La ricetta - Delizie VéGé
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La ricetta - Delizie VéGé
n. 2/2014 Il sapore dell’estate I mille colori dell’insalata Gelato, dolce e un po’ salato! Il sole, un amico per la pelle Riscoprire le nostre origini per costruire insieme il futuro 3 n. 2 2014 editoriale editoriale “Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.” Ogni volta che rileggo questo brano dell’Ecclesiaste, tratto appunto dal capitolo terzo di Qohelet, ne rimango estasiato dalla semplicità, ma nel contempo dalla intrinseca profondità. Se ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo, che senso ha cedere all’affanno di chi insegue “l’attimo fuggente”? Pur infatti nella consapevolezza che il passato non vi è più ed il futuro non si può prevedere, perché spesso ci facciamo travolgere dal “tempo ineluttabile”? Se ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo, siamo quindi chiamati a cogliere l’occasione favorevole, il tempo adatto, l’istante decisivo per ogni situazione ed azione della nostra vita, ma senza la frenesia che spesso ci caratterizza. E poi ci sono momenti della nostra vita in cui è importante celebrare il tempo, riscoprendo le origini, ma con il fermo obiettivo di costruire un nuovo futuro. Ed è quello che stiamo facendo noi in questi giorni, carissimi lettori della nostra rivista e clienti dei nostri supermercati. Stiamo infatti celebrando i gloriosi 55 anni del Gruppo VéGé, l’organizzazione di supermercati più nobile, più storica, che in un certo senso ha “inventato” la distribuzione associata in Italia. E tutti noi siamo VéGé e condividiamo la filosofia con cui, nel lontano 1959, è nata la prima organizzazione italiana del commercio: servire al meglio i nostri clienti, con supermercati di qualità, con prezzi convenienti, promozioni accattivanti e soprattutto con la cortesia e con la competenza che quotidianamente vogliamo offrirVi. Costruiamo quindi insieme il migliore futuro per noi e per i nostri figli con l’esperienza dei nostri padri!!! Una buona estate!!! Giorgio Santambrogio @gsantambrogio1 Bentornata estate sommario 6 Mille e una insalata Tante deliziose combinazioni per piatti sani e gustosi di Stefania Pianigiani 6 11 Rosso come un peperone Ma anche giallo o verde o bruno: è il momento per gustarlo al suo meglio di Vanessa Bartoli 17 sommario 14 Colore e freschezza a portata di bambino Con l'estate torna l'anguria, la dolcezza buona per tutti di Chiara Brandi 17 Una tentazione per tutte le stagioni Dolce o salato, il gelato non è più una delizia solo estiva di Giulia Christopher n. 2 2014 26 Profumo di bontà 4 Un sapore unico e inconfondibile: sua maestà la mozzarella di bufala di Giordana Monti Contatti Al telefono N° Verde Delizie 800 137030 (da lunedì al sabato, ore 9.00 – 13.00) 34 Sul web www.delizieclub.it Su Facebook Delizie Club www.facebook.com/delizieclub 32 Un piacere unico Fresco, leggero, colorato: il frappé è la bevanda ideale per l’estate di Caterina Simonato 32 35 Andamento lento Voglia di vacanze in bicicletta? Consigli per aspiranti cicloturisti di Vanessa Bartoli 39 Amico sole I suoi raggi sono preziosi e benefici. Ma attenzione al pericolo scottature di Enrico Zoi 42 MSF in azione La speranza si fa in quattro: fiocchi rosa e azzurri in un campo rifugiati in Mauritania di Sabina Armani 39 45 Tipi da spiaggia Una partita a tamburello o una sfida a carte? Sport e giochi in riva al mare di Enrico Zoi Comitato di redazione: Giorgio Santambrogio, Mauro De Feudis, Andrea Crescenti, Filippo Melchionna. Coordinamento editoriale: Mauro De Feudis. Caporedattore: Lirio Mangalaviti. Impaginazione: Lucia Chieffo. Coordinamento redazionale: Edi Ferrari. Collaboratori: Sabina Armani, Vanessa Bartoli, Chiara Brandi, Giulia Christopher, Sergio Lo Monte, Giordana Monti, Stefania Pianigiani, Caterina Simonato, Enrico Zoi. Foto: Marka. Le foto delle ricette e i piatti sono di Mario Genovesi; le foto a pag. 11, 21 e 23-24 sono di Andrea Fantauzzo; per le foto a pag. 30 e 37, grazie a Trentino Sviluppo. Il cruciverba è di Enrico Zoi. Le Edizioni Libò sono disposte a negoziare il pagamento dei diritti per le immagini delle quali non è stato possibile chiedere preventivamente il permesso di pubblicazione. Per la pubblicità su queste pagine: Gruppo VéGé Soc. Coop., Via Lomellina 10, 20133 Milano, Tel. 02/752961. Stampa: Abramo Printing & Logistics, Catanzaro - tel. 0961/900001 21 23 24 28 30 48 49 50 La ricetta filmata Le ricette gustose Scuola di cucina Vini bianchi Vini rossi Giochi Libri Musica 5 n. 2 2014 Direttore responsabile: Leonardo Romanelli. Rubriche Edizioni Libò, via Lorenzo il Magnifico 71 - 50129 Firenze. Registrazione del Tribunale di Firenze n. 4964 del 15/05/2000. n. 2 2014 6 tutti a tavola Mille e una insalata di Stefania Pianigiani L’orto tra la primavera e l’estate ci offre radici, tuberi, frutti e foglie, una ricchezza inesauribile e preziosa per la nostra tavola. Questi tesori preziosi spesso vengono un po’ snobbati nelle preparazioni, e invece tale generosità di ortaggi può trasformare con pochi accorgimenti una semplice insalata in un piatto completo. Mille deliziose combinazioni tra primizie e insalate miste possono abbinare sapientemente sapori, colori e condimenti. Croccanti e ricche di vitamine Insalata di quinoa e lattuga La ricetta Tante deliziose combinazioni per piatti sani e gustosi Ingredienti (per 6 persone): 1 cespo di lattuga, 200 g di semi di quinoa, 150 g di carote grattugiate, 1 cipolla bianca, 2 pomodori, 1 cetriolo piccolo, 3 cucchiai di semi di sesamo, 1 cucchiaio di salsa vinaigrette, 1 limone, 10 cl di olio extravergine d’oliva, sale e pepe; per decorare: 1 peperone rosso dolce, 3 uova sode 7 n. 2 2014 Finalmente è giunto il momento per le verdure di venire esaltate e non se ne stanno più relegate in Tempo di preparazione 15 minuti Tempo di cottura 20 minuti secondo piano tra le ricette di cucina, anzi oltre a Difficoltà l m m vegetariani e vegani, sempre più persone decidono Costo l m m di mangiare meno carne e più insalata. Il mercato Calorie l m m offre ortaggi di tutte le stagioni, dalle più comuni Vino consigliato Pinot Bianco dell’Alto Adige alle più esotiche che accostate a tonno, crostacei e formaggio favoriscono un’alimentazione equilibrata. Lessate la quinoa in acqua bollente e lasciatela raffreddare. Lavare l’insalata sotto l’acqua corrente, Le basi, sono lattuga, scarola, romana, radicchio grattugiate le carote, sbucciate e tagliate a dadini la trevigiano, indivia e loro, le insalatine dalle foglie cipolla e il cetriolo. Tagliate i pomodorini in quarti. saporite e tenere, mix perfetto tra dolce e amaro. Tagliate l’insalata a piccoli pezzi, unite le carote, la Croccanti, ricche di vitamine e di minerali sono un cipolla, il cetriolo e il pomodoro e infine la quinoa. contorno gustoso e leggero autentica espressione di Aggiungere i semi di sesamo. Fate una vinaigrette freschezza, inoltre le foglie d’insalata sono preziose mescolando il succo di limone con l’olio extravergine d’oliva, sale e pepe e aggiungetela all’insalata. Decorate per l’organismo, dietetiche e benefiche per il sangue. con anelli di peperone rosso e fettine di uova sode. Tra gli abbinamenti di gusto si possono unire dei cipollotti freschi a un’insalata verde e rossa condita con una vinaigrette di olio e aceto bianco. Oppure, perché non usare i fiori? Molti petali sono edibili: primule, rose, violette, fiori di campo arricchiscono una misticanza che si completa con una salsa a base di yogurt, olio e menta. Oppure gli spinaci novelli abbinati a songino e lollo e insaporiti con olio, aceto rosso e senape diventano irresistibili. Nell’era del subito pronto, molte aziende si sono specializzate nell’insalata già lavata e confezionata e nei condimenti sprint, quindi sugli scaffali sono facili da reperire accattivanti combinazioni di lattughe miste, sfizio- I FRESCHI BONDUELLE. ISPIRAZIONE DI GIORNATA. Naturali, gustosi e pronti all’uso: ecco i prodotti freschi Bonduelle. Per avere tutta la bontà e la naturalità della verdura sempre con te, ogni giorno. Tenere Insalatine Tante varietà squisite da provare con pollo, avocado e pompelmo. Trio Freschezza Le più appetitose foglie intere, ideali con rotolini di mozzarella e prosciutto. Agita & Gusta Poche mosse per gustare ovunque e in qualsiasi momento una ricca insalata. ® La NosTra PassioNe, La Tua isPirazioNe. Scopri tante altre ricette sulla fanpage Bonduelle Italia. se miscele di indivia riccia, lattughino radicchio e lollo rossa che se condite con il macinino aromatico che racchiude aglio, sale, pepe, peperone verde e rosso da macinare direttamente sul composto, danno una sferzata di gusto notevole; oppure, per chi lo preferisce, si può arricchire l’insalata con un mix profumato di erbe aromatiche a base di maggiorana, erba cipollina, origano e basilico. Ma le insalate non sono solo di foglie! Possono diventare più morbide con l’aggiunta di uova sode, mais, pane carasau, pomodori, pinoli e filetti di acciuga. E non dimentichiamoci dei cetrioli, della cipolla bianca e perché no, si possono usare anche i fagioli. E l’insalata con la carne? Certo che si può! Uno degli abbinamenti più classici è quello tra insalata e petto di pollo lesso o alla griglia, tagliato a listarelle, ma avete mai provato ad aggiungere il roastbeef? Unito a carote, insalatine miste, zucchine novelle, sedano, ravanelli e peperoni è la base perfetta per un piatto unico. Provare per credere. La ricetta Insalata mista ai lamponi e nocciole Ingredienti (per 4 persone): 1 confezione di insalata varietà misticanza, 1 indivia belga, 200 g di crema di formaggio tipo Philadelphia, 100 g di lamponi, 50 g di nocciole, 10 cl di salsa di lamponi, 1 rametto di rosmarino Tempo di preparazione 10 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m Vino consigliato Sauvignon Lavate e asciugate la misticanza e l’insalata belga. Tritatele finemente e mettetele in una ciotola. Aggiungete i cubetti di formaggio Philadelphia tagliati grossolanamente, aggiungete i lamponi e le nocciole. Condite l’insalata con la salsa ai lamponi e gli aghi di rosmarino. Ingredienti (per 4 persone): 200 g patate novelle a polpa soda, 1 pizzico di zafferano, 1 zucchina, 1 peperone giallo, 100 g di fagiolini, 1 noce di burro, 1 cucchiaio di maionese, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, sale e pepe Tempo di preparazione 15 minuti Tempo di cottura 30 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m Vino consigliato Chardonnay Lavate e sbucciate le patate, immergetele in una pentola di acqua e lessatele per 15-20 minuti. Pulite i fagiolini, togliendo le estremità, e lessateli per 10 minuti, scolateli e lasciateli raffreddare. Lavate e pulite il peperone dai semi bianchi e tagliatelo a striscioline fini. Tagliate la zucchina a rondelle finissime e friggetele in una padella con una noce di burro, a fuoco vivo per un paio di minuti. Lasciatele a scolare sulla carta da forno e fatele raffreddare. Tagliate le patate a dadini. Unite lo zafferano alla maionese. In una terrina mettete tutte le verdure, mescolatele alla maionese e guarnite con il prezzemolo tritato. 9 n. 2 2014 La ricetta Insalata ai legumi estivi di stagione di stagione Ma anche giallo o verde o bruno, dolce o piccante: l’estate è la stagione giusta per apprezzare al meglio questo ortaggio di Vanessa Bartoli 11 n. 2 2014 Rosso come un peperone Dobbiamo ancora una volta ringraziare Cristoforo Colombo e il suo avventuroso viaggio verso quelle che lui pensava essere le Indie se il peperone (così come il pomodoro e la patata) si è diffuso a partire dal 1500 anche in Europa. E sempre a Colombo pare che si debba il nome peperone, poiché il nostro esploratore lo scambiò per un tipo di pepe. In realtà questo ortaggio è, in qualche modo, anche una spezia: alcune sue varietà essiccate e polverizzate ci danno ad esempio il peperoncino e la paprika (quest’ultima ottenuta miscelando alcune varietà di peperoni dolci che vengono fatti essiccare, polverizzati e poi mescolati alla farina di frumento). Ma la storia che vogliamo raccontare qui, ci porta da un’altra parte. Tanta vitamina C Perché il peperone è prima di tutto un meraviglioso ortaggio figlio del sole. Anche se è disponibile tutto l’anno sugli scaffali, il periodo ottimale per gustarlo al meglio di sapore e proprietà, è quello che va da maggio/giugno a settembre. Come accade per altri ortaggi, il colore varia a seconda della maturazione: se quelli verdi altro non sono che peperoni di varietà gialla o rossa non ancora arrivati a piena maturazione, quelli gialli sviluppano una polpa tenera e succosa, e quelli rossi sono più croccanti e dolci. Sono, anche se potrà sembrare strano, i vegetali che contengono in assoluto la maggiore percentuale di vitamina C, più di agrumi e mirtilli; e, se vi piace il piccante, tenete presente che sono proprio queste ultime varietà a contenere più vitamine di quelle dolci. Se avete intenzione di mettervi a dieta i peperoni sono perfetti: ricchi d’acqua, pochissime calorie e, grazie alla presenza di fibre, mangiarli aumenta il senso di sazietà. Colpa della capsicina Una controindicazione però ce l’hanno: molte persone hanno difficoltà a digerirli. Tutta colpa della capsicina, che è responsabile della piccantezza ma anche della difficile digeribilità. In realtà le sostanze più indigeste sono contenute nei semi e nella parte bianca interni, e nella buccia: dunque basta eliminarli per risolvere il problema. Se pulire l’interno è abbastanza semplice, con la buccia bisogna lavorare un po’. I metodi possibili sono diversi: si può abbrustolire la pelle del peperone (intero) sui fornelli (attenzione alle scottature!), poi farlo riposare per un po’ al caldo dentro a un sacchetto di carta (quello del pane va benissimo) così che la formazione di condensa aiuti la spellatura; un altro modo è farlo sbollentare qualche minuto in acqua e aceto, infilarlo in un sacchetto n. 2 2014 La ricetta Peperonata 12 Ingredienti (per 4 persone): 4 peperoni (2 rossi e 2 gialli), 300 g di pomodori freschi, 50 g di olive verdi, 3 cipolle piuttosto grosse, olio extravergine d’oliva, aceto, sale Tempo di preparazione 30 minuti Tempo di cottura 70 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m Vino consigliato Cabernet Sauvignon Lavate i peperoni, tagliateli in quattro parti ed eliminate i semi e i filamenti bianchi interni. Affettate le cipolle e fatele rosolare in un tegame con qualche cucchiaiata d’olio. Lavate i pomodori, tagliateli in quattro parti ed eliminate i semi. Mettete nel tegame anche i pomodori e i peperoni. Fate rosolare le verdure, bagnatele con qualche cucchiaiata di aceto e salate. Dopo una decina di minuti aggiungete le olive snocciolate e tagliate a pezzetti. Cuocete fino a cottura dei peperoni (attenzione che non si spappolino) per circa 40 minuti, continuando a mescolare e aggiungendo acqua calda se la peperonata dovesse asciugarsi troppo. Si può servire calda o fredda. di carta e sbatterlo così da far staccare la buccia (in questo caso bisogna aver già pulito l’interno); c’è poi chi utilizza il forno tradizionale e chi quello a microonde per raggiungere l’obiettivo. Se però non soffrite di particolari problemi (il peperone è sconsigliato per chi soffre di ulcere gastriche e acidità di stomaco), il consiglio è di non sbucciarlo, anche perché la quantità di capsicina è bassa, o addirittura assente, nei peperoni che normalmente finiscono in tavola, cioè quelli dolci. La ricetta Peperoni ripieni In tavola Prima di tutto al momento dell’acquisto fate attenzione che abbiano ancora il picciolo attaccato, che la buccia sia tesa e lucida, e di colore brillante, e che la polpa sia ben soda. In frigorifero, nell’apposito cassetto di frutta e verdura, si conservano bene fino a quattro giorni. Quanto all’uso in cucina, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ingrediente indispensabile per piatti come la caponata, sono ottimi anche crudi in insalata o in pinzimonio, ripieni di carne (o riso, o verdure e formaggio), leggeri sulla griglia e un po’ più impegnativi se fritti (in questo caso la varietà migliore è quella dei friarelli o friggitelli), in umido insieme al pollo o al coniglio; e, vista la stagione, una vellutata preparata con i peperoni e servita fredda o a temperatura ambiente, è un piatto sano e gustoso. Se poi siete fra coloro che amano coltivarsi un piccolo orto sul balcone, sappiate che per aumentare il grado di piccantezza del frutto è sufficiente non annaffiare la pianta nei 2-3 giorni precedenti la raccolta. Ingredienti (per 4 persone): 4 peperoni (2 gialli e 2 rossi), 100 g di pane raffermo, 8 filetti di acciughe sott’olio, 1 cucchiaio di capperi sotto sale, 30 g di olive nere, 1 spicchio d’aglio, olio extravergine d’oliva, sale, pepe, prezzemolo o origano Tempo di preparazione 50 minuti Tempo di cottura 45 minuti Difficoltà l l m Costo l m m Calorie l l m Vino consigliato Verdicchio Arrostite i peperoni sulla fiamma dei fornelli; quando la pellicina sarà bruciacchiata fateli riposare per qualche minuto in un sacchetto di carta così da facilitare il distacco della pellicina. Strofinateli con cura, quindi tagliate via la calotta superiore e svuotateli, togliendo i semi e i filamenti, facendo attenzione a non romperli. Tagliate il pane a dadini e friggeteli nell’olio bollente, poi scolateli e metteteli in una ciotola insieme alle olive snocciolate e fatte a pezzetti, ai filetti d’acciuga tagliati a tocchetti, ai capperi, allo spicchio d’aglio tritato e, se vi piace, a un po’ di prezzemolo o di origano. Salate, pepate, mescolate bene e farcite i peperoni con il composto. Metteteli dritti in una teglia, irrorate d’olio e fate cuocere a 160 gradi per circa 45 minuti. Servite tiepidi. Ingredienti (per 4 persone): 320 gr di penne rigate, 2 peperoni rossi, 250 gr di ricotta, 5 foglie di basilico, olio extravergine di oliva, sale, pepe Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 20 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m Vino consigliato Orvieto Lavate ed asciugate i peperoni, privateli della buccia e dei semi e filamenti interni come indicato nella ricetta dei peperoni ripieni. Tagliateli a cubetti sottili e metteteli in una casseruola con un bicchiere d’acqua e un paio di cucchiai d’olio d’oliva. Salate e pepate. Cuocete a fuoco lento per una ventina di minuti. Nel frattempo cuocete la pasta. Quando i peperoni saranno morbidi (ma non sfatti), aggiungete la ricotta e fate insaporire il condimento; aggiungete infine il basilico spezzettato con le mani e spegnete il fuoco. Scolate la pasta al dente e fatela saltare insieme al sughetto 13 n. 2 2014 La ricetta Penne con peperoni e ricotta n. 2 2014 14 bambini menu Con l’estate torna l’anguria, la dolcezza buona per tutti di Chiara Brandi Puntuale come tutte le estati, ecco che a partire dalla seconda metà di maggio arriva sui banchi dei mercati l’anguria. Rimarrà a farci compagnia fino a fine agosto, con quel suo sapore e quell’aroma tipicamente estivo. Perfetta come snack dissetante e fresco contro la calura, l’anguria è il frutto estivo per eccellenza. Da consumare rigorosamente fresca, a spicchi o a tocchetti, è anche e soprattutto un toccasana per i più piccini. La ricetta Colore e freschezza a portata di bambino Coppette di anguria e yogurt al miele Ingredienti (per 4 coppette): 500 g di yogurt greco intero, 1 anguria del peso di 1 kg, 3 cucchiai di miele, 50 g di granella di nocciole, zucchero grezzo di canna Tempo di preparazione 40 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m Eliminate la scorza e i semini, quindi tagliate l’anguria a tocchetti. Lavorate lo yogurt con il miele e mescolate fino a ottenere una crema omogenea. Disponete la crema di yogurt nelle coppette, aggiungete un po’ di zucchero di canna ed un po’ di granella di nocciole. Distribuite sopra i tocchetti di anguria e guarnite con altro zucchero di canna e ancora granella. Guarnite con un po’ di miele a filo e servite ben freddo. È un dessert leggero e rinfrescante, perfetto come merenda estiva ma anche come dolce da fine pasto per i più grandi. Un pieno di vitamine e potassio Infatti, le sue caratteristiche la rendono un frutto particolarmente indicato, ma anche gradito, ai bambini: la sua polpa è per il 95 per cento costituita da acqua, unita ad una buona dose di zuccheri, soprattutto fruttosio, ed altre sostanze aromatiche che la rendono particolarmente gradevole. Inoltre, è molto ricca di vitamine (A, C e B6), oltre che di potassio, un toccasana per reintegrare i sali minerali persi dopo aver giocato all’aria aperta al caldo. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, data la sua spiccata dolcezza, mantiene un basso apporto calorico (circa 20 calorie per 100 grammi di prodotto): non è infatti la presenza di zucchero a renderla così dolce, ma alcune sostanze aromatiche in essa contenute. Questa combinazione di nutrienti la rendono quindi un frutto particolarmente dissetante e dall’alto potere saziante. Un’ottima merenda soprattutto per i più piccoli, colorata e divertente. Ingredienti (per una anguria): 1 anguria, 2 pesche, 4 albicocche, 2 pere, ½ melone, frutti di bosco misti (lamponi, mirtilli, more), succo di 1 limone, 6 cucchiai di zucchero Tempo di preparazione 40 minuti (più il tempo per raffreddare) Difficoltà l l m Costo l m m Calorie l m m Iniziate svuotando l’anguria: tagliate prima la parte superiore (togliete una calotta in modo da avere una apertura sufficiente per scavare comodamente l’interno), e proseguite con un cucchiaio per rimuovere la polpa interna. Tenetela in una ciotola a parte e poi ricavatene dei cubetti. Pulite poi il resto della frutta e tagliate anche questa a cubetti. Riunite tutto in una ciotola capiente e aggiungete il succo del limone e lo zucchero. Mescolate bene. Procedete quindi a riempire l’anguria scavata con la macedonia ottenuta. Mettete in frigo e servite ben fredda. È uno dei must dell’estate, non può mancare come conclusione delle feste in giardino: semplice ma d’effetto, e soprattutto colorata e divertente per essere amata anche dai bambini. 15 n. 2 2014 La ricetta Anguria ripiena di frutta abbinamenti e proprietà Dolce o salato, il gelato non è più una delizia solo estiva di Giulia Christopher 17 n. 2 2014 Una tentazione per tutte le stagioni Quando gli italiani mangiano un gelato, il loro volto esprime per l’86% felicità, ben al di sopra della media (64%) riscontrata negli altri Paesi europei. Il gelato batte in questo perfino il cioccolato, universalmente considerato uno degli alimenti più appaganti: per il cibo degli dei infatti, il misuratore di felicità tocca “solo” – si fa per dire - i 61 punti percentuali. In ogni caso, se combinassimo i due valori, il gelato al cioccolato dovrebbe rappresentare un vero e proprio “concentrato di felicità”. Il prototipo assoluto del sorriso da appagamento da cibo! A fare la scoperta sono stati due scienziati informatici dell’Università di Amsterdam, che hanno progettato un software in grado di mettere in relazione i mutamenti dei tratti del viso con le emozioni che li determinano. Il programma è stato applicato per misurare le reazioni espressive all’interazione con il cibo di oltre 300 persone, ed ecco che il gelato, almeno per noi italiani, è stato eletto l’alimento che in assoluto ci rende più felici. Attenzione alle calorie Avevamo bisogno di un software per saperlo? Probabilmente no. Così come non abbiamo certo bisogno dell’informatica per sapere che se esageriamo, alla felicità si sostituisce l’ansia da bilancia. Il problema non sono gli elementi base del gelato (latte, zucchero e uova), quanto i diversi ingredienti aggiunti: dal cioccolato alla frutta secca a, se si tratta di un affogato, superalcolici, ecco che le calorie vanno alle stelle. Fra i gelati meno pericolosi per il girovita ci sono dunque quelli alla frutta: ad esempio, 100 grammi di sorbetto al limone contengono circa 130 kcal, mentre la stessa quantità di un bel cono con panna, scaglie di cioccolato e noccioline supera le 300 kcal. Come in tutte le questioni che riguardano il cibo, dobbiamo usare il buonsenso: basta non esagerare nelle quantità e, soprattutto, fare sempre un po’ di attività fisica che ci aiuti a smaltire (non è mica necessario iscriversi in palestra: per bruciare le calorie del nostro cono alla panna bastano un paio d’ore di passeggiata). Non solo dolce Vi sarà certamente capitato durante qualche pasto ‘importante’ – magari un pranzo di matrimonio, o la cena in un locale un po’ chiccoso – di vedervi servire, più o meno a n. 2 2014 La ricetta Sorbetto di gin e tonic 18 Ingredienti (per 4/6 persone): 175 g di zucchero di canna, 3 lime, 4 dl e ½ di acqua tonica, 6 cucchiai di gin, foglie di menta Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per raffreddare) Tempo di cottura 10 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l l m In una casseruola sciogliete lo zucchero con 4 dl e ½ di acqua, continuando a mescolare e aggiungendo la scorza di un lime e il succo di due lime. Fate bollire per 5 minuti circa fino a quando otterrete uno sciroppo denso (attenzione a non farlo bollire troppo perché potrebbe caramellarsi: in questo caso il sorbetto non risulterebbe soffice e spumoso). Lasciate freddare e poi passate da un colino. Mescolate l’acqua tonica, il gin, lo sciroppo di lime, versatelo in un recipiente e mettetelo in freezer. Quando diventa simile alla neve, sbattetelo e rimettetelo in freezer. Questa operazione va ripetuta diverse volte. Mettete delle coppe da spumante in freezer e quando saranno ghiacciate riempitele con il sorbetto, che avrete tolto dal freezer una ventina di minuti prima di servirlo. Guarnite con l’ultimo lime tagliato a rondelline e qualche foglia di menta. Il lime può essere sostituito con il limone. Il gelato fai da te Se volete prepararvi da soli il gelato in casa, la soluzione più semplice è certamente quella della gelatiera. In realtà anche la preparazione manuale non è particolarmente complicata: le ricette che vi proponiamo in queste pagine non hanno bisogno di attrezzature e sono decisamente abbordabili. Un consiglio riguarda infine la conservazione: il gelato in freezer va sempre coperto per evitare che si formino cristalli di ghiaccio. Si può utilizzare della pellicola trasparente, o della carta da forno, e poi chiudere il contenitore con il suo coperchio. Così il vostro gelato resterà buono fino a un mesetto. Meglio comunque prepararne piccole dosi: un po’ per non farsi prendere da continue tentazioni golose, e un po’ perché se consumato entro pochi giorni dalla preparazione si potranno assaporare tutte le sue caratteristiche. Gelato al basilico La ricetta metà delle portate, un delizioso sorbetto alla salvia, delizioso ed efficace aiuto per la digestione. Però pur sempre di un saporino dolce si trattava, mentre negli ultimi anni il gelato salato ha avuto un vero e proprio boom. Così dal cilindro di gelatai e chef sono usciti gelati al curry o al prosciutto, al pomodoro, al pecorino e baccelli; ci sono locali che all’apericena hanno sostituito l’aperigelato, magari da accompagnare con gelati al gusto di mohito o di Campari… Rivoluzione gastronomica o moda passeggera? Il tempo ce lo dirà. Intanto se volete provare a farvi in casa un gelato salato, in queste pagine trovate una ricetta facile e gustosa. Ingredienti (per 4/6 porzioni): 300 ml di latte intero, 200 ml di panna fresca, 45 g di pinoli, 80 g di parmigiano grattugiato, 45 g di foglie di basilico, olio extravergine di oliva, sale Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per raffreddare) Tempo di cottura 5 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l l m Vino consigliato Aleatico Mettete il latte sul fuoco, e spegnete non appena raggiunge il bollore. Aggiungete immediatamente il sale, il parmigiano e 15 grammi di basilico spezzettato grossolanamente. Lasciate raffreddare, poi filtrare il latte ed eliminate le foglie di basilico. Unite al latte freddo il resto del basilico, la panna liquida e un po’ d’olio. Frullate fino a quando il composto sarà omogeneo. Al termine di questa operazione, aggiungete i pinoli interi e aggiustate di sale. Versate il composto in una ciotola bassa e larga, e mettetela in freezer. Fate ghiacciare qualche ora, poi spezzate il blocco ghiacciato con un coltello in tanti pezzi di dimensione media. Metteteli subito nel robot con le lame, ed azionatelo alla massima potenza. Servite il gelato da solo, o come accompagnamento ad una caprese. Ingredienti (per 4 persone): 1 ananas, 500 g di gelato alla crema Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per raffreddare) Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m Vino consigliato Ansonica Costa dell’Argentario Tagliate la calotta superiore e il fondo dell’ananas. Con uno stampino tagliapasta scavate l’interno dell’ananas per estrarne la polpa, prima dalla parte superiore e poi da quella inferiore: dovrete ricavarne la polpa intera, facendo attenzione a non tagliare la buccia. Prendete la polpa e con un cavatorsoli tagliate ed eliminate la parte centrale fibrosa. Tagliate poi metà della polpa ad anelli e mettetela in frigorifero; fate a pezzetti l’altra metà. Risistemate il fondo sotto l’ananas e mettetelo in freezer per 15 minuti. Prendete il gelato, sbattetelo per un po’ per renderlo spumoso, e mettetelo nel guscio dell’ananas fino a riempirlo a metà circa. Distribuite un po’ di ananas a pezzetti e coprite con altro gelato. Mettete in freezer per un paio d’ore, insieme alla calotta superiore (che va fatta gelare separatamente). Al momento di servire, mettete l’ananas ripieno nel piatto da portata, e sistemate intorno le fette di ananas ad anelli. Coprite con la calotta e servite. Per i più golosi, e magari se ci sono dei bambini, potete sistemare in tavola anche una ciotola con pezzetti di cioccolato che ognuno potrà aggiungere a piacere al suo dessert. 19 n. 2 2014 La ricetta Ananas ripieno di gelato la ricetta filmata Foto 1 Foto 2 Pesche ripiene Ingredienti (per 4 persone): 5 pesche, 2 uova, 60 g di zucchero, 30 g di burro, cacao amaro in polvere, qualche amaretto, 1 bicchierino di maraschino, Foto 4 Lavate le pesche, tagliatene quattro a metà e privatele del nocciolo. Con uno scavino (o un coltello) estraete un po’ di polpa e mettetela in una ciotola (Foto 1). Mettete le 8 metà in una teglia rivestita di carta da forno e cuocetele in forno già caldo a 200° per circa 8 minuti. Intanto tagliate a pezzi l’altra pesca e mettete tutta la frutta in un pentolino, aggiungendo una cucchiaiata di zucchero e il burro (Foto 2). Aggiungete un po’ d’acqua e fate cuocere a fuoco basso fino a quando le pesche non si saranno ammorbidite e potrete schiacciarle con l’aiuto di una forchetta. Trasferite il tutto in una ciotola, aggiungete il resto dello zucchero, un paio di cucchiai di cacao amaro, due rossi d’uovo, qualche amaretto sbriciolato e il maraschino (Foto 3). Mescolate bene per ottenere un composto sodo (se non lo fosse, aggiungete altri amaretti) con il quale riempire le mezze pesche (Foto 4). Sistematele in una pirofila, dentro la quale aggiungerete qualche cucchiaio d’acqua, e cuocetele a forno caldo a 180° per circa ½ ora. Servitele fredde. ! 21 n. 2 2014 Foto 3 Tempo di preparazione 30 minuti Tempo di cottura 40 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l l m Vino consigliato Moscato d’Asti Delizie Club presenta le video ricette “Le Delizie di Leonardo” Leonardo Romanelli, famoso gastronomo e sommelier fiorentino, è il conduttore della nuova trasmissione “Le Delizie di Leonardo” in esclusiva per i clienti dei supermercati del circuito Delizie Club. Scoprite le sfiziose con iYoutube prodottiDelizie DelizieClub Scoprite le sfiziose videovideo ricettericette sul canale sul canale Youtube e sulla nostraClub. pagina Facebook. e sullaDelizie pagina Club Facebook Delizie n. 2 2014 Seguici su: 22 le ricette gustose Carbonara di molluschi Ingredienti (per 4 persone): 300 g di spaghetti, 500 g di molluschi misti (calamaretti, moscardini, seppioline, totani), 400 g di cozze, 2 tuorli d’uovo, 2 spicchi d’aglio, 1 limone, prezzemolo, 1 bicchiere di vino bianco, olio extravergine d’oliva Tempo di preparazione 50 minuti Tempo di cottura 30 minuti Difficoltà l l m Costo l l m Calorie l l m Vino consigliato Collio Sauvignon Pulite, sciacquate e cucinate i molluschi in un po’ d’acqua salata per una decina di minuti. Sgocciolateli, tagliateli a pezzetti, filtrate e mettete da parte l’acqua di cottura. Pulite bene le cozze e fatele saltare in un tegame con dell’olio, mezzo bicchiere di vino bianco e il succo di limone fino a quando non si apriranno (circa 5 minuti). Togliete le cozze dal loro guscio e mettetele da parte. Tritate finemente l’aglio e il prezzemolo e fateli rosolare in un tegame con un po’ d’olio, aggiungete le cozze e i molluschi e mezzo bicchiere di vino bianco. Fate cuocere a fuoco vivace per un po’, poi abbassate la fiamma e proseguite la cottura per qualche minuto. Utilizzate l’acqua di cottura dei molluschi, allungata con dell’altra acqua, per cuocere gli spaghetti. Scolateli molto al dente e fateli saltare nel tegame con il condimento per qualche minuto. Versate nel recipiente da portata, unite i tuorli sbattuti e mescolate bene. Cozze gratinate Ingredienti (per 4 persone): 1 kg di cozze, 100 g di pangrattato, 2 pomodori pelati, 2 spicchi d’aglio, 1 bicchiere di vino bianco, 60 g di pecorino grattugiato, olio extravergine di oliva, prezzemolo, sale, pepe Lavare bene le cozze, grattando la superficie con una paglietta d’acciaio, eliminando i filamenti esterni. Se volete risparmiare tempo (e fatica), potete farle pulire nelle apposite macchine dove le acquistate: ricordate però che poi le cozze vanno cucinate in giornata. Mettetele in un tegame piuttosto ampio con mezzo spicchio d’aglio, un po’ di prezzemolo tritato, un po’ di pepe e il bicchiere di vino. Coprite e fate cuocere a fiamma medio-alta per 5 minuti circa, fino a quando le cozze non si saranno aperte. Scolatele e mettete via i mezzi gusci vuoti. Filtrate il liquido di cottura e mettetelo da parte. In un recipiente mettete il pangrattato, i pomodori tagliati in piccoli pezzi, un trito di prezzemolo e aglio, un po’ d’olio e pepe. Mescolate bene e aggiungete il liquido di cottura delle cozze. Il composto deve essere cremoso. Distribuitelo nelle cozze, coprendo i molluschi. Disponetele in una teglia, irrorate con un po’ d’olio e mettetele in forno per 10 minuti a 180 gradi. ! 23 n. 2 2014 Tempo di preparazione 40 minuti Tempo di cottura 15 minuti Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m Vino consigliato Tocai friulano scuola di cucina Un barbecue ed è subito festa! Una buona occasione per stare in compagnia e mangiare sano di Giulia Christopher Sulle origini del nome ci sono, come spesso accade, ipotesi diverse: secondo alcuni la parola barbecue deriva da “barbacoa”, termine di origine caraibico entrato poi nella lingua spagnola che stava ad indicare una griglia di legno fissata a dei tronchi, e sotto alla quale si accendeva il fuoco per affumicare la carne. Secondo altri deriva dal francese “de la barbe à la queue”, ossia cuocere un animale tutto intero infilzandolo con lo spiedo “dalla barba alla coda”. Sia come sia, il barbecue – o, per dirla all’italiana, la grigliata – è non solo un ottimo e sano modo di cucinare e consumare i cibi, ma è anche una bella occasione per stare all’aperto in compagnia. 24 E sì, perché ce ne sono diversi tipi, e hanno caratteristiche differenti. L’alimentazione può essere a carbonella o a legna, a gas oppure elettrica; ci sono poi quelli fissi, di solito in muratura (adatti per spazi esterni ampi come i giardini), quelli mobili dotati di ruote, e quelli portatili che, una volta richiusi, sono di dimensioni ridotte e facilmente trasportabili. Un eventuale acquisto dipende dunque dalle diverse esigenze: quello elettrico potrà essere utilizzato in casa ma difficilmente all’aperto (a meno che non siate, ad esempio, in campeggio), mentre quello mobile o portatile potrà essere adatto anche per una grigliata sul terrazzo di casa (in questo caso però ! n. 2 2014 Si fa presto a dire barbecue assicuratevi di non arrecare disturbo ai vicini…). Quanto al risultato finale, non c’è gara: solo il barbecue a carbonella o legna potrà restituire quel gusto caratteristico del cibo cucinato sulla fiamma viva. L’abc della grigliata Se per il barbecue alimentato a gas basta accendere la fiamma, e se per quello elettrico basta attaccare la spina, il barbecue a carbonella o legna richiede più pazienza e attenzione, soprattutto perché prima di iniziare la cottura bisogna aspettare che si siano formate le braci (ci vogliono 40 minuti circa). Ricordate anche che la legna, a seconda del tipo, produce fragranze diverse, e che deve essere asciutta e stagionata; la carbonella si accende più facilmente, e capirete che la temperatura di cottura è questa giusta osservando i pezzi di carbone, che devono ispessirsi su tutti i lati. E poiché con il fuoco non si scherza, attenzione a non accenderlo se tira molto vento o vicino ad alberi; non ravvivatelo con alcool o altri prodotti infiammabili, e tenete sempre a portata di mano abbondante acqua o un estintore. Si mangia! ! 25 n. 2 2014 Cosa mettere sulla griglia? Carne e pesce, naturalmente, ma anche verdure, formaggi e frutta. La marinatura (olio, aceto o limone, sale e spezie) è necessaria per pollo, coniglio, maiale e carni ovine; non lo è per la carne di manzo e vitello (basta spennellarla con olio d’oliva prima della cottura), il formaggio e le verdure; è facoltativa per il pesce; marinatura dolce invece per la frutta, con uno sciroppo ottenuto facendo sciogliere lo zucchero nell’acqua e aggiungendo, volendo, del liquore. Naturalmente tempi e modalità di cottura variano a seconda della Sul web materia prima: se ad esempio per la carne di manzo occorre un www.bbq4all.it è la vera e propria calore molto forte, frutta e formaggio hanno invece bisogno di Bibbia del barbecue, con consigli e tante ricette sfiziose; che trovate calore medio e pochissimi minuti. Bisogna fare un po’ di pratica anche ne I menu di Marina di e soprattutto seguire i consigli di chi è più esperto, anche per www.mangiarebene.com/menu. quanto riguarda le ricette: chi pensa infatti che con il barbecue htm. ci si limiti a piatti forse un po’ tristi come un petto di pollo e qualche fettina di melanzana, si sbaglia di grosso! n. 2 2014 26 sapori genuini Un sapore unico e inconfondibile: sua maestà la mozzarella di bufala di Giordana Monti La ricetta Profumo di bontà Peperoni in tegame ripieni di mozzarella La mozzarella di bufala campana è un formaggio fresco Ingredienti (per 4 persone): 4 peperoni di media a pasta filata prodotto esclusivamente con latte di bufala grandezza (2 rossi e 2 gialli), 500 g mozzarella di proveniente da specifiche zone di origine (Campania e Labufala campana, prezzemolo, olio extravergine di zio, e con minore estensione Puglia e Molise) e realizzata oliva, sale, pepe, noce moscata con un processo codificato e antichissimo. L’iscrizione della Tempo di preparazione 30 minuti mozzarella di bufala campana nell’albo europeo dei prodotti Tempo di cottura 30 minuti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 1996 ne ha Difficoltà l m m fissato le caratteristiche. Costo l l m Calorie l l m La produzione di mozzarella prevede che il latte sia portato Vino consigliato Lambrusco a una temperatura tra 33 e 39 gradi con l’aggiunta di un siero naturale, residuo della lavorazione del giorno prima, per Lavate e mondate i peperoni, divideteli in 4 falde favorirne la coagulazione che si svolge in caldaie d’acciaio ciascuno ed eliminate i filamenti e i semi all’interno. Asciugateli bene. Tagliate la mozzarella in 16 fette tramite caglio naturale di vitello. Quando il latte è rappreso, spesse. Lavate e tritate finemente il prezzemolo. si rompono i grumi riducendoli alle dimensioni di una noce. Velate d’olio un’ampia padella antiaderente e A questo punto la parte solida del latte, detta “cagliata” scaldatelo; disponete le falde di peperone con il viene separata da quella liquida e tenuta sotto siero fino a taglio verso il basso, mettete il coperchio e lasciate maturazione, quando è pronta per essere filata. andare per circa venti minuti a fuoco medio; La cagliata al giusto grado di maturazione viene liberata dal scoprite, girate le falde con il lato della buccia in siero residuo, tagliata a listarelle e passata in mastelli di legno basso, alzate il fuoco e fate andare per altri cinque con acqua bollente: il contatto tra acqua e cagliata provoca minuti. Salate l’interno delle falde di peperone, la fusione della massa che viene “filata” fino a ottenere mettete in ognuna una fetta di mozzarella, cospargete con il prezzemolo tritato, spegnete il un unico corpo omogeneo. A questo punto si effettua la fuoco e coprite, lasciando riposare per altri cinque formatura, modellando a mano un pezzo di cagliata filata e minuti. Servite ben caldo. staccando (“mozzando”, da cui il nome) sempre a mano, le singole mozzarelle: il disciplinare di produzione prevede forme tondeggianti che vanno da 20 grammi (ciliegine, bocconcini) fino a un massimo di 3 chilogrammi, e poi tipologie quali nodini e trecce. Una volta formata, la mozzarella viene fatta riposare in vasche d’acqua fredda e poi in salamoia. Fonte di proteine nobili 27 n. 2 2014 È un formaggio ben digeribile a basso contenuto di lattosio, ed è un’ottima fonte di proteine nobili con un apporto di grassi abbastanza ridotto: il colesterolo vi è presente in quantità tutto sommato moderate per un formaggio. Fornisce quantità significative di calcio, fosforo e vitamine; e grazie alla sapidità naturale del latte di bufala anche l’apporto di sodio è decisamente basso. Va gustata al naturale. Se non viene consumata subito, conviene conservarla in un ambiente fresco, immersa nel suo liquido. Se conservata in frigorifero, andrà tirata fuori in anticipo per servirla a temperatura ambiente. Qualche giorno dopo l’acquisto conviene impiegare la mozzarella avanzata in ricette che ne comportino una pur breve cottura. Qualche accorgimento per essere sicuri di acquistare la vera mozzarella di bufala campana dop: per legge il formaggio deve essere posto in vendita solo preconfezionato all’origine in buste termosaldate, vaschette o bicchieri. Ogni confezione deve riportare il nome completo della denominazione (Mozzarella di Bufala Campana DOP), logo e riferimenti alle normative nazionali e comunitarie, numero di autorizzazione del caseificio; se la confezione è una busta di plastica annodata, sopra il nodo ci deve essere il sigillo di garanzia del produttore. n. 2 2014 28 vini bianchi L’eleganza del bianco Nello Chardonnay si concentra una straordinaria varietà di aromi che trova espressione in vini di grande successo di Sergio Lo Monte Un bel grappolo serrato, non troppo grande, a forma di tozza piraSul web mide: lo guardi e viene spontaneo associarlo ad un altro, al Pinot www.quattrocalici.it nero, da cui sembra differire soltanto per colore: sono entrambi www.oifb.com figli della stessa terra, la Borgogna che tanto ha dato e dà ancora in fatto di vini pregiati. Se andiamo in là nel tempo però per scoprire le prime lontane origini dello Chardonnay, troviamo due teorie. La prima lo vuole nato dalle colline argillose di Gerusalemme e portato in Francia dai primi Crociati. La seconda lo pensa nato da un incrocio tra una vite preaddomesticata e una proveniente dall’Illiria. Una specifica ricerca ha rivelato che i due progenitori sono il Pinot nero e il Gouais blanc, di origine slava. Chardonnay, un minuscolo paese nella zona del Maconnais, diventa il nome del vitigno forse più conosciuto al mondo: versatile ed elegante, si diffonde dapprima in tutta la Francia e ben presto guadagna il mondo intero. In Italia si coltiva lungo tutto il territorio, ma in modo significativo e spesso con eccellenti risultati nella fascia collinare e prealpina delle regioni del Nord, dal Piemonte al Friuli. Da non dimenticare l’eccelso spumante in Franciacorta e i superbi vini delle Langhe dove il vitigno viene adoperato sia in purezza che in uvaggio. Anche i dolci colli toscani offrono terreno adatto alla sua coltivazione. In Sicilia a partire dagli anni ’80 si è sviluppata un’intensa produzione favorita da buona esposizione al sole unita ad una giusta consistenza del terreno che varia da calcareo ad argilloso intramezzato da strati limosi. I pendii delle valli trentine offrono a quest’uva un ambiente simile a quello d’origine, assecondato dall’allevamento a pergola che permette di sfruttare al massimo i raggi solari. Una produzione vigorosa e abbondante 29 n. 2 2014 Il motivo di questa universale diffusione va rintracciato nel fatto che è una pianta bisognosa di grande attenzione, di cure sollecite, ma che ripaga il viticoltore con una produzione vigorosa e abbondante. Qualche esperto esprime dei dubbi sull’affinamento in botti: le note legnose rilasciate ai vari Chardonnay coltivati in zone diverse, darebbero caratteristiche troppo omogenee. Per ovviare all’inconveniente e riuscire a mantenere le sfumature degne di questo vitigno, alcuni produttori optano per recipienti in acciaio che lasciano intatte le caratteristiche organolettiche. Il nobile bianco, al calice, si presenta brillante, giallo paglierino, dal profumo equilibrato, intenso, delicato, con note di frutta esotiche come ananas e banane, un sapore armonico, pieno e soprattutto elegante. Tutte qualità che persistono sia nei vini fermi che in quelli frizzanti, dalla gradazione piuttosto alta. A tavola lo si apprezza abbinato a tutti i piatti di pesce a cominciare da ricchi antipasti, ma anche con paste, torte salate, zuppe ed arrosti delicati. vini rossi n. 2 2014 Credit Alto Adige Marketing/Stefano Scatà 30 Un grande vino rosso Il Pinot nero nasce in Borgogna, ma ha trovato terreni favorevoli in molte regioni italiane di Sergio Lo Monte Sul web www.blauburgunder.it www.quattrocalici.it www.diwinetaste.com A una prima degustazione, per un palato amante dei vini, ma non all’altezza di un sommelier, il calice brillante e trasparente di un Pinot nero può apparire un piccolo enigma. Non si lascia decifrare da chiunque, non si lascia intuire da tutti e al primo istante. La sua eleganza vuole consumatori capaci di cogliere i delicati aromi, freschi, fruttati, caratteristici di questo blasonato e pretenzioso vitigno. Il Pinot nero ha origini antiche, nella regione francese della Borgogna, come provano anche le citazioni di Plinio il Vecchio. Questo territorio e in modo particolare la Cote d’Or offrono le condizioni climatiche più adatte per la coltivazione delle preziose viti. Sono piante non molto grandi con foglie medie a tre lobi con grappoli di piccole dimensioni, compatti, che ricordano nella forma una piccola pigna. Gli acini, di un forte blu violaceo, piccoli e tondi hanno buccia sottile, basso contenuto di tannini e una marcata nota di acidità. I terreni più adatti alla crescita impegnativa del Pinot nero si trovano ad un’altitudine che varia dai 300 agli 800 metri sul livello del mare, possibilmente sabbiosi, calcarei, ben drenati, privi di umidità. Il clima contribuisce all’intero percorso di maturazione del Pinot nero, fa in modo che cresca lentamente in condizioni fresche sviluppando al meglio le sue doti quali l’aroma di frutti rossi come fragola, lampone, ciliegia, la giusta acidità e un ridotto contenuto di tannini. Dopo la vendemmia, precoce rispetto ad altre uve, si arriva alla pigiatura ed è qui che si determinano i due tipi di vinificazione: in rosso e in bianco. Il primo è destinato a dare in purezza il più sofisticato pinot nero che tutti conoscono. Dopo un periodo più o meno breve di macerazione viene fatto maturare in piccole botti di legno con basso grado di tostatura. L’ottimo bilanciamento tra l’apporto del legno e le proprietà tipiche di aroma e attività del vino fornirà un prodotto ideale che verrà affinato in bottiglia per un tempo che può variare tra i due e gli otto anni. Solo i Pinot nero di classe superiore raggiungeranno i dieci anni. Sempre brillante e trasparente ma più aranciato, più morbido, con aromi che virano verso la mora, la prugna e sentori di sottobosco, sono invece le qualità di un vino più vecchio dove l’alto grado alcolico controlla l’eventuale acidità. Per la vinificazione in bianco ricordiamo che quest’uva è la più indicata tra quelle a bacca rossa per la produzione degli spumanti, primo fra tutti lo Champagne. In Italia il Pinot nero arriva soltanto a partire dalla metà del 1800 e dà il meglio di sé in Trentino e in Alto Adige, nella provincia di Bolzano in particolare, a confine con l’Austria e nella Bassa Atesina, dove assume anche il nome di Blauburgunder e dove ha trovato estese zone collinari soleggiate, ma ventilate e fresche. Ottimi risultati sia vinificato in bianco che in rosso si ottengono nell’Oltrepò Pavese, in Franciacorta, in Friuli, in Veneto, e non ultima in alcune zone della Toscana. Si accompagna ad arrosti di carne bianca con contorni di verdure gratinate, a pietanze non troppo robuste, ma saporite e speziate, come pure a piatti di pesce un po’ elaborati, tra cui le zuppe. 31 n. 2 2014 Due tipi di vinificazione n. 2 2014 32 bevande bevande Fresco, leggero, colorato: il frappé è la bevanda ideale per l’estate di Caterina Simonato La ricetta Un piacere unico Frappé di gelato e banane È un piacere unico quello che ti dà il frappé, come quelli freschi e allegri che provavi da bambino all’ora di merenda Ingredienti (per 4 persone): 400 g di gelato al d’estate. Perché questa bevanda viene normalmente servita pistacchio, 2 dl di panna, 1 dl di latte, 3 banane, 20 quando fa caldo, ma nulla ci impedisce di godercela anche g di miele, 20 g di zucchero di canna, ghiaccio q.b. d’inverno, sia al bar sia preparata in casa. Tempo di preparazione 10 minuti Basta avere a disposizione un frullatore, della frutta fresca Difficoltà l m m Costo l l m o dello sciroppo, latte, panna o gelato, zucchero e cubetti Calorie l l m di ghiaccio. Se si desidera fare attenzione alle calorie, sarà sufficiente eliminare lo zucchero e usare invece del latte Sbucciate le banane e riducetele a piccoli pezzi. intero quello parzialmente scremato. Infinite sono le varianti Raccogliete nel vaso del frullatore il gelato, la panna del frappé: ognuno ci mette l’ingrediente preferito seguendo e il latte, quindi aggiungetevi le banane a tocchetti e ghiaccio a piacere. Passate nel frullatore tutti gli il proprio gusto e la propria fantasia. I più conosciuti hanno ingredienti alla massima velocità, fino a ottenere la base di frutta, classici quelli alla fragola, alla banana, una crema omogenea e spumosa, poi dolcificate alla pesca, al kiwi, al melone. Un’accortezza se ci piace al col il miele o, se non gradite il gusto del miele, con lampone: è meglio usare lo sciroppo in alternativa al frutto, lo zucchero di canna. rischieremmo altrimenti di ritrovarci tutti i semini in bocca. Grande successo riscuote quello al cioccolato, che ha una procedura particolare. Si fanno addensare sul fuoco del buon cacao amaro, dello zucchero e del latte; soltanto dopo, una volta raffreddato il tutto, si aggiungeranno panna e ghiaccio trito. È una bevanda analcolica, tuttavia esistono versioni molto apprezzate che prevedono l’apporto di un buon brandy. Il frappé può essere leggero o meno a seconda degli ingredienti che vogliamo usare, ma ne esiste uno che in fatto di calorie supera tutti: è il frappé allo zabaione che prevede oltre al rosso d’uovo, del marsala e pure un goccio di rum. Vogliamo una consistenza ancora più densa, cremosa? Sostituiamo il ghiaccio con il latte direttamente ghiacciato in cubetti, meglio ancora con freschissima ricotta o del gelato. Più leggero, ma altrettanto buono se utilizziamo lo yogurt e una minima quantità di zucchero. Come servire il frappé? Rigorosamente in bicchieri alti, magari con una cannuccia e una spruzzata di panna. Una forma di frappé molto amata è il caffè-frappé greco, una sorta di bevanda nazionale completamente diversa dai frappé che conosciamo noi, ma che potrebbe aver dato l’input a tutti quelli che ora beviamo. In cosa consiste quello greco? Qualche cucchiaio di caffè in polvere, zucchero, latte, ghiaccio e acqua: il risultato sarà una bevanda dalla schiuma morbida e cremosa. Comunque sia la storia e l’evoluzione della bevanda che si è diversificata in così tante e ottime versioni, nulla ci impedisce di regalarci ogni tanto un ricco frappé, bello denso, colorato, che sa di sole, di vacanze, un piacere per il palato e per gli occhi, anche un’idea per una pausa pranzo diversa. 33 n. 2 2014 Più o meno cremoso viaggi v iaggi Andamento lento di Vanessa Bartoli 35 n. 2 2014 Voglia di vacanze in bicicletta? Consigli e itinerari per aspiranti cicloturisti Soffermarsi su particolari che normalmente passano inosservati, sentire gli odori e i rumori del mondo che ci circonda, esplorare luoghi altrimenti irraggiungibili: sono solo alcuni dei buoni motivi per decidere di fare una vacanza su due ruote. Tanto più che negli ultimi anni sono aumentati – anche in Italia – piste ciclabili e percorsi protetti, oltre a tutta una serie di servizi (luoghi di sosta, itinerari ad hoc, la possibilità di viaggiare in treno con la bicicletta) che rendono ancora più facile e piacevole darsi al cicloturismo. Prima di partire Credit Trentino Sviluppo. Daniele Lira, Fototrekking Obiettivo Trentino 2008 - Alto Garda 37 n. 2 2014 Sul web Anche se sceglierete un itinerario non troppo complicato – cosa che www.fiab-onlus.it/bici è consigliabile soprattutto se è la vostra prima volta: il rischio è che www.eurovelo.com difficoltà e contrattempi, che sono sempre in agguato, vi facciano www.ediciclo.it passare la voglia delle due ruote – un po’ di fiato e gambe dovrete necessariamente farvele. Senza esagerare con palestre o allenamenti casalinghi in sella alla cyclette, l’importante è non arrivare impreparati alla partenza, e magari ritrovarsi bloccati già alla prima tappa da acido lattico, dolorosi crampi e fiatone. Capitolo attrezzatura. Non è necessario munirsi di una bicicletta super tecnologica, peraltro assai costosa. Potete anche adattare la vostra mountain bike (se l’itinerario non prevede percorsi accidentati bisogna dotarla di pneumatici più leggeri) o bicicletta da città. Affidatevi al vostro meccanico di fiducia che saprà consigliarvi quale manubrio, sella, indispensabile portapacchi, fanali e catarifrangenti (obbligatori per legge) sono più adatti alle vostre esigenze. Ma ricordate anche che molti viaggi organizzati prevedono la possibilità di affittare la bicicletta: con 50/100 euro (a seconda della durata e del percorso, e naturalmente dalla singola agenzia) avrete a disposizione un mezzo attrezzato e adatto alla vostra vacanza. Quanto ai bagagli, la regola aurea è “di meno”. Perché, banalmente, sarete voi a doverveli portare in spalla o nel portapacchi: dunque pensateci bene prima di infilare nello zaino quel vestito tanto carino che ammicca dall’armadio… davvero pensate che dopo una giornata passata a pedalare (e in vista della prossima) avrete voglia di passare una serata in discoteca? Discorso che vale anche nel caso in cui decideste di affidarvi ad un viaggio organizzato che prevede il trasporto del bagaglio. Indispensabili invece una mantella (o altro capo impermeabile), i mezzi guanti per proteggere le mani dalle molte ore di impugnatura del manubrio, e del sapone da bucato (avendo poco bagaglio dovrete ‘rinnovarlo’ da soli). I cicloturisti più esperti consigliano un peso totale del bagaglio compreso fra i 12 (se si pedala in salita) e i 16 chili (se si pedala in piano). In sella n. 2 2014 L’itinerario deve essere accuratamente organizzato prima di mettersi in sella. Tappe quotidiane, soste turistiche o per riprendere fiato, pernottamenti: non affidatevi all’improvvisazione, specialmente se è la vostra prima volta. Sul web trovate tutto quello che vi serve, dalle agenzie che offrono pacchetti completi (itinerari con o senza accompagnatore, prenotazione alberghi, noleggio bici e trasporto bagagli) alle mappe delle reti ciclabili. L’Italia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante nell’offerta per i cicloturisti: è possibile così avventurarsi lungo la ciclovia del Po o fra i vigneti della Franciacorta, lungo gli 80 chilometri de “la via del Brenta” che attraversa tutta la Valsugana o tra le chiese, castelli e mulini della pista ciclabile della Val di Sole. Non solo Lombardia e Trentino: in Puglia si può andare alla scoperta delle cattedrali romaniche in un percorso che da Bari arriva a Trani, o in Sicilia fare il giro dell’Etna. Davvero tanti gli itinerari in Europa – dove paesi come Austria, Germania, Francia, Olanda, che hanno una più lunga consuetudine con le due ruote, sono più avanti di noi in termini di piste ciclabili e servizi. Un pensierino va sicuramente fatto sulla Avenue Verte, l’itinerario che tra piste ciclabili, brevi tratti in strade secondarie e lungo le “vie verdi” realizzate lungo tratti ferroviari dismessi, collegano Parigi a Londra: 400 e qualcosa chilometri da affrontare una pedalata alla volta. 38 benesssere benessere Amico sole di Enrico Zoi 39 n. 2 2014 Tanti i benefici dell’esposizione ai raggi solari. Ma il pericolo scottature è sempre dietro l’angolo “Abbronzatissima, sotto i raggi del sole”: l’inizio al fulmicotone di una notissima canzone di Edoardo Vianello, autentico evergreen, introduce il nostro piccolo itinerario all’interno del mondo delle abbronzature e delle creme solari, un universo dentro al quale, come sempre quando si ha a che fare con il corpo umano e quindi con la salute, occorre muoversi senza timori o pregiudizi, ma con consapevolezza e con la giusta dose di cautela. Sì, perché i raggi della stella madre del nostro sistema, che tanto desideriamo perché, con la bella stagione, ci portano il mare o la montagna, comunque le vacanze sognate durante un anno di lavoro, fanno bene e, secondo l’estetica moderna, rendono più attraenti uomini e donne, ma solo a patto che li si conosca. I raggi solari rinvigoriscono le membra, assicurano una corretta quantità di vitamina D, che serve a regolare i livelli di calcio e fosforo nel nostro organismo (pare anche che la sua carenza possa aggravare la sclerosi multipla), e sono salutari per il sistema scheletrico, ma, siccome di sole e di calore si tratta, la scottatura è sempre dietro l’angolo. Una minaccia da non sottovalutare. Usiamo il buonsenso Il primo must è non esagerare e procedere con un’esposizione graduale ai raggi del sole, un consiglio questo che vale anche da un punto di vista estetico: cerchiamo l’abbronzatura che ci valorizzi, non un doloroso e non bello sbruciacchiamento! In tal senso, onde evitare insolazioni e sofferenze da eccesso di calura, è preferibile pure evitare le ore più calde (praticamente un obbligo con i bambini più piccoli!) o comunque servirsi di cappelli, eventualmente della maglietta con la quale siamo arrivati in spiaggia, e del buon vecchio ombrellone, uno di quegli accessori che non tramonta, né mai tramonterà. In montagna, si possono usare quelli dei rifugi o delle stazioni di partenza o risalita degli impianti, per chi ama sciare d’estate. E poi ci sono le creme, protettive ed abbronzanti, a seconda delle necessità di ognuno: un valido aiuto per quella sana tintarella che possiamo scegliere di far nascere nelle fasce orarie del mattino e del calare del sole (le ore comunque più belle, spaziose e luminose) e ottenere spalmando i filtri solari sulla pelle sempre dopo aver fatto il bagno. Perché prevenire è meglio che curare! Un incidente però può sempre accadere: in vacanza, l’evento più classico, è rilassarsi n. 2 2014 al punto da addormentarsi sul telo da mare e risvegliarsi, oltre che intontiti, anche 40 prossimi all’eritema o addirittura all’ustione (il sole non scherza, lui non si muove e continua incessantemente nelle sue emissioni di raggi!). In tali casi, per correre ai ripari, ci sono le creme al cortisone o i gel emollienti e idratanti, ad esempio l’onnipresente aloe. Creme per tutte le pelli Considerazioni generali a parte, parafrasando impertinentemente il grande poeta Salvatore Quasimodo, è vero che ognuno di noi sta solo sul cuor della... spiaggia, esponendosi all’abbronzatura secondo caratteristiche individuali. Perciò, come non è detto che tutti migliorino la propria estetica con la tintarella, poiché ad alcuni il pallido dona fascino e curiosità, così esistono però creme adatte a tutte le pelli ed occasioni. La prima cosa da sapere è che ogni prodotto dovrà avere ben chiari sulla confezione sia l’indicazione del livello di protezione, che può essere bassa, media, alta o altissima, sia il logo del fattore di protezione dai raggi Uva, a garanzia che la crema non difende solo dalle scottature, ma anche dai raggi cancerogeni. È noto poi che la natura ci aiuta da un punto di vista cromatico per sapere come comportarci. È noto, ma non fa mai male ripeterlo: in certi casi, il troppo non è detto che stroppi! Pertanto, chi è di carnagione chiara, quindi a minimo tasso di melanina, oltre a non stare troppo al sole specie nelle ore in cui è allo zenit, è bene che si affidi a un filtro solare a protezione molto alta o altissima, diciamo oltre 50; chi è invece scuro, ed è quindi meno in pericolo degli altri, può in ogni caso tutelarsi con un filtro 6 (protezione bassa); l’individuo ‘di mezzo’, vale a dire con la pelle chiara ma dall’abbronzatura facile, può andare su un 15-20, corrispondente alla protezione media. Ci sono anche le creme da evitare se ci si espone ai raggi del sole! Quali? I gel antiflogistici o antibiotici, ad esempio, o i prodotti cosmetici esfolianti. E ora da vacanzieri consapevoli, possiamo andare ad abbronzarci con le creme giuste e magari rivivere sul nostro corpo le sensazioni positive evocate un po’ di anni fa dalla cara Giuni Russo, quando cantava Un’estate al mare: “Senti questa pelle com’è profumata/Mi ricorda l’olio di Tahiti”... Sul web 41 n. 2 2014 È possibile pure approfondire ulteriormente il tema sul web: siti e blog non mancano davvero! Qualcuno? Cremeabbronzanti.com (www.cremeabbronzanti.com), Alfemminile.com (www.alfemminile.com), Leiweb (blog.leiweb.it/blog), Beauty Blog (www.beautyblog.it), e, per chi desidera saperne di più, qui si fa il pieno di link: labs.ebuzzing.it/top-blogs/bellezza. n. 2 2014 Credit Damien Follet 42 solidarietà s olidarietà MSF in azione La speranza si fa in quattro: fiocchi rosa e azzurri in un campo rifugiati in Mauritania di Sabina Armani Medici Senza Frontiere Onlus via Volturno 58, 00185 Roma Tel 06 88806000 www.medicisenzafrontiere.it [email protected] Per un po’, prima che ricevessero dei veri nomi, sono stati semplicemente i bambini 1, 2, 3 e 4. I quattro gemelli Aboubakrine Ag, Fatim Walet, Ousmane Ag e Oumar Ag sono nati il 4 gennaio di quest’anno nella struttura sanitaria di Medici Senza Frontiere a Bassikounou, in Mauritania: un evento unico e una “quadrupla speranza” per migliaia di persone che vivono in condizioni estreme. I loro genitori, Taghri e Massaya, sono tra le 57.000 persone fuggite dal conflitto in Mali per cercare rifugio nel campo rifugiati di Mbera, in Mauritania. Sono arrivati portando con sé i loro altri sei figli e soltanto pochi vestiti, ma anche qualcosa di più importante: Taghri era incinta. “Dopo 37 settimane di gravidanza i quattro gemelli sono nati nella nostra sala operatoria – spiega Frederic Manantsoa Lai, Capo Missione per MSF nel campo rifugiati di Mbera. Tre maschi e una femmina, che pesavano solo 1,5 kg a testa! Eravamo piuttosto preoccupati per loro. Ma oggi sono in salute e crescono bene. È un’ulteriore prova che cose meravigliose possono succedere anche nelle condizioni più estreme. Queste nuove vite sono un segno di speranza per i rifugiati. Allo stesso tempo, questa storia sottolinea quanto siano vulnerabili queste persone. Immaginate se le cure mediche non fossero state disponibili: se non avesse raggiunto la nostra struttura, questa madre incredibilmente coraggiosa avrebbe potuto perdere i suoi quattro bambini, o anche la sua stessa vita, lasciando altri sei figli e un marito senza lavoro”. I genitori sperano di tornare al campo e riunirsi alla loro comunità, anche se la vita non sarà facile. Massaya Ag Iliyass, il padre, è un contadino di Molé, nel Mali, ma a causa del conflitto ha perso quasi tutto. Taghri Walet Tokeye, la madre, sa cucire ma non ha strumenti per avviare un’attività e ricavarne un reddito. “MSF si sta prendendo cura dei nostri bambini. Senza il loro aiuto non sapremmo come affrontare tutto questo. L’arrivo dei quattro gemelli rappresenta una speranza per noi ma anche una grande sfida. Vogliamo prenderci cura di tutti loro e della loro educazione. Adesso ho 10 figli - dice il padre dei bambini. La mia preoccupazione è il nostro ritorno in Mali quando le condizioni miglioreranno. Dovremo ricostruire le nostre vite. Avrò bisogno di aiuto per prendermi cura della mia famiglia, vedere i miei bambini crescere. La mia ambizione è avviare una piccola attività e aprire una sartoria per mia moglie”. Nel campo di Mbera la principale preoccupazione di MSF è l’accesso alle cure di base per i rifugiati. Solo in Mauritania, nel 2013 MSF ha effettuato 147.681 visite, incluse 101.037 nel campo rifugiati di Mbera e 46.644 fuori dal campo (in strutture pubbliche del Ministero della Salute). Come parte della risposta alla malnutrizione acuta grave ha poi curato 3.867 pazienti. Inoltre, sono state distribuite 45.000 zanzariere che hanno aiutato a diminuire i casi di malaria da 6.028 nel 2012 a 2.285 nel 2013. MSF lavora nel paese dal 1994: per festeggiare i suoi venti anni ha ricevuto 4, bellissimi, regali. 43 n. 2 2014 In Mauritania dal 1994 libero tempo Tipi da spiaggia di Enrico Zoi 45 n. 2 2014 Una partita a tamburello o una sfida a carte? Sport e giochi in riva al mare Spiaggia e mare sono sinonimi di vacanza, divertimento e relax, sono regioni del tempo e dello spazio da occupare con i giochi e con i loro cugini: gli sport. Si sta spesso troppo seduti al lavoro o con le gambe sotto le tavolate di Pasqua o Natale ad allargare le circonferenze addominali e, una volta che si aprono ai nostri occhi e al nostro corpo gli impianti sportivi naturali della spiaggia e dell’enorme piscina del mare, bisogna cogliere l’attimo. Naturalmente stando attenti a chi magari lo sport lo pratica tutto l’anno e, quando è in ferie, cerca silenzio e pace! Ma per chi è in arretrato di movimento sono davvero tante le opzioni di scelta, praticabili sia in forma organizzata negli stabilimenti balneari, sia autonomamente. A tutto movimento! Prendiamo il beach soccer, il calcio da spiaggia, disciplina spin off del calcio e ad esso molto somigliante, con la grande e ovvia differenza che si può e si deve giocare sulla sabbia. Tutti noi abbiamo negli occhi o comunque possiamo immaginare il beach soccer all’atto pratico come un momento di sfogo, uno scalpitare di piedi, gambe e teste alla disperata ricerca di un pallone da colpire all’inseguimento del sempre bramato goal, una versione estiva e vacanziera di certe scene di confusione e comicità cinematografica stile torte in faccia o farse del cinema muto. Tuttavia, tale sport, all’inizio del terzo millennio è stato riconosciuto dalla Fifa, la federazione calcistica internazionale, la stessa del football di Messi o Cristiano Ronaldo, con tanto di regolari campionati nazionali e internazionali. Stessa storia per il beach volley, che, nato in California e alle Hawaii come pallavolo da mare che si adatta alla sabbia, ha superato la connotazione ricreativa evolvendosi in disciplina olimpica e professionistica, lasciandosi alle spalle anche la dimensione costiera: infatti esiste pure in Svizzera, dove il mare proprio non c’è! Ma seguiamo le note di Vento d’estate di Max Gazzé, che ci chiede: “Io vado al mare, voi che fate?” Torniamo in spiaggia! Ci attende una bella partita a tamburello. Certo, si tratta della versione light dello sport praticato già dagli antichi Romani e da allora diffuso n. 2 2014 in tutto il mondo, una disciplina che 46 da noi attecchisce con un primissimo campionato italiano nel 1896. I tamburelli dell’estate sono più piccoli e la fatica minore, di sicuro non ci sono regole, se non quella di cercare di non far cadere la pallina. Se la forza necessaria è inferiore allo sport ufficiale, anche il tamburello da spiaggia richiede però riflessi pronti e rappresenta un valido espediente per non rammollirsi troppo prima del rientro in città. Un po’ come le bocce, gioco diffuso in ogni continente, per un totale di più di centodieci nazioni, ma che vede la luce addirittura nella Turchia del 7000 avanti Cristo. Nei secoli, dall’avorio si è passati alla bachelite, materiale più pratico e povero, e oggi le bocce pullulano e svolazzano (sulla sabbia i lanci rasoterra non sono possibili) sulle spiagge per il divertimento e il cimento di precisione di grandi e piccini, essendo anche uno svago adatto a coniugare la voglia di sperimentare la capacità di mira individuale con il gioco di squadra. E poi le bocce da mare sono sempre colorate e i cromatismi accesi in ferie danno quel surplus di fantasia e allegria che non guasta mai, anzi serve a far trascorrere più rapidamente le interminabili ore di attesa digestiva prima di tornare a fare il bagno! Sotto l’ombrellone Un tempo tuttavia solo apparentemente ‘morto’ quello che segue la pausa di un pranzo che in spiaggia è bene sia sempre frugale, nel quale, vista pure la sua consueta coincidenza con le ore più calde, ci si può accomodare sotto l’ombrellone e darsi all’enigmistica, buona sia per le tenzoni singole di un rebus sia per condividere con gli amici le definizioni di un cruciverba. E poi ci sono le carte, che hanno il solo inconveniente di non poter essere usate se il litorale è battuto dal vento, per quanto il rincorrerle fino all’ombrellone accanto al nostro possa donare un supplemento di ilarità o essere un’occasione per fare nuove conoscenze. Né dobbiamo dimenticare i giochi a voce, dal sempre esilarante telefono senza fili ai vari indovinelli, stile, tanto per intendersi, il classicissimo “è arrivato un bastimento carico di...”, e vai con la prima sillaba della parola da scoprire! marino? Sì! Non possiamo salutarci senza ricordare quello che per la maggior parte dei bambini è, oltre al bagno, il momento più atteso delle vacanze: ovvero quando ci si arma di secchielli, palette, setacci e formine e si costruiscono castelli di sabbia, piccole e grandi sculture in rena o piste per biglie, trascorrendo così forse le ore più serene della vita. O no? Sul web Per i naviganti del web, ecco alcuni siti e blog dove scovare nuove vie di fuga nello svago: Benvenutosole.it (www.benvenutosole.it/bambini/157_ Giochi+da+spiaggia.html), Spiaggeitalia.com (www.spiaggeitalia. com/giochi_spiaggia) e Partecipiamo.it (www.partecipiamo.it/ferragosto/3.htm). 47 n. 2 2014 Manca qualcosa nel nostro excursus ludicosportivo giochi Cruciverba 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 11 13 14 15 16 17 18 19 25 20 21 22 23 24 26 27 28 29 30 34 31 32 35 36 37 40 33 38 41 39 42 45 43 44 46 Sudoku Puzzle 1 (Easy, difficulty rating 0.40) 9 7 7 5 3 3 5 4 8 2 3 n. 2 2014 6 48 4 7 6 9 3 8 5 4 9 8 6 2 9 6 1 4 5 2 Generated by http://www.opensky.ca/~jdhildeb/software/sudokugen/ on Sat May 3 14:09:24 2014 GMT. Enjoy! ORIZZONTALI 1. D’estate è sempre piena! 10. Se in inglese... 12. Nutrire, sostenere. 14. Rapido, lesto. 15 È opposto allo Zenit. 16. Il fiume di Galluzzo 17. Numero in breve. 18. Teramo. 19. Quella elettronica è detta anche e-cig. 25. Il Gruppo di Alan Ford. 26. Lo sono alcuni aironi. 27. Olbia-Tempio. 28. Canide africano. 29. Robot umanoide francese. 31. Fu un successo degli Abba. 32. Nome d’arte di Lorenzo Salvatori, rapper di San Marino. 34. Fagu, calciatore albanese. 36. Forma il grappolo. 37. Quella di Toledo fu ritratta da Agnolo Bronzino. 41. Simbolo dell’iridio. 42. … o mai più! 43. L’Umberto del Nome della rosa. 45. Il Massimo di Non ci resta che piangere. 46. Può essere classico ma anche sportivo. VERTICALI 1. Un classico dell’ultimo giorno di scuola. 2. … Watson! 3. Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids. 4. Si nasconde sotto l’esca. 5. Vocabolo specifico di una disciplina, spesso senza sinonimi. 6. Forte, vigoroso 7. Rete senza pari. 8. Il Fleming di James Bond. 9. C’è la Coeli e la Pacis. 11. Artigiano che lavora il ferro. 13. Congiunzione eufonica. 20. Azienda Nazionale Autonoma delle Strade. 21. Può essere confesso. 22. La Boville del Frusinate. 23. L’Aroldo grande attore del ‘900. 24. Trento. 30. Il suo fiume è il Lete. 33. Può essere silicea o calcarea. 35. Viene sempre prima di oggi. 36. Grande lago salato tra l’Uzbekistan e il Kazakistan. 38. Prima persona plurale 39. Fiume della Russia e del Kazakistan. 40. Asti. 43. EuroCity. 44. Pareggio a reti inviolate. La vita di Indro Montanelli raccontata da “chi non c’era”. Classe 1983, Paolo Di Paolo, già finalista al Premio Strega con Mandami tanta vita, rende omaggio al grande scrittore e giornalista con un romanzo intenso e avvolgente che ne ripercorre attraverso alcuni episodi fondamentali la vita incomparabile. Nato vicino a Firenze nel 1909 e morto nel 2001 a Milano, Montanelli attraversa il secolo breve, e ogni fase del Novecento viene da lui raccontata sulle pagine de Il Messaggero, il Corriere della Sera, La Stampa, il Giornale, La Voce, interpretando il pensiero di molti e mantenendo sempre un’indipendenza scomoda diventata esemplare. Di Paolo lo racconta così “imprudente, tenace, appassionato, libero”. ROMANZO Cazzimma Stefano Crupi Mondadori 252 pp 16 euro “Cazzimma”? È un termine napoletano che indica il bisogno di prevaricare sugli altri, con cattiveria e gusto di farlo. Cazzimma è anche il romanzo d’esordio di Stefano Crupi, giornalista casertano che racconta con piglio autentico e vivace la storia di Sisto, napoletano che si ingegna a sfidare la camorra mettendo in piedi un traffico di droga parallelo a quello “ufficiale”. Soldi e successo immediati precipitano Sisto in una strada apparentemente senza uscita, fino a quando l’aiuto di uno zio e di una ragazza gli permetteranno di risalire e cambiare rotta. Un romanzo su una gioventù senza scopo e ideali, succube di un fatalismo al quale stenta a ribellarsi. ROMANZO Una commedia italiana Piersandro Pallavicini Feltrinelli 320 pp 17 euro Piersandro Pallavicini, professore universitario di fisica supramolecolare e romanziere da 12 anni, dopo Romanzo per signora ci regala un altro romanzo divertente, ironico, e carico di personaggi variegati che vanno a comporre una famiglia particolare come tante, come tutte, densa di storie: una commedia all’italiana che scorre come un film, piena di riferimenti a quei film che dell’Italia hanno fatto la storia. A riunire in un paesino montano tutti i componenti della famiglia è il capostipite Alfredo Pampaloni, ex playboy ispiratosi a Gunter Sachs, industriale di 82 anni in procinto di vendere le ville di famiglia. Attorno a Pampaloni, troviamo Carla, insegnante di chimica, e il marito Gigi, cervello della fisica oltre al fratello di Carla, mercante d’arte con moglie londinese e figli odiosi al seguito. Quando Pampaloni inizia ad esser perseguitato da fatti bizzarri ed inspiegabili ecco comparire una sessantenne esuberante viceispettore di polizia... tempo libero ROMANZO Tutte le speranze Paolo Di Paolo Rizzoli 224 pp 17 euro 49 n. 2 2014 Libri tempo libero n. 2 2014 50 Musica CD Lily Allen Sheezus CD Coldplay Ghost Stories Nove tracce intense per l’ultimo attesissimo album della band inglese capitanata dalla splendida voce di Chris Martin. Ad anticipare l’uscita era stato Magic, in primavera, singolo di gran successo ma piuttosto diverso dal resto dell’album: un lavoro, precisa il cantante, che vuole spronare al coraggio e alla capacità insita nell’essere umano di andare avanti malgrado le difficoltà. Un inno alla vita per archi ed elettronica, nel quale troviamo anche, in due tracce, i cori dei due figli di Chris Martin e Gwineth Paltrow. Poetico è il brano di apertura, Always in my head, batteria lieve e zero chitarre. Psichedelica e intensa, concentrata sulla voce, è invece Oceans. Con True love si torna invece all’electro pop. Introspettivo, rarefatto, sperimentale: il disco si differenzia molto dai precedenti ma è già apprezzatissimo da pubblico e critica. Ecco il nuovo lavoro di una delle cantanti britanniche più “cinguettanti” del web; dopo uno stop musicale durato parecchio, Lily Allen tornerà a dominare le chart? La giovane cantante che nel lontano 2005 suscitò l’attenzione dei discografici grazie a MySpace, raggiunge il successo nel 2006 con Alright, Still, guadagnandosi la seconda posizione della classifica inglese. Nei due anni successivi riceve diverse nomination in qualità di Best Alternative Music Album, miglior singolo e miglior album. A novembre 2013 esce il primo singolo del nuovo e terzo album, Hard out here, che si piazza subito nella Top10 britannica. Poi è la volta di Our time, altro brano tratto da Sheezus. Un disco dai testi a volte taglienti e sarcastici, ma divertenti, segnati da un mix di hip hop, pop, indie. CD Bud Spencer Blues Explosion BSB3 Alternative rock e punk blues, sono questi i generi che il duo formato da Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio fondono dando vita a BSBE, la band romana che si ispira e fa il verso a due pilastri, uno appartenente alla cultura cinematografica popolare, Bud Spencer, un altro a quella musicale, il gruppo punk blues Jon Spencer Blues Explosion. Una delle rivelazioni più acclamate degli ultimi anni, i BSBE pubblicano il loro ultimo lavoro: BSB3. Uscito in formato digitale, cd e pure vinile in edizione limitata di 600 copie, il gruppo infonde all’album sonorità vecchio stile. Chitarra, batteria, voce: onesto, semplice, energico, come i loro concerti. Le soluzioni dei giochi di pag. 48 Puzzle 1 (Easy, difficulty rating 0.40) 4 3 9 8 6 2 1 5 7 7 6 5 9 4 1 3 2 8 1 8 2 7 5 3 9 6 4 5 7 3 6 1 9 8 4 2 2 4 6 3 7 8 5 9 1 8 9 1 5 2 4 7 3 6 9 2 4 1 8 5 6 7 3 3 1 7 2 9 6 4 8 5 6 5 8 4 3 7 2 1 9 LE PRIME TAVOLETTE SENZA GABBIETTA! DETERGONO E RINFRESCANO IL WC IN UN SOLO GESTO! STANDARD ELIMINAODORI FRAGRANZA GLADE DOPPIA RICARICA STANDARD DOPPIA RICARICA FRAGRANZA GLADE LIME FRESCHEZZA ALPINA Ricerca di mercato GPMI© su una pre-selezione di prodotti innovativi presenti sul mercato italiano,condotta da IRI su 12.000 consumatori con più di 15 anni, svoltasi a dicembre 2013. www.prodottodellanno.it cat. deodoranti casa La 1° protezione Garnier con filtri avanzati contro gli UVA LUNGHI AMBRE SOLAIRE