poste cisl milano

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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 12 Luglio 2012, numero 112
Federazione Lavoratori
POSTE CISL
MILANO
Periodico del Sindacato Lavoratori Poste CISL, via Tadino 18 – 20124 - Milano. Direttore Raffaele Roscigno, Coord.
Redazione Paolo Zebra, Direttore Resp.le Antonio Casablanca, Aut. Trib. Milano n. 219 del 10 Aprile 2001 – Stampato
da “La Terra Promessa” -Novara– Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale- 70%- LO/MI
-
Servizi Postali sotto shock:
migliaia di nuovi tagli annunciati
per il 2012-2013, in una vera e propria
ecatombe di posti di lavoro in tutta Italia.
L'ira di Slp-Cisl e Slc-Cgil contro l'Azienda
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Dopo mesi di sbando completo dovuti a una
politica pervicacemente unilaterale e
arrogante da parte dei vertici dell'Azienda,
a cui il Sindacato ha risposto responsabilmente
con una durissima alzata di scudi, sembravano
aprirsi nel mese di giugno i margini per una ripresa
del dialogo tra le OO.SS da una parte e con la
dirigenza attraverso tavoli di discussione su temi
fondamentali, dall'altra. Un percorso che si
proponeva costruttivo e sensato, anche per il
pesantissimo contesto economico e sociale che sta
producendo esiti imprevedibili sul fronte della
recessione e della precarizzazione.
Ma l'intelligenza e la responsabilità che
occorrevano per rispondere – unitariamente - ai
grandi problemi che si sono accavallati in seno a
Poste Italiane non ci sono state! Dagli incontri
scaturisce allora un solo vero accordo: quello sulla
stabilizzazione di 5.000 Ctd. Il resto è fuffa...
Il “Premio della vergogna”(perchè a costo zero e
perché offende le donne e i diritti dei lavoratori)
spacca la categoria. Slp-Cisl e Slc-Cgil, insieme,
si rivolgono al Governo per far luce su una
gestione aziendale ormai in caduta libera.
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Tavoli ribaltati: il “PdR” fa
fallire ancora una volta le trattative con
un'Azienda in crisi d'identità... E sull'iniquo
Premio ai lavoratori e la minaccia che incombe
sui Servizi Postali Slp-Cisl continua la battaglia
di Raffaele Roscigno
Ci abbiamo provato e abbiamo insistito, eccome se abbiamo
insistito; perché sappiamo che da questa crisi di sistema o si
esce con la testa alta, dando ai lavoratori quello di cui hanno
bisogno, oggi più che mai, cioè una prospettiva e un futuro di
dignità per il loro lavoro, per i loro diritti, per ciò che gli
spetta in termini materiali di ridistribuzione di ricchezza come
lo è il premio di risultato, o se ne esce con le ossa rotte. Che è
quello che non vogliamo e che non sarà. I tavoli tematizzati
nel calendario di incontri di giugno a Roma non hanno
prodotto che sconforto e rabbia, tanta rabbia. In noi di Slp-Cisl
più di tutti perché volentieri ci siamo posti dalla parte del
nemico rispetto all'Azienda, pur di non accettare compromessi
e finti risultati per i lavoratori postali, il cui morale oggi è
davvero ai minimi storici. È stato un lungo, lunghissimo
inverno di lotte ad oltranza, dove è successo di tutto, da uno
scontro forte di vedute all'interno delle OO.SS. a relazioni
industriali con la dirigenza completamente bloccate,
dall'incredibile vicenda dei lavoratori esodati, che solo in
Poste Italiane ha riguardato un numero esorbitante di donne e
uomini che avevano accettato gli incentivi aziendali per
lasciare il lavoro anticipatamente in un determinato quadro
normativo pensionistico ad una storica riforma del lavoro che
muterà per sempre i concetti e i valori che hanno permesso
l'acquisizione di molte conquiste del lavoro nella seconda
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metà del secolo scorso. Ma la bandiera Cisl è sventolata
continuamente in presidi e manifestazioni partecipate per
testimoniare sia all'Azienda e sia al di fuori di essa, nelle
strade, tra le persone, in tutta la società civile e presso tutte le
sedi delle istituzioni democratiche fondamentali sparse sul
territorio i gravi torti di cui una parte dei vertici di Poste si
sono resi responsabili, senza pagare dazio, nel peggiore degli
stili che si possono riscontrare nella supercasta dei manager
pubblici, cioè di quelli il cui scopo è distruggere interi settori
per far cassa e dimostrare l'indimostrabile. Alla faccia di chi
onestamente lavora e spera che chi è più un alto di lui gli
garantisca almeno la possibilità di un futuro. Se allora oggi
siamo qui nell'affermare che la battaglia prosegue, le iniziative
di lotta non si fermeranno se le posizioni continuano a
rimanere in questa situazione di forza, è perché il rischio della
tenuta occupazionale è forte, perché senza sviluppo e piani
capaci di rimodulazione intelligente è il lavoro stesso a
rischio. Ed è davvero assurdo che la più grande azienda del
paese, che da diversi anni è in un utile, perfino nel settore
corrispondenza dove pure i margini di ricavo sono ridotti dal
calo di commesse di posta commerciale e da fette di mercato
divise nella concorrenza con altri competitors in un regime di
completa liberalizzazione, si riduca alle facili equazioni pochi
guadagni=più tagli sul costo del lavoro. Come è assurdo non
dare ai lavoratori quello che chiediamo da più di un anno, un
giusto e sacrosanto PdR che risponda ai termini certi di un
reale surplus di ricavi grazie alle prestazioni dei lavoratori.
Ma come si è potuto vedere nelle ultime settimane tutte le
energie messe a disposizione e la grande responsabilità a fare
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in modo che l'intero arco delle organizzazioni sindacali
presente in Poste ritrovasse un equilibrio e un dialogo nelle
sue relazioni interne, proprio per poter avviare finalmente un
potente argine unitario per fronteggiare l'offensiva aziendale,
che oggi si appresta ad avviare un piano di interventi sui
Servizi Postali a “colpi di machete”, sono andate in frantumi.
O per meglio dire, recuperati i difficili rapporti tra Slp-Cisl e
Slc-Cgil, che dopo tante schermaglie hanno compreso ciò che
era giusto comprendere per non stare al gioco perverso
imposto da una parte del management di Poste, si è spaccato
improvvisamente il resto delle OO.SS. che, inspiegabilmente,
dopo mesi in cui si erano razionalizzati gli obiettivi comuni,
hanno deciso di accettare e sottoscrivere con l'azienda nella
data del 12 giugno scorso un accordo sul PdR totalmente al
ribasso, penalizzante non solo da un punto di vista economico,
ma lesivo perfino in termini di dignità delle persone riguardo
ai diritti fondamentali del lavoro, come per ciò che riguarda
l'esclusione che viene compiuta sul bonus presenza delle
donne in maternità e dei lavoratori assenti per gravi patologie,
infortuni e ricoveri ospedalieri. Un capitolo però che
anch'esso, come altre questioni attende chiarimenti da parte
del Governo sulla sua legittimità, visto e considerato che SlpCisl e Slc-Cgil che rappresentano il 70% dei lavoratori postali
non hanno dato assolutamente il loro assenso a questo accordo
di minoranza vergognoso e squalificante, che rappresenta uno
schiaffo morale ai sacrifici dei lavoratori impegnati a
riorganizzazioni continue e ad efficientamenti produttivi
sempre più complessi e talora perfino irrazionali. Nessun
timore, però, Slp-Cisl non demorde e rilancia la sua sfida.
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Sul “Premio-vergogna”che priva
del bonus gravidanza e infortuni
Coordinamenti Donne Slp-Cisl e Slc-Cgil
all'attacco e chiedono al Ministro Elsa Fornero
la revoca del “Bollino Rosa” a Poste Italiane
Si inizia così, dicendo: ma, insomma, in fondo se una donna
aspetta e non è al lavoro e non partecipa alla produzione che
diritto avrebbe di dover godere del bonus presenza previsto
dal PdR? Forse è questo il ragionamento che ha spinto UglCom, Confsal-Com, UilPost e Failp-Cisal a firmare un
accordo di minoranza con l'Azienda... Un accordo economico
triennale senza alcun aumento e che rinuncia alle conquiste
ottenute in precedenza e che, infine, accetta che vengano
penalizzate le varie forme di assenza per malattia e che lede la
dignità delle donne in puerperio, i lavoratori infortunati sul
lavoro e i lavoratori donatori di sangue. Come glielo
spiegheranno alle loro iscritte e ai loro iscritti? Una vergogna,
che per Slp-Cisl e Slc-Cgil, la cui battaglia rivendicativa è
tutt'altro che conclusa, rappresenta la furba stampella “gialla”
ad un'Azienda che sembra aver perso di vista i principi
fondamentali su cui poggiano i principi etici di democrazia.
Ed è naturale che alle dure prese di posizione di Mario Petitto
e Miceli, il Segretario generale Slc-Cgil, siano scattate
immediatamente le reazioni decise dei coordinamenti Donne
Slp Caterina Gaggio e Slc Barbara Apuzzo, che in una lettera
unitaria al Ministro del lavoro Elsa Fornero, hanno denunciato
con forza questa grave discriminazione nei confronti delle
donne in maternità. Nella nota, le Coordinatrici hanno fatto
sapere che il 53% del personale di Poste Italiane è composto
da donne e che l'Azienda aveva ricevuto l'onore nel 2007 del
“Bollino Rosa” e siccome questo ha come finalità quella di
eliminare differenziali retributivi che colpiscono le lavoratrici
e certifica le buone prassi in termini di strategie e pratiche
aziendali, tendenti alla valorizzazione della presenza e delle
competenze femminili, è stato chiesto al Ministro di revocare
l'immeritato riconoscimento e di voler considerare la gravità
dell'atto compiuto in termini di “cattivo esempio”.
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Cgil, Cisl e Uil in piazza il 16 giugno scorso in una grande manifestazione unitaria che
chiede al governo di cambiare la sua agenda politica e tenere conto delle ragioni sociali
“Per il lavoro, la crescita,
il welfare e per cambiare il fisco”
Un corteo di 200mila lavoratori attraversa la
Capitale fino a Piazza del Popolo
“Articolo 1 della Costituzione: l'Italia è una repubblica
democratica fondata sul lavoro”. E' questo lo slogan della
manifestazione nazionale di tutte le categorie promossa da
Cgil, Cisl e Uil per chiedere al governo un cambiamento di
rotta nella sua agenda sui temi del lavoro, della crescita, del
welfare e del fisco. Alla testa del lungo corteo - che da piazza
della Repubblica ha raggiunto piazza del Popolo - i leader
delle tre organizzazioni confederali, Susanna Camusso,
Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Numerosa la
partecipazione che secondo lo speaker ha riguardato una
mobilitazione di piazza con oltre 200mila persone. Il leader
della Cisl, Raffaele Bonanni - che il giorno prima aveva
accusato il ministro Fornero di mentire sugli esodati - ha
sottolineato: “Guardate la piazza, siamo davvero tanti e il
governo non può far finta di niente”. Cgil, Cisl e Uil non
hanno escluso nelle loro dichiarazioni la possibilità che si
vada verso uno sciopero generale vista la gravità della
situazione in cui versano i diritti del lavoro, e numerose altre
iniziative atte a spronare il Governo a “cambiare l’agenda”
perché “la politica del rigore si rivela una fabbrica che
produce soltanto iniquità e diseguaglianze”, rischiando di
portare il Paese nel guado di un'inquietante recessione. Monti
sappia, ha detto la Camusso, “che non ci rassegniamo e che se
non darà risposte si tornerà presto in piazza”. Il Governo “fa
una terapia contraria a quello che serve”, ha sottolineato il
segretario della Cisl, “la crescita non si fa con le tasse”.
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“Esodati e modifiche sul lavoro:
senza concertazione solo disastri!”
Raffaele Bonanni dal palco invoca maggiore
dialettica sociale, per evitare che si vada verso
una nuova stagione di conflitto
Sotto il sole estivo, di fronte a la piazza gremita di tutta la
gente venuta alla grande manifestazione sindacale romana del
16 giugno, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni
si infervora subito, dall'inizio del suo tanto atteso intervento.
”Mentre lor signori sono al mare sulle loro barche, noi siamo
qui a dimostrare tutta la nostra disapprovazione, ed è forte la
nostra volontà di reagire a che si cambi atteggiamento verso le
grandi questioni sociali che il governo tenta di scavalcare con
un cinismo senza confronti”. Pesta giù duro nell'argomentare
le sue critiche verso l'agenda del Governo Monti, il quale sei
mesi fa aveva promesso che il principio di equità sarebbe stato
una determinazione di garanzia nel piano di austerità che si
approntava a svolgere per porre argine alla crisi del debito. Un
principio che avrebbe reso più accettabile e più leggibile
l'inevitabilità di certe azioni politiche impopolari. Ma così non
è stato, si è proseguito senza il tramite indispensabile della
concertazione e dello scambio di vedute, nella trasparenza del
confronto che tenessero conto delle ragioni di tenuta sociale. E
“il leone della Cisl” si scaglia con rabbia, perdendo a tratti la
voce, perché i temi sono bollenti. Esodati, il simbolo della
peggiore cosa che si è commessa senza concertazione,
lasciando migliaia di persone senza prospettive, senza
riconoscere gli accordi secondo legge che si sono compiuti in
tutt'Italia. “Bugie, ci hanno continuato a mentire sui numeri!”
La folla applaude, alza le bandiere, si fa rumorosa, sa che il
segretario sta dicendo la verità, quella che tastano con mano in
tanti, una verità che qualcuno vorrebbe abbandonare al
proprio destino in una dialettica sempre più arida in termini di
riconoscimenti dei diritti primari del lavoro. “Non lasceremo
che le lobby facciano quel che vogliono con il beneplacito
delle loro trombe, i loro giornali e le loro televisioni che con
la scusa della crisi ne elogiano le imprese; saremo la
Resistenza! A questo modo di procedere di chi si illude di
passare sopra la testa del sociale e abolire le rappresentanze
del lavoro”. E ancora: ”Non staremo zitti. Perché non le
abbiamo ingoiate queste ultime vicende, delle pensioni e del
lavoro,e daremo battaglia, mobilitandoci per l'equità e
affinché non si scarichino gli effetti della crisi sui lavoratori.
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Smantellamento del Recapito?
La forbice su 10mila addetti in
un “assassinio a puntate” che
regalerebbe la posta ai concorrenti
Obbiettivo: arrivare a 130.000 addetti. Il management di Poste
consegna il suo nuovo piano-monstrum sui Servizi Postali,
convinto che l'emergenza del presente lo possa ingoiare così
com'è, senza neppure dare modo di discuterlo nella previsione
dei suoi nefasti effetti nel medio e lungo termine. E' il loro
speciale “spending review”, il taglio della spesa che ricade
come una scure sul collo di migliaia di posti di lavoro che
vogliono tagliare. L'oscurità del potere nei suoi meccanismi
più eleusini in questo Paese non ha mai freno, e mentre grazie
al voto positivo di un'emendamento Poste e Fs erano state
salvate a fine giugno dalla stretta del rigorismo economico
della politica del Governo, in azienda si portano avanti
ugualmente degli interventi di austerità che se pur slegati da
un'emergenza di bilancio (infatti il settore corrispondenza
subisce sì dei cali, ma ha comunque i suoi margini di ricavo)
vogliono abbracciare l'ideologia della crisi, ovvero il mantello
argomentativo del neo-capitalismo finanziario dando addosso
alle tutele di base del lavoro nonché ai livelli occupazionali.
Dopo 20 mesi dalla riorganizzazione del settore con un
progetto che non risparmiava l'urto di tagli significative in
tutta la filiera dei servizi postali tradizionali, si ricorre ora ad
interventi che nel fumo ridicolo di parole e concetti come
“Door to door”, “Forza postale mobile”, “PTL universale”
(ma chi diavolo è il comitato di ingegno teorico che è
chiamato ad escogitare queste scempiaggini che sono solo una
brutta rimasticatura che radicalizza in senso liberista il
progetto 8Venti che un senso e una visione chiara se fosse
stato completato anche da un punto di vista culturale li aveva
eccome) tende solo ad arrivare a 12.000 unità in meno, tra
dichiarati e delineati per trasparenti tenendo conto dell'intero
territorio nazionale. Onestamente, si poteva accettare una
pagliacciata di questo genere? No, ed è un no secco!
Soprattutto perché adesso si sa che uova di serpente stava
covando da tempo e nella massima segretezza nelle sue stanze
dei bottoni questa azienda che ha continuato a lodarsi con i
suoi sfavillanti risultati dichiarati, mentre collezionava ben
323 interrogazioni parlamentari sul malfunzionamento
generale dei suoi settori principali soltanto nell'ultimo anno, e
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mentre non sono mai smesse le raffiche di multe salatissime,
perdite di commesse da parte di grandi clienti e denunce e
richieste di intervento su una miriade di problematiche da
parte di enti locali, cittadini e associazioni pubbliche,
amministratori e autorità delle istituzioni pubbliche. Non c'è
bisogno di nessuna Cassandra che sappia vedere nel futuro per
intravedere quali rischi si stiano correndo in questo passaggio
attuale delicatissimo. Il contesto è quello di un'emergenza
“epocale”, perché in gioco è una ristrutturazione dell'ambito
del lavoro che nel frangente non gode di una mediazione
politica, democratica e sociale stabile che imponga un freno
alle zanne di un dio-mercato sempre più avviluppato negli
ambiti del finanziario e poco interessato a quanto concerne le
tecnostrutture delle attività lavorative più tradizionali. C'è
stata tutta la volontà negli incontri del mese scorso con
l'azienda di voler capire in maniera approfondita e
circostanziata il quadro e la filosofia di direzioni che Poste
voleva intraprendere, quali risposte si prefiggeva in termini di
sviluppo, le sue coordinate strategiche e sostenibilità e tenuta
degli eventuali dell'impatto che avrebbe procurato un'altra
riorganizzazione e quindi i “tagli” programmati nelle varie
aree territoriali. I nuovi interventi atti a rivedere i nodi della
rete postale riguardano in un primo step cinque regioni
(Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Basilicata)
Slp-Cisl si è domandata il perché e chiesto il come mai di
questa inusuale quadro di operazioni. Il Segretario Generale lo
ha chiesto in maniera retorica, perché si sa fin troppo bene il
perché: per dare modo al middle management (o sarebbe
meglio dire midget management?) di gestire in maniera meno
disastrosa possibile le operazioni di reingegnirizzazione (si fa
per dire) degli interventi. Slp-Cisl però, assieme a Slc-Cgil,
con cui ha ritrovato un'armonia di intese sindacali, dopo tanti
mesi di incomprensioni e provocazioni reciproche, ha voluto
però tentare lo stesso una discussione sebbene difficile per
fare in modo che i problemi trovassero una via maestra
razionale, e ha portato nella sede di via Crociferi di Roma
delle proposte concrete assieme alla disponibilità a rivedere
insieme l'organizzazione dell'intero settore. Contemplando al
contempo la possibilità di internalizzare ciò che negli anni
Poste ha portato fuori come i pacchi, sciogliendo società come
SDA, e attenzionando percorsi inediti di recapito, pur di
mantenere, nell'ottimizzazione e nelle politiche di risparmio
quello che più interessa la visione della Cisl, cioè la tenuta
occupazionale, il capitale umano che in questi anni ha
compiuto davvero un salto di qualità, divenendo più mobile,
flessibile, duttile verso le innumerevoli esigenze imposte dai
tempi in cui viviamo. Perché la repentinità dell'evoluzione,
sospinta dalle agende digitali dei nuovi feticci tecnologici, ha
trovato negli uomini e nelle donne, nei giovani e nei meno
giovani che lavorano in questa azienda una partecipazione
fattiva, anche quando non si è svolta davvero una
preparazione adeguata di formazione e non si sono forniti gli
strumenti all'altezza dei propositi. E il sindacato, da parte sua,
ha sicuramente cercato di fare “cultura” invitando sempre i
lavoratori ad adattarsi ai nuovi schemi organizzativi, ai nuovi
dispositivi, alle nuove linee guida, infine ai nuovi approcci
verso un'utenza che nel frattempo è diventata, in un'ottica
sempre più pervicacemente mercatista, il “cliente”, da
soddisfare in una diversificazione di proposte e fasce di
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business cresciuta per gemmazione nelle maniere più ottimali
possibili. Ma, niente. Sia sulla questione del PdR che sulle
vicende che riguarderanno i Servizi Postali, i tavoli non hanno
sortito nessuna disamina seria, nessun indirizzo diverso da
quello che in primavera era stata delineato con due diversi
dossier su questi cosiddetti “Interventi”, quello con le slides
teoriche e l'altro con quella che presentano matematica delle
“eccedenze”. Nessuna dialettica, nessun ponte di dialogo
costruttivo e nessun confronto vero da parte dei manager
romani. E dopo la sospensione tattica delle azioni, l'azienda si
mostra convinta ora di poter procedere anche senza assenso
delle organizzazioni dei lavoratori nella sua marcia
distruttrice, giacché di smantellamento progressivo si tratta,
non ci vuole un genio per capirlo. Fare del portalettere un ASI
totale, capitalizzandone virtualmente il valore può significare,
il rischio è forte, annullarne il valore e la missione principale.
Ha ragione Mario Petitto nel suo recentissimo videomessaggio
su youtube a dire che sembra il crepuscolo, il capitolo finale di
una missione storica, quella del portalettere e dei Servizi
Postali in genere, in cui ai vertici non frega niente a nessuno.
Affilano i denti e con esso fanno mercato in vista di nuovi
mestieri. Ed è proprio l'AD Massimo Sarmi, il quale avrebbe
dovuto saper garantire un nuovo clima più sereno in seno al
Gruppo di cui presiede il consiglio di amministrazione, forse,
il principale soggetto a cui si deve attribuire la responsabilità
più ampia. Invece “di fare il giro delle 'sette chiese' in attesa di
un nuovo incarico”, lasciando in mano a degli scellerati e
incompetenti un pezzo importante di servizio storico, così
tanto pubblicizzato con roboanti mostre spaziali avrebbe
potuto imprimere un segno positivo alla storia postale.
Quell'organigramma di teste d'uovo andrebbero bene forse in
qualche piccola azienda concorrente tanta è micro la loro
mentalità, indegna di prestare opera nella più grande azienda
italiana, la quale ha strutture da sogno e una rete favolosa
gestite nel peggiore dei modi. Ciechi e sordi pretendono
adesso di scagliarsi unilateralmente su una divisione che
presumono di conoscere bene e che pensano che sia troppo
sindacalizzata. E contro il sindacato, e in particolare contro la
Cisl hanno ingaggiato una “guerra” che si avvale di una
strategia di terrore psicologico che si vuole diffondere a tutti i
livelli con lettere, mail che suonano come una minaccia alle
coscienze (“il posto di lavoro è una risorsa non più garantita”)
se non si piegano al “nuovo indirizzo”. Che sia sempre
rimasta in Poste una riminiscenza dei periodi bui della storia
italiana novecentesca, quelli dominati dalle pose ieratiche con
la mascella quadrata e il passo d'oca, non è mistero, ci si è
sempre scherzato su, ma fino a certo punto. Nel lavoro si è
adulti, vigono delle regole e certe macchiette in sedicesimo e
proiezioni filmiche mentali è giusto che rimangano represse
nell'inconscio del passato, finché si vive in uno stato
democratico degno di questo nome. Decisa a non passare
sopra alcun comportamento scorretto che leda le tutele e la
dignità del lavoro delle persone che lavorano in Poste Italiane,
Slp-Cisl stigmatizza ogni tentativo di destabilizzare
dall'interno i rapporti di lavoro tra i lavoratori ancora di più di
quello che sono oggi. Antipedagogico, irresponsabile,
propagatore nei suoi effetti soltanto di un pessimismo cosmico
che si diffonde senza un costrutto o una giustificazione
plausibile, il “messaggio” che subliminalmente si fa
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annunciatore dei prossimi venturi interventi che vogliono fare
a fette i Servizi Postali è una tra le cose peggiori che siano
state messe in campo negli ultimi mesi, perché avvallano in
scala e come esempio principe ispiratori e i più biechi
atteggiamenti dei capi di medio e piccolo livello. Nel 2012 le
persone sono consce di ciò che succede nella società, ma fiere
anche del loro operato, e sanno che l'energia che infonde ogni
contributo singolare crea valore nell'insieme e impatta gli
andamenti generali dell'impresa, ma sanno anche che per
ruolo e contratto non spettano al lavoratore ma al suo datore
trovare le formule più attente al risolvimento di macro e micro
problemi dall'efficienza produttiva alla qualità dei servizi, nel
rispetto delle regole vigenti. Percorsi fallaci quanto disinvolti
che continuano a causare una tensione perpetua e un
nervosismo diffuso tra tutti i lavoratori. E se il management ha
potuto constatare con mano che non è servito a nulla avviare
una
stagione di “sposizionamenti”, credendo di aver
individuato delle gestioni non conformi, e che ciò per
paradosso ha solo generato giacenze di prodotto nei CD e
cortocircuiti di disguidati su tutta la filiera con obbiettivi di
qualità incongrui su cui è meglio stendere un velo pietoso,
adesso da il via ad un piano che mette come paradigma
cervellotici e complessi coefficienti aritmetici che dovrebbero
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tenere conto dello geomorfologia del territorio e di una
mappatura dei quartieri delle aree di distribuzione a “blocchi”;
“della distanza tra l'ufficio postale e la zona di recapito, dei
numeri civici, di quante famiglie e negozi ci sono in zona e
del tragitto totale per attraversarla tutta da una parte all'altra”.
A demolire un servizio importante ci vuole poco, pochissimo
e non serve molta intelligenza: è nel doverlo ricostruire un
giorno che il tutto diventa complicato. Ed è giusto che il
sindacato e i lavoratori cerchino di difendere a tutti i costi il
delitto a puntate che si vuole consumare “a puntate e con il
silenziatore” come dice Mario. Crediamo fermamente quindi
di aver avuto ragione a portare la nostra protesta fino in fondo
e senza cedere di un millimetro sui motivi che sappiamo giusti
e sacrosanti. E nonostante le illazioni, le bugie,
l'ostruzionismo e un assedio praticamente permanente sul
nostro simbolo, i lavoratori lo hanno compreso appieno,
rimanendo saldi nonostante le difficoltà di ogni giorno e la
chiamata a una responsabilità maggiore verso l'etica del
proprio lavoro, verso la solidarietà dentro la categoria e verso
l'importanza e le sfide a cui non deve mancare un crescendo di
iniziative potenti per fare in modo che vi sia un'inversione a
questo procedere totalmente contrario ai valori in cui
crediamo.
Dieci, cento, mille formazioni a
“testuggine romana” per difendere
gli attacchi al lavoro postale!
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Botta e risposta. Alle provocatorie
asserzioni aziendali, Milano comunica con un
un ciclopico cartellone la sua indisponibilità a
rinnovare in futuro i criteri di una fase chiusasi male
A futura memoria: In Piazza Vesuvio per diverse settimane li ha guardati in ogni
momento come specchio dell'occhio di Polifemo della loro falsa coscienza
Era stato tolto anche per onorare le buone premesse della
riapertura in sede nazionale delle Relazioni Industriali, in
nome dell'emergenza e della responsabilità, visti i macelli in
cui sono stati portati i Servizi Postali. Che per il Sindacato
significano la garanzia del lavoro per circa 37mila portalettere
su tutta la geografia della penisola, e non solo una serie di
tabulati e numeri asettici -benché importanti per comprendere
i contesti economici e i loro necessari equilibri -. Ed è proprio
questo che certe teste d'uovo non comprenderanno mai, o che
faranno sempre finta di non comprendere pur di non lasciare
la comoda poltrona in pelle di moro. A Slp-Cisl non hanno
impressionato né le arroganze, né tantomeno la stilatura di
liste dei cattivi tra i suoi amici, iscritti e attivisti, presi di mira
nella farsa drammatica di una controffensiva priva di senso, se
non quello di arroccarsi un'unilateralità arrogante,
atteggiamento che è seguito, nei modi bruschi di una svolta a
gomito, ad una fase di concertazione feconda sia per l'azienda
che per i lavoratori. Due facce impegnate in una difficile ma
bilanciata traiettoria verso le possibilità di sviluppo razionale
di settori complessi come MP e soprattutto SP, messi in
discussione da una congiuntura della società in cui ha iniziato
a dominare una bassissima crescita e una crisi di liquidità
diffusa. Concertazione di cui Slp-Cisl è stata per una scelta
consapevole una convinta azionista, sapendo per programma
di dovere aiutare l'azienda per far partire e consolidare
progetti che avrebbero riqualificato il lavoro e le persone, non
più numeri di un “declino”, ma anima per un futuro. Lo
speciale ringraziamento, allora, meritava la risposta giusta.
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Sul territorio milanese la tensione rimane
altissima: Mario Petitto si rivolge al
Procuratore della Repubblica e chiede a Passera di
aprire un focus su alcune realtà in Poste Italiane
Un rosario di episodi antisindacali di inusitata gravità di cui si è resa responsabile per mesi la dirigenza
lombarda è una delle cause primarie dei gravi problemi che si sono andati annodando in questi lunghi
mesi di contrasti. Il Segretario Generale Slp-Cisl interpella ora le Istituzioni affinché vengano tutelati i
principi di base della democrazia, rivolgendosi direttamente al Dr. Edmondo Bruti Liberati,
Procuratore di Milano con una durissima lettera di indignazione, inviata per conoscenza anche alla
Digos della Questura di Milano, al Comando Regionale della Guardia di Finanza e a Corrado Passera,
Ministro dello Sviluppo Economico, al Presidente e all'AD di Poste Italiane. E al Segretario
Confederale della Cisl Raffaele Bonanni. Il carattere e la trasparenza dei suoi enunciati, necessitano
che venga resa di conoscenza pubblica nella sua interezza
Ill.mo Sig. Procuratore,
Le scrivo nella mia qualità di Segretario Generale Nazionale del Slp-Cisl (Sindacato Lavoratori Postali) e
quindi rappresentante politico e legale della più grande e democratica Organizzazione Sindacale del Gruppo
Poste Italiane. La Federazione che rappresento associa circa 63.000 lavoratori in Italia.
Con la presente desidero informare la S.V. che sin dal mese di Ottobre del 2011 è iniziato, a livello nazionale,
un conflitto sociale tra alcune Organizzazioni Sindacali ed il Management di Poste Italiane su materie di
esclusiva pertinenza negoziale. Tale conflitto è sfociato nello sciopero nazionale delle prestazioni straordinarie
dei lavoratori nei mesi di Ottobre e Dicembre 2011 presso la sede della Direzione Generale di Poste Italiane a
Roma.
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Durante tutto il periodo di agitazione e di conflitti si è
particolarmente contraddistinta, per intensa attività
sindacale, la mia struttura Territoriale di Milano che
rappresenta nel Capoluogo Lombardo 3.5oo lavoratori
postali. La protesta sindacale del Slp-CISL milanese è
stata articolata e ha creato, come prevedibile, pesanti
ripercussioni prevalentemente nel settore del recapito
postale, provocando giacenze di posta e ritardi nella
consegna della corrispondenza e ha avuto l'apice nella
manifestazione pubblica del 14 Ottobre 2011 in Piazza
Cordusio a Milano con la mia presenza per il comizio
conclusivo.Tutte le manifestazioni milanesi, quelle negli
uffici così come quelle pubbliche, si sono svolte nel più
rigoroso rispetto della legalità, ricevendone sempre gli
apprezzamenti della Digos di Milano che ha
costantemente monitorato lo svolgimento delle proteste
sindacali.
Sul territorio di Milano l'Azienda, anziché rispondere
alle democratiche azioni sindacali con iniziative tese a
trovare soluzioni ai problemi ed offrire servizi di qualità
ai cittadini, ha messo in atto azioni di “pulizia etnica”
verso molti lavoratori, colpevoli solamente di
appartenere al Slp-CISL. Negli ultimi tempi questo
clima di strisciante persecuzione si è diffuso, creando
notevole tensione in quasi tutti gli impianti postali della
realtà milanese. Nonostante ciò la nostra struttura
sindacale di Milano, supportata da questa Segreteria
Generale, si è sforzata di gestire tali anomali
comportamenti aziendali nell'ambito dei difficili rapporti
relazionali con l'Azienda. Ma ultimamente il livello di
tensione si è acuito a seguito di taluni “sospetti”
comportamenti della struttura “Tutela Aziendale” della
Lombardia.
Sig. Procuratore mi permetto di segnalarLe come la
struttura di “Tutela Aziendale” stia progressivamente
assumendo il ruolo di struttura poliziesca “parallela” al
punto che molti Dirigenti ci confidano il loro timore di
essere intercettati, monitorati e, a volte, persino pedinati.
Ritengo che tali timori non siano destituiti di
fondamento, visti analoghi precedenti di altre grandi
Aziende, la cui struttura di “Security” è finita agli onori
della cronaca giudiziaria; ma della vicenda nazionale mi
riservo di informare il Sig. Procuratore della Repubblica
di Roma.
A Milano abbiamo il fondato sospetto che i responsabili
di Poste, utilizzando “Tutela Aziendale” stiano cercando
di provocare il classico incidente per arrivare a licenziare
qualche lavoratore rappresentante sindacale CISL con lo
scopo intimidatorio ben preciso di “colpirne uno per
educarne cento”. Tali nostri sospetti sono suffragati dal
fatto che ad alcuni Direttori di Centri Postali siano state
richieste “false” dichiarazioni per incastrare alcuni nostri
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rappresentanti sindacali. Ovviamente i responsabili degli
uffici si sono rifiutati. Ieri sono stato informato che
intorno alle ore 10 alcuni nostri lavoratori rappresentanti
della CISL siano stati pedinati e fotografati durante
l'espletamento del loro servizio di recapito urbano. Il
giorno 26 maggio u.s. Un nostro rappresentante
sindacale si è rivolto ai Carabinieri per denunciare il
Direttore dell'ufficio di recapito di Milano Ticinese per
le continue minacce ricevute.
Per non tediarLa oltre, se la S.V. lo riterrà opportuno
siamo a Sua disposizione, sia io personalmente che la
mia Segreteria di Milano, per renderLa edottadi tutti i
molteplici fatti di cui siamo a conoscenza e che
solamente una indagine ufficiale potrebbe far emergere,
visto il clima di omertà e di paura che regna oggi in
Poste Italiane, specie a Milano.
Ma il motivo vero che mi spinge a scrivere a Lei, Sig.
procuratore, e tutti i soggetti istituzionali e politici che
sono in indirizzo, è il mio timore che dinnanzi ad atti
gravi e provocatori da parte della Dirigenza postale
possano nascere reazioni di protesta sociale diffusa che
persino io, che ho trascorso una vita nel rispetto di ogni
forma di legalità, non esiterei a sostenere, perchè quando
è in gioco la dignità, il lavoro e il pane della propria
famiglia ciascun uomo ha diritto di difenderli con ogni
mezzo al pari di come si difende la libertà.
Al Sig. Ministro Passera, che legge questo scritto,
l'invito ad aprire un focus su Poste Italiane, al cui interno
molteplici attività meriterebbero di essere attenzionate e
approfondite.
Sig. Procuratore, nel RingraziaLa per la Sua attenzione,
resto in attesa di Sue determinazioni.
Distinti saluti.
Roma 30 maggio 2012
Mario Petitto (Segretario Generale)
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Sicurezza dei dispositivi individuali,
degli strumenti e degli arredi; anti-incendio;
microclima, guasti e malfunzionamenti degli
impianti di areazione: la “campagna di primavera”
Slp-Cisl fa attivare gli ispettori dell'ASL
Con l'inizio della stagione torrida estiva e delle ondate di
caldo che hanno raggiunto temperature intorno ai 40°, con il
caldo trasportato da “Scipione l'Africano, l'anticiclone
proveniente dal Sahara e dal successivo “Caronte”, i lavoratori
milanesi di Poste Italiane in molti casi sono arrivati al limite
della sopportazione e dal chiamare in molti casi l'ambulanza
per malesseri e difficoltà nel sopportare la mancanza del
ricambio d'aria. E' cosa non nuova, a dire la verità, è successo
l'anno scorso, e l'anno prima e l'altro anno ancora. Ed è cosa
ancora più grave, però. Perché in generale continuano ad
essere trascurati aspetti fondamentali che nel 2012
dovrebbero essere cosa acquisita su cui non dover ritornare a
svolgere segnalazioni e intraprendere tutte le iniziative atte a
far in modo che si corra ai ripari per evitare il peggio.
L'Azienda allora, anche quest'anno si attiva, quando si attiva,
nel timore che escano gli organismi della ASL per attestarne
le inadempienze in quanto datore di lavoro. Ma quella del
caldo e dei risparmi energetici calendarizzati o degli impianti
paleolitici non funzionanti è solo l'ultima. Nel continuare la
disamina e tutti i percorsi di sorveglianza sulle garanzie della
sicurezza nei luoghi di lavoro che gli RSU/RLS, assieme a
Slp-Cisl, hanno intrapreso se possibile con maggiore energia
negli ultimi mesi sono emerse una miriade di questioni
inevase che hanno spinto non solo a richiamare i responsabili
sulle disposizioni che si devono tenere per la cura e
salvaguardia della prevenzione della salute e dei rischi, ma a
chiedere controlli agli ispettori esterni di garanzia dell'azienda
sanitaria locale. Ultimamente ci sono state le scosse di
terremoto che dall'epicentro dell'Emilia Romagna si sono
avvertite sensibilmente anche nei territori di Milano, che i
lavoratori hanno avvertito con terrore, chiedendosi se le
articolazioni della sicurezza fossero eventualmente all'altezza
fronteggiare la loro sicurezza. Ecco perché non occorre mai
banalizzare nulla, mai lasciare nulla al caso. E mai pensare di
risparmiare qualcosa su questi aspetti considerati sovente di
natura straordinaria, come anche per gli incendi, che sono rari
per fortuna ma quando accadono non dovrebbero arrecare
danni non prefigurati dalle misure base di prevenzione. Ecco
il perché Slp-Cisl continua e continuerà le proprie verifiche
sulle condizioni ambientali dei posti e delle situazioni a
rischio nel lavoro, allo stato di igiene e alla premura che viene
riservata nel far sì che dispositivi di sicurezza siano idonei, gli
strumenti e gli arredi siano a norma con gli indirizzi e i
protocolli di riferimento e in linea con le disposizioni del
Testo Unico di D. Lgs 81/08, dove sono racchiusi tutti gli
elementi culturali e normativi che oltre ad essere riassunti
nelle slides dei corsi obbligatori al personale devono condivisi
in primis dal datore di lavoro e dai responsabili preposti. Se
serve investire nella prevenzione occorre farlo e basta.
Tagliare sugli sprechi, rimodulare spese non strettamente
necessarie, calcolare il costo delle penne, della carta e della
cancelleria è un conto, pensare di non spendere sulla
sicurezza, è un altro e il Sindacato deve intervenire con
decisione, segnalando agli organi preposti e, quando serve,
anche denunciando agli organi esterni di tutela, anomalie
aggravate verso cui si continua a fare orecchie di mercante.
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Stabilizzazioni, l'unico accordo
importante nato dagli incontri con la dirigenza
Siglato da tutte le OO.SS. il verbale per i diritti
di 3.337 ex contratti a tempo determinato
e 912 ex interinali di Poste Italiane
Nel rispetto dell'obiettivo stabilito alla ripresa degli incontri,
accorreva affrontare da subito i temi fondamentali che
urgevano il tavolo sindacale, temi che sono andati come sono
andati: male, sia per lo sgambetto vigliacco sul PdR, sia per
ciò che riguarda l'evoluzione organizzativa dei SP, di fatto
senza un disegno complessivo all'interno di un piano
industriale. Però in una cosa si è riusciti ed è la vicenda che
riguarda il contenzioso degli ex CTD e somministrati. Così il
18 maggio, al termine di una discussione ad ampio raggio tra
l'azienda e le OO.SS. è stato firmato un primo accordo,
partendo proprio da qui. Dal lavoro temporaneo, e non solo
quello “interinale” ma anche a quello “somministrato”, ed è
questa una novità rispetto al passato. Questione dibattuta e che
era stata anch'essa lasciata tra perentesi che adesso darà
finalmente la possibilità a 4.256 lavoratrici e lavoratori di
aderire, volontariamente, entro il 1° ottobre 2012, al
consolidamento del proprio rapporto di lavoro ancora non
stabile. In uno scenario di grave crisi economica come quello
attuale in cui la tenuta occupazionale è costantemente sotto
attacco si è riusciti a dare così una certezza a migliaia di
persone costrette a rimanere in una sorta di limbo,
confermando al contempo l’orientamento del sindacato che, in
un diverso e nuovo spirito unitario ritrovato nell'occasione,
intendeva procedere a voler superare qualsiasi forma di
precarietà. Una tematica questa che ha determinato negli
ultimi anni la sottoscrizione già di diversi accordi in materia,
al fine di individuare soluzioni coerenti a quanto statuito in
merito al fenomeno dei contratti a termine. Adesso, l'obiettivo
sarà infatti quello di allargare la platea di riferimento
inserendo coloro che, pur avendo avuto un rapporto di lavoro
con l’azienda, oggi risultano esserne fuori e coloro che hanno
perso il ricorso in primo e secondo grado di giudizio. Motivo
per il quale è stato chiesto a Poste Italiane un impegno ad
affrontare nel minor tempo possibile anche questa urgenza.
Nel quadro generale degli assetti occupazionali e in un
contesto di esigenze di mercato funzionali precise si imponeva
la necessità di pervenire alla mediazione sindacale di un
disegno razionale mirato al raggiungimento della certezza dei
numeri relativi all’organico complessivo della Società. Ecco il
perché di un nuovo accordo in materia di contratti a tempo
determinato, adesso, e la volontà di sfuggire dalla caoticità
gestionale che talvolta subentra e fare luce nel mare magnum
delle tematiche del lavoro a tempo determinato e del lavoro
temporaneo (interinale e somministrato). Si è convenuto
quindi di offrire una occasione di occupazione stabile in
Azienda a quelle risorse che avendo già lavorato in Azienda in
virtù di un rapporto di lavoro temporaneo e che, alla data di
sottoscrizione del presente accordo, vi stiano ancora operando
in virtù di un provvedimento giudiziale favorevole non ancora
passato in giudicato. Questi lavoratori potranno così
conseguire volontariamente il consolidamento del loro
rapporto di lavoro conciliando con l'azienda la propria
posizione. Che nella messa in pratica si tradurrà con l'azione
individuale che il soggetto interessato intraprenderà
comunicando alla funzione territoriale delle Risorse Umane
Regionali di riferimento, entro il 1° ottobre 2012 e a mezzo
raccomandata A.R., la propria intenzione di avvalersi degli
effetti del presente accordo, di rinunciare ad ogni contenzioso
in essere con l'Azienda e a restituire il trattamento economico
lordo liquidato dall’azienda a qualsivoglia titolo pur in difetto
di prestazione lavorativa e comunque sino alla data di effettiva
immissione in servizio. Nel modulo compilato con i propri
dati anagrafici (nome, cognome, numero di matricola, codice
fiscale, etc.) si provvederà inoltre ad indicare l’organizzazione
sindacale cui si aderisce o si conferisce mandato ai soli fini
della conciliazione in sede sindacale o presso la DPL.
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“Il Bilancio 2011 di Poste Italiane”
ovvero, dell'Albero dalle mele d'oro del
Giardino delle Esperidi (nonostante il
ginepraio di problemi della Divisione SP)
Conta quasi 500 pagine la Relazione finanziaria del Gruppo presentata
il 18 aprile scorso e che illustra i dati sui ricavi e il panorama degli andamenti
economici complessivi riferiti all'anno scorso. Le parti più significative
Il Gruppo Poste Italiane guidato dall’AD Massimo Sarmi ha
chiuso il Bilancio 2011 con un utile netto di 846 milioni,
confermando la leadership mondiale tra gli operatori postali
per redditività e capacità innovativa; una crescita costante dei
servizi finanziari e assicurativi e un primato assoluto negli
strumenti di pagamento; corrispondenza e filatelia invece
subiscono un ulteriore calo che si traduce in cifre con 130
milioni rispetto al 2010. Nella concretezza dei fatti il ritornello
risulta essere sempre lo stesso, e da anni: comunque, e
nonostante un altro annus horribilis sul fronte di una
schiacciante crisi economica del Paese, i risultati che si
raggiungono nella sfera dei servizi finanziari sono sempre
improntati su una linea positiva, mentre quelli che si
riferiscono al core business tradizionale di quelli strettamente
postali rimangono alla gogna di un giudizio d'altro segno. Da
senz'altro sollievo e in una certa misura inorgoglisce sapere
dalle grafiche dei numeri che Poste Italiane gode di ottima
salute, soprattutto di questi tempi. Quando c'è prosperità per
un'azienda-palinsesto come questa, da economie in scala,
capace di allargarsi in una diversificazione di servizi
incredibile, e, non da ultimo, capace di mantenere al suo
interno un capitale vistoso che continua essere anche uno
straordinario patrimonio pubblico vuol dire che è lo Stato
stesso a goderne. Se poi quest'azienda garantisce lavoro a
migliaia di donne e uomini, come nessun'altra azienda in Italia
è capace di fare altrettanto, ecco che allora la buona notizia,
oltre al sollievo, dovrebbe dare un segno positivo sul futuro,
una garanzia supplettiva in un'epoca dove il mostro
dell'incertezza ha preso il sopravvento. Qualcuno stappa le
bottiglie: è festa, “si è lavorato molto, si è lavorato bene!”.
Noi, ci auguriamo che sia così, ma davvero, perché non è più
tempo di figurine e di edonismi, dato che come non è difficile
intuire tra le righe dei dibattiti sulla politica economica del
Paese è in un essere da tempo un percorso di mutazione per
molti versi sotterranea di alcuni capisaldi e intelaiature
dell'architettura statale, vale a dire della funzione storica di
certe sue istituzioni pubbliche, che al di là della nominazione
privata (si pensi ad es. al cosiddetto “elefante addormentato”
della Cassa Depositi e Prestiti) hanno interconnessioni a
doppio filo con le piattaforme di Poste Italiane.
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Ecco allora il Bilancio Consolidato 2011 e il progetto di
Bilancio della Capogruppo 2011, entrambi redatti secondo i
principi contabili internazionali (IAS/IFRS), approvati dal
Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane presieduto da
Giovanni Ialongo. I risultati conseguiti nel 2011 dal Gruppo
guidato da Massimo Sarmi risultano in generale estremamente
positivi andando a consolidare un decennale trend di crescita,
nonostante la presenza di uno scenario di mercato ancora
fortemente influenzato dalla crisi economica globale, che ha
determinato l’ulteriore contrazione dei volumi postali e una
tendenza generale alla riduzione della raccolta risparmi e degli
investimenti. Nonostante il contesto economico sfavorevole,
quindi, l’esercizio chiude con un utile netto di 846 milioni
di euro (1.018 milioni nel 2010) e con una redditività che
colloca Poste Italiane di gran lunga al primo posto al
mondo per redditività nel confronto con i principali
operatori internazionali. Nel mercato domestico, inoltre, il
Gruppo ha accresciuto la propria quota di mercato sia nei
servizi finanziari, sia nei servizi assicurativi , ed ha ribadito la
sua leadership assoluta nel settore degli strumenti di
pagamento grazie al successo della carta prepagate Postepay e
dei nuovi servizi studiati per l’e-Commerce. Grazie a questo
complesso di risultati, associato al prestigio internazionale
acquisito da Poste Italiane per la sua riconosciuta capacità
innovativa e l’affermazione di best practice nei diversi settori
di mercato nei quali compete, Poste Italiane avanza nella
scalata alle classifiche della “World’s Most Admired
Companies” della rivista americana Fortune, ottenendo il
quarto posto di categoria della classifica mondiale delle
aziende più apprezzate e guadagnando il secondo posto, tra le
aziende italiane. I ricavi da mercato conseguiti nell’anno
ammontano a 9.729 milioni di euro (+84 milioni sul 2010) e
confermano la capacità del Gruppo di affrontare le
difficoltà congiunturali. I ricavi totali, inclusivi dei premi
assicurativi, si attestano a 21,7 miliardi di euro evidenziando
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una tenuta rispetto al 2010 (21,8 miliardi nel 2010). Su tali
risultati ha inciso negativamente il mutato contesto
normativo del settore editoriale che ha abolito il sistema di
agevolazioni tariffarie concesse agli editori con conseguente
riduzione degli invii da parte di questi ultimi, nonché i
significativi oneri che Poste Italiane sostiene in qualità di
fornitore del Servizio Universale che, come di consueto,
sono solo in parte compensati dallo Stato. Il Risultato
Operativo conseguito è stato di 1.641 milioni di euro (1.870
milioni nel 2010). I ricavi dei Servizi Postali registrano una
flessione del 5% sul 2010 continuando a risentire degli
effetti del calo dei volumi postali e della progressiva
digitalizzazione degli invii, in un mercato oramai
completamente liberalizzato dal 1° gennaio2011.
I Servizi Finanziari presentano una positiva performance
crescendo dell’1,2% (+57 milioni di euro) grazie ai buoni
risultati dei ricavi da conti correnti (2,8 miliardi, +8,6% sul
2010). Le carte prepagate Postepay raggiungono gli oltre
8,2 milioni continuando a rendere Poste Italiane leader di
mercato per tali tipologie di prodotti. Nell’ambito della
Relazione finanziaria annuale è rappresentato il primo
rendiconto del Patrimonio BancoPosta, costituito il 2 maggio
2011, che ha concorso alla determinazione dell’utile netto con
256 milioni di euro, conseguiti negli otto mesi di operatività.
Sempre nell’ambito dei Servizi Finanziari il 2011 è stato
caratterizzato anche dall’acquisizione dell’intero capitale
sociale di Unicredit MedioCredito Centrale SpA,
realizzata nell’ambito del progetto promosso dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze per la realizzazione della
Banca del Mezzogiorno. I Servizi Assicurativi hanno
contribuito significativamente alla formazione dei ricavi:
Poste Vita, la Compagnia assicurativa del Gruppo, pur in
presenza di un mercato assicurativo in forte contrazione e che
ha risentito delle conseguenze della crisi economica e
finanziaria in atto, ha conseguito un importante risultato, con
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9.514 milioni di euro di premi emessi (9.501 milioni di euro
nel 2010), che le ha permesso di guadagnare ulteriori quote di
mercato, pari al 12,8% rispetto al 10,8% registrato nel 2010.
Nel 2011 PosteMobile, l’operatore di telefonia mobile virtuale
di Poste Italiane, prima azienda del settore postale al mondo a
entrare nella telefonia mobile con 3 milioni di SIM vendute
fino ad oggi, ha consolidato un risultato operativo positivo per
26,3 milioni di euro. Nel dettaglio, i ricavi da mercato
aumentano dello 0,1%, passando da 9.083 milioni del 2010
a 9.088, ed evidenziano un calo, definito “fisiologico”, dei
ricavi del settore postale (-156 milioni), cui si contrappone
un buon risultato dei servizi bancoposta(+179 milioni).
Quest'ultimo elemento è stato determinato grazie alla crescita
dei tassi di interesse riconosciuti sulla raccolta da conti
correnti obbligatoriamente impiegata presso il ministero
dell'Economia e delle finanze che, peraltro, ha comportato un
minore contributo da parte dell'operatività finanziaria. Quanto
ai servizi più strettamente postali, ancora un anno nero: i
volumi ed i ricavi del comparto corrispondenza e filatelia
sono scesi di 130 milioni di euro rispetto al 2010, da 3.855
a 3.725 (-3,4%), soprattutto per indescritta e direct
marketing. La componente ordinaria riferita ai costi del
personale connessi a salari, stipendi e oneri diversi si riduce
del 3,9%, scendendo da 5.624 milioni a 5.407, principalmente
per effetto di una riduzione dell'organico mediamente
impiegato, dell'assorbimento di fondi per oneri collegati al
costo del lavoro stanziati nel passato e non più necessari,
nonché per il minor ricorso all'utilizzo di contratti di lavoro a
tempo determinato. Maggiori costi, invece, riguardano
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l'incentivazione all'esodo ed il sostegno del reddito verso quei
dipendenti che, avendone titolo, hanno richiesto di risolvere il
rapporto di lavoro anteriormente alla maturazione dei requisiti
pensionistici (287 milioni contro 157). La crisi economicofinanziaria, l'apertura del mercato sui principi di una libera
concorrenza e la digitalizzazione delle comunicazioni
rappresentano i tre fattori principali che portano in sofferenza
il settore della corrispondenza. Secondo la società, il taglio ai
volumi è ascrivibile principalmente alla contrazione degli
invii di posta indescritta (-5,0%, equivalente a 132 milioni
di minori invii rispetto al 2010) e del direct marketing (6,1%, cioè 78 milioni). Su di essi hanno inciso, oltre alla
riduzione degli invii elettorali (-51 milioni di invii per la posta
indescritta, -14 per il direct marketing e -42 per la non
indirizzata, con un totale di 107 milioni di “buco” in dodici
mesi), la razionalizzazione delle spedizioni da parte dei
grandi clienti (aziende e Pubblica amministrazione). In
calo anche il comparto editoriale (-18,1%, corrispondente a
-122 milioni di invii rispetto al 2010), come esito del mutato
contesto normativo regolante il settore. I ricavi da mercato,
non comprensivi delle integrazioni per le campagne elettorali
(23 milioni di euro nel 2011 contro i 67 del 2010), ammontano
a 3.725 milioni, facendone registrare una diminuzione di 130
(-3,4%).
Il calo è stato in parte mitigato dalle spedizioni realizzate
nell'ambito del “XV Censimento nazionale delle famiglie e
delle abitazioni”, che hanno contribuito, alla voce “servizi
aggiuntivi”, con 63 milioni di pezzi lavorati e 75 milioni di
euro come ricavi.
“TENIAMOCI IN CONTATTO”
La Segreteria Regionale SLP/CISL Lombardia d’intesa con la tua Segreteria Territoriale sta
predisponendo una mailing‐list degli iscritti SLP‐CISL al fine di inviarTi in posta elettronica
notizie/informazioni riguardo l’attività sindacale, rassegna stampa, iniziative messe in atto da Poste Italiane
ed una seconda mailing‐list per inviare sms.
Utilizzando il server della CISL Nazionale assicuro che riceverai esclusivamente notizie sindacali e sms
privi di pubblicità, offerte commerciali ecc. ed i tuoi dati verranno utilizzati esclusivamente nel rispetto della
legge.
Se sei interessato/a a ricevere le nostre comunicazioni ti invito ad inviare la tua e‐mail, e se vuoi anche il
cellulare, al seguente indirizzo di posta elettronica:
[email protected]
Se sei sprovvisto di posta elettronica puoi fornirci (via fax) solo il numero di cellulare per ricevere notizie
tramite sms. Ricordati di indicare NOME, COGNOME e UFFICIO di APPLICAZIONE
Cordiali saluti
Giuseppe Marinaccio
Segretario Regionale
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Caro/a collega... la lettera a tutti gli iscritti
del Segretario Regionale Slp-Cisl Pino Marinaccio
Caro/a collega,
abbiamo ritenuto indispensabile in questo periodo intensificare i nostri sforzi attraverso questa iniziativa, per garantirti
tempestivamente le informazioni sull'attività della nostra organizzazione a tutti i livelli.
Soprattutto in questi momenti è importante sostenere con forza le azioni del sindacato per contrastare la volontà di chi
vorrebbe indebolire la rappresentanza dei lavoratori, dei cittadini, dei più deboli per operare a senso unico nell'interesse delle
proprie ragioni, senza tener conto dei sacrosanti diritti della persona.
Chi continua a sostenere che con il sindacato non si debba parlare dimostra grande debolezza e dà prova manifesta di
supponenza, non certo di democrazia. La strategia aziendale è quella di condizionare i singoli lavoratori per ottenere, in questo
confronto “impari”, interessi e disponibilità che prevaricano il diritto collettivo e le stesse tutele individuali. L'Azienda non
tiene conto dello scenario generale e fatica a trovare azioni mirate che dimostrino le capacità del nostro management di
fronteggiare la crisi. L'unica strada percorsa è quella della minaccia e del ribaltamento della responsabilità sui lavoratori.
Possibile che non si rendano conto che il lavoratore è la vera risorsa che va sostenuta, supportata, valorizzata e coinvolta
rispettandone la dignità e la competenza? Al contrario, invece, non si placa l'arroganza nella gestione/organizzazione del
settore Servizi Postali oramai allo sbando. L'azienda ne ha perso il controllo e “campa alla giornata” subendo continui attacchi
dai mass media per la scarsa qualità e inefficienza del settore, una condizione che penalizza fortemente anche quello finanziario
e commerciale della nostra azienda, favorendo la concorrenza.
Le lettere scritte direttamente dal Capo Divisione Servizi Postali a tutta la filiera, fino ai Responsabili dei CPD, assumono due
significati: la scarsa considerazione dei propri Responsabili ritenuti non in grado di trasmettere il pensiero aziendale (!!!) ed il
tentativo maldestro di anestetizzare la realtà, poiché è complicato spiegare come sia possibile che il servizio no “funzioni” in
presenza di un calo di corrispondenza e di un'eccedenza di personale. Nel settore Mercato Privati gli uffici soffrono per la
mancanza di personale, di strumenti e strutture idonee, ma soprattutto del fatto che la politica aziendale prosegue nel lanciare
segnali allarmanti e demotivanti, nel contempo agisce con input e pressioni che aumentano rischiosamente le responsabilità
individuali. Se lo stesso impegno, attenzione e interesse che è esercitato per “pretendere” il raggiungimento del budget delle
ferie fosse impiegato per... organizzare, progettare, pianificare.
La crisi continua a generare effetti negativi che incidono anche sulla nostra Azienda, ed è proprio in questi momenti che tutti
devono fare la propria parte: i lavoratori per quanto gli compete e il management nell'essere all'altezza delle proprie
responsabilità e dei compensi che percepisce. L'Azienda deve dimostrare con i fatti la Sua attenzione ai dipendenti e non
predicare solo “considerazione” nei confronti di chi lavora.
Non capiamo perché si continua a: “invogliare/plagiare colleghi senza garantirgli tutele”, “ad insistere nell'organizzare corsi di
formazione in orari penalizzanti”, “abbassare le valutazioni”, “non riconoscere i prolungamenti di orario”, non garantire le
pulizie negli uffici”, “m9inacciare trasferimenti...”, “chiudere gli uffici”, “assegnare ferie d'ufficio”, “praticare quotidiane
violazioni contrattuali”, “imporre il premio di risultato al ribasso”, “negare la consuntivazione delle attività”...
La sensazione è quella di vivere in uno stato di paralisi che evidenzia limiti nell'individuazione di iniziative positive
indispensabili per esprimere il grande potenziale di cui è dotata la nostra Azienda. Il nostro pensiero fisso è -e sempre saràquello della difesa del lavoro, della dignità della persona e dei suoi diritti, nel rispetto della tenuta aziendale.
Come Slp-Cisl sentiamo il peso della responsabilità che ci hai affidato e, quindi, delle scelte/posizioni che come
organizzazione abbiamo sostenuto in passato e faremo in futuro. I lavoratori, gli iscritti, sono al centro della nostra attività
quotidiana ed è per questo che ci sforziamo con ogni iniziativa possibile per tenerTi informato e aggiornato. In Lombardia
godiamo della fiducia di 10.000 iscritti. Un consenso importante per sostenere le nostre ragioni. Ci aspettano situazioni difficili
che dovremo affronatre insieme, come sempre, con partecipazione e passione, per evitare che l'interesse di pochi prevalga su
quello collettivo.
I Segretari, le Strutture territoriali, le RSU/RLS sono fortemente impegnati sul territorio, se Tu partecipi alla vita
dell'organizzazione certamente potremo fare di più e meglio. Da subito puoi aiutarci a coinvolgere i colleghi sulla opportunità
che gli offriamo di tenersi aggiornati attraverso la nostra organizzazione. Un cordiale saluto da tutta la struttura regionale
Grazie
Pino Marinaccio
Periodico della Segreteria Slp-Cisl Milano anno 12 Luglio 2012 numero 112
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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 12 Luglio 2012, numero 112
http://www.slp-cisl.it/milano/home.cfm
Elezioni RSU-RLS ottobre 2012:
dopo le “primarie” di giugno, che hanno delineato le liste e i
programmi Slp-Cisl, ti aspettiamo a settembre nella nuova
sede di via Benedetto Marcello 18 a Milano per
l'inaugurazione. Saremo tanti, tantissimi, perché il nostro
sindacato continua a crescere anche con il tuo consenso di
iscrizione e il tuo impegno nel sostenerlo!
Nell'augurarti delle Buone Vacanze, dopo un anno intenso di
lavoro tra mille difficoltà e poche soddisfazioni in termini di
riconoscimento e su cui ti promettiamo la nostra battaglia, ti
ricordiamo di iscriverti alle nostre mailing-list e su facebook e
twitter per fare in modo che sappia in tempo reale tutte le
notizie che riguardano le nostre iniziative per la categoria
Scrivici e mandaci i dati con la tua mail a [email protected]
La CISL nelle Poste
Oltre un terzo dei 140.000 lavoratori delle Poste
sono iscritti all'SLP-CISL.
Aderisci anche tu per rendere ancora più grande e
importante l'associazione!
La nuova sede di Milano è aperta da lunedì a venerdì
(ore 15.00 -19.00) in via Benedetto Marcello 18
(zona Corso Buenos Aires), raggiungibile con la
MM1, fermata'Lima' o con la MM 2, fermata
'Stazione Centrale'
Tel. 02.29528320 – fax 02.29528103
Periodico della Segreteria Slp-Cisl Milano anno 12 Luglio 2012 numero 112
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