Pisacco vs Romeo. Cercare 10 punti per capire chi vince la sfida del

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Pisacco vs Romeo. Cercare 10 punti per capire chi vince la sfida del
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Ristoranti (720)
Pisacco vs Romeo. Cercare 10
punti per capire chi vince la sfida
del futuro
Carlo Cracco. Sanremo e
la trippa sono i chiari
segnali che apre un
ristorante low cost
Vincenzo Pagano
Bancovino, sono food
blogger e apro un nuovo
locale a Roma
DI Vincenzo
Vincenzo Pagano
Pagano - CANALE Ristoranti - venerdì, 15 febbraio 2013 | ore 15:38
La felicità all'osteria
Rosso di Sera di
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San Valentino. Ristoranti
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Nuove aperture. Alterigo
a Milano per colazione e
pranzo, anche da asporto
Emanuele Bonati
Chiedersi se Pier Giorgio
Parini merita una laurea
in food cost e felicità
Vincenzo Pagano
Eataly Roma. A febbraio
la Trattoria de Gli Amici è
al terminal Ostiense
Scatti di Gusto
Roma. La via alla pizza
napoletana passa per la
Gatta Mangiona
Vincenzo Pagano
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Calabiana se ti viene
voglia di carne alla griglia
Christian Sarti
Ristorante cinese anti
crisi. Solo 5 dollari per
una stella Michelin
Il tema è come fare il ristorante del futuro, ma non quello del 2030, quello di domani che
la crisi in quest’anno di grazia 2013 morde e anche forte. I segnali di ripresa non sono
chiari. E parliamo delle previsioni del 2014. La Fipe registra da tre anni il saldo negativo fra
aperture e chiusure e il trend appare in costante crescita: -4057 nel 2009, -5.474 nel
2010, -8.857 nel 2011. Nel primo semestre 2012 il dato era a -4.473. L’indagine
congiunturale del IV trimestre 2012 è tutta in negativo rispetto allo stesso periodo del
2011. Se prendiamo il dato dei coperti, il 62,9% denuncia una flessione, il 24,7% è stabile
e il 12,4% è in crescita del IV trimestre rispetto al III, sempre del 2012.
Scatti di Gusto
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preparando Ricette Rock
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Pausa pranzo saporita.
Peperoni ripieni alla turca
nella schiscetta
Miss Schiscetta
17 Febbraio 2013 ore 15,21
Che i conti non tornino più, lo hanno dichiarato dolorosamente Paolo Lopriore, che ha
chiuso Il Canto della Certosa di Maggiano dopo 10 anni di attività e la cocente delusione
della perdita della stella Michelin nel 2010, e Luciano Lombardi, che dopo 11 anni ha
dovuto mettere la parola fine alla sua Osteria Vigna del Mar a Monopoli. Due modelli
differenti, due ubicazioni opposte, due stili differenti, ma stessa passione e purtroppo
eguale epilogo.
Per fortuna, non tutto gira per il verso storto. Ci sono i ristoranti pieni, per davvero, la cui
formula incuriosisce e attrae clienti “classici” e nuovi commensali che erano piuttosto
indifferenti alla causa gourmet e si ritrovano, loro malgrado, a mangiare molto meglio di
quanto facessero prima. L’uovo di Colombo. Conservare la clientela affezionata e scoprirne
di nuova, rassicurare i foodies con macchina fotografica e appunti a seguito e conquistare
chi conosce solo l’equazione ristorante=intrattenimento.
La settimana di Identità
Golose e la ricetta anti
crisi per i ristoranti
Francesca Loretti
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La migliore polenta e
salsiccia, o salsa, la fai
con questa ricetta
Milano e Roma sono diventati il riferimento di questo nuovo campionato, informale, poco
oppressivo, curato e che mutua esperienze di cucina alta per renderla più democratiche.
Sono esempi realtà distanti: Cascina Cuccagna a Milano con Nicola Cavallaro e Eataly
Roma con la scelta multipla e gli apporti di personaggi come Alessandro Frassica ‘Ino, i
fratelli Maioli, le osterie a rotazione che concentrano il pubblico anche sull’acquisto dei
prodotti.
Vincenzo Pagano
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Parmigiano in rete e
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Adriano Desideri
15 Febbraio 2013 ore 15,38
Pisacco vs Romeo.
Cercare 10 punti per
capire chi vince la sfida
del futuro
Vincenzo Pagano
2
I campioni, però, sono loro Pisacco e Romeo ossia Andrea Berton e Cristina Bowerman.
Strade un po’ diverse per arrivare ai due nuovi locali. Progetto cumulativo per Romeo
Chef&Baker che vede la cordata Bowerman+Spada+Rosciolix2 e nuovo inizio per Andrea
Berton che, dopo Trussardi, firma la logica di Pisacco affidando la conduzione delle cucine
a suoi uomini.
Le due formule di ristorazione del futuro hanno alcuni punti di contatto.
1.
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8.
9.
10.
Attenzione al concept architettonico che diventa funzionale al modello di business
Orario prolungato
Location
Polifunzionalità
Piatti da street food che funzionano come bandiera
Piatti da cucina alto di gamma che elevano dallo status di ristorante medio e quindi
anonimo
Incomprimibilità del format in una fascia di prezzo univoca
Servizio
Attenzione all’aspetto mediatico
Passione
Concept. Offrire subito al primo impatto la sensazione della novità strutturata e ragionata.
Il primo impatto non è quello che si ha arrivando al locale. Il ristorante del futuro deve
funzionare con un click: quello del web, del social, della condivisione. Le foto devono
parlare da sole senza lasciare allo scritto di un tweet o di una nota su Facebook possibili
interpretazioni errate. Pisacco, design Tiziano Vudafieri, murale Gabriella Ciancimino (voto
8) e Romeo, design Andrea Lupacchini (voto 9) lo fanno egregiamente.
Orario prolungato. E’ finita l’epoca del resto aperto solo 5 giorni a settimana e solo la
sera perché devo curare i miei 30 coperti. Questo possono permetterselo i grandi del
circus della Formula Uno che sono pochi sulla griglia. I nuovi ristoranti devono essere
sempre pronti. Pisacco apre alle 12 e chiude alle 15 per riprendere dalle 19 fino all’1 di
notte tutti i giorni esclusa la domenica (voto 8). Romeo fa meglio grazie alla formula che
combina gastronomia e ristorante: apre alle 9 e chiude alle 24 tuttiu i giorni escluso la
domenica. Ma a breve sarà aperto 7 giorni su 7 (voto 9 ).
Location. Pisacco è in netto vantaggio per la collocazione a Via Solferino che per Milano è
un luogo simbolico grazie anche alla sede del Corriere della Sera. Essere riusciti a mettere
le cucine in ambienti così stretti di passaggio è stata un’impresa che è valsa in termini di
appeal (voto 9). Prati a Roma non era esattamente un quartiere gourmet. Lo sta
diventando anche grazie a Romeo che può vantare un garage interrato (voto 8).
Polifunzionalità. La capacità di adattarsi alle richieste del cliente senza che sia
quest’ultimo a chiedere è fondamentale. Pisacco ha creato uno spazio informale con i tavoli
conviviali al piano terreno, ad esempio, e funziona per gli aperitivi. Ha anche il servizio wifi aperto che è sempre gradito (voto 8 1/2). Romeo ha il bar, ma solo con servizio al
tavolo, e la possibilità di attingere ai banconi del panificio (torta di mele, per dire) e di
consumare il tè delle cinque (li cura Alessandra Celi di Tè e Teiere anche con una miscela
dedicata) o una pausa a qualsiasi ora vi salti in mente. Oltre a poter fare la spesa (voto
9+).
Street Food. Non sono specializzati, in teoria, in street food ma i loro hamburger sono in
vetta a qualsiasi classifica che metta uno dietro all’altro cose edibili. L’hamburger Berton è
stratosferico per qualità della carne e per cedevolezza del pane (voto 9 +). L’hamburger
umami di Cristina Bowerman ti fa leccare le dita con quel suo stile fusion (voto 9). Sono i
piatti simbolo dei due locali in grado di infrangere il muro dei like, l’unico indicatore
quantitativo da prendere in considerazione.
Piatti di alta cucina. Per un confronto tra i piatti ho scelto il risotto. Molto buono il risotto
alla milanese con ragù di vitello che mi ha riportato alla mente l’eleganza dello stellato
risotto con midollo a un prezzo molto contenuto (12 !). Non sfigurerebbe in un bistellato
italiano (voto 9 -). Il piatto che non ti aspetteresti in un locale informale probabilmente ha
tra gli ingredienti il tartufo. Romeo lo ha in carta e lo puoi aggiungere ad alcuni piatti in
ragione di 20 ! per 8 grammi. Il risotto con animelle, burro di Isigny, parmigiano 60 mesi
e tartufo è una bella schioppettata alla contrapposizione alto-basso e al palato. Qui trova
fusione a un prezzo non modico (40 !) ma che non sfigurerebbe in uno stellato (voto 9 -).
Fascia di prezzo. Quanto costa mangiare in questi ristoranti? Dipende. Se hai voglia di un
solo piatto nessuno avrà da ridire. Un hamburger o una cena completa dipende da fame e
da budget. L’unica attenzione è verificare che il piatto sia disponibile anche a pranzo (è il
caso del risotto di Romeo). Perfetta la scelta delle “due taglie” di Pisacco per alcuni piatti
(anche se il calamaro alla plancia con crema di avocado e lime, buonissimo, l’ho preso in
taglia XL). Romeo offre la possibilità di un panino per 2 ! e rotti. Entrambi meritano il
massimo per la capacità di mettere a proprio agio i commensali di qualsiasi appetito (voto
9 +).
Servizio. Se vogliamo, è la vera nota dolente di questi format. Mantenere alti livelli
qualitativi con volumi di traffico elevato non è facile. Una scelta di mezzo (anche rispetto al
costo del personale) è necessaria, probabilmente. Le sale di Pisacco e di Romeo, però,
reagiscono bene alle richieste di una clientela variegata. Il rapporto con il cliente
paradossalmente è più importante che in uno stellato. In questi casi c’è più gente, più
rumore e più attesa (voto 7 1/2 per entrambi).
Comunicazione. Importantissima, come detto. I siti dei due ristoranti sono attraenti. Per
entrambi nota negativa della mancanza degli orari di apertura subito in home page. La
sezione gallery riesce a fornire un’idea del contesto e delle persone, ma non si capisce il
motivo dei formati piccoli e della mancanza di download facilitato delle foto: tutte occasioni
perse di renderle virale. Manca anche l’aspetto 2.0 di interazione ed è un peccato, mentre
è anacronistico prevedere la rassegna stampa e non i link ai siti e ai blog. Meglio le foto
ampie di Pisacco, bello il lettering di Romeo. I menu vanno aggiornati sempre (e al
momento della consultazione erano entrambi superati). Da Pisacco (voto 7 1/2) e Romeo
(voto 7) ti aspetteresti di più.
Passione. La componente che fa comprendere la trasversalità dell’offerta sia agli
appassionati di gastronomia che ai semplici avventori è declinata in maniera
contemporanea e senza fare copie più o meno verosimili del modello di riferimento, il
bistrot francese che sottende un rapporto molto diretto con il cliente. In effetti, più che
ristoranti potrebbero essere considerati luoghi del divertimento gastronomico. E’ questo
che promettono e lo mantengono con un gioco di calibrazione continua. Il segreto alla fine
è in chi dirige queste navicelle. E non per forza con una presenza fisica costante.
Dieci punti che possono fare la differenza tra un ristorante che va molto bene e uno che
arranca? O avrò dimenticato qualcosa?
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Roscioli, Andrea Berton, chi vince tra Roma e Milano, come sarà il ristorante del futuro, Cristina Bowerman, Fabio Spada, Milano,
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gastronomico indicibile
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2 commenti all'articolo: “Pisacco vs Romeo. Cercare 10 punti per capire chi vince la sfida del futuro”
1
nico aka tenente Drogo scrive:
15 febbraio 2013 alle 16:06
mai stato da Pisacco
l’ambiente, visto solo in foto, mi sembra bello e caldo
…. però non ha salumeria e panetteria, o sbaglio?
Rispondi
2
Emanuele scrive:
16 febbraio 2013 alle 10:08
Maledizione – urge trasferta romana per verificare di persona paragonare ecc ecc No, Pisacco non ha rivendita di salumi o altro – probabilmente un (piccolo) difetto, ma peraltro non ha nemmeno una libreria e una saletta
cinematografico-teatrale e chiosco di fiori, che appagherebbero una buona parte delle mie passioni (ok, sul boudoir sorvolo…) e che mi
convincerebbero a piantare una tenda nel loro giardino…
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