Il manuale della Televisione _16 - Bambini e televisione
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Il manuale della Televisione _16 - Bambini e televisione
Quali sono le influenze della televisione sullo sviluppo cognitivo e mentale dei bambini? Possiamo tranquillamente lasciare che la televisione accompagni la loro crescita? Perché sempre più spesso si sente dire che la TV limita lo sviluppo intellettivo del bambino? Il Manuale della TV (... per il bambino e non solo) I nostri figli passano (e forse passeranno) una quantità enorme di ore davanti alla televisione. Non comprendere gli effetti che la televisione ha su di loro è un errore da cartellino rosso La protezione dalla TV nella fascia di età che va da 0 a 10 anni è fondamentale: dopo potrebbe essere tardi 1. Il gioco, motore dello sviluppo intellettivo del bambino Sempre più spesso si sente dire che la che la TV ha un effetto negativo sullo sviluppo intellettivo del bambino. Per capire perché bisogna sapere che il cervello del bambino non nasce già formato ma raggiunge la maturazione attraverso una serie di processi che progrediscono per fasi e che durano anni. In particolare, contrariamente a quanto molti pensano, l'intelligenza non è una dote innata ma è una qualità celebrale il cui sviluppo è spinto principalmente dall’ambiente che circonda il bambino. Concretamente il bambino forma la sua intelligenza attraverso il meccanismo del gioco, sollecitando l’ambiente circostante ed elaborando le risposte ricevute. Così facendo egli sottopone a continua sperimentazione il mondo, forma il suo spirito critico, le sue sicurezze, la sua razionalità, la sua individualità e la sua intraprendenza. Ma non solo. Attraverso il gioco il bambino realizza la congruenza tra le sue tendenze e le sue attitudini (ovvero tra ciò che desidera fare e ciò che impara a fare) costruendo la base per la felicità del futuro adulto. Ciò che alimenta nel bambino il desiderio del gioco è il piacere tratto dalle risposte ricevute dall’ambiente. Un esempio classico è quello del bambino che gioca a battere il cucchiaio sul tavolo. Il bambino compie questo gesto perché trova piacere nel sentire il suono prodotto. In questo modo anche se inconsapevolmente accresce le sue capacità di coordinamento tra l’azione motoria e le percezioni di ritorno di tipo visivo, uditivo e tattile. Acquisisce informazioni sulla resistenza dei materiali, e su come il suono dipende dal tipo di oggetti che si urtano. Ma anche informazioni su quanto la mamma, il papà o i fratelli sono attratti o infastiditi dal rumore. Ottiene informazioni sul loro carattere, socializza e stabilisce una certa correlazione tra ciò che è permesso e ciò che non è permesso fare. Trovando gratificazione dalla sua stessa azione inoltre il bambino diventa sicuro di se e portato all’intraprendenza. E attraverso la ripetizione del gioco le informazioni acquisite divengono solidi pilastri su cui il bambino costruirà il suo futuro. 2. Come la TV spezza il meccanismo del gioco ed agisce in senso contrario Come fa la televisione a farsi amare così tanto dai bambini? Come riesce a sostituirsi al meccanismo del gioco? La televisione si sostituisce al meccanismo del gioco provocando nel bambino piacere attraverso una serie Ecco perché... sovrabbondante di stimoli, senza però richiedere al bambino lo sforzo di sollecitare l’ambiente Fino ai 10 anni la TV circostante. dovrebbe rimanere spenta. Questa è probabilmente anche la caratteristica della Dopo non più di un'ora a settimana, solo se TV più apprezzata dai genitori, in quanto permette di strettamente necessario, “tenere buoni” i bambini disimpegnando l'adulto. solo programmi scelti, solo Quando guarda la TV il bambino non gioca, non vuole se spiegata da un adulto, uscire, non mette disordine, non sporca, non si fa mai per svago male, non fa i capricci, non richiede attenzioni, lascia all'adulto il tempo di dedicarsi ad altro. Tuttavia durante lo spettacolo televisivo non è richiesta al bambino alcuna elaborazione razionale: nello svolgimento del programma non è necessaria l’azione del bambino, l’evoluzione delle storie non dipende dai suoi ragionamenti e il piacere ottenuto Le fondamenta della psiche del bambino si costruiscono attraverso il meccanismo del gioco nell’età che va da 0 a 10 anni. In questo periodo la televisione dovrebbe rimanere completamente spenta. dal susseguirsi delle immagini e dei suoni è garantito indipendentemente da ciò che il bambino fa o pensa. Mentre guarda la TV il bambino non sperimenta mai direttamente la possibilità di influenzare il mondo. I La televisione fagocita il gioco distruggendo i meccanismi naturali che portano alla formazione delle capacità razionali del futuro adulto, e i suoi successi e insuccessi non dipendono dalla sua danni potrebbero essere bravura ma vengono a coincidere con i successi e gli irreversibili. insuccessi dei personaggi televisivi, che divengono così i suoi modelli e i suoi personaggi preferiti. Il bambino che guarda la TV rimarrà insicuro, perché privo di esperienze proprie. Non sarà emancipato ed intraprendente ma omologato e conformista. Non formerà una mente razionale né una sua individualità. Sarà in definitiva un adulto portato a trovare gratificazione dalle sollecitazioni esterne piuttosto che dal risultato delle proprie azioni. Anche il fatto che davanti alla televisione il bambino riceve stimoli che gli provocano piacere senza il bisogno di fare alcuna fatica risulta particolarmente negativo perché sviluppa nel bambino la pigrizia mortificandone la volontà e lo spirito di sacrificio. Come se non bastasse il cervello del bambino tende ad assuefarsi all’enorme quantità di stimoli televisivi. Il bambino che guarda la televisione troverà dopo poco tempo più piacere nel guardare la televisione che nel giocare. La televisione gradualmente si sostituisce e fagocita il gioco. A questo punto anche quando il bambino chiederà un gioco privilegerà nella scelta un gioco legato a ciò che ha visto in televisione, sperando di ricevere da esso i medesimi stimoli ricevuti dalla televisione; e non opererà in modo attivo e creativo sull’ambiente. Si può sinteticamente affermare che davanti alla TV il cervello del bambino non matura. La televisione spezza il meccanismo del gioco e limita la formazione delle capacità razionali e dell’individualità del bambino. Come porre rimedio? La risposta non ammette compromessi o indugi: occorre spegnere la TV e concedere al bambino la possibilità di interagire con l’ambiente circostante. 3. Quanti anni passa il bambino davanti alla TV? Un bambino che guarda la televisione per 2 ore al giorno passa davanti alla TV circa 700 ore all'anno. Ipotizzando una vita diurna di 8 ore giornaliere a 4 anni il bambino avrà passato davanti alla TV circa un anno della sua vita e la sua mente sarà già fortemente condizionata da questa esperienza. Affermare (come capita spesso sentir dire da alcuni "esperti") che la TV può essere guardata fino a due ore al giorno significa non avere compreso la portata quantitativa (oltre che qualitativa) dell'effetto della TV sulla maturazione del cervello del bambino. 4. Come la TV utilizza i meccanismi della ripetizione, del linguaggio totalizzante e una sorta ipnosi prodotta dal monitor per operare sulla psiche profonda del bambino La televisione non si accontenta di spezzare il meccanismo del gioco bloccando la crescita razionale del bambino ma vuole anche condizionarne la psiche profonda. Lo scopo è quello di trasformare il bambino in un consumatore, consapevole del potere che il bambino può esercitare sui genitori. Per inserire idee nella psiche profonda del bambino la televisione utilizza i meccanismi della “ripetizione”, del “linguaggio totalizzante” ed una sorta di “ipnosi prodotta dal monitor”. Cercheremo ora di spiegare meglio in cosa consistono questi tre meccanismi. La ripetizione. Cosa si intende con “ripetizione”? La mente del bambino è statistica: recepisce in modo praticamente incondizionato messaggi ripetuti. Un esempio? L’estenuante ripetizione di determinati spot pubblicitari. Questa ripetizione mira non ad allargare la fetta del potenziale pubblico ma a raggiungere più volte ciascun individuo (e nella fattispecie ciascun bambino) penetrandone la psiche profonda. Se per 100 volte un tale prodotto viene descritto positivamente ad un bambino, il bambino si convincerà che quel prodotto ha una valenza positiva e la valenza positiva dell’idea supererà il filtro razionale del bambino. Se lo spot fosse mirato solo ad informare dell’esistenza del prodotto reclamizzato, sarebbe messo in onda solo un numero di volte sufficiente a raggiungere i potenziali acquirenti mediamente una volta, e non (come invece accade) mediamente decine o centinaia di volte. La ripetizione estenuante degli spot nei programmi destinati ai bambini è vergognosa e dovrebbe essere considerata dai genitori una violenza da cui proteggere i bambini. Il linguaggio totalizzante. Cosa si intende per “linguaggio totalizzante”? Tendono ad essere recepiti in modo incondizionato anche messaggi che vengono comunicati con un linguaggio che utilizza contemporaneamente l’immagine, la parola e il suono. L’utilizzo di determinati tipi di immagini e l’accordo tra la parola, l’immagine e il sentimento indotto dal suono fa in modo che l’idea comunicata venga considerata vera a prescindere: il filtro razionale viene così indebolito e il sentimento indotto favorisce l’allocazione dell’idea in una zona profonda della psiche. I genitori dovrebbero sapere che il linguaggio totalizzante non è un linguaggio naturale della televisione, ma è un linguaggio appositamente ricercato da molti programmi e spot televisivi. Il fatto che i produttori di tali programmi utilizzino conoscenze psicologiche per costruire un linguaggio totalizzante diretto a bambini indifesi (perché privi di ogni conoscenza psicologica) dovrebbe essere considerato, parimenti al meccanismo della ripetizione, una violenza da cui proteggere i bambini. Il meccanismo ipnotico. Cosa si intende infine per “meccanismo ipnotico del monitor”? Il meccanismo ipnotico è alla base dello stato di rilassamento che si prova nel momento in cui si guarda la televisione. E’ tipico di molti affermare di guardare la TV per rilassarsi. Ed è tipico di molti genitori pensare che sia giusto regalare la medesima sensazione anche ai propri bimbi quando (ad esempio dopo una intensa giornata di scuola) appaiono stanchi. Quello che i genitori pensano essere un regalo innocuo per il bimbo è però paragonabile all’aprire la porta di una casa in presenza di ladri, o al dare le password del proprio computer ad un hacker. E il paragone non è esagerato. Lo spettatore che guarda la televisione seduto sul divano tende ad avere lo sguardo fisso sul monitor e in questa circostanza il cervello non comanda variazioni di fuoco al nervo ottico. Il protrarsi di questa condizione produce già a partire da qualche minuto una sorta di meccanismo ipnotico in cui il cervello si trova in condizioni simili a quelle immediatamente precedenti alla fase del sonno. Le zone del cervello adibite ai ragionamenti razionali si “addormentano” mentre le zone della psiche più profonda permangono attive, prive della protezione attuata dal filtro razionale e vulnerabili alle idee veicolate dalla televisione. In questa condizione il bambino appare estraniarsi dal mondo, è pare non essere in grado di ricevere altre sollecitazioni se non quelle provenienti dal monitor (proprio come avviene durante l’ipnosi). E se i programmi televisivi fossero adeguatamente selezionati in modo da trasmettere solo idee giudicate “utili”? E’ opinione comune che questo non sarebbe sufficiente ad evitare danni allo sviluppo intellettivo del bambino. L’accesso alle parti profonde della psiche dovrebbe sempre essere mediato dal filtro razionale del bambino e non dovrebbe mai essere operato in momenti in cui il filtro razionale si trova a regime ridotto. Quando nelle fasi di sonno il filtro razionale non è attivo la natura ha previsto a protezione della psiche dell’individuo l’inibizione degli stimoli visivi e sonori attraverso la ricerca del buio, la chiusura degli occhi e la ricerca del silenzio. E’ pericoloso e non è diritto dell’adulto utilizzare il meccanismo ipnotico prodotto dal monitor per violare questa protezione. Nessuna idea dovrebbe essere inculcata scavalcando il filtro razionale del bambino. Anche idee fondamentali come “rispetto per l’ambiente”, “rispetto per il prossimo”, “spirito di sacrificio”, “pace” dovrebbero essere inculcate al bambino passando per il suo filtro razionale: ad esempio mostrando esempi o leggendo favole. Durante l’ascolto di favole raccontate o lette dai genitori il linguaggio totalizzante e il meccanismo ipnotico non operano, e il filtro razionale del bambino rimane attivo. 5. Come la televisione genera discrasia nei bambini e produce adulti infelici e insoddisfatti E’ opinione diffusa che la felicità dell’individuo possa essere raggiunta dando un senso alla propria vita. Ma come fare in concreto a dare un senso alla vita? E’ necessario che le tendenze dell'individuo siano quanto più possibile congruenti con le sue attitudini. Le tendenze sono i gusti, cioè ciò che la persona aspira a fare. Le attitudini sono le capacità, cioè ciò che la persona è adatta a fare. Un esempio: il ragazzo che ha la tendenza ad essere un campione di calcio ma che non ne ha l’attitudine non sarà un adulto realizzato. Il gioco, essendo stimolato dalle tendenze e sviluppando le attitudini, porta a realizzare la congruenza tra ciò che l’individuo ha la tendenza a fare e ciò che l’individuo è adatto a fare. Inoltre il gioco rende l’individuo fin dal principio consapevole delle proprie attitudini, potenzialità e limiti. Sinteticamente possiamo affermare che il gioco crea un adulto con più attitudini, più capace di accettare se stesso e più consapevole delle sue potenzialità. La televisione agisce in senso opposto al gioco in quanto sviluppa ed aberra i gusti del bambino senza fornirgli alcuna attitudine. Fagocitando il gioco la televisione induce tendenze ma non sviluppa attitudini e genera così discrasia (cioè letteralmente “cattiva mescolanza”, contrasto, squilibrio, caos) tra questi aspetti essenziali della sua esistenza. La discrasia creata apparirà nel futuro adulto come insoddisfazione relativa al ruolo svolto nella società, e come mancata accettazione di se. Quali sono le tendenze indotte dalla televisione che generalmente generano discrasia? Ve ne sono molte e si trovano principalmente nei modelli fisici e di vita che la TV propone ai bambini. Un esempio tipico di discrasia si ha quando la televisione sviluppa nel bambino la tendenza ad essere una campione di calcio o un eroe senza però che il bambino abbia l’attitudine a diventarlo. Un altro esempio tipico ed attuale si trova quando la televisione sviluppa nelle bambine la tendenza ad avere un corpo perfetto anche se le bambine non ne sono dotate. Ne seguiranno stati di depressione, anoressia, interventi di chirurgia, ricorso a farmaci e altri problemi (oggi purtroppo molto diffusi) che si sarebbero potuti evitare ma che invece si ripercuoteranno sul bambino, sulla sua famiglia di origine e sulla sua famiglia futura. Non bisognerebbe permettere alla televisione di sottrarre neppure un’ora al gioco del bambino. Ogni ora che la TV sottrae al gioco del bambino è paragonabile a un gradino tolto alla scala che conduce alla felicità del futuro adulto. Ci si potrebbe domandare se la discrasia tra tendenze e attitudini indotta dalla televisione sia solo un effetto indesiderato prodotto dai programmi e dagli spot televisivi o se sia invece un effetto ricercato. La risposta è che si tratta in larga misura di un effetto ricercato, oltre che quasi onnipresente. La televisione ha l’esigenza introdurre negli individui idee destabilizzanti in modo da creare problemi che possano essere risolti attraverso i prodotti sponsorizzati, o seguendo lo spettacolo televisivo che evidenzia le discrasie. Esempi? I programmi che propongono come modello un’immagine del successo che non corrisponde alla figura del telespettatore. Perché? Per tenere il telespettatore legato al monitor con la scusa di mostrare come si fa ad arrivare a quel successo; o con la scusa di farlo fuggire dalla realtà o di fargli sognare l’immedesimazione in quella vita o in quel successo (...che però è irraggiungibile). Quasi tutti i cartoni animati producono discrasia, anche quelli apparentemente più innocui. Un esempio probabilmente noto a tutti è quello di Peter Pan, un eroe superficiale che ottiene il successo grazie a una serie di poteri avuti senza alcuno sforzo. Nessun bambino potrà mai essere come Peter Pan ma migliaia di bambini dopo averne visto il cartone immaginano di essere come lui. Non esiste un motivo razionale che giustifichi l’interesse a inculcare nei bambini il desiderio di essere come Peter Pan se non l’interesse del produttore del programma TV o l’interesse di omologare i desideri e i valori dei bambini. Per stimolare nei bambini la forza di volontà è necessario che ad essi vengano mostrati valori, ideali ed obiettivi alti. Quanto più è alto ciò che il bambino vede tanto più sarà nobile l'obiettivo a cui egli mirerà una volta adulto. Non bisognerebbe mai mostrare ai bambini valori, ideali e obiettivi superficiali. Quello di Peter Pan è se vogliamo un esempio che fa sorridere. Ma vi sono anche film o cartoni animati in cui il normale padre si famiglia si rivela essere un eroico combattente; varietà televisivi in cui il ragazzino è un divo dello spettacolo; spot pubblicitari nei quali viene creata la figura di una madre perfetta signora della casa. Ebbene: dopo avere visto quei programmi i bambini troveranno in se stessi la discrasia proposta e cercheranno di placarla assumendo gli atteggiamenti dei personaggi televisivi. Si vestiranno in quel modo, mangeranno quelle merendine, vorranno quei giocattoli, faranno propri quei valori e così via. La discrasia potrà anche manifestarsi nella perdita di autorevolezza dei genitori, in quanto i bambini vedranno nei genitori dei comportamenti diversi da quelli inculcati dai modelli televisivi. Ciò è particolarmente grave in quanto con la perdita di autorevolezza dei genitori i figli perdono ogni riferimento educativo che non sia quello fornito dalla TV; e i genitori d’altra parte cercheranno di riacquistare autorevolezza emulando essi stessi i comportamenti dei modelli televisivi e assecondando i comportamenti dei figli, anche se superficiali, scorretti e privi dei valori necessari agli adulti di domani per costruirsi una vita stabile. Altri esempi di discrasie create dalla televisione sono le seguenti. I complessi della calvizia (per vendere le relative lozioni), della linea (per vendere tutta una serie di prodotti dietetici), del batterio (per vendere una serie di prodotti per la casa), dell’età (per vendere determinati prodotti per il corpo), del successo (al quale come in tutti i casi precedenti viene associata tutta una serie di prodotti da vendere)*. Non troviamo mai spot nei quali si dica che è meglio essere senza capelli che senza cervello. Che alla linea andrebbe preferita la laurea (con una laurea si avrebbero maggiori speranze di trovare lavoro e una volta adulti si sarebbe meno dipendenti dai genitori). Che è meglio un batterio in più sul pantalone che una esperienza in meno nel cervello. Che vecchiaia significa saggezza, mitezza, razionalità e non correre dietro alle rughe. Che il buon padre di famiglia è quello in grado di insegnare al bambino con le parole e con l’esempio e per fare questo essere divi del cinema, super eroi o avere una determinata macchina non serve a nulla. Il fatto che i programmi televisivi inducano discrasia nella popolazione, e soprattutto nei minori che non hanno la possibilità di esserne informati, dovrebbe essere considerato una violenza. * Dove si decide cosa deve pensare la gente si è stabilito che la tendenza al consumo è il valore fondamentale da inculcare alle masse. Il nostro stesso sistema economico si regge sul consumo. La tendenza al consumo viene stimolata mostrando modelli che fanno leva sull'insoddisfazione dell'individuo. Al fine di generare dei consumatori viene iniettato il desiderio di essere diversi da ciò che si "è" e di avere più di ciò che si "ha". L'individuo cercherà allora di porre rimedio alla sua insoddisfazione tramite l'acquisto di prodotti (o adottando comportamenti che portano all'acquisto di prodotti), ma conserverà in se un senso di mancata soddisfazione che gli impedirà di essere felice. 6. Quali sono le idee malsane diffuse dalla TV? Dalle idee seguono gli atteggiamenti. Ci interessiamo alle idee malsane diffuse dalla TV e ne vogliamo riportare alcuni esempi perché riteniamo che conoscerle sia il modo migliore per combatterle. Ben inteso, non tutti i programmi diffondo queste idee: • Il bambino televisivo soffre di appiattimento dei valori e non è capace di scandalizzarsi di nulla. Sullo schermo televisivo le immagini relative alla fame nel mondo si alternano in rapida successione alle pubblicità relative ai deodoranti per le ascelle. Le notizie relative alla violenza sulle donne si alternano alle informazioni relative alle partite di calcio. Le immagini di omicidi si alternano a scene di sesso. • Il bambino televisivo crede che per ogni problema esista sempre una soluzione immediata ed acquistabile. Hai l’alito cattivo? basta che usi quel chewingum. Hai mal di testa? Basta quella pastiglia. Vuoi una famiglia più felice? In casa ci dovrebbero essere quelle merendine. Tuo papà è una persona di successo? Se ha quella macchina, o quell'orologio. • Il bambino televisivo pensa che: la forza supera l’intelligenza; il cibo spazzatura è sano; le parolacce sono da grandi; i personaggi televisivi sono un modello da seguire; chi fatica lavorando è uno stupido; due buoni piedi (per giocare a calcio) fanno più felicità di un buon cervello; il successo senza fatica rende felici; la linea vale più della laurea. E pensa che: i desideri sono bisogni; i soldi educano; vale solo ciò che appare; l’importante è l’immediato (futuro e passato non contano); il corpo è merce; libertà significa poter fare ogni cosa; il risultato del campionato è importante; la vittoria di una tale squadra di calcio ti rende felice; se una cosa è detta dalla televisione allora è vera; l’abito fa il monaco; i vizi non sono schiavitù ma libertà; l'individuo coincide con il corpo (e non con l'insieme del corpo e della mente). • Il bambino televisivo non sa giocare né stupirsi. Vuole tutto subito. E' un accanito consumatore, vive di simboli commerciali e dell’immagine che gli altri hanno di lui. E' infelice e insoddisfatto, non è contento di ciò che "è", né di ciò che "ha". Placa la sua insoddisfazione tramite l'acquisto di prodotti. Non ha valori che lo rendono capace di combattere. Non ha ideali alti. Soffre di disturbi dell'attenzione. E’ irrazionale. Incapace di concentrarsi. Disconnesso dalla realtà. Menefreghista. Indifferente. Ha il cervello intasato, pieno di informazioni ma costruito male. Non sa riconoscere i propri sentimenti né dominare il proprio stato emotivo. Non ha forza di volontà. Non ama la vita. E’ capace di distruggere ma non di costruire. Si accanisce sui deboli. Non ha timore di dire bugie perché non teme la finzione. Cerca protezione omologandosi ai modelli televisivi. Da un valore abnorme ai soldi e al successo. Non conosce i propri limiti. Non sa dare il giusto peso alle conseguenze delle sue azioni. Oggi vediamo queste idee e questi atteggiamenti diffondersi sempre di più nella nostra società. Si tratta di idee malsane che una volta inculcate, sebbene difficili da estirpare, dovrebbero essere combattute dai genitori attraverso la parola e l’esempio. I bimbi di oggi sono gli adulti di domani: non permettiamo che tali idee si radichino nella loro mente. 7. TV e controllo delle masse La TV e i media hanno un potere enorme: quello di governare le masse definendone i pensieri, i desideri e le paure. Le masse infatti credono, desiderano e temono ciò che vedono, e vedono ciò che viene loro mostrato. Essere consapevoli del potere dei media è l'unico modo per non esserne vittima. Attraverso il controllo dei pensieri, dei desideri e delle paure è possibile scatenare guerre, lanciare mode, creare euforismo o insicurezza, creare consenso o dissenso intorno a persone o a istituzioni, destabilizzare stati. Ma anche alterare i valori esistenti, indurre nuovi comportamenti, definire ciò che è desiderabile e ciò che non lo è. Chi detiene il controllo dei media acquisisce quindi un potere enorme, addirittura superiore a quello che potrebbe derivare dall'uso della forza. E tale potere diviene ancora più grande se le masse sono inette e tese al soddisfacimento di bisogni futili ed omologati. Un esempio? Sarebbe possibile costringere una moltitudine di individui a respirare aria puzzolente e nociva o a martoriare il proprio corpo? Utilizzando la forza non lo sarebbe. Ma governando i pensieri e i desideri più di un miliardo di persone è stato spinto a pagare per autodistruggersi i polmoni col fumo di sigaretta. Per non parlare dei milioni di individui che condizionati dall'immagine di qualche divo si spingono fino al punto di pagare per devastarsi di piercing naso, labbra, orecchie, lingua e genitali. 8. Ridiamoci su Barzellette e proverbi sulla TV: - A giudicare da come sono fatti i programmi televisivi, gli schermi non dovrebbero essere misurati in “pollici” ma in “alluci”. - La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali. - Al giorno d'oggi guardare la TV significa "lotta", "violenza" e "linguaggio volgare"... e questo solo per decidere chi deve tenere il telecomando. - Fra 30 anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i giovani, ma come la TV avrà fatto i giovani. - La TV ha concesso a una moltitudine di individui la grazia di reputarsi intelligenti, cosa che i libri non avevano ottenuto in trenta secoli di scrittura. Ha anche prodotto una sterminata massa di dementi, cosa che i libri non erano mai riusciti a fare. - La televisione è la dimostrazione che la gente guarderebbe qualsiasi cosa pur di non guardarsi in faccia. - Crediamo soltanto a ciò che vediamo. Perciò, da quando c'è la TV, crediamo a tutto. 9. Conclusioni I bambini sono “frutti delicati", che nascono immaturi. E oggi normalmente viviamo in case piccole e spesso abbiamo poco tempo da dedicare alla loro maturazione. Talvolta siamo tentati di pensare che la televisione possa aiutarci sostituendoci o alleggerendoci quando non possiamo essere completamente dedicati a loro (ad esempio durante lo svolgimento degli impegni domestici o di lavoro). Se scegliamo di avvalerci dell’uso della televisione dovremmo però almeno sapere che l’aiuto apparentemente innocuo che ci viene offerto dalla TV in realtà non è privo di effetti collaterali e ha un prezzo che sarà pagato dal bambino, e quindi dall’adulto di domani. I principali effetti negativi della televisione non tarderanno ad apparire e richiederanno ai genitori una fatica ben maggiore di quella risparmiata. Non sappiamo se questo volantino sarà utile a qualcuno ma una cosa è certa: non è stato scritto per soldi e se potrà aiutare anche un solo bambino a non essere preda della televisione il suo scopo sarà raggiunto. Per ulteriori informazioni: www.bambinitelevisivi.esy.es