Focus 1° trimestre 2016

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Focus 1° trimestre 2016
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1° trimestre 2016
Raiffeisen Fonds – Global Invest
A che punto siamo un anno dopo lo «shock del
franco»? Di certo sono aumentate le segnalazioni
di licenziamenti e di spostamenti all'estero.
Tuttavia nel complesso le aziende svizzere
sembrano battersi stoicamente grazie alle diverse
misure finalizzate all'abbassamento dei costi.
Riguardo alla congiuntura svizzera, siamo più
fiduciosi della maggior parte degli osservatori del
mercato e per quest'anno prevediamo una crescita del prodotto interno lordo di circa l'1.4%.
Se lanciamo uno sguardo al di là del nostro naso, ci troviamo di fronte ad un'immagine mista. Sfogliando le
pagine della stampa finanziaria si ha ancora l'impressione che in tutto il mondo una recessione sia imminente
o sia già incominciata. Un indizio in questo senso lo offrono i rendimenti ai minimi storici di molti titoli di
stato di prima qualità. Ad ogni modo gli scenari di recessione ci sembrano esagerati. Vi sono diverse note
positive: i mercati azionari e obbligazionari si sono ripresi allontanandosi notevolmente dai minimi storici di
febbraio e i prezzi del greggio si sono stabilizzati. Gli Stati Uniti continuano inoltre a mostrare una solida
crescita economica.
Ciononostante l'economia mondiale continuerà a soffrire sotto il peso dell'indebitamento eccessivo, degli
esuberi di capacità in molti settori e della mancata crescita della domanda generale. Ciò significa che le
banche centrali non hanno in pratica altra scelta che proseguire con la propria politica monetaria espansiva
fino a nuovi sviluppi. Non c'è quindi da meravigliarsi che gli investitori hanno riscoperto l'oro. Da parte
nostra restiamo saldi sulla nostra leggera sovraponderazione di azioni e obbligazioni ad alto rendimento.
L'andamento sui mercati azionari ha penalizzato il rendimento: una prospettiva leggermente
positiva
Nel primo trimestre 2016, i dati economici più deboli della Cina e i segnali congiunturali contraddittori degli
USA hanno peggiorato l'umore. I prezzi delle materie prime che continuano a scendere, in particolare per
quanto riguarda il petrolio, contribuiscono ad aumentare l'insicurezza. Nonostante la recente ripresa
dell'«oro nero», dal punto di vista storico le quotazioni del petrolio restano molto basse. Ciò significa a sua
volta che la possibilità di insolvenza da parte delle aziende di estrazione e degli stati esportatori di petrolio
cresce. Nel complesso gli investitori hanno evitato i titoli ad alto rischio, come le azioni e le obbligazioni ad
alto rendimento. Allo stesso tempo hanno potuto beneficiare della situazione i cosiddetti investimenti
difensivi, quali le obbligazioni di lunga durata e l'oro. Il rendimento di Raiffeisen Fonds – Global Invest
Balanced non è riuscito nel primo trimestre a tenere il passo del suo indice di riferimento.
A fine dicembre abbiamo abbattuto la quota azionaria durante una fase di forza del mercato fino a renderla
neutra, per poi aumentarla nuovamente fino una leggera sovraponderazione durante la correzione a
gennaio e febbraio. In fase di selezione delle aziende abbiamo rivolto la nostra attenzione ai rendimenti del
cash flow, alle valutazioni e alla dinamica delle cosiddette revisioni degli utili, ossia il rapporto tra il rialzo e
il ribasso delle stime degli analisti riguardo ai profitti aziendali. Un'attenzione aggiuntiva è stata dedicata ad
aziende che distribuiscono dividendi solidi e che sono anche in grado di aumentarli costantemente grazie
ad un cash flow elevato. Queste aziende si trovano in settori quali quello dei beni di consumo, della sanità
e delle assicurazioni.
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Per quanto riguarda le azioni svizzere, l'andamento dei corsi delle grandi banche UBS e Credit Suisse ha
registrato valori negativi. Nemmeno la sovraponderazione dell'azienda farmaceutica Novartis ha dato i suoi
frutti. La tendenza al rialzo dei titoli della società industriale ABB e dell'azienda farmaceutica Actelion ha
invece avuto effetti positivi sul rendimento di portafoglio. Un ulteriore aspetto positivo è stato lo sviluppo
soddisfacente delle azioni Swiss Life, sovraponderate nel fondo.
Per via dei timori di recessione degli investitori, le case finanziarie americane Bank of America e Citigroup
hanno ottenuto una performance peggiore rispetto al mercato azionario. Anche le azioni cicliche
(Continental, Fuji Heavy) e i titoli farmaceutici (Shire, Celgene) hanno avuto effetti negativi sul rendimento
del portafoglio. Hanno ottenuto risultati positivi gli investimenti nel settore dell'energia (Royal Dutch, Total,
Schlumberger), i quali hanno potuto beneficiare del graduale aumento del prezzo del petrolio. Anche il titolo
industriale Siemens e l'operatore di borsa London Stock Exchange, grazie a buoni dati trimestrali e a
trattative di fusione, hanno ottenuto performance nettamente migliori rispetto all'indice del mercato
azionario.
Attualmente con le azioni siamo in leggera sovraponderazione al confronto con l'indice di riferimento.
Seguendo il motto «acquistare nelle fasi di debolezza, vendere nelle fasi di forza», come già accaduto nel
2015, quest'anno modificheremo la quota azionaria al rialzo o al ribasso a seconda della stima di mercato.
Rispetto alla categoria d'investimento azioni manteniamo generalmente un atteggiamento positivo. A favore
dei mercati finanziari gioca il fatto che la maggior parte delle grandi banche centrali, tranne la Banca centrale
statunitense Fed, dovrebbe continuare con la propria politica monetaria estremamente accomodante. Resta
tuttavia da vedere come reagiranno i mercati al prevedibile ciclo di aumento dei tassi negli Stati Uniti. Tra
gli altri fattori favorevoli alle azioni annoveriamo la valutazione ancora corretta, i solidi risultati trimestrali di
molte aziende e la previsione di fusioni e acquisizioni aziendali.
La sottoponderazione delle obbligazioni penalizza il rendimento
Non è cambiato nulla riguardo alla nostra sottoponderazione per le obbligazioni in franchi svizzeri rispetto
all'indice di riferimento. A nostro avviso le obbligazioni continuano a non essere consigliabili per via dei tassi
molto bassi e del rapporto rischio-rendimento non attraente. Questo approccio riguardo alla
sottoponderazione delle obbligazioni non ha tuttavia pagato, nonostante tali investimenti, a seconda della
durata, producano solamente rendimenti bassi o costino addirittura del denaro agli investitori. In linea
generale la duration delle obbligazioni svizzere è stata lievemente più breve rispetto a quella dell'indice di
riferimento.
Investimenti alternativi – La sovraponderazione dell'oro è vantaggiosa
In inverno abbiamo aumentato la quota dell'oro portandola ad una leggera sovraponderazione. Il motivo
era l'aumento dei rischi geopolitici e macroeconomici, nonché il perdurare della politica monetaria espansiva
delle grandi banche centrali e la tendenza ai tassi negativi. Dopo molto tempo, dall'inizio dell'anno abbiamo
inoltre visto nuovamente i primi afflussi di fondi in fondi di investimento oro (Exchange Traded Funds), con
conseguenze positive per il prezzo dell'oro. La nostra sovraponderazione tattica è stata relativamente
premiante.
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La tendenza al rialzo dei tassi statunitensi persiste? Solo un livello neutro nei confronti del dollaro
Durante la recente fase di forza della valuta statunitense abbiamo ridotto la nostra attuale notevole
sovraponderazione del dollaro statunitense, che perdura da molto tempo. A nostro avviso, per la Banca
centrale statunitense sarà difficile ottenere un forte aumento dei tassi di riferimento, date le preoccupazioni
per l'andamento congiunturale globale. Per queste ragioni, su questa posizione abbiamo ottenuto dei
guadagni e ridotto il dollaro statunitense ad un livello neutro. Qualora il «greenback» dovesse indebolirsi a
breve termine rispetto al franco svizzero, torneremo a prendere in considerazione una sovraponderazione
del dollaro.
Christophe Bernard (Chief Strategist Vontobel)
Andreas Bentzen (Gestore del portafoglio Global Invest, Vontobel)
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