ottobre 2016 – banca d`italia, tecnoborsa e agenzia delle en

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ottobre 2016 – banca d`italia, tecnoborsa e agenzia delle en
N°164 – 15/11/2016
SONDAGGIO CONGIUNTURALE SUL MERCATO DELLE ABITAZIONI IN ITALIA: OTTOBRE
2016 – BANCA D’ITALIA, TECNOBORSA E AGENZIA DELLE ENTRATE
COMPRAVENDITE E LOCAZIONI
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Mercato immobiliare: compravendite di fonte notarile – Istat

Case, prezzi stabili a ottobre dopo il rallentamento estivo – Idealista.it

Tempi di vendita degli immobili – Tecnocasa

Canoni di locazione in ritirata nel III trimestre (-1,3%) – Idealista.it

Locazioni in Italia: I semestre 2016 – Tecnocasa
MUTUI

Principali voci dei bilanci bancari: settembre 2016 – Banca d’Italia

Mercato immobiliare: mutui di fonte notarile – Istat

Barometro Mutui: ottobre 2016 – Crif
SONDAGGIO CONGIUNTURALE SUL MERCATO DELLE ABITAZIONI IN ITALIA: OTTOBRE
2016 – BANCA D’ITALIA, TECNOBORSA E AGENZIA DELLE ENTRATE
Nel III trimestre del 2016 sono rimasti ancora largamente prevalenti i giudizi di stabilità dei prezzi
delle abitazioni ma si è ridotta la quota di agenti che ne riportano una flessione, sia nel quadro
corrente sia in quello atteso nel breve termine. Il margine medio di sconto sulle quotazioni di
vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è diminuito e si consolida l’incremento del
numero di potenziali acquirenti. Riflettendo le condizioni favorevoli nel mercato del credito,
l’incidenza degli acquisti finanziati da mutui e il rapporto medio tra prestito e valore dell’immobile
sono ulteriormente aumentati. Le attese degli agenti sono favorevoli sia sull’evoluzione a breve del
proprio mercato di riferimento sia su quella di medio termine (due anni) relativa al mercato
nazionale.
Comunicato Stampa
http://www.tecnoborsa.it/sondaggio-congiunturale-mercato-abitazioni-italia-ottobre-2016
COMPRAVENDITE E LOCAZIONI
MERCATO IMMOBILIARE: COMPRAVENDITE DI FONTE NOTARILE – ISTAT
Nel II trimestre 2016 le convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari (194.620)
accelerano la crescita, segnando un +20,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente,
dopo il +17,9% registrato nei primi tre mesi dell'anno: questo risultato positivo riguarda tutti i
comparti immobiliari e l'intero territorio. Il mercato immobiliare ha iniziato la sua ripresa in modo più
regolare dal II trimestre del 2015 (+6,2%), mentre il minimo storico era stato raggiunto nel IV
trimestre del 2012 (-25,7%), anno in cui le variazioni sono state fortemente negative in tutti i
trimestri. A crescere di più nel II trimestre dell'anno in corso sono stati i trasferimenti di unità
immobiliari a uso abitazione e accessori (+20,9% su base annua) ma l'incremento è consistente
anche per quelli di unità a uso economico (+15,3%). Il 93,9% delle compravendite riguarda
immobili a uso abitativo e accessori (182.801), il 5,5% quelli a uso economico (10.726) e lo 0,6% le
unità a uso speciale e multiproprietà (1.093). Il trend delle compravendite di abitazioni risulta
omogeneo nelle diverse ripartizioni geografiche, mentre per gli immobili a uso economico è stato
molto intenso al Sud (+23,9%) e nelle Isole (+23,7%) e più rallentato nelle regioni centrali (+4,7%).
Nei piccoli centri la ripresa delle transazioni immobiliari è stata più pronunciata per il comparto
dell'abitativo (+22% contro +19,6% dei grandi), mentre nei centri metropolitani la crescita più
robusta si è registrata per le unità a uso economico (+17,5%, contro +13,9% delle altre città).
Complessivamente, nel I semestre del 2016 le compravendite nel settore immobiliare crescono del
19,4% su base annua, trainate soprattutto dal settore abitativo (+19,8%, contro +11,9% del
comparto a uso economico).
CASE, PREZZI STABILI A OTTOBRE DOPO IL RALLENTAMENTO ESTIVO – IDEALISTA.IT
A ottobre il prezzo medio delle abitazioni di seconda mano in Italia è stabile rispetto a settembre, a
una media di 1.919 euro/m2
e
l’andamento tendenziale si mantiene negativo, con un calo di 3,9
punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dunque, c’è un ritorno alla stabilità
dei valori immobiliari dopo il rallentamento registrato nei mesi estivi, poiché i primi dieci mesi del
2016 hanno confermato il recupero della domanda di immobili favorita dalle condizioni favorevoli
del mercato. Le Regioni che hanno fatto registrare un trend positivo sono state: Friuli Venezia
Giulia (2%), Molise (1,4%) e Marche (1,4%) che registrano i rimbalzi più significativi, mentre le
correzioni positive delle altre Regioni viaggiano a un ritmo inferiore all’1%; viceversa, le maggiori
battute d’arresto spettano a Puglia (-2,5%) ed Emilia Romagna (-2,3%). A livello di valori nominali
la Liguria resta la più cara con una media di 2.686 euro al metro quadro, seguita da Lazio (2.558
euro/m2) e Valle d’Aosta (2.513 euro/m2).. La macroarea più economica è sempre la Calabria (938
euro/m2), seguita da Molise (1. 053 euro/m2) e Basilicata (1.185 euro/m2). Per quanto concerne le
Province, è emerso che 44 sulle 110 rilevate in questo rapporto hanno chiuso il mese in terreno
positivo. Variazioni ancora piuttosto ampie si spiegano con una certa instabilità che perdura nei
mercati minori e nei piccoli Comuni, determinando i forti incrementi, in particolare nelle Province di
Belluno (7,4%), Trapani e Cuneo, che crescono allo stesso ritmo del 6,9%. La maggior parte dei
centri marca una tendenza negativa con valori a picco a Vercelli (-8%), Avellino (-7,1%) e Biella (7%). Il ranking delle Province più care vede in testa Savona (3.272 euro/m2), poi Bolzano (3.064
euro/m2) e Imperia (2.863 euro/m2), che scalza Roma ferma a una media di 2.767 euro al metro
quadro. Nella parte bassa della scala dei valori immobiliari continua a perdere terreno Biella (679
euro/m2), che precede Enna (841 euro/m2) e Isernia (846 euro/m2), nel ranking delle Province più a
buon mercato. Analizzando i capoluoghi, a ottobre i centri in terreno negativo sono stati 64, sui 105
monitorati e, nonostante un trend prevalentemente negativo, si sono avute performance positive
per le grandi città del Centro-Nord: Milano (0,9%), Roma (0,4%) e Firenze (0,4%), mentre soffrono
i capoluoghi del Sud, da Napoli (-2,8%), a Bari (-1,5%), con Catania e Palermo in contrazione
dell’1,6%. Belluno (4,2%) è il mercato che si è rivalutato maggiormente, seguito da Chieti (3,8%) e
Pordenone (3,7%). Rimbalzi superiori al 3% anche a Lecco e Agrigento, (entrambe al ritmo del
3,6%). I cali più decisi questo mese si sono registrati a Vercelli (-5,7%) ed Enna (5,1%). Nella
graduatoria dei prezzi Venezia (4.361 euro/m²), continua a calare ma è sempre la città più cara,
davanti a Milano (3.378 euro/m²) e Bolzano (3.355 euro/m²); ultima nella graduatoria è sempre
Biella, stabile con i suoi 742 euro/m².
TEMPI DI VENDITA DEGLI IMMOBILI – TECNOCASA
L’analisi realizzata ha calcolato i tempi medi di vendita degli immobili registrati a luglio 2016 e li ha
confrontati con quelli di un anno fa e sono state considerate le grandi città, i rispettivi hinterland e i
capoluoghi di provincia. Gli ultimi dati dicono che nelle grandi città le tempistiche di vendita sono di
159 giorni contro 170 giorni registrati un anno fa; i tempi di vendita nei capoluoghi di provincia
hanno una media di 170 gg contro i 177 gg di un anno fa; infine, i comuni dell’hinterland delle
grandi città hanno fatto registrare 180 gg, in diminuzione di 9 giorni rispetto a un anno fa. Tra le
grandi città i tempi di vendita maggiori si registrano a Genova (183 gg), Bari (181 gg) e Torino (168
gg).
CANONI DI LOCAZIONE IN RITIRATA NEL III TRIMESTRE (-1,3%) – IDEALISTA.IT
I canoni di locazione si sono ridotti dell’1,3% nel corso del III trimestre del 2016, attestandosi a 8,7
euro mensili e, nonostante il calo dell’ultimo quarter, la crescita è del 5,5% rispetto allo stesso
periodo dell’anno scorso. Il rallentamento della crescita degli affitti riflette le incertezze dell’attuale
fase economica, con la difficoltà a creare occupazione stabile. La metà dei mercati cittadini
incrementano i loro prezzi, mentre un’altra metà registra riduzioni, una tensione che provoca un
sostanziale rallentamento dei canoni di locazione, anche nei tradizionali poli d’attrazione per il
lavoro come Roma, Bologna, Torino e le città del Nord-Est. Milano, Firenze e Napoli crescono
rispettivamente del 2,2%, 5,3% e 4,6%”. Inoltre, sono 7 le Regioni italiane a registrare prezzi
superiori a tre mesi fa (a parte Trentino Alto Adige e Val d’Aosta che non sono rilevabili). Gli
incrementi maggiori si sono verificato nelle Marche, dove i prezzi sono aumentati del 2,6% rispetto
al trimestre anteriore, in Toscana (2,4%) e Basilicata (1,8%). I decrementi più marcati si sono
registrati in Puglia (-3,7%), Veneto (-2,9%) e Sardegna (-2%). Il Lazio (11,6%), continua a essere
la Regione più cara; seguono Lombardia (10,9 euro/m²), Toscana (9,8 euro/m²) ed Emilia
Romagna con 7,9 euro al metro quadro. Le richieste più basse della Penisola avvengono in Molise
(4,7 euro/m²), Calabria (5 euro/m²) e Basilicata (5,6 euro/m²). Invece, su 77 aree provinciali
rilevabili 41 segnano variazioni positive (contro le 45 del trimestre precedente): i rimbalzi maggiori
dopo i mesi estivi si sono registrati nelle Province di Caltanissetta (5,8%) e Firenze (5,4 %), mentre
Modena, Ancona e Massa-Carrara crescono tutte allo stesso ritmo del 5,2% e Treviso si ferma al
5%. Tra le aree provinciali in terreno negativo spiccano i cali a due cifre di Lecce (-10,7%) e
Ferrara (-10,3%), di rilievo anche il calo di Venezia con un taglio del 6,7% sui canoni da locazione.
Sul fronte dei prezzi, Milano (14,2 euro/m²), è sempre la più cara davanti a Roma (12,4 euro/m²) e
Firenze (12,1 euro/m²). Tutte le aree provinciali al Sud presentano i prezzi più bassi del ranking e
sono: Reggio Calabria (-4,4 euro/m²), Avellino (-4,4 euro/m²) e Caltanissetta (-4,1 euro/m²), che
rimane il fanalino di coda nonostante il recupero dell’ultimo trimestre. Situazione in bilico tra le città
capoluogo in terreno positivo (44 questo trimestre) e quelle in terreno negativo (41): ai due estremi
della tendenza si trovano Treviso (8,5%) e Catanzaro (-6,9%); inoltre, vi sono aumenti superiori al
5% per 7 centri, tra i quali si segnalano – oltre a Potenza (5,7%) e Livorno (5,6%) – anche Catania
(5,5%) e Firenze (5,3%); in 1 centro su 3 le richieste dei proprietari sono scese sotto la media del
periodo; infine, Venezia (-5,6%), Lecce (-5,5%), Olbia (-5,4%) e La Spezia (-5%) sono i mercati più
penalizzati. Milano, con una media di 15,9 euro/m² mensili è sempre più regina delle rendite
immobiliari, seguita da Firenze (14,3 euro/m²) e Roma (13,8 euro/m²), che scalzano Venezia (13,6
euro/m²) dal podio. All’opposto della graduatoria, Caltanissetta è il capoluogo italiano dove la
locazione costa meno, con 4 euro, poco meno di Reggio Calabria (4,4 euro/m²) e Agrigento (4,5
euro/m²).
LOCAZIONI IN ITALIA: I SEMESTRE 2016 – TECNOCASA
Nel I semestre del 2016 i canoni di locazione delle grandi città sono in aumento: +0,7% per i
monolocali e i bilocali e +0,8% per i trilocali. Su tutte le tipologie, per la prima volta, si registra un
segnale positivo, attribuibile prevalentemente a una diminuzione dell’offerta immobiliare e a una
migliore qualità della stessa. Anche in questo semestre tra coloro che alimentano la domanda di
immobili in affitto si registrano numerosi casi di persone che non riescono ad accedere al mercato
del credito, primi fra tutti i giovani, i monoreddito e gli immigrati; a questi si aggiungono poi gli
studenti e i lavoratori fuori sede. L’analisi demografica di coloro che cercano casa in affitto ha
evidenziato che il 38,6% ha un’età compresa tra 18 e 34 anni; il 30,9% ha un’età compresa fra 35
e 44 anni; il 61,3% è rappresentato da single. Relativamente alle motivazioni, si evince che il
61,1% di chi cerca in affitto lo fa per trovare l’abitazione principale; seguono coloro che si
trasferiscono per lavoro (35%) e, infine, vi sono coloro che si trasferiscono per motivi di studio e
che cercano casa vicino alla sede della facoltà frequentata (3,9%) ma, rispetto all’anno
precedente, si nota una diminuzione della percentuale di quest’ultima motivazione. La spiegazione
potrebbe essere la minor mobilità dovuta al fatto che gli studenti scelgono università più vicine al
luogo di residenza. La domanda di abitazioni in affitto si concentra in particolare sui bilocali
(40,5%) e, a seguire, il trilocale (35,6%). Quello che è cambiato sensibilmente col tempo è l’utilizzo
del canone concordato che si è attestato intorno al 22,9%, trovando sempre più consensi tra
proprietari e inquilini (in un anno è passato dal 18% al 22,9%). A Milano spetta il primato della città
con la più alta percentuale di persone che cercano casa in affitto per motivi di lavoro (63,5%) e con
la più alta percentuale di single (79,5%); Verona è invece la città dove si registra la più alta
percentuale di contratti stipulati con il canone concordato. I potenziali locatari sono sempre più
esigenti nella ricerca dell’immobile e si evidenzia una maggiore facilità di affitto per le soluzioni di
qualità, dove per qualità si intende non solo lo stato dell’immobile ma anche la qualità
dell’arredamento, la presenza di ambienti luminosi e di servizi in zona. Cresce anche l’interesse
per gli immobili arredati o parzialmente arredati e la presenza del riscaldamento autonomo è
apprezzata perché consente una riduzione dei costi condominiali. I proprietari stanno recependo
queste esigenze e la qualità dell’offerta abitativa in locazione è pertanto in miglioramento.
MUTUI
PRINCIPALI VOCI DEI BILANCI BANCARI: SETTEMBRE 2016 – BANCA D’ITALIA
A settembre i tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di
abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,33% (2,52% nel mese
precedente). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1
milione di euro sono risultati pari al 2,26% (erano al 2,46% nel mese precedente); quelli sui nuovi
prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,02% (1,10% ad agosto). I tassi passivi sul complesso
dei depositi in essere sono stati pari allo 0,42% (0,43% nel mese precedente). I tassi di variazione
sui dodici mesi dei prestiti al settore privato è risultato pari allo 0,9%, alle famiglie all’1,6% e al 0,2% alle società non finanziarie (ad agosto erano rispettivamente 0,7%, 1,5% e -0,2%).
MERCATO IMMOBILIARE: MUTUI DI FONTE NOTARILE – ISTAT
Nel II trimestre 2016 le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con
costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche (109.786),
registrano un significativo aumento (+24,5%), rispetto allo stesso trimestre del 2015. La crescita
interessa tutte le ripartizioni geografiche, con variazioni superiori alla media nelle Isole (+30,9%), al
Sud (+29%) e al Centro (+26,8%). Complessivamente, nel I semestre del 2016 i mutui registrano
una variazione positiva del +26,5%, per un totale di 197.822 convenzioni.
BAROMETRO MUTUI: OTTOBRE 2016 – CRIF
Il mese di ottobre appena concluso ha fatto registrare un incremento decisamente sostenuto, pari
a +21,1% rispetto allo stesso mese del 2015, del numero di interrogazioni sul Sistema di Crif
relative a richieste di nuovi mutui e surroghe (vere e proprie istruttorie formali, non semplici
richieste di informazioni o preventivi online), da parte delle famiglie italiane. Il progressivo recupero
verso i volumi pre-crisi emerge in modo chiaro anche dal confronto tra il dato relativo ai primi 10
mesi del 2016 e il corrispondente periodo degli anni precedenti: in termini aggregati, dall’inizio
dell’anno il numero di interrogazioni relative a nuovi mutui e surroghe ha segnato una crescita del
+12,6% rispetto al pari periodo del 2015; tuttavia, allargando il confronto agli anni precedenti,
emerge ancora un saldo negativo rispetto al biennio 2009-2010. Ulteriore segnale positivo emerge
anche dall’analisi dell’importo medio richiesto: nel mese di ottobre si è attestato sui 123.516 euro,
superiore ai 120.148 euro rilevati nel corrispondente mese del 2015. Nello specifico, si tratta del
settimo mese consecutivo di incremento (mese anno corrente su stesso mese anno precedente),
che porta il valore medio nell’aggregato dei primi 10 mesi dell’anno a 122.895 euro, con un
incremento seppur lieve rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando si era attestato sui
122.293 euro. Più in generale, però, se si considera che negli anni a cavallo tra il 2009 e 2011
l’importo medio si aggirava intorno ai 136.000 euro, appare evidente come tuttora sia significativa
la distanza rispetto ai valori pre-crisi; va però ricordato come oggi sia decisamente maggiore la
quota dei mutui di sostituzione che, per natura, presentano un importo inferiore rispetto a quello
dei nuovi mutui. Relativamente alla distribuzione per fascia di importo non emergono elementi di
discontinuità rispetto ai mesi precedenti: la classe prevalente nei primi 10 mesi dell’anno in corso si
conferma essere quella compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,4% del
totale. Nel complesso, quasi 4 domande su 5 (il 77,8% del totale per la precisione), presentano un
importo inferiore ai 150.000 euro. Per quanto riguarda la distribuzione relativa alla richiesta di
nuovi mutui e surroghe per classe di durata, è ancora una volta quella compresa tra i 16 e i 20 anni
a essere la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 24,1% del totale. Più nel dettaglio,
si segnala come nei primi 10 mesi del 2016 sia aumentata la classe tra i 6 e i 10 anni (+0,9%), a
fronte di una diminuzione del -0,8% di quella tra i 26 e i 30 anni. Osservando, infine, la
distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, si evidenzia una maggior
concentrazione nella fascia compresa fra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36% del totale,
seppur in calo (-1,4 punti percentuali), rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; come
prevedibile, complessivamente circa 2/3 delle richieste sono state presentate da under 44. Altro
dato degno di nota è rappresentato dall’incremento, seppur ancora marginale, della quota di mutui
richiesti dai giovani al di sotto dei 24 anni.
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Nuove Linee guida Abi, Confedilizia, Fiaip e Tecnoborsa
Data: 2/11/2016
Italia Oggi