Rossano - S. Nilo, cerimonia consegna chiavi città a Patrono

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Rossano - S. Nilo, cerimonia consegna chiavi città a Patrono
Rossano - S. Nilo, cerimonia consegna chiavi città a Patrono
Intervento del Sindaco Stefano Mascaro
martedì 27 settembre 2016 16:30
di COMUNICATO STAMPA
Città del Codex/San Nilo, si è svolta ieri
(lunedì 26 settembre) in un’affollata Piazza
Steri la simbolica consegna delle chiavi
della Città da parte del Sindaco Stefano
MASCARO al Patrono. Dopo la celebrazione
della Messa in Cattedrale da parte del
Vescovo Monsignor Giuseppe SATRIANO,
per l’occasione, nelle vie della Città Alta,
una processione ha visto sfilare gli
sbandieratori di Bisignano e tantissimi
cittadini.
La laicità delle Istituzioni si manifesta nel
favore per la libertà della professione di
fede e per la netta distinzione dei campi di intervento, ma certo non impedisce
all’Autorità civile la convinta partecipazione alle celebrazioni religiose, ancor più se si
tratta del Sindaco ed il momento religioso riguarda il Patrono della città.
Le radici cristiane – d’altra parte - sono fonte di ispirazione dell’ Ordinamento
politico-giuridico del nostro Paese; mentre la realtà e la crudezza dei fatti, cioè tutto
quanto sta accadendo oggi attorno a noi e le contraddizioni che stanno esplodendo,
hanno aperto una nuova riflessione sull’esigenza di porre le radici cristiane anche alla
base delle ragioni fondanti dell’Europa, negativamente declinata qualche anno fa un po’
frettolosamente.
Dopo l’appello di Papa Giovanni Paolo II° del 1988 ed il richiamo di Benedetto XVI°, è
ancora vivo il ricordo del discorso di Papa Francesco del 25 novembre 2014 al
Parlamento Europeo contro il relativismo ed il soggettivismo, frutti del rifiuto di
riconoscere le radici cristiane e dell’abbandono della verità. Il contributo della Chiesa – è
stato ricordato - non costituisce mai un pericolo per la laicità degli Stati e l’indipendenza
delle istituzioni dell’Unione, ma un arricchimento.
Questo vale per ogni livello di Governo.
Peraltro, a fronte di Istituzioni laiche, la Chiesa Cattolica va sempre più segnando la sua
presenza con azioni concrete che incidono nel sociale, perseguendo valori universali
come la lotta alle disuguaglianze ed alla povertà, la vicinanza ai deboli ed agli
emarginati; ovvero conducendo una decisa promozione culturale dei propri beni che reca
beneficio alla città intera.
In questo senso l’azione delle Istituzioni civili e quella della Chiesa concorrono a
soddisfare bisogni comuni ed a perseguire obiettivi generali e- bisogna dirlo – a volte la
Chiesa è avanti rispetto alle Istituzioni e svolge addirittura una funzione di supplenza.
Da qui la gratitudine dell’intera Comunità, sia dei credenti che di chi non professa alcuna
fede.
Celebrare la festa patronale è un modo radicato nella tradizione perché la Comunità si
ritrovi, riscopra lo spirito dello stare insieme, si faccia coraggio, ricerchi i motivi di
serenità e felicità, anche mettendo da parte per un momento le angustie quotidiane
determinate dai motivi più vari.
Quest’anno ricorrono i 30 anni dal Congresso Internazionale su San Nilo svoltosi nei
giorni 28 settembre/1 ottobre 1986, sulla spinta della vivacità culturale dell’Università
Popolare che ha trovato pronti sia l’Amministrazione comunale del tempo che la Diocesi,
capaci di coinvolgere il mondo accademico e studiosi di ogni parte del mondo : il segno
evidente dell’assoluta importanza di quel momento è dato dall’Alto Patronato concesso
all’iniziativa dalla Presidenza della Repubblica, dal messaggio augurale inviato da Papa
Giovani Paolo II° per il tramite del Segretario di Stato Vaticano Cardinale Casaroli, dalla
partecipazione al Comitato d’Onore: del Presidente del Senato, del Presidente del
Consiglio dei Ministri.
Nel 1989 gli atti del convegno sono stati pubblicati e restano intangibile testimonianza
del valore e della preziosità dei contributi dati dagli insigni studiosi e dalle personalità
intervenute.
A me, qui, preme sottolineare l’aspetto speculare dell’evento: cioè la straordinaria
importanza della figura di San Nilo che appartiene non solo alla Chiesa ma al patrimonio
culturale dell’Umanità, alla sua Storia.
In questo senso le mie parole prima pronunciate sulla laicità assumono il loro esatto e
pregnante valore.
Insomma San Nilo, per la complessità e completezza della figura, è probabilmente il
Patrono che ogni Comunità desidererebbe avere.
Non solo Santo ma anche tante altre cose che servono ad una Comunità ed in virtù delle
quali è divenuto Santo.
Il suo pensiero che contiene chiari messaggi sociali ed è pervaso da una forte tensione
morale, è di grande attualità nella nostra epoca caratterizzata dalla perdita dei valori e
dalle ingiustizie.
Ma Nilo fu anche uomo d’azione.
Come quando intervenne con successo per mediare con il Maestro Niceforo, che aveva in
animo una rappresaglia contro il popolo rossanese, colpevole di aver ucciso i capitani e
distrutto le navi che avevano costruito su suo ordine per preparare una spedizione contro
gli Arabi di Sicilia, cui con sdegno intendevano ribellarsi. In quell’occasione San Nilo –
secondo le fonti storiche – evitò con la sua intercessione una uccisione di massa in
cambio del pagamento di una somma di denaro.
Oppure quando accorse a Rossano alla notizia del terremoto che la colpì tra il 973 ed il
975, senza fare vittime e, in particolare, senza danni per la Cattedrale : cosa per la quale
ringraziò in preghiera la Vergine Achiropita.
Insieme a San Nilo la città onora il suo discepolo San Bartolomeo, altra espressione di un
monacheismo protagonista della fertilità della civiltà occidentale.
Santi dei quali, per la loro grandezza, l’Episcopato Calabro già nel 1958 proponeva che
venissero dichiarati compatroni della Calabria insieme a San Francesco di Paola.
Eppure, di fronte a tutto ciò abbiamo dovuto registrare nel tempo una sorta di oblio della
memoria proprio qui tra noi rossanesi, omettendo i dovuti riconoscimenti ed assumendo
atteggiamenti di sufficienza, che tanto male hanno fatto allo spirito di questa Città.
E’ per questo che esprimo la mia gratitudine a Monsignor Satriano per lo sforzo che ha
compiuto e compie nella direzione di una rivalutazione del significato della presenza di
San Nilo per Rossano, introducendo anche nei festeggiamenti delle modificazioni che
travalicano il momento religioso e tendono a recuperare e rinsaldare il legame tra la Città
intera ed il suo Patrono.
Insomma, siamo di fronte ad esempi di testimonianza non solo di fede religiosa ma
anche civica e di impegno sociale.
Ad essi occorre ispirarsi.
La consegna delle chiavi della Città al Santo Patrono, quindi, non può non essere
accompagnata da una esortazione che si fa preghiera : ravvivi la speranza dei cittadini
rossanesi in un futuro migliore; restituisca loro la forza di combattere per il riscatto della
propria città; illumini i suoi Governanti distogliendoli dalle piccole miserie della politica
dei nostri giorni votandoli esclusivamente al bene comune, in concordia e con onestà e
spirito di servizio.
Solo così ce la potremo fare a superare le difficoltà di questo nostro difficile Tempo.
(Fonte: Lenin MONTESANTO– Comunicazione & Lobbying)
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