Modelli di pianificazione strategica
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Modelli di pianificazione strategica
Modelli di pianificazione strategica Alberto F. De Toni Università di Udine Udine, Gennaio 2005 2 SOMMARIO EROSIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO (D (D’Aveni) Aveni) 3 MODELLI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA (Mintzberg (Mintzberg)) SCENARI DI INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE SVILUPPO DELLA STRATEGIA (Stacey (Stacey)) CONCLUSIONI 1 3 SOMMARIO EROSIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO (D (D’Aveni) Aveni) 3 MODELLI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA (Mintzberg (Mintzberg)) SCENARI DI INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE SVILUPPO DELLA STRATEGIA (Stacey (Stacey)) CONCLUSIONI 4 OGNI VANTAGGIO VIENE EROSO I tentativi di mantenere lo status quo sono efficaci quasi quanto l'ammucchiare sabbia contro l'avanzare dell'alta marea (D’Aveni, 1995, pag. 10) 2 5 LA MIGLIORE DIFESA E’ L’ATTACCO Nelle situazioni rapidamente mutevoli è appropriato ricorrere a successioni di attacchi reiterati (D’Aveni, 1995, pag. 15) 6 SOMMARIO EROSIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO (D (D’Aveni) Aveni) 3 MODELLI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA (Mintzberg (Mintzberg)) SCENARI DI INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE SVILUPPO DELLA STRATEGIA (Stacey (Stacey)) CONCLUSIONI 3 MODELLO BASE DI PIANIFICAZIONE 7 (Mintzberg, 1996, pag. 26) 8 STRATEGIA DELIBERATA ED EMERGENTE (Mintzberg, 1996, pag. 16) 4 9 MODELLI DI SVILUPPO DELLA STRATEGIA Mintzberg distingue tre classi: 1. Modello della pianificazione 2. Modello della visione imprenditoriale 3. Modello dell'apprendimento attraverso l'esperienza 10 1. MODELLO DELLA PIANIFICAZIONE 1. La determinazione della strategia è un processo voluto, consapevole e controllato. 2. II risultato della strategia è relativamente standardizzato. 3. La posizione di vertice (presidente, amministratore delegato) è il maggior responsabile della progettazione della strategia dell'organizzazione. 4. L'attuazione della strategia segue la sua determinazione in un un periodo di tempo specificato. 5. Il processo di pianificazione dà dà origine a strategie pienamente sviluppate, formulate e rese note in vari modi. 6. Esiste uno staff centrale. 5 11 2. MODELLO DELLA VISIONE IMPRENDITORIALE 1. La formulazione della strategia è un processo semiconscio che ha luogo nella mente del leader intraprenditore. intraprenditore. 2. Una lunga esperienza permettono all’ all’imprenditore di costruirsi una visione, uno scenario riguardo al business futuro. 3. La visione serve da ombrello sotto la cui protezione assumere decisioni e sviluppare programmi e attività attività. 4. La visione deve rimanere informale e personale per salvaguardare salvaguardare la sua fertilità fertilità e flessibilità flessibilità. 12 3. MODELLO DELL’APPRENDIMENTO ATTRAVERSO L’ESPERIENZA 1. La determinazione strategica è un processo evolutivo di tipo iterativo, che richiede un mutuo scambio. 2. La strategia è un modello originato da input ricevuti dal mondo esterno nel momento in cui viene attuata. 3. La strategia è come una scultura. Chi l'elabora deve avvicinarsi alla sua creazione con grande sensibilità sensibilità e deve essere sempre pronto a rivedere il cammino intrapreso. 4. Le strategie possono emergere dalle dinamiche di una organizzazione. 5. Il processo di fecondazione può essere sia spontaneo sia pilotato. pilotato. 6 13 EMERGENZA DELLE STRATEGIE (1) 1. Le strategie nascono e si sviluppano inizialmente come erbacce in in un giardino, non sono coltivate come pomodori in una serra. La strategia emergente, al pari dell'erbaccia, può diventare diventare ciò che ha più più valore (un po' come gli europei gradiscono in insalata le foglie della più più famosa erbaccia d'America, il tarassaco). 2. Le strategie possono attecchire dappertutto, praticamente ovunque ovunque le persone abbiano la capacità capacità di apprendere e le risorse necessarie per alimentare tale capacità capacità. 3. Tali strategie risultano organizzative quando diventano patrimonio patrimonio collettivo, quando i modelli si diffondono influenzando il comportamento comportamento dell'organizzazione in generale. 14 EMERGENZA DELLE STRATEGIE (2) 4. I processi di proliferazione possono essere consapevoli, ma non non necessariamente; analogamente possono essere gestiti, ma non necessariamente. 5. Le nuove strategie, che possono emergere a getto continuo, tendono tendono a pervadere l’ l’organizzazione durante i periodi di cambiamento che intercalano periodi di continuità continuità. A volte si raccoglie quanto non seminato. 6. Gestire tale processo non significa precostituire strategie, bensì bensì riconoscerne l'emersione, intervenendo quando è opportuno. Un'erba nociva, una volta individuata, è senz'altro meglio che sia estirpata immediatamente, ma una che sembra in grado di produrre frutti va osservata, e talvolta è addirittura utile costruirvi intorno una serra. 7 15 APPROCCIO ANALITICO E SINTETICO Approccio analitico Approccio sintetico Approccio analitico e sintetico Problema Processo logico Soluzione Riaggregazione elementi Intuizione Riconfigurazione (adattamento da Ohmae, 1985, pag. 10) 16 SOMMARIO EROSIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO (D (D’Aveni) Aveni) 3 MODELLI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA (Mintzberg (Mintzberg)) SCENARI DI INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE SVILUPPO DELLA STRATEGIA (Stacey (Stacey)) CONCLUSIONI 8 17 STRATEGIA Definizione di: • Quali prodotti/servizi • Per quali mercati • Con quali modalità • Con quali risorse finanziarie 18 AZIONE Caratteristiche: • Attuazione della strategia deliberata • Apprendimento sul campo • Individuazione della strategia emergente 9 19 STRATEGIA VERSUS AZIONE VARIABILI ATTIVITA’ STRATEGIA AZIONE Classi di strategia Strategia deliberata Strategia emergente Posizione del management In cabina di regia Sul fronte operativo Orientamento prevalente Controllo Apprendimento 20 INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE: 4 SCENARI FORTE 4 L’azione prevale Sindrome da “movimento” 1 Assenza di interazione DEBOLE Intensità dell’interazione con la strategia AZIONE 3 Sindrome da “trincea” Interazione equilibrata Sintonia tra strategia ed azione 2 La strategia prevale Sindrome da “comando” DEBOLE FORTE Intensità dell’interazione con l’azione STRATEGIA 10 SCENARIO 1 – ASSENZA DI INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE 21 SINDROME DA “TRINCEA” – Approccio statico 1 STRATEGIA SBAGLIATA STRATEGIA ED AZIONE GIUSTE Legenda: SBAGLIATA AZIONE GIUSTA 2 4 3 Q= quadrante Q1= successo pieno Q2= insuccesso totale STRATEGIA ED AZIONE SBAGLIATE AZIONE SBAGLIATA SBAGLIATA GIUSTA Q3= insuccesso totale Q4= insuccesso totale STRATEGIA 22 SCENARIO 2 – LA STRATEGIA PREVALE SULL’AZIONE SINDROME DA “COMANDO” – Approccio dinamico 1 Legenda: Q= quadrante Q1= successo pieno Q2= insuccesso totale (+ costi di riposizionamento) SBAGLIATA AZIONE GIUSTA 2 4 3 Q3= successo parziale (costi di riposizionamento) Q4= insuccesso totale SITUAZIONI STABILI SITUAZIONI INSTABILI GIUSTA SBAGLIATA STRATEGIA 11 23 SCENARIO 3 – L’AZIONE PREVALE SULLA STRATEGIA SINDROME DA “MOVIMENTO” – Approccio dinamico 1 Legenda: Q= quadrante Q1= successo pieno Q2= successo parziale (costi di riposizionamento) SBAGLIATA AZIONE GIUSTA 2 4 3 Q3= insuccesso totale (+ costi di riposizionamento) Q4= insuccesso totale SITUAZIONI STABILI SITUAZIONI INSTABILI GIUSTA SBAGLIATA STRATEGIA SCENARIO 4 – INTERAZIONE EQUILIBRATA TRA STRATEGIA ED AZIONE 24 SINTONIA TRA STRATEGIA ED AZIONE – Approccio dinamico 2 Legenda: 1 Q1= successo pieno Q2= successo parziale (costi di riposizionamento) SBAGLIATA AZIONE GIUSTA Q= quadrante 4 Q3= successo parziale 3 (costi di riposizionamento) Q4= successo parziale (costi di riposizionamento) SITUAZIONI STABILI SITUAZIONI INSTABILI GIUSTA SBAGLIATA STRATEGIA 12 25 EFFICACIA DEI QUATTRO SCENARI DI INTERAZIONE FORTE GIUSTA SCENARIO 3 SCENARIO 4 SINDROME DA “MOVIMENTO” 1 successo pieno 1 successo parziale 2 insuccessi totali 4 SINTONIA TRA STRATEGIA E AZIONE 1 successo pieno 3 successi parziali 2 SINDROME DA “COMANDO” 1 successo pieno 1 successo parziale 2 insuccessi totali 3 SBAGLIATA AZIONE DEBOLE GIUSTA SCENARIO 2 SCENARIO 1 SINDROME DA “TRINCEA” 1 successo pieno 3 insuccesso totali 1 SBAGLIATA SBAGLIATA GIUSTA SBAGLIATA DEBOLE GIUSTA FORTE Situazioni STABILI Situazioni INSTABILI STRATEGIA 26 AZIONE INTENSITA’ DELL’INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE 3 SINDROME DA “MOVIMENTO” 4 SINTONIA TRA STRATEGIA ED AZIONE APPROCCIO DINAMICO APPROCCIO STATICO 1 2 SINDROME DA “TRINCEA” SINDROME DA “COMANDO” STRATEGIA 13 27 CIRCOLARITA’ TRA STRATEGIA ED AZIONE Strategia e azione non si pongono in un rapporto di finefinemezzo, ma si configurano entrambi come mezzo di un'unica finalità finalità Strategia Apprendimento Dinamico Azione (Poggi, 1998, pag. 225) 28 SOMMARIO EROSIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO (D (D’Aveni) Aveni) 3 MODELLI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA (Mintzberg (Mintzberg)) SCENARI DI INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE SVILUPPO DELLA STRATEGIA (Stacey (Stacey)) CONCLUSIONI 14 29 COSTRUZIONE DELLA AGENDA DELLE OPPORTUNITA’ STRATEGICHE ¾ L'obiettivo è quello di far emergere le potenziali opportunità opportunità che andranno a costituire l'agenda strategica dell'impresa. ¾ L'agenda è dinamica e la lista degli argomenti e delle potenziali opportunità opportunità è in continuo mutamento: compaiono nuove opportunità opportunità e ne scompaiono altre. L’ L’agenda è il fulcro del processo strategico. ¾ II processo di redazione dell'agenda deve essere di amplificazione amplificazione e non di contenimento. Si analizzano le conseguenze anche dei piccoli cambiamenti. ¾ La conseguenza è uno stato confusionale e una continua insorgenza di conflittualità conflittualità (orlo del caos). (Stacey, 1996) 30 FASI DI COSTRUZIONE DELLA AGENDA DELLE OPPORTUNITA’ STRATEGICHE ¾ 1. Selezione delle questioni di cui occuparsi. ¾ 2. Diffusione di tali questione in tutta l'organizzazione per attirare attirare l'attenzione su di esse. ¾ 3. Confusione, dissenso, perdita d'impegno nel modo di fare le cose come in passato, alterando così così l'ordine esistente e preparando il terreno per il nuovo. ¾ 4. Processo spontaneo di autoorganizzazione: autoorganizzazione: lo stesso osservabile in altri sistemi natturali guidati da meccanismi non lineari di retroazione. (Stacey, 1996) 15 31 WORKSHOP STRATEGICI ¾ Sono delle riunioni tenute periodicamente in cui discutere ed esplorare le opportunità opportunità strategiche. ¾ La riunione viene tenuta in modo informale e destrutturato e le persone vengono invitate a queste riunioni per il contributo che possono offrire, non per il loro status. ¾ Il compito in queste riunioni non è di prendere decisioni ma esplorare opportunità opportunità. (Stacey, 1996) 32 CREATIVITA’: PENSIERO DIVERGENTE E CONVERGENTE (Foster - Kaplan, 2001, pag. 135) 16 33 CLIMA DIALETTICO DI SFIDA ¾ Il vertice aziendale deve mettere in discussione cultura e valori d'impresa, e sforzarsi ad aprirsi alle discussioni con i propri subordinati. ¾ I leader sono dei creatori di sfide e di discussioni. Esercitano influenza sulla direzione strategica attraverso l'intervento nel contesto delle scoperte strategiche, delle scelte e delle azioni. ¾ I leader assicurano una sufficiente stabilità stabilità in un processo confuso e incerto. Combinano in continuazione l'ordine con il disordine. (Stacey, 1996) 34 ORIENTAMENTI PER I MANAGER ¾ Non è possibile controllare né né lo sviluppo aziendale di lungo periodo né né la sequenza delle scelte che dà dà luogo a tale sviluppo ¾ Si dovrebbe praticare il controllo là là dove è possibile ¾ Quando si tratta di conseguenze ambigue e non prevedibili non si può far altro che contare sulla propensione spontanea all'autoorganizzazione all'autoorganizzazione aziendale ¾ Non esiste ricetta o modello generale per prendere decisioni o compiere scelte nelle nuove situazioni che si vengono a creare ¾ I manager devono praticare l'arte dell'aspettare per vedere cosa succede, basandosi su intuizione, senso comune, introspezione ed esperienza (Stacey, 1996) 17 35 PUNTI CRITICI E DECISIONI (Stacey, 1996, pag. 224) 36 CONTROLLO STRATEGICO ¾ Non esiste una serie di ricette, per poter determinare, che cosa fare e come farlo nel cambiamento aperto ¾ Quello che succede è una complessa interazione tra il caso, la creatività creatività individuale e gli sforzi di gruppo ¾ Non è possibile sapere a quali risultati porteranno le decisioni, né né verso quale nuovo ambiente di riferimento si dirigerà dirigerà l'impresa, ma qualcosa sicuramente succederà succederà e il management sarà sarà lì per gestirlo ¾ L'unica cosa possibile è creare le condizioni che rendono più più facile al management la possibilità possibilità di sviluppare nuovi modelli mentali di riferimento ¾ Il caos ci fornisce un nuovo modo di pensare molto utile e non un un elenco di prescrizioni generali (Stacey, 1996) 18 37 SOMMARIO EROSIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO (D (D’Aveni) Aveni) 3 MODELLI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA (Mintzberg (Mintzberg)) SCENARI DI INTERAZIONE TRA STRATEGIA ED AZIONE SVILUPPO DELLA STRATEGIA (Stacey (Stacey)) CONCLUSIONI 38 CONCLUSIONI Interagire per innescare un circolo virtuoso tra strategia ed azione azione 19 39 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ¾D’Aveni, Ipercompetizione, 1995 ¾ Foster, Kaplan, La distruzione creatrice, 2001 ¾Mintzberg, Ascesa e declino della pianificazione strategica, 1996 ¾Ohmae, Strategie creative, 1985 ¾Poggi, Pianificazione e controllo strategico, 1998 ¾Stacey, Management e caos, 1996 20