La ricetta - Delizie VéGé

Transcript

La ricetta - Delizie VéGé
n. 2/2014
Il sapore
dell’estate
I mille colori
dell’insalata
Gelato, dolce
e un po’ salato!
Il sole,
un amico
per la pelle
Riscoprire le nostre origini
per costruire insieme il futuro
3
n. 2 2014
editoriale
editoriale
“Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è
un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per
sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per
demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un
tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo
per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo
per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere
e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per
la guerra e un tempo per la pace. Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo
per ogni faccenda sotto il cielo.”
Ogni volta che rileggo questo brano dell’Ecclesiaste, tratto appunto dal capitolo terzo
di Qohelet, ne rimango estasiato dalla semplicità, ma nel contempo dalla intrinseca profondità. Se ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo, che senso ha cedere
all’affanno di chi insegue “l’attimo fuggente”? Pur infatti nella consapevolezza che
il passato non vi è più ed il futuro non si può prevedere, perché spesso ci facciamo
travolgere dal “tempo ineluttabile”? Se ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo,
siamo quindi chiamati a cogliere l’occasione favorevole, il tempo adatto, l’istante
decisivo per ogni situazione ed azione della nostra vita, ma senza la frenesia che
spesso ci caratterizza.
E poi ci sono momenti della nostra vita in cui è importante celebrare il tempo,
riscoprendo le origini, ma con il fermo obiettivo di costruire un nuovo futuro. Ed è
quello che stiamo facendo noi in questi giorni, carissimi lettori della nostra rivista
e clienti dei nostri supermercati. Stiamo infatti celebrando i gloriosi 55 anni del
Gruppo VéGé, l’organizzazione di supermercati più nobile, più storica, che in un
certo senso ha “inventato” la distribuzione associata in Italia. E tutti noi siamo VéGé
e condividiamo la filosofia con cui, nel lontano 1959, è nata la prima organizzazione
italiana del commercio: servire al meglio i nostri clienti, con supermercati di qualità,
con prezzi convenienti, promozioni accattivanti e soprattutto con la cortesia e con
la competenza che quotidianamente vogliamo offrirVi.
Costruiamo quindi insieme il migliore futuro per noi e per i nostri figli con l’esperienza
dei nostri padri!!!
Una buona estate!!!
Giorgio Santambrogio
@gsantambrogio1
Bentornata estate
sommario
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Mille e una
insalata
Tante deliziose combinazioni
per piatti sani e gustosi
di Stefania Pianigiani
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11 Rosso come
un peperone
Ma anche giallo o verde o bruno:
è il momento per gustarlo al suo meglio
di Vanessa Bartoli
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sommario
14 Colore e freschezza
a portata di bambino
Con l'estate torna l'anguria,
la dolcezza buona per tutti
di Chiara Brandi
17 Una tentazione
per tutte le stagioni
Dolce o salato, il gelato non è più
una delizia solo estiva
di Giulia Christopher
n. 2 2014
26 Profumo di bontà
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Un sapore unico e inconfondibile:
sua maestà la mozzarella di bufala
di Giordana Monti
Contatti
Al telefono
N° Verde Delizie 800 137030
(da lunedì al sabato, ore 9.00 – 13.00)
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Sul web
www.delizieclub.it
Su Facebook Delizie Club
www.facebook.com/delizieclub
32 Un piacere unico
Fresco, leggero, colorato: il frappé
è la bevanda ideale per l’estate
di Caterina Simonato
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35 Andamento lento
Voglia di vacanze in bicicletta?
Consigli per aspiranti cicloturisti
di Vanessa Bartoli
39 Amico sole
I suoi raggi sono preziosi e benefici.
Ma attenzione al pericolo scottature
di Enrico Zoi
42 MSF in azione
La speranza si fa in quattro: fiocchi rosa
e azzurri in un campo rifugiati in Mauritania
di Sabina Armani
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45 Tipi da spiaggia
Una partita a tamburello o una sfida a carte?
Sport e giochi in riva al mare
di Enrico Zoi
Comitato di redazione: Giorgio Santambrogio, Mauro De Feudis,
Andrea Crescenti, Filippo Melchionna.
Coordinamento editoriale: Mauro De Feudis.
Caporedattore: Lirio Mangalaviti.
Impaginazione: Lucia Chieffo.
Coordinamento redazionale: Edi Ferrari.
Collaboratori: Sabina Armani, Vanessa Bartoli, Chiara Brandi, Giulia Christopher,
Sergio Lo Monte, Giordana Monti, Stefania Pianigiani, Caterina Simonato, Enrico Zoi.
Foto: Marka. Le foto delle ricette e i piatti sono di Mario Genovesi; le foto
a pag. 11, 21 e 23-24 sono di Andrea Fantauzzo; per le foto a pag. 30 e 37,
grazie a Trentino Sviluppo. Il cruciverba è di Enrico Zoi.
Le Edizioni Libò sono disposte a negoziare il pagamento dei diritti per le
immagini delle quali non è stato possibile chiedere preventivamente il permesso
di pubblicazione.
Per la pubblicità su queste pagine: Gruppo VéGé Soc. Coop., Via Lomellina 10,
20133 Milano, Tel. 02/752961.
Stampa: Abramo Printing & Logistics, Catanzaro - tel. 0961/900001
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La ricetta filmata
Le ricette gustose
Scuola di cucina
Vini bianchi
Vini rossi
Giochi
Libri
Musica
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n. 2 2014
Direttore responsabile: Leonardo Romanelli.
Rubriche
Edizioni Libò, via Lorenzo il Magnifico 71 - 50129 Firenze.
Registrazione del Tribunale di Firenze n. 4964 del 15/05/2000.
n. 2 2014
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tutti
a tavola
Mille e una insalata
di Stefania Pianigiani
L’orto tra la primavera e l’estate ci offre radici, tuberi,
frutti e foglie, una ricchezza inesauribile e preziosa
per la nostra tavola. Questi tesori preziosi spesso
vengono un po’ snobbati nelle preparazioni, e invece
tale generosità di ortaggi può trasformare con pochi
accorgimenti una semplice insalata in un piatto
completo. Mille deliziose combinazioni tra primizie
e insalate miste possono abbinare sapientemente
sapori, colori e condimenti.
Croccanti e ricche di vitamine
Insalata di quinoa
e lattuga
La ricetta
Tante deliziose combinazioni
per piatti sani e gustosi
Ingredienti (per 6 persone): 1 cespo di lattuga, 200 g
di semi di quinoa, 150 g di carote grattugiate, 1 cipolla
bianca, 2 pomodori, 1 cetriolo piccolo, 3 cucchiai di
semi di sesamo, 1 cucchiaio di salsa vinaigrette, 1
limone, 10 cl di olio extravergine d’oliva, sale e pepe; per
decorare: 1 peperone rosso dolce, 3 uova sode
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n. 2 2014
Finalmente è giunto il momento per le verdure di
venire esaltate e non se ne stanno più relegate in
Tempo di preparazione 15 minuti
Tempo di cottura 20 minuti
secondo piano tra le ricette di cucina, anzi oltre a
Difficoltà l m m
vegetariani e vegani, sempre più persone decidono
Costo l m m
di mangiare meno carne e più insalata. Il mercato
Calorie l m m
offre ortaggi di tutte le stagioni, dalle più comuni
Vino consigliato Pinot Bianco dell’Alto Adige
alle più esotiche che accostate a tonno, crostacei e
formaggio favoriscono un’alimentazione equilibrata.
Lessate la quinoa in acqua bollente e lasciatela
raffreddare. Lavare l’insalata sotto l’acqua corrente,
Le basi, sono lattuga, scarola, romana, radicchio
grattugiate le carote, sbucciate e tagliate a dadini la
trevigiano, indivia e loro, le insalatine dalle foglie
cipolla e il cetriolo. Tagliate i pomodorini in quarti.
saporite e tenere, mix perfetto tra dolce e amaro.
Tagliate l’insalata a piccoli pezzi, unite le carote, la
Croccanti, ricche di vitamine e di minerali sono un
cipolla, il cetriolo e il pomodoro e infine la quinoa.
contorno gustoso e leggero autentica espressione di
Aggiungere i semi di sesamo. Fate una vinaigrette
freschezza, inoltre le foglie d’insalata sono preziose
mescolando il succo di limone con l’olio extravergine
d’oliva, sale e pepe e aggiungetela all’insalata. Decorate
per l’organismo, dietetiche e benefiche per il sangue.
con anelli di peperone rosso e fettine di uova sode.
Tra gli abbinamenti di gusto si possono unire dei
cipollotti freschi a un’insalata verde e rossa condita
con una vinaigrette di olio e aceto bianco. Oppure,
perché non usare i fiori? Molti petali sono edibili: primule, rose, violette,
fiori di campo arricchiscono una misticanza che si completa con una salsa
a base di yogurt, olio e menta. Oppure gli spinaci novelli abbinati a songino
e lollo e insaporiti con olio, aceto rosso e senape diventano irresistibili.
Nell’era del subito pronto, molte aziende si sono specializzate nell’insalata
già lavata e confezionata e nei condimenti sprint, quindi sugli scaffali
sono facili da reperire accattivanti combinazioni di lattughe miste, sfizio-
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se miscele di indivia riccia, lattughino
radicchio e lollo rossa che se condite
con il macinino aromatico che racchiude aglio, sale, pepe, peperone verde
e rosso da macinare direttamente sul
composto, danno una sferzata di gusto
notevole; oppure, per chi lo preferisce,
si può arricchire l’insalata con un mix
profumato di erbe aromatiche a base
di maggiorana, erba cipollina, origano
e basilico.
Ma le insalate non sono solo di foglie!
Possono diventare più morbide con
l’aggiunta di uova sode, mais, pane
carasau, pomodori, pinoli e filetti di
acciuga. E non dimentichiamoci dei
cetrioli, della cipolla bianca e perché
no, si possono usare anche i fagioli.
E l’insalata con la carne? Certo che si
può! Uno degli abbinamenti più classici
è quello tra insalata e petto di pollo
lesso o alla griglia, tagliato a listarelle,
ma avete mai provato ad aggiungere
il roastbeef? Unito a carote, insalatine
miste, zucchine novelle, sedano, ravanelli e peperoni è la base perfetta per
un piatto unico. Provare per credere.
La ricetta
Insalata mista ai lamponi e nocciole
Ingredienti (per 4 persone): 1 confezione di insalata varietà misticanza,
1 indivia belga, 200 g di crema di formaggio tipo Philadelphia, 100
g di lamponi, 50 g di nocciole, 10 cl di salsa di lamponi, 1 rametto di
rosmarino
Tempo di preparazione 10 minuti
Difficoltà l m m
Costo l m m
Calorie l m m
Vino consigliato Sauvignon
Lavate e asciugate la misticanza e l’insalata belga. Tritatele finemente
e mettetele in una ciotola. Aggiungete i cubetti di formaggio
Philadelphia tagliati grossolanamente, aggiungete i lamponi e le
nocciole. Condite l’insalata con la salsa ai lamponi e gli aghi di
rosmarino.
Ingredienti (per 4 persone): 200 g patate novelle a polpa soda, 1 pizzico di zafferano,
1 zucchina, 1 peperone giallo, 100 g di fagiolini, 1 noce di burro, 1 cucchiaio di
maionese, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, sale e pepe
Tempo di preparazione 15 minuti
Tempo di cottura 30 minuti
Difficoltà l m m
Costo l m m
Calorie l m m
Vino consigliato Chardonnay
Lavate e sbucciate le patate, immergetele in una pentola di acqua e lessatele per
15-20 minuti. Pulite i fagiolini, togliendo le estremità, e lessateli per 10 minuti,
scolateli e lasciateli raffreddare. Lavate e pulite il peperone dai semi bianchi e
tagliatelo a striscioline fini. Tagliate la zucchina a rondelle finissime e friggetele in
una padella con una noce di burro, a fuoco vivo per un paio di minuti. Lasciatele a
scolare sulla carta da forno e fatele raffreddare. Tagliate le patate a dadini. Unite
lo zafferano alla maionese. In una terrina mettete tutte le verdure, mescolatele alla
maionese e guarnite con il prezzemolo tritato.
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n. 2 2014
La ricetta
Insalata ai legumi estivi
di stagione
di stagione
Ma anche giallo o verde o bruno, dolce o piccante:
l’estate è la stagione giusta per apprezzare al meglio
questo ortaggio
di Vanessa Bartoli
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n. 2 2014
Rosso come
un peperone
Dobbiamo ancora una volta ringraziare Cristoforo Colombo e il suo avventuroso viaggio
verso quelle che lui pensava essere le Indie se il peperone (così come il pomodoro e la
patata) si è diffuso a partire dal 1500 anche in Europa. E sempre a Colombo pare che
si debba il nome peperone, poiché il nostro esploratore lo scambiò per un tipo di pepe.
In realtà questo ortaggio è, in qualche modo, anche una spezia: alcune sue varietà
essiccate e polverizzate ci danno ad esempio il peperoncino e la paprika (quest’ultima
ottenuta miscelando alcune varietà di peperoni dolci che vengono fatti essiccare, polverizzati e poi mescolati alla farina di frumento). Ma la storia che vogliamo raccontare
qui, ci porta da un’altra parte.
Tanta vitamina C
Perché il peperone è prima di tutto un meraviglioso ortaggio figlio del sole. Anche se è
disponibile tutto l’anno sugli scaffali, il periodo ottimale per gustarlo al meglio di sapore e
proprietà, è quello che va da maggio/giugno a settembre. Come accade per altri ortaggi,
il colore varia a seconda della maturazione: se quelli verdi altro non sono che peperoni
di varietà gialla o rossa non ancora arrivati a piena maturazione, quelli gialli sviluppano
una polpa tenera e succosa, e quelli rossi sono più croccanti e dolci.
Sono, anche se potrà sembrare strano, i vegetali che contengono in assoluto la maggiore
percentuale di vitamina C, più di agrumi e mirtilli; e, se vi piace il piccante, tenete presente
che sono proprio queste ultime varietà a contenere più vitamine di quelle dolci. Se avete
intenzione di mettervi a dieta i peperoni sono perfetti: ricchi d’acqua, pochissime calorie
e, grazie alla presenza di fibre, mangiarli aumenta il senso di sazietà.
Colpa della capsicina
Una controindicazione però ce l’hanno: molte persone hanno difficoltà a digerirli. Tutta
colpa della capsicina, che è responsabile della piccantezza ma anche della difficile digeribilità. In realtà le sostanze più indigeste sono contenute nei semi e nella parte bianca
interni, e nella buccia: dunque basta eliminarli per risolvere il problema.
Se pulire l’interno è abbastanza semplice, con la buccia bisogna lavorare un po’. I metodi
possibili sono diversi: si può abbrustolire la pelle del peperone (intero) sui fornelli (attenzione alle scottature!), poi farlo riposare per un po’ al caldo dentro a un sacchetto di carta
(quello del pane va benissimo) così che la formazione di condensa aiuti la spellatura; un
altro modo è farlo sbollentare qualche minuto in acqua e aceto, infilarlo in un sacchetto
n. 2 2014
La ricetta
Peperonata
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Ingredienti (per 4 persone): 4 peperoni (2 rossi e 2 gialli), 300 g di pomodori
freschi, 50 g di olive verdi, 3 cipolle piuttosto grosse, olio extravergine d’oliva,
aceto, sale
Tempo di preparazione 30 minuti
Tempo di cottura 70 minuti
Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m
Vino consigliato Cabernet Sauvignon
Lavate i peperoni, tagliateli in quattro parti ed eliminate i semi e i filamenti bianchi
interni. Affettate le cipolle e fatele rosolare in un tegame con qualche cucchiaiata
d’olio. Lavate i pomodori, tagliateli in quattro parti ed eliminate i semi. Mettete
nel tegame anche i pomodori e i peperoni. Fate rosolare le verdure, bagnatele
con qualche cucchiaiata di aceto e salate. Dopo una decina di minuti aggiungete
le olive snocciolate e tagliate a pezzetti. Cuocete fino a cottura dei peperoni
(attenzione che non si spappolino) per circa 40 minuti, continuando a mescolare
e aggiungendo acqua calda se la peperonata dovesse asciugarsi troppo. Si può
servire calda o fredda.
di carta e sbatterlo così da far staccare la buccia
(in questo caso bisogna aver già pulito l’interno);
c’è poi chi utilizza il forno tradizionale e chi quello
a microonde per raggiungere l’obiettivo.
Se però non soffrite di particolari problemi (il
peperone è sconsigliato per chi soffre di ulcere
gastriche e acidità di stomaco), il consiglio è di non
sbucciarlo, anche perché la quantità di capsicina
è bassa, o addirittura assente, nei peperoni che
normalmente finiscono in tavola, cioè quelli dolci.
La ricetta
Peperoni ripieni
In tavola
Prima di tutto al momento dell’acquisto fate attenzione che abbiano ancora il picciolo attaccato, che
la buccia sia tesa e lucida, e di colore brillante, e
che la polpa sia ben soda. In frigorifero, nell’apposito cassetto di frutta e verdura, si conservano
bene fino a quattro giorni.
Quanto all’uso in cucina, non c’è che l’imbarazzo
della scelta: ingrediente indispensabile per piatti
come la caponata, sono ottimi anche crudi in
insalata o in pinzimonio, ripieni di carne (o riso, o
verdure e formaggio), leggeri sulla griglia e un po’
più impegnativi se fritti (in questo caso la varietà
migliore è quella dei friarelli o friggitelli), in umido
insieme al pollo o al coniglio; e, vista la stagione,
una vellutata preparata con i peperoni e servita
fredda o a temperatura ambiente, è un piatto
sano e gustoso.
Se poi siete fra coloro che amano coltivarsi un
piccolo orto sul balcone, sappiate che per aumentare il grado di piccantezza del frutto è sufficiente
non annaffiare la pianta nei 2-3 giorni precedenti
la raccolta.
Ingredienti (per 4 persone): 4 peperoni (2 gialli e 2 rossi), 100
g di pane raffermo, 8 filetti di acciughe sott’olio, 1 cucchiaio
di capperi sotto sale, 30 g di olive nere, 1 spicchio d’aglio, olio
extravergine d’oliva, sale, pepe, prezzemolo o origano
Tempo di preparazione 50 minuti
Tempo di cottura 45 minuti
Difficoltà l l m
Costo l m m
Calorie l l m
Vino consigliato Verdicchio
Arrostite i peperoni sulla fiamma dei fornelli; quando la pellicina
sarà bruciacchiata fateli riposare per qualche minuto in un
sacchetto di carta così da facilitare il distacco della pellicina.
Strofinateli con cura, quindi tagliate via la calotta superiore e
svuotateli, togliendo i semi e i filamenti, facendo attenzione
a non romperli. Tagliate il pane a dadini e friggeteli nell’olio
bollente, poi scolateli e metteteli in una ciotola insieme alle
olive snocciolate e fatte a pezzetti, ai filetti d’acciuga tagliati a
tocchetti, ai capperi, allo spicchio d’aglio tritato e, se vi piace,
a un po’ di prezzemolo o di origano. Salate, pepate, mescolate
bene e farcite i peperoni con il composto. Metteteli dritti in una
teglia, irrorate d’olio e fate cuocere a 160 gradi per circa 45
minuti. Servite tiepidi.
Ingredienti (per 4 persone): 320 gr di penne rigate, 2 peperoni rossi, 250 gr di
ricotta, 5 foglie di basilico, olio extravergine di oliva, sale, pepe
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 20 minuti
Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m
Vino consigliato Orvieto
Lavate ed asciugate i peperoni, privateli della buccia e dei semi e filamenti
interni come indicato nella ricetta dei peperoni ripieni. Tagliateli a cubetti sottili e
metteteli in una casseruola con un bicchiere d’acqua e un paio di cucchiai d’olio
d’oliva. Salate e pepate. Cuocete a fuoco lento per una ventina di minuti. Nel
frattempo cuocete la pasta. Quando i peperoni saranno morbidi (ma non sfatti),
aggiungete la ricotta e fate insaporire il condimento; aggiungete infine il basilico
spezzettato con le mani e spegnete il fuoco. Scolate la pasta al dente e fatela
saltare insieme al sughetto
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n. 2 2014
La ricetta
Penne con peperoni e ricotta
n. 2 2014
14
bambini
menu
Con l’estate torna l’anguria, la dolcezza
buona per tutti
di Chiara Brandi
Puntuale come tutte le estati, ecco che a partire dalla seconda metà di maggio arriva sui banchi dei mercati l’anguria.
Rimarrà a farci compagnia fino a fine agosto, con quel suo
sapore e quell’aroma tipicamente estivo. Perfetta come
snack dissetante e fresco contro la calura, l’anguria è il frutto
estivo per eccellenza. Da consumare rigorosamente fresca,
a spicchi o a tocchetti, è anche e soprattutto un toccasana
per i più piccini.
La ricetta
Colore
e freschezza
a portata
di bambino
Coppette di anguria
e yogurt al miele
Ingredienti (per 4 coppette): 500 g di yogurt
greco intero, 1 anguria del peso di 1 kg, 3
cucchiai di miele, 50 g di granella di nocciole,
zucchero grezzo di canna
Tempo di preparazione 40 minuti
Difficoltà l m m Costo l m m
Calorie l m m
Eliminate la scorza e i semini, quindi tagliate
l’anguria a tocchetti. Lavorate lo yogurt con il
miele e mescolate fino a ottenere una crema
omogenea. Disponete la crema di yogurt
nelle coppette, aggiungete un po’ di zucchero
di canna ed un po’ di granella di nocciole.
Distribuite sopra i tocchetti di anguria e guarnite
con altro zucchero di canna e ancora granella.
Guarnite con un po’ di miele a filo e servite ben
freddo. È un dessert leggero e rinfrescante,
perfetto come merenda estiva ma anche come
dolce da fine pasto per i più grandi.
Un pieno di vitamine e potassio
Infatti, le sue caratteristiche la rendono un frutto particolarmente indicato, ma anche gradito,
ai bambini: la sua polpa è per il 95 per cento costituita da acqua, unita ad una buona dose di
zuccheri, soprattutto fruttosio, ed altre sostanze aromatiche che la rendono particolarmente
gradevole. Inoltre, è molto ricca di vitamine (A, C e B6), oltre che di potassio, un toccasana
per reintegrare i sali minerali persi dopo aver giocato all’aria aperta al caldo. Contrariamente
a quello che si potrebbe pensare, data la sua spiccata dolcezza, mantiene un basso apporto
calorico (circa 20 calorie per 100 grammi di prodotto): non è infatti la presenza di zucchero a
renderla così dolce, ma alcune sostanze aromatiche in essa contenute.
Questa combinazione di nutrienti la rendono quindi un frutto particolarmente dissetante e
dall’alto potere saziante. Un’ottima merenda soprattutto per i più piccoli, colorata e divertente.
Ingredienti (per una anguria): 1 anguria, 2 pesche, 4 albicocche, 2 pere, ½ melone, frutti di bosco
misti (lamponi, mirtilli, more), succo di 1 limone, 6 cucchiai di zucchero
Tempo di preparazione 40 minuti (più il tempo per raffreddare)
Difficoltà l l m Costo l m m Calorie l m m
Iniziate svuotando l’anguria: tagliate prima la parte superiore (togliete una calotta in modo da avere
una apertura sufficiente per scavare comodamente l’interno), e proseguite con un cucchiaio per
rimuovere la polpa interna. Tenetela in una ciotola a parte e poi ricavatene dei cubetti. Pulite poi il
resto della frutta e tagliate anche questa a cubetti. Riunite tutto in una ciotola capiente e aggiungete
il succo del limone e lo zucchero. Mescolate bene. Procedete quindi a riempire l’anguria scavata con
la macedonia ottenuta. Mettete in frigo e servite ben fredda. È uno dei must dell’estate, non può
mancare come conclusione delle feste in giardino: semplice ma d’effetto, e soprattutto colorata e
divertente per essere amata anche dai bambini.
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n. 2 2014
La ricetta
Anguria ripiena di frutta
abbinamenti
e proprietà
Dolce o salato, il gelato non è più una delizia solo estiva
di Giulia Christopher
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n. 2 2014
Una tentazione
per tutte le stagioni
Quando gli italiani mangiano un gelato, il loro volto esprime per l’86% felicità, ben al di
sopra della media (64%) riscontrata negli altri Paesi europei. Il gelato batte in questo
perfino il cioccolato, universalmente considerato uno degli alimenti più appaganti: per
il cibo degli dei infatti, il misuratore di felicità tocca “solo” – si fa per dire - i 61 punti
percentuali. In ogni caso, se combinassimo i due valori, il gelato al cioccolato dovrebbe
rappresentare un vero e proprio “concentrato di felicità”. Il prototipo assoluto del sorriso
da appagamento da cibo!
A fare la scoperta sono stati due scienziati informatici dell’Università di Amsterdam, che
hanno progettato un software in grado di mettere in relazione i mutamenti dei tratti del
viso con le emozioni che li determinano. Il programma è stato applicato per misurare
le reazioni espressive all’interazione con il cibo di oltre 300 persone, ed ecco che il
gelato, almeno per noi italiani, è stato eletto l’alimento che in assoluto ci rende più felici.
Attenzione alle calorie
Avevamo bisogno di un software per saperlo? Probabilmente no. Così come non abbiamo
certo bisogno dell’informatica per sapere che se esageriamo, alla felicità si sostituisce
l’ansia da bilancia.
Il problema non sono gli elementi base del gelato (latte, zucchero e uova), quanto i
diversi ingredienti aggiunti: dal cioccolato alla frutta secca a, se si tratta di un affogato,
superalcolici, ecco che le calorie vanno alle stelle. Fra i gelati meno pericolosi per il
girovita ci sono dunque quelli alla frutta: ad esempio, 100 grammi di sorbetto al limone
contengono circa 130 kcal, mentre la stessa quantità di un bel cono con panna, scaglie
di cioccolato e noccioline supera le 300 kcal.
Come in tutte le questioni che riguardano il cibo, dobbiamo usare il buonsenso: basta
non esagerare nelle quantità e, soprattutto, fare sempre un po’ di attività fisica che ci
aiuti a smaltire (non è mica necessario iscriversi in palestra: per bruciare le calorie del
nostro cono alla panna bastano un paio d’ore di passeggiata).
Non solo dolce
Vi sarà certamente capitato durante qualche pasto ‘importante’ – magari un pranzo di
matrimonio, o la cena in un locale un po’ chiccoso – di vedervi servire, più o meno a
n. 2 2014
La ricetta
Sorbetto di gin e tonic
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Ingredienti (per 4/6 persone): 175 g di zucchero di canna, 3 lime, 4 dl e ½ di acqua
tonica, 6 cucchiai di gin, foglie di menta
Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per raffreddare)
Tempo di cottura 10 minuti
Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l l m
In una casseruola sciogliete lo zucchero con 4 dl e ½ di acqua, continuando a mescolare
e aggiungendo la scorza di un lime e il succo di due lime. Fate bollire per 5 minuti circa
fino a quando otterrete uno sciroppo denso (attenzione a non farlo bollire troppo perché
potrebbe caramellarsi: in questo caso il sorbetto non risulterebbe soffice e spumoso).
Lasciate freddare e poi passate da un colino.
Mescolate l’acqua tonica, il gin, lo sciroppo di lime, versatelo in un recipiente e mettetelo
in freezer. Quando diventa simile alla neve, sbattetelo e rimettetelo in freezer. Questa
operazione va ripetuta diverse volte.
Mettete delle coppe da spumante in freezer e quando saranno ghiacciate riempitele con il
sorbetto, che avrete tolto dal freezer una ventina di minuti prima di servirlo. Guarnite con
l’ultimo lime tagliato a rondelline e qualche foglia di menta. Il lime può essere sostituito
con il limone.
Il gelato fai da te
Se volete prepararvi da soli il gelato in casa, la
soluzione più semplice è certamente quella della
gelatiera. In realtà anche la preparazione manuale
non è particolarmente complicata: le ricette che vi
proponiamo in queste pagine non hanno bisogno di
attrezzature e sono decisamente abbordabili.
Un consiglio riguarda infine la conservazione: il gelato
in freezer va sempre coperto per evitare che si formino cristalli di ghiaccio. Si può utilizzare della pellicola
trasparente, o della carta da forno, e poi chiudere il
contenitore con il suo coperchio. Così il vostro gelato
resterà buono fino a un mesetto. Meglio comunque
prepararne piccole dosi: un po’ per non farsi prendere da continue tentazioni golose, e un po’ perché
se consumato entro pochi giorni dalla preparazione
si potranno assaporare tutte le sue caratteristiche.
Gelato al basilico
La ricetta
metà delle portate, un delizioso sorbetto alla salvia,
delizioso ed efficace aiuto per la digestione. Però
pur sempre di un saporino dolce si trattava, mentre
negli ultimi anni il gelato salato ha avuto un vero e
proprio boom. Così dal cilindro di gelatai e chef sono
usciti gelati al curry o al prosciutto, al pomodoro, al
pecorino e baccelli; ci sono locali che all’apericena
hanno sostituito l’aperigelato, magari da accompagnare con gelati al gusto di mohito o di Campari…
Rivoluzione gastronomica o moda passeggera? Il
tempo ce lo dirà. Intanto se volete provare a farvi in
casa un gelato salato, in queste pagine trovate una
ricetta facile e gustosa.
Ingredienti (per 4/6 porzioni): 300 ml di latte intero, 200
ml di panna fresca, 45 g di pinoli, 80 g di parmigiano
grattugiato, 45 g di foglie di basilico, olio extravergine di
oliva, sale
Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per
raffreddare)
Tempo di cottura 5 minuti
Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l l m
Vino consigliato Aleatico
Mettete il latte sul fuoco, e spegnete non appena raggiunge
il bollore. Aggiungete immediatamente il sale, il parmigiano
e 15 grammi di basilico spezzettato grossolanamente.
Lasciate raffreddare, poi filtrare il latte ed eliminate le foglie
di basilico.
Unite al latte freddo il resto del basilico, la panna liquida
e un po’ d’olio. Frullate fino a quando il composto sarà
omogeneo. Al termine di questa operazione, aggiungete i
pinoli interi e aggiustate di sale. Versate il composto in una
ciotola bassa e larga, e mettetela in freezer. Fate ghiacciare
qualche ora, poi spezzate il blocco ghiacciato con un
coltello in tanti pezzi di dimensione media. Metteteli subito
nel robot con le lame, ed azionatelo alla massima potenza.
Servite il gelato da solo, o come accompagnamento ad una
caprese.
Ingredienti (per 4 persone): 1 ananas, 500 g di gelato alla crema
Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per raffreddare)
Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m
Vino consigliato Ansonica Costa dell’Argentario
Tagliate la calotta superiore e il fondo dell’ananas. Con uno stampino tagliapasta scavate l’interno
dell’ananas per estrarne la polpa, prima dalla parte superiore e poi da quella inferiore: dovrete
ricavarne la polpa intera, facendo attenzione a non tagliare la buccia. Prendete la polpa e con un
cavatorsoli tagliate ed eliminate la parte centrale fibrosa. Tagliate poi metà della polpa ad anelli e
mettetela in frigorifero; fate a pezzetti l’altra metà. Risistemate il fondo sotto l’ananas e mettetelo in
freezer per 15 minuti. Prendete il gelato, sbattetelo per un po’ per renderlo spumoso, e mettetelo nel
guscio dell’ananas fino a riempirlo a metà circa. Distribuite un po’ di ananas a pezzetti e coprite con
altro gelato. Mettete in freezer per un paio d’ore, insieme alla calotta superiore (che va fatta gelare
separatamente). Al momento di servire, mettete l’ananas ripieno nel piatto da portata, e sistemate
intorno le fette di ananas ad anelli. Coprite con la calotta e servite. Per i più golosi, e magari se ci
sono dei bambini, potete sistemare in tavola anche una ciotola con pezzetti di cioccolato che ognuno
potrà aggiungere a piacere al suo dessert.
19
n. 2 2014
La ricetta
Ananas ripieno di gelato
la ricetta
filmata
Foto 1
Foto 2
Pesche ripiene
Ingredienti (per 4 persone): 5 pesche, 2 uova, 60 g di zucchero, 30 g
di burro, cacao amaro in polvere, qualche amaretto, 1 bicchierino di
maraschino,
Foto 4
Lavate le pesche, tagliatene quattro a metà e privatele del nocciolo. Con
uno scavino (o un coltello) estraete un po’ di polpa e mettetela in una
ciotola (Foto 1). Mettete le 8 metà in una teglia rivestita di carta da forno e
cuocetele in forno già caldo a 200° per circa 8 minuti.
Intanto tagliate a pezzi l’altra pesca e mettete tutta la frutta in un pentolino,
aggiungendo una cucchiaiata di zucchero e il burro (Foto 2). Aggiungete
un po’ d’acqua e fate cuocere a fuoco basso fino a quando le pesche non si
saranno ammorbidite e potrete schiacciarle con l’aiuto di una forchetta.
Trasferite il tutto in una ciotola, aggiungete il resto dello zucchero, un paio
di cucchiai di cacao amaro, due rossi d’uovo, qualche amaretto sbriciolato
e il maraschino (Foto 3). Mescolate bene per ottenere un composto sodo
(se non lo fosse, aggiungete altri amaretti) con il quale riempire le mezze
pesche (Foto 4).
Sistematele in una pirofila, dentro la quale aggiungerete qualche cucchiaio
d’acqua, e cuocetele a forno caldo a 180° per circa ½ ora. Servitele fredde.
!
21
n. 2 2014
Foto 3
Tempo di preparazione 30 minuti
Tempo di cottura 40 minuti
Difficoltà l m m
Costo l m m
Calorie l l m
Vino consigliato Moscato d’Asti
Delizie Club presenta le video ricette
“Le Delizie di Leonardo”
Leonardo Romanelli,
famoso gastronomo e sommelier fiorentino,
è il conduttore della nuova trasmissione
“Le Delizie di Leonardo” in esclusiva per i clienti
dei supermercati del circuito Delizie Club.
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n. 2 2014
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22
le ricette gustose
Carbonara
di molluschi
Ingredienti (per 4 persone): 300 g di spaghetti,
500 g di molluschi misti (calamaretti,
moscardini, seppioline, totani), 400 g di cozze,
2 tuorli d’uovo, 2 spicchi d’aglio, 1 limone,
prezzemolo, 1 bicchiere di vino bianco, olio
extravergine d’oliva
Tempo di preparazione 50 minuti
Tempo di cottura 30 minuti
Difficoltà l l m
Costo l l m
Calorie l l m
Vino consigliato Collio Sauvignon
Pulite, sciacquate e cucinate i molluschi in un po’ d’acqua
salata per una decina di minuti. Sgocciolateli, tagliateli a
pezzetti, filtrate e mettete da parte l’acqua di cottura. Pulite
bene le cozze e fatele saltare in un tegame con dell’olio,
mezzo bicchiere di vino bianco e il succo di limone fino a
quando non si apriranno (circa 5 minuti). Togliete le cozze
dal loro guscio e mettetele da parte. Tritate finemente l’aglio
e il prezzemolo e fateli rosolare in un tegame con un po’
d’olio, aggiungete le cozze e i molluschi e mezzo bicchiere
di vino bianco. Fate cuocere a fuoco vivace per un po’, poi
abbassate la fiamma e proseguite la cottura per qualche
minuto. Utilizzate l’acqua di cottura dei molluschi, allungata
con dell’altra acqua, per cuocere gli spaghetti. Scolateli
molto al dente e fateli saltare nel tegame con il condimento
per qualche minuto. Versate nel recipiente da portata, unite
i tuorli sbattuti e mescolate bene.
Cozze gratinate
Ingredienti (per 4 persone): 1 kg di cozze, 100 g di pangrattato, 2 pomodori
pelati, 2 spicchi d’aglio, 1 bicchiere di vino bianco, 60 g di pecorino
grattugiato, olio extravergine di oliva, prezzemolo, sale, pepe
Lavare bene le cozze, grattando la superficie con una paglietta d’acciaio,
eliminando i filamenti esterni. Se volete risparmiare tempo (e fatica), potete
farle pulire nelle apposite macchine dove le acquistate: ricordate però che poi
le cozze vanno cucinate in giornata. Mettetele in un tegame piuttosto ampio
con mezzo spicchio d’aglio, un po’ di prezzemolo tritato, un po’ di pepe e il
bicchiere di vino. Coprite e fate cuocere a fiamma medio-alta per 5 minuti
circa, fino a quando le cozze non si saranno aperte.
Scolatele e mettete via i mezzi gusci vuoti. Filtrate il liquido di cottura e
mettetelo da parte. In un recipiente mettete il pangrattato, i pomodori tagliati
in piccoli pezzi, un trito di prezzemolo e aglio, un po’ d’olio e pepe. Mescolate
bene e aggiungete il liquido di cottura delle cozze. Il composto deve essere
cremoso. Distribuitelo nelle cozze, coprendo i molluschi. Disponetele in una
teglia, irrorate con un po’ d’olio e mettetele in forno per 10 minuti a 180 gradi.
!
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n. 2 2014
Tempo di preparazione 40 minuti
Tempo di cottura 15 minuti
Difficoltà l m m Costo l m m Calorie l m m
Vino consigliato Tocai friulano
scuola di cucina
Un barbecue
ed è subito
festa!
Una buona occasione
per stare in compagnia
e mangiare sano
di Giulia Christopher
Sulle origini del nome ci sono, come
spesso accade, ipotesi diverse: secondo alcuni la parola barbecue deriva da
“barbacoa”, termine di origine caraibico entrato poi nella lingua spagnola
che stava ad indicare una griglia di
legno fissata a dei tronchi, e sotto alla
quale si accendeva il fuoco per affumicare la carne. Secondo altri deriva
dal francese “de la barbe à la queue”,
ossia cuocere un animale tutto intero
infilzandolo con lo spiedo “dalla barba
alla coda”.
Sia come sia, il barbecue – o, per dirla
all’italiana, la grigliata – è non solo
un ottimo e sano modo di cucinare
e consumare i cibi, ma è anche una
bella occasione per stare all’aperto in
compagnia.
24
E sì, perché ce ne sono diversi tipi, e hanno caratteristiche differenti. L’alimentazione
può essere a carbonella o a legna, a gas oppure elettrica; ci sono poi quelli fissi,
di solito in muratura (adatti per spazi esterni ampi come i giardini), quelli mobili
dotati di ruote, e quelli portatili che, una volta richiusi, sono di dimensioni ridotte e
facilmente trasportabili. Un eventuale acquisto dipende dunque dalle diverse esigenze: quello elettrico potrà essere utilizzato in casa ma difficilmente all’aperto (a
meno che non siate, ad esempio, in campeggio), mentre quello mobile o portatile
potrà essere adatto anche per una grigliata sul terrazzo di casa (in questo caso però
!
n. 2 2014
Si fa presto a dire barbecue
assicuratevi di non arrecare disturbo ai vicini…). Quanto al risultato finale, non c’è
gara: solo il barbecue a carbonella o legna potrà restituire quel gusto caratteristico
del cibo cucinato sulla fiamma viva.
L’abc della grigliata
Se per il barbecue alimentato a gas basta accendere la fiamma, e se per quello
elettrico basta attaccare la spina, il barbecue a carbonella o legna richiede più pazienza e attenzione, soprattutto perché prima di iniziare la cottura bisogna aspettare
che si siano formate le braci (ci vogliono 40 minuti circa). Ricordate anche che la
legna, a seconda del tipo, produce fragranze diverse, e che deve essere asciutta e
stagionata; la carbonella si accende più facilmente, e capirete che la temperatura
di cottura è questa giusta osservando i pezzi di carbone, che devono ispessirsi su
tutti i lati.
E poiché con il fuoco non si scherza, attenzione a non accenderlo se tira molto
vento o vicino ad alberi; non ravvivatelo con alcool o altri prodotti infiammabili, e
tenete sempre a portata di mano abbondante acqua o un estintore.
Si mangia!
!
25
n. 2 2014
Cosa mettere sulla griglia? Carne e pesce, naturalmente, ma anche verdure, formaggi e frutta. La marinatura (olio, aceto o limone, sale e spezie) è necessaria
per pollo, coniglio, maiale e carni ovine; non lo è per la carne di manzo e vitello
(basta spennellarla con olio d’oliva prima della cottura), il formaggio e le verdure;
è facoltativa per il pesce; marinatura dolce invece per la frutta, con uno sciroppo
ottenuto facendo sciogliere lo zucchero nell’acqua e aggiungendo,
volendo, del liquore.
Naturalmente tempi e modalità di cottura variano a seconda della
Sul web
materia prima: se ad esempio per la carne di manzo occorre un
www.bbq4all.it è la vera e propria
calore molto forte, frutta e formaggio hanno invece bisogno di
Bibbia del barbecue, con consigli
e tante ricette sfiziose; che trovate
calore medio e pochissimi minuti. Bisogna fare un po’ di pratica
anche ne I menu di Marina di
e soprattutto seguire i consigli di chi è più esperto, anche per
www.mangiarebene.com/menu.
quanto riguarda le ricette: chi pensa infatti che con il barbecue
htm.
ci si limiti a piatti forse un po’ tristi come un petto di pollo e
qualche fettina di melanzana, si sbaglia di grosso!
n. 2 2014
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sapori
genuini
Un sapore unico e inconfondibile:
sua maestà la mozzarella di bufala
di Giordana Monti
La ricetta
Profumo di bontà
Peperoni in tegame
ripieni di mozzarella
La mozzarella di bufala campana è un formaggio fresco
Ingredienti (per 4 persone): 4 peperoni di media
a pasta filata prodotto esclusivamente con latte di bufala
grandezza (2 rossi e 2 gialli), 500 g mozzarella di
proveniente da specifiche zone di origine (Campania e Labufala campana, prezzemolo, olio extravergine di
zio, e con minore estensione Puglia e Molise) e realizzata
oliva, sale, pepe, noce moscata
con un processo codificato e antichissimo. L’iscrizione della
Tempo di preparazione 30 minuti
mozzarella di bufala campana nell’albo europeo dei prodotti
Tempo di cottura 30 minuti
a Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 1996 ne ha
Difficoltà l m m
fissato le caratteristiche.
Costo l l m
Calorie l l m
La produzione di mozzarella prevede che il latte sia portato
Vino consigliato Lambrusco
a una temperatura tra 33 e 39 gradi con l’aggiunta di un
siero naturale, residuo della lavorazione del giorno prima, per
Lavate e mondate i peperoni, divideteli in 4 falde
favorirne la coagulazione che si svolge in caldaie d’acciaio
ciascuno ed eliminate i filamenti e i semi all’interno.
Asciugateli bene. Tagliate la mozzarella in 16 fette
tramite caglio naturale di vitello. Quando il latte è rappreso,
spesse. Lavate e tritate finemente il prezzemolo.
si rompono i grumi riducendoli alle dimensioni di una noce.
Velate d’olio un’ampia padella antiaderente e
A questo punto la parte solida del latte, detta “cagliata”
scaldatelo; disponete le falde di peperone con il
viene separata da quella liquida e tenuta sotto siero fino a
taglio verso il basso, mettete il coperchio e lasciate
maturazione, quando è pronta per essere filata.
andare per circa venti minuti a fuoco medio;
La cagliata al giusto grado di maturazione viene liberata dal
scoprite, girate le falde con il lato della buccia in
siero residuo, tagliata a listarelle e passata in mastelli di legno
basso, alzate il fuoco e fate andare per altri cinque
con acqua bollente: il contatto tra acqua e cagliata provoca
minuti. Salate l’interno delle falde di peperone,
la fusione della massa che viene “filata” fino a ottenere
mettete in ognuna una fetta di mozzarella,
cospargete con il prezzemolo tritato, spegnete il
un unico corpo omogeneo. A questo punto si effettua la
fuoco e coprite, lasciando riposare per altri cinque
formatura, modellando a mano un pezzo di cagliata filata e
minuti. Servite ben caldo.
staccando (“mozzando”, da cui il nome) sempre a mano, le
singole mozzarelle: il disciplinare di produzione prevede forme
tondeggianti che vanno da 20 grammi (ciliegine, bocconcini)
fino a un massimo di 3 chilogrammi, e poi tipologie quali nodini e trecce. Una volta formata, la
mozzarella viene fatta riposare in vasche d’acqua fredda e poi in salamoia.
Fonte di proteine nobili
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n. 2 2014
È un formaggio ben digeribile a basso contenuto di lattosio, ed è un’ottima fonte di proteine nobili
con un apporto di grassi abbastanza ridotto: il colesterolo vi è presente in quantità tutto sommato
moderate per un formaggio. Fornisce quantità significative di calcio, fosforo e vitamine; e grazie alla
sapidità naturale del latte di bufala anche l’apporto di sodio è decisamente basso.
Va gustata al naturale. Se non viene consumata subito, conviene conservarla in un ambiente fresco,
immersa nel suo liquido. Se conservata in frigorifero, andrà tirata fuori in anticipo per servirla a
temperatura ambiente. Qualche giorno dopo l’acquisto conviene impiegare la mozzarella avanzata
in ricette che ne comportino una pur breve cottura.
Qualche accorgimento per essere sicuri di acquistare la vera mozzarella di bufala campana dop: per
legge il formaggio deve essere posto in vendita solo preconfezionato all’origine in buste termosaldate, vaschette o bicchieri. Ogni confezione deve riportare il nome completo della denominazione
(Mozzarella di Bufala Campana DOP), logo e riferimenti alle normative nazionali e comunitarie,
numero di autorizzazione del caseificio; se la confezione è una busta di plastica annodata, sopra il
nodo ci deve essere il sigillo di garanzia del produttore.
n. 2 2014
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vini
bianchi
L’eleganza del bianco
Nello Chardonnay si concentra una straordinaria varietà
di aromi che trova espressione in vini di grande successo
di Sergio Lo Monte
Un bel grappolo serrato, non troppo grande, a forma di tozza piraSul web
mide: lo guardi e viene spontaneo associarlo ad un altro, al Pinot
www.quattrocalici.it
nero, da cui sembra differire soltanto per colore: sono entrambi
www.oifb.com
figli della stessa terra, la Borgogna che tanto ha dato e dà ancora
in fatto di vini pregiati.
Se andiamo in là nel tempo però per scoprire le prime lontane origini dello Chardonnay,
troviamo due teorie. La prima lo vuole nato dalle colline argillose di Gerusalemme e portato
in Francia dai primi Crociati. La seconda lo pensa nato da un incrocio tra una vite preaddomesticata e una proveniente dall’Illiria. Una specifica ricerca ha rivelato che i due progenitori
sono il Pinot nero e il Gouais blanc, di origine slava.
Chardonnay, un minuscolo paese nella zona del Maconnais, diventa il nome del vitigno forse
più conosciuto al mondo: versatile ed elegante, si diffonde dapprima in tutta la Francia e ben
presto guadagna il mondo intero.
In Italia si coltiva lungo tutto il territorio, ma in modo significativo e spesso con eccellenti
risultati nella fascia collinare e prealpina delle regioni del Nord, dal Piemonte al Friuli. Da non
dimenticare l’eccelso spumante in Franciacorta e i superbi vini delle Langhe dove il vitigno
viene adoperato sia in purezza che in uvaggio. Anche i dolci colli toscani offrono terreno adatto
alla sua coltivazione. In Sicilia a partire dagli anni ’80 si è sviluppata un’intensa produzione
favorita da buona esposizione al sole unita ad una giusta consistenza del terreno che varia
da calcareo ad argilloso intramezzato da strati limosi. I pendii delle valli trentine offrono a
quest’uva un ambiente simile a quello d’origine, assecondato dall’allevamento a pergola che
permette di sfruttare al massimo i raggi solari.
Una produzione vigorosa e abbondante
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n. 2 2014
Il motivo di questa universale diffusione va rintracciato nel fatto che è una pianta bisognosa
di grande attenzione, di cure sollecite, ma che ripaga il viticoltore con una produzione vigorosa e abbondante.
Qualche esperto esprime dei dubbi sull’affinamento in botti: le note legnose rilasciate ai vari
Chardonnay coltivati in zone diverse, darebbero caratteristiche troppo omogenee. Per ovviare
all’inconveniente e riuscire a mantenere le sfumature degne di questo vitigno, alcuni produttori optano per recipienti in acciaio che lasciano intatte le caratteristiche organolettiche.
Il nobile bianco, al calice, si presenta brillante, giallo paglierino, dal profumo equilibrato,
intenso, delicato, con note di frutta esotiche come ananas e banane, un sapore armonico,
pieno e soprattutto elegante.
Tutte qualità che persistono sia nei vini fermi che in quelli frizzanti, dalla gradazione piuttosto
alta.
A tavola lo si apprezza abbinato a tutti i piatti di pesce a cominciare da ricchi antipasti, ma
anche con paste, torte salate, zuppe ed arrosti delicati.
vini
rossi
n. 2 2014
Credit Alto Adige Marketing/Stefano Scatà
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Un grande vino rosso
Il Pinot nero nasce in Borgogna, ma ha trovato
terreni favorevoli in molte regioni italiane
di Sergio Lo Monte
Sul web
www.blauburgunder.it
www.quattrocalici.it
www.diwinetaste.com
A una prima degustazione, per un palato amante dei vini, ma non all’altezza di un sommelier, il calice brillante e trasparente di un Pinot nero può apparire un piccolo enigma.
Non si lascia decifrare da chiunque, non si lascia intuire da tutti e al primo istante. La
sua eleganza vuole consumatori capaci di cogliere i delicati aromi, freschi, fruttati, caratteristici di questo blasonato e pretenzioso vitigno. Il Pinot nero ha origini antiche, nella
regione francese della Borgogna, come provano anche le citazioni di Plinio il Vecchio.
Questo territorio e in modo particolare la Cote d’Or offrono le condizioni climatiche più
adatte per la coltivazione delle preziose viti. Sono piante non molto grandi con foglie
medie a tre lobi con grappoli di piccole dimensioni, compatti, che ricordano nella forma
una piccola pigna. Gli acini, di un forte blu violaceo, piccoli e tondi hanno buccia sottile,
basso contenuto di tannini e una marcata nota di acidità.
I terreni più adatti alla crescita impegnativa del Pinot nero si trovano ad un’altitudine che
varia dai 300 agli 800 metri sul livello del mare, possibilmente sabbiosi, calcarei, ben
drenati, privi di umidità. Il clima contribuisce all’intero percorso di maturazione del Pinot
nero, fa in modo che cresca lentamente in condizioni fresche sviluppando al meglio le
sue doti quali l’aroma di frutti rossi come fragola, lampone, ciliegia, la giusta acidità e
un ridotto contenuto di tannini.
Dopo la vendemmia, precoce rispetto ad altre uve, si arriva alla pigiatura ed è qui che
si determinano i due tipi di vinificazione: in rosso e in bianco. Il primo è destinato a
dare in purezza il più sofisticato pinot nero che tutti conoscono. Dopo un periodo più
o meno breve di macerazione viene fatto maturare in piccole botti di legno con basso
grado di tostatura. L’ottimo bilanciamento tra l’apporto del legno e le proprietà tipiche
di aroma e attività del vino fornirà un prodotto ideale che verrà affinato in bottiglia per
un tempo che può variare tra i due e gli otto anni. Solo i Pinot nero di classe superiore
raggiungeranno i dieci anni.
Sempre brillante e trasparente ma più aranciato, più morbido, con aromi che virano verso
la mora, la prugna e sentori di sottobosco, sono invece le qualità di un vino più vecchio
dove l’alto grado alcolico controlla l’eventuale acidità.
Per la vinificazione in bianco ricordiamo che quest’uva è la più indicata tra quelle a bacca
rossa per la produzione degli spumanti, primo fra tutti lo Champagne.
In Italia il Pinot nero arriva soltanto a partire dalla metà del 1800 e dà il meglio di sé in
Trentino e in Alto Adige, nella provincia di Bolzano in particolare, a confine con l’Austria
e nella Bassa Atesina, dove assume anche il nome di Blauburgunder e dove ha trovato
estese zone collinari soleggiate, ma ventilate e fresche. Ottimi risultati sia vinificato in
bianco che in rosso si ottengono nell’Oltrepò Pavese, in Franciacorta, in Friuli, in Veneto,
e non ultima in alcune zone della Toscana.
Si accompagna ad arrosti di carne bianca con contorni di verdure gratinate, a pietanze
non troppo robuste, ma saporite e speziate, come pure a piatti di pesce un po’ elaborati,
tra cui le zuppe.
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n. 2 2014
Due tipi di vinificazione
n. 2 2014
32
bevande
bevande
Fresco, leggero, colorato: il frappé
è la bevanda ideale per l’estate
di Caterina Simonato
La ricetta
Un piacere unico
Frappé di gelato
e banane
È un piacere unico quello che ti dà il frappé, come quelli
freschi e allegri che provavi da bambino all’ora di merenda
Ingredienti (per 4 persone): 400 g di gelato al
d’estate. Perché questa bevanda viene normalmente servita
pistacchio, 2 dl di panna, 1 dl di latte, 3 banane, 20
quando fa caldo, ma nulla ci impedisce di godercela anche
g di miele, 20 g di zucchero di canna, ghiaccio q.b.
d’inverno, sia al bar sia preparata in casa.
Tempo di preparazione 10 minuti
Basta avere a disposizione un frullatore, della frutta fresca
Difficoltà l m m Costo l l m
o dello sciroppo, latte, panna o gelato, zucchero e cubetti
Calorie l l m
di ghiaccio. Se si desidera fare attenzione alle calorie, sarà
sufficiente eliminare lo zucchero e usare invece del latte
Sbucciate le banane e riducetele a piccoli pezzi.
intero quello parzialmente scremato. Infinite sono le varianti
Raccogliete nel vaso del frullatore il gelato, la panna
del frappé: ognuno ci mette l’ingrediente preferito seguendo
e il latte, quindi aggiungetevi le banane a tocchetti
e ghiaccio a piacere. Passate nel frullatore tutti gli
il proprio gusto e la propria fantasia. I più conosciuti hanno
ingredienti alla massima velocità, fino a ottenere
la base di frutta, classici quelli alla fragola, alla banana,
una crema omogenea e spumosa, poi dolcificate
alla pesca, al kiwi, al melone. Un’accortezza se ci piace al
col il miele o, se non gradite il gusto del miele, con
lampone: è meglio usare lo sciroppo in alternativa al frutto,
lo zucchero di canna.
rischieremmo altrimenti di ritrovarci tutti i semini in bocca.
Grande successo riscuote quello al cioccolato, che ha una
procedura particolare. Si fanno addensare sul fuoco del buon cacao amaro, dello zucchero e del latte; soltanto dopo, una volta raffreddato il tutto, si aggiungeranno panna
e ghiaccio trito. È una bevanda analcolica, tuttavia esistono versioni molto apprezzate
che prevedono l’apporto di un buon brandy.
Il frappé può essere leggero o meno a seconda degli ingredienti che vogliamo usare, ma
ne esiste uno che in fatto di calorie supera tutti: è il frappé allo zabaione che prevede
oltre al rosso d’uovo, del marsala e pure un goccio di rum.
Vogliamo una consistenza ancora più densa, cremosa? Sostituiamo il ghiaccio con il
latte direttamente ghiacciato in cubetti, meglio ancora con freschissima ricotta o del
gelato. Più leggero, ma altrettanto buono se utilizziamo lo yogurt e una minima quantità
di zucchero. Come servire il frappé? Rigorosamente in bicchieri alti, magari con una
cannuccia e una spruzzata di panna. Una forma di frappé molto amata è il caffè-frappé
greco, una sorta di bevanda nazionale completamente diversa dai frappé che conosciamo
noi, ma che potrebbe aver dato l’input a tutti quelli che ora beviamo. In cosa consiste
quello greco? Qualche cucchiaio di caffè in polvere, zucchero, latte, ghiaccio e acqua:
il risultato sarà una bevanda dalla schiuma morbida e cremosa.
Comunque sia la storia e l’evoluzione della bevanda che si è diversificata in così tante
e ottime versioni, nulla ci impedisce di regalarci ogni tanto un ricco frappé, bello denso,
colorato, che sa di sole, di vacanze, un piacere per il palato e per gli occhi, anche un’idea
per una pausa pranzo diversa.
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n. 2 2014
Più o meno cremoso
viaggi
v iaggi
Andamento lento
di Vanessa Bartoli
35
n. 2 2014
Voglia di vacanze in bicicletta? Consigli e itinerari
per aspiranti cicloturisti
Soffermarsi su particolari che normalmente passano inosservati, sentire gli odori e
i rumori del mondo che ci circonda, esplorare luoghi altrimenti irraggiungibili: sono
solo alcuni dei buoni motivi per decidere di fare una vacanza su due ruote. Tanto
più che negli ultimi anni sono aumentati – anche in Italia – piste ciclabili e percorsi
protetti, oltre a tutta una serie di servizi (luoghi di sosta, itinerari ad hoc, la possibilità di viaggiare in treno con la bicicletta) che rendono ancora più facile e piacevole
darsi al cicloturismo.
Prima di partire
Credit Trentino Sviluppo. Daniele Lira, Fototrekking Obiettivo Trentino 2008 - Alto Garda
37
n. 2 2014
Sul web
Anche se sceglierete un itinerario non troppo complicato – cosa che
www.fiab-onlus.it/bici
è consigliabile soprattutto se è la vostra prima volta: il rischio è che
www.eurovelo.com
difficoltà e contrattempi, che sono sempre in agguato, vi facciano
www.ediciclo.it
passare la voglia delle due ruote – un po’ di fiato e gambe dovrete
necessariamente farvele. Senza esagerare con palestre o allenamenti
casalinghi in sella alla cyclette, l’importante è non arrivare impreparati alla partenza, e magari ritrovarsi bloccati già alla prima tappa da acido lattico,
dolorosi crampi e fiatone.
Capitolo attrezzatura. Non è necessario munirsi di una bicicletta super tecnologica,
peraltro assai costosa. Potete anche adattare la vostra mountain bike (se l’itinerario
non prevede percorsi accidentati bisogna dotarla di pneumatici più leggeri) o bicicletta
da città. Affidatevi al vostro meccanico di fiducia che saprà consigliarvi quale manubrio, sella, indispensabile portapacchi, fanali e catarifrangenti (obbligatori per legge)
sono più adatti alle vostre esigenze. Ma ricordate anche che molti viaggi organizzati
prevedono la possibilità di affittare la bicicletta: con 50/100 euro (a seconda della
durata e del percorso, e naturalmente dalla singola agenzia) avrete a disposizione
un mezzo attrezzato e adatto alla vostra vacanza.
Quanto ai bagagli, la regola aurea è “di meno”. Perché, banalmente, sarete voi a
doverveli portare in spalla o nel portapacchi: dunque pensateci bene prima di infilare
nello zaino quel vestito tanto carino che ammicca dall’armadio… davvero pensate
che dopo una giornata passata a pedalare (e in vista della prossima) avrete voglia
di passare una serata in discoteca? Discorso che vale anche nel caso in cui decideste di affidarvi ad un viaggio organizzato che prevede il trasporto del bagaglio.
Indispensabili invece una mantella (o altro capo impermeabile), i mezzi guanti per
proteggere le mani dalle molte ore di impugnatura del manubrio, e del sapone da
bucato (avendo poco bagaglio dovrete ‘rinnovarlo’ da soli). I cicloturisti più esperti
consigliano un peso totale del bagaglio compreso fra i 12 (se si pedala in salita) e
i 16 chili (se si pedala in piano).
In sella
n. 2 2014
L’itinerario deve essere accuratamente organizzato prima di mettersi in sella. Tappe
quotidiane, soste turistiche o per riprendere fiato, pernottamenti: non affidatevi
all’improvvisazione, specialmente se è la vostra prima volta. Sul web trovate tutto
quello che vi serve, dalle agenzie che offrono pacchetti completi (itinerari con o
senza accompagnatore, prenotazione alberghi, noleggio bici e trasporto bagagli) alle
mappe delle reti ciclabili. L’Italia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante nell’offerta
per i cicloturisti: è possibile così avventurarsi lungo la ciclovia del Po o fra i vigneti
della Franciacorta, lungo gli 80 chilometri de “la via del Brenta” che attraversa tutta
la Valsugana o tra le chiese, castelli e mulini della pista ciclabile della Val di Sole.
Non solo Lombardia e Trentino: in Puglia si può andare alla scoperta delle cattedrali
romaniche in un percorso che da Bari arriva a Trani, o in Sicilia fare il giro dell’Etna.
Davvero tanti gli itinerari in Europa – dove paesi come Austria, Germania, Francia,
Olanda, che hanno una più lunga consuetudine con le due ruote, sono più avanti
di noi in termini di piste ciclabili e servizi. Un pensierino va sicuramente fatto sulla
Avenue Verte, l’itinerario che tra piste ciclabili, brevi tratti in strade secondarie e
lungo le “vie verdi” realizzate lungo tratti ferroviari dismessi, collegano Parigi a Londra:
400 e qualcosa chilometri da affrontare una pedalata alla volta.
38
benesssere
benessere
Amico sole
di Enrico Zoi
39
n. 2 2014
Tanti i benefici dell’esposizione ai raggi solari.
Ma il pericolo scottature è sempre dietro l’angolo
“Abbronzatissima, sotto i raggi del sole”: l’inizio al fulmicotone di una notissima canzone di
Edoardo Vianello, autentico evergreen, introduce il nostro piccolo itinerario all’interno del
mondo delle abbronzature e delle creme solari, un universo dentro al quale, come sempre
quando si ha a che fare con il corpo umano e
quindi con la salute, occorre muoversi senza
timori o pregiudizi, ma con consapevolezza e
con la giusta dose di cautela.
Sì, perché i raggi della stella madre del nostro sistema, che tanto desideriamo perché,
con la bella stagione, ci portano il mare o la
montagna, comunque le vacanze sognate
durante un anno di lavoro, fanno bene e,
secondo l’estetica moderna, rendono più
attraenti uomini e donne, ma solo a patto
che li si conosca.
I raggi solari rinvigoriscono le membra, assicurano una corretta quantità di vitamina
D, che serve a regolare i livelli di calcio e
fosforo nel nostro organismo (pare anche che
la sua carenza possa aggravare la sclerosi multipla), e sono salutari per il sistema
scheletrico, ma, siccome di sole e di calore si tratta, la scottatura è sempre dietro
l’angolo. Una minaccia da non sottovalutare.
Usiamo il buonsenso
Il primo must è non esagerare e procedere con un’esposizione graduale ai raggi del
sole, un consiglio questo che vale anche da un punto di vista estetico: cerchiamo
l’abbronzatura che ci valorizzi, non un doloroso e non bello sbruciacchiamento! In
tal senso, onde evitare insolazioni e sofferenze da eccesso di calura, è preferibile
pure evitare le ore più calde (praticamente un obbligo con i bambini più piccoli!)
o comunque servirsi di cappelli, eventualmente della maglietta con la quale siamo
arrivati in spiaggia, e del buon vecchio ombrellone, uno di quegli accessori che non
tramonta, né mai tramonterà. In montagna, si possono usare quelli dei rifugi o delle
stazioni di partenza o risalita degli impianti, per chi ama sciare d’estate.
E poi ci sono le creme, protettive ed abbronzanti, a seconda delle necessità di ognuno:
un valido aiuto per quella sana tintarella che possiamo scegliere di far nascere nelle
fasce orarie del mattino e del calare del sole (le ore comunque più belle, spaziose
e luminose) e ottenere spalmando i filtri solari sulla pelle sempre dopo aver fatto il
bagno. Perché prevenire è meglio che curare!
Un incidente però può sempre accadere: in vacanza, l’evento più classico, è rilassarsi
n. 2 2014
al punto da addormentarsi sul telo da mare e risvegliarsi, oltre che intontiti, anche
40
prossimi all’eritema o addirittura all’ustione (il sole non scherza, lui non si muove
e continua incessantemente nelle sue emissioni di raggi!). In tali casi, per correre
ai ripari, ci sono le creme al cortisone o i gel emollienti e idratanti, ad esempio
l’onnipresente aloe.
Creme per tutte le pelli
Considerazioni generali a parte, parafrasando impertinentemente il grande poeta
Salvatore Quasimodo, è vero che ognuno di noi sta solo sul cuor della... spiaggia,
esponendosi all’abbronzatura secondo caratteristiche individuali. Perciò, come non
è detto che tutti migliorino la propria estetica con la tintarella, poiché ad alcuni il
pallido dona fascino e curiosità, così esistono però creme adatte a tutte le pelli ed
occasioni.
La prima cosa da sapere è che ogni prodotto dovrà avere ben chiari sulla confezione
sia l’indicazione del livello di protezione, che può essere bassa, media, alta o altissima, sia il logo del fattore di protezione dai raggi Uva, a garanzia che la crema non
difende solo dalle scottature, ma anche dai raggi cancerogeni.
È noto poi che la natura ci aiuta da un punto di vista cromatico per sapere come
comportarci. È noto, ma non fa mai male ripeterlo: in certi casi, il troppo non è
detto che stroppi!
Pertanto, chi è di carnagione chiara, quindi a minimo tasso di melanina, oltre a non
stare troppo al sole specie nelle ore in cui è allo zenit, è bene che si affidi a un filtro
solare a protezione molto alta o altissima, diciamo oltre 50; chi è invece scuro, ed è
quindi meno in pericolo degli altri, può in ogni caso tutelarsi con un filtro 6 (protezione
bassa); l’individuo ‘di mezzo’, vale a dire con la pelle chiara ma dall’abbronzatura
facile, può andare su un 15-20, corrispondente alla protezione media.
Ci sono anche le creme da evitare se ci si espone ai
raggi del sole! Quali? I gel antiflogistici o antibiotici,
ad esempio, o i prodotti cosmetici esfolianti.
E ora da vacanzieri consapevoli, possiamo andare
ad abbronzarci con le creme giuste e magari rivivere
sul nostro corpo le sensazioni positive evocate un
po’ di anni fa dalla cara Giuni Russo, quando cantava Un’estate al mare: “Senti questa pelle com’è
profumata/Mi ricorda l’olio di Tahiti”...
Sul web
41
n. 2 2014
È possibile pure approfondire ulteriormente il tema sul web: siti e blog non mancano davvero!
Qualcuno? Cremeabbronzanti.com (www.cremeabbronzanti.com), Alfemminile.com
(www.alfemminile.com), Leiweb (blog.leiweb.it/blog), Beauty Blog (www.beautyblog.it),
e, per chi desidera saperne di più, qui si fa il pieno di link: labs.ebuzzing.it/top-blogs/bellezza.
n. 2 2014
Credit Damien Follet
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solidarietà
s olidarietà
MSF in azione
La speranza si fa in quattro: fiocchi
rosa e azzurri in un campo rifugiati
in Mauritania
di Sabina Armani
Medici Senza Frontiere Onlus
via Volturno 58, 00185 Roma
Tel 06 88806000
www.medicisenzafrontiere.it
[email protected]
Per un po’, prima che ricevessero dei veri nomi, sono
stati semplicemente i bambini 1, 2, 3 e 4. I quattro
gemelli Aboubakrine Ag, Fatim Walet, Ousmane Ag e
Oumar Ag sono nati il 4 gennaio di quest’anno nella
struttura sanitaria di Medici Senza Frontiere a Bassikounou, in Mauritania: un evento
unico e una “quadrupla speranza” per migliaia di persone che vivono in condizioni
estreme.
I loro genitori, Taghri e Massaya, sono tra le 57.000 persone fuggite dal conflitto
in Mali per cercare rifugio nel campo rifugiati di Mbera, in Mauritania. Sono arrivati
portando con sé i loro altri sei figli e soltanto pochi vestiti, ma anche qualcosa di più
importante: Taghri era incinta.
“Dopo 37 settimane di gravidanza i quattro gemelli sono nati nella nostra sala operatoria – spiega Frederic Manantsoa Lai, Capo Missione per MSF nel campo rifugiati
di Mbera. Tre maschi e una femmina, che pesavano solo 1,5 kg a testa! Eravamo
piuttosto preoccupati per loro. Ma oggi sono in salute e crescono bene. È un’ulteriore
prova che cose meravigliose possono succedere anche nelle condizioni più estreme.
Queste nuove vite sono un segno di speranza per i rifugiati. Allo stesso tempo, questa storia sottolinea quanto siano vulnerabili queste persone. Immaginate se le cure
mediche non fossero state disponibili: se non avesse raggiunto la nostra struttura,
questa madre incredibilmente coraggiosa avrebbe potuto perdere i suoi quattro
bambini, o anche la sua stessa vita, lasciando altri sei figli e un marito senza lavoro”.
I genitori sperano di tornare al campo e riunirsi alla loro comunità, anche se la vita
non sarà facile. Massaya Ag Iliyass, il padre, è un contadino di Molé, nel Mali, ma a
causa del conflitto ha perso quasi tutto. Taghri Walet Tokeye, la madre, sa cucire ma
non ha strumenti per avviare un’attività e ricavarne un reddito. “MSF si sta prendendo cura dei nostri bambini. Senza il loro aiuto non sapremmo come affrontare tutto
questo. L’arrivo dei quattro gemelli rappresenta una speranza per noi ma anche una
grande sfida. Vogliamo prenderci cura di tutti loro e della loro educazione. Adesso ho
10 figli - dice il padre dei bambini. La mia preoccupazione è il nostro ritorno in Mali
quando le condizioni miglioreranno. Dovremo ricostruire le nostre vite. Avrò bisogno
di aiuto per prendermi cura della mia famiglia, vedere i miei bambini crescere. La
mia ambizione è avviare una piccola attività e aprire una sartoria per mia moglie”.
Nel campo di Mbera la principale preoccupazione di MSF è l’accesso alle cure di
base per i rifugiati. Solo in Mauritania, nel 2013 MSF ha effettuato 147.681 visite,
incluse 101.037 nel campo rifugiati di Mbera e 46.644 fuori dal campo (in strutture
pubbliche del Ministero della Salute). Come parte della risposta alla malnutrizione
acuta grave ha poi curato 3.867 pazienti. Inoltre, sono state distribuite 45.000
zanzariere che hanno aiutato a diminuire i casi di malaria da 6.028 nel 2012 a
2.285 nel 2013. MSF lavora nel paese dal 1994: per festeggiare i suoi venti anni
ha ricevuto 4, bellissimi, regali.
43
n. 2 2014
In Mauritania dal 1994
libero
tempo
Tipi da spiaggia
di Enrico Zoi
45
n. 2 2014
Una partita a tamburello o una sfida a carte?
Sport e giochi in riva al mare
Spiaggia e mare sono sinonimi di vacanza, divertimento e relax, sono regioni del
tempo e dello spazio da occupare con i giochi e con i loro cugini: gli sport. Si
sta spesso troppo seduti al lavoro o con le gambe sotto le tavolate di Pasqua o
Natale ad allargare le circonferenze addominali e, una volta che si aprono ai nostri
occhi e al nostro corpo gli impianti sportivi naturali della spiaggia e dell’enorme
piscina del mare, bisogna cogliere l’attimo. Naturalmente stando attenti a chi
magari lo sport lo pratica tutto l’anno e, quando è in ferie, cerca silenzio e pace!
Ma per chi è in arretrato di movimento sono davvero tante le opzioni di scelta,
praticabili sia in forma organizzata negli stabilimenti balneari, sia autonomamente.
A tutto movimento!
Prendiamo il beach soccer, il calcio da spiaggia, disciplina spin off del calcio
e ad esso molto somigliante, con la grande e ovvia differenza che si può e si
deve giocare sulla sabbia. Tutti noi abbiamo negli occhi o comunque possiamo
immaginare il beach soccer all’atto pratico come un momento di sfogo, uno
scalpitare di piedi, gambe e teste alla disperata ricerca di un pallone da colpire
all’inseguimento del sempre bramato
goal, una versione estiva e vacanziera
di certe scene di confusione e comicità
cinematografica stile torte in faccia o
farse del cinema muto. Tuttavia, tale
sport, all’inizio del terzo millennio è stato riconosciuto dalla Fifa, la federazione
calcistica internazionale, la stessa del
football di Messi o Cristiano Ronaldo,
con tanto di regolari campionati nazionali e internazionali. Stessa storia per
il beach volley, che, nato in California
e alle Hawaii come pallavolo da mare
che si adatta alla sabbia, ha superato
la connotazione ricreativa evolvendosi
in disciplina olimpica e professionistica,
lasciandosi alle spalle anche la dimensione costiera: infatti esiste pure in
Svizzera, dove il mare proprio non c’è!
Ma seguiamo le note di Vento d’estate
di Max Gazzé, che ci chiede: “Io vado
al mare, voi che fate?” Torniamo in
spiaggia! Ci attende una bella partita
a tamburello. Certo, si tratta della
versione light dello sport praticato già
dagli antichi Romani e da allora diffuso
n. 2 2014
in tutto il mondo, una disciplina che
46
da noi attecchisce con un primissimo
campionato italiano nel 1896.
I tamburelli dell’estate sono più piccoli
e la fatica minore, di sicuro non ci sono
regole, se non quella di cercare di non
far cadere la pallina. Se la forza necessaria è inferiore allo sport ufficiale,
anche il tamburello da spiaggia richiede
però riflessi pronti e rappresenta un
valido espediente per non rammollirsi
troppo prima del rientro in città. Un
po’ come le bocce, gioco diffuso in
ogni continente, per un totale di più di
centodieci nazioni, ma che vede la luce addirittura nella Turchia del 7000 avanti
Cristo. Nei secoli, dall’avorio si è passati alla bachelite, materiale più pratico e
povero, e oggi le bocce pullulano e svolazzano (sulla sabbia i lanci rasoterra non
sono possibili) sulle spiagge per il divertimento e il cimento di precisione di grandi
e piccini, essendo anche uno svago adatto a coniugare la voglia di sperimentare la
capacità di mira individuale con il gioco di squadra. E poi le bocce da mare sono
sempre colorate e i cromatismi accesi in ferie danno quel surplus di fantasia e
allegria che non guasta mai, anzi serve a far trascorrere più rapidamente le interminabili ore di attesa digestiva prima di tornare a fare il bagno!
Sotto l’ombrellone
Un tempo tuttavia solo apparentemente ‘morto’ quello che segue la pausa di un
pranzo che in spiaggia è bene sia sempre frugale, nel quale, vista pure la sua consueta coincidenza con le ore più calde, ci si può accomodare sotto l’ombrellone e
darsi all’enigmistica, buona sia per le tenzoni singole di un rebus sia per condividere
con gli amici le definizioni di un cruciverba. E poi ci sono le carte, che hanno il solo
inconveniente di non poter essere usate se il litorale è battuto dal vento, per quanto
il rincorrerle fino all’ombrellone accanto al nostro possa donare un supplemento di
ilarità o essere un’occasione per fare nuove conoscenze. Né dobbiamo dimenticare
i giochi a voce, dal sempre esilarante telefono senza fili ai vari indovinelli, stile,
tanto per intendersi, il classicissimo “è arrivato un bastimento carico di...”, e vai
con la prima sillaba della parola da scoprire!
marino? Sì! Non possiamo salutarci senza ricordare
quello che per la maggior parte dei bambini è, oltre
al bagno, il momento più atteso delle vacanze: ovvero quando ci si arma di secchielli, palette, setacci e
formine e si costruiscono castelli di sabbia, piccole e
grandi sculture in rena o piste per biglie, trascorrendo
così forse le ore più serene della vita. O no?
Sul web
Per i naviganti del web, ecco alcuni
siti e blog dove scovare nuove vie di
fuga nello svago: Benvenutosole.it
(www.benvenutosole.it/bambini/157_
Giochi+da+spiaggia.html),
Spiaggeitalia.com (www.spiaggeitalia.
com/giochi_spiaggia) e Partecipiamo.it
(www.partecipiamo.it/ferragosto/3.htm).
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n. 2 2014
Manca qualcosa nel nostro excursus ludicosportivo
giochi
Cruciverba
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
12
11
13
14
15
16
17
18
19
25
20
21
22
23
24
26
27
28
29
30
34
31
32
35
36
37
40
33
38
41
39
42
45
43
44
46
Sudoku
Puzzle 1 (Easy, difficulty rating 0.40)
9
7
7
5
3
3
5
4
8
2
3
n. 2 2014
6
48
4
7
6
9
3
8
5
4
9
8
6
2
9
6
1
4
5
2
Generated by http://www.opensky.ca/~jdhildeb/software/sudokugen/ on Sat May 3 14:09:24 2014 GMT. Enjoy!
ORIZZONTALI
1. D’estate è sempre piena!
10. Se in inglese...
12. Nutrire, sostenere.
14. Rapido, lesto.
15 È opposto allo Zenit.
16. Il fiume di Galluzzo
17. Numero in breve.
18. Teramo.
19. Quella elettronica è detta anche e-cig.
25. Il Gruppo di Alan Ford.
26. Lo sono alcuni aironi.
27. Olbia-Tempio.
28. Canide africano.
29. Robot umanoide francese.
31. Fu un successo degli Abba.
32. Nome d’arte di Lorenzo Salvatori,
rapper di San Marino.
34. Fagu, calciatore albanese.
36. Forma il grappolo.
37. Quella di Toledo fu ritratta da
Agnolo Bronzino.
41. Simbolo dell’iridio.
42. … o mai più!
43. L’Umberto del Nome della rosa.
45. Il Massimo di Non ci resta che piangere.
46. Può essere classico ma anche sportivo.
VERTICALI
1. Un classico dell’ultimo giorno di scuola.
2. … Watson!
3. Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids.
4. Si nasconde sotto l’esca.
5. Vocabolo specifico di una disciplina,
spesso senza sinonimi.
6. Forte, vigoroso
7. Rete senza pari.
8. Il Fleming di James Bond.
9. C’è la Coeli e la Pacis.
11. Artigiano che lavora il ferro.
13. Congiunzione eufonica.
20. Azienda Nazionale Autonoma
delle Strade.
21. Può essere confesso.
22. La Boville del Frusinate.
23. L’Aroldo grande attore del ‘900.
24. Trento.
30. Il suo fiume è il Lete.
33. Può essere silicea o calcarea.
35. Viene sempre prima di oggi.
36. Grande lago salato tra l’Uzbekistan
e il Kazakistan.
38. Prima persona plurale
39. Fiume della Russia e del Kazakistan.
40. Asti.
43. EuroCity.
44. Pareggio a reti inviolate.
La vita di Indro Montanelli
raccontata da “chi non c’era”.
Classe 1983, Paolo Di Paolo,
già finalista al Premio Strega
con Mandami tanta vita, rende
omaggio al grande scrittore e giornalista con un romanzo
intenso e avvolgente che ne ripercorre attraverso alcuni episodi
fondamentali la vita incomparabile. Nato vicino a Firenze nel
1909 e morto nel 2001 a Milano, Montanelli attraversa il
secolo breve, e ogni fase del Novecento viene da lui raccontata
sulle pagine de Il Messaggero, il Corriere della Sera, La
Stampa, il Giornale, La Voce, interpretando il pensiero di molti
e mantenendo sempre un’indipendenza scomoda diventata
esemplare. Di Paolo lo racconta così “imprudente, tenace,
appassionato, libero”.
ROMANZO
Cazzimma
Stefano Crupi
Mondadori
252 pp
16 euro
“Cazzimma”? È un termine
napoletano che indica il
bisogno di prevaricare sugli
altri, con cattiveria e gusto
di farlo. Cazzimma è anche il
romanzo d’esordio di Stefano
Crupi, giornalista casertano che racconta con piglio autentico
e vivace la storia di Sisto, napoletano che si ingegna a sfidare
la camorra mettendo in piedi un traffico di droga parallelo a
quello “ufficiale”. Soldi e successo immediati precipitano Sisto
in una strada apparentemente senza uscita, fino a quando
l’aiuto di uno zio e di una ragazza gli permetteranno di risalire
e cambiare rotta. Un romanzo su una gioventù senza scopo e
ideali, succube di un fatalismo al quale stenta a ribellarsi.
ROMANZO
Una commedia italiana
Piersandro Pallavicini
Feltrinelli
320 pp
17 euro
Piersandro Pallavicini, professore
universitario di fisica supramolecolare
e romanziere da 12 anni, dopo
Romanzo per signora ci regala un
altro romanzo divertente, ironico,
e carico di personaggi variegati
che vanno a comporre una famiglia
particolare come tante, come tutte,
densa di storie: una commedia
all’italiana che scorre come un
film, piena di riferimenti a quei film
che dell’Italia hanno fatto la storia.
A riunire in un paesino montano
tutti i componenti della famiglia è il
capostipite Alfredo Pampaloni, ex
playboy ispiratosi a Gunter Sachs,
industriale di 82 anni in procinto di
vendere le ville di famiglia. Attorno
a Pampaloni, troviamo Carla,
insegnante di chimica, e il marito
Gigi, cervello della fisica oltre al
fratello di Carla, mercante d’arte
con moglie londinese e figli odiosi al
seguito. Quando Pampaloni inizia ad
esser perseguitato da fatti bizzarri
ed inspiegabili ecco comparire una
sessantenne esuberante viceispettore
di polizia...
tempo libero
ROMANZO
Tutte le speranze
Paolo Di Paolo
Rizzoli
224 pp
17 euro
49
n. 2 2014
Libri
tempo libero
n. 2 2014
50
Musica
CD
Lily Allen
Sheezus
CD
Coldplay
Ghost Stories
Nove tracce intense per
l’ultimo attesissimo album
della band inglese capitanata
dalla splendida voce di Chris
Martin. Ad anticipare l’uscita
era stato Magic, in primavera,
singolo di gran successo
ma piuttosto diverso dal
resto dell’album: un lavoro,
precisa il cantante, che vuole
spronare al coraggio e alla
capacità insita nell’essere
umano di andare avanti
malgrado le difficoltà. Un
inno alla vita per archi ed
elettronica, nel quale troviamo
anche, in due tracce, i cori
dei due figli di Chris Martin
e Gwineth Paltrow. Poetico è
il brano di apertura, Always
in my head, batteria lieve e
zero chitarre. Psichedelica
e intensa, concentrata sulla
voce, è invece Oceans. Con
True love si torna invece
all’electro pop. Introspettivo,
rarefatto, sperimentale: il
disco si differenzia molto
dai precedenti ma è già
apprezzatissimo da pubblico
e critica.
Ecco il nuovo lavoro di una
delle cantanti britanniche più
“cinguettanti” del web; dopo uno
stop musicale durato parecchio,
Lily Allen tornerà a dominare le
chart? La giovane cantante che nel
lontano 2005 suscitò l’attenzione dei discografici grazie a MySpace,
raggiunge il successo nel 2006 con Alright, Still, guadagnandosi la
seconda posizione della classifica inglese. Nei due anni successivi
riceve diverse nomination in qualità di Best Alternative Music Album,
miglior singolo e miglior album. A novembre 2013 esce il primo
singolo del nuovo e terzo album, Hard out here, che si piazza subito
nella Top10 britannica. Poi è la volta di Our time, altro brano tratto da
Sheezus. Un disco dai testi a volte taglienti e sarcastici, ma divertenti,
segnati da un mix di hip hop, pop, indie.
CD
Bud Spencer Blues Explosion
BSB3
Alternative rock e punk blues, sono
questi i generi che il duo formato da
Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio
fondono dando vita a BSBE, la band
romana che si ispira e fa il verso a due
pilastri, uno appartenente alla cultura
cinematografica popolare, Bud Spencer, un altro a quella musicale, il
gruppo punk blues Jon Spencer Blues Explosion. Una delle rivelazioni
più acclamate degli ultimi anni, i BSBE pubblicano il loro ultimo lavoro:
BSB3. Uscito in formato digitale, cd e pure vinile in edizione limitata di
600 copie, il gruppo infonde all’album sonorità vecchio stile. Chitarra,
batteria, voce: onesto, semplice, energico, come i loro concerti.
Le soluzioni dei giochi di pag. 48
Puzzle 1 (Easy, difficulty rating 0.40)
4
3
9
8
6
2
1
5
7
7
6
5
9
4
1
3
2
8
1
8
2
7
5
3
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6
4
5
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3
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1
9
8
4
2
2
4
6
3
7
8
5
9
1
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9
1
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2
4
7
3
6
9
2
4
1
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5
6
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3
3
1
7
2
9
6
4
8
5
6
5
8
4
3
7
2
1
9
LE PRIME TAVOLETTE
SENZA GABBIETTA!
DETERGONO E RINFRESCANO
IL WC IN UN SOLO GESTO!
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ELIMINAODORI
FRAGRANZA GLADE
DOPPIA RICARICA
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