Graffiti come una sfida pastorale

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Graffiti come una sfida pastorale
UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA
CA 0210: INTRODUZIONE ALLE SCIENZE DELLA
COMUNICAZIONE SOCIALE
Antonio PREŠERN
GRAFFITI
- UN’ESPRESSIONE DI UNA SUB-CULTURA,
UN FENOMENO COMUNICATIVO
E UNA SFIDA PASTORALE
DATI ACCADEMICI
Cognome: PEŠEK
Nome: Jiří
Matricola: 15275T
Curricolo: DPGC
Roma 18/01/2006
1. Introduzione
La mia nonna diceva un proverbio ceco: “Jména hloupých na všech sloupích“ (Nomi dei
stolti su ogni colonna). Con questa idea in mente osservavo da piccolo vari scritti sui muri
della mia città, sui banchi della mia scuola e dovunque. Dopo il cambiamento di regime nel
1989 però potevo incontrare scritte mai viste prima. Mi ricordo soprattutto un graffito dai
colori vivi dipinto sulla facciata di una casa al centro di Pardubice con vernice spray: “IO” e
“TU” collegati con le frecce con un cuore al centro. Negli anni Novanta studiando a Praga ho
potuto ammirare tanti altri graffiti. Nell’anno 2004, interessandomi della cultura dei giovani,
ho partecipato ad una giornata di Hip hop kemp, dove si è realizzato anche un graffito
workshop legale. E, infine, a Roma ogni giorno incontro tanti graffiti per strada e sul
corridoio ferroviario quando vado all’università. La provocazione di questa sub-cultura mi ha
spinto a dedicarle il presente lavoro.
Nelle pagine seguenti voglio presentare il fenomeno di graffiti (fasi “vedere”) nella sua
evoluzione storica e alla luce della critica della società. Mi limito a focalizzare la situazione
nella patria dei graffiti e nella mia patria – Repubblica Ceca. In seguito cercherò di rispondere
alle domande fondamentali del campo della comunicazione (fasi “capire”): I graffiti sono una
comunicazione? Se sì, che cosa comunicano e di che tipo di comunicazione si tratta? Perché
esiste? Come risposta agli argomenti ricavati cercherò di scoprire le sfide del dialogo tra la
chiesa e la cultura che produce i graffiti e suggerire alcune prospettive dell’azione pastorale
(fasi “agire”).
2. Presentazione del fenomeno
2.1. Chiarificazione terminologica
Il termine graffiti proviene dal verbo greco γραφειν che significa scrivere.
Originariamente designava l’incisione preistorica, la scritta rupestre1 oppure i segni trovati
nell’architettura della Roma antica.2 Più comunemente con graffiti si indicano i fenomeni
collegati all’ambiente urbano nel ventesimo secolo. Lo sono semplici scritte (sia quelle incise,
sia quelle disegnate a matita, a penarello, a spray) sui muri delle case, sui cartelloni stradali,
ma anche quelle più vistose fatte sui vagoni ferroviali, sulle facciate dei palazzi.
Per quanto vengano spesso confusi con murales, ma questi differiscono per vari aspetti.
Murales è un termine di origine spagnola e indica una composizione pittorica di solito grande,
realizzata sulle faciate delle case o su grandi pareti in origine non destinate a quest’uso, a
carattere astratto o figurativo. Il termine murales proviene dal Messico dei primi decenni del
Novecento, utilizzato per esprimere messaggi politici e sociali marxisti e fatto su
commissione e su spazi opportunamente preparati.3
I graffiti odierni, invece, vengono usati dalle gang americane già dalla prima metà del
secolo XX e la loro funzione principale è quella di deliminare un territorio urbano controllato
dal clan. Il graffito è inizialmente un’arte proletaria e di matrice nera. Lavorano sempre e solo
sulla grafica delle lettere, nella forma di firma (tag) o di gruppi di lettere (bombing).
I graffiti sono intimamente conessi con la musica rap4 e la breakdance5. Gli scambi, le
tensioni e le torsioni tra questi stili (visuali, musicali, danzanti) costituiscono la cultura hip
hop. Gli appartenenti di questa cultura, però, non usano il termine graffiti considerandolo
1
Cf. LEVER F., RIVOLTELLA P. C., ZANACCHI A. (Ed.), La Comunicazione. Il dizionario di scienze e
techniche. ELLEDICI, RAI-ERI, LAS, Roma 2002, 568.
2
Cf. PHILIPS S. A., The Dictionary of Art, Macmillan Publishers – Grove’s Dictionaries, London 1996.
3
Cf. LEVER F., Op. cit., 785.
4
Rap: letteralmente picchiare, parlare in modo diretto.
5
Breakdance: danza acrobatica con tutto il corpo.
2
inesatto. Per chiamare le loro cose parlano di writing, di aerosol art e di aerosol culture.
Aerosol leteralmente indica la sospensione di particele di vernice contenute in un barattolo
sotto presione. L’aerosol culture è, quindi, quel movimento che si è svilupato attorno all’uso
illegale – pittura di muri, treni e altre superfici pubbliche – della bomboletta spray. Il writing è
l’aspetto principale dell’aerosol art e la base da cui tale cultura è nata.6
2.2. Storia dei graffiti
2.2.1. Gli inizi negli USA7
I graffiti cominciano a diffondersi nelle periferie più violente di New York alla fine degli
anni Sessanta. Anche prima era possibile trovare dei nomi scritti nei luoghi pubblici ma in
questi anni nasce un vero e proprio movimento nel quale i nomi escono dall’oscurità e
diventano celebrità. I primi strumenti utilizzati sono i penarelli di feltro che velocemente
lasciano tratti permanenti su qualsiasi materiale. Poi con la diffusione della vernice spray, che
permette di coprire rapidamente grandi superfici, i graffiti espandono. I primi protagonisti
provengono dai residenti afro-americani e ispanici-caribici dei ghetti degradati di periferia.
L’unico obiettivo di questi primi contaminatori dei muri era quello di diventare famosi. I loro
scritti, chiamati tags8, contenevano il loro nome (di solito si trattava di sopranome o nome
d’arte) a cui si aggiungeva il numero della strada (per es. Julio 204, Topcat 126).
Nell’estate del 1971 è avenuta una esplosione di tags nella metropolitana di New York,
che era letteralmente invasa da nomi che aspettavano l’occasione giusta per uscire dal grigiore
dell’anonimato. Uno dei primi nomi più famosi d’epoca era quello di Taki 183. Avendo
utilizzato un penarello con la punta più grande di tutti gli altri era divenuto quasi onnipresente
e così ha dato al writing la spinta ad arrivare fino ai luoghi più difficili della metropoli. La
metropolitana e i treni sono diventati i luoghi preferiti per il bombing9, per la loro capacità di
diffondere la gloria dei nomi ovunque.
Il writing si è trasformato da attività clandestina in grande performance competitiva fra
giovani teen-ager. Sono nate le prime crews10 nelle quali non esistono differenze di colore, di
quartiere, di nascita o di stato sociale. L’obiettivo principale consiste nel riuscire e coprire la
città il più possibile e nei luoghi meno accessibili. L’implicita legge di non andar sopra
l’opera di un altro per non coprirsi a vicenda viene sempre più trasgredita.
Uno dei momenti più importanti del movimento è lo sforzo di stile e l’ansia di inventare
sempre qualcosa di nuovo. Nei primi anni Settanta l’attenzione alla quantità si è spostata alla
qualità ed è nata l’idea dello stile. Per riuscire a distinguersi bisognava creare una scrittura in
uno stile costante immediatamente riconoscibile. La creatività e l’ispirazione della cultura di
massa favorisce questa atmosfera della sperimantazione. Nell’anno 1972 compaiono i primi
masterpieces11, pezzi capolavoro che stupiscono con cose mai viste.
In autunno dello stesso anno la società reagisce con le leggi anti-graffiti e i tentativi di
ripulite i vagoni della metropolitana, però con effetti completamente opposti a quelli
desiderati. Con un’altra idea viene Hugo Martinez, uno specialista di sociologia al City
College, che conobbe molti noti graffitisti tentando di strapparli dalla vita della strada e
incanalare la loro arte in uno studio. Ha organizzato la United Graffiti Artists (UGA) che in
tre anni della sua esistenza era punto di riferimento per molti graffiti artists, dando loro le
possibilità legali di esporre e vendere i loro prodotti alle mostre speciali.
6
Cf. LUCCHETTI D., Writing. Storia, linguaggi, arte nei graffiti di strada. Castelvecchi, Roma 1999, 5 – 10.
Cf. Ibid., 17 – 31.
8
Tag in questo contesto significa firma.
9
Bombing: coprire abbondantemente con il proprio nome una superficie pubblica.
10
Crew: un gruppo di persone che si conoscono bene e fanno insieme dei pezzi.
11
Masterpiece: una parola con le lettere stilizzate (alte e spesse) che ha un contorno (outline) e dei pienoni.
7
3
Lo stile scatenato della strada continua la sua evoluzione: dopo i clouds12 e soft letters13
apparvono nel 1973 i pezzi in 3-D e le avanzate lettere del complicato wild style14. Negli anni
seguenti si raggiunge un certo grado di “professionalità”, si realizza lo spostamento dal nome
a un grande schema pittorico che dominerà tutti i lavori successivi degli anni Ottanta.
Movimento aerosol divenne al livelo politico l’emblema della rivolta dei ghetti dalla
situazione contingente della povertà e di emarginazione. La gente condannata alla morte
dell’identità ha macchiato lo spazio per farsi conoscere, per avere diritto di parola. L’aerosol
art cresce e finora porta con sé miliaia di b-boys15, di fly-girls16, toys17 che in essa trovano
risposta al loro smarrimento.
2.2.1. Nella Repubblica Ceca
Negli anni Ottanta il movimento dell’aerosol art prende il largo. In Europa occidentale
vengono conosciute le opere d’arte esposte nelle galerie d’arte e i primi writer locali
assimilano velocemente lo stile, cominciando a cambiare la faccia delle metropoli europee
fino al famoso muro di Berlino. Nell’anno 1989 con la fine dell’isolamento totale dell’Europa
dell’Est si è aperta la strada ai graffiti anche nella Repubblica Ceca.
La base del graffiti della Cechia è Praga. Anche prima si potevano trovare degli scritti con
contenuto volgare o politico, ma solo nel 1990 cominciarono i pezzi propri della cultura
dell’aerosol art. A Praga ci sono finora alcune zone dove tale fenomeno è silenziosamente
rispettato. C’è il muro della riva di Moldava nel quartiere Kampa che è considrato come
fioritura del graffiti locale anche se creato soprattutto dai artisti tedeschi. Un altro posto dei
pezzi eminenti sono i muri di cemento a Těšnov, creati maggiormente dal gruppo d’elite
TCP.18
Con la creazione dei primi crew praghesi i tag e i piece cominciarono ad entrare nella
metropolitana. C’era il legendario crew CSA (probabilmente Czech Street Art) che ha
suscitato tanti interessi nella gente, nei masmedi e nell’amministrazione dello Stato.
Nell’atmosfera della speranza, ottimismo e fede in futuro tutte le cose nuove provenienti dal
mondo liberale si accetavano con stupore e la gente si domandava: Che cosa è? Chi lo fa?
Molto presto però tale comportamento è mutato nell’ostilità nei riguardi di questi vandali e
pure le leggi lo hanno classificato in modo simile. I graffiti come espressione della libertà
dello spirito indipendente da tutte le regole era così accattivante che il numero degli sprayer è
cresciuto rapidamente.
Nel boom degli anni 1994 – 1996 i crew hanno fatto tanta competizione e dal desiderio di
creare i pezzi sempre più grandi e più visibili sono nati persino i legendari whole car19. Il
gioco è diventato sempre più aggressivo e pericoloso – sia per i giovani sia per la guardia
dell’ordine.
Una certa popularizzazione del fenomeno attraverso le riviste di graffiti e i negozi
specializzati ha contribuito alla sua difussione in tutta la capitale e in tutte le città maggiori.
Nella coscienza dei teen-agers cechi è entrato come una possibile autorealizzazione.20
12
Cloud: un tipo di design a forma di nuvola utilizzato per lo sfondo dei pezzi.
Soft letters: tipo di lettere caratterizzate da contorni morbidi e arrotondalti.
14
Wild style: grafia di lettere astratte con frecce e fantasie decorative – lo stile più avanzato ancora oggi.
15
B-boys: chi ha lo stile hip hop, abbreviazioine di Brakdancer Boys.
16
Fly-girls: corrispettivo femminile dei B-Boys.
17
Toy: writer alle prime armi.
18
Cf. SENFT M., Když se řekne graffiti, in: http://www.pilsenskills.cz/index.php?page=texty/news_gr_020.
19
Whole car: pezzo che prende tutta la superficie del vagone.
20
Cf. ŠTORKÁN V., Graffiti a metro – tady to vzniklo, febbraio 2005, in: http://metro-graffiti.wz.cz.
13
4
2.3. Contestazione contro i graffiti
Dalla invasione delle firme di alcuni giovani sui muri di New York degli anni Sessanta è
divenuto un movimento spontaneo globale, inaspettabile e inarrestabile. A differenza dagli
altri movimenti di tipo hippies l’aerosol art vive ormai la sua quarta decade e niente segnala il
suo declino. Con ogni nuova costruzione di cemento nasce un nuovo spazio grigio che attira
gli sprayer nella loro ansia di esprimere: “Ci sono!”21
E proprio questa espressione della cultura hip hop sugli spazi pubblici ma anche privati
continua a suscitare tante critiche e meccanismi di difesa sia della società, sia dei singoli la cui
proprietà è stata dannegiata. Il ventaglio delle contestazioni è assai vasto.
2.3.1. Discussione pubblica e critica culturale
Oggi è possibile attraverso l’internet scrivere e leggere gli articoli su qualsiasi tema e a
quasi tutti le opinioni è possibile rispondere nelle discussioni seguenti. La discussione
pubblica in questo ambiente si svolge anche sul tema dei graffiti, con i contributi di diverso
livello e valore e con le posizioni tanto contrastanti.
Anche la critica culturale degli esperti valuta i graffiti. Ad un ciritico ceco, ad esempio, il
fenomeno importato sembra scherzevole. Mentre nella patria dei graffiti gli USA c’era
qualche ragione culturale-sociale, da noi abbiamo solo copiato la forma. In ciò si percepisce
contradizione e formalismo. Dai dialoghi con i graffitisti non sembra che vogliono fare una
protesta, una rivolta, desiderano solo per un pò uscire dalla noia caratteristica per i figli della
media classe della Cechia moderna e capitalista.22
2.3.2. Programmi educativi
Come risposta della società specialmente all’aspetto del vandalismo sono nati vari
programmi educativi per le scuole. Un fascicolo didattico della Svizzera, per esempio,
affronta i temi seguenti: la sensibilizzazione per le regole esistenti nella società a favore di
tutti, la sensibilizzazione per un comportamento intelligente e responsabile, la conoscienza dei
rischi del comportamento aggressivo e distruttivo o semplicemente ignorante dei divietti sulle
ferrovie, la presentazione del fenomeno di vandalismo e infine condanna dei graffiti come
pericolosi, illegali e costosi: “Pericolosi, perché i giovani graffitari per realizzare le loro opere
rischiano la vita, illegali, perché questa “arte” viene attuata sulla proprietà altrui, atto
perseguibile penalmente come reato contro la proprietà, e infine costosi, perché i colpevoli
colti in flagrante devono sostenere i costi di rimozione dei graffiti, costi che possono
facilmente arrivare fino a 20 000 franchi.”23
2.3.3. Altre strategie preventivi
I muri legali sono una delle strategie preventivi con i quali i sindaci delle città e dei
guartieri delle metropoli cercano di affrontare la problematica dei graffiti. Questi muri sono di
solito nelle località non tanto frequentate. Tanti graffitisti rifiutano di limitarsi a questi spazi
perché la forma legale non corrisponde alla forma originaria della aerosol culture e
continuano nella loro produzione su spazi dove non hanno alcun permesso. Ci sono però gli
altri che riescono a cambiare idea e arrivano a preferire i posti legali: “Personalmente mi piace
più. Forse perché voglio essere più pittore che vandalo,” 24 dice Eso di Praga.
21
Cf. ŠTORKÁN V., Op. cit.
Opinione di critico d’arte figurativa Petr Volf, in: Time In, Praga gennaio 2004,
http://www.ebrand.cz/index.php/article/view/26/1/index.html
23
WESTERMANN R., VON STEIGER A., Sicuro e coretto!,FFS SA, Berna 2004.
24
in: http://show.idnes.cz/show_aktual.asp?r=show_aktual&c=2005M025q05A
22
5
Un’altro provvedimento consiste nella cura speciale delle superficie a rischio attraverso
varie tecnologie oggi ampiamente offerte su internet. Si tratta di una vernicatura o pellicola
preservativa che permette di togliere facilmente ogni pittura di penarello o di spray. In Gran
Bretagna hanno persino vietato la vendita delle vernici spray.25
Un’altra strategia ancora è quella ulteriormente realizzata a Praga 6 con il nome “Stop
graffiti”. Consiste nella colaborazione del municipio con i cittadini. I residenti s’inscrivono
nel programma e quando qualcuno scopre un nuovo graffiti, chiama un numero verde e il
municipio assicura la rimozione dello scritto attraverso le agenzie specializzate in poche ore.
Le agenzie inoltre fanno una documentazione dettagliata che può servire come il
comprovamento, presso il tribunale con il malfattore.26
2.3.4. Strategie repressive
Dai primi anni dell’esistenza dei graffiti lo Stato si difende attraverso le leggi e la
vigilanza della polizia. Per il potere legislativo è semplicemente un reato e come tale deve
essere punito. Le ditte private investono i loro mezzi nei videosistemi e nella custodia privata
per poter identificare e arrestare le persone pericolosi. La storia conosce anche momenti di
scontri molto violenti tra la polizia e i graffitisti. Nonostante tante normative repressive il
fenomeno non diminuisce. Anzi, proprio l’atmosfera di rischio favorisce le vere operazioni
“hard-core.”
2.3.5. Punto di vista critico degli stessi protagonisti
Anche tra i graffitari stessi troviamo una grande variabilità degli attegiamenti critici circa
alcuni manifestazioni. Alcuni rifiutano l’attegiamento puramente vandalico dei semplici neri
tags dispersi ovunque. Rispettano la proprietà privata e i monumenti e le loro opere sono
situate nei luoghi pubblici, di solito monotoni. Sono coscienti anchedei rischi per la salute
perché i prodotti chimici usati producono col tempo ad es. la perdita dei capelli.
Uno dei primi, Taki 183, ha oggi 50 anni di vita e una officina di riparazione di
automobili, è sposato e padre. Confessa che agli inizi non gli è venuto mai in mente che cosa
potesse succedere. Da una parte si sente orgolioso, da l’altra è disgustato dal fatto che ogni
due settimane deve pulire la vetrina del suo negozio dai tags.27
3. Analisi comunicativa
3.1. Elementi del processo comunicativo
3.1.1. Quadro teorico
Per analizzare gli elementi di una situazione comunicativa partiamo da uno schema
classico. La comunicazione avviene in ambito di una cultura e in una certa situazione.
L’emittente codifica e manda il suo messaggio attraverso un canale ad un ricevente in cui il
messagio produce certi effetti. Il messaggio ha sempre qualche referente e nel processo della
sua codificazione e decodificazione corre un rischio di un rumore, una lettura erronea del
codice usato. Il ricevente poi riecheggia il messaggio ad emitente attraverso la
retroalimentazione. 28
25
Cf. http://saturn.xf.cz/index.php?clanek=330
Cf. http://www.sestka.cz/index.php?clanek=829
27
Cf. OVERSTREET M., Jiná řeč města: Graffiti rules, in: Time In, Praga gennaio 2004, in:
http://www.ebrand.cz/index.php/article/view/26/1/index.html
26
28
Cf. PRESERN A., Introduzione alle Scienze della Comunicazione Sociale, dispense della UPS, Roma 2005-2006, 18.
6
Esaminiamo ora i singoli elementi della situazione comunicativa. La loro presenza sarà
senz’altro un’ottima dimostrazione che nel caso del fenomeno esaminato si tratta di una vera
comunicazione.
3.1.2. Emittenti
Gli emittenti, cioè gli autori dei graffiti, sono i giovani, prevalentemente maschi nell’età
tra 14 e 22 anni (maggiori sono solo quelli migliori, dediti a quest’arte)29. Produrre una
comunicazione del genere significa per tanti di loro: riuscire a risparmiare tanti soldi per poter
comprare i mezzi neccessari, interessarsi delle opere degli altri, saper cogliere le ispirazioni
dal mondo esterno, inventare e sempre migliorare il proprio stile e capacità artistiche e
tecniche, stabilire i rapporti con gli altri e inserirsi nel gruppo, avere corraggio di rischiare
nelle azioni illegali, avere la propria convinzione e autostima, etc.30
3.1.3. Canali
Il canale attraverso il quale i protagonisti dell’aerosol art comunicano sono i loro graffiti
dipinti sui muri nei posti più visibili o più curiosi della città o sulle superficie grigi delle
periferie monotone. Molto preferiti sono anche i treni e la metropolitana per la loro capacità di
portare il comunicato davanti agli occhi di un più grande numero di persone. In uso sono
anche vari strumenti e varie tecniche: pennarelli, matite, spray di vari colori con tappini
speciali di varia taglia che permettono di produrre scritti e disegni sempre originali.
3.1.4. Codici
Se definiamo il codice come un sistema atto a generare e comunicare significati all’interno
di una data società, possiamo applicarlo anche ai graffiti che è un aspetto codificato della
nostra vita sociale. Si tratta di solito del codice di significazione, di cui la funzione principale
è quella di comunicare non quella di regolare. È un codice digitale, dunque quello che
codifica un significato naturale attraverso le parole e le immagini.
I graffiti tipici sono codificati dal codice di presentazione che comunica significati
solamente nel contesto particolare come per esempio il corpo umano. Questa caratteristica
sicuramente non facilita la decodificazione dell’aerosol art dal ricevente però permette di
trasmettere uno o più dei seguenti ordini di significato: relazioni interpersonali, l’estrazione
sociale, l’identità e l’espressione dello stato emotivo e interiore.
Un’altra classificazione suggerisce di valutare i graffiti come codice a raggio ristretto che
non è tanto diffuso dal punto di vista dell’uso sociale e riguarda un più ristretto insieme di
convenzioni, è generalmente più elaborato e richiede solitamente un certo tipo di istruzione.31
In concreto “i writer non hanno interesse a farsi capire, non graffiano muri o i vagoni dei
treni utilizzando codici universalmente leggibili.”32
3.1.5. Messaggi
I graffiti possono essere tutto ciò che i loro autori vogliono – qualche volta uno scherzo,
un’altra volta un tema politico o sociale e un’altra volta ancora “solo” la loro realizzazione
estetica.33 È difficile in poche parole riassumere il contenuto svariato. Visto che la domanda
“che cosa comunica?” è un problema-chiave, ne parlerò più tardi in modo più elaborato.
29
Cf. SENFT M., Op. cit.
Cf. One Name Team, Graffiti jako životní styl, audiorelazione Dračí studna 28. 11. 2001, in:
http://www.eldar.cz/studna/arxiv.html#grafka.
31
Cf. FISKE J., Code, in BARNOUW E. et al., International encyclopedia of comunications, New York –
Oxford, Oxford University Press, 1989, 312-316.
32
LUCCHETTI D., Op. cit., 60.
33
Cf. OVERSTREET M, Op. cit.
30
7
3.1.6. Riceventi
I riceventi sono un grande numero di gente che usa gli occhi per vedere. Possiamo
distinguerli in due parti: gli stessi protagonisti della sub-cultura compresi quelli, pochi, che
s’interessano di loro e poi tutti gli altri che non capiscono niente dei graffiti. Questi ultimi
possono ignorarli, inveire contro essi o segretamente consentirli, ciò però ai graffitisti non
interessa niente. Anzi sono contenti se la loro provocazione ha fuorviato qualcuno dal suo
stereotipo.
3.1.7. Culture e situazioni
Una comunicazione riuscita avviene, secondo il nostro schema, all’interno di una cultura.
Nel caso dei graffiti però dobbiamo prendere in considerazione che il fenomeno è prodotto da
una sub-cultura. Al livello teorico possiamo ipotizzare che proprio la differenza delle
mentalità degli appartenenti alla cultura generale della società e quelli della sub-cultura hip
hop può creare incomprensione nelle due. La diversità culturale implica anche le altre:
diversità degli emittenti e riceventi nelle loro situazioni concrete, differenza dei loro canali di
comunicazione, del messaggio che rimandano e soprattutto dei codici che possono creare tanti
rumori comunicativi.
In concreto i graffiti sono nati in un paesaggio urbano dominato dalla povertà,
dall’abbandono, dalla violenza e dalla droga, dove mancava la sicurezza e qualunque interesse
da parte delle amministrazioni cittadine.34 I graffiti erano una risposta oscura dei ghetti poveri
al folgorante e vuoto divertimento dei disco club di lusso.35
Nella cultura europea contemporanea però il contesto della loro genesi è il gioco della
gioventù delle metropoli che non sta oggetivamente male dal punto di vista sociale, però ha
bisogno di estrapolarsi dalla massa, correre alla periferia della società, simulare l’atmosfera
del pericolo di una vera natura selvaggia del tempo preistorico nelle città che hanno perso
tutta l’avventura.36 Infatti i sondaggi dei motivi del vandalismo nei mezzi del trasporto
pubblico hanno individuato le seguenti cause: pressione da parte del gruppo, frustrazione,
noia e rivalsa.37
Questa illustrazione della differenza di cultura e delle situazioni ci permette di proseguire
nelle riflessioni approfondendoli.
3.2. Livelli di significazione
3.2.1. Quadro teorico
Possiamo definire la significazione come la relazione di un segno o un sistema di segni
con la sua realtà referenziale. Se prendiamo in considerazione ancora la dimensione dei valori
culturali a cui si riferisce e la presente ideologia, possiamo individuare i tre livelli di
significazione. Il primo è la denotazione, il secondo è la connotazione e il mito e il terzo è la
ideologia.
La denotazione si riferisce alla relazione letterale del segno con il suo referente, oggettiva,
diretta e libera da un giudizio di valore. La connotazione è invece il rapporto associativo,
espressivo, attitudinale e valorativo tra il segno ed i valori e la cultura, comporta lo stile, il
“come”. Il mito si riferisce ad un’insieme di concetti acettato largamente da una cultura, con il
quale la gente capisce e racconta una loro esperienza sociale. La ideologia come il terzo
34
DE RIENZO N., Hip hop, Parole di una cultura di strada, Zelig editore, Milano 2004, 13 – 14.
Cf. OVERSTREET M, Op. cit.
36
Cf. SENFT M., Op. cit.
37
Cf. WESTERMANN R., VON STEIGER A., Sicuro e coretto!,FFS SA, Berna 2004, 20.
35
8
livello di significazione sarebbe una totalità di senso prodotta dalle connotazioni e miti, un
principio sottostante, invisibile e organizzato.38
3.2.2. La denotazione
La denotazione dei graffiti era originariamente il semplice riferimento all’autore
attraverso il suo nickname e il numero della sua strada di New York e nient’altro. Solo più
tardi, nel 1974, alcuni hanno inserito l’elemento politico (slogan tipo “Free Puerto Rico” con
la bandiera) e la raffigurazione dei personaggi dei fumetti. Negli anni Ottanta i fumetti e i
cartoons hanno conquistato completamente il campo dei graffiti inserendoci dei simboli della
cultura di massa.39 Il significato dei graffiti si può trovare in un ventaglio che comprende dalle
semplici firme e slogan scritti fino alle vere raffigurazioni artistiche.
La denotazione dei graffiti è proprio quello che fa arrabiare la gente, quando lo vede sul
muro o sul treno nuovo, o che fa stupire, quando nel grigione dei quartieri un giorno nasce
un’immagine dei colori e delle forme belissimi.
3.2.3. La connotazione e il mito
Per capire di più bisogna passare a un’altro livello di significazione, per tanti non
facilmente raggiungibile, proprio per la distanza culturale dei soggetti della comunicazione.
Alla base della connotazione fondamentale dagli inizi fino a oggi è il semplice bisogno di
comunicazione e di rivendicazione della propria esistenza. Una delle cose più importanti
dell’aerosol art è lo stile: contano la creatività e l’ispirazione basata sulle immagini prodotte
dalla cultura di massa o trovate sulla strada, ma reinterpretate soggttivamnete.40
Così i graffiti raccontano pubblicamente le opinioni, le emozioni, le esperienze di vari tipi,
in essi gli autori cercano di affermare il proprio valore, diventare conosciuti. Loro stessi
quando vedono una loro opera, si ricordano i loro pensieri, emozioni intensi e ricordi
originali. Quando vedono un pezzo di un altro, possono riconoscere chi è, di quale crew o di
che nazione. Noi però siamo confrontati con il messaggio di un’altra cultura che non deve
essere neccessariamente capito. Ma anche la nostra lettura soggettiva può essere alle volte
fonte di un’arricchimento ad es. estetico, filosofico, politico o sociale.
3.2.4. La ideologia
La ideologia originaria di questa cultura si potrebbe esprimere in questo modo: “La
devastazione della scena urbana per la costruzione di un contropotere del linguaggio muove le
ruote dello spray su un ipotetico filo teso fra la rabbia che genera guerra e l’urlo cromatico
che costruisce fratellanza.”41
Nelle metropoli contemporanee potremmo trovare ancora tante varie ideologie che
sottostanno alla produzione dei graffiti, però quasi sempre caratterizzate dalla tensione tra
l’aggressione e l’armonia. Esprimono una contestazione contro il piacere – potere – avere
della cultura della società maggiore affermando loro stessi attraveso i loro espressioni del
piacere – potere – avere della loro cultura.
38
Cf. PRESERN A., Op. cit., 19 – 22.
Cf. LUCCHETTI D., Op. cit., 17 - 18, 26 - 27.
40
Cf. Ibid., 22.
41
Ibid. 31.
39
9
3.3. Modelli di comunicazione
3.3.1. Quadro teorico
Tra i modelli della comunicazione possiamo prestare l’attenzione ai due seguenti: lineare
e rituale. Il modello lineare è unidirezionale, l’emittente (di solito potente) manda il
messaggio attraverso un medium al ricevente unicamente per suscitare un certo effetto. La
persuasione occulta della effettività però diviene manipolazione che toglie la libertà al
destinatario per controllarlo. Può essere utilizzato anche in modo positivo in tutte le situazioni
che lo richiedono, per es. nei casi di emergenza, nella guerra.
Un altro modello è quello rituale. In questo caso l’emittente e il ricevente s’incontrano per
condividere il messaggio attraverso articolazione, negoziazione e celebrazione. È un processo
nel quale una cultura condivisa si crea, costruisce e trasforma.42
3.3.2. Riflessione applicativa
Credo che nella comunicazione del fenomeno graffiti possiamo trovare ambe due i
modelli descritti. Il modello lineare sembra corrispondere alla comunicazione che avviene tra
i protagonisti della sub-cultura e tutti gli altri. Specialmente nella sua dimensione illegale è
come una contestazione contiua, non conforme e inafferabile.
All’interno della sub-cultura però si realizza di solito il modello rituale, anche se esiste
una concorrenza e gara tra i singoli crew: “Le parole, le lettere, i nomi, si chiamano e si
rispondono in una specie di giocosa mosca cieca, che invade muri e rotaie diffondendosi in
ogni spazio metropolitano.”43
3.4. Alla ricerca dei perché
Nella nostra analisi non possiamo non chiederci la ragione di tale comportamento per
scoprire le sue motivazioni più profonde. Una contestazione sociale contro la politica
municipale di New York degli anni Sessanta, Settanta non sarebbe nella cornice della storia
motivazione per niente estranea. Ma oggi? Nelle metropoli fiorenti dei più sviluppati paesi del
mondo? Una delle giustificazioni più comuni dei graffitisti d’oggi è di questo tipo: “Siamo
solo come la nostra società che inquina i larghi spazi del nostro ambiente della pubblicità
senza domandare nessuno.”44
Se accettiamo questa spiegazione e confrontiamo la modalità della comunicazione dei
graffiti e quella della società moderna, specialmente nei casi della pubblicità, dobbiamo
constattare elementi molto simili: sui grandi spazi troviamo i messaggi dalle agenzie
pubblicitarie, alle quali non interessa la persona del ricevente nella situazione, se non per fare
una pubblicità che produrrà un’effetto maggiore – ecco il modello lineare della
comunicazione, ecco la ideologia legale che svolge il suo potere occulto. Differenziano solo
gli emittenti con la loro situazione, i codici usati e poi anche i significati.
A parte la pubblicità ci sono anche altri espressioni disumanizzanti della società
contemporanea come per es. l’architettura di cementi grigi dei quartieri anonimi, lo stile di
vita proposto dai massmedia sempre più passivo e noioso, tutti gli stereotipi che ci stancano e
imprigionano le nostre vite. Se siamo giusti, non possiamo non vedere il male della società
che sia in certi aspetti peggiore della sub-cultura di hip hop. Proprio questa miseria esterna
riflessa in una insodisfazione interna dei giovani sembra di essere alla radice della risposta di
tipo graffiti.
42
Cf. PRESERN A., Op. cit., 42.
LUCCHETTI D., Op. cit., 28.
44
Cf. ONE NAME TEAM, Graffiti jako životní styl, audiorelazione Dračí studna 28. 11. 2001, in:
http://www.eldar.cz/studna/arxiv.html#grafka.
43
10
3.5. Conclusione parziale
Prima di passare ad un altro aspetto verifichiamo se abbiamo risposto a tutte le domande:
1. I graffiti sono una comunicazione? Sì, perché hanno tutti gli elementi della comunicazione
anche se ci sono degli elementi che la rendono più difficile e per molti incomprensibile.
2. Che cosa comunicano? La propria esistenza, l’esperienza vitale, l‘ispirazione artistica.
3. Di che tipo di comunicazione si tratta? All’esterno lineare, all’interno rituale.
4. Peché? Comunque possiamo constattare una grande diversità culturale tra la sub-cultura hip
hop e la società odierna che complica la loro comunicazione reciproca, come è stato affermato
nel punto 3.1.7., ci sono segni di una somiglianza della modalità comunicativa sorprendente
che ci può far pensare che i graffiti sono in certo senso uno spechio della nostra società.
4. Sfide pastorali
In questa parte non intendo fare alcun progetto pastorale. Per poter fare un progetto del
genere bisognerebbe studiare ancora altri aspetti del fenomeno in esame, per esempio
psicologico, sociologico, religioso e culturale, e usare i dati ricavati per un’ulteriore
riflessione teologico-pratica. Qui mi limito a offrire alcune sfide pastorali emergenti da quello
che è stato detto riflettendolo alla luce del recente magistero della chiesa cattolica.
4.1. Possibilità del dialogo
Il Concilio Vaticano II ha affermato che la chiesa non ha un rapporto fisso con alcuna
cultura perché il messagio evangelico trascende, purifica e trasforma tutte le culture. Allora la
chiesa può entrare in comunione con le diverse forme di cultura. Tale rapporto dovrebbe
arricchire tanto la chiesa stessa quanto le varie culture.45 Ma come è possibile arrivare agli
intensificati rapporti culturali in un vero e fruttuoso dialogo tra gruppi diversi senza turbare la
vita delle comunità e rimanere fedeli verso il patrimonio delle tradizioni?46 Una delle vie
sarebbe riconoscere i valori positivi della odierna cultura che possono essere persino fondati
dall’amore divino per preparare la gente a ricevere il Vangelo di Cristo,47 come dice la
costituzione pastorale sul mondo contemporaneo Gaudium et spes.
4.2. Campi del dialogo48
Lo stesso documento, riflettendo sullo stretto rapporto tra la cultura e la piena
realizzazione della persona umana, elenca cinque dimensioni dello sviluppo umano. Da queste
dimensioni ora partiamo per riflettere sulle possibiltà del dialogo tra la chiesa e la sub-cultura
dell’aerosol art, cercando soprattuto la condivisione dei valori positivi. Accenno ancora che il
ventaglio delle proposte seguenti non pretende di essere completo.
1. La coltivazione dei propri doni intelettuali e fisici.
È probabile che i graffitisti veramente dediti a questo stile di vita, progettano e realizzano
le loro opere coltivano i propri doni naturali, specialmente la creatività, l’arte, la technica, etc.
La loro creatività, l’originalità e lo stile nel quale si esprime l’uomo moderno potrebbero
essere un’ ispirazione per i cristiani. I graffitisti stessi poi potrebbero essere illuminati dalle
ricchezze delle espressioni culturali della tradizione cristiana, che rispecchia la Bellezza e la
Sapienza del Verbo incarnato. Riusciamo a immaginarci le raffigurazzioni dei tradizionali
temi cristiani nello stile graffiti?
45
Cf. GS 58.
Cf. GS 56.
47
Cf. GS 57.
48
Cf. GALLAGHER M. P., Fede e cultura, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999, 58 – 59.
46
11
2. Il dominio della terra mediante la ricerca e il lavoro.
Il movimento dell’aerosol art è nato come una contestazione contro la modalità del
“dominio della terra” dalla parte della società maggiore molto ingiusto e indifferente. Quando
riflettiamo sui graffiti odierni possiamo notare anche in essi una rivolta contro i mali
stereotipici della vita urbana e il desiderio di appropriarsi l’ambiente e cambiarlo a propria
immagine. Se tralasciamo il fatto che si tratta di una appropriazione illegale che produce
numerosi danni non possiamo non affermare con loro i mali, alle volte anche occulti, della
nostra società come la commercializzazione di tutto, le ingiustizie di vari tipi, etc. Non è forse
la chiesa chiamata a contestare contro gli stessi mali?
3. Gli sforzi per umanizzare la società e la vita familiare.
I graffitisti sono spesso le persone che hanno esperienza della ferita sia da parte della
società poco umana sia da parte dell’ambiente familiare poco affettuoso, come peraltro quasi
tutti quelli hanno problemi con la legge. Le loro dimostrazioni possono essere lette, come è
stato detto prima, come tentativi di affermare la propria esistenza, il proprio valore. Chissà se
la chiesa riesce a sentire questo loro grido, percepirlo come una specie dei segni dei tempi e
offrire alle persone con questa povertà interiore una nuova famiglia dove essere risanati
dall’amore di Dio. Chissà se proprio la pastorale di questo tipo potrebbe aiutare la chiesa
stessa a diventare una società più umana e nello stesso tempo più divina.
4. L’autoespressione spirituale delle grandi speranze umane.
Il mondo dell’arte si unisce alla fede religiosa in quanto esprime la speranza. In quanto i
graffiti sono un’espressione libera della gente che non è chiusa in se stessi, esprimono
anch’essi una speranza. La fede nel futuro è invece per molti nostri contemporanei un tabù. Se
i graffiti riescono ad essere veramente pezzi d’arte, possono essere segni leggibili della
speranza anche per tanti altri, cristiani compresi. Non è forse vero che la chiesa si muove sulla
stessa lunghezza d’onda quando annuncia la speranza eterna in Cristo che però comincia
ormai qui sulla terra trascendendo tutti i sistemi chiusi?
5. La comunicazione di visioni illuminanti della vita per il “progresso” dell’umanità.
Nella storia dell’aerosol art potevamo alle volta notare affermazioni di alcuni valori
universali che non poche volte hanno illuminato la storia dell’umanità. Ad esempio: la
libertà, l’ugualianza, la giustizia, la non violenza, il superamento dei pregiudizi razziali, la
fraternità, il corraggio, il valore della persona umana, l’amore. Non sono proprio questi i
valori evangelici, nascosti nei cuori degli uomini delle varie culture, che si rivelano attraverso
il loro agire autentico? Da l’altra parte è vero che tanti graffiti sono solo superficiali, lontani
dal trasmettere alcun valore e la loro localizzazione nei posti illegali è in contrasto diretto con
i valori etici. Tuttavia se è vero che il futuro dell’umanità è strettamente collegato con quello
che avviene nel campo della cultura, è nostro compito invitare anche aerosol culture a
prendere atto degli alti ideali.
4.3. Problemi dell’azione pastorale
Compiere la missione universale della chiesa verso tutti, dunque anche verso i protagonisti
dell’aerosol art riscontra almeno due tipi di problemi concreti:
1. Non interesse (di solito reciproco) per vari motivi, per es. a causa dei pregiudizi.
2. Il rischio di tale pastorale nella quale l’operatore pastorale si trova tra due fuochi: se
sarà troppo accogliente verso gli indomabili graffitisti, rischia di ritrovare la
disapprovazione dalla parte dei suoi superiori, oltre che suscitare gli interessi della
polizia; se invece sarà troppo riservato mai potrà trovare la fiducia dei giovani e mai
sarà accettato e rispettato da loro.
12
4.4. Alcuni orientamenti dell’azione pastorale
1. CHI: La pastorale dovrebbe essere aperta a tutti, ci interessa l’uomo nella sua
“integralità”.
2. CHE COSA: Comunicare nel senso della comunicazione rituale partendo dai temi
comuni sopra suggeriti, imparare a fare una critica costruttiva dei fenomeni negativi.
3. COME: Attraverso la tecnica e lo stile graffiti, assicurando le giuste condizioni
sanitarie.
4. DOVE: La pastorale che attivamente produce graffiti si può svolgere solo su spazi
legali e deve prevenire danni sulle proprietà altrui.
5. QUANDO: Nel tempo libero.
6. CON CHI: In un gruppo, probabilmente molto aperto e libero.
7. PERCHÉ: Da una parte è affidata a noi cristiani la missione da Dio e da l’altra parte ci
sono tanti ai quali possiamo contribuire alla riuscita della loro vita.
4.5. Esempi concreti dei tentativi della pastorale dei graffitisti
1. Graffiti church a New York49
La chiesa East 7th Baptist Church a New York ha un nome popolare Chiesa-Graffiti. Se
guardiamo la sua storia, possiamo capire perché. Quando nel 1974 i missionari della Southern
Baptist Church cominciarono a usare una vuota vetrina davanti alla chiesa, tutto il loro
quartiere era coperto dai slogan, simboli e segni. Ogniqualvolta hanno pulito la vetrina, i
gruppi l’hanno graffiata di nuovo. Allora hanno cominciato a mettere sui propri graffiti i
versetti della Bibbia, le inspirazioni e persino la faccia di Cristo. E come in quel quartiere
ognuno aveva il proprio soprannome, era naturale dar uno anche alla chiesa.
La Chiesa-Graffiti è al posto di una sinagoga abbandonata, occupata dai drogati squatters
e piena di macerie. La missione dei baptisti ha cominciato in quel posto con le prehgiere, i
cibi gratis e l’abbigliamento per i derelitti, tossicodipendenti e poveri che ci vivevano. La
nuova chiesa è stata consacrata con una festa di tutto il quartiere.
2. Oratorio dei salesiani a Brno50
Un’esperienza simile l’hanno fatta i salesiani di Brno – Líšeň nella Repubblica Ceca
quando hanno dato a disposizione i muri del loro oratorio come un luogo legale per i graffiti.
La loro motivazione era l’elemeno repressivo nelle leggi dello Stato che reprime questi
giovani. Secondo loro la devastazione delle nuove facciate o dei palazzi storici è un male ma
se qualcuno vuole esprimersi e non lo deve fare attraverso un delitto, allora possono aiutarlo e
dare a sua disposizione uno spazio per non entrare in conflitto con la legge. Preferiscono la
prevenzione alla repressione. Non si può statisticamente rilevare l’effetto di questa “zona
legale”, però possono constattare che gli altri muri, nel territorio dell’oratorio, non erano da
quel momento mai graffiati.
3. Workshop a Colonia
Un’altra esperienza è la mia personale, da un piccolo workshop che si è realizzato nella
cornice del programma nazionale della Repubblica Ceca durante la XX Giornata Mondiale
dei Giovani a Colonia. Facevo parte di un team di preparazione dove ci si era proposto di
preparare quattro immagini per la nostra via crucis. Con alcuni ci siamo divisi i temi e gli stili
delle opere e a me è stato destinato di organizzare la modellatura della corona di spine di Gesù
nello stile graffiti. Al nostro workshop sono intervenuti circa 20 giovani, alcuni esperti, altri
solo interessati. Per primo abbiamo fatto insieme una meditazione del tema proposto, poi
49
50
Cf. Graffiti Church relishes tag, in: http://www.nydailynews.com/news/col/story/166508p-145699c.html.
Cf. USTOHALOVÁ J., Do jejich střediska chodí stovky dětí, in: Mladá fronta Dnes, 14. 8. 2004.
13
ciascuno ha fatto una sua proposta con la matita, dopo aver fatto una discussione sulla forma
dell’opera dovevamo metterci d’accordo sui colori, tecniche e procedimenti. L’ultima fase era
la realizzazione concreta dell’opera in vernice spray su una grande tela. Ciascuno ha provato a
spruzzare almeno un pezzo, gli esperti ci hanno aiutato e hanno raffinato la nostra opera
comune. Facendo questa esperienza tutti ci siamo sentiti più vicini a questa cultura e ai suoi
protagonisti. Siamo stati contenti di riuscire ad esprimere qualcosa della nostra fede attraverso
graffiti e poi di far vedere e meditare l’evento raffigurato con altri quattro mila cechi riuniti
alla via crucis a Colonia.
5. Conclusione
Dunque abbiamo conosciuto un po’ della storia e della presenza del fenomeno graffiti,
abbiamo capito alcune critiche e contestazioni contro di essi, cercavamo di capire la portata
comunicativa di questa cultura e infine scoprire le luci e le ombre del possibile dialogo
pastorale nel ambito della chiesa. Spero di essere riuscito almeno in parte ad enucleare in
modo sostanziale il tema proposto ed arrivare ai risultati utili.
Siamo arrivati alla conclusione che il dialogo reciproco è possibile, non solo in modo
superficiale ma anche in profondità. È realizzabile dopo aver superato alcune barriere
comunicative, sempre rispettando le condizioni accenate.
L’azione pastorale concreta però sarebbe tutt’altro che facile. Per entrare in un dialogo
significativo con questa cultura ci vuole, oltre al corraggio, un accurato discernimento alla
luce dello Spirito Santo. Non c’è che augurarsi tanti buoni comunicatori sul vasto campo della
pastorale che sappiano scoprire la presenza di Dio anche nelle altre culture.
6. Bibliografia
DE RIENZO N., Hip hop, Parole di una cultura di strada, Zelig editore, Milano 2004.
FISKE J., Code, in: BARNOUW E. et al., International encyclopedia of comunications,
Oxford University Press, New York – Oxford 1989.
GALLAGHER M. P., Fede e cultura, San Paolo,
Cinisello Balsamo 1999.
LEVER F., RIVOLTELLA P. C., ZANACCHI A. (Ed.), La Comunicazione. Il dizionario di
scienze e techniche. ELLEDICI, RAI-ERI, LAS, Roma 2002.
LUCCHETTI D., Writing. Storia, linguaggi, arte nei graffiti di strada. Castelvecchi, Roma
1999.
ONE NAME TEAM, Graffiti jako životní styl, audiorelazione Dračí studna 28. 11. 2001, in:
http://www.eldar.cz/studna/arxiv.html#grafka.
OVERSTREET M., Jiná řeč města: Graffiti rules, in: Time In, Praga gennaio 2004, in:
http://www.ebrand.cz/index.php/article/view/26/1/index.html.
PHILIPS S. A., The Dictionary of Art, Macmillan Publishers – Grove’s Dictionaries, London
1996.
PRESERN A., Introduzione alle Scienze della Comunicazione Sociale, dispense della UPS,
Roma 2005-2006.
SENFT M., Když se řekne graffiti, in:
http://www.pilsenskills.cz/index.php?page=texty/news_gr_020
ŠTORKÁN V., Graffiti a metro – tady to vzniklo, in: http://metro-graffiti.wz.cz.
USTOHALOVÁ J., Do jejich střediska chodí stovky dětí, in: Mladá fronta Dnes, 14. 8. 2004.
WESTERMANN R., VON STEIGER A., Sicuro e coretto!,FFS SA, Berna 2004.
NB: Le note che spiegano i termini specifici sono dalla op. cit. di D. Lucchetti.
Una webbografia e una fotogalleria relativa si troverà sul mio sito: www.poust.cz.
14
7. Indice
1. Introduzione ........................................................................................................................... 2
2. Presentazione del fenomeno................................................................................................... 2
2.1. Chiarificazione terminologica ......................................................................................... 2
2.2. Storia dei graffiti ............................................................................................................. 3
2.2.1. Gli inizi negli USA................................................................................................... 3
2.2.1. Nella Repubblica Ceca ............................................................................................. 4
2.3. Contestazione contro i graffiti......................................................................................... 5
2.3.1. Discussione pubblica e critica culturale ................................................................... 5
2.3.2. Programmi educativi ................................................................................................ 5
2.3.3. Altre strategie preventivi .......................................................................................... 5
2.3.4. Strategie ripressive ................................................................................................... 6
2.3.5. Punto di vista critico degli stessi protagonisti .......................................................... 6
3. Analisi comunicativa.............................................................................................................. 6
3.1. Elementi del processo comunicativo............................................................................... 6
3.1.1. Quadro teorico.......................................................................................................... 6
3.1.2. Emittenti ................................................................................................................... 7
3.1.3. Canali ....................................................................................................................... 7
3.1.4. Codici ....................................................................................................................... 7
3.1.5. Messaggi................................................................................................................... 7
3.1.6. Riceventi................................................................................................................... 8
3.1.7. Culture e situazioni................................................................................................... 8
3.2. Livelli di significazione................................................................................................... 8
3.2.1. Quadro teorico.......................................................................................................... 8
3.2.2. La denotazione ......................................................................................................... 9
3.2.3. La connotazione e il mito ......................................................................................... 9
3.2.4. La ideologia.............................................................................................................. 9
3.3. Modelli di comunicazione............................................................................................. 10
3.3.1. Quadro teorico........................................................................................................ 10
3.3.2. Riflessione applicativa ........................................................................................... 10
3.4. Alla ricerca dei perché................................................................................................... 10
3.5. Conclusione parziale ..................................................................................................... 11
4. Sfide pastorali....................................................................................................................... 11
4.1. Possibilità del dialogo ................................................................................................... 11
4.2. Campi del dialogo ......................................................................................................... 11
4.3. Problemi dell’azione pastorale ...................................................................................... 12
4.4. Alcuni orientamenti dell’azione pastorale..................................................................... 13
4.5. Esempi concreti dei tentativi della pastorale dei graffitisti ........................................... 13
5. Conclusione.......................................................................................................................... 14
6. Bibliografia........................................................................................................................... 14
7. Indice .................................................................................................................................... 15
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