Franco stabile in attesa della Bce
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Franco stabile in attesa della Bce
Franco stabile in attesa della Bce Se la Banca centrale europea dovesse allentare ancora, ritornerebbe la pressione Zurigo – Nonostante le turbolenze sui mercati finanziari, il franco – valore rifugio per eccellenza – non si è apprezzato molto dall’inizio dell’anno. Ma le cose potrebbero anche cambiare e la pressione sulla Banca nazionale svizzera (Bns) potrebbe aumentare se la Bce decidesse in marzo di abbassare il tasso di deposito in reazione ai timori che pesano sul settore bancario in Europa. La strategia della Bns, che ha deciso di scoraggiare il pos- sesso di franchi introducendo un tasso negativo dello 0,75% per il denaro parcheggiato dalle banche presso l’istituto di emissione, sembra aver funzionato. Il 4 febbraio scorso, la moneta elvetica ha raggiunto il suo livello più basso (1,1199 franchi per un euro) rispetto alla valuta europea dopo l’abbandono della soglia minima franco-euro il 15 gennaio 2015. Taluni osservatori hanno spiegato questo indebolimento con la calma relativa sui mercati europei. Altri hanno pure evocato presunti interventi della Bns, di cui però non si hanno tracce nelle statistiche settimanali dell’istituto di emissione elvetico. Ma dall’inizio del mese di febbraio, il franco si è un po’ apprezzato (+2,3%). Ieri mattina l’euro si negoziava a 1,1032 franchi. Secondo i cambiavalute, le posizioni sui mercati dei derivati mostrano che le previsioni sono di nuovo al rialzo per la moneta elvetica. La scorsa settimana, il presidente della Bns Thomas Jordan non ha escluso che il franco ritrovi uno statuto di valore rifugio alla luce delle turbolenze che agitano le principali piazze europee. La valuta elvetica potrebbe così ritrovarsi “nuovamente in primo piano”. “Potremmo immaginare situazioni in cui il franco svizzero si apprezzerebbe se nuove turbolenze si sviluppassero in seno alla zona euro”, ha sottolineato all’agenzia Reuters il capo economista dell’Ubs Daniel Kalt. “In tal caso, pensiamo che la Bns potrebbe nuovamente intervenire”. “Su scala mondiale, le banche centrali hanno quale obiettivo di indebolire la loro moneta, e sono in una migliore posizione per farlo rispetto alla Bns, ha spiegato alla Reuters il direttore generale della società di intermediazione Act Currency, Felix Adam. Con un bilancio riferito al Pil tra i più elevati al mondo e tassi ancor più negativi rispetto agli altri Paesi che li hanno introdotti, i margini di manovra della Bns appaiono limitati. ATS/RED