Il manuale della Televisione _16 - Bambini e televisione

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Il manuale della Televisione _16 - Bambini e televisione
Quali sono le influenze della televisione
sullo sviluppo cognitivo e mentale dei
bambini? Possiamo
tranquillamente
lasciare che la televisione accompagni
la loro crescita? Perché sempre più
spesso si sente dire che la TV limita lo
sviluppo intellettivo del bambino?
Il Manuale della TV
(... per il bambino e non solo)
I nostri figli passano (e forse passeranno)
una quantità enorme di ore davanti alla
televisione. Non comprendere gli effetti
che la televisione ha su di loro è un errore
da cartellino rosso
La protezione dalla TV nella fascia di età
che va da 0 a 10 anni è fondamentale:
dopo potrebbe essere tardi
1. Il gioco, motore dello sviluppo
intellettivo del bambino
Sempre più spesso si sente dire che la che la TV ha un effetto negativo sullo sviluppo
intellettivo del bambino. Per capire perché bisogna sapere che il cervello del bambino non
nasce già formato ma raggiunge la maturazione attraverso una serie di processi che
progrediscono per fasi e che durano anni. In particolare, contrariamente a quanto molti
pensano, l'intelligenza non è una dote innata ma è una qualità celebrale il cui sviluppo è
spinto principalmente dall’ambiente che circonda il bambino.
Concretamente il bambino forma la sua intelligenza attraverso il meccanismo del gioco,
sollecitando l’ambiente circostante ed elaborando le risposte ricevute. Così facendo egli
sottopone a continua sperimentazione il mondo, forma il suo spirito critico, le sue
sicurezze, la sua razionalità, la sua individualità e la sua intraprendenza. Ma non solo.
Attraverso il gioco il bambino realizza la congruenza tra le sue tendenze e le sue attitudini
(ovvero tra ciò che desidera fare e ciò che impara a fare) costruendo la base per la felicità
del futuro adulto.
Ciò che alimenta nel bambino il desiderio del gioco è il piacere tratto dalle risposte
ricevute dall’ambiente.
Un esempio classico è quello del bambino che gioca a battere il cucchiaio sul tavolo. Il
bambino compie questo gesto perché trova piacere nel sentire il suono prodotto. In
questo modo anche se inconsapevolmente accresce le sue capacità di coordinamento tra
l’azione motoria e le percezioni di ritorno di tipo visivo, uditivo e tattile. Acquisisce
informazioni sulla resistenza dei materiali, e su come il suono dipende dal tipo di oggetti
che si urtano. Ma anche informazioni su quanto la mamma, il papà o i fratelli sono attratti
o infastiditi dal rumore. Ottiene informazioni sul loro carattere, socializza e stabilisce una
certa correlazione tra ciò che è permesso e ciò che non è permesso fare. Trovando
gratificazione dalla sua stessa azione inoltre il bambino diventa sicuro di se e portato
all’intraprendenza. E attraverso la ripetizione del gioco le informazioni acquisite
divengono solidi pilastri su cui il bambino costruirà il suo futuro.
2. Come la TV spezza il meccanismo del
gioco ed agisce in senso contrario
Come fa la televisione a farsi amare così tanto dai bambini? Come riesce a sostituirsi al
meccanismo del gioco?
La televisione si sostituisce al meccanismo del gioco
provocando nel bambino piacere attraverso una serie
Ecco perché...
sovrabbondante di stimoli, senza però richiedere al
bambino lo sforzo di sollecitare l’ambiente
Fino ai 10 anni la TV
circostante.
dovrebbe rimanere spenta.
Questa è probabilmente anche la caratteristica della
Dopo non più di un'ora a
settimana, solo se
TV più apprezzata dai genitori, in quanto permette di
strettamente necessario,
“tenere buoni” i bambini disimpegnando l'adulto.
solo programmi scelti, solo
Quando guarda la TV il bambino non gioca, non vuole
se spiegata da un adulto,
uscire, non mette disordine, non sporca, non si fa
mai per svago
male, non fa i capricci, non richiede attenzioni, lascia
all'adulto il tempo di dedicarsi ad altro.
Tuttavia durante lo spettacolo televisivo non è
richiesta al bambino alcuna elaborazione razionale:
nello svolgimento del programma non è necessaria
l’azione del bambino, l’evoluzione delle storie non
dipende dai suoi ragionamenti e il piacere ottenuto
Le fondamenta della psiche del
bambino si costruiscono
attraverso il meccanismo del
gioco nell’età che va da 0 a 10
anni.
In questo periodo la televisione
dovrebbe rimanere
completamente spenta.
dal susseguirsi delle immagini e dei suoni è garantito
indipendentemente da ciò che il bambino fa o pensa.
Mentre guarda la TV il bambino non sperimenta mai
direttamente la possibilità di influenzare il mondo. I
La televisione fagocita il gioco
distruggendo i meccanismi
naturali che portano alla
formazione delle capacità
razionali del futuro adulto, e i
suoi successi e insuccessi non dipendono dalla sua
danni potrebbero essere
bravura ma vengono a coincidere con i successi e gli
irreversibili.
insuccessi dei personaggi televisivi, che divengono
così i suoi modelli e i suoi personaggi preferiti.
Il bambino che guarda la TV rimarrà insicuro, perché privo di esperienze proprie. Non sarà
emancipato ed intraprendente ma omologato e conformista. Non formerà una mente
razionale né una sua individualità. Sarà in definitiva un adulto portato a trovare
gratificazione dalle sollecitazioni esterne piuttosto che dal risultato delle proprie azioni.
Anche il fatto che davanti alla televisione il bambino riceve stimoli che gli provocano
piacere senza il bisogno di fare alcuna fatica risulta particolarmente negativo perché
sviluppa nel bambino la pigrizia mortificandone la volontà e lo spirito di sacrificio.
Come se non bastasse il cervello del bambino tende ad assuefarsi all’enorme quantità di
stimoli televisivi. Il bambino che guarda la televisione troverà dopo poco tempo più
piacere nel guardare la televisione che nel giocare. La televisione gradualmente si
sostituisce e fagocita il gioco. A questo punto anche quando il bambino chiederà un gioco
privilegerà nella scelta un gioco legato a ciò che ha visto in televisione, sperando di
ricevere da esso i medesimi stimoli ricevuti dalla televisione; e non opererà in modo attivo
e creativo sull’ambiente.
Si può sinteticamente affermare che davanti alla TV il cervello del bambino non matura. La
televisione spezza il meccanismo del gioco e limita la formazione delle capacità razionali e
dell’individualità del bambino.
Come porre rimedio? La risposta non ammette compromessi o indugi: occorre spegnere
la TV e concedere al bambino la possibilità di interagire con l’ambiente circostante.
3. Quanti anni passa il bambino davanti
alla TV?
Un bambino che guarda la televisione per 2 ore al giorno passa davanti alla TV circa 700
ore all'anno. Ipotizzando una vita diurna di 8 ore giornaliere a 4 anni il bambino avrà
passato davanti alla TV circa un anno della sua vita e la sua mente sarà già fortemente
condizionata da questa esperienza.
Affermare (come capita spesso sentir dire da alcuni "esperti") che la TV può essere
guardata fino a due ore al giorno significa non avere compreso la portata quantitativa
(oltre che qualitativa) dell'effetto della TV sulla maturazione del cervello del bambino.
4. Come la TV utilizza i meccanismi della
ripetizione, del linguaggio totalizzante
e una sorta ipnosi prodotta dal monitor
per operare sulla psiche profonda del
bambino
La televisione non si accontenta di spezzare il meccanismo del gioco bloccando la crescita
razionale del bambino ma vuole anche condizionarne la psiche profonda. Lo scopo è
quello di trasformare il bambino in un consumatore, consapevole del potere che il
bambino può esercitare sui genitori.
Per inserire idee nella psiche profonda del bambino la televisione utilizza i meccanismi
della “ripetizione”, del “linguaggio totalizzante” ed una sorta di “ipnosi prodotta dal
monitor”. Cercheremo ora di spiegare meglio in cosa consistono questi tre meccanismi.
La ripetizione. Cosa si intende con “ripetizione”? La mente del bambino è statistica:
recepisce in modo praticamente incondizionato messaggi ripetuti. Un esempio?
L’estenuante ripetizione di determinati spot pubblicitari. Questa ripetizione mira non ad
allargare la fetta del potenziale pubblico ma a raggiungere più volte ciascun individuo (e
nella fattispecie ciascun bambino) penetrandone la psiche profonda.
Se per 100 volte un tale prodotto viene descritto positivamente ad un bambino, il
bambino si convincerà che quel prodotto ha una valenza positiva e la valenza positiva
dell’idea supererà il filtro razionale del bambino. Se lo spot fosse mirato solo ad informare
dell’esistenza del prodotto reclamizzato, sarebbe messo in onda solo un numero di volte
sufficiente a raggiungere i potenziali acquirenti mediamente una volta, e non (come
invece accade) mediamente decine o centinaia di volte.
La ripetizione estenuante degli spot nei programmi destinati ai bambini è vergognosa e
dovrebbe essere considerata dai genitori una violenza da cui proteggere i bambini.
Il linguaggio totalizzante. Cosa si intende per “linguaggio totalizzante”? Tendono ad
essere recepiti in modo incondizionato anche messaggi che vengono comunicati con un
linguaggio che utilizza contemporaneamente l’immagine, la parola e il suono. L’utilizzo di
determinati tipi di immagini e l’accordo tra la parola, l’immagine e il sentimento indotto
dal suono fa in modo che l’idea comunicata venga considerata vera a prescindere: il filtro
razionale viene così indebolito e il sentimento indotto favorisce l’allocazione dell’idea in
una zona profonda della psiche.
I genitori dovrebbero sapere che il linguaggio totalizzante non è un linguaggio naturale
della televisione, ma è un linguaggio appositamente ricercato da molti programmi e spot
televisivi. Il fatto che i produttori di tali programmi utilizzino conoscenze psicologiche per
costruire un linguaggio totalizzante diretto a bambini indifesi (perché privi di ogni
conoscenza psicologica) dovrebbe essere considerato, parimenti al meccanismo della
ripetizione, una violenza da cui proteggere i bambini.
Il meccanismo ipnotico. Cosa si intende infine per “meccanismo ipnotico del monitor”?
Il meccanismo ipnotico è alla base dello stato di rilassamento che si prova nel momento in
cui si guarda la televisione. E’ tipico di molti affermare di guardare la TV per rilassarsi. Ed è
tipico di molti genitori pensare che sia giusto regalare la medesima sensazione anche ai
propri bimbi quando (ad esempio dopo una intensa giornata di scuola) appaiono stanchi.
Quello che i genitori pensano essere un regalo innocuo per il bimbo è però paragonabile
all’aprire la porta di una casa in presenza di ladri, o al dare le password del proprio
computer ad un hacker. E il paragone non è esagerato.
Lo spettatore che guarda la televisione seduto sul divano tende ad avere lo sguardo fisso
sul monitor e in questa circostanza il cervello non comanda variazioni di fuoco al nervo
ottico. Il protrarsi di questa condizione produce già a partire da qualche minuto una sorta
di meccanismo ipnotico in cui il cervello si trova in condizioni simili a quelle
immediatamente precedenti alla fase del sonno. Le zone del cervello adibite ai
ragionamenti razionali si “addormentano” mentre le zone della psiche più profonda
permangono attive, prive della protezione attuata dal filtro razionale e vulnerabili alle idee
veicolate dalla televisione. In questa condizione il bambino appare estraniarsi dal mondo,
è pare non essere in grado di ricevere altre sollecitazioni se non quelle provenienti dal
monitor (proprio come avviene durante l’ipnosi).
E se i programmi televisivi fossero adeguatamente selezionati in modo da trasmettere
solo idee giudicate “utili”? E’ opinione comune che questo non sarebbe sufficiente ad
evitare danni allo sviluppo intellettivo del bambino. L’accesso alle parti profonde della
psiche dovrebbe sempre essere mediato dal filtro razionale del bambino e non dovrebbe
mai essere operato in momenti in cui il filtro razionale si trova a regime ridotto.
Quando nelle fasi di sonno il filtro razionale non è attivo la natura ha previsto a
protezione della psiche dell’individuo l’inibizione degli stimoli visivi e sonori attraverso la
ricerca del buio, la chiusura degli occhi e la ricerca del silenzio. E’ pericoloso e non è
diritto dell’adulto utilizzare il meccanismo ipnotico prodotto dal monitor per violare
questa protezione.
Nessuna idea dovrebbe essere inculcata scavalcando il filtro razionale del bambino. Anche
idee fondamentali come “rispetto per l’ambiente”, “rispetto per il prossimo”, “spirito di
sacrificio”, “pace” dovrebbero essere inculcate al bambino passando per il suo filtro
razionale: ad esempio mostrando esempi o leggendo favole. Durante l’ascolto di favole
raccontate o lette dai genitori il linguaggio totalizzante e il meccanismo ipnotico non
operano, e il filtro razionale del bambino rimane attivo.
5. Come la televisione genera discrasia
nei bambini e produce adulti infelici e
insoddisfatti
E’ opinione diffusa che la felicità dell’individuo possa essere raggiunta dando un senso
alla propria vita. Ma come fare in concreto a dare un senso alla vita? E’ necessario che le
tendenze dell'individuo siano quanto più possibile congruenti con le sue attitudini. Le
tendenze sono i gusti, cioè ciò che la persona aspira a fare. Le attitudini sono le capacità,
cioè ciò che la persona è adatta a fare. Un esempio: il ragazzo che ha la tendenza ad
essere un campione di calcio ma che non ne ha l’attitudine non sarà un adulto realizzato.
Il gioco, essendo stimolato dalle tendenze e sviluppando le attitudini, porta a realizzare la
congruenza tra ciò che l’individuo ha la tendenza a fare e ciò che l’individuo è adatto a
fare. Inoltre il gioco rende l’individuo fin dal principio consapevole delle proprie attitudini,
potenzialità e limiti. Sinteticamente possiamo affermare che il gioco crea un adulto con
più attitudini, più capace di accettare se stesso e più consapevole delle sue potenzialità.
La televisione agisce in senso opposto al gioco in quanto sviluppa ed aberra i gusti del
bambino senza fornirgli alcuna attitudine. Fagocitando il gioco la televisione induce
tendenze ma non sviluppa attitudini e genera così discrasia (cioè letteralmente “cattiva
mescolanza”, contrasto, squilibrio, caos) tra questi aspetti essenziali della sua esistenza. La
discrasia creata apparirà nel futuro adulto come insoddisfazione relativa al ruolo svolto
nella società, e come mancata accettazione di se.
Quali sono le tendenze indotte dalla televisione che generalmente generano discrasia? Ve
ne sono molte e si trovano principalmente nei modelli fisici e di vita che la TV propone ai
bambini. Un esempio tipico di discrasia si ha quando la televisione sviluppa nel bambino
la tendenza ad essere una campione di calcio o un eroe senza però che il bambino abbia
l’attitudine a diventarlo. Un altro esempio tipico ed attuale si trova quando la televisione
sviluppa nelle bambine la tendenza ad avere un corpo perfetto anche se le bambine non
ne sono dotate. Ne seguiranno stati di depressione, anoressia, interventi di chirurgia,
ricorso a farmaci e altri problemi (oggi purtroppo molto diffusi) che si sarebbero potuti
evitare ma che invece si ripercuoteranno sul bambino, sulla sua famiglia di origine e sulla
sua famiglia futura.
Non bisognerebbe permettere alla televisione di sottrarre neppure un’ora al gioco del
bambino. Ogni ora che la TV sottrae al gioco del bambino è paragonabile a un gradino
tolto alla scala che conduce alla felicità del futuro adulto.
Ci si potrebbe domandare se la discrasia tra tendenze e attitudini indotta dalla televisione
sia solo un effetto indesiderato prodotto dai programmi e dagli spot televisivi o se sia
invece un effetto ricercato. La risposta è che si tratta in larga misura di un effetto ricercato,
oltre che quasi onnipresente. La televisione ha l’esigenza introdurre negli individui idee
destabilizzanti in modo da creare problemi che possano essere risolti attraverso i prodotti
sponsorizzati, o seguendo lo spettacolo televisivo che evidenzia le discrasie.
Esempi? I programmi che propongono come modello un’immagine del successo che non
corrisponde alla figura del telespettatore. Perché? Per tenere il telespettatore legato al
monitor con la scusa di mostrare come si fa ad arrivare a quel successo; o con la scusa di
farlo fuggire dalla realtà o di fargli sognare l’immedesimazione in quella vita o in quel
successo (...che però è irraggiungibile).
Quasi tutti i cartoni animati producono discrasia, anche quelli apparentemente più
innocui. Un esempio probabilmente noto a tutti è quello di Peter Pan, un eroe superficiale
che ottiene il successo grazie a una serie di poteri avuti senza alcuno sforzo. Nessun
bambino potrà mai essere come Peter Pan ma migliaia di bambini dopo averne visto il
cartone immaginano di essere come lui. Non esiste un motivo razionale che giustifichi
l’interesse a inculcare nei bambini il desiderio di essere come Peter Pan se non l’interesse
del produttore del programma TV o l’interesse di omologare i desideri e i valori dei
bambini. Per stimolare nei bambini la forza di volontà è necessario che ad essi vengano
mostrati valori, ideali ed obiettivi alti. Quanto più è alto ciò che il bambino vede tanto più
sarà nobile l'obiettivo a cui egli mirerà una volta adulto. Non bisognerebbe mai mostrare
ai bambini valori, ideali e obiettivi superficiali.
Quello di Peter Pan è se vogliamo un esempio che fa sorridere. Ma vi sono anche film o
cartoni animati in cui il normale padre si famiglia si rivela essere un eroico combattente;
varietà televisivi in cui il ragazzino è un divo dello spettacolo; spot pubblicitari nei quali
viene creata la figura di una madre perfetta signora della casa. Ebbene: dopo avere visto
quei programmi i bambini troveranno in se stessi la discrasia proposta e cercheranno di
placarla assumendo gli atteggiamenti dei personaggi televisivi. Si vestiranno in quel
modo, mangeranno quelle merendine, vorranno quei giocattoli, faranno propri quei valori
e così via. La discrasia potrà anche manifestarsi nella perdita di autorevolezza dei genitori,
in quanto i bambini vedranno nei genitori dei comportamenti diversi da quelli inculcati dai
modelli televisivi. Ciò è particolarmente grave in quanto con la perdita di autorevolezza
dei genitori i figli perdono ogni riferimento educativo che non sia quello fornito dalla TV;
e i genitori d’altra parte cercheranno di riacquistare autorevolezza emulando essi stessi i
comportamenti dei modelli televisivi e assecondando i comportamenti dei figli, anche se
superficiali, scorretti e privi dei valori necessari agli adulti di domani per costruirsi una vita
stabile.
Altri esempi di discrasie create dalla televisione sono le seguenti. I complessi della calvizia
(per vendere le relative lozioni), della linea (per vendere tutta una serie di prodotti
dietetici), del batterio (per vendere una serie di prodotti per la casa), dell’età (per vendere
determinati prodotti per il corpo), del successo (al quale come in tutti i casi precedenti
viene associata tutta una serie di prodotti da vendere)*.
Non troviamo mai spot nei quali si dica che è meglio essere senza capelli che senza
cervello. Che alla linea andrebbe preferita la laurea (con una laurea si avrebbero maggiori
speranze di trovare lavoro e una volta adulti si sarebbe meno dipendenti dai genitori). Che
è meglio un batterio in più sul pantalone che una esperienza in meno nel cervello. Che
vecchiaia significa saggezza, mitezza, razionalità e non correre dietro alle rughe. Che il
buon padre di famiglia è quello in grado di insegnare al bambino con le parole e con
l’esempio e per fare questo essere divi del cinema, super eroi o avere una determinata
macchina non serve a nulla.
Il fatto che i programmi televisivi inducano discrasia nella popolazione, e soprattutto nei
minori che non hanno la possibilità di esserne informati, dovrebbe essere considerato una
violenza.
*
Dove si decide cosa deve pensare la gente si è stabilito che la tendenza al consumo è il valore fondamentale da
inculcare alle masse. Il nostro stesso sistema economico si regge sul consumo. La tendenza al consumo viene stimolata
mostrando modelli che fanno leva sull'insoddisfazione dell'individuo. Al fine di generare dei consumatori viene iniettato
il desiderio di essere diversi da ciò che si "è" e di avere più di ciò che si "ha". L'individuo cercherà allora di porre rimedio
alla sua insoddisfazione tramite l'acquisto di prodotti (o adottando comportamenti che portano all'acquisto di
prodotti), ma conserverà in se un senso di mancata soddisfazione che gli impedirà di essere felice.
6. Quali sono le idee malsane diffuse dalla
TV?
Dalle idee seguono gli atteggiamenti. Ci interessiamo alle idee malsane diffuse dalla TV e
ne vogliamo riportare alcuni esempi perché riteniamo che conoscerle sia il modo migliore
per combatterle. Ben inteso, non tutti i programmi diffondo queste idee:
• Il bambino televisivo soffre di appiattimento dei valori e non è capace di scandalizzarsi
di nulla. Sullo schermo televisivo le immagini relative alla fame nel mondo si alternano
in rapida successione alle pubblicità relative ai deodoranti per le ascelle. Le notizie
relative alla violenza sulle donne si alternano alle informazioni relative alle partite di
calcio. Le immagini di omicidi si alternano a scene di sesso.
• Il bambino televisivo crede che per ogni problema esista sempre una soluzione
immediata ed acquistabile. Hai l’alito cattivo? basta che usi quel chewingum. Hai mal di
testa? Basta quella pastiglia. Vuoi una famiglia più felice? In casa ci dovrebbero essere
quelle merendine. Tuo papà è una persona di successo? Se ha quella macchina, o
quell'orologio.
• Il bambino televisivo pensa che: la forza supera l’intelligenza; il cibo spazzatura è sano;
le parolacce sono da grandi; i personaggi televisivi sono un modello da seguire; chi
fatica lavorando è uno stupido; due buoni piedi (per giocare a calcio) fanno più felicità
di un buon cervello; il successo senza fatica rende felici; la linea vale più della laurea. E
pensa che: i desideri sono bisogni; i soldi educano; vale solo ciò che appare;
l’importante è l’immediato (futuro e passato non contano); il corpo è merce; libertà
significa poter fare ogni cosa; il risultato del campionato è importante; la vittoria di una
tale squadra di calcio ti rende felice; se una cosa è detta dalla televisione allora è vera;
l’abito fa il monaco; i vizi non sono schiavitù ma libertà; l'individuo coincide con il
corpo (e non con l'insieme del corpo e della mente).
• Il bambino televisivo non sa giocare né stupirsi. Vuole tutto subito. E' un accanito
consumatore, vive di simboli commerciali e dell’immagine che gli altri hanno di lui. E'
infelice e insoddisfatto, non è contento di ciò che "è", né di ciò che "ha". Placa la sua
insoddisfazione tramite l'acquisto di prodotti. Non ha valori che lo rendono capace di
combattere. Non ha ideali alti. Soffre di disturbi dell'attenzione. E’ irrazionale. Incapace
di concentrarsi. Disconnesso dalla realtà. Menefreghista. Indifferente. Ha il cervello
intasato, pieno di informazioni ma costruito male. Non sa riconoscere i propri
sentimenti né dominare il proprio stato emotivo. Non ha forza di volontà. Non ama la
vita. E’ capace di distruggere ma non di costruire. Si accanisce sui deboli. Non ha timore
di dire bugie perché non teme la finzione. Cerca protezione omologandosi ai modelli
televisivi. Da un valore abnorme ai soldi e al successo. Non conosce i propri limiti. Non
sa dare il giusto peso alle conseguenze delle sue azioni.
Oggi vediamo queste idee e questi atteggiamenti diffondersi sempre di più nella nostra
società. Si tratta di idee malsane che una volta inculcate, sebbene difficili da estirpare,
dovrebbero essere combattute dai genitori attraverso la parola e l’esempio. I bimbi di
oggi sono gli adulti di domani: non permettiamo che tali idee si radichino nella loro
mente.
7. TV e controllo delle masse
La TV e i media hanno un potere enorme: quello di governare le masse definendone i
pensieri, i desideri e le paure. Le masse infatti credono, desiderano e temono ciò che
vedono, e vedono ciò che viene loro mostrato. Essere consapevoli del potere dei media è
l'unico modo per non esserne vittima.
Attraverso il controllo dei pensieri, dei desideri e delle paure è possibile scatenare guerre,
lanciare mode, creare euforismo o insicurezza, creare consenso o dissenso intorno a
persone o a istituzioni, destabilizzare stati. Ma anche alterare i valori esistenti, indurre
nuovi comportamenti, definire ciò che è desiderabile e ciò che non lo è. Chi detiene il
controllo dei media acquisisce quindi un potere enorme, addirittura superiore a quello
che potrebbe derivare dall'uso della forza. E tale potere diviene ancora più grande se le
masse sono inette e tese al soddisfacimento di bisogni futili ed omologati.
Un esempio? Sarebbe possibile costringere una moltitudine di individui a respirare aria
puzzolente e nociva o a martoriare il proprio corpo? Utilizzando la forza non lo sarebbe.
Ma governando i pensieri e i desideri più di un miliardo di persone è stato spinto a pagare
per autodistruggersi i polmoni col fumo di sigaretta. Per non parlare dei milioni di
individui che condizionati dall'immagine di qualche divo si spingono fino al punto di
pagare per devastarsi di piercing naso, labbra, orecchie, lingua e genitali.
8. Ridiamoci su
Barzellette e proverbi sulla TV:
-
A giudicare da come sono fatti i programmi televisivi, gli schermi non dovrebbero
essere misurati in “pollici” ma in “alluci”.
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La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si
comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali.
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Al giorno d'oggi guardare la TV significa "lotta", "violenza" e "linguaggio volgare"... e
questo solo per decidere chi deve tenere il telecomando.
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Fra 30 anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i giovani, ma come la TV avrà
fatto i giovani.
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La TV ha concesso a una moltitudine di individui la grazia di reputarsi intelligenti,
cosa che i libri non avevano ottenuto in trenta secoli di scrittura. Ha anche prodotto una
sterminata massa di dementi, cosa che i libri non erano mai riusciti a fare.
-
La televisione è la dimostrazione che la gente guarderebbe qualsiasi cosa pur di non
guardarsi in faccia.
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Crediamo soltanto a ciò che vediamo. Perciò, da quando c'è la TV, crediamo a tutto.
9. Conclusioni
I bambini sono “frutti delicati", che nascono immaturi. E oggi normalmente viviamo in
case piccole e spesso abbiamo poco tempo da dedicare alla loro maturazione. Talvolta
siamo tentati di pensare che la televisione possa aiutarci sostituendoci o alleggerendoci
quando non possiamo essere completamente dedicati a loro (ad esempio durante lo
svolgimento degli impegni domestici o di lavoro). Se scegliamo di avvalerci dell’uso della
televisione dovremmo però almeno sapere che l’aiuto apparentemente innocuo che ci
viene offerto dalla TV in realtà non è privo di effetti collaterali e ha un prezzo che sarà
pagato dal bambino, e quindi dall’adulto di domani. I principali effetti negativi della
televisione non tarderanno ad apparire e richiederanno ai genitori una fatica ben
maggiore di quella risparmiata.
Non sappiamo se questo volantino sarà utile a qualcuno ma una cosa è certa: non è stato
scritto per soldi e se potrà aiutare anche un solo bambino a non essere preda della
televisione il suo scopo sarà raggiunto. Per ulteriori informazioni:
www.bambinitelevisivi.esy.es