Abstract Zucconi Madrid - Dipartimento di Scienze della
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Abstract Zucconi Madrid - Dipartimento di Scienze della
Montaggio intertestuale e semiotica della cultura. La presa del potere da parte delle immagini di Mussolini Francesco Zucconi (Istituto Italiano di Scienze Umane – Università degli Studi di Siena) Vincere (2009) di Marco Bellocchio racconta la storia di Ida Dalser, prima moglie di Benito Mussolini e madre del suo primogenito Benito Albino Mussolini: l’incontro tra i due, il ripudio da parte del dittatore, l’internamento in un manicomio e la morte della donna. Sotto questa linea narrativa esplicita si sviluppa un ampio percorso che passa attraverso le immagini d’archivio inserite nel tessuto diegetico del film. Dai filmati che documentano gli esiti della Prima Guerra Mondiale ai cinegiornali relativi all’insediamento del Governo Mussolini, dal film Christus (1916) di Giulio Antamoro a Il monello (1921) di Charlie Chaplin, dalle documentazioni della vita mondana alla dichiarazione di guerra del Duce… È come se alla ricostruzione storica – e alla rielaborazione scenica - delle principali tappe che conducono Mussolini alla presa del potere, Bellocchio intendesse anteporre un esercizio di diagnosi – che passa attraverso il montaggio audiovisivo del film stesso – dei regimi di efficacia simbolica presenti nei documenti mediatici correlati all’ascesa del fascismo. Come suggerito dalle parole di Jurij M. Lotman, “un testo non è la realtà, ma il materiale per ricostruirla”, mentre “l’analisi semiotica di un documento deve precedere quella storica”, così Vincere sembra perseguire una direzione innovativa nel campo del film storico: anziché “contestualizzare” i materiali di repertorio che incorpora in nome di una verità storica che li trascende, restituisce a questi ultimi la preminenza. Le immagini dell’iconografia cristiana e di quella fascista sono mostrate in azione, nel pieno della loro efficacia di manipolazione e di inquadramento delle coordinate culturali del Ventennio. Così, i personaggi storici (Ida, Benito Albino, così come le masse) ricostruiti dalla finzione filmica patiscono e si conformano in relazione ai modelli veicolati dalle immagini d’archivio mostrate dal film. Attraverso l’analisi di alcune sequenze si cercherà dunque di indagare in che modo un film di finzione come Vincere possa diventare un luogo di recupero ed elaborazione dei documenti mediatici ed infine operare una ricognizione problematica dei “testi di cultura” prodotti tra gli anni Dieci e gli anni Quaranta. Infine, allargando lo sguardo oltre il film di Bellocchio e pensando all’attualità del concetto di “archivio” negli studi sul cinema, si cercherà di ripensare brevemente il concetto di intertestualità filmica all’interno dell’orizzonte di ricerca della semiotica della cultura.