dal 2014 niente piu` agevolazioni per l`acquisto dei terreni agricoli
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dal 2014 niente piu` agevolazioni per l`acquisto dei terreni agricoli
Forlì, 06 agosto 2014 Prot. n. 137/2013 DAL 2014 NIENTE PIU’ AGEVOLAZIONI PER L’ACQUISTO DEI TERRENI AGRICOLI Con la presente circolare vogliamo evidenziare alcune problematiche di fondamentale importanza per il settore agricolo che negli ultimi tempi sono state a dir poco trascurate e sottovalutate dalla stampa specializzata. Si ricorda, infatti, che per effetto delle modifiche recate dall’articolo 10 del Dlgs n. 23 del 2011 all’articolo 1, della tariffa, parte prima, del Dpr n. 131 del 1986 (Testo unico dell’imposta di registro), dal primo gennaio 2014 gli atti di compravendita a titolo oneroso dei beni immobili (terreni e fabbricati) saranno soggetti alle sole aliquote dell’imposta di registro del 9 e 2% e, contestualmente, cesseranno di produrre effetti tutte le disposizioni riguardanti agevolazioni o esenzioni d’imposta, previste anche da leggi speciali. Alla luce della disposizione sopra richiamata dal primo gennaio del 2014 tutti gli atti di compravendita di beni immobili (compresi quindi i fondi rustici e i terreni agricoli) saranno assoggettati ad imposta di registro con aliquota unica del 9%. Solo l’acquisto della prima casa sconterà l’aliquota ridotta del 2%. L’imposta di registro assorbirà le imposte di trascrizione (ipotecaria, catastale, bollo, tasse ipotecarie e tributi speciali) che, conseguentemente, non saranno più dovute. L’entrata in vigore della norma in esame rappresenta una vera e propria rivoluzione per il mondo agricolo. Si pensi, infatti, che i coltivatori diretti e i soggetti IAP non potranno più usufruire delle agevolazioni PPC, la cui disciplina è stata riscritta dalla Legge n. 25/2010 (pagamento delle imposte di registro e ipotecaria nella misura fissa di 168 euro e di quella catastale nella misura dell’ 1% a favore di Cd o Iap iscritti nella relativa gestione previdenziale). Non solo, verranno cancellate anche le agevolazioni sul “compendio unico” e quelle dettate dalla Nota I dell’art. 1 della Tariffa dell’imposta di registro (atti traslativi posti in essere da imprenditori agricoli a titolo principale). 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA Nei fatti dal primo gennaio del prossimo anno tutti gli atti traslativi di beni immobili saranno sottoposti alla medesima tassazione ai fini dell’imposta di registro ed agli agricoltori non verrà più riconosciuta alcuna agevolazione, con indiscutibili riflessi negativi per tutto il settore agricolo e soprattutto per i giovani che intendono avvicinarsi alle attività agricole. Paradossalmente, a essere agevolati saranno, invece, gli acquisti di terreni agricoli per altre finalità, assoggettati fino a fine anno all’imposta di registro nella misura del 15%. È intuitivo ritenere che la riduzione prevista di 6 punti percentuali dell’aliquota (dal 15% al 9%) rappresenterà un’opportunità e un incentivo per possibili operazioni speculative, finanziarie e commerciali, finalizzate all’acquisto di terreni al puro scopo di renderli successivamente edificabili: il danno che ne deriverebbe all’agricoltura, a seguito del depauperamento del patrimonio fondiario sottratto alla coltivazione, sarebbe incalcolabile. E non solo, ci saranno conseguenze negative anche per quanto concerne gli interventi fondiari da parte dell’Ismea, ente che, sulla base di una espressa autorizzazione della Comunità europea, attua un regime di aiuto per l’insediamento di giovani nel settore agricolo. In sostanza, le numerose richieste di intervento in corso di istruttoria e di approvazione, sono state presentate facendo affidamento sulle ricordate agevolazioni; se le stesse non saranno mantenute, i suddetti interventi dovranno scontare la complessiva aliquota del 18%, per effetto del duplice passaggio che l’istituto attua (9% in sede di acquisto e 9% in sede di successiva rivendita). Ciò premesso, a nostro avviso il nuovo regime delle imposte indirette per i trasferimenti immobiliari appare a dir poco penalizzante per il settore agricolo e, soprattutto, sembra incentivare la speculazione penalizzando gli investimenti che creano occupazione in un settore che mai come in questo periodo è in grado di attirare i giovani imprenditori. 2 ©RIPRODUZIONE RISERVATA