Premessa al curricolo del professionale
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Premessa al curricolo del professionale
I.I.S.S. N. GARRONE IL CURRICOLO PER COMPETENZE DELL’ISTITUTO PROFESSIONALE “N. GARRONE” Dirigente Scolastico: prof. Antonio Francesco DIVICCARO Responsabile del curricolo: prof.ssa Federica RIZZO 0 1. PREMESSA L a dispersione dei potenziali di apprendimento dei soggetti in formazione è una delle problematiche più urgenti ed attuali con cui la scuola continua a confrontarsi all’interno del difficile orizzonte economico, sociale e culturale, per individuare i propri ambiti di responsabilità e di intervento sia a livello centrale, sia a livello locale. In Puglia, in particolare, l’innalzamento dei livelli di istruzione degli studenti, anche alla luce degli esiti delle indagini OCSE-PISA ed Invalsi sul livello di competenza dei quindicenni, costituisce un obiettivo fondamentale per la crescita economica e sociale della Regione e necessita di un’attività di riflessione da parte di tutte le istituzioni scolastiche. Con tali premesse, il lavoro di ripensamento e rielaborazione del curricolo del nostro Istituto si è reso indispensabile non solo per fornire risposte a numerose sollecitazioni a livello nazionale ed internazionale, ma anche come attività di autoriflessione finalizzata alla promozione di un’Offerta Formativa adeguata alle esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell’occupazione. Gli organi collegiali hanno ritenuto opportuno non attendere iniziative di formazione centralizzate ma hanno preferito utilizzare le risorse messe a disposizione dai fondi strutturali (P.O.N. obiettivo B azione B 1 e B4) per approfondire le caratteristiche più rilevanti degli attuali scenari normativi prima ancora dell’emanazione della riforma che stenta ancora a trasformarsi in prassi di sistema. Il solo dato di carattere normativo non basta, infatti, a creare motivazione e disponibilità al cambiamento; per questo sono stati affrontati, parallelamente, gli aspetti metodologici e didattici del fare scuola nel rinnovato contesto sociale. L’attività, finalizzata ad una modifica della prassi didattica, alla condivisione di un metodo di lavoro incentrato sul compito reale, all’elaborazione di un prodotto finale consistente appunto in un curricolo d’istituto centrato sulle competenze, è stata impostata sul metodo della ricerca-azione secondo le fasi di riportate: 1 a.s. 2008-2009 .s. 2009-2010 a.s. 2010-2011 RICERCA-AZIONE SUL CURRICOLO DEL BIENNIO DELL’ISTITUTO PROFESSIONALE RIFLESSIONE E SPERIMENTAZIONE SULLE COMPETENZE TRASVERSALI ELABORAZIONE DEGLI STRUMENTI VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE Riflessione sugli scenari relativi all’elevamento dell’obbligo e analisi degli orizzonti culturali (Quadro Europeo delle Qualifiche per l’apprendimento permanente, Strategia di Lisbona, Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue). Alfabetizzazione su conoscenze – abilità – competenze. Individuazione dei nodi strutturali dell’elaborazione di un curricolo per competenze. Strutturazione dei dipartimenti secondo quanto previsto dal D.M. 22 agosto 2007 n. 139. Elaborazione all’interno dei dipartimenti del curricolo per assi relativo al biennio iniziale. Approfondimento delle competenze chiave di cittadinanza e trasversali. Progettazione e valutazione per competenze. Esempi di applicazione didattica delle competenze trasversali. Sperimentazione della programmazione per competenze sulle classi prime. Elaborazione da parte di un gruppo operativo di ricerca-azione di una prova competenze rivolta alle classi seconde. Rivisitazione del curricolo d’Istituto alla luce della pubblicazione del Regolamento recante norme concernenti il Riordino degli Istituti Professionali (D.P.R. 15 marzo 2010, n.87) e relativi allegati. Rielaborazione del P.E.I./P.d.V. (strutturato sul modello antropologico dell’I.C.F.) in base al Curricolo d’Istituto e curvato sulle conoscenze, abilità e competenze degli studenti con bisogni educativi speciali. Revisione del curricolo d’Istituto (biennio iniziale - secondo biennio - quinto anno) ed elaborazione di un modello di progettazione disciplinare per competenze e di un modello di programmazione per competenze del Consiglio di Classe (Contratto formativo) in linea con l’approccio metodologico del riordino degli istituti professionali. Nuova revisione del curricolo d’Istituto alla luce della pubblicazione delle Indicazioni Nazionali riferite al DPR 15 marzo 2010, n. 89 e allegate al D.M. 7 ottobre 2010 n. 211. Rimodulazione dei dipartimenti funzionali alla revisione del curricolo in ottica multidisciplinare. Approfondimento del PECUP. Revisione delle competenze chiave di cittadinanza relative al biennio iniziale, al secondo biennio e al quinto anno. Elaborazione di un protocollo di valutazione d’istituto 2 aa.s.s. 2011-2012; 2012-13; 2013-14 a.s. 2014-2015 AGGIORNAMENTO DEGLI STRUMENTI Nuova revisione del curricolo d’Istituto con la prima stesura del curricolo del liceo artistico. Condivisione di percorsi multidisciplinari da parte dei dipartimenti ed elaborazione dei protocolli di accoglienza per: gli studenti con disabilità gli studenti con DSA gli studenti stranieri. Nuova revisione del curricolo d’Istituto strutturato per assi, ispirato ad una impostazione di primo biennio, secondo biennio e quinto anno ma elaborato per ogni annualità e declinato in termini di competenze, abilità e conoscenze. AGGIORNAMENTO DEGLI STRUMENTI 3 2. I RIFERIMENTI NORMATIVI I riferimenti normativi che hanno dettato il passaggio da una didattica per obiettivi ad una didattica per competenze sono stati i seguenti: D.M. 31 maggio 2006 n. 4018/FR sospensione del D.M. n. 775/06 relativo all’innovazione dei percorsi di istruzione secondaria superiore così come previsti dal D.Lgs. n.226/2005. L. 27 dicembre 2006 n. 296 (art.1) Comma 622: elevamento decennale dell’obbligo di istruzione con finalizzazione al conseguimento di un titolo di studio di scuola superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Comma 624: prosecuzione dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all’art. 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. Comma 632: istituzione dei “Centri provinciali per l’istruzione degli adulti”. L. 2 aprile 2007 n. 40 (art. 13) Comma 1: reinserimento degli Istituti Professionali nel sistema di istruzione secondaria Superiore statale. Comma 2: istituzione dei poli tecnico-professionali tra gli istituti Professionali e le strutture di formazione professionale. D.M. 22 agosto 2007 n. 139 Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione con l’individuazione degli assi culturali e delle competenze chiave di cittadinanza. D.P.R. 15 marzo 2010 n. 87 Regolamento recante norme per il riordino degli Istituti professionali, a norma dell’art. 64 comma 4 del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2008 n. 133. Direttiva 28 luglio 2010 n. 65 Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli Istituti Professionali, come previsto all’articolo 8 comma 6 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 87. DPR 22 giugno 2009 n. 122 Regolamento sulla valutazione Il decreto ministeriale n. 139/2007, con l’innalzamento dell’obbligo, mira alla lotta alla dispersione e a combattere il disorientamento ed il disagio giovanile; attua gli impegni assunti a livello europeo con la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente; punta espressamente al conseguimento di un titolo di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età (assolvimento del diritto/dovere di cui al D.lgs. 76/05). I saperi e le competenze per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione sono riferiti ai quattro assi culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico–tecnologico, storico-sociale) e costituiscono la trama per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione delle competenze chiave che preparino i 4 giovani alla vita adulta e siano la base per consolidare e accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento permanente, anche ai fini della futura vita lavorativa. Le competenze sono state intese non come una versione riduttiva del saper fare ma come un sapere esperto ad ampio spettro che conferisce senso autentico e motivante alle “cose apprese e utilizzate”. Al contempo i saperi, nel rispetto della diversità relativa ai vari indirizzi, devono potersi concentrare, in primo luogo, su conoscenze chiave irrinunciabili apprese in modo serio e generative di nuovo apprendimento. La novità risulta, dunque, quella di rivolgere il sapere disciplinare al raggiungimento di tali competenze, di cui occorre sperimentare anche la certificabilità. Sono le scuole quindi a realizzare e non ad applicare l’innovazione in relazione agli assi culturali considerati strategici e alle competenze chiave. L’istituto Garrone, in quanto scuola autonoma,ha cercato di interpretare l’innovazione non nel senso di una mera applicazione delle norme richiamate, ma come la realizzazione di strumenti e prassi didattiche coerenti con l’individuazione degli assi culturali e l’acquisizione delle competenze chiave. Conoscenze, abilità e competenze possono essere così sintetizzate: Conoscenze Indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; sono descritte come teoriche e/o pratiche. Abilità Indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti). Competenze Indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. Se si utilizza la metafora dell’architettura tra le parti che determina la solidità di un edificio, si può sintetizzare il processo di apprendimento con questa immagine che rimanda chiaramente a un ordine, a una relazione stabile e precisa, a un’architettura tra gli elementi e le parti che costituiscono l’insieme medesimo. Questo rinvio privilegiato all’organizzazione e all’architettura è importante perché indica chiaramente l’esigenza che la scuola si contrapponga a quella tendenza a un approccio caotico e disordinato all’informazione e alle sue fonti che contraddistingue sovente le modalità di fruizione della rete e della sterminata ricchezza di materiali che essa rende disponibili. 5 Non solo. La didattica per competenze manda definitivamente in soffitta gli approcci estemporanei all’insegnamento, di sovente accompagnati da un appiattimento sui contenuti espressi nel testo in adozione. Le conoscenze rappresentano, infatti, il mezzo e non il fine per sviluppare una competenza professionale e un’autonomia di azione e pensiero critico. Morin sottolinea questo concetto ne “la testa ben fatta”: “Come afferma ottimamente Durkeim, l’oggetto dell’educazione non è dare all’allievo una quantità sempre maggiore di conoscenze, ma è costituire in luiuno stato interiore profondo, una sorta di polarità dell’anima che l’orienti in un senso definito, non solamente durante l’infanzia, ma per tutta la vita. Ciò significa indicare che imparare a vivere richiede non solo conoscenze, ma la trasformazione, nel proprio essere mentale, della conoscenza acquisita in sapienza e l’incorporazione di questa sapienza per la propria vita”. 6 3. IL DECRETO SULL’INNALZAMENTO DELL’OBBLIGO NEL PANORAMA INTERNAZIONALE C ompetenze, abilità e conoscenze fanno riferimento al Quadro europeo dei Titoli e delle Qualifiche E.Q.F. (European Qualification Framework), approvato definitivamente il 23 aprile 2008 e strutturato in otto livelli, che permette di descrivere e confrontare le qualifiche e i titoli dei diversi sistemi di istruzione e formazione dell'Unione Europea, rendendo più facile la libertà di movimento dei lavoratori. Le conoscenze, le abilità e le competenze del Quadro Europeo delle Qualifiche, indipendentemente dal sistema in cui vengono acquisite, sono relative ai risultati dell'apprendimento e coprono l'intera gamma dei Titoli e delle Qualifiche, da quella ottenuta al termine dell'istruzione e formazione obbligatoria a quelle conseguite ai più alti livelli accademici. Gli assi culturali allegati al D.M. 139/2007 pensano e progettano un biennio unificato nelle prospettive educative, ma differenziato negli sviluppi verso gli indirizzi, che intersechi conoscenze, abilità e competenze con le otto competenze chiave di cittadinanza, che a loro volta si intrecciano con le competenze per l’apprendimento permanente (comunicazione nella madrelingua, comunicazione in lingue straniere, competenza matematica e competenze di base in campo scientifico e tecnologico, competenza digitale, imparare ad imparare, competenze sociali e civiche, senso di iniziativa e di imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturale). Il Decreto ha recepito altresì le suggestioni del Consiglio Europeo di Lisbona del 23 – 24 marzo 2000, che poneva l’accento sull’occupazione, sulle riforme economiche e sulla coesione sociale: il volano per il progresso doveva essere rappresentato dalla triade formazione–ricerca–produzione. Il Consiglio europeo invitava pertanto gli Stati membri, ad avviare le iniziative necessarie nell'ambito delle proprie competenze, per conseguire gli obiettivi seguenti: *…+ un sostanziale aumento annuale degli investimenti pro capite in risorse umane; il numero dei giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno assolto solo il livello più basso di studi secondari e che non continuano gli studi né intraprendono altro tipo di formazione dovrebbe essere dimezzato entro il 2010; le scuole e i centri di formazione, tutti collegati a Internet, dovrebbero essere trasformati in centri locali di apprendimento plurifunzionali accessibili a tutti, ricorrendo ai mezzi più idonei per raggiungere un'ampia gamma di gruppi bersaglio; tra scuole, 7 centri di formazione, imprese e strutture di ricerca dovrebbero essere istituiti partenariati di apprendimento a vantaggio di tutti i partecipanti; un quadro europeo dovrebbe definire le nuove competenze di base da fornire lungo tutto l'arco della vita: competenze in materia di tecnologie dell'informazione, lingue straniere, cultura tecnologica, imprenditorialità e competenze sociali; dovrebbe essere istituito un diploma europeo per le competenze di base in materia di tecnologia dell'informazione, con procedure di certificazione decentrate, al fine di promuovere l'alfabetizzazione "digitale" in tutta l'Unione; entro il 2000 dovrebbero essere individuati i mezzi atti a promuovere la mobilità di studenti, docenti e personale preposto alla formazione e alla ricerca, sia utilizzando al meglio i programmi comunitari esistenti (Socrates, Leonardo, Gioventù) eliminando gli ostacoli, sia mediante una maggiore trasparenza nel riconoscimento delle qualifiche e dei periodi di studio e formazione; dovrebbero altresì essere adottati provvedimenti per rimuovere entro il 2002 gli ostacoli alla mobilità dei docenti e attirare docenti di alto livello; dovrebbe essere elaborato un modello comune europeo per i curriculum vitae, da utilizzare su base volontaria, per favorire la mobilità contribuendo alla valutazione delle conoscenze acquisite, sia negli istituti di insegnamento e formazione che presso i datori di lavoro. COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA IMPARARE AD IMPARARE PROGETTARE COMUNICARE COLLABORARE E PARTECIPARE AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE RISOLVERE PROBLEMI INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI I cardini del nuovo A sapere sono, pertanto, l’alfabetizzazione e l’educazione alla cittadinanza, CQUISIRE E INTERPRETARE LE INFORMAZIONI tutt’altro che nuovi se si pensa che già Montesquieu diffondeva il concetto di individuo inclusivo: 8 “Se sapessi che qualcosa può essere utile a me, ma dannoso alla mia famiglia, lo scaccerei dalla mente. Se sapessi che qualcosa può essere utile alla mia famiglia, ma non alla mia patria cercherei di dimenticarla. Se sapessi che qualcosa può essere utile alla mia patria, ma dannosa all’Europa, o utile all’Europa, ma dannosa al genere umano, la considererei come un crimine”. L’educazione alla cittadinanza, che è parte integrante del curricolo d’istituto, sintetizza l’esperienza di ricerca-azione effettuata in qualità di Scuola Polo per la Legalità negli anni scolastici 2007/08, 2008/09, 2009/10, che ha portato, tra l’altro, alla revisione e omogeneizzazione dei Regolamenti delle sanzioni disciplinari delle 33 scuole afferenti alla rete e all’approfondimento degli elementi del curricolo finalizzati all’acquisizione del senso di comunità e del rispetto delle regole. Il D.M. 139 è un tentativo di risposta, infine, alle esigenze relative alla comparazione dei saperi nella società globale, come richiesto dai framework OCSE PISA (Programme for International Student Assessment) per misurare l'alfabetizzazione funzionale dei giovani al termine del percorso scolastico obbligatorio (15 anni) relativamente a lettura, matematica e scienze e definita con il termine Literacy. Il concetto di Literacy, intesa come padronanza di un determinato dominio culturale a livello adeguato da consentire una partecipazione attiva alla vita sociale, è stato concepito al fine di misurare non gli apprendimenti scolastici, ma le capacità di utilizzare gli stessi in un contesto di vita reale, per realizzare la propria identità di persona, cittadino e lavoratore. Si registra tuttavia un interesse crescente da parte dei sistemi scolastici nazionali al suo utilizzo, per garantire alla scuola un baricentro fondato non sulla mera trasmissione di conoscenze ma sulla loro finalizzazione formativa. Le prove OCSE PISA per le quali l’Istituto è stato prescelto per l’ effettuazione della “prova sul campo” non forniscono, quindi, un campionamento nazionale delle conoscenze e dei processi di pensiero propri di diverse discipline e di diversi curricoli, ma identificano e descrivono quegli elementi, comuni ai diversi curricoli e alle diverse discipline scientifiche, che effettivamente rendano i giovani capaci di affrontare i problemi legati a una vita quotidiana sempre più dipendente dalla tecnologia e in cui rischi e soluzioni sono sempre più interdipendenti e globalizzati.1 1 A partire dall’indagine 2003, accanto a lettura, matematica e scienze, è stato introdotto un quarto dominio di contenuto, il problem solving inteso come “la capacità dell’individuo di mettere in atto processi cognitivi per affrontare e risolvere situazioni reali e interdisciplinari, per le quali il percorso di soluzione non è immediatamente evidente e nelle quali gli ambiti di competenza o le aree curricolari che si possono applicare non sono all’interno dei singoli ambiti della matematica, delle scienze o della lettura”. 9 4. IL RIORDINO NELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA C osì come esplicitato dal D.P.R. 15 marzo 2010 n. 87, l’identità degli Istituti Professionali è connotata da una solida base culturale a carattere scientifico e tecnologico, acquisita attraverso saperi e competenze sia dell’area di istruzione generale sia dell’area di indirizzo. Le Linee Guida per il passaggio al nuovo ordinamento esplicitano che il peso dell’area di istruzione generale è maggiore nel primo biennio dove svolge un’azione formativa, mentre decresce nel secondo biennio e nel quinto anno per lasciare il posto ad esperienze di professionalizzazione e alternanza scuolalavoro. Fra le parole chiave che connotano gli istituti professionali, spiccano: la laboratorialità, intesa come metodologia del learning by doing e che consente di apprendere in modo attivo, coinvolgente, significativo ed efficace (p.7). le menti d’opera, che richiama i docenti alla necessità di realizzare percorsi di apprendimento utili, significativi e radicati nella tradizione imprenditoriale italiana ribadendo il principio dell’equivalenza formativa del percorso del nuovo ordinamento nell’ambito del secondo ciclo di istruzione e formazione. È confermata, infatti, la durata quinquennale dei percorsi, che porta al conseguimento di un diploma di scuola secondaria di secondo grado. la professionalità, ovvero la valorizzazione della cultura del lavoro intesa nella sua accezione più alta e nobile di appartenenza ad una comunità professionale che agisce in maniera positiva sulla società nel rispetto di norme etiche e giuridiche collettive. Per quanto concerne i metodi e le metodologie di insegnamento/apprendimento Le Linee Guida ribadiscono i metodi induttivi, le metodologie partecipative, la didattica laboratoriale, l’uso diffuso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, il ricorso frequente a metodologie progettuali e si sottolinea l’importanza del raccordo tra scuola e mondo del lavoro attraverso le visite aziendali, gli stage, alternanza scuola- lavoro. Le scelte operate dall’istituto in tal senso si sono orientate intorno . 10 Le scelte effettuate dall’Istituto, rinnovando la propria identità in un contesto socio-economico trasformato, si sono orientate verso l’approfondimento dell’apprendimento cooperativo e della didattica laboratoriale. La prima, forse la più importante, ha riguardato la rivisitazione dei dipartimenti, con l’accorpamento dell’asse matematico con quello scientifico (unificato per l’esiguità delle discipline afferenti e comprensivo della componente tecnologica come più affine ai linguaggi matematici). I dipartimenti sono stati così rinominati: ASSE DEI LINGUAGGI; ASSE MATEMATICO-SCIENTIFICO-TENOLOGICO; ASSE STORICO GIURDICO-ECONOMICO E TECNICO-PROFESSIONALE. Un quarto asse, denominato ASSE DELL’INCLUSIONE, affronta nello specifico le tematiche relative alla disabilità adattando le scelte curricolari alle esigenze individualizzate degli studenti con bisogni educativi speciali, avvalendosi dell’esperienza decennale maturata in questo settore dall’Istituto, Centro Territoriale per l’inclusione (CTI). L’asse dei linguaggi ha elaborato competenze linguistico-espressive estendendole a testi continui e non continui, con un’attenzione precipua alla multimedialità, secondo quanto fatto oggetto di testing da parte delle indagini OCSE–PISA e Invalsi. L‘apprendimento della lingua straniera è stato avvicinato alla quotidianità comunicativa, con una predilezione per la comprensione e produzione orale sulla produzione scritta. L’asse matematico–scientifico–tecnologico ha elaborato un percorso di apprendimento volto non solo al potenziamento delle abilità di calcolo generali, ma anche all’approccio per problemi e all’acquisizione del metodo scientifico per interpretare i fenomeni relativi all’ambiente naturale. L’introduzione dell’informatica ha permesso di progettare percorsi in cui gli elementi scientifici fungano da base epistemologica alle applicazioni tecnico-informatiche. L’asse storico- giuridico e tecnico-professionale, che agisce in stretta collaborazione con gli altri due, garantisce la peculiarità dei percorsi di indirizzo, preservando la specificità relativa alle diverse opzioni dei servizi commerciali che il riordino sembra avere, almeno in parte, snaturato. Il curricolo elaborato orienta al lavoro e al proseguimento degli studi, progetta contesti di apprendimento in cui gli alunni utilizzano praticamente le conoscenze, le abilità e le competenze acquisite, sperimenta attività di professionalizzazione, alternanza scuola-lavoro, impresa formativa simulata. In quest’ultimo sono confluite le discipline di indirizzo e quelle a taglio sociale (diritto e storia) a garanzia di un approccio olistico, critico e responsabile alle tematiche lavorative. 11 Tutti gli assi hanno elaborato le competenze chiave di cittadinanza per il biennio e il triennio che costituiscono parte integrante della programmazione curricolare. Questa proposta di curricolo è suscettibile di modifiche e integrazioni, a partire dal profilo degli istituti professionali contenuto nell’allegato B del D.P.R. 15 marzo 2010 n. 87 (indirizzi, profili, quadri orari e risultati di apprendimento del settore servizi). 12 5. IL CURRICOLO NEL P.O.F. I l curricolo realizzato è la mappa, utilizzata da docenti e studenti, che dà direzione e traguardo al processo di apprendimento, costituisce intenzionalità programmatica, definisce contenuti, metodi, tempi e luoghi al percorso scolastico. L’idea didattica di curricolo ha trovato un’organica e compiuta definizione nell’art. 8 del DPR 8 marzo 1999 n. 275. Il suo indiscutibile pregio metodologico è quello di allestire due “inediti” tavoli curricolari: sul primo tavolo trova posto la “quota nazionale” del curricolo - formalmente definita dal Ministero dell’Istruzione tramite il riordino e le successive Linee guida - sul secondo tavolo trova posto la “quota locale” del curricolo - definita dal collegio dei docenti quale parte costitutiva della propria identità. Curricolo e P.O.F. si configurano come zone di intersezione e di “incontro” tra centro e periferia, dal momento che le Linee giuda forniscono l’indirizzo generale intorno al quale realizzare una scuola a “misura” degli alunni, che vanno “ascoltati” nelle loro dimensioni di sviluppo affettivo-emotive, cognitive, etico-sociali e “rispettati” nelle loro diversità di genere, ceto, etnia, ecc. La scuola del programma lascia il campo definitivamente a quella del curricolo: con questo irrinunciabile proponimento didattico l’esperienza realizzata dall’istituto cerca di mettere in soffitta la logica burocratica e immobilistica dei Programmi, simbolo di una scuola centralistica dai “saperi” impassibili nei confronti del mondo reale, per lavorare sugli indirizzi, sui profili in uscita dell’istituto e sulle relative competenze. 13 Il nostro curricolo si trasfonde nel P.O.F. costituendo l’ispirazione delle sue Linee Guida di seguito riportate: Favorire il benessere degli studenti e la piena realizzazione dello "stare bene a scuola" attraverso uno sportello di ascolto rivolto ad alunni, docenti e genitori. Proseguire l’attività di sostegno allo studio e degli aspetti motivazionali per ridurre ulteriormente il tasso di dispersione. Raggiungere i traguardi di competenze attraverso interventi a sostegno delle competenze disciplinari e trasversali di base definite dal D.P.R. 139/2007 (regolamento sul nuovo obbligo di istruzione recante le indicazioni nazionali sulle competenze, abilità e conoscenze al termine dell’obbligo scolastico), recepite dal D.P.R. 87/2010, esplicitate nelle linee guida relative agli istituti professionali firmate in data 28/07/2010 e contenute nel curricolo d’istituto. Perseguire una valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli studenti trasparente ed omogenea in base a criteri condivisi nell’ambito dei dipartimenti e inseriti nel P.O.F. (certificazione delle competenze in uscita, eventuali certificazioni ECDL, ADOBE, TRINITY COLLEGE). Valorizzare l’area di professionalizzazione intesa come scelta vocazionale del curricolo d’istituto, puntando sulla realizzazione di stage in azienda in Italia e all'estero, di progetti di alternanza scuola-lavoro, di attività che arricchiscono il curricolo professionale dello studente (incontri con esperti esterni, visite in azienda, visite e viaggi all'estero, approfondimento delle lingue straniere). Promuovere competenze personali, interpersonali e interculturali che consentano di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa. La “competenza civica” di cui si fa carico l’intero C.d.C. promuove le competenze chiave di cittadinanza, attraverso la partecipazione attiva e democratica alla vita scolastica e l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali. Potenziare l’informatizzazione del processo di insegnamento-apprendimento attraverso l’utilizzo della LIM nella didattica quotidiana e il sostegno della certificazione informatica (ECDL e ADOBE). Attivare iniziative di formazione in servizio per i docenti al fine di implementare un’offerta formativa attenta alle richieste dell’utenza e alle indicazioni nazionali e internazionali. Per raggiungere i traguardi di competenza previsti, è stata predisposta un’attività di accoglienza di inizio d’anno per la classi prime con prove per competenza che consentono una valutazione diagnostica delle situazioni di partenza, per implementare percorsi formativi finalizzati all’acquisizione e al consolidamento delle competenze di base e agevolare il passaggio tra scuole di grado diverso e preparare i giovani al mondo del lavoro. L’accoglienza favorisce la conoscenza del nuovo ambiente e, contestualmente, ha consentito di svolgere un’attività di testing delle conoscenze e competenze degli alunni iscritti alle classi prime, realizzando così una premessa per i successivi lavori della commissione per la formazione delle classi. Lavorare per competenza consente, inoltre, l’apprendimento autentico, che si basa su ciò che avviene nel mondo reale. Esso si concentra su fatti autentici e vede gli studenti coinvolti nella risoluzione di problemi complessi, al fine di trovare loro soluzioni più adeguate. Nell'apprendimento autentico vengono utilizzate delle metodologie quali: giochi di ruolo, studi di casi, apprendimento collaborativo, attività di peer-education. 14 Individuate le competenze, la riflessione si è spostata inevitabilmente sul metodo. Un’attività di formazione sulle basi epistemologiche e sugli assunti teorici dell’apprendimento cooperativo ha rappresentato una risposta alla necessità dell’uso del laboratorio come metodologia di apprendimento (linee guida p. 26) in quanto consente di attivare processi in cui gli alunni diventano protagonisti del sapere. I piani di formazione realizzati nei precedenti anni scolastici hanno previsto l’approfondimento dell’uso delle LIM nella didattica quotidiana ed una riflessione sulla valutazione e certificazione delle competenze. Ripensare i saperi, rinnovando le metodologie, impone infatti una profonda riflessione sulle modalità di valutazione, dal momento che fare valutazione formativa implica una revisione fondamentale di carattere metodologico, didattico ed organizzativo che investa l’intero Piano dell’Offerta Formativa. Oggi più che mai, a fronte di scenari in continua evoluzione, deve essere alto il livello di autonomia e decisionalità della scuola: confrontarsi sugli essenziali della valutazione, significa, da sempre, toccare le corde più profonde del sistema di istruzione, corde che riguardano non solo il versante nazionale ma sempre più anche quello internazionale tenendo sempre presente che il senso profondo della valutazione e il vero compito del “docente che valuta” sono quelli di orientare e non di selezionare. 15 6. CONCLUSIONI I l passaggio dalla scuola dei contenuti a quella delle competenze per la vita è ancora oggetto di un lavoro di mediazione culturale da parte degli organi collegiali al fine di “intellettualizzare” l’esperienza personale degli studenti in aula, in laboratorio, in alternanza scuola-lavoro, nell’area di professionalizzazione, ma anche in contesti informali e non formali, adattandola ai diversi modelli conoscitivi sociali e culturali. L’esperienza di ricerca-azione condotta si è avvalsa della collaborazione di formatori con competenze riconosciute a livello nazionale e di Dirigenti e docenti con comprovata esperienza nella sperimentazione didattica e metodologica, di seguito elencati: Mario AMBEL, docente formatore, direttore della rivista “INSEGNARE”, autore di vari saggi. Maria Rita SALVI, Dirigente Scolastico, formatrice DIR Scuola, autrice di vari saggi. Katy Green, formatrice di livello internazionale sull’apprendimento cooperativo. Isabella GHILARDUCCI, docente esperta di “cooperative learning”. Paola DE BERNARDI, docente esperta di “cooperative learning” e traduttrice delle opere dei proff. Norm Green e Cathy Green. L’attività condotta ha prodotto una prassi didattica che si avvale di strumenti operativi pensati e maturati all’interno dei Dipartimenti e socializzati e deliberati nel Collegio dei docenti che vengono qui elencati: curricolo d’Istituto strutturato in assi disciplinari e competenze trasversali (competenze chiave di cittadinanza, cittadinanza e costituzione); modello di programmazione disciplinare per competenze; modello di programmazione per competenze del Consiglio di classe (contratto formativo); modello di Pei/PdV strutturato sul modello antropologico dell’I.C.F. e sulle competenze; griglia contenente indicatori e descrittori per la valutazione del comportamento con riferimento al Regolamento d’Istituto delle Sanzioni disciplinari; protocollo di valutazione degli apprendimenti (da elaborare e deliberare alla fine delle attività di ricerca-azione dell’a.s. 2010/11. Modelli di PDP per studenti con Bisogni Educativi Speciali. Il lavoro di ripensamento e rinnovamento didattico avviato consente al nostro Istituto di non limitarsi alla mera trasmissione del sapere ma di attivare percorsi di insegnamento-apprendimento orientati all’acquisizione di competenze per la vita che trasformino la scuola nel luogo di scoperta di nuovi 16 significati, del confronto con l’eredità del passato, dell’incontro tra diverse culture, dell’ambiente in cui ogni attore è portatore della propria esperienza e nel quale questa prepara alla vita e consente la crescita e l’emancipazione realizzando l’uguaglianza civile e culturale. 17