Le politiche di conciliazione dei tempi di vita e Le politiche di
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Le politiche di conciliazione dei tempi di vita e Le politiche di
Le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nel sistema welfare lombardo Lodi,, 16 ottobre 2012 Il rischio psicosociale e la promozione del benessere all’interno delle Aziende ggli obblighi g pper il datore di lavoro Implementazione della procedura di gestione rischio stress lavoro correlato (D. Lgs. 81) I. Cacciatori, Psicologa Psicoterapeuta dirigente Azienda Ospedaliera Provincia di Lodi, referente aziendale Stress Lavoro Correlato.- A.O. Lodi C. Grossi Psicologa clinica, consulente Azienda Ospedaliera di Lodi per il sistema di gestione Stress Lavoro Correlato. -A.O. Lodi V. Beccarini Responsabile S.P.P.A. -A.O. Lodi Il rischio i hi psicosociale i i l è dato d t dall’impatto d ll’i tt del d l lavoro sulla salute Perché occuparsene? • Vi è una diretta correlazione tra stress, infortunio lavorativo ed errore professionale • Vi è una riduzione della qualità della vita dell’individuo p dell’efficacia lavorativa ((le • Si ha una compromissione persone stressate rendono di meno) • L’individuo stressato è più vulnerabile allo sviluppo di patologie l i fisiche fi i h o somatiche i h Psychosocial RIsk MAnagement European Framework DATI INTERESSANTI PER I LAVORATORI SANITA’(!!!) Ricerca F.I.A.S.O. (Laboratorio sul benessere organizzativo, diretto da G. Sassoli) 2011: • Lo stress provoca il 60% delle assenze dal lavoro per malattia • Dopo l’attuazione di misure preventive e formative si è registrato un calo del 15% dei lavoratori che si sono detti stressati; diminuito il tasso di assenteismo; • il cattivo clima in azienda è tra le principali cause degli incidenti “in itinere”, cioè quelli che avvengono andando o tornando dal lavoro (turni, lavoro notturno, instabilità della sede, d sostituzioni). tit i i) Università Modena e Reggio Emilia, prof. di Chirurgia, Dott. B.Palmieri, responsabile progetto “medico cura te stesso” : • Le professioni sanitarie sono le più esposte al rischio stress • I medici italiani, rispetto alla media della popolazione europea sono maggiormente esposti (ITA 43%, EU 22%) a rischio delle “3D” (drugs, drinks, depression), compreso il suicidio. • Colpiti da burn out in Italia 1 medico su 3 con più di 50 anni: il 99% non vuole o non sa chi rivolgersi per un aiuto; il 45% tenta un’autocura (DD); il 15% ignora di essere affetto da burn out; • Gli effetti di questo disagio latente danneggiano le buone pratiche di lavoro, le capacità comunicative con paziente, maggiori infortuni ed errori medici. • Le categorie di sanitari più a rischio sono nelle aree ANESTESIA, CHIRURGIA, GINECOLOGIA, PRONTO SOCCORSO, nel 80% dei casi uomini. G A GLI ATTORI O A AZIENDALI A CO COINVOLTI O NELLA A GESTIONE SLC • • • • • • • DIREZIONE STRATEGICA RSPPA MEDICO COMPETENTE DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE U.O. RISORSE UMANE RISK MANAGEMENT DIREZIONE FORMAZIONE RISULTATI RAGGIUNTI • Approvazione del DVR (marzo 2012) • Adesione a progetto Conciliazione (marzo 2012) p sportello p di assistenza • Attivazione sperimentale psicologica su invio del MC (tot.9 casi trattati dal 2011)) • Attivazione Gruppo di miglioramento aziendale • Implementazione procedure di sistema di gestione rischio stress lavoro correlato Dal Documento di Valutazione dei rischi deliberato Figura 10: DELLE 20 UUOO ANALIZZATE 1/20 RIPORTA UN LIVELLO MEDIO DI BASSO, 19/20 UN LIVELLO BASSO DI STRESS LAVORO-CORRELATO. In sintesi in nessuna delle uuoo testate emerge un rischio stress alto, solo in una uuoo la somma eventi sentinella, contenuto e contesto del lavoro raggiunge il livello medio di stress. U.U.O.O. SANITARIE U.U.O.O. NON SANITARIE RISCHIO BASSO RISCHIO MEDIO RISCHIO ALTO RISCHIO BASSO RISCHIO MEDIO RISCHIO ALTO Figura 15: 14/15 presentano un rischio stress B Basso, 1/15 presenta t un rischio i hi stress t M di Medio Figura 16: 4/5 presentano un rischio stress Basso, 1/5 presenta un rischio stress Medio, 0/5 presentano un rischio stress Alto. Figura 17: Uomini e donne che hanno partecipato alla compilazione del questionario sul Contenuto e Contesto del lavoro. Figura g 19 :Mansione dei partecipanti p p alla compilazione p del questionario sul Contenuto e Contesto del lavoro. Figura 20: Funzioni coordinamento IL MONITORAGGIO 2012/2013 NORMATIVA/LINEE GUIDA Decreto nn° 10611 del 15/11/2011 Regione Lombardia Individua 3 livelli di valutazione: 1) Esigibile ( a norma di legge) oggettiva 2) Buon percorso (good practices) 3) Possibile arricchimento (Best practices) Fase 2/1 da attuarsi entro il 31/12/2012: Monitoraggio sulle UUOO esposte a rischio” rischio , da definirsi “esposte in base a criteri contestuali rispetto alla nostra AO, tramite intervista ai Dirigenti responsabili, focus group alle equipes. I dati emersi verranno confrontati con i dati della prima fase di valutazione svolta. Somministrazione questionari per raccolta dati valutazione soggettiva Valutazione del Rischio Stress Lavoro Correlato in Azienda Secondo semestre 2010 COSTITUZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO (Delibera n. 1108 del 23 dicembre 2010) Valutazione preliminare Elaborazione del DVR Tempo 0 Coinvolgimento della Direzione Generale Creazione e Formazione del Gruppo di miglioramento con la supervisione dell dell’AO AO di Bergamo Elaborazione/implementazi one delle procedure per la gestione ti d dell rischio i hi stress t Elaborazione/monitoraggio del DVR-Tempo1 Primo semestre 2011 Secondo semestre 2011 Secondo semestre 2011 Secondo semestre 2012 PROCEDURE IN IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DELL’A DELL A.O. O DI LODI SISTEMA GESTIONE RISCHIO SLC Prevenzione primaria INDIVIDUALE COLLETTIVO •Formazione •Procedura di screening anamnestico psicologico a s pporto delle visite supporto isite preventive per i neoassunti del MC •Procedura di valutazione psicologica in relazione alle richieste di approfondimento del MC (visite a richiesta) e creazione cartella di rischio psicologico Formalizzazione di momenti di discussione/analisi interni alle singole UUOO (aree a rischio maggiore) per il potenziamento e il mantenimento delle capacità necessarie nella aree a rischio ORGANIZZAZIONE Implementazione procedure Diffusione e illustrazione delle procedure a tutti i dipendenti Ril Rilevazione i e mappatura in ogni UUOO dei piani di formazione di interventi volti al mantenimento del benessere dello specifico ifi ambito bit professionale SISTEMA GESTIONE RISCHIO SLC Prevenzione secondaria INDIVIDUALE COLLETTIVO ORGANIZZAZIONE Procedura di invio a discrezione del MC per assistenza psicologica in ambito lavorativo Consulenze sull’organizzazione sull organizzazione Interventi di sostegno/formazione mirati ai gruppi rilevati dalla VSLC e definizione delle procedure per l autosegnalazione l’autosegnalazione In caso di valutazione positiva allo stress (rischio rilevato alto) adozione di interventi correttivi SISTEMA GESTIONE RISCHIO SLC INDIVIDUALE Questionari per la rilevazione della percezione soggettiva tti Monitoraggio COLLETTIVO Focus group per l’analisi della fase soggettiva ORGANIZZAZIONE Ri-Valutazione dello stress lavoro correlato Azioni correttive A proposito di azioni correttive: Fattori di rischio insiti nelle professioni d’aiuto (Figley, 1995) • • • • Problemi emotivi irrisolti, correlati con esperienze traumatiche del paziente L’eccessiva L eccessiva identificazione con il paziente La sensibilità empatica verso la sofferenza altrui La continua esposizione all’esperienza dolorosa dell’altro Fattori psicologici che limitano lo stress derivante dalle professioni di aiuto • Capacità di separazione emotiva dall’angoscia del paziente • Soddisfazione per il lavoro di aiuto E’ importante oltre al valutare/monitorare/riconoscere questi rischi professionali, trovare un sostegno adeguato. •Informazione •Formazione mirata •Accoglienza •Prevenzione •Consulenza individuale •Consulenza organizzativa •Sistema di gestione del rischio attivo