alta efficienza completo di motore potenza KW 4.
Meccanica per silo in muratura da 120 m3
Meccanica per silos di stoccaggio combustibile completo di estrattore a letto flottante per
l’immagazzinamento e l’estrazione della segatura, truciolo, cippato, secco e umido della
capacità di MC 120 L’estrattore sarà del tipo orizzontale composto da nr 2 rastrelliere e bracci
della larghezza di mt 1,80. cad. x mt 10,0. di lunghezza circa installata a pavimento su guide di
scorrimento e collegate a nr 2 cilindri oleodinamici alimentato da una centralina di pompaggio
olio. Il tutto fissato ad una struttura prefabbricata in cemento armato con contropiastre. La
programmazione del funzionamento avverrà a mezzo di un quadro elettrico generale
composto da organi di protezione elettrica, interruttori di comando, spie di funzionamento.
Dim. 10.000 x 4.000 x 3.500 mm
Ricezione e convogliamento del combustibile
Sistema di ricezione e convogliamento del combustibile in estrazione a servire la tramoggia
della caldaia si realizza tramite :
•
trasportatore pesante (approssimativamente 12 mt) a doppia catena di con trascinatori
metallici di fondo, forniti completi di raschiatore in teflon auto lubrificante per la riduzione
del rumore e l’efficacia dell’azione di movimentazione combustibile, completamente
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cabinato anti polvere nel tratto ascendente e in centrale termica e fornito completo dei
corrispettivi sensori all’infrarosso di lavoro e sicurezza e livelli anti intasamento.
Sistema ricircolo fumi
Sistema ricircolo fumi, gestito automaticamente dal quadro PLC, reintroduce in forma
modulante parte dell’effluente gassoso in camera di combustione, permettendo l’incremento
della potenza termica bruciabile e la riduzione conseguente di emissioni sull’effluente gassoso.
Economizzatore fumo/aria
Economizzatore fumi/arie di combustione, a valle dello scambiatore della caldaia, inserito nel
circuito fumi tra ciclone e filtro a maniche, costituito da scambiatore di calore a sviluppo
verticale, con scarico inferiore residui, completo di pulizia automatica, sportelli superiori e passo
d’uomo per manutenzione allo scarico, isolamento in lana minerale, finitura con lamiera
verniciata al forno, per il pre riscaldo delle arie di combustione a scapito della temperatura di
emissione dei fumi.
Controllo remoto
Controllo remoto completo di scheda di rete e modem con combinatore telefonico.
4.6 COMBUSTIONE BIOMASSE E PRODUZIONE ACQUA CALDA
Il sistema è composto da un generatore di acqua calda a 95° con potenza di picco disponibile
di 2 MW a tre giri di fumo.
Sistema estrazione ceneri raffreddato ad acqua
Per quanto riguarda il sistema estrazione ceneri esso è composto da una coclea di raffreddata
ad acqua, completa di motoriduttore, pompa per acqua di raffreddamento, giunto rotante per
acqua e controllo temporizzato inserito sul quadro elettrico.
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Il sistema comprende una seconda coclea di trasporto ceneri per convogliarle su un
contenitore cilindrico in acciaio al carbonio verniciati su ruote per la raccolta e lo smaltimento
delle stesse.
Basamento con bruciatore a griglia mobile
Il basamento della caldaia è completo di bruciatore meccanico a griglia mobile dotata di
barrotti smontabili in ghisa al Ni-Cr, con ampia superficie di griglia per bassi carichi termici,
completo di sistema di caricamento a coclea inclinata con motoriduttore.
La movimentazione della griglia è affidata ad una centralina oleodinamica con pistoni ad olio
con la possibilità di regolare velocità e tempi della movimentazione, inoltre la griglia è divisa in
zone distinte indipendenti, ognuna dotata di un proprio ventilatore per aria comburente
primaria sottogriglia con serrande manuali ed automatiche.
La griglia mobile è inserita all’interno del basamento, completamente rivestito di materiale
refrattario ed isolante, mantellato e verniciato.
Sopra alla griglia una volta refrattaria realizza una camera adiabatica nella quale viene
completata la combustione con l’aggiunta di aria terziaria per completare la combustione.
La coclea di alimentazione del combustibile è corredata di dispositivo antincendio ad azione
positiva per evitare ritorni di fiamma.
Dimensioni indicative basamento:
Lunghezza: 5.300 mm
Larghezza: 2.000 mm
Altezza: 1.800 mm
Peso indicativo: 13.000 kg
Dosatore di combustibile
Il dosatore del combustibile, da applicare al bruciatore, è di tipo meccanico a coclea della
capacità di 1 m3 realizzato in lamiera di acciaio verniciata, completo di estrattore azionato da
motoriduttore, spia verticale per il controllo di livello combustibile, dispositivi di segnalazione
pieno-vuoto elettrici che danno il consenso al carico e portella di ispezione.
Elettroaspiratore a fumi
Aspiratore centrifugo a trasmissione idoneo al trattamento di fumi ad alta temperatura (250 °C).
Motore elettrico dotato di ventola di raffreddamento.
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Potenza: 7,5 kW
Poli: 4 poli
Portata: 7.500 Nm3/h
Prevalenza: 250 mm c.a.
Decantatore incombusti a multiciclone
Depolverizzatore inerziale non coibentato per l’abbattimento degli incombusti e polveri adatto
per la caldaia sopra indicata, realizzato in lamiera nera dello spessore di 25/10 rinforzato
esternamente e verniciato con smalto resistente alle alte temperature.
Corredato di 9 cicloncini in alluminio, tramoggia di decantazione e raccolta polvere, portelli
d’ispezione e contenitore di raccolta in acciaio inox su ruote.
Tubazione Fumi
Tubazione fumi in acciaio inox spessore 8/10, da caldaia a multiciclone, da multiciclone ad
aspiratore, da aspiratore a camino completo di tutto il fitting necessari, bulloneria e supporti.
Camino
Camino fumi in acciaio zincato con le seguenti dimensioni:
Diametro: 500 mm
Altezza: da definirsi
Corredato di portina di ispezione, attacco fumi, serie di flange di unione e cavi di
controventatura in acciaio.
Pulitore tubi a getti d’aria compressa
Il pulitore e costituito da un portellone di profondita 200 mm, e comprende una doppia piastra
in cui tramite setti divisori il complesso dei tubi viene suddiviso in gruppi di 9-10.
Ogni gruppo cosi ricavato comunica verso l’esterno con un tronchetto di diametro 1,5” e verso
l’interno con una serie di tronchetti ognuno dei quali si trova di fronte a ciascuno dei tubi della
caldaia e tramette allo stesso il getto di aria compressa per il lavaggio.
I tronchetti, di diametro 1,5” vanno collegati ciascuno ad una elettrovalvola a membrana
anch’essa alimentata da una tubazione/serbatoio di aria compressa.
Il ciclo di intervento delle elettrovalvole viene regolato tramite un sequenziatore elettronico.
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Quadro Elettrico di comando e modulazione
Quadro elettrico di comando e regolazione con PLC display touch screen fronte quadro e
visualizzazione-regolazione dei parametri di combustione, controllo locale-remoto, composto da
armadio metallico contenente organi di comando, sezionamento, timer, rele zoccolati,
dispositivo antispegnimento braciere, allarme e blocco caldaia in caso di fallimento
accensione, trasformatori bassa tensione per ausiliari di comando, spie di funzionamento,
indicazioni allarmi e malfunzionamenti.
Il quadro include un inverter per gestire l’aspiratore fumi con regolazione PID e lettura con
deprimometro elettronico. La coclea di alimentazione e posta sotto inverter in maniera da
permettere la regolazione elettronica modulante del combustibile in caldaia.
Le utenze gestite sono le seguenti:
- Coclea di carico sotto inverter
- Ventilatori aria comburente primaria e secondaria
- Apsiratore fumi sotto inverter
- Dosatore combustibile
- Comando impianto trasporto combustibile
- Pressostati, termostati, termocoppie, indicatore di liveelo alimentatore, sicurezze
varie.
Sistema di estrazione a piani mobili
Impianto di estrazione, da stoccaggio, a piani mobili della capacita di 180 m3, da applicare al
silo in muratura con struttura in cemento armato costruito su base di nostro disegno, dimensioni
interne camera deposito larghezza 3,5 m x 15 m, altezza fino a 3,5 m completo di:
- 2 bracci mobili con relative guide e staffaggi
- 2 cilindri oleodinamici con relativi finecorsa
- 1 centralina oleodinamica a doppia pompa da 5,5 kW
- 1 coclea di estrazione con motovariatore da 1,5 kW, diametro 250 mm
Filtro a maniche coibentato
Filtro depolverizzatore a maniche dinensionato per una portata d’aria di 12.000 m3/h, costruito
con pannelli in Lamiera Zincata pressopiegata avente le seguenti dimensioni:
Lunghezza: 2.100 mm
Larghezza: 1.850 mm
Altezza: 6.000 mm
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Coibentazione filtro con pannello coibentato spessore 40 mm per tutto il perimetro dello stesso,
con porta per l’accesso alla zona contenitori di raccolta per ceneri. Tubazione di bypass filtro a
maniche diametro 500 mm a protezione del filtro in caso di temperature fumi inferiori a 100 °C e
superiori a 230 °C in acciaio inox 10/10 a parete semplice, dotato di valvola a due vie di
scambio a funzionamento elettropneumatico.
Tubazione non coibentata, completa di bulloneria e collarini.
4.7 PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA
Il vapore prodotto mediante caldaia a cippato viene mandato interamente ad un espansore a
vapore saturo.
La macchina installata è basata sulla tecnologia consolidata degli espansori a vapore e
permette di recuperare calore da sorgenti a media temperatura.
Lo scopo dell’espansore è quello di generare una coppia positiva all’albero di uscita che
accoppiata ad un generatore elettrico possa convertire la potenza meccanica in potenza
elettrica.
Da un punto di vista termico, l’espansore opera convertendo l’energia termica del vapore in
energia meccanica con un determinato rendimento.
La potenza generata è funzione della differenza dell’energia del vapore tra ingresso ed uscita, il
che significa che dipende dalla portata in massa del vapore, dalla sua pressione in ingresso e
dalla sua pressione in uscita.
Fluido di Lavoro entrante: Vapore
Fluido di Lavoro uscente; Vapore condensante
Potenza Elettrica Installata: 200 kW
Emissioni: CO 0 mg/Nm3
Nox 0 mg/Nm3
Polveri 0 mg/Nm3
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4.8 PRODUZIONE DI ENERGIA TERMICA
In questa sezione si possono individuare 2 fasi:
1) Recupero termico in uscita dall’espansore
2) Produzione di acqua calda da caldaia a cippato
3) Distribuzione acqua calda
Recupero Termico Espansore
Il vapore “esausto” uscente dall’espansore con un titolo del 95,08% entra in uno scambiatore a
piastre dove termina la fase di condensazione cedendo il calore all’acqua di ritorno dalla rete
di teleriscaldamento e/o dall’impianto di essiccazione.
Potenza Termica ceduta: 2.548 [kW]
Temperatura vapore ingresso scambiatore: 111,37 [°C]
Temperatura condense uscita scambiatore: 111 [°C]
Temperatura acqua ingresso scambiatore: 80 [°C]
Temperatura acqua uscita scambiatore: 90 [°C]
Produzione di Acqua calda
La caldaia a cippato per la produzione di acqua calda ha il duplice scopo di integrare e
sostituire il gruppo caldaia a vapore, espansore e recupero termico.
Questa caldaia rimane in standby fino a che il gruppo di espansione e recupero termico
funziona o è sufficiente a soddisfare il fabbisogno termico delle utenze teleriscaldamento ed
essiccamento cippato.
Quando la suddetta potenza, monitorata tramite temperatura e portata target, non è
sufficiente, la caldaia ad acqua interviene incrementando la temperatura del fluido in modalità
di inseguimento termico.
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Distribuzione Acqua Calda
Il vettore termico prodotto (acqua calda) viene distribuito a due utenze differenti:
- Circuito di essiccamento del cippato
- Impianto di teleriscaldamento civile
I circuiti possono funzionare contemporaneamente o singolarmente.
Durante la stagione invernale il circuito di teleriscaldamento funzionerà a pieno carico.
Durante la stagione estiva il circuito di essiccamento cippato funzionerà a regime.
Durante
il
cambiamento
stagionale
(Aprile
ed
Ottobre)
i
circuiti
andranno
contemporaneamente parzializzati.
La centrale di scambio termico avàa le seguenti caratteristiche:
Circuito primario
- Tubazioni, curve, riduzioni e pezzi speciali in acciaio conformi a UNI 7287;
- Coibentazioni in lana di roccia, conducibilità termica λ ≤ 0,034 W/mK, di spessore
conforme all’Allegato B del D.P.R. 412/93 con finitura in isogenopak;
- N°4 valvole di intercettazione a sfera PN 25 in acciaio a saldare
- N°1 filtro a Y PN 25;
- N°1 valvola di ritegno a disco PN 25;
- N°3 manometri scala 0-20 bar, completi di rubinetto e riccio ammortizzatore;
- N°1 elettrovalvola a 2 vie con servomotore;
- N°2 pozzetti di alloggiamento sonde di temperatura contatore energia;
- N°3 termometri con pozzetto, scala 0-130°C;
- N°1 rubinetto per svuotamento circuito.
Circuito secondario
- Tubazioni, curve, riduzioni e pezzi speciali in acciaio conformi a UNI 7287;
- Coibentazioni in lana di roccia, conducibilità termica λ ≤ 0,034 W/mK, di spessore
conforme all’Allegato B del D.P.R. 412/93, con finitura in isogenopack;
- N°2 valvole di intercettazione a farfalla PN 10 in acciaio flangiate tipo lug;
- N°2 manometri scala 10 bar, completi di rubinetto e riccio ammortizzatore;
- N°1 attacco per valvola di sicurezza;
- N°1 valvola di scarico termico (2 per potenze termiche superiori a 419 kW);
- N°1 bitermostato di regolazione e blocco;
- N°2 termometri con pozzetto, scala 0-130°C;
- N°1 rubinetto per svuotamento circuito;
- N°1 attacco per vaso di espansione;
- N°1 pozzetto per termometro ISPESL.
Scambiatore di calore
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- A piastre saldobrasate.
- Coibentazione con gusci isolanti preformati in poliuretano di spessore compreso tra i 30
e i 50 mm, con finitura in ABS.
Quadro elettrico e sistema di regolazione:
- Quadro elettrico omologato CE e realizzato secondo le normative CEI (o altre norme
che garantiscano un livello di sicurezza equivalente), grado di protezione IP 55,
installato a bordo della sottocentrale di scambio termico, completo di apparecchiature
di protezione e controllo;
- Centralina di regolazione installata a bordo quadro;
- Collegamenti e cablaggi elettrici a tutti i componenti installati.
La rete di teleriscaldamento verrà posizionata sotto terra con scavi lungo la pista ciclo pedonale
che va dalla cartiera fino all’attraversamento sotto ponte.
Dal ponte fino alla centrale di teleriscaldamento la tubazione correrà sotto terra con scavo
centrale su strada non asfaltata.
L’attraversamento del fiume verrà effettuato con appositi supporti ancorati lateralmente al
ponte esistente.
4.9 PRODUZIONE DI PELLET
Sistema stoccaggio materia prima
Lo stoccaggio della materia prima sarà costituito da un container per la raccolta del materiale.
La dimensione sarà 7000 x 2400 x 2500 h mm.
Completo di tubolari sul fondo per appoggio a terra; un lato corto completamente chiuso e
rinforzato nella parte inferiore per attacco del pistone per movimento estrattore a pettine.
Sistema interno a pettine per scarico trucioli con dimensioni adeguate al cassone, costituito
da intelaiatura in tubolare e profilati in lamiera presso-stampata. Azionamento del pettine
tramite collegamento a centralina separata esterna. Tramoggia di scarico container con
struttura in ferro costituita da intelaiatura in tubolare e lamiere. Sonde di livello segatura
all’interno. Coclea interna unica con due spirali contrarie per convogliare il materiale verso
il centro della tramoggia comandate dallo stesso albero azionato da motore idraulico. Motori
idraulici PARKER,centralina oleodinamica per comando e regolazione della velocità del
pavimento mobile a pettine, della coclea di estrazione e della coclea di scarico. Quadro
elettrico di comando autonomo.
Sistema di essicazione
L’essiccatore è composto da dei gruppi di Bio-triturazione e di miscelazione della materia
prima con aria calda così costituiti:
- Cicloni e tubazioni
- Minisilo da 1 m3 con coclea per estrazione materiale asciutto
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- Quadro elettrico di comando completo di PLC e supervisione
- Scambiatore di calore
- Container per la raccolta del materiale, completo di tubolari sul fondo per appoggio a
terra; un lato corto completamente chiuso e rinforzato nella parte inferiore per attacco del
pistone per movimento estrattore a pettine.
Sistema interno a pettine per scarico trucioli con dimensioni adeguate al cassone, costituito da
intelaiatura in tubolare e profilati in lamiera presso-stampata. Azionamento del pettine tramite
collegamento a centralina separata esterna. Tramoggia di scarico container con struttura in
ferro costituita da intelaiatura in tubolare e lamiere. Sonde di livello segatura all’interno. Coclea
interna unica con due spirali contrarie per convogliare il materiale verso il centro della
tramoggia comandate dallo stesso albero azionato da motore idraulico. Motori idraulici
PARKER,centralina oleodinamica per comando e regolazione della velocità del pavimento
mobile a pettine, della coclea di estrazione e della coclea di scarico. Quadro elettrico di
comando autonomo.
Linea di pellettizzazione
Linea completa di:
- Valvola stellare a comando e regolazione idraulica (o alternativamente coclea di carico a
comando e regolazione idraulica);
- Ventilatore centrifugo ad alto rendimento bilanciato, rotante su supporti/cuscinetti;
- Ciclone sopra-pellettatrice con Kit tubi ciclone;
- Pellettatrice completa di: virola di carico materiale con sonde di livello minimo e massimo e
portello d’ispezione; serbatoio dell’olio per pulizia automatica della trafila; coclea di
alimentazione materiale nella trafila; N.1 trafila verticale con N. 1 rullo; kit anticondensa, sonda
per lettura dei valori di umidità del materiale; collegamento telefonico Internet per controllo e
assistenza; kit rullo completo di ricambio.
- Coclea di scarico per raffreddamento e depolverizzazione dei pellet.
Sistema di stoccaggio pellet
Tramoggia per la raccolta del pellet di stoccaggio. Si tratta di una tramoggia esagonale in
lamiera zincata da 13500 l.
Sistema di imballaggio automatico
Insaccatrice Automatica completa di centralina.
Funzionamento: forma sacchi con film in polietilene saldabile da ambo i lati, spessore minimo
100 micron. Forma un sacco di larghezza mm. 500 per lunghezza regolabile. L’armadio elettrico
della macchina prevede un PLC con pannello interfaccia. Fornita di tramoggia di pesatura
pellet posta a monte dell’imbustatrice, gestione del peso con microprocessore, due celle di
carico e interfaccia operatore con tastierino e display digitale. L’insaccatrice è completata con
nastro trasportatore in PVC e struttura in metallo verniciato. C’è una coclea di carico per
caricare i pellet dalla tramoggia all’Insaccatrice Automatica.
Aspiratore per raffreddare e depolverizzare le coclee di scarico.
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Pallettizzatore
Pallettizzatore con struttura a supporto di tre assi cartesiani:
· Mano di presa rotante per sacchi;
· Rulliera con fotocellula presenza sacco;
· Velocità di lavorazione circa 6 sacchi al minuto;
· L’ impianto elettrico della macchina prevede un plc con pannello interfaccia e pulsantiera.
Sistema deferrizzante
Cernitrice magnetica per l’eliminazione di eventuali componenti metalliche
causate dalla macinazione dei pallet.
Specifiche tecniche:
telaio in acciaio inox e flangia superiore e inferiore per il carico e lo scarico del
materiale e aventi funzione di sostegno macchina
tamburo magnetico a polarità verticale con magneti in ferrite.
Tramoggia di miscelazione per miscelare e distribuire la materia prima alle linee di
pellettizzazione.
Sistema rilevazione dell’umidità
Termo-Bilancia per rilevamento manuale dell’umidità della materia prima.
Sistema di aspirazione delle polveri
Sistema filtrante a maniche completo di vibratore per aspirazione delle polveri in eccesso e
con scarico automatico dei sacchi. Il sistema filtrante è composto da n°4 Batterie Filtranti da 160
maniche di cui n°3 sono destinate all’essiccatore e una alla parte di pellettizzazione. Il Sistema
prevede un circuito di recupero e scarico.
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5. CONNESSIONE ALLA RETE ELETTRICA NAZIONALE
La modalità di allaccio alla rete elettrica nazionale è stata determinata dal gestore di rete
locale (Enel Distribuzione S.p.a.) a seguito della fornitura da parte della stessa del preventivo di
connessione alla rete di Media Tensione con tensione nominale 15.000 V.
Il gestore di rete ha fornito una ‘soluzione tecnica minima generale’ (STMG) dove sono indicate
le modalità esecutive e di dettaglio dell’allaccio alla rete.
L’impianto sarà connesso alla rete di distribuzione tramite inserimento di uno scomparto di
consegna in cabina MT esistente “IBIS – DD802007874”.
La cabina esistente è situata all’interno dell’area della cartiera a poche decine di metri
dall’impianto in progetto; il collegamento alla cabina esistente avverrà mediante cavo interrato
con caratteristiche conformi alle direttive del gestore della rete.
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6. STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED ANALISI
DEI VINCOLI
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico
Obiettivo prioritario del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico è la riduzione del rischio
idrogeologico entro valori compatibili con gli usi del suolo in atto, in modo tale da
salvaguardare l’incolumità delle persone e ridurre al minimo i danni ai beni esposti.
Obiettivo di piano è la riduzione del rischio idrogeologico entro valori compatibili con gli usi del
suolo in atto, in modo tale da salvaguardare l’incolumità delle persone e ridurre al minimo i
danni ai beni esposti.
Oltre a ribadire i contenuti prescrittivi del PSFF (Piano Stralcio Fasce Fluviali), affronta quindi
anche il dissesto idrogeologico, classificando i comuni in quattro classi di rischio.
La figura sottostante mostra come l’area di alloggiamento delle strutture principali sia esterna
ad ogni perimetrazione, mentre lungo il percorso delle tubazioni del teleriscaldamento verrà
attraversata la fascia denominata dall’Autorità di Bacino del Fiume Po’, “area interessata a
dissesto” o meglio, area con “esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio”
classificata con pericolo molto elevato. Per dissesti morfologici di carattere torrentizio si
intendono processi erosivi deposizionali prodotti essenzialmente dall’azione delle acque di
scorrimento superficiali, sia sotto forma laminare e diffusa sulle pendici che lungo linee
preferenziali o incanalate lungo il reticolo idrografico. Per quanto riguarda le esondazioni la
cartografia riporta la delimitazione delle aree inondate nel corso di eventi alluvionali passati.
Le aree individuate risultano essere distinte, con riferimento alla dimensione del fenomeno o alla
qualità delle informazioni disponibili, in perimetrabili e non perimetrabili.
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Figura 4 – Estratto dell’Atlante PAI .
Inoltre tale classificazione, distingue:
-
aree con pericolosità molto elevata o elevata;
-
aree con pericolosità media o moderata.
Come già specificato appena sopra, l’area in oggetto è classificata come Area con
pericolosità elevata ossia: “aree potenzialmente coinvolte dai fenomeni con tempo di ritorno
20-50 anni”. Tali fenomeni si manifestano generalmente lungo i tratti della rete idrografica
principale di fondovalle con minore pendenza (inferiore al 20% e superiore allo 0,2%),
caratterizzati da un trasporto solido generalmente molto elevato, alimentato dal reticolo
idrografico di monte; il livello idrico al colmo in queste situazioni non è normalmente controllato
dalla portata liquida, bensì dall’innalzamento del fondo dell’alveo dovuto al deposito di parte
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del materiale di trasporto. I fenomeni di alluvionamento possono essere accompagnati da
modificazioni del tracciato planimetrico dell’alveo.
Per quanto sopra saranno prese tutte le precauzioni progettuali per evitare danneggiamenti
della tubazione in condizioni di piena.
L’area, inoltre, non rientra in nessuna delle fasce A, B, C ossia:
-
fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dalla porzione di alveo che è sede
prevalente, per la piena di riferimento, del deflusso della corrente, ovvero che è
costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena;
-
fascia di esondazione (Fascia B), esterna alla precedente, costituita dalla porzione di
alveo interessata da inondazione al verificarsi dell'evento di piena di riferimento. Con
l'accumulo temporaneo in tale fascia di parte del volume di piena si attua la
laminazione dell'onda di piena con riduzione delle portate di colmo. Il limite della fascia
si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici
corrispondenti alla piena di riferimento ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o
programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento),
dimensionate per la stessa portata.
-
area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C), costituita dalla porzione di
territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione
al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento
Piano Territoriale Regionale
Il Piano Territoriale Regionale (di seguito PTR), approvato con D.C.R. Piemonte n. 122-29783 del
21 luglio 2011, è lo strumento attraverso cui la Regione tutela e valorizza l’identità paesaggistica
e culturale del territorio, cioè le caratteristiche peculiari delle zone e gli aspetti di cui è
necessario salvaguardare i caratteri strutturanti e nei quali è riconoscibile un valore
paesaggistico, naturalistico, geomorfologico, storico-archeologico, storicoartistico o storicotestimoniale.
Il Piano stabilisce limitazioni alle attività di trasformazione e d’uso del territorio attraverso indirizzi,
direttive e prescrizioni che devono essere rispettate dai piani provinciali, comunali e di settore.
L’area oggetto di intervento rientra nell’ambito montano (ISTAT e L.R. 16/99), area di continuità
naturale (IPLA 2008) ed inoltre non ricade neppure parzialmente in area protetta.
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Piano Paesaggistico Regionale
La Giunta regionale, con DGR n. 53-11975 del 4 agosto 2009 , ha adottato il primo Piano
paesaggistico regionale (Ppr), predisposto per promuovere e diffondere la conoscenza del
paesaggio piemontese e il suo ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio
regionale, e per attivare un processo di condivisione con gli enti pubblici a tutti i livelli del
quadro
conoscitivo
e
regolativo
in
esso
contenuto.
Il piano è stato redatto in attuazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs
42/2004), a partire dal Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2008 con il Ministero per i beni e le
attività culturali (MiBAC), con il quale sono stati condivisi i contenuti del piano stesso.
Il Ppr disciplina le proprie analisi e previsioni attraverso:
-
la definizione del quadro strutturale, che definisce le risorse i caratteri e le opzioni di
fondo da considerare ai fini delle scelte paesaggistico-ambientali, così come di quelle
urbanistico-insediative, economiche-territoriali e infrastrutturali;
-
l’individuazione degli ambiti di paesaggio e delle unità di paesaggio;
-
il riconoscimento dei beni paesaggistici;
-
la descrizione delle componenti del paesaggio;
-
la rappresentazione della rete di connessione paesaggistica, costituita da elementi della
rete ecologica, dalla rete storico-culturale e dalla rete fruitiva.
L’area in esame ricade nell’ambito n.62 “Alta valle Tanaro e Cebano” e unità n. 6207 “Conca di
Ormea” e risulta vincolata ai sensi dell’.Art. 142 del D.Lgs. 42/04 in quanto all’interno della fascia
di 150 metri da un corso d’acqua presente nell’elenco del testo unico sulle acque approvato
con regio decreto 11 dicembre 1933, n.1775; l’area è classificata altresì come coperta da
boschi.
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Piano Territoriale Provinciale
Il Piano Territoriale Provinciale, adottato dal Consiglio Provinciale con deliberazione n. 52 del 5
settembre 2005, è stato approvato dal Consiglio Regionale con D.C.R. n. 241-8817 del 24
febbraio 2009 con le modifiche ed integrazioni e precisazioni specificatamente riportate nella
"Relazione sulla conformità del piano territoriale della provincia di Cuneo".
L'obiettivo strategico del Piano Territoriale, è lo sviluppo sostenibile della società e dell'economia
cuneese, attraverso l'analisi degli elementi critici e dei punti di forza del territorio provinciale ed
una valorizzazione dell'ambiente in cui tutte le aree di una Provincia estremamente diversificata
possano riconoscersi.
L’area si trova all’interno di aree tutelate come aree boscate (D.L. 490/99) ed è compreso nella
fascia fluviale di un corso d’acqua di interesse regionale (PTR).
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Figura 5– Estratto Carta dei Caratteri Territoriali e Paesistici del PTP di Cuneo.
Per quanto riguarda gli indirizzi di governo del territorio di tale pianificazione l’area della cartiera
è classificata come “area produttiva di rilievo sovra comunale”, mentre il tracciato attraversa
dapprima, in destra idrografica, aree non perimetrale e poi, in sinistra sino alla centrale
dell’acqua calda, aree produttive, residenziali e per servizi in corrispondenza delle opere già
presenti sul territorio.
Figura 6 – Estratto Carta degli Indirizzi di Governo del Territorio del PTP di Cuneo.
Tale cartografia, coerentemente a quelle sopra esposte, non individuano aree naturali protette
nell’area in esame.
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Piano Regolatore Generale del Comune di Ormea
Dagli estratti del Piano Regolatore Generale di Ormea è possibile osservare come l’area della
cartiera sia definita, dal punto di vista della destinazione urbanistica, come “area produttiva
esistente”, mentre l’area ad essa adiacente è definita “produttiva di completamento”.
Lungo il tracciato della condotta i terreni sono classificati principalmente come aree agricole,
ad esclusione delle aree in prossimità della centrale acqua calda che sono definiti “Aree per
attrezzature e servizi di interesse comunale”.
Figura 7 – Estratto Carta delle destinazioni urbanistiche del PRG di Ormea.
Tutela ambientale paesaggistica
Il SITAP, Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico è una banca dati a
riferimento geografico su scala nazionale per la tutela dei beni paesaggistici, nella quale sono
catalogate le aree sottoposte a vincolo paesaggistico dichiarate di notevole interesse pubblico
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dalla legge n. 1497 del 1939 e dalla legge n. 431 del 1985 (oggi ricomprese nel decreto
legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004 "Codice dei beni culturali e del paesaggio").
Le categorie di beni ambientali e paesaggistici tutelati (D.lgs 42/2004 art. 142 comma 1, ex D.lgs
n. 490/99) sono:
a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia,
anche per i terreni elevati sul mare;
b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di
battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
c) i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni
di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, e le
relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e
1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;
e) i ghiacciai e i circhi glaciali;
f) i parchi e le riserve e nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;
g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli
sottoposti a vincolo di rimboschimento;
h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;
i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13
marzo 1976, n. 448;
l) i vulcani;
m) le zone di interesse archeologico.
La cartografia del SITAP è coerente con gli strumenti pianificatori visti in precedenza e l’area in
esame ricade all’interno delle aree perimetrale come bosco e nella fascia di 150 metri dal
Fiume Tanaro; anche in questo caso l’area è esterna alle aree naturali protette.
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Figura 8 – Estratto Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico.
7. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GEOMORFOLOGICO
L’area si trova in un contesto tipico di fondovalle alluvionale, sub pianeggiante e terrazzato
originato dall’accumulo di sedimenti alluvionale ad opera del Fiume Tanaro e dei suoi affluenti.
Tali sedimenti alluvionali sono interdigitali, nelle porzioni esterne a ridosso dei versanti, da depositi
di versante originati da dinamica gravitativa.
Dal punto di vista strettamente geologico nell’area in esame affiorano, lungo i versanti
circostanti, i “Porfidi di Melogno”, costituiti da rocce ignimbritiche riolitiche – rio dacite a grana
fine appartenenti del dominio Brianzonese Ligure della catena alpina.
Tuttavia nel settore in esame il substrato roccioso è nascosto da potenti coltri di sedimenti
alluvionali, costituiti da terreni sabbioso ghiaiosi sciolti debolmente limosi con clasti e blocchi.
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Dal punto di vista della dinamica geomorfologica l’area all’interno della cartiera, dove
verranno posizionati gli impianti in progetto, non ricade in aree sottoposte a vincolo
idrogeologico, è esterna alle aree di esondazione del Fiume Tanaro così come perimetrale nella
cartografia del PAI e del PRGC comunale e non è interessata dai fenomeni gravitativi del
versante retrostante; pertanto l’area ricade in classe II di idoneità all’utilizzazione urbanistica.
Lungo il tracciato delle tubazioni del teleriscaldamento sino alla centrale esistente vengono
invece attraversate aree sottoposte a vincolo idrogeologico, aree di esondazione a pericolo
molto elevato (PAI) del Fiume Tanaro e aree prossime a movimenti gravitativi attivi di versante e
apparati conoidali di due torrenti; tale tracciato attraversa quindi anche aree classificate in
classe III dal punto di vista dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica.
L’immagine seguente riporta il tracciato delle tubazioni del teleriscaldamento sulla cartografia
webgis del comune di Ormea riportante le perimetrazioni principali del Piano Regolatore
vigente.
Figura 9 – Sovrapposizione tracciato tubazioni con cartografia PRGC vigente.
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Durante la progettazione definitiva verrà predisposta opportuna relazione geologica per
valutare la compatibilità di tale opera nei confronti dell’assetto geologico-geomorfologico
dell’area.
8. DISPONIBILITA’ DELLE AREE
La vendita della proprietà superficiaria quindicennale riguarda la particella 54, subalterno 4, del
foglio 39; inoltre il comune ha ottenuto la messa a disposizione da parte dei soggetti proprietari
di alcune aree limitrofe:
-
Foglio 39, mappale 84
-
Foglio 39, mappale 85
-
Foglio 39, mappale 147
-
Foglio 39, mappale 528
-
Foglio 39, mappale 617 sub. 1
-
Foglio 39, mappale 617 sub. 2
-
Foglio 39, mappale 617 sub. 3
-
Foglio 39, mappale 617 sub. 5
-
Foglio 39, mappale 54 sub. 3
Per quanto riguarda il tracciato delle tubazioni sino alla centrale esistente viene riportato di
seguito l’elenco delle particelle che si ritiene verranno interessate; si rimanda alla cartografia
allegata per la localizzazione delle stesse.
Occorre precisare che il tracciato delle tubazioni potrebbe subire lievi modifiche a seguito della
verifica della presenza di sottoservizi o motivazioni geomorfologiche legate alla dinamica dei
versanti limitrofi.
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ELENCO DELLE PROPRIETA' CENSITE AL
CATASTO
FOGLIO MAPPALE
39
INTESTATARI
54
1
39
618
ENTE URBANO
2
39
617
ENTE URBANO
MICHELIS BRUNELLA
MARIA
39
21
2
PAGLIANA LUCIA
22
48
131
BOLOGNA AMELIA
23
48
312
SOMERO GIANCARLO
24
48
130
SOMERO GIANCARLO
25
48
127
SOMERO GIANCARLO
SOMERO MAURA
48
126
26
SOMERO GIANCARLO
SOMERO MAURA
27
48
123
28
48
122
BASSO PAOLA
ROSSIGNOLO MARIA
MAO ANNA
48
118
29
MAO ENZO
MAO GIANNI
QUERZOLA FLAVIA
QUERZOLA
IDATIZIANA
48
117
30
31
QUERZOLA LAURA
QUERZOLA MARIA
ANNA
QUERZOLA ROSA
48
116
BORGNA GIOVANNI
BENZO CARLO
48
114
32
BENZO PAOLO
GHIRARDO MARIA
48
113
33
MERLINO PLACIDO
MERLINO TERESA
34
48
109
BOLOGNA MANUELA
35
48
110
PELAZZA CATERINA
48
443
BASSO ORNELLA
36
SOMA' PAOLA
37
BASSO PIETRO
PEIRANO ANNA
MARIA
48
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445
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38
48
433
39
48
427
ANAS ENTE
NAZIONALE PER LE
STRADE
ANAS ENTE
NAZIONALE PER LE
STRADE
40
48
426
COLOMBO AVENTINO
DE VALLE GIOVANNI
DEVALLE RENATO
48
94
41
DEVALLE VALERIO
GALVAGNO MARIA
ROSA
GAMBINO MARCO
NAZARIO
GAMBINO MATTEO
GALVAGNO MARIA
ROSA
48
93
MAO GILBERTO
MAO GIORGIO
42
MAO MARGHERITA
GALVAGNO MARIA
ROSA
48
92
MAO GILBERTO
MAO GIORGIO
43
44
MAO MARGHERITA
48
91
MICHELIS LAURA
BENZO MAURO
48
90
45
STECCO FIORALBA
STECCO SERGIO
46
48
68
VINAI ANNA MARIA
47
48
299
COMUNE DI ORMEA
48
48
65
COMUNE DI ORMEA
49
48
66
COMUNE DI ORMEA
50
48
328
COMUNE DI ORMEA
48
61
BOVETTI RITA
51
SENO LAURA
SENO MASSIMO
52
48
59
COMUNE DI ORMEA
53
48
58
54
48
57
55
48
366
56
48
56
COMUNE DI ORMEA
ICOSE S.P.A. con
sede in PAROLDO
(CN)
ICOSE S.P.A. con
sede in PAROLDO
(CN)
ICOSE S.P.A. con
sede in PAROLDO
(CN)
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57
48
CIMITERO
58
48
FERROVIA
59
48
BASILICA
9. CRONOPROGRAMMA
Si prevede che, ipotizzando l’effettivo rilascio della concessione, i lavori di costruzione delle
opere avvengano secondo il cronoprogramma seguente, che ha un’ipotesi di inizio lavori a far
data dal 17 giugno 2015, ed una fine lavori prevista per il 1 dicembre 2015, per una durata
totale del cantiere di circa 120 giorni:
Le attività di avviamento impianti e collaudo richiederanno all’incirca 40 giorni e permetteranno
l’effettiva entrata in funzione dell’impianto.
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10.
QUADRO ECONOMICO IMPIANTO DI
COGENERAZIONE
10.1 COSTI DEL LEGNAME
I paragrafi seguenti illustrano in estrema sintesi il quadro economico dell’opera che è poi
descritto in maniera dettagliata nell’elaborato AWS_14O65AQ_RE_001 “Relazione Economica”.
Il legname finalizzato alla produzione di energia è disponibile ad un prezzo franco fabbrica
entro 50 Km dal bosco che può variare da € 50,00/Ton a € 55,00/Ton di materiale.
Questo prezzo è stato valutato sulla base di indicazioni di aziende che operano nel settore; in
Italia il legname ad uso energetico è l’assortimento principale e le condizioni di raccolta
rendono la materia prima costosa.
Sul mercato locale la materia prima viene pagata 35,00/40,00 €/ton franco piazzale d’esbosco
escluso i canoni per lo sfruttamento boschivo.
Questo prezzo tiene conto di:
1. costo canone per lo sfruttamento del bosco è quotato per la legna proveniente da latifoglie
€ 5,00 alla tonnellata e per la legna proveniente dalle conifere € 11,00 al mc;
2. costo lavorazione del bosco dal taglio in tronchi posizionamento a bordo strada su piazzale
d’esbosco tra € 35,00 e € 40,00 per tonnellata estratta;
3. costo trasporto fino alla fabbrica entro 50 km senza pedaggio autostradale da € 5,00 a €
10,00 alla tonnellata trasportata;
4. costo della cippatura in fabbrica (funzione della portata istantanea di cippato) da € 3,00 a €
5 alla tonnellata.
10.2 COSTI DI FUNZIONAMENTO IMPIANTO
I costi di produzione sono riportati nelle tabelle che seguono.
Costo investimento iniziale:
Impianto di cogenerazione composto da:
• Caldaia a Vapore saturo da 3 MW;
• Caldaia acqua calda da 2 MW
• Espansore a Vapore da 200 kW elettrici;
• Impiantistica meccanica ed elettrica;
• Scambiatore a piastre;
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•
•
PLC per controllo e telegestione impianto;
Rete per il teleriscaldamento da 1800 m circa con stazione di misura per Calore Verde
S.r.l.;
• Serbatoi e vasi espansione;
• Strumentazione e materiale elettrico;
• Ristrutturazione opificio.
Il budget per la costruzione e l’avviamento di tutto l’impianto è € 2.992.233,50.
Descrizione operazione finanziaria:
• Capitale proprio € 598.466,70 (20%);
• Capitale finanziato con Banca € 2.393.786,80.
Tabella piano d’ammortamento alla francese:
10.3 COSTI GESTIONALI DELL’IMPIANTO
-
Costi amministrativi (commercialista e contabilità) € 15.000,00;
Diritto di superficie fabbricato;
Contratto full service per manutenzione ordinaria e straordinaria impianto di
cogenerazione, impianto produzione pellet € 94.520,00;
Personale diretto (6 persone con contratto CCNL Aziende del Legno e della lavorazione
del
legno circa € 22.000,00 considerando il turn over 24/7) € 132.000;
Assicurazione all risk ed assicurazione RCA ed RCT € 39.922,00;
Costo energia elettrica per l’impianto di cogenerazione, l’impianto di pellet, gli uffici etc.
€
604.440,00
*Materia prima per impianto di cogenerazione € 458.142,00
*Materia prima per impianto di pellettizzazione € 1.300.320,00
*Costi di dettaglio indicati nel paragrafo 8.1
Biomassa Ormea – relazione tecnico-illustrativa
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11.
QUADRO ECONOMICO IMPIANTO PRODUZIONE
PELLET
11.1 COSTI DI PRODUZIONE
I costi di produzione sono riportati nelle tabelle che seguono.
Costo investimento iniziale:
• Linea di produzione pellet completa di impianto di essiccazione chiavi in mano €
1.000.000,00.
Descrizione operazione finanziaria:
• Capitale proprio € 200.000,00 (20%);
• Capitale finanziato con Banca € 800.000,00.
Tabella piano d’ammortamento alla francese:
Capitale totale[0]
=
Tasso interesse =
n. anni =
€
800.000,00
7,00%
15
Biomassa Ormea – relazione tecnico illustrativa
Anni
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
Capitale
totale[t]
€ 800.000,00
€ 768.164,30
€ 734.100,10
€ 697.651,41
€ 658.651,31
€ 616.921,20
€ 572.269,98
€ 524.493,18
€ 473.372,01
€ 418.672,35
€ 360.143,71
€ 297.518,07
€ 230.508,64
€ 158.808,54
€ 82.089,44
€ 0,00
Capitale[t]
€ 0,00
€ 31.835,70
€ 34.064,20
€ 36.448,69
€ 39.000,10
€ 41.730,11
€ 44.651,22
€ 47.776,80
€ 51.121,18
€ 54.699,66
€ 58.528,64
€ 62.625,64
€ 67.009,43
€ 71.700,10
€ 76.719,10
€ 82.089,44
Interessi[t]
€ 0,00
€ 56.000,00
€ 53.771,50
€ 51.387,01
€ 48.835,60
€ 46.105,59
€ 43.184,48
€ 40.058,90
€ 36.714,52
€ 33.136,04
€ 29.307,06
€ 25.210,06
€ 20.826,26
€ 16.135,60
€ 11.116,60
€ 5.746,26
Rata
annuale[t]
€ 0,00
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
€ 87.835,70
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11.2 COSTI GESTIONALI
-
Costi amministrativi (commercialista e contabilità) € 15.000,00;
Diritto di superficie;
Contratto full service per manutenzione ordinaria e straordinaria impianto di
cogenerazione, impianto produzione pellet € 94.520,00;
Personale diretto (6 persone con contratto CCNL Aziende del Legno e della
lavorazione del legno circa € 22.000,00 considerando il turn over 24/7) € 132.000;
Assicurazione all risk ed assicurazione RCA ed RCT € 39.922,33;
Costo energia elettrica per l’impianto di cogenerazione, l’impianto di pellet, gli uffici
etc. € 604.440,00
*Materia prima per impianto di cogenerazione € 458.142,00
*Materia prima per impianto di pellettizzazione € 1.300.320,00
*Costi di dettaglio indicati nel paragrafo 2.2.
11.3 COSTO PRODUZIONE PELLET
Produzione pellet 17.644 ton/anno;
Contenuto di acqua della materia prima in ingresso tenore idrico 35 %;
Cippato in ingresso all’impianto di pellet 23.940 ton/anno;
Legno in tronchi in ingresso alla cippatrice 32.374 ton/anno;
Prezzo unitario legno in tronchi al piazzale d’esbosco € 37,00/ton;
Prezzo cippatura dei tronchi € 5/ton;
Potenza termica per essicazione della materia prima richiesta 1.300 kW;
Costo essicazione della materia prima € 11,11/ton;
Funzionamento impianto di pellettizzazione 8.760 ore/anno;
Prezzo di vendita franco fabbrica € 150,00/ton (prezzo medio di mercato analizzato su 12
fornitori italiani ed esteri);
Il calcolo dimostra che il fattore di maggiore incidenza sul prezzo del prodotto finito è il costo
della materia prima.
-
La produzione del pellet in Italia partendo da legname di bosco, ha senso se è riferita alla
disponibilità della materia prima presente sul territorio a corte distanze. I costi di lavorazione,
esbosco e trasporto della materia prima per la produzione di pellet permettono attualmente di
avviare la produzione di grandi quantità di pellet a costi concorrenziali sole se inseriti in un
contesto di filiera.
Verbania, novembre 2014
Il tecnico:
Dott. Ing. Michele Marcosano
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