Spigolature Ecomicologiche 2015

Transcript

Spigolature Ecomicologiche 2015









   






 
Sommario. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Calendario attività Sociale 2015 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
L'agenda del gruppo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Boletaceae genere SUILLUS L. Filippi Farmar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Specie poco note A. Bizzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Piante ed erbe medicinali La RUTA A. Bizzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Fiori ed erbe spontanee D. Doro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tossicologia SINDROME DI SZECHWAN P. Braggion . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Storie di funghi L. Filippi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Primo soccorso F. Bressan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vita associativa 2014 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Poesie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Funghi in cucina G. Pegoraro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
2
3
4
6
14
16
18
22
24
26
27
30
31
Progetto e impaginazione grafica: Pegoraro Giuseppe per il“Gruppo ecomicologico”
Montecchio Maggiore (VI) Gennaio

Regolamento per la consultazione ed il prelievo di libri e riviste
1) La biblioteca è a disposizione dei Soci in regola con il tesseramento.
2) I libri e le riviste possono essere consultati in sede nelle serate d‘attività del Gruppo (lunedì e martedì).
3) I libri e le riviste possono essere prelevati dai Soci e portati a casa, previa annotazione nell'apposito
registro, della data di prelievo, del titolo dell'opera e della firma del Socio. I libri prelevati possono essere
trattenuti dal Socio per più settimane con l’obbligo tassativo di riportarli in sede negli incontri del lunedì sera.
4) Il Socio è responsabile della buona conservazione e restituzione dei libri e delle riviste prelevate. I danni
che deturpino i libri e le riviste o il loro smarrimento saranno addebitati al Socio.
NB: Si fa presente a tutti i Soci che il Gruppo è dotato di un telefono cellulare N. 3452440197 che
sarà attivato nelle serate del lunedì e in occasione degli eventi come mostre, gite e altre
manifestazioni.
A tutti gli associati che ci vorranno fornire il loro numero di cellulare o di e-mail, in ordine con il
tesseramento, sarà possibile inviare dei messaggi per ricordare notizie ed iniziative inerenti all’attività
del Gruppo.
Foto:
In copertina Clitocybe geotropa (Bull. ex Fr.) Quél.

N.B.
Le serate avranno inizio alle ore 20.30 presso la sede sociale a Montecchio Maggiore (VI)
Dopo la chiusura dell'attività sociale, la sede rimarrà aperta nelle serate del lunedì per
l'attività di organizzazione, studio e segreteria.
I soci che intendono collaborare con il Consiglio direttivo, consultare libri, osservare
diapositive e discutere dì micologia sono sempre i benvenuti.
2

02 marzo . . . . . . . . . . . . . - Apertura anno Sociale 2015: convocazione dell’assemblea,
presentazione del programma, informazioni su eventuali
aggiornamenti dei regolamenti di raccolta dei funghi, brindisi e saluto.
09 marzo . . . . . . . . . . . . - “Il volto storico e naturalistico di Montecchio Maggiore per
immagini (Rel. Prof. Beschin C.)
16 marzo . . . . . . . . . . . . . - “I Grandi predatori della Lessinia: il LUPO e l'ORSO”
(Rel. Ferron G.)
23 marzo . . . . . . . . . . . . . - “Funghi in Africa, note di Etnomicologia”
(Rel. Dott. Franchina P.)
30 marzo . . . . . . . . . . . . . - “Boletaceae - Sez. SUILLUS” (Rel. Filippi Farmar L.)
13 aprile . . . . . . . . . . . . . . - “Approfondimento micologico sul genere Agaricus”
(Rel. Bizzi A.)
Domenica 19 aprile . . . . . - “Escursione naturalistica sui Colli Berici” (resp. D. Doro)
20 aprile . . . . . . . . . . . . . - “Le orchidee spontanee del Cansiglio” (Rel. Doro D.)
27 aprile. . . . . . . . . . . . . . - ”Boletaceae - Sez. LURIDI” (Rel. Filippi Farmar L.)
04 maggio al 20 lug. . . . . - “Funghi dal vero” determinazione da parte del gruppo di studio
27 lug. al 17 ago. . . . . . . . - “Pausa estiva”
24 ago. al 09 nov. . . . . . . - “Funghi dal vero” determinazione da parte del gruppo di studio
05-06 settembre . . . . . . . 37a Esposizione micologica autunnale a Montecchio Magg.
04 ottobre. . . . . . . . . . . . . - “Gita micologia al Sores” (resp. Sinico R.)
17-18 ottobre. . . . . . . . . . - 19a Esposizione micologica a Grancona (VI), presso la
sede del locale Gruppo Alpini con i funghi dei Colli Berici
15 novembre . . . . . . . . . . - “Pranzo sociale” c/o ristorante da definirsi;
16 novembre . . . . . . . . . . - Assemblea dei Soci, chiusura anno sociale 2015
21 dicembre. . . . . . . . . . . - Incontro in sede per bicchierata e scambio auguri di Natale.

Nel mese di marzo di quest’anno si terrà, con il patrocinio del Comune di Montecchio Magg.
presso la sala civica comunale "Corte delle Filande", nelle serate dei mercoledì 11, 18, 25
marzo e 01 aprile, sarà effettuato un 



per il riconoscimento delle piante spontanee commestibili ed officinali, a cura della Dott.
SERENA BRUGNOLI dell'ASSOCIAZIONE ERBECEDARIO DI SPREA (VR).
Il corso si concluderà con una escursione nei dintorni di Sprea (VR) a fine maggio. 
Dal 7 aprile ed indicativamente per altri 4 martedì successivi si prevede di ripetere il
 di base per principianti, soci e/o simpatizzanti già proposto
lo scorso anno, e a seguire ulteriori due serate di approfondimento (corso avanzato di II°
livello), relativamente alle “modalità di distinzione dei funghi per genere”



 
3

L’aggenda del GRUPPO



Rilevo con piacere che da alcuni anni a questa parte nel nostro Sodalizio si respira un
fervore che porta a continue, nuove ed educative iniziative. Oltre ai molteplici impegni,
per così dire “Istituzionali”, che ci eravamo prefissati c’era la riproposta del corso
base di micologia con l’obiettivo di arricchirlo con due ulteriori lezioni di
approfondimento sulla determinazione dei generi. Bene, con soddisfazione dei relatori
il corso è stato molto partecipato, anche nelle due serate di approfondimento, seppur
più specifiche ed impegnative. Il corso verrà così ripetuto anche nel 2015 comprensivo
delle due serate di approfondimento. Avevamo inoltre proposto una serata sulle
“ERBE OFFICINALI” e questa ha riscosso un successo tale da costringerci al cambio
della sede per la sua realizzazione ed al trasferimento quindi presso l’ auditorium della
Corte delle Filande per contenere tutto il pubblico intervenuto. Da questa iniziativa,
visto l’enorme interesse riscontrato, è scaturita poi l’idea di organizzare, in
collaborazione con l’ERBECEDARIO di Sprea ed in particolare con la Dott.ssa S.
Brugnoli, un corso base di ERBORISTERIA. Il corso inizierà il prossimo 11 marzo
2015 e avrà svolgimento nei tre mercoledì successivi, terminerà poi con un’uscita nei
meravigliosi rilievi di Sprea nella nostra affascinante Lessinia.
Per essere completamente al passo con il tempo che viviamo e che paradossalmente al
giorno d’oggi sembra scorrere ad una velocità superiore che in passato, ci mancava l’
essere presenti in quella “rete” che avvolge tutto il nostro pianeta. Ci siamo perciò
dotati del nostro sito internet e ci siamo così resi visibili a tutto il mondo. Questo
importante, ed oramai indispensabile, strumento di comunicazione e condivisione è
consultabile da soci e simpatizzanti, con esso possiamo pubblicizzare i nostri eventi e
le nostre iniziative rendendo il nostro Sodalizio maggiormente fruibile alla
cittadinanza ed interloquire inoltre direttamente con le Istituzioni o con altre
Associazioni.
L’impegno con le scuole di Montecchio Maggiore e di Grancona è stato anche per
l’anno passato costante ed entusiasmante. Il contatto con ragazzi giovani è sempre
molto interessante sia per le domande che scaturiscono che per la ventata di
rinnovamento che i giovani portano sempre con loro. Quando si termina un incontro
con i giovani, ci si accorge poi di avere dato, ma di avere anche ricevuto e credo che
questa simbiosi, se ben gestita, faccia progredire la società. Il Gruppo Alpini di
Grancona ci ha inoltre coinvolto in una nuova iniziativa: un campo scuola di tre giorni
che impegnava le scuole elementari della Val Liona e precisamente le classi quarte. Un
campo scuola in stile Alpino: senza genitori, senza telefonini, solo a contatto con i
compagni e partecipi alle varie iniziative in programma, tutte a carattere formativo.
Abbiamo aderito con entusiasmo all’iniziativa, che contemplava per noi un’escursione,
con un percorso sui Colli Berici precedentemente stabilito e l’illustrazione delle varie
4
essenze vegetali incontrate lungo la via. La partecipazione dei ragazzi è stata totale, le
domande poste un’infinità, gli aneddoti raccontati, soprattutto dal nostro, “maestro
con i capelli bianchi”, Alberto Bizzi, pure. Ne è scaturita un’esperienza impegnativa,
ma costruttiva ed interessante. La giornata iniziata con l’alzabandiera, nel campo base
allestito dagli Alpini con l’aiuto dei ragazzi, è proseguita con l’escursione didattica nei
Colli Berici e terminata poi con una ricca grigliata anche questa in ”stile alpino”,
realizzata dagli Alpini con l’immancabile supporto delle loro preziose “Stelle Alpine”,
tutto in uno scenario da fiaba in Val del Gazzo ospiti di Francesco Donatello.
Iniziative di questo tipo siamo convinti facciano crescere i ragazzi, che hanno mostrato
molto interesse, partecipazione e disciplina e che non sembravano affatto soffrire la
mancanza di telefoni o strumentazioni elettroniche simili.
All’inizio del 2014 ci eravamo posti molteplici obiettivi ed i risultati non sono mancati,
frutto del concreto impegno di tutti ed in particolare del Consiglio Direttivo uscente
che ha ben lavorato e condotto il Gruppo in questi anni con dedizione e serietà. A loro
va un vivo ringraziamento per l’impegno profuso con costanza e passione. Nel corso
dell’Assemblea di fine anno, come da programma, si sono tenute poi le votazioni per la
nomina del nuovo Consiglio Direttivo, che hanno in gran parte riconfermato i
componenti uscenti, a conferma della fiducia riposta in loro dai soci per il buon lavoro
sin qui svolto. Il programma che avevamo posto in calendario è stato interamente
evaso e sempre con una straordinaria partecipazione. Questo è dovuto a due fattori: il
primo, che noi non possiamo né prevedere né modificare, è il fattore meteo, perché
essendo alcune delle nostre iniziative programmate in esterno il bello o il cattivo tempo
è cosa importante e determinante. Il secondo fattore però è tutto interno al nostro
Gruppo e dipende interamente da noi, dalla voglia, dall’entusiasmo e non ultimo dal
piacere di partecipare ai vari eventi e questo è un punto di forza del Gruppo
Ecomicologico di Montecchio Maggiore. Un fattore che ci rende ancora più orgogliosi
ed uniti e dà maggiore forza al nuovo Consiglio Direttivo nel portare avanti un
Gruppo che ha delle valenze non solo scientifiche ma anche morali. Il nostro lavoro
non è solamente finalizzato alla conoscenza della micologia, ma va oltre e si prefigge
come fine il rispetto della natura in ogni sua forma.
IL PRESIDENTE
CONSIGLIO DIRETTIVO IN CARICA 2015-2017
Presidente . . . . . . Pierluigi Braggion
Vicepresidente . . .Silvano Pegoraro
Segretario . . . . . . Giuliano Ferron
Cassiere . . . . . . . Alberto Bizzi
Consiglieri . . . . . D. Doro– L. Filippi Farmar – L. Priante – C. Rigo – R. Sinico
Revisori . . . . . . . .A. La Corte – E. Perdoncin – A. Sassaro
5
Le Boletaceae di L. Filippi Farmar



In seno alle boletaceae il genere
Suillus si riconosce con una certa
facilità, poiché comprende specie
dalle caratteristiche abbastanza
omogenee. In particolare annovera
tutte entità con cappello più o meno
viscoso la cui cuticola si separa
agevolmente dalla superfice del
cappello sottostante, l’ambiente di
crescita è costituito esclusivamente
da conifere di generi vari.
Il portamento è piuttosto robusto pur
non avendo gambi particolarmente
ingrossati come succede invece nel gruppo dell’edulis. Il cappello è piuttosto carnoso, i tuboli
corti e sottili, salvo le poche eccezioni in cui possono risultare ampi ed angolosi. Il colore
dell’imenio va dal giallo-arancio, al giallo-limone, al grigiastro. La tonalità delle spore, che
quando si parla di una Boletacea raramente viene menzionato, gravita dal bruno-rossastro al
bruno-verdastro. Il genere comprende tutte specie commestibili, più o meno apprezzate salvo
alcune intolleranze soggettive, che danno luogo a disturbi gastrici non gravi, cosa che interessa
un gran numero di funghi in generale, ma la casistica riportata nei testi, sembra indicare che il
problema si manifesti con maggior frequenza in questo particolare genere.
A7 Cappello color giallo, giallo-latterizio, viscido con cuticola interamente asportabile facilmente,
imenio giallo secernente guttule lattiginose, gambo giallo cilindrico, ornato da una punteggiatura
bruniccia senza anello
Suillus granulatus
A8 Cappello con cuticola più scura che nel precedente, talvolta con fibrille innate, pori giallopallido senza secrezioni lattiginose, gambo con la base volgente al rosa come il colore del
micelio. Specie che preferisce la zona mediterranea dove crescono spontanei Pinus pinea, P.
pinaster, P. halepensis.
Suillus collinitus
A9 Cappello di grandi dimensioni, biancastro sul fresco poi più scuro fino al bruno, portamento
robusto e carnoso. L’imenio secerne guttule lattiginose come in qualche altra specie, gambo
corto e robusto. Habitat mediterraneo sotto diverse specie di Pinus.
Suillus bellinii
B1 Cappello giallo-arancio-scuro, talvolta con umbone centrale, imenio con pori piccoli gialli e
spesso leggermente decorrenti allo stipite, gambo subcilindrico giallo, più scuro nella porzione
inferiore ornato da un evidente anello bianco con sfumature giallastre.
Suillus Grevillei
B2 Cappello d’un bel colore arancio vivo un po’ rugoso ornato da squamule più scure, imenio
con pori piuttosto larghi ed angolosi, decorrenti al gambo di un magnifico colore aranciouniforme scurente con l’età, gambo cilindrico e concolore con anello poco appariscente.
Suillus tridentinus
B3 Cappello grigiastro, rugoso, assai viscido, di consistenza molle; imenio dai pori larghi e
angolosi concolori al cappello. Gambo pure grigiastro, subcilindrico, con un anello piccolo che si
dissocia lungo la superfice inferiore del gambo stesso che volge al grigio-verde mentre la parte
superiore ha un rudimentale reticolo.
Suillus viscidus


 (Roll.) Sing.
A Specie simbionti di Pinus. sp.
B Specie simbionti di Larix sp.
A1 Cappello liscio, viscoso, colore bruno-ocraceo. Imenio concolore al cappello, secernente
goccioline lattiginose, carne giallo-bruna.
Suillus plorans
A2 Cappello prima bianco ma progressivamente giallo, gallo-ocraceo a maturazione. Il suo
habitat, oltre a Pinus cembra, comprende anche Pinus strobus.
Suillus placidus
A3 cappello giallo, macchiato di bruno-rossastro, gambo con anello bambagioso. Carne gialla
appena rosata all’aria. Habitat sotto Pinus cembra
Suillus sibiricus
A4 Specie montana simbionte di Pinus silvestris, P. nigra, P. halepensis. cappello assai viscido
a tonalità bruno-cioccolato, più o meno chiaro, con tempo asciutto si intravedono fibrille innate.
Gambo ornato di un vistoso anello bianco-violaceo, particolarmente viscido che con l’età si
riduce ad un cerchio viola-nerastro.
Suillus luteus
A5 Cappello asciutto (anomalia per un Suillus), giallo-ocraceo, coperto da fitte squame irregolari,
carne giallo-tenue, virante all’azzurrognolo
Suillus variegatus
A6 Cappello viscido color rosa-arancio, imenio con pori larghi ed irregolari, carne bianca ed
elastica, gambo concolore al cappello e sulla parte basale si nota un micelio rosa.
Suillus bovinus
Cappello: convesso e carnoso, di medie
dimensioni, spesso lobato al margine o
anche revoluto con l’età, viscido
soprattutto a tempo umido poi quasi
asciutto, a cuticola poco asportabile,
colore variabile da bruno pallido, fino a
bruno arancio. Imenio: tuboli adnati al
gambo in gioventù poi arrotondati,
piuttosto corti, colore ocraceo-olivastro,
anche rossicci, secernenti goccioline
bianche che asciugando lasciano
macchie brune. Carne: inizialmente soda,
ben presto molliccia con l’età, alla sezione si presenta color giallo zafferano nella porzione
superiore, più scura in quella inferiore, odore un po’ sgradevole anche se presenta una
componente fruttata. Gambo: cilindrico, spesso lievemente bulboso alla base, ricoperto da una
picchettatura più scura che evoca un po’ quella dei Leccinum secondo taluni per effetto delle
guttulle secrete nel giovane. Habitat: ad alte quote solo sotto Cirmolo (Pinus cembra),
abbondante nei siti di crescita ma localizzato e poco frequente. Commestibilità: di scarso
valore, da lasciare se non per scopi di studio.
6
7



 (Bon.) Sing.
Cappello: di medie dimensioni,
mediamente più piccolo delle due
specie precedenti, convesso poi fino
ad appianato, superfice viscida,
prima
bianco
isabellino
poi
gradualmente gialla fino all’ocraceo.
Imenio: pori color bianco poi con la
maturazione giallo-ocraceo-tenue,
corti un po’ decorrenti al gambo e
secernenti guttule biancastre che
essiccando lasciano un’impronta
bruna. Carne: molle, acquosa,
biancastra, con lieve viraggio al
violetto alla sezione ed esposizione all’aria, pressoché inodore, sapore dolce. Gambo: slanciato,
cilindrico, spesso affusolato alla base, recante sulla superfice delle granulazioni brunicce in
contrasto con lo sfondo bianco o comunque pallido. Habitat: simbionte di pini dalle foglie riunite
in mazzetti di cinque aghi (Pinus cembra, P. strobus) alle alte quote fino alla collina.
Commestibilità: commestibile ma non pregiato.
 Sing.
 (L. : Fr.) Gray
Cappello: di medio-grandi dimensioni, inizialmente leggermente
conico nei primi stadi quindi
convesso, carnoso, sodo sul
fresco, molto viscido in tutta la sua
superfice a tempo umido, dal
colore bruno-violaceo, talvolta più
chiaro in qualche porzione del
cappello. Imenio: appressato al
gambo con accenno alla decorrenza, pori giallo pallido poi
imbrunenti con l’età, piccoli uniformi quindi progressivamente
imbrunenti; tuboli gialli di media
lunghezza Gambo: carnoso, regolare cilindrico, spesso assottigliato in basso, ornato da un
vistoso anello che parte dal basso, bianco nella parte superiore, violaceo in quella inferiore; alla
fine dell’anello resta solo una piccola traccia avvolgente il gambo stesso. Carne: abbondante, in
tutto il carpoforo soda poi molle a maturazione dal colore giallino, odore grato, sapore dolce.
Hbitat: cresce abbondante sotto diverse specie di Pinus con foglie riunite a due: P. silvestris, P.
nigra P. pinaster. specialmente ai margini del bosco anche nel prato. Commestibilità: si tratta di
uno tra i migliori Suillus e si consiglia di utilizzare solo esemplari freschi, e di asportare la
cuticola che si stacca agevolmente da tutto il cappello.
Cappello: di medie dimensioni,
fino a 10 cm. color giallo zolfino,
ricoperto da squamatura brunoscura estesa a tutta la superficie,
ricoperto da uno strato viscido. La
forma inizialmente convessa e
anche umbonata tende a distendersi fino quasi ad appiattirsi. Il
margine spesso diviene irregolare
e sfrangiato quando a maturità si
stacca dal gambo trascinandosi
frammenti bianchicci di anello.
Imenio: pori mediamente larghi, irregolari, gialli sul fresco quindi un po’ imbrunenti. I tuboli sono
piuttosto lunghi, quasi concolori ma con sfumature prevalenti verso il verdastro. Carne: molliccia
specie sull’adulto e gialla, al taglio vira debolmente al rosato. Odore poco significativo, incerto tra
l’acidulo e il fruttato, sapore verso l’amaro. Gambo: cilindrico, piuttosto sottile, quasi asciutto ed
ornato da un anello ampio e bambagioso che si riduce di dimensioni; in vetustà, si notano delle
picchettature scure specie sulla porzione inferiore che può talvolta estendersi a tutta la superfice.
Habitat: in montagna, esclusivamente sotto al Cirmolo (Pinus cembra), non frequente ma
numeroso sui suoi luoghi di crescita. Gli esemplari possono crescere ravvicinati tanto da
sembrare cespitosi. Segnalato soprattutto sulle Dolomiti orientali del Trentino. Specie poco nota
in quanto fruttifica sulle alte quote dove la massa di cercatori non è solita andare a funghi.
Commestibilità: trascurabile per le sue caratteristiche organolettiche.
Cappello: di medio-grandi dimensioni, convesso, carnoso, a cuticola asciutta non asportabile dal
gambo (carattere eccezionale per
un fungo di questo genere),
frammentata in piccole areole
ocracee. Imenio: tuboli piccoli e
corti, pori ocracei che si macchiano
leggermente di blu allo sfregamento, appressati al gambo.
Gambo: da cilindrico a clavato,
piuttosto lungo, concolore al
cappello in alto, progressivamente
biancastro alla base, asciutto e
liscio senza anello. Carne: molliccia, biancastra nel cappello, gialla nel gambo, odore sgradevole non ben definibile, sapore dolce.
Habitat: sotto Pinus silvestris specialmente a quote alte ma non disdegnando anche la pianura.
Poco frequente ma abbondante nelle stazioni di crescita. Commestibilità: scadente perché
insipido.
8
9
 (Swartz ex Fr.) O. Kuntze
 (L. ex Fr.) O. Kuntze
Cappello: di medie
dimensioni, poco carnoso, viscido, elastico
con cuticola difficilmente
asportabile, color rosastro-ocraceo. Margine inizialmente biancastro poi uniforme al resto
del cappello. Imenio: tuboli larghi ed angolosi
omogenei al cappello
sovrastante, colore giallo-verdastri quindi bruni.
Gambo: piuttosto lungo,
anche flessuoso, elastico dello stesso colore
del cappello, con la base
talvolta dai resti miceliari rosastri, non sempre evidenti. Carne: molliccia ed elastica, come
gommosa, color bianco-giallina immutabile, inodore e sapore dolciastro. Habitat: sotto Pinus di
varie specie, crescente fino a stagione inoltrata. Commestibilità: trascurabile per il suo sapore e
consistenza.

genere Pinus di varie specie: P. silvestris, P. mugo, P. nigra, P. strobus… a tutte le latitudini, sia
in pianura che in montagna. Si presenta riunito in numerosi carpofori. Commestibilità:
commestibile discreto solo se i funghi sono giovani, ottimo conservato in agrodolce limitato
sempre a esemplari giovani e freschi.

: (Fr.) O. Kuntze
Non sempre è agevole la
distinzione dalla specie
precedente, se ne distinguerebbe comunque per la
cuticola del cappello a
tonalità più scure, per le
fibrille innate apprezzabili
sugli esemplari maturi, per
il colore del micelio rosa
(quando è possibile notarlo), per l’ambiente di crescita mediterraneo prediletto ma non esclusivo.


 (Inzenga) Watling
Cappello: di medie dimensioni, convesso, carnoso,
sodo nel giovane, molliccio
nell’adulto, cuticola viscida,
asportabile facilmente, color mattone-beige, anche
più caldo, uniforme in tutta
la superfice, margine a
lungo involuto Imenio: a
pori stretti, giallo-pallido,
secernenti delle goccioline
lattiginose che con il tempo
si asciugano lasciando la
loro impronta più scura del
resto dei pori, tuboli mediamente corti, appressati al
gambo. Gambo: cilindrico,
sia lungo che corto a seconda del sottofondo su cui cresce, pieno, pallido, con granulazioni più
scure sulla parte alta, bianco alla base. Carne: soda sul giovane poi molliccia, biancastra, giallo
tenue, senza viraggi odore gradevole, fruttato sapore dolce. Habitat: esclusivamente sotto il
Cappello: carnoso più di tutti
gli altri congeneri, molto viscido, tonalità da nocciolabiancastra a bruna, margine a
lungo involuto, inizialmente
convesso infine guancialiforme. Imenio: tuboli corti che
lasciano spazio alla carnosità
pileica, appressati o anche
leggermente decorrenti al
gambo, difficilmente separabili, pori piccoli, inizialmente
bianchi poi brunastri, con
secrezione di piccole gocce
sull’esemplare giovane e fresco. Gambo: tipicamente corto e grosso, pieno, assottigliato alla
base, sfondo chiaro ma coperto da granulazioni scure sull’intera superficie, nel complesso
viscido come il cappello. Carne: abbondante e soda a lungo, biancastra quindi giallo-pallido,
odore grato, fruttato, sapore lieve di mandorla. Habitat: tipico dell’ambiente mediterraneo sotto
Pinus pinea (quello che dà i pinoli), P. pinaster , P. halepensis, in stagione inoltrata nella zona
mediterranea da fine autunno fino ad inverno inoltrato, quando fruttificano le Finferle al centrosud. Commestibilità: tra i migliori del genere per le sue caratteristiche di consistenza ed
organolettiche.
10
11
 (L. : Fr.) Roussel

(Klotzsch) Sing.
Cappello: inizialmente conico-campanulato poi convesso e disteso, di consistenza
presto molliccia, colore appariscente arancio-giallastro
più o meno intenso, cuticola
viscida, asportabile solo a
maturazione. Imenio: di un
bel colore giallo carico, con
tuboli piccoli, un po’ decorrenti al gambo. Gambo:
piuttosto lungo, cilindrico,
giallo in alto, arancio in basso, ornato da un vistoso anello ampio, esternamente bianco e nel
resto giallognolo. Carne: presto molliccia, gialla e lievemente rosata al taglio, sapore acidulodolciastro. Habitat: esclusivamente sotto Larice (Larix decidua). Spesso accade che il Larice
non sia la pianta dominante del sito di comparsa di Suillus grevillei, però se si guarda
attentamente si potrà notare la presenza di tale essenza, magari in forma ridotta e lontana alcuni
metri dal punto di fruttificazione di tale fungo. Commestibilità: commestibile ma di sapore
insipido. Alcuni lo utilizzano nel misto di funghi dal sapore fortemente aromatico.

 (Bres.) Sing.
Cappello: di medie dimensioni, abbastanza carnoso,
viscido, a margine che conserva a lungo i residui del
velo parziale, di colore aranciato misto a bruno, inglobante squame più scure che
danno l’aspetto di una
superfice maculata. Imenio:
tuboli piuttosto larghi ed
angolosi specialmente con
l’età, decorrenti al gambo, dal
colore arancio uniforme che
scurisce con l’età. Gambo:
lungo più del diametro del cappello, subcilindrico, concolore al cappello, ornato da un sottile
anello più chiaro che ben presto si confonde con il resto della superfice stipitale. La porzione
superiore propone l’impronta dei pori, sotto l’anello è cosparsa di fibrille adnate più scure verso
la base. Cane: molle, giallastra, con tendenza al carnicino all’interno, sapore acidulo e odore
fruttato. Habitat: esclusivamente sotto Larice nelle zone montane, non esclusivo del Trentino
anche se si rinviene con preferenza nella parte orientale dell’Italia. Segnalato anche
nell’Appennino settentrionale. Commestibilità: di scarso valore.
12
 L. ex Fr.
Cappello: molle, viscoso, di
forma convessa ed il margine
recante a lungo residui del velo
parziale, colore grigio e cuticola
un po’ rugosa sull’adulto.
Imenio: tuboli piuttosto lunghi
leggermente decorrenti al gambo, pori mediamente larghi ed
angolosi, inizialmente grigi,
infine brunicci. Gambo: piuttosto lungo e cilindrico, viscido
come il resto del carpoforo,
ornato da un velo parziale
bianco che con l’età tende a
dissolversi e ricadere sul
gambo stesso fino quasi a
sparire ed assumere il suo stesso colore grigio-verdognolo. Carne: molle ed acquosa,
biancastra, leggermente virante all’azzurrino nei tuboli ed il gambo, odore acidulo-fruttato,
sapore poco pronunciato subdolce. Habitat: esclusivamente sotto Larice in montagna.
Commestibilità: trascurabile per consistenza molle senza gusto particolare.


13
di L. Filippi-Farmar

Specie poco comuni o rare segnalate nel 2014di A. Bizzi


Bellù & Lanzoni
Cappello: 30-90 mm, campanulato, piano-convesso, piano;
cuticola al centro unita,
vellutata, lilla-rosato intenso,
bruno-rosato, all’esterno, negli
esemplari adulti, dissociata in
placchette e squamette concolori che mettono in evidenza
la carne sottostante biancastra. Lamelle: abbastanza fitte
intercalate da lamellule, ventricose, arrotondate al gambo,
libere, crema pallido, con
sfumatura rosata negli esemplari più vecchi. Gambo: 30-90
x 3-10 mm, da cilindraceo a clavato, allargato alla base in bulbo fino a 18 mm, separabile,
crema-rosato, in alto sotto le lamelle, in basso con toni rosa-lilacini più cupi alla base, sottilmente
fibrilloso. Anello membranaceo posto nel 1/3 inferiore del gambo, talora vicino alla base, rosato
lilacino con il bordo più scuro. Carne: nel cappello bianca listata di rosato sotto la cuticola e nella
corteccia del gambo. Odore leggero, fruttato. Habitat: su terreno spoglio o con rade essenze
erbacee, sotto conifere. Estate autunno.
Commestibilità sconosciuta.

(Wulf. : Fr.) P. Kummer
Cappello 10-35 mm, all’inizio
convesso, poi piano-convesso,
piano, con depressione centrale più o meno marcata, giallo
dorato, giallo-arancio, sottilmente rugoso, viscidulo a tempo
umido, margine sottile, striato
per trasparenza. Lamelle giallo
cromo, giallo citrino, piuttosto
rade, intercalate da lamellule e
internervate, adnato-decorrenti
con un dentino. Gambo 20-60 x
2-5 mm, cilindrico o leggermente rastremato alla base,
slanciato, asciutto, glabro, giallo
cromo, giallo aranciato, cangiante, Carne ceracea, sottile, crema, giallo pallido. Odore leggero, fruttato. Habitat tarda estate
autunno, prati, pascoli. Commestibile.

Huijsman
Cappello 10-20 mm, emisferico, convesso, piano-convesso con il margine brevemente e
sottilmente striato, bruno, bruno-grigio, più scuro al centro, finemente squarruloso. Lamelle
mediamente spaziate intercalate da
lamellule, ventricose, libere al gambo,
inizialmente bianche poi più o meno
intensamente rosate secondo la maturazione delle spore, filo concolore.
Gambo 15-30 x 2-3 mm, cilindraceo,
separabile, da biancastro a leggermente grigiastro, fibrilloso, con fibrille
brune alla base. Carne esigua, bianca.
Odore leggero non definibile. Habitat
estate-autunno su ceppi marcescenti
di latifoglia.
Senza interesse alimentare.
Cappello: 50-120 mm prima
emisferico, poi convesso,
piano convesso, spesso ricoperto da frammenti del velo
generale da biancastri ad
ocracei, sodo, carnoso, piuttosto fragile a maturità,
margine fortemente striato;
cuticola viscosetta, separabile, di colore ocra-beige,
ocra-nocciola, con tonalità
più cupa al centro. Lamelle:
piuttosto fitte intercalate da
lamellule, biancastre, ocraceo pallido con l’età, filo
sottilmente fioccoso. Gambo
100-180 x 15-20 mm,
slanciato, subcilindrico, rastremato verso l’apice, midolloso, poi cavo, biancastro, ornato da piccoli fiocchi pallidi, ocracei,
non costituenti un vero anello, volva abitualmente lacerata, bianca sfumata di bruno. Carne
bianca, senza odore ne sapore particolare. Habitat: estate autunno, su terreno calcareo in
boschi di latifoglia con preferenza per la quercia. Commestibile.
14
15
(Pat.) Sacc.
ERBE MEDICINALI, AROMATICHE a cura di A. Bizzi
 
 L.
nomi locali (Veneto): 
La Ruta appartiene alla famiglia
delle Rutaceae, in Italia sono
presenti cinque specie (Pignatti
1982) diffuse perlopiù nel centro
sud e nelle isole o, nel versante
tirrenico fino alla Liguria.
Ruta graveolens è pianta di origine
euro-mediterranea, è l’unica specie
diffusa in tutta Italia, isole escluse,
da 0 a 900-1000 m. Predilige i
terreni calcarei dove cresce tra le
sterpaglie in luoghi assolati, anche
aridi, lungo i muri a secco, qua e là
è ancora coltivata negli orti
familiari. E’ pianta perenne con
radice e la parte basale dei rami
lignificata dai quali si sviluppano i
rami erbacei raggiungendo una
altezza di 70-100 cm. Le foglie bi o
tripennatosette sono di colore
verde glauco punteggiate da
piccole glandole oleose dal forte
profumo aromatico; le inferiori sono
munite di un lungo picciolo, le
La Ruta è pianta aromatica oggi conosciuta ed utilizzata principalmente come aromatizzante
della grappa alla quale conferisce un aroma particolare.
Conosciuta per le sue proprietà
curative dall’antica Roma, nel
medio evo era presente nella lista
delle piante coltivate nei monasteri.
Pianta magica per la cura di ogni
malanno. In piccole dosi veniva
utilizzata per facilitare le mestruazioni, a dosi elevate causa l’aborto
e gravi infiammazioni dell’apparato
genito-urinario con effetti che
possono essere letali a causa
dell’intossicazione che provoca.
Nella pianta sono presenti
furocumarine responsabili della
maggiore sensibilità alla luce
solare. Queste sostanze favoriscono l’abbronzatura, ma non sono
immuni da inconvenienti.
L’uso esterno del succo della
pianta della polpa, dell’olio essenziale possono risultare fortemente
irritanti per la pelle; il loro uso in
passato suggerito per lenire
infiammazioni, dolori articolari,
distorsioni è oggi sconsigliato.
Oggi l’uso domestico della Ruta è
limitato alla modica aromatizzazione della grappa e all’impiego
superiori sono sessili o con un breve
picciolo. La Ruta fiorisce dalla tarda
primavera a tutta l’estate.
L’infiorescenza, a racemo, si sviluppa
alla sommità dei rami. I fiori hanno il
calice formato da quattro, cinque sepali
con l’apice appuntito, i petali sono giallo
verdastri di 4-5 mm, carenatocapucciati, poco appariscenti. Il frutto è
una capsula subsferica verrucosa
rivestita da glandole resinose che a
maturità si apre in quattro, cinque
sezioni liberando i semi neri rugosi.
di alcuni rametti freschi negli ambienti
infestati dai topi che non ne sopportano
l’odore. Eventuali usi curativi: tisane,
infusi, olio essenziale ecc. possono
essere provati acquistando preparati
già confezionati presso le erboristerie
seguendo scrupolosamente i suggerimenti dell’erborista e attenendosi alle
dosi e ai tempi indicati nelle confezioni.
L’uso domestico per preparati curativi è
da evitare assolutamente.

16
17


Testo e foto Daniele Doro
Sezione G.I.R.O.S. “Colli Berici”
Dactylorhiza fuchsii
(DRUCE) SOÒ (1962)
Famiglia: orchidaceae
Etimologia: specie dedicata a L.Fuchs, professore
tedesco (1501-1566)
Descrizione:
Pianta perenne, slanciata, alta (15) 30-50 (70) cm
con fusto robusto; Foglie basali verdi, carenate,
maculate sulla parte superiore, verde grigiastro
nella parte inferiore. Foglie bratteiformi lungo il
fusto. Infiorescenza densa, di forma conica, con
20-50 fiori, brattee fiorali corte. Fiori di media
grandezza, il colore di fondo è bianco-lilacino, lo
sperone è grosso ed è orizzontale. Labello trilobo,
con il lobo centrale cuneiforme, ornato nell’asse
mediano da disegni violacei, formati da punti e da
trattini.
Gymnadenia conopsea (L.) R. BROWN (1813)
Famiglia: Orchidaceae
Etimologia: dal greco konops
= zanzara per lo sperone dei
fiori che ricorda la proboscide
della zanzara.
Descrizione
Pianta erbacea perenne,
slanciata, alta dai 20 ai 100
cm. Da 3 a 10 foglie carenate,
lunghe da 6 a 25 cm.
Infiorescenza lunga (7-30 cm)
cilindrica, stretta con numerosi
fiori (25-140). Fiori piccoli,
profumati, di colore rosa (da
chiaro a scuro) raramente
bianchi. Labello nettamente
trilobo, più largo che lungo;
sperone filiforme, molto lungo, arcuato verso il basso, contenente poco nettare.
Habitat
Prati, pascoli, boschi radi, scarpate, sia asciutti che umidi. Reperibile dal livello del mare fino ai
2.600 mt di quota, soprattutto su suoli calcarei, ma anche silicei.
Habitat
Al sole o a mezz’ombra in prati magri, aridi, a volte umidi ma comunque calcarei. Talvolta anche
in boschi radi, molto luminosi. Generalmente dai 200 ai 2300 mt di quota.
Fioritura
Da maggio-giugno a luglio-agosto, in funzione della
quota.
Osservazioni
Questa orchidea presenta una discreta variabilità, sia
nel colore dei fiori che nel numero e forma delle foglie
che talvolta non presentano la tipica maculatura.
Questa orchidea la si incontra di frequente nel nostro
territorio, soprattutto nei prati della fascia prealpina. In
Italia è presente dalle Alpi fino all’Appennino centrale.
Viene spesso confusa con le molto simili Dactylorhiza
saccifera (Regioni meridionali e Sicilia) e Dactylorhiza
maculata (zone umide, suoli acidi). Nei vecchi testi la si
può trovare indicata con il nome i Dactylorhiza
maculata subsp. fuchsii.
18
Fioritura
Da maggio a luglio, in
funzione della quota.
Osservazioni
E’ diffusa dal Portogallo alla
Cina. In Italia è una delle
orchidee più diffuse in tutte le
regioni, Sicilia e Sardegna
escluse. E’ una specie adattabile ai vari ambienti ed è
alquanto variabile ed ha dato
origine alla descrizione di
numerose varietà. La si rinviene facilmente in luoghi erbosi ma anche lungo i sentieri ed in boschi luminosi. La si può
confondere con Gymnadenia odoratissima che cresce nei medesimi habitat ma che presenta
sperone corto, piante mediamente più esili e con infiorescenze ridotte. Fiori di colore spesso
rosa chiaro, bianchicci, ma talvolta anche violetti, con profumo di vaniglia marcato.
19
Leopoldia comosa (L.) PARL. (1847)
Gladiolus italicus MILLER (1768)
Famiglia: Liliaceae
Etimologia: per il ciuffo apicale di fiori sterili.
Famiglia: Iridaceae
Etimologia: da gladius = spada; per
la forma delle foglie.
Descrizione
Pianta erbacea perenne, con bulbo ovoidale
avvolto in tuniche rosso-vinose, talvolta rosate.
Scapo fiorale eretto, robusto, privo di foglie ed
alto fino ad 80 cm. Foglie basali, nastriformi,
canicolate, flaccide, a volte prostrate, lunghe
come metà fusto o più. L’infiorescenza è
cilindrica, allungata e dal profumo delicato. E’
composta nella parte inferiore da piccoli fiori
fertili, distanziati fra loro e muniti di breve
peduncolo. Il fiore è di colore bruno olivastro, di
forma cilindrica ed è urceolato. La parte sommitale dell’infiorescenza presenta un’inconfondibile ciuffo azzuro-viola di fiori sterili, innalzati
da lunghi pedicelli.
Descrizione
Pianta erbacea perenne con bulbo
globoso (2 cm) dal quale ogni anno
si sviluppa uno stelo eretto alto fino
ad 80 cm. Foglie basali da 3 a 5
avvolgenti il fusto, strette è lunghe
con nervature parallele. Infiorescenza apicale, con grandi fiori
irregolari, di un magnifico colore
rosa-porpora. Distribuiti su due file a
formare una spiga lassa.
Habitat
Dalla pianura ai 1500 mt. Ubiquitaria su terreni
incolti, freschi, aridi, ma anche concimati e
coltivati, vigneti, praterie, boscaglie, siepi, boschi
luminosi. Sia al sole che in mezz’ombra..
Habitat
Cresce in piccoli gruppi o in esemplari isolati
ai margini delle siepi, in vigneti, campi
coltivati, incolti, praterie aride, anche
sassose. E’ presente nell’Europa meridionale
(area della vite). Cresce dal piano sino a 700
mt.
Fioritura
Da aprile a luglio.
Fioritura
Fiorisce da aprile-maggio a giugno.
Osservazioni
Pianta facilmente riconoscibile per l’appariscente
ciuffo di fiori violetti e per le foglie flaccide,
spesso prostrate a terra. E’ diffusa in tutta l’Italia
nelle zone termofile. Nelle nostre zone la si
rinviene, anche con popolazioni molto numerose,
soprattutto in collina, in praterie soleggiate,
scarpate, affioramenti rocciosi e boschi.
Localmente viene chiamato, seoline mate, poro
salvego, ajo de bisso. E’ conosciuto con il nome
volgare di cipollaccio o “lampascione” ed è usato come alimento nelle regioni meridionali,
soprattutto in Puglia. Il bulbo, ricco di mucillagini e zuccheri, ha virtù diuretiche ed emollienti.
L’uso esterno era consigliato per curare scottature e infiammazioni cutanee. In alcuni testi la si
può trovare denominata come Muscari comosum.
Osservazioni
Localmente viene chiamato “spade mate”, ma
è conosciuto come Gladiolo dei campi o delle
messi. In alcuni testi lo si può trovare
denominato come Gladiolus segetum. E’ una
pianta facilmente individuabile per la sua
altezza e colorazione dei fiori. Localmente può presentarsi con popolazioni molto numerose,
anche in campi coltivati a cereali (arati superficialmente) ma soprattutto ai margini di siepi,
scarpate, radure, cespuglietti, sempre in pieno sole. Per il colore dei fiori è una tra le piante più
belle della nostra flora. Non ha nessun uso, né come alimento né in medicina popolare. E’
possibile confonderlo con Gladiolus palustris, che si differenzia per avere i fiori disposti in
un’unica fila, di colore più rossastro e per prediligere prati e pascoli umidi.
20
21
TOSSICOLOGIA a cura di P. Braggion



E’ oramai cosa assodata che la medicina in passato e sicuramente anche in futuro trarrà benefici
interfacciandosi con il Regno dei Funghi. Saranno i micromiceti, funghi molto piccoli e non
ancora ben studiati, molto probabilmente coloro che daranno l’aiuto maggiore. Esiste tuttavia un
fenomeno, rilevato dal dott. Hammerschmidt, un ematologo del Minnesota, che va sotto il nome
di Sindrome di Szechwan che, se ben studiato, potrebbe portare a dei sicuri benefici per chi
soffre di malattie cardiovascolari. A cavallo fra gli anni ’70 e ’80 furono più volte segnalati negli
Stati Uniti dei casi di diatesi emorragica di lieve entità, in assenza di cause rilevanti. Fu merito di
Hammerschmidt che rilevò in un suo paziente una transitoria inibizione dell’aggregazione
piastrinica, sebbene il paziente non avesse assunto farmaci che andassero ad interferire sulle
funzioni ematiche prima dell’esame. Si indagò quindi sui pasti assunti e si scoprì che il paziente
aveva consumato la sera precedente l’indagine ematologica un abbondante piatto della cucina
cinese, il Ma-po-dou-fu, a base di maiale in agrodolce, fagioli, latte cagliato, Auricularia
polytricha e una radice, il sarq ort. Successivi studi condussero ad individuare nell’assunzione di
A. polytricha la causa della leggera emorragia ed ad escludere dal fenomeno gli altri ingredienti.
Con ulteriori approfondimenti si
scoprì che l’A. polytricha cresce
abbondante nella Regione cinese
dello Sse-tch’ouan e qui consumato abbondantemente.
Dal nome di questa Regione della
Cina il dott. Hammerschmidt coniò
il nome della nuova intossicazione
chiamandola Szechwan Purpura.
Il consumo di A. polytricha come
pure di A. auricula joudae, funghi
considerati commestibili in tutti i
testi di micologia, se fatto in dosi molto
Auricularia auricula-joudae
abbondanti porta dopo 8-10 ore ad una emorragia oltre la norma, in presenza di lesioni cutanee
superficiali, in seguito ad una resistenza all’aggregazione piastrinica del paziente. Il fenomeno
regredisce fino a scomparire nelle successive ore, senza ulteriori disturbi se il paziente è sano,
non assume anticoagulanti, non è geneticamente predisposto a malattie legate a disturbi
ematici. La sostanza causa di questo effetto è tutt’oggi sconosciuta e a mio parere se scoperta
potrebbe essere utile in medicina poiché presenta alcuni effetti noti anche nell’ Aspirina.
PRINCIPALI SPECIE RESPONSABILI: Auricularia auricula-joudae - Auricularia polytricha
TEMPO DI LATENZA: mediamente dalle 8 alle 10 ore dopo il pasto.
SINTOMI PRINCIPALI: alterazione dell’attività piastrinica.
ORGANI COLPITI: liquido ematico (sangue).
PRINCIPALI TOSSINE RESPONSABILI: non ancora individuate.
DOSE LETALE: N.D.
PERCENTUALE DI DECESSO: non si conoscono casi di decesso in letteratura.
22
COSA FARE: in presenza di emorragia consultare il medico e immediata ospedalizzazione
specificando il pasto a base di funghi del genere Auricularia consumato.
NOTE: In natura esistono altri prodotti con effetto antiaggregante come la cipolla, il porro o l’aglio
tutti consumati in larga scala nella cucina cinese, ma da noi molto meno, per i ben noti effetti
secondari che comportano nei
rapporti interpersonali di tutti i giorni.
Non sarà forse per questo, ma la
cosa non è scientificamente provata,
che in alcune Regioni della Cina, in
principal modo nel sud, dove si
consumano abbondantemente i prodotti succitati, compresi i funghi del
genere Auricularia menzionati, si
riscontrano basse percentuali di
malattie cardiovascolari o arteriosclerotiche? Uno studio approfondito
 Auricularia polytricha
potrebbe darci delle gradite sorprese.
Bibliografia:
P. FOLLESA – 2009: Manuale Tecnico-pratico per indagini su campioni fungini. Associazione
Micologica Bresadola. Trento.
G. PELLE – 2007 : FUNGHI VELENOSI E SINDROMI TOSSICHE. Bacchetta Editore – Albenga.
A.A. – 2009: PAGINE DI MICOLOGIA N°32. Atti del 4° Convegno Internazionale di
Micotossicologia.Trento 6-7 dicembre 2007. Associazione Micologica Bresadola – Trento;
A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici – Vicenza.
I. BIANCHI - 2008: MICOTERAPIA. Nuova Ipsa Editore - Palermo.

 di L. Filippi-Farmar
23

Storie di funghi di L. Filippi Farmar


La fine di luglio di solito è il periodo più caldo dell’anno, se poi al caldo si aggiunge anche un alto
tasso di umidità nell’aria, l’afa si fa insopportabile. Si vorrebbe cercar refrigerio in montagna dove
la cappa di umidità, mitigata dall’altitudine, si percepisce meno, magari sotto l’ombra degli alberi
di conifera dall’odore balsamico e rinfrescante. Una domenica di quel periodo estivo, la famiglia
Fanfula, su proposta del moroso della figlia maggiore che conosceva su in altipiano un posticino
tranquillo e fresco per esservi recato più volte alla ricerca di porcini con gli amici, decise di
raggiungere proprio quell’oasi di pace.
Il sabato precedente andarono a far provvista di carne adatta ad essere cotta ala griglia con la
polenta e non mancarono nemmeno di rifornirsi di bottiglie di ottimo vino che si prestava
egregiamente a rendere il pasto più gustoso. Partirono dalla pianura di buonora per accaparrarsi
un bel posticino all’ombra su cui preparare la grigliata.
Già alle otto di mattina il caldo opprimeva anche perché erano stipati in cinque dentro ad una
Fiat 127. Arrivarono ad affrontare le salite del Costo. Ad ogni tornante sembrava che l’aria si
facesse più fine, anche se l’automobile si surriscaldava e mandava segni di affaticamento. Fu
necessaria una sosta a metà salita.
Guardando giù poterono osservare il panorama pedemontano avvolto in una nebbiola carica di
smog e si ritenevano fortunati di esserne fuori. Ripartirono dopo un quarto d’ora per raggiungere
il posto prefissato e strada
facendo Ampelio, il moroso
della figlia maggiore Silvia,
ricordò che a Roana c’era
un ponte meritevole sicuramente di essere preso in
considerazione per la sua
altezza ed il panorama
suggestivo che dominava.
Dopo qualche chilometro vi
arrivarono e, trovata una
piazzola di sosta scesero
tutti dalla 127 fumante per
gustarsi l’emozione della
veduta che si perdeva giù
per la valle profonda. Cominciarono a ponderarne l’altezza: qualcuno diceva 100 metri, altri
sosteneva almeno il doppio... tutti concordarono che si trattasse di uno spettacolo unico. Dopo i
vari commenti, esaurito un po’ lo stupore, risalirono in auto per cercarsi un posticino come lo
avevano sognato alla partenza.
Giunsero ad un sentiero laterale alla destra e lo imboccarono per vedere se vi fosse uno slargo
da parcheggiare. Trovarono finalmente un posto che pareva adatto e vi si piazzarono senza
complimenti. Finché si organizzarono a preparare la grigliata, dopo aver scaricato le cose ben
disposte nel bagagliaio dell’auto, Ampelio e Silvia si inoltrarono nel bosco alla ricerca di porcini
24
che in quel periodo pareva fruttificassero in abbondanza, secondo le voci che circolavano laggiù
in pianura. In effetti, dopo poca strada, Silvia ne trovò uno meraviglioso e non riuscì a soffocare
un urlo di gioia! La ricerca allora si fece più animosa e dopo un’ora avevano quasi riempito la
borsa di nailon che si erano portati appresso. Decisero quindi di ritornare alla base dove
pensavano di trovare il pranzo gustoso in via di cottura.
Intanto, mentre il resto della famiglia Fanfula si adoperava a cuocere la carne, dopo aver
allestito un rudimentale caminetto, recuperarono qualche masso che si trovava nel posto, fu
acceso un fuoco con rametti di conifera trovati abbondanti sulla zona adiacente da cui si alzò
una sottile e spedita nuvoletta di fumo. Tale tipo di legna, si pensava, avrebbe conferito un
sapore più appetitoso. Mentre erano assorti in così gustosi pensieri, apparve una camionetta
della Guardia Forestale che procedeva veloce con il lampeggiante acceso. Scesero due agenti
in divisa verde che con fosco cipiglio intimarono di spegnere subito il fuoco e di sbaraccare
immediatamente.
Inutile fu il tentativo di coinvolgerli nella abbuffata e ad assaggiare il vino in pacifica compagnia.
Quelli scrivevano inesorabili un pesante verbale come se avessero a che fare con delinquenti
incalliti e pretesero anche la firma del capofamiglia che, quando lesse la sorbola da pagare, la
comunicò anche alla moglie. Questa andò in escandescenza instaurando un acceso diverbio
che dovette presto essere interrotto perché la multa cominciava a lievitare ad ogni parola
sdegnosa della signora.
Intanto i due fidanzati che stavano rientrando alla base, udirono l’accesa disputa e scorsero
anche il lampeggiante della camionetta. Per precauzione nascosero in un cespuglio il sacchetto
con i funghi e si avvicinarono, apparentemente tranquilli, mano nella mano, per constatare il
motivo di tanta discussione.
Quando tutto fu riposto nel bagagliaio dell’auto e le guardie cominciarono ad allontanarsi,
corsero a riprendere almeno i funghi che infilarono fra gli altri contenitori di vivande e i resti dello
sfortunato pic-nic e si prepararono per un mesto ritorno a bocca asciutta. Intanto la signora che
non voleva rassegnarsi imprecava assieme al marito contro quei montanari inospitali che
avevano rovinato una giornata che sembrava promettere bene e convennero di cuocere a casa
propria la mancata grigliata. Giunti all’alto ponte di Roana, la signora sdegnosa intimò al marito
di fermare l’auto: scese ed estrasse dal cofano due borse di nailon piene di rifiuti e le lanciò con
violenza giù dall’alto ponte dicendo di restituire a quelli di Roana le loro immondizie.
Il rientro fu piuttosto triste, ma si consolavano al pensiero di ritirarsi nella taverna di Ampelio che
era abbastanza fresca per gustarsi finalmente un pranzo, lontano da rompiscatole montanari e
come rivincita si rallegravano di aver almeno “fregato” un bel bottino di porcini appetitosi, pronti a
condire in poco tempo un bel piatto di lasagne. All’arrivo accesero immediatamente il fuoco per
ottenerne delle braci adatte alla cottura della sofferta grigliata a cui ora si sarebbero aggiunti
anche i porcini con la pasta. Avvicinarono un tavolo su cui disporre la carne da cuocere e
mandarono la figlia minore a prelevarla dal cofano della 127. Questa cominciò a rovistare tra le
cose ammassate, ma non riusciva a trovarla. Quasi seccata arrivò la madre pensando che la
figlia, come al solito non trovasse mai niente.
Questa passò frettolosamente tutto al setaccio ma di braciole, salsicce e porcini neanche
l’ombra!!!
Avevano fatto il volo dal ponte di Roana al posto delle immondizie!
25
PRONTO SOCCORSO di F. Bressan (Infermiere professionale)


L’anno 2014, appena trascorso, ci ha acconsentito di svolgere puntualmente il programma che,
con questa carrellata di immagini, il  si era prefissato.


Visto l’interesse dimostrato dai Soci per l’argomento che stiamo
trattando si è deciso di continuare, illustrando altre situazioni che ci
possono capitare durante le nostre escursioni, ma non solo, possono
esserci molto utili anche nelle nostre attività normali, domestiche,
sportive, ecc. perché l’agire tempestivamente con cognizione di causa
può ridurre di molto le conseguenze traumatiche causate da incidenti
che ci possono capitare, in maniera tale che, quando arriveranno i
soccorsi la situazione sarà meno grave e dolorosa per il malcapitato.





Le punture delle api possono produrre reazioni diverse, che vanno dal dolore temporaneo alla
grave reazione allergica.
 …nelle serate del martedì i nostri soci più
esperti hanno tenuto dei corsi di micologia di base…
…domenica 13 aprile escursione
naturalistica sui Colli Euganei alla Cava
Bomba di Cinto Euganeo accompagnati

dal nostro Daniele …

…domenica 18 maggio
escursione botanica naturalistica
alla ricerca delle erbe selvatiche
commestibili, accompagnati dalla
Sig. Stefania dalla Valle, esperta
di botanica e ottima micologa…
COME INTERVENIRE
Rimuovere il più velocemente possibile il pungiglione per impedire un’ulteriore diffusione del
veleno. Raschiare il pungiglione con la lama del coltello da funghi, in mancanza con carta di
credito, tessera sanitaria ecc. ecc.
Tolto il pungiglione, fare impacchi con acqua fredda e applicare crema a base di cortisone più
volte al giorno fino a scomparsa dei sintomi .


In seguito alla puntura è sufficiente pulire bene la zona, se possibile con acqua e sapone e
disinfettare la pelle. Applicare del ghiaccio per alleviare il dolore. Per combattere prurito e dolore
è utile applicare crema antistaminica (fargan) o cortisonica (ecoval 70).
Se il gonfiore si estende sarà necessario rivolgersi al proprio medico.


La zecca va rimossa con una pinzetta proteggendosi le mani con guanti. Non usare accendini,
cerini o calore, oli, petrolio, acetone, o altre sostanze prima della rimozione.
Tale procedura è sconsigliata, in quanto induce nella zecca un riflesso di rigurgito, con forte
aumento del rischio di trasmissione di agenti patogeni.
Utilizzando una pinzetta, afferrarla saldamente rimanendo, il più possibile, aderente alla pelle
operando una lieve rotazione in senso antiorario (come svitarla) tirarla leggermente ed evitare di
romperla. Disinfettare la lesione con disinfettanti trasparenti per evitare di nascondere possibile
segno di infezione. Rivolgersi al medico in caso dovesse comparire arrossamento sul punto della
puntura.
 …Lunedì 19 maggio In
collaborazione con il Comune di
Montecchio Magg. presso Corte
delle Filande “Serata sulle erbe
officinali” intrattenuti dalla D.ssa
Serena Brugnoli dell’Ass.
Erbecedario della Lessinia
 … partecipava un numeroso
pubblico di oltre 200 persone
insieme con Soci ed è stato
aperto a tutti, abitanti e non…
La zecca può trasmettere gravi malattie per l’uomo anche a distanza di giorni
26
27
…in collaborazione
con le Scuole di
Montecchio Magg. e
gli Alpini di Grancona
nel mese di giugno e
di ottobre, il Gruppo
ecomicologico ha
messo a disposizione
il nostro esperto di
erbe e piante Alberto
Bizzi, coadiuvato dal
nostro Presidente e dagli infaticabili Luciano e Silvano a
promuovere l’educazione per l’ambiente…
…5 ottobre gita al Sores 
 … domenica 29 giugno,
escursione sui pendii del Monte Faedo …
…poi a pranzo da BEPI con il pane dei fratelli Peroni
 … 7-8 settembre 36a - Esposizione
micologica autunnale in occasione della
” Festa della Valle” …

12-13 ottobre a Grancona (VI) 18a - Esposizione

micologica nella casa Alpina di Grancona…
…anche quest’anno è stata allestita con
successo la Mostra dei funghi autunnale …
 …Domenica 17 novembre
pranzo Sociale…
 domenica
14 settembre
“Festa delle
Associazioni
in piazza” …

28
… un’incontro conviviale molto partecipato…
…alla fine ci siamo divertiti con la nostra
ricca sottoscrizione a premi

Si ringraziano per le foto concesse i Soci:
Braggion F. - Braggion P. - Doro D. - Ferron G .- Filippi Farmar L - Pegoraro S.
29
 a cura di G. Pegoraro
on sono molte le ricette in cucina che si accostano con pesce e funghi, nel caso particolare
il salmone e le finferle (Chanhtarellus lutescens) trovano un connubio gradevole, che nella
mia famiglia, sono apprezzati nel pranzo delle feste Natalizie. Le finferle, quando si va in gita
al Sores, in certe annate, si trovano in abbondanza e allora perché non provarle? La ricetta
 è gia stata presentata nelle “Spigolature ecomicologiche” del
1996, ma vorrei ripresentarla integrandola con un primo piatto sfruttando una parte della
ricetta per realizzare dei tortelli che chiamerò 

 
Ingredienti per 4 persone:

4 tranci di salmone da 100 gr ciascuno, 200 gr di finferle, 4 cucchiai di
olio d’oliva, 20 g di burro, 1 rametto di rosmarino, 2 spicchi d’aglio, 1
cucchiaiata di erba cipollina, 1 cucchiaiata di prezzemolo, ½ bicchiere di
vino bianco secco, succo di ½ limone, farina tipo 0”, sale e pepe qb.

FUTURI POETI
Per la pasta e il ripieno dei tortelli: 300 gr di farina tipo 0” - 2 uova - 100 gr
di ricotta 60 gr di salmone cotto - 50 gr di formaggio grana grattugiato,
(formaggi da usare in alternativa Pecorino, Provolone ecc.) sale, olio qb.
Preparazione: In una padella scaldare l'olio e il burro, far saltare le finferle salarle e farne evaporare
Rebecca De
Grandi
Classe III
Scuola Primaria
di Grancona (VI)
Insegnante:
Laura
Marchetto
30
l'acqua di vegetazione, nel frattempo togliere la pelle e le eventuali lische dai tranci del salmone poi
infarinarli leggermente. Togliere le finferle dal tegame, scolandole in modo da lasciare nel tegame gran
parte del condimento, unire al fondo di cottura il rametto di rosmarino e gli spicchi d'aglio interi, porre
a cuocere i tranci di salmone, rigirandoli per farli brasare da ambo le parti.
Tritare finemente l'erba cipollina e il prezzemolo, mettere nuovamente le finferle nella padella con il
salmone, avendo cura di togliere il rosmarino e l’aglio, bagnare il tutto con il vino bianco e il succo
di limone, salare, pepare e terminare la cottura fintanto che sarà ridotto il liquido spolverando, poco
prima di levare dal fuoco, con l'erba cipollina e il prezzemolo.
Per i tortelli: Preparare in una ciotola la farina, mettere le uova, un pizzico di sale e un cucchiaio di
olio extra vergine impastare finche non si avrà un composto liscio ed elastico, mettere a riposare
per circa 15-20 minuti.
Per il ripieno; prendere dalla precedente ricetta circa 50-60 gr del salmone cotto e porlo in un
recipiente, aggiungere la ricotta il formaggio grattugiato e aggiustare con del sale, impastare finche
si avrà il ripieno ben amalgamato. Riprendere l’impasto e tirare la sfoglia, poi tagliare dei quadri
regolari di circa 7-8 cm. di lato, con un cucchiaino da caffè prendere una quantità del ripieno e
disporlo al centro del riquadro della pasta, ripiegare a formare un triangolo premendo i due lati
superiori, se troppo asciutti umidificare con dell’acqua i bordi in modo tale che resteranno sigillati,
unire i due angoli della base triangolare su se stessi in tal modo si formerà una specie di
“capellaccio” (vedi foto). Considerare che per una porzione si dovranno preparare dai 8-10 tortelli.
Mettere a bollire in una pentola l’acqua, salarla e buttare i tortelli per qualche minuto, quando
saliranno a galla saranno pronti, scolarli e farli saltare in una padella per qualche minuto con il
condimento della precedente ricetta, usando solo il sughetto del salmone con qualche finferla.
31