Notiziario del 15/12/2011

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Notiziario del 15/12/2011
PROGETTO
PIATTO
DI SICUREZZA
DICEMBRE 2011
6 mesi dopo il presidente della Repubblica, ecco un nuovo primo ministro
DALLO STAFF DI CLINTON
ECCO IL NUOVO PREMIER
Cari sostenitori,
a sei mesi dall’insediamento del presidente della Repubblica Michel Martelly, Haiti ha un
nuovo primo ministro, Garry Conille.
Si è così conclusa l’ultima fase travagliata per
il Paese, con il Parlamento che, in contrapposizione al Presidente, aveva rifiutato le sue precedenti
due candidature, e il forte timore per un riaccendersi degli scontri di piazza.
Ora Haiti ha un governo. Si attende di capire
se ci sarà spazio per una politica nazionale volta
alla soluzione dei problemi del Paese, o se l’impasse tra presidenza e Parlamento continuerà a
paralizzare il quadro politico.
Conille, 45 anni, ha una formazione in medicina e una lunga carriera come funzionario ONU.
Per un anno è stato a capo dello staff di Bill Clinton, inviato speciale delle Nazioni Unite ad Haiti,
con il compito di coordinare la mobilitazione e le
donazioni internazionali. Ricostruire Haiti il prima
possibile pare perciò una priorità del programma
del Presidente.
Sul fronte della ricostruzione, intanto, come
riporta il quotidiano Le Nouvelliste, il governo
haitiano, insieme alla Banca Interamericana di
Sviluppo e la Fondazione Bill Clinton, sta organizzando una conferenza sugli investimenti nel
settore privato che cercherà di mettere in luce
le opportunità economiche della ricostruzione e
dello sviluppo a lungo termine del Paese.
Parallelamente il quotidiano Le Matin, ha riaperto la questione dell’efficacia della Commissione per la Ricostruzione d’Haiti (CIRH): «18 mesi
dopo la sua creazione, è talmente evidente la sua
inutilità che la maggioranza della società civile e
membri del Parlamento hanno chiesto di non rinnovarne il mandato».
Come riferisce il quotidiano Le Nouvelliste,
dal marzo 2010 solamente un decimo dei fondi
promessi dagli USA sono stati sbloccati, cioè 120
milioni di dollari.
Le difficoltà politiche del Paese, e della Commissione per la Ricostruzione, non rappresentano
però il quadro completo di una società che ha al
suo interno elementi di dinamismo, soprattutto
nelle comunità rurali e nelle organizzazioni della
società civile haitiana.
Sta alle Ong e alle Agenzie di sviluppo presenti, oltre che alle istituzioni locali, riuscire a cogliere e ad accompagnare questi movimenti.
Marco Bordignon
ProgettoMondo Mlal Haiti
Il Progetto promuove un insieme di iniziative che girano attorno a delle buone pratiche agricole e al rispetto dell’ambiente
AI CONTADINI DI HAITI: RICOSTRUIAMO INSIEME LA VOSTRA TERRA
Dopo un inizio abbastanza impegnativo, con
l’avvio delle attività in febbraio, ora ci siamo! Grazie a questo Progetto, l’impegno per realizzare la
sicurezza alimentare in questa area così depressa,
può contare su un insieme di iniziative che girano
attorno a delle buone pratiche agricole e al rispetto
dell’ambiente.
Abbiamo le 2 equipe al lavoro in due distinti uffici per gestire al meglio il progetto: uno ad Hinche e
l’altro ad Ouanaminthe. Tutti e due vicino alle strutture dei nostri due partner locali, l’MPP (Movimento
dei contadini di Papaye), e SFw (Solidarità Frontaliera – Jesuiti). In totale siamo attualmente in 16 persone, oltre ai 4 supervisori, uno per ciascun partner
(ProgettoMondo Mlal, Progressio, MPP e SFw).
I L
Insieme, nei prossimi due anni, dovremo piantare alberi forestali e da frutto; costruire delle strutture anti-erosive e le infrastrutture rurali utili alla vita
locale, come la ristrutturazione di una strada rurale,
la realizzazione ed equipaggiamento dei centri di
trasformazione dei cereali e della manioca; l’introduzione di un concetto di orticoltura che utilizzi l’irrigazione goccia a goccia, metodologia semplice ed economica a portata dei redditi dei contadini haitiani, e
infine la formazione dei membri delle 5 associazioni
di contadini che lavorano nel Progetto.
A oggi cosa abbiamo fatto? Abbiamo installato
3 vivai, uno ad Jacob (Hinche), il secondo a Gens
de Nantes (Ouanaminthe), e il terzo a Lamine (Ouanaminthe) sui quali abbiamo seminato delle specie
scelte dai beneficiari del Progetto, a seconda delle
loro esigenze.
In questo modo, abbiamo già prodotto 46.000
piantine delle 90.000 previste ed è già iniziato il
rimboschimento delle scarpate di montagne degradate ad Hinche.
A Ouanaminthe abbiamo accumulato un leggero ritardo nel produrre le piantine, e perciò, il secondo anno, avremo il doppio lavoro di riforestazione
in quella zona. Le piantine sono quasi pronte al
trapianto, ma aspetteremo le prossime piogge per
cominciare con la distribuzione.
P A R T N E R
Riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la sua lotta alla discriminazione
MPP, IL MOVIMENTO CONTADINO DI PAPAYE
L’MPP nasce come organizzazione di contadini per rivendicare i propri diritti. Ad Haiti, quando si vive
lontani dalla capitale, è facile essere dimenticati dall’amministrazione pubblica che non è decentralizzata.
Con sede a Papaye (Hinche), l’MPP oggi è un’istituzione riconosciuta a livello nazionale ed internazionale per la sua lotta alla discriminazione dei contadini, è continua fonte di iniziative presso i contadini a
cui porta informazione, formazione ed assistenza tecnica. L’MPP costituisce oggi un punto di riferimento autorevole sulla causa contadina perché, oltre ad avere partner internazionali come ProgettoMondo
Mlal, MPP fa parte anche dell’organizzazione “Via Campesina’’ che nei diversi forum a livello mondiale, porta la voce della maggior parte dei contadini.
Oggi l’MPP ha circa 60.000 membri (30% di donne). Parallelamente all’MPP dei senior, l’MPP conta
anche su una sua corrente giovanile composta da 10.000 membri, i cosiddetti senior dell’MPP di domani.
Si diventa membro dell’MPP facendo gruppo, dimostrando cioè con i fatti che si vuole aderire al movimento. Il gruppo di base deve avere almeno 7 soci. Oltre ad avere l’obbligo di uno statuto, il gruppo che
aderisce all’MPP deve dimostrare di avere un’attività economica. In questo modo si può avanzare nella
struttura organizzativa fino ad arrivare al Comitato di gestione dell’MPP che si riunisce ogni 3 mesi,
all’Assemblea centrale dei soci, che si riunisce ogni anno, e al congresso dell’MPP che si riunisce ogni
5 anni. Il Consiglio direttivo è composto da circa 40 persone. Chavannes Jean Baptiste ne è il direttore
con l’appoggio di due vice. La storia continua da 38 anni.
P R I M O
P I A N O
Un Piano antierosione per 40 nuove strutture
RIPORTIAMO IL VERDE SUI MONTI
Per le strutture anti-erosive, avevamo previsto di
farne 16 il primo anno, e ne abbiamo fatte 10 (3 a
Lamine e 7 a Jacob), ma solo per mancanza di tempo visto che abbiamo cominciato i lavori in epoca
delle piogge, il che ci ha costretto varie volte a fermare i lavori in corso.
Con l’arrivo della stagione secca, non solo finiremo di fare le 16 opere previste per quest’anno, ma
finiremo anche quelle previste il secondo anno, perche ormai i lavori sono, e resteranno, in corso fino
alla conclusione dell’ultima struttura anti-erosiva.
Dobbiamo farne ancora 30 nei prossimi 2 anni.
L’unica strada rurale che c’era da ristrutturare,
perché impraticabile, l’abbiamo finita. Ora le auto
possono percorrerla senza problemi per l’intero
tratto coinvolto nel progetto. Fino a qualche tempo
fa, non si poteva raggiungere Jacob in auto perché,
gli ultimi 7 Km, di strada erano oggettivamente impraticabili.
Dovevamo inoltre aprire 2 Centri di trasformazione di prodotti agricoli. Uno per i cereali a Jacob
– Hinche e l’altro per la manioca a Gens de NantesOuanaminthe.
A oggi abbiamo finito di costruire ed equipaggiare quello di Jacob, e manca solo di finire l’impianto di
Gens de Nantes, ma i lavori sono nella fase finale.
Inoltre, le attività di formazione che dovevamo
offrire nel primo anno sui temi della conservazione
dei suoli, tecniche d’innesto, produzione dei legumi, zootecnia e cure veterinarie di base, vita associativa, trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli, le abbiamo già tutte organizzate, tranne
l’ultima che faremo dopo aver concluso l’ultimo
Centro di trasformazione Gens de Nantes a Ouanaminthe.
In conclusione, a fine settembre si è chiuso il primo anno di Progetto. Il bilancio è positivo, sia per
quanto riguarda le cose fatte, sia per quelle avvia-
Quando uno straniero chiede a un haitiano cosa
c’è dietro le montagne che si vedono ovunque,
Senza esitare, la risposta immediata è: dietro a
quella montagna c’è un’altra montagna. Arrivando ad Haiti, infatti, a vista d’occhio l’orizzonte è interamente disegnato dalle forme delle
montagne. Da vicino però, il desiderio di volerle vedere intatte e verdi subisce una prima sorpresa. Perché si tratta di montagne che spesso
sono nude, sia durante la stagione delle piogge
sia durante quella secca. Un disboscamento disordinato è alla base di questa realtà. Ecco perché si rendono quanto mai preziose iniziative di
rimboschimento con ogni metodo utile ad evitare l’erosione, eolica nonché idrica, per garantire
una migliore e durevole gestione, conservazione
e protezione dell’ambiente.
Per questo motivo, l’MPP insieme a ProgettoMondo Mlal hanno introdotto per la prima volta
nella zona di Jacob, dove l’MPP già da anni è
impegnato nella lotta anti erosiva, e a Ouanaminthe, delle strutture in muratura per proteggere dall’erosione le montagne e i torrenti che portano acqua alle zone del Progetto. La popolazione locale appoggia l’iniziativa e ha già costruito
le prime 10 (su 40) strutture anti-erosive. Presto
cominceremo anche con il rimboschimento.
te. Molte, in realtà verranno replicate coinvolgendo sempre più beneficiari ma senza più lo stress di
quando si comincia un nuovo Progetto che ha già
accumulato dei ritardi. Attualmente il Progetto raggiunge 800 famiglie delle 1200 che cercheremo di
coinvolgere nei prossimi mesi.
Arnaldo Cubi
coordinatore Viva Haiti
L’agricoltore Celcis Jean Rony, 47 anni, è padre di 7 figli e ha due mogli
Celcis Jean Rony, 47 anni, è padre di 7 figli, di
cui 5 avuti dalla prima moglie oggi scomparsa, e
due con le due mogli attuali.
Celcis abita con tre figli della prima moglie, mentre le
seconde mogli abitano per
conto proprio, come spesso
accade qui ad Haiti. Si dice
che il 60% delle donne vivano senza mariti da sole con i
figli. La primogenita di Celcis
ha già una propria famiglia, e
un altro studia in capitale, a
Port au Prince. Anche tutti gli altri figli più piccoli
frequentano comunque una scuola a Hinche.
Proprietario di appena 1,95 ettari di terra, per
produrre qualcosa è obbligato ad affittarne altri 1,6
da una grossa azienda agricola di proprietà della
Chiesa, in particolare dei Fratelli e sorelle di Santa
Teresa. Ad Haiti, infatti, la terra è spesso di proprietà della Chiesa che poi la mette a disposizione dei
contadini nelle varie forme di uso ‘’comunitario’’ e
con diverse modalità di pagamento da parte dei
contadini. In questo caso, Celcis, ad esempio paga
l’affitto alla Chiesa con giornate lavoro.
Quando gli chiediamo cosa coltiva ci risponde:
B R E V I
primo piano
TRE ETTARI DI TERRA PER VIVERE
”Perché io possa vivere degnamente insieme ai
miei figli, devo assicurarmi delle coltivazioni che ci
permettano di mangiare, e anche di potere vendere qualche
cosa al mercato”. Per questo ripartisce la terra a disposizione
tra coltivazioni di granturco, fagioli, sorgo e manioca, oltre alle
piante da frutto come mango,
papaia, avocado, arancio e banano.
Grazie alle iniziative proposte dal MPP, e agli incentivi di
alcune organizzazioni internazionali come in questo caso ProgettoMondo Mlal, negli ultimi anni ha
cominciato anche a fare il giardino ‘’pre-kay’’, ovvero piccoli orti nei quali coltiva principalmente
peperone, cavoli, cipolla, amaranti (che impropriamente qui chiamano ‘’spinaci’’) e pomodori. Questi
orti sono preparati con il sistema delle gomme di
auto usate, rovesciate e riempite di terra, appese
a circa 1 metro dal suolo su impianti in legno oppure posate a terra, con le piante da frutto che poi
vengono protette da una siepe viva di cactus.
Arnaldo Cubi
ProgettoMondo Mlal Haiti
• CASCHI BLU, BILANCIO DI 7 ANNI AD HAITI. Il Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite ha rinnovato per il 2012 la Missione di Stabilizzazione dei Caschi Blu ad Haiti (nota
come MINUSTAH). La Missione, operativa dal maggio del 2004, dopo la destituzione dell’allora
presidente Aristide, aveva il compito di accompagnare il governo di transizione verso un processo democratico e di proteggere il personale ONU impegnato nei progetti umanitari. Ma se il
rappresentante del Segretariato delle Nazioni Unite ad Haiti, massima autorità della MINUSTAH,
Mariano Fernandez, dice: “Il processo di stabilizzazione si trova a un buon punto, con un presidente e un Parlamento eletti legittimamente”, in molti si chiedono perché allora la MINUSTAH è
ancora ad Haiti?
Anche se il contingente di soldati sarà ridotto da 8.940 a 7.340 unità, e quello di polizia da 4.391
a 3.241, con l’idea di tornare ai numeri precedenti al sisma di gennaio 2010. In oltre 7 anni di
presenza, diverse sono state le denunce della popolazione contro i Caschi Blu: da casi di stupro,
violenze sessuali su bambini, a casi di flagrante violazione dei diritti umani e di lesa umanità. Per
non citare il virus del colera che, secondo più rapporti di epidemiologi, sarebbe stato importato
proprio dai soldati della MINUSTAH. Stando alle ultime stime, l’epidemia ha provocato già più
di 5.500 morti, e, secondo rappresentanti dei diritti umani, non passa giorno che non vengano
registrati casi di contagio o morti. (a cura di Mitia Xavier Aranda Faieta)
viale Palladio, 16 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail [email protected] www.progettomondomlal.org
Versamenti Intestati a ProgettoMondo Mlal Onlus
c/c postale 12808374
c/c bancario, Banca Popolare di Verona (IBAN IT 35 H 05188 11723 000000008721), causale “Progetto Piatto di Sicurezza”