uni3triestenews - Università della Terza Età "Danilo Dobrina"
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Uni3triestenews -- Anno II - gennaio 2016 IMPARARE AD INVECCHIARE BENE emotivi degli anziani potrà migliorare l’auto consapevolezza e farà in modo che la persona si avvicini all’invecchiamento più Sempre più spesso i media ci impongono un modello vincente di serenamente. uomo che è quello del “giovane e sano” e questo ideale è E’ necessaria inoltre un’educazione all’invecchiamento per talmente radicato nell’opinione pubblica da influenzare persino prevenire quella sensazione di perdita e di malessere che ha quelli che giovani non lo sono come gli anziani stessi, i loro inizio con la classica “crisi d’età di mezzo” in cui il nostro tempo familiari, i medici, i ricercatori. perde la caratteristica della progettualità del futuro ed In contrapposizione al modello giovanilista proposto, la realtà incomincia ad essere misurato in tempo che rimane da vivere. afferma che gli over 65 stanno per diventare la maggioranza E’ opportuno quindi stimolare e avviare un percorso educativo della popolazione nei Paesi ricchi, in particolare in Italia, e che indichi i comportamenti, gli stili di vita e gli atteggiamenti soprattutto a Trieste che appare in tal senso un “laboratorio mentali da adottare per mantenere il più a lungo possibile un naturale”. idoneo stato psicofisico di benessere. Poiché la persona anziana, aumentando sempre di più la L’impegnarsi a condurre uno stile di vita “virtuoso” non speranza di vita, può tendere ma non raggiungere l’ideale mancherà dunque di assicurare una stagione della vita, quella culturale del “giovane e sano”, viene a trovarsi in una situazione della maturità, ancora ricca di frutti da raccogliere. psicologica di crisi causa i propri vissuti di irreversibilità. Questi Questo percorso virtuoso per fasi di vita incomincia con la vissuti sono alimentati dall’involuzione fisiologica e da quella nascita dell’individuo e può essere affrontato adeguatamente para fisiologica come la perdita dei capelli e dalla difficoltà di nel corso di tutta l’esistenza, è importante però essere a masticazione, la diminuzione della vista, dell’udito, del vigore conoscenza di alcuni passaggi e “comportamenti” esistenziali fisico, della memoria, della velocità dei tempi di reazione. che necessariamente, volenti o nolenti, consapevoli o inconDunque il “divenire anziani” non è una senilità cronologicasapevoli attraversiamo. Conoscere questi passaggi, vederli in mente definibile ma è un’interazione tra un aspetto biologico, noi stessi o nelle persone che amiamo e che ci circondano ci con tutte le modificazioni che avvengono all’interno dell’orgaaiutano a vivere più serenamente superando talvolta il giudizio nismo, ed un aspetto socio-culturale, derivato dall’ambiente su se stessi o sugli altri. circostante, che condiziona tutto l’agire e l’interagire dell’indiQuando dobbiamo imparare a scrivere e a leggere andiamo a viduo. scuola e c’è qualcuno che ci insegna questo, ma quando Se le strutture sanitarie offrono una risposta sufficientemente dovremmo imparare a maturare o a invecchiare non sappiamo funzionale a livello della salute fisica, per dare una risposta alle come e dove muoverci; conoscere quindi, anche nella vita, dove difficoltà soggettive e relazionali degli anziani è necessario dar è meglio mettere “l’accento” e “l’apostrofo” può aiutare a vivere corso ad una “nuova cultura” dell’invecchiamento con la meglio. diffusione della conoscenza dei meccanismi socio-psicologici che L’esperienza a volte può aiutare a non fare “errori di costituiscono il loro mondo interiore. ortografia”. La migliorata comprensione degli aspetti comportamentali ed Gruppo insegnanti ITIS un i3triestenew s 1 Sunniti Sciiti Ibaditi SCIITI / SUNNITI: UNA DICOTOMIA BEN EQUILIBRATA La divisione tra sunniti e sciiti segna il mondo mussulmano in modo fortemente disuguale, gli sciiti sono fortemente minoritari, ma senza intaccarne la fondamentale unità. Una unità basata sul riconoscimento condiviso e imprescindibile del tawhid, l’unicità di Dio perno dell’ortodossia islamica. Premesso questo fondamentale punto di partenza, si pongono da subito i problemi attuali. Quasi il 90 % dei mussulmani si riconoscono nella sunnah , “il sentiero ben battuto”, che si considera aperto da Abu Bakr al Saddiq, amico personale di Muhammad, il Profeta, suo successore e primo califfo khalifa, letteralmente “vicario” del Profeta, dal 632 al 634 d.C. Ma da subito i problemi si pongono per la scelta di un criterio base per organizzare le modalità della successione. Non entriamo nei complessi dettagli della problematica ma è qui che si colloca la insanabile linea di divisione che contrappone i sunniti nel loro complesso agli sciiti, quelli della sci’a ovvero quelli del “gruppo”. Gli sciiti rivendicano il diritto alla guida dell’islam, letteralmente “sottomissione”, richiamandosi alla continuità con la discendenza da Ali, cugino e genero del profeta in quanto marito della figlia Fatima. Ali, parente acquisito di Muhammad, divenne il quarto califfo, ma anche primo imam. Si pone anche la differenza di senso tra califfo, il vicario del capo e quindi qualcuno che esercita potere, e imam, “colui che sta davanti”, la guida che conosce la strada. Entrambe le titolature sono presenti tra sunniti che si affidano semplicemente alla tradizione e sciiti che scelgono il messaggio rivelato attraverso coloro che possono contare su un legame di parentela con il profeta. Al Husayn, figlio secondogenito del primo imam Ali legittimo successore nella linea genealogica del profeta alla guida dei mussulmani, è per gli sciiti il martire per eccellenza. Muore nella battaglia di Kerbela del 10 ottobre 680 vinta dalle truppe degli omayadi, sunniti di Damasco, nella lotta che si scatena da subito per l’eredità spirituale del Profeta. Quella battaglia segna la rottura definitiva tra sunniti e sciiti sino ad oggi. Il mondo sciita in particolare, almeno in parte, si pone nella prospettiva dell’attesa di un evento finale che sarà aperto dalla comparsa del Mahdi, “il ben guidato”, identificato anche con il “dodicesimo imam” o l’imam in occultamento. Lo sciismo duodecimano è attualmente maggioritario in Iran. Con la sua impostazione “escatologica” questo tipo di sciismo costituisce un elemento fortemente galvanizzante nello scontro che contrappone l’Iran, ma anche altri paesi islamici sciiti come Bahrein e Yemen, con il mondo islamico sunnita, in particolare quello wahabita fortemente presente in Arabia Saudita, negli Emirati Arabi Uniti e in Qatar. Sunnita è il wahabismo, movimento di riforma islamica ultraintegralista fondato da Muhammad al Wahab arabo di Riyad ( 1703 -1792), sostenuto da Muhammad ibn Saud (+1765) fondatore dell’emirato di Dir iyya, primo Stato Saudita. Il wahabismo coinvolge i Taleban e Osama bin Laden con una diffusione di vasto raggio in tutto il mondo, è presente anche negli Stati Uniti (California e non solo ). Dietro tutto questo rimane la proposta di un modello comportamentale che in tutte le sue manifestazioni chiama in causa l’obbligo di seguire una tradizione basata sul vincolo normativo rappresentato da un “testo eccellente “. E’ il Corano al Quran, letteralmente Lettura, trasmesso oralmente in arabo da Allah, el Ilah, il Dio, a Muhammad per essere divulgato a tutta l’umanità e da tutta l’umanità accettato. Accanto al Corano sunniti e sciiti possono comunque contare su altri testi che trasmettono la tradizione in forma per così dire leggera, attraverso racconti, aneddoti personali negli svariati hadith. La piu nota ed importante raccolta è costituita da I detti e i fatti del profeta dell’Islam“ di Al Bukhari persiano di Bukhara, vissuto tra 810-870 d.C. (il testo è disponibile anche in ottima traduzione italiana) Ileana Chirassi Colombo un i3triestenew s 2 La Basilica civile Il faro romano RISCRIVERE LA STORIA DI TERGESTE La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo per le sue implicazioni storico-archeologiche e per la valenza scientifica che sottende. In città, è vero, se ne è parlato, ma l’eco si è spenta rapidamente e non le è stata attribuita l’importanza che, invece, meritava. Tutto ha avuto inizio da un articolo apparso sulla prestigiosa rivista americana “Journal of Archaeogeological Science” dove l’archeologo del "Centro di Fisica SperiIl sito mentale Abdus Salam", Federico Bernardini, in collaborazione con il “Centro Studi e Ricerca Enrico Fermi” di Roma, annunciava la scoperta del più antico Castrum romano rinvenuto in Europa, sul Colle di San Rocco, prospicente la Baia di Muggia. Perché la scoperta è di primaria importanza? In primo luogo perché sposterebbe di circa 120 anni a ritroso la nascita di Tergeste, in un luogo diverso da quello finora considerato dagli storici; in seconda battuta in quanto il rilevamento è avvenuto per mezzo di una tecnologia innovativa ( LIDAR: Light Detection and Raging) che, grazie all’uso di un fascio laser montato su elicottero, permette di ottenere mappe tridimensionali, anche attraverso la copertura boschiva. dell’obiettivo. Il ritrovamento è avvenuto per caso. Bernardini e la sua squadra cercavano un Castelliere sulle alture che sovrastano Muggia, come ipotizzato da Marchesetti La ricostruzione del Castrum i primi anni del ‘900, quindi una struttura a pianta circolare, quando si sono, invece, imbattuti in un perimetro di forma rettangolare, dalle dimensioni di 13 campi di calcio, protetto da imponenti manufatti difensivi e corredato da due strutture fortificate più piccole sulle alture adiacenti. Disegni di Claudio Gentile Il teatro romano L’origine romana del sito è stata confermata dal rinvenimento di frammenti di anfore greco-italiche del III e II sec. a.C. realizzate con materie prime vulcaniche, tipiche del Lazio e della Campania. E’ stato trovato pure un chiodo di ferro proveniente dalle calzature portate dai Legionari (calighe), che indica il ruolo strategico-militare che il castrum ha avuto, almeno fino al 50 a.C. L’adiacente Torrente Rosandra costituiva, inoltre, un prezioso sostegno logistico per l’approvvigionamento idrico della guarnigione e per le abitazioni civili che, inevitabilmente, si sviluppano sempre a ridosso degli insediamenti militari. Quanto alla datazione, Tito Livio nelle sue Cronache “Ab Urbe Condita”, narra delle guerre combattute contro gli Istri tra il 181 e il 177 a.C. e delle Legioni che, muovendo dal Lacus Timavi verso oriente, si garantirono una favorevole posizione strategica (il Colle di San Rocco) e una baia naturale protetta (quella di Muggia) alle porte dell’Istria. Quindi, Tergeste (1) non era ancora Tergestum (2), quando i primi nuclei abitativi incominciarono a radicarsi intorno a San Rocco, sotto l’ombrello protettivo del Castrum e delle Legioni romane. In poco più di un secolo, sconfitti definitivamente gli Istri, man mano che l’importanza militare di San Rocco L'Arco di Riccardo veniva meno, l’asse degli interessi politici, militari ed economici si spostava verso occidente, sul Colle di San Giusto, ai piedi del quale, poi, si è sviluppata la città. San Rocco, persa la sua importanza, si ricopriva di vegetazione e cadeva nell’oblio della storia per tornare, dopo ventidue secoli, a rivendicare orgogliosamente il suo ruolo di perno fondante dell’antica Tergeste. La Bora, che in quei luoghi soffia con particolare ferocia, limitando ogni attività agricola e antropica in genere, ha contribuito a preservare , quasi intatta, questa preziosa testimonianza che, piaccia o non piaccia, in qualche modo costringe a riscrivere la storia delle origini di Tergeste. Mario Grillandini NOTE: (1) TERGESTE, nome di origine preromana. Lingua di popolazioni indoeuropee. TERG= mercato; ESTE- , tipico dei toponimi Venetici; (2) TERGESTUM, citato da Strabone, vissuto in età augustea. TER= tre; GERERE BELLUM= Tre guerre combattute contro gli Istri. Il petrolio e il porto di Trieste Lunedì 11 gennaio 2016 Umberto Centa inizia un ciclo di 3 incontri durante i quali descriverà il rapporto tra Trieste ed il mondo del petrolio, con particolare riguardo al panorama petrolifero nell'area mediterranea, cercando di spiegare ai non profani i perché del calo del prezzo del barile verificatosi negli ultimi tempi. Argomenti di indubbio interesse anche per gli iscritti attenti alla battaglia per la riduzione dell'anidride carbonica nell'atmosfera terrestre di cui il recente congresso di Parigi rappresenta un passo importante. Bisognerà fare a meno, in tutto o in parte, della realtà petrolifera odierna. Scopo degli incontri, quindi, consentire ai partecipanti di giudicare con proprietà i passi futuri verso un mondo “decarbonatato”. un i3triestenew s 3 Socrate Newton Einstein La realtà non è come ci appare Quando Einstein, scoprendo risposte più idonee di quelle date da Newton, ha mostrato che Newton Socrate disse di “ritenere” che la Terra fosse sferica. sbagliava, ha confermato l'affidabilità della scienza! Aggiunse: “Non sono sicuro”. Ecco il riconoscimento dei limiti del sapere del proprio Le conquiste scientifiche, in altre parole, non sono definitive. Sono sempre suscettibili di essere tempo. migliorate. La scienza è la ricerca delle risposte più Questa consapevolezza della nostra ignoranza è il attendibili , non delle risposte certe. cuore del pensiero scientifico. Perché quello che sappiamo, o crediamo di sapere, può L'avventura della scienza, anche se affonda le sue risultare impreciso o addirittura sbagliato. La scienza radici nel sapere precedente, ha la sua essenza nel cambiamento. La natura del pensiero scientifico è nasce proprio da questo atto di umiltà: non fidarsi critica, insofferente di ogni “verità intoccabile”. La delle proprie intuizioni. Non impariamo alcunché se ricerca si nutre di una radicale mancanza di certezze. pensiamo di sapere già l'essenziale. Se nessuno avesse sollevato dubbi, saremmo ancora a E accettare l'incertezza del nostro sapere significa ritenere che la Terra poggia su una grande tartaruga... accettare di vivere immersi nel mistero. Viviamo con domande alle quali non sappiamo dare risposta. (Non Anche il pensiero più efficace, come quello dovuto a lo sappiamo ora o non lo sapremo mai?) Newton, può rivelarsi inadeguato, come ha mostrato Vivere così è uno stimolo continuo, incessante, a Einstein. Si potrebbe obiettare: “se non possiamo essere sicuri cercare di guardare oltre, di provare a spiegare quello che non sappiamo. di nulla, quale affidamento possiamo fare sulla E cercare di guardare più lontano, di andare più scienza?” La risposta è semplice: la scienza è affidabile perché ci lontano, mi sembra la strada più bella e, soprattutto, dà le risposte migliori che abbiamo in questo la più onesta. momento. Le risposte migliori trovate fino ad oggi. Se si troveranno risposte preferibili, queste ultime Maria Luisa Princivalli diventeranno scienza. Nel cielo del mio tramonto, Amore di mamma, di nonna, quando ormai la notte s’avvicina, l’amor si risveglia nel mio arso cuore. brillan tre fulgide stelle Spariscon le stelle , che illuminan il buio il mio mondo tace della mia vita presente. e giaccio sommersa in un mesto torpore, Basta un abbraccio, un bacio, un sorriso aspettando ancora che giunga la sera . e il mio cuore sussulta d’amore Nelly Poesia scritta dalla signora Nelly Mauro, una delle primissime iscritte della Sezione di Muggia un i3triestenew s 4 Riassumiamo quindi brevemente le tre grandi tappe dell’evoluzione della scrittura: 1) fase precalligrafica (inizio apprendimento – fino agli 8 anni). In questa fase il bambino deve superare Perché i bambini disegnano? Sicuramente per comunicare le principali difficoltà grafomotorie (tremori, riprese, i propri pensieri, sentimenti, paure. Questa funzione contorsioni, deviazioni), per cui la scrittura manca di fermezza nel tracciato; assume maggior valenza nei bambini che frequentano la 2) fase calligrafica (intorno ai 9-10 anni). E’ definita scuola primaria, poiché non sanno ancora scrivere ed utilizzano il disegno come strumento privilegiato di “l’età dell’oro della scrittura” perché il bambino è in comunicazione non verbale. grado di padroneggiare il gesto, l’ansia da Lo scarabocchio prima ed il disegno poi: prestazione è superata, la velocità non è ancora richiesta. La scrittura presenta un aspetto neutro che 1. favoriscono la comunicazione tra adulto e bambino; soddisfa l’insegnante la quale richiede soprattutto 2. permettono di esplorare il suo mondo istintivo ed affettivo; ordine e leggibilità; 3. permettono di essere analizzati anche dopo la loro 3) fase post-calligrafica ha inizio dalla creazione; preadolescenza in poi (dopo i 10-12 anni). In questa fase il soggetto rimette in discussione l’equilibrio 4. permettono di seguire lo sviluppo psicomotorio del precedentemente raggiunto per affrancarsi dalle bambino per cogliere tempestivamente situazioni di disagio. norme calligrafiche e per creare una scrittura più Il bambino inizia la sua attività grafomotoria con il personale, alla ricerca di una maggiore efficienza e di una migliore personalizzazione. disegno per poi passare all’imitazione di forme calligrafiche. Ma mentre il bambino che disegna segue un Non ci sorprende che questo cammino così complesso proprio impulso espressivo, il bambino che impara a possa comportare delle difficoltà di vario tipo legate alla scrivere deve passare dal mondo dell’immaginazione, in motricità fine e all’organizzazione grafica in generale, cui si sente padrone assoluto, ad un mondo in cui vigono senza che intervengano problemi di carattere intellettivo od organico. delle regole e delle restrizioni ben precise. La scrittura è un atto complesso sul piano neurologico ed Il soggetto in difficoltà produce una scrittura lenta, impegna la motricità globale del corpo e la motricità fine illeggibile, faticosa, con ripercussioni inevitabili nel della mano. Come il disegno anche la scrittura segue delle processo di apprendimento e di scolarizzazione. tappe evolutive ognuna delle quali integra le fasi E’ quindi molto importante seguire l’evoluzione del disegno e della scrittura per prevenire situazioni di precedenti attraverso un processo continuo di disagio che possono influenzare lo sviluppo della adattamento fino all’acquisizione degli automatismi grafici. personalità del bambino e la sua motivazione allo studio. IL DISEGNO E LA SCRITTURA DEL BAMBINO: RELAZIONI E PROBLEMATICHE Maria Teresa Brugnoli un i3triestenew s 5 L’lVANOV DI ANTON P.CECHOV Quest’anno il Teatro Rossetti ha messo in scena con successo “Ivanov”, uno dei primi drammi di Cechov in cui ci sono già i germi dei futuri capolavori. La trama è semplice: Ivanov è un proprietario terriero con interessi intellettuali ma la cui vita, come altri della sua classe,è in crollo totale. La sua mancanza di concretezza l’ha portato alla rovina finanziaria. Egli travolge con sé l’infelice moglie Sara, ebrea, che per lui ha lasciato la famiglia e cambiato religione e Sascia, la fanciulla che gli offre il suo amore e vorrebbe salvarlo. Il suo dramma interiore è acuito dal tarlo di una ragione lucida che esamina il caos dell’anima sconvolta e non trova via di salvezza. Ivanov, di caduta in caduta, non sa più ricostruire la propria esistenza e si uccide. L’azione è essenziale, la psicologizzazione delle situazioni, delle scene e delle azioni dei personaggi è resa con l’introduzione di piccoli caratteristici ma non casuali particolari della struttura della vita e dell’ambiente e, per la prima volta nella drammaturgia russa, l’autore utilizza il gioco delle pause Cechov non introduce innovazioni radicali ma segue gli schemi della precedente drammaturgia. Il dramma è costruito sul protagonista, Ivanov, un solo carattere molto ben definito, mentre le altre figure sono ben delineate ma solo alcune si fondono nell’atmosfera creata dal protagonista, altre restano marginali, mentre nei drammi maggiori i caratteri spariranno e la macchietta e la caricatura rimarranno nell’atmosfera del dramma solo per valorizzarlo con effetti di contrasto. Nel dramma sono presenti inoltre elementi dello stile melodrammatico del tempo, come il suicidio di Ivanov, che perde di forza drammatica perché appare come la conseguenza di una malattia mentale più che di un crollo interiore. In complesso l’opera è ricca di pregi, essa già crea un’intensa atmosfera e soprattutto nei primi due atti ha un’azione sviluppata e conclusiva che non sempre si riscontra in lavori più perfetti. L’Ivanov(1888) è stato il primo tentativo di rinnovare la drammaturgia contemporanea ma fu ignorato dalla critica del tempo, come anche il dramma “Lesij”, prima versione dello “Zio Vanja”. Il Gabbiano (1896) fece fiasco alla sua prima al Teatro Aleksandrinskij, che non aveva saputo capire e valorizzare l’innovazione artistica di Cechov, mentre trionfò rimesso in scena dal Teatro d’arte in una rappresentazione memorabile, che guadagnò all’autore e al teatro un successo unanimemente riconosciuto dalla critica e dal pubblico. Questo successo non è venuto mai meno, i drammi di Cechov oggi sono tra le opere più amate dagli spettatori di tutto il mondo per l’universalità del loro contenuto e la profondità psicologica dei suoi personaggi. Laura Accerboni IL LODEN VERDE Francesco Fabiani, così si chiamava il professore di filosofia e psicologia delle superiori, ed era il mio incubo. Era solito somministrarci test psico-attitudinali…credo, all’avanguardia per quei tempi. Test valutati con punteggi; i miei erano sempre (e non so come) piuttosto alti. A nulla valevano le scuse che producevo per giustificare il mio cattivo rendimento nella materia. Non studiavo, era ovvio. Fabiani era un giovane supplente, a quei tempi, non molto alto e con una grossa testa che spuntava dal colletto del loden verde. Andata in pensione, ho deciso di non mettere a riposo la testa e di capire, finalmente, se di filosofia non ne capivo proprio niente, oppure se era stata solo la mia cattiva volontà a inanellare una serie di brutti voti in quella materia. Martedì pomeriggio, ore 15.30 Kierkegaard, una coscienza infelice. Antiche reminescenze mi dicono che è sicuramente un filosofo il signor Kierkegaard. Eccomi…aula Quasimodo, pronta con un quaderno per gli appunti e penna in mano. Nel corridoio tra le sedie un loden verde avanza verso la pedana dove il professore terrà la sua lezione, la testa grossa che spunta dal colletto. Patrizia Giurgevich un i3triestenew s 6 DRONI: SE NE PARLA TANTO MA LI CONOSCIAMO DAVVERO? In questa categoria ricadono aeromobili molto diversi tra loro. Molto diffusi sono i multicotteri (generalmente Se consultiamo Wikipedia troviamo questa piccoli, meno di 25 kg) che si sostengono in aria grazie definizione: Un aeromobile a pilotaggio remoto o a quattro, sei o otto eliche. APR, comunemente noto come drone, è un velivolo In realtà un drone è un qualsiasi veicolo semovente caratterizzato dall'assenza del pilota umano a bordo. (terrestre, aereo, subacqueo ecc.) in grado di muoversi autonomamente grazie ad un computer di bordo che gestisce "motori sensori gps ecc". programmato e controllato da un operatore esterno. Pur essendo il drone una macchina complessa non è impossibile autocostruirlo (parliamo di droni di piccole dimensioni ovviamente! ) anche se è richiesta una certa capacità manuale per assemblarlo “meccanicamente” e discrete conoscenze elettronico-informatiche per Il suo volo è controllato dal computer a bordo del collegare la parte elettronica centrale con i motori, i velivolo, sotto il controllo remoto di un navigatore o vari sensori, il gps ecc. e per installare il software nella pilota, sul terreno o in un altro veicolo. L'inclusione del memoria del computer che gestisce tutte le parti del termine aeromobile sottolinea che, indipendentemente drone. dalla posizione del pilota e/o dell'equipaggio di volo, le Oggi si trovano in commercio moltissimi tipi di droni operazioni devono rispettare le stesse regole e le acquistabili facilmente su siti on line (Amazon, eBay, procedure degli aerei con pilota ed equipaggio di volo a HobbyKing, Aliexpress, Banggood e altri) con prezzi che bordo. variano da pochi euro a qualche migliaio. Il loro utilizzo è ormai consolidato per usi militari e Fino a pochi anni fa non era così: chi voleva un drone crescente anche per applicazioni civili, ad esempio in doveva costruirselo in proprio; in genere sono stati gli operazioni di prevenzione e intervento in emergenza appassionati di modellismo dinamico che, partendo da incendi, per usi di sicurezza non militari, per sorvemodellini di elicotteri radiocomandati, hanno iniziato a glianza di oleodotti, con finalità di telerilevamento e costruire i primi multi-elicotteri a quattro eliche che in ricerca e, più in generale, in tutti i casi in cui tali sistemi seguito, grazie a schede dotate di processori (arduino), possano consentire l'esecuzione di missioni "noiose, sono diventati droni. Sono nati molti gruppi e moltissporche e pericolose", spesso con costi minori rispetto simi siti internet dove si trovano tutte le istruzioni su ai velivoli tradizionali. come costruirsi un drone ed anche per quanto riguarda Se invece consultiamo un altro sito troviamo: i componenti è facile reperirli in internet nei siti sopra Un drone è un velivolo a pilotaggio remoto, un aereo citati. radiocomandato che grazie al GPS e sofisticati sensori Costruire un drone darà sicuramente grande (accelerometri, barometri, bussola, sonar e radar) è in soddisfazione (sempre che alla fine sia disposto a volare) ma è bene saper sin dall’inizio che si perderà grado di avere una certa autonomia nel volo, fino a moltissimo tempo e verrà a costare molto di più che poter volare in modo completamente automatico. non acquistarlo bello e pronto e alla fine facilmente si schianterà da qualche parte. Ma il bello ( forse?) è proprio questo ricominciare da capo che l’avventura continua… Alessandro Predonzan un i3triestenew s 7 MUSICA PER LA VITA L'Ordine dei Medici, Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, la nostra UNI3, il BNL e la Contrada hanno unito le loro forze in favore di Telethon ed hanno promosso il Concerto “Musica per la Vita”, svoltosi al teatro della Contrada lo scorso 15 dicembre. Andrea Binetti con il presidente dell'Ordine dei medici Claudio Pandullo e la presentatrice Daniela Ferletta. Il pubblico presente, la cui generosità ha più che ricompensato le capacità degli artisti e lo sforzo degli organizzatori, ha potuto apprezzare le performances degli ACOUSTIC TUMBLING, gruppo rock nato nell'ambito dei medici triestini, che ha eseguito alcuni brani del repertorio folk/country dei Rolling Stones e a seguire la SERENADE ENSAMBLE, formazione con impostazione classica (con violoncello, flauti, chitarre acustiche) che ha eseguito diversi brani di Fabrizio De Andrè. I Serenade Ensamble Gli Acoustic Tumbling E’ stata quindi la volta di ANDREA BINETTI, cantante d'opera e di operetta ben noto a Trieste ed anche ai soci della nostra Associazione, il quale ha proposto alcuni brani d'operetta, di musical e canzoni italiane d'autore. In chiusura di serata si è esibita la CLUB 5, band di cui fanno parte il nostro presidente Lino Schepis ed il Vicepresidente Franco Ban, che ha eseguito ben 12 brani del loro repertorio rock/pop USA, inglese e italiano degli anni '60, tra i quali "Sloop John B" dei Beach Boys, "Sixteen Tons" dei Platters in un'originale versione corale, "Along came Jones", divertente brano country dei Coasters che ammicca scherzando a Gary Cooper, "Knocking on Heaven's Door" di Bob Dylan. Il club 5 Alla fine il pubblico, più che soddisfatto, ha lungamente applaudito gli artisti, mentre gli organizzatori da parte loro hanno rivolto un caloroso applauso alla generosità del pubblico, le cui offerte sono state interamente devolute a Telethon. Lino Schepis, nostro presidente, in azione un i3triestenew s 8 Iniziative Uni3 Il pranzo di Natale a Trieste il 22 dicembre al Ristorante dell'Hotel Greif Maria Theresia Il pranzo di Natale a Muggia l'11 dicembre all'Hotel Ristorante al Lido Visita guidata a Kleine Berlin Martedì 19 gennaio 2016 - ore 10.00 RITROVO: alle ore 09.45 in via Fabio Severo (di fronte al civico n°11) INGRESSO: alle ore 10.00 per la visita guidata all'insieme di gallerie ricovero antiaereo costruito dall'esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale . ISCRIZIONE presso la segreteria entro il 15 gennaio. Costo 3 euro. Minimo 15 partecipanti. Il percorso è in galleria illuminata Visita alla mostra di TAMARA DE LEMPICKA Visita al FERMI Area Science Park di Basovizza La visita avrà luogo il giorno 22 gennaio 2016 alle ore 11. Condurranno la visita la prof.ssa Maria Luisa Princivalli e il ricercatore dott. Riccardo Cucini La visita è preceduta da una serie di lezioni preparatorie a cura del dott. Cucini; il suo linguaggio è semplice ma altamente descrittivo. Per raggiungere il FERMI da Trieste città - linea 51 in partenza dalla Stazione Centrale (piazza Libertà) alle ore 10.00 ferma di fronte alla sede della Regione in via Carducci 5. Chi intende partecipare alla visita deve dare il nominativo in segreteria, segnalando l'eventuale disponibilità di autovettura. La visita è gratuita Verona, 29 gennaio 2016 Accompagna la prof.ssa Fabienne Mizrahi Programma Ritrovo ore 7.00 in Piazza Oberdan Partenza ore 7.15 Arrivo a Verona alle ore 11.00 circa Ingresso alla mostra 1° gruppo ore 12.00 2° gruppo ore 13.30 Partenza da Verona alle ore 16.00 Rientro a Trieste alle ore 19.30 circa Costo: 45 euro comprensivo di pullman, ingresso e assicurazione La docente terrà una conferenza di preparazione alla visita in data da definirsi. Iscrizione in Segreteria entro mercoledì 13 gennaio 2016 Numero minimo per l’effettuazione della visita 35 persone “Uni3TriesteNews” è una pubblicazione della Università della Terza Età “Danilo Dobrina” collegata al sito www.uni3trieste.it Comitato di redazione: Eugenio Ambrosi (direttore), Mario Grillandini (vice direttore), Luigi Milazzi, Nicola Archidiacono, Biagio Mannino, Bruno Pizzamei. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI TRIESTE DD.- 10/07/2015 N° 12/2015 E N° 2039/2015 V.G. REGISTRO INFORMATICO. un i3triestenew s 9