Messico, dalle liberalizzazione dell`energia

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Messico, dalle liberalizzazione dell`energia
I NTE RNA Z I O NALI Z Z A Z I O N E
|
M E SS ICO
di Stefano Cianciotta
Imprese
MEXCALA BRIDGE.
È una delle opere
più imponenti
realizzate negli ultimi
anni. Nell’ultimo
decennio il Messico
ha investito 144
miliardi di euro per
lo sviluppo delle
infrastrutture.
Energia fine del monopolio
Febbraio 2014 N. 1
Nuove opportunità
IL NUOVO CANTIERE
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P
arte dalla privatizzazione dell’Oil & Gas la
rivoluzione messicana del presidente Enrique Peña Nieto, che entro un decennio porterà il
Paese a essere uno dei primi produttori mondiali
di petrolio. Attualmente il Messico è al decimo
posto per la produzione di greggio, ma dagli inizi
del 2000 la quota è diminuita a causa della poca competitività delle tecniche e dei macchinari
per l’estrazione rispetto agli standard moderni.
Da qui la scelta del Governo federale di rivolgersi ai privati, inaugurando una lunga stagione di
crescita economica che si presenta importante
sotto tutti i profili, e che porterà benefici anche
alle infrastrutture, settore sul quale il Messico
punterà decisamente investendo e potenziando
gli hub esistenti per garantire il trasporto del greggio, la cui produzione è destinata ad aumentare rispetto ai 2,5 milioni di barili prodotti ogni
giorno nel 2013.
La fine del monopolio dello Stato negli idrocarburi, infatti, apre ai privati i contratti di servizi
e di produzione assieme agli appalti per l’esplorazione e la produzione di petrolio. Anche
l’Italia guarda con grande attenzione al nuovo
corso messicano dell’energia, come testimonia la
recente visita tutta incentrata sul miglioramento
dei rapporti commerciali ed economici tra i due
Paesi, guidata dal premier Letta alla presenza
tra gli altri di Paolo Scaroni e Fulvio Conti, Ad
di Eni ed Enel, e Alessandro Castellano, numero
uno di Sace.
Con la riforma fortemente voluta da Peña Nieto, le compagnie straniere potranno esplorare
il sottosuolo ed estrarre petrolio e gas, ma solo
in collaborazione con la società statale Pemex
(Petroleos Mexicanos), che controlla attualmente l’intera filiera in un regime di monopolio. La
legge prevede inoltre la conversione di Pemex e
della Cfe (Commissione federale dell’elettricità)
ENERGIA E INFRASTRUTTURE | IL MADE IN ITALY IN PRIMO PIANO
delle costruzioni, come Bonatti, Buzzi Unicem, Trevi, Mont-Ele, Pilosio, Maire Tecnimont,
Techint o nell’ambito energetico come Enel Green Power, Maccaferri, Metecno, Micoperi,
Saipem, Sicim. Per Sace il Messico è l’ottavo Paese estero per esposizione e il secondo
in America Latina, dopo il Brasile. I principali settori di operatività sono il chimico e petrolchimico (49% dell’esposizione), l’Oil & Gas (27%) e il metallurgico (15%). Nel 2013
Sace ha chiuso il portafoglio di export e investimenti italiani assicurati pari a 1,1 miliardi
di euro, in crescita del 93% rispetto a fine 2012.
Approvata la riforma
costituzionale che ha
liberalizzato il settore
energetico, il Messico è
adesso pronto ad aprire
il mercato agli investitori
stranieri. L’obiettivo è
consolidare il Paese come
economia emergente e
attrarre investimenti per
migliorare il settore dell’Oil
& Gas. Benefici significativi
anche per il settore delle
infrastrutture nel quale
il Governo di Peña Nieto
investirà ogni anno fino
al 2024 il 7% del Pil, per
garantire la realizzazione di
hub adeguati al trasporto
del greggio e alla domanda
di mobilità interna.
GLI INVESTIMENTI NELL’OIL & GAS
L’apertura del mercato energetico rappresenta
in ogni caso un cambiamento enorme che non
riguarda solo questo settore, perché peserà in
modo decisivo sul rinnovamento proprio delle infrastrutture di trasporto e sulle tipologie di
estrazione.
Dal 2006 al 2012 le esportazioni di greggio verso
gli Usa, principale mercato per il petrolio messicano, sono diminuite del 38%. Nel frattempo
Paesi come la Colombia e il Canada hanno aperto
agli investimenti delle compagnie petrolifere di
Stati Uniti, Europa e Asia. Il petrolio messicano
è di tipo «crude», cioè pesante e viene venduto
a un pezzo più basso perché è più difficile raffinarlo. Anche Canada, Colombia e Brasile sono
produttori di grandi quantità di petrolio «crude».
L’offerta è aumentata e il prezzo è ulteriormente
sceso mentre in Messico ci sarebbe bisogno di
operare grandi investimenti per tenere il passo
dei concorrenti. Secondo uno studio della banca
britannica Barclays Capital la Pemex spende circa 24 miliardi di dollari per sviluppare i settori
gas e petrolio, una cifra che deve almeno essere
raddoppiata se si vogliono ottenere significativi
cambiamenti.
Le potenzialità del Messico restano, comunque, importantissime. Secondo le stime dell’Eia (Energy Information Administration), la sezione statistica del dipartimento dell’Energia
americana, le riserve ammonterebbero a 10 miliardi di barili; che raddoppierebbero secondo
altri istituti di ricerca. Numeri che ne fanno
potenzialmente il primo produttore non Opec,
con margini di crescita molto ampi, come ha
affermato anche uno studio di Bloomberg, perché con sufficienti investimenti il Messico potrebbe diventare uno dei primi cinque paesi
esportatori del mondo.
IL PESO DELLE RINNOVABILI SULLA
PRODUZIONE DI ENERGIA
Il Messico è una piattaforma strategica per la
produzione di autoveicoli e componentistica
per automobili, grazie alla vicinanza al mercato
nordamericano e all’adesione a trattati di libero
commercio con più di 40 Paesi. Nel comparto degli idrocarburi la liberalizzazione costituirà una
grande opportunità di investimento, specialmente per le imprese italiane che godono di un know
how specifico sullo sfruttamento di giacimenti
offshore. Possibili opportunità potrebbero derivare anche dai piani di sviluppo delle energie
rinnovabili, in particolare idroelettrico e eolico.
Nonostante un ruolo ancora di secondo piano
rispetto al grande mercato petrolifero, il settore
delle energie rinnovabili in Messico ha iniziato negli ultimi anni ad attirare investimenti in
ogni area del Paese. Si può leggere questo risultato come l’esito di un lento cammino, cominciato con la riforma del mercato dell’energia
elettrica che nel 1992 aprì per la prima volta
il campo all’ingresso degli operatori privati.
Alla fine del 2009, secondo i dati del ministero dell’Energia, il 24,1% della capacità totale
di energia del Paese era proveniente da fonti di
energia rinnovabili. La Commissione regolatrice per l’energia ha deliberato la realizzazione di
numerosi progetti per impianti eolici autonomi,
capaci di una produzione totale di 2.727 mw: su
questa cifra, 488,7 mw risultano già operativi,
1.928 mw in fase di costruzione e 310 mw inattivi. Le prospettive di crescita del settore dell’energia elettrica indicano un progresso annuale
superiore al 4%. Questo implica che per soddisfare la domanda del futuro prossimo, il sistema
elettrico richiederà l’installazione di circa 50mila MW, equivalente a circa l’80% della capacità
installata finora.
A tal proposito, la quota derivante dalle energie cosiddette pulite dovrebbe innalzarsi entro il
2024, secondo l’obiettivo posto dalla Legge sulle
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in imprese di Stato, che dovranno competere con
le aziende straniere per ottenere i contratti.
Come ha scritto l’Economist, tutti gli analisti concordano nel dire che i potenziali benefici della
riforma dipenderanno da come sarà redatta la legislazione secondaria che dovrà definire le regole
per i nuovi contratti e le royalties e che indicherà
quali saranno i giacimenti da esplorare. Ovviamente, i potenziali investitori vogliano conoscere
in quali condizioni potrebbero trovarsi a operare
prima di investire.
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IL NUOVO CANTIERE
Nel 2012 l’Italia è stato uno tra i principali investitori esteri del Messico. A contribuire a
questo posizionamento è stato il concomitante intervento di tre grandi gruppi italiani,
Tenaris-Ternium (Gruppo Techint), Fiat-Chrysler e Pirelli, i quali hanno complessivamente investito circa 1,63 miliardi di dollari. Il ritorno della grande industria ha segnato un
passaggio importante nei rapporti fra Italia e Messico. Per molti anni, infatti, la presenza
delle imprese italiane era risultata meno visibile rispetto a quella di altre nazioni. Ad oggi
sono molte le imprese italiane che operano in Messico nel settore delle infrastrutture e
«È IL MOMENTO DI INVESTIRE IN MESSICO» | ALESSANDRO BUSACCA, AMBASCIATORE ITALIANO
Ambasciatore, la liberalizzazione
dell’Oil & Gas e gli investimenti nelle infrastrutture in che modo modificheranno le condizioni di vita della
popolazione messicana?
Sono entrambe misure molto importanti per rendere il Messico più competitivo e per sfruttare al meglio il
grande potenziale di crescita di questo Paese.
La riforma energetica è diretta ad aprire i settori del comparto petrolífero e
dell’elettricità – finora appannaggio di
monopolisti – agli investimenti privati,
consentendo di risollevare l’efficienza
nella produzione energetica nazionale.
Anche nel settore delle infrastrutture,
il recente Programma governativo di
sviluppo infrastrutturale 2013-2018
prevede lo sviluppo di una migliore rete infrastrutturale di trasporti e logistica, che possa aumentare la produttività dell’economia e le interconnessioni
all’interno del Paese, nonché promuovere lo sviluppo regionale e migliorare la qualità di vita della popolazione.
fonti rinnovabili, fino al 35% della produzione
energetica nazionale. Il potenziale stimato per
l’impiego di energia eolica supera i 71mila mw.
In ventidue Stati messicani su trentuno è, inoltre,
possibile installare impianti eolici con una operatività media superiore al 20%. Gli investimenti
calcolati per questi progetti raggiungerebbero
i 5,5 miliardi di dollari e creerebbero oltre 10
mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti.
Sulla base del costo dell’energia eolica e delle
proiezioni di costo a ciclo combinato (Ccgt), la
proposta è quella di varare un Piano nazionale
1. IL MAGGIORE progetto di investimento sui
porti riguarda l’hub d Veracruz, che è stato già
oggetto di interventi significativi negli anni
scorsi. Veracruz diventerà lo scalo merci più
importante del Messico.
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3. UNA PARTE significativa degli investimenti in
infrastrutture saranno riservati all’ampliamento
degli aeroporti di Juarez e Toluca, attualmente
non adatti a sostenere il carico di trasporto
merci che nei prossimi anni aumenterà in
Messico, con la crescita dell’import-export.
Nei prossimi cinque anni il Governo ha
varato un Piano significativo per le infrastrutture. C’è spazio per le imprese
italiane?
C’è senz’altro spazio per le imprese italiane, che dovranno competere con grandi
gruppi messicani ed esteri già presenti da
tempo sul mercato messicano.
Tuttavia, le possibilità per le aziende italiane di vincere la competizione è ampiamente dimostrata dalla presenza di
successo di nostre imprese già attive da
anni su questo importante mercato, nel
che punti a raggiungere la potenza di 12 gw di
energia eolica entro il 2020. Quest’ultimo traguardo rappresenta peraltro un obiettivo moderato,
se si considera che a seconda delle variazioni
del prezzo del gas naturale, la potenza potrebbe
oscillare tra i 10 e i 20 gw.
Energia solare. Quasi il 90% del territorio messicano registra un livello medio di irradiazioni
solari tra i più alti al mondo: tra i 5 e i 6 KW/h
per metro quadrato. Si stima quindi una capacità totale per installazioni fotovoltaiche di 25,11
mwp, la quale si traduce in un investimento totale di 125,5 milioni di dollari.
Energia idroelettrica. Secondo i dati pubblicati
dalla Commissione federale per l’energia elettrica
il Messico possiede piccoli impianti idroelettrici
con una capacità di 392 MW. Si stima però una
capacità potenziale molto superiore, pari a circa
3.250 mw: ciò significa che a essere attualmente
utilizzato è oggi soltanto il 12% della capacità
produttiva totale.
Energia geotermica. In termini di capacità produttiva il Messico si classifica fra i primi Paesi al
mondo. Secondo i dati pubblicati dal ministero
dell’Energia, nell’ottobre 2012, con una capacità
produttiva da impianti geotermici pari a 890 mw,
il Messico era sorpassato soltanto da Stati Uniti
(3.093 mw), Filippine (1.904 mw) e Indonesia
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settore delle infrastrutture sia dei trasporti che energetiche.
Quali sono i fattori che potrebbero irrigidire gli investimenti delle imprese
italiane?
L’economia messicana è in crescita e i
fattori che la potrebbero limitare sono
essenzialmente riconducibili a variabili
esterne, quali l’andamento dell’economia mondiale, essendo il Messico un
Paese molto aperto al libero scambio e
ben integrato nei mercati internazionali;
(1.197 mw). Lo sviluppo della rete del gas in
Messico è una condizione necessaria per favorire la crescita nel settore della cogenerazione. La
strategia nazionale per l’energia prevede che tra
il 2010 e il 2026 sia messo a punto un incremento del 38% nell’estensione della rete di gasdotti.
GLI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE
La Commissione regolatrice per l’energia ha stimato che in Messico, a partire dal 2005, sono
confluiti oltre 4,77 miliardi di dollari in investimenti esteri per progetti di energia pulita. Altri 3,3 miliardi di dollari sono quindi entrati nel
Paese negli ultimi due anni per mezzo di gare
d’appalto promosse dal ministero dell’Energia,
riguardanti la realizzazione di infrastrutture che
hanno permesso di utilizzare gli impianti di energia rinnovabili per produrre energia elettrica. Al
2011, il Messico ha investito nelle infrastrutture circa il 4,5% del suo Pil. Per realizzare una
crescita economica sostenibile, a tassi simili a
quelli dei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione economica e lo sviluppo, si stima
che questa quota dovrebbe salire fino al 7%
o all’8% del Pil entro il 2018. In questi cinque anni il Messico investirà oltre 110 miliardi di dollari in infrastrutture e sviluppo delle
telecomunicazioni. Il Programma Infrastrutture
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Come cambierà il Messico nei prossimi
dieci anni?
Ultimamente si parla molto del «Mexican moment». A mio avviso, è un mo-
2013-2018, infatti, si inserisce nel quadro del più
generale Piano Nazionale di Sviluppo 2013-2018
(Pnd – Plan Nacional de Desarrollo), adottato
nel maggio 2013 e di cui sviluppa in particolare
la quarta direttrice relativa all’eliminazione degli
ostacoli per la creazione di un «Messico prospero». Tra le azioni per perseguire tale obiettivo, è
stato infatti previsto lo sviluppo di una migliore
rete infrastrutturale di trasporti e logistica (strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti) che
possa aumentare la produttività dell’economia e
le interconnessioni all’interno del Paese, nonché
promuovere lo sviluppo regionale e migliorare
la qualità di vita della popolazione. Il Programma Infrastrutture è inoltre funzionale agli altri 4
macro-obiettivi del Pnd, diretti a favorire la sicurezza, l’inclusione sociale, l’istruzione di qualità
e la proiezione internazionale.
Il 78% dei quasi 54 miliardi che saranno investiti in infrastrutture è stato destinato alla
realizzazione di strade. Sebbene vada riconosciuto il notevole sforzo intrapreso negli ultimi
anni per migliorare la competitività delle infrastrutture messicane, in una graduatoria dei
top performer internazionali nel settore sono
ancora ampi i margini di miglioramento di cui
il Messico può disporre.
La rete stradale messicana copre oltre 350 mila
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chilometri, di cui quasi 50 mila di vie federali
(con autostrade per circa 7 mila chilometri), collegando agevolmente tutte le maggiori città della
nazione. La rete ferroviaria si estende per oltre
26 mila chilometri, ed è principalmente impiegata per il trasporto merci Tra i principali progetti
che dovranno essere realizzati vanno segnalati
l’autostrada «Siglo XXI», che connetterà il Golfo del Messico al Pacifico, all’altezza degli Stati
di Puebla e Morelos, e l’autostrada Guanajuato-San Miguel de Allende. Sono inoltre previste
le licitazioni delle autostrade Tuxtla-Villaflores,
Tuxpan-Tampico, Cardel-Poza Rica, Atizapan-Atlacomulco, Pachuca-Huejutla e Comitan-frontiera
con il Guatemala. Il Programma prevede inoltre
alcune misure per decongestionare il traffico della capitale: nell’area metropolitana di Città del
Messico saranno realizzate la connessione con
l’autostrada Mexico-Pachuca tramite il viadotto
Indios Verdes-Santa Clara, la connessione con
l’autostrada Mexico-Cuernavaca con il secondo
livello stradale del Periferico e si amplierà la rete
della metropolitana..
I principali scali marittimi sono Veracruz e Altamira sul Golfo del Messico e Lázaro Cárdenas e
Ensenada y Manzanillo sulla costa del Pacifico.
Nel 2007 è stato lanciato il quinquennale Programma Nazionale Infrastrutture, che fino al 2012
ha portato a un investimento complessivo di 144
miliardi di euro. In dettaglio, sono state ammodernate diverse arterie stradali, è stato sviluppato
il corridoio intermodale Lázaro-Cárdenas-Veracruz che collega il Pacifico al Golfo del Messico,
sono state realizzate opere di ampliamento dei
porti di Lázaro-Cárdenas, Altamira e Veracruz.
La recente pubblicazione del bilancio 2013
per il settore trasporti e comunicazioni ha reso chiaro quali siano le opportunità di investimento per gli operatori privati. In particolare,
tra i campi d’azione più rilevanti si quantificano circa 2 miliardi di dollari per la costruzione
di infrastrutture stradali; 1 miliardo di dollari
per i programmi di manutenzione delle strade;
300 milioni per infrastrutture portuali e studi
di fattibilità.
Il Messico può rappresentare nell’America Latina un’alternativa al modello economico di sviluppo del Brasile?
A mio avviso, entrambi i Paesi già costituiscono un modello economico importante,
in quanto già sono le due maggiori economie dell’America Latina. Oggi Messico e Brasile coesistono, dialogano e collaborano in numerosi settori ed entrambi
i mercati offrono grandi opportunità per
le imprese italiane, per le quali i due Paesi
sono modelli non alternativi bensì com-
Porti. Sebbene l’importante progetto legato al
porto di Punta Colonet sia stato messo in standby, e in altri scali marittimi i processi di concessione operativa siano stati conclusi da poco,
esistono ancora in questo settore buone opportunità di investimento. Il maggiore progetto che
potrebbe essere definito nell’immediato futuro riguarda l’espansione del porto di Veracruz. Anche
in questo caso non mancano gli ostacoli, relativi
in particolare all’opposizione degli abitanti del
luogo su alcune questioni ambientali. Tuttavia,
l’alta rilevanza del sito nell’ambito della piattaforma logistica del Paese potrebbe permettere di
superare queste difficoltà. Sono attesi inoltre investimenti in porti tra cui Manzanillo, Tuxpan,
Campeche, Chiapas e Guaymas.
Aeroporti. Un importante e necessario progetto
di sviluppo aeroportuale riguarda il nuovo hub di
Città del Messico. Tra le difficoltà di avanzamento
del progetto, l’idea maggiormente diffusa consiste a oggi in un potenziamento dell’aeroporto di
Toluca, in modo da attirare il traffico aereo dallo
scalo di Cittá del Messico. Altri Stati messicani in
cui si prevede di promuovere infrastrutture aeroportuali sono Chihuahua, Jalisco e Nuevo Leon.
Ferrovie. Il Programma infrastrutture prevede il
miglioramento di circa 371 km di tratte dedicate
al trasporto merci e l’installazione di moderni
sistemi di segnalamento. Il Presidente Enrique
Peña Nieto ha, inoltre, proposto un cambio nella politica di trasporto pubblico, rilanciando le
ferrovie per il trasporto passeggeri. Gli investimenti nel trasporto su rotaia saranno preordinati a ridurre i tempi di percorrenza nelle aree
metropolitane, le emissioni di CO2 e a decongestionare il traffico automobilistico nelle maggiori arterie stradali del Paese. I principali progetti ferroviari per trasporto passeggeri, per un
totale di 583 km, interessano i collegamenti tra
Città del Messico e le emergenti aree di Toluca e
Queretaro, il treno trans-peninsulare Merida-Riviera Maya, un treno leggero nell’area di Guadalajara e una nuova linea per la metropolitana di
Monterrey. © RIPRODUZIONE RISERVATA
plementari.
mento; un’importante fase di riforme
strutturali.
Febbraio 2014 N. 1
la congiuntura dell’economia statunitense, a cui il Messico è strettamente legato.
Oltre ai numerosi vantaggi comparati offerti dal Messico, le imprese si sono anche
pronunciate sugli elementi che in futuro
potrebbero mettere a rischio la volontà di
investire nel Paese.
mento che è destinato a continuare.
Le prospettive di crescita sono favorite
da numerosi fattori che caratterizzano
il mercato messicano: un mercato di
quasi 120 milioni di abitanti, di cui la
metà ha meno di 28 anni; una classe
media in espansione; una mano d’opera
competitiva e capitale umano qualificato; finanze pubbliche in ordine; una
posizione geografica strategica; accordi
di libero scambio con 44 paesi e negoziati in corso per l’Alleanza del Pacifico
e la Trans-Pacific Partnership (Tpp); 15
anni di trattato di libero scambio con
l’Unione Europea, in fase di aggiorna-
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IL NUOVO CANTIERE
Alessandro
Busacca,
Ambasciatore
italiano in
Messico
Tra questi l’instabilità e l’erraticità dei
mercati cambiari e del tasso di crescita,
la complessità del sistema fiscale, la dipendenza economica dagli Stati Uniti e
i problemi di insicurezza. Un problema,
quest’ultimo, che senz’altro esiste, ma
che è limitato ad alcune aree del Paese
e rispetto al quale il Governo messicano
sta adottando misure di contrasto al crimine organizzato.