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Guerre stellari (Star Wars), di George Lucas, 1977-1983
Attenzione SPOILER
La saga è stata concepita, fin dall’inizio, in nove atti. I primi tre film furono
prodotti dal 1977 al 1983 e formarono la cosiddetta trilogia originale,
composta da: Guerre stellari-Una nuova speranza (Episodio IV), L'Impero
colpisce ancora (Episodio V), Il ritorno dello Jedi (Episodio VI). I primi tre
episodi (la cosiddetta trilogia prequel) sono stati prodotti da Lucas tra il 1999
e il 2005.
Nella trilogia originale, in un’epoca imprecisata, gli eroi della saga
(i “ribelli”) devono combattere il malvagio Impero Galattico, difeso dall’oscuro
Darth Vader, che ha ucciso quasi tutti i cavalieri Jedi. L’Alleanza Ribelle è
guidata dalla principessa Leia Organa, al cui fianco si schierano il giovane Luke Skywolker, il vecchio cavaliere Jedi, Obi Wan (“Ben”)
Kenobi e il contrabbandiere Han Solo, pilota dell’astronave Millennium Falcon, con il suo co-pilota, lo wookie Chewbacca.
- Nell’Episodio IV (il primo della trilogia originale: Una nuova speranza) troviamo la principessa Leia intenta a mettere fuori uso la Morte
Nera, una terribile arma di distruzione contro l’Alleanza ribelle. Anche se viene imprigionata, riesce a trasmettere le planimetrie della
Morte Nera nella memoria del piccolo droide C1-P8 che, accompagnato dal droide antropomorfo D-3BO, sbarca sul desertico pianeta
Totooine alla ricerca di Obi Wan Kenobi. I due droidi vengono avventurosamente in contatto con il giovane Luke Skywolker che,
rintracciato il vecchio Kenobi, accetta di apprendere da lui la via della Forza e di seguire la filosofia Jedi. Incontrando per viaggio Han
Solo e Chewbacca, i quattro si dirigono, con il Millennium Falcon, sulla Morte Nera. Qui Obi-Wan e Darth Vader si sfidano a duello, al
termine del quale il vecchio cavaliere Jedi decide di fondersi con la Forza, perdendo il suo aspetto materiale per diventare solo spirito.
Giunti sulla luna del pianeta Yavin, riunitisi ai ribelli e scoperti i punti deboli della Morte Nera, i nostri eroi sferrano l’attacco, per il cui
successo sarà determinante l’intervento di Luke che ha imparato ad usare la Forza.
- Nell’Episodio V (L'Impero colpisce ancora) Darth Vader, che si è salvato dalla distruzione della Morte Nera, riorganizza le armate
imperiali per sconfiggere definitivamente le forze ribelli. Luke, consigliato dallo spirito di Obi Wan Kenobi, si reca sul pianeta Dagobah,
dove verrà addestrato dal maestro Jedi Yoda. Nel frattempo Leia e Han Solo giungono a Cloud City, capitale del pianeta Bespin,
governata da Lando Carlissian. Qui trovano ad attenderli Darth Vader, di cui diventano prigionieri. Luke, corso in aiuto dei due amici,
intraprende un drammatico duello con Darth Vader, nel corso del quale perde una mano e scopre che questi è suo padre, un cavaliere
Jedi un tempo chiamato Anakin Skywolker, votato al lato oscuro della Forza dal Signore dei Sith. Lando Carlissian riesce a soccorrere
Luke e a liberare Leia, mentre Han viene imprigionato e venduto allo spietato Jabba the Hutt, creditore di Han.
- Nell’Episodio VI (Il ritorno dello Jedi) la principessa Leia, con Luke e le forze ribelli, si dirige sul pianeta Tatooine per salvare Han
Solo. Riusciti nell’impresa, scoprono però che l’Impero sta costruendo una nuova e più potente Morte Nera. Per impedirne l’uso occorre
disattivarne lo scudo spaziale di protezione, alimentato da un generatore sulla luna di Endor, abitata dagli Ewok. Qui Han, innamorato di
Leia, scopre che Luke e la principessa sono fratello e sorella. Mentre Leia, Han e Lando Carlissian sono impegnati nell’assalto alla
Morte Nera, Luke viene attirato da Darth Vader in un ultimo mortale duello, al cospetto dell’Imperatore Palpatine. Quando quest’ultimo,
con i poteri del lato oscuro della Forza, riesce sopraffare Luke, Darth Vader, che si trova nel dilemma di dover decidere tra i due lati
della Forza, con un gigantesco sforzo interiore salva Luke, uccide l’Imperatore e, per le ferite riportate nella lotta, muore tra le braccia
del figlio. Luke si ricongiunge con i suoi amici che, nel frattempo, sono riusciti a distruggere la Morte Nera.
<<Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo bene, se non esistesse
il male? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e
dalle cose. Ecco l’ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Vuoi forse
scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi e tutto quanto c’è di vivo per il tuo capriccio di
goderti la luce nuda? Sei sciocco>> [Bulgakov, Il Maestro e Margherita, 1966].
Le parole che Woland (il diavolo) rivolge a Levi Matteo, nel romanzo di Bulgakov, esprimono una profonda,
quanto tremenda verità, che affonda le sue radici nelle origini del pensiero mitologico e filosofico.
Quando Anassimandro (VII-VI sec. a.C.) dovette ipotizzare la legge con la quale dall’indistinto apeiron si
originavano tutte le cose dell’universo, questa fu la legge della separazione degli opposti (caldo/freddo,
secco/umido…) per mezzo della quale si generano gli infiniti mondi, che si succedono secondo un ciclo
cosmico eterno.
Il più consapevole teorico dell’impossibilità di separare gli opposti (quindi anche il Bene e il Male, la Forza
dal suo “Lato Oscuro”) fu Eraclito (VI-V sec. a.C.). Egli contestava al senso comune l’illusione che un
opposto possa esistere senza l’altro (il Bene senza il Male, la discesa senza la salita, la Luce senza le
Ombre…), poiché la legge segreta del mondo risiede proprio nella stretta connessione dei contrari che,
in quanto opposti, lottano tra loro, ma nello stesso tempo non possono stare l’uno senza l’altro, in quanto
esistono solo l’uno in virtù dell’altro: la sazietà in virtù della fame, la salute in virtù della malattia, la vita in
virtù della morte. Per Eraclito, quindi, la vita è lotta e opposizione, senza di cui non ci sarebbe l’essere.
Contro Omero, che aveva detto: <<Possa la discordia sparire tra gli dei e gli uomini>>, Eraclito obietta:
<<Omero non s’accorge che egli prega per la distruzione dell’universo, perché se la sua preghiera fosse
esaudita, tutte le cose perirebbero>>.
©Angelo Mascherpa
La coppia di opposti “luce/oscurità” fa la sua autorevole comparsa nella filosofia di Plotino (205-270 d.C),
nella quale il mondo viene spiegato come il prodotto dell’emanazione dell’Uno = Essere che, emanandosi, si
degrada fino al Non Essere = Materia.
L’Uno (Dio) è la luce, l’Intelletto è il sole, l’Anima la Luna. Il mondo corporeo deriva dall’azione dell’Anima
sulla materia, che si trova all’estremità inferiore della “piramide” dell’emanazione e che Plotino concepisce
negativamente come “privazione”. Essa è l’oscurità, che comincia dove termina la luce e, come tale, è non
essere e male.
Da un punto di vista antropologico e psicologico (quindi più vicino agli opposti personaggi-chiave di Star
Wars: Luke Skywalker / Darth Vader, e i loro “maestri”: Obi Wan Kenobi / Palpatine), il lato oscuro della
Forza sembra corrispondere all’archetipo junghiano dell’Ombra, che indica “l’altro lato” della personalità, il
“lato oscuro”, appunto, inconscio e indifferenziato, che si contrappone all’Io cosciente e con cui ogni uomo,
prima o poi, deve fare i conti. L’Ombra è il nostro “cuore di tenebra” (Joseph Conrad, Cuore di tenebra,
1902), l’insieme di quelle possibilità esistenziali che noi respingiamo, perché le consideriamo negative e
pericolose. <<L’Ombra costituisce la componente psicologica “animalesca” dell’inconscio collettivo che,
quando appare nella coscienza sotto forma di pensieri e di sentimenti moralmente e socialmente riprovevoli,
1
viene rimossa nell’inconscio personale>> .
Essa, però, come parte inferiore della personalità, è una parte della totalità della psiche, per cui la sua
negatività è tale poiché c’è una positività con la quale si confronta. Le profonde antipatie ingiustificate, per
esempio, sono quasi sempre il frutto della proiezione della propria Ombra e il riconoscimento di tale
proiezione costituisce la via maestra per la ricognizione della stessa. Il soggetto che rifiuta la propria Ombra
si condanna a vivere una vita parziale. Secondo Jung l'Ombra, abbandonata al negativo è “costretta” ad
avere una vita autonoma, senza alcuna relazione con il resto della personalità, rendendo altamente
problematica l’autentica maturazione dell'individuo, poiché quest’ultima comincia proprio con la ricognizione
e integrazione dell'Ombra.
Sembra proprio la condizione esistenziale di Darth Vader (servitore del “lato oscuro della Forza”), una volta
Anakin Skywolker, cavaliere Jedi allievo di Obi Wan Kenobi e padre di Luke. Chi ha visto tutta la “trilogia
originale” di Star Wars ha potuto seguire i dilemmi e le trasformazioni di Darth Vader (una sorta di Dottor
Jekyll e Mister Hyde), da “cattivo” assoluto nel primo episodio (Una nuova speranza), a padre “cattivo” di
Luke (dal cui influsso deve guardarsi lo stesso giovane cavaliere Jedi), ne L’Impero colpisce ancora, fino a
padre che si immola per salvare il figlio dall’Imperatore Palpatine, ne Il ritorno dello Jedi.
Lo stesso Jung ci fa notare che un uomo posseduto dalla propria Ombra inciampa costantemente nei
suoi errori; quando può preferisce fare un impressione sfavorevole agli altri; a lungo andare la buona sorte
è sempre contro di lui, poiché vive al di sotto del proprio livello e, nel migliore dei casi, raggiunge solo
quello che non gli compete e non gli concerne. Se non c'è alcun ostacolo in cui inciampare, egli se ne
costruirà uno apposta e poi crederà fermamente di aver fatto qualcosa di utile.
L’Ombra non riconosciuta o totalmente repressa, tende quindi a manifestarsi in modo indiretto in azioni
violente e crudeli. Essa diventa così l’incarnazione del male nel senso più ampio del termine, come nel caso
emblematico di Mister Hyde, nel romanzo di Robert Louis Stevenson, Il dottor Jekyll e mister Hyde (1908),
la perfetta immagine letteraria di questa dimensione umbratile e violenta che teniamo nascosta.
Secondo Jung: <<Dietro la maschera c’è lo specchio che mostra il vero volto. Questa è la prima prova di
coraggio da affrontare sulla via interiore, una prova che basta a far desistere, spaventata, la maggioranza
degli uomini. Infatti l’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli, alle quali si sfugge
proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria Ombra e
di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito: ha perlomeno fatto affiorare
2
“l’inconscio personale”>> .
Il Dottor Maurizio Capezzuto ci fa notare che Jung fornisce un’immagine della psiche come di una molteplice
corrente energetica che può sussistere in quanto esistono i poli (le differenze di potenziale) entro cui
l'energia stessa si stabilisce. Solo in tal modo l'energia che prima andava dispersa nell'Ombra non
riconosciuta o rifiutata diviene disponibile all'Io. L'Ombra è quel che di noi non può essere risolto in valore
collettivo, essa si oppone ad a ogni valore universale, costituendo così la base della vera individualità, della
la singolarità irripetibile. Nell'istante in cui l'uomo accetta nella propria dinamica psichica l'Ombra egli accetta
di individualizzarsi. Dal punto di vista di una morale collettiva, l'integrazione dell'Ombra permette la
fondazione di un'etica individuale in cui i valori universali vengono perseguiti in quanto vengono
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continuamente rapportati al singolo, o meglio all'elemento individuale della personalità .
1
Andrea Sani, Il cinema tra storia e filosofia, Le Lettere Firenze, 2002, p. 172
C. G. Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri, Torino, 1977, pp.38-39
3
Da: http://www.my-personaltrainer.it/salute/ombra.html
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©Angelo Mascherpa