“manine” sul voto greco

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“manine” sul voto greco
Anno IV - Numero 156 - Venerdì 3 luglio 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Politica
Economia
Sicilia
De Luca “salvato”,
monta la polemica
Prelievi forzoso:
altro salva-banche
Borsellino lascia,
Crocetta in bilico
a pag. 2
Fruch a pag. 9
a pag. 4
STRATEGIA DELLA TENSIONE SUL REFERENDUM DI DOMENICA: “L’ITALIA RISCHIA 11 MILIARDI”
UN ALTRO FRONTE CALDO
Ecco l’Austritt:
migliaia di firme
contro l’Unione
“MANINE”
SUL VOTO GRECO
Falso l’unico sondaggio che dava il “sì” in vantaggio sul “no”
di Robert Vignola
n’orgia di numeri. Ci sono
quelli del Fmi, che ora si preoccupa di far sapere, per voce
di Christine Lagarde, che la
Grecia avrebbe bisogno di
nuovi finanziamenti per 50 miliardi di
euro fino al 2018 per far fronte all'insostenibilità del suo debito. Ci sono quelli
di Standard & Poor’s, la nota agenzia di
rating, che profetizza per l’Italia una perdita secca di 11 miliardi sul nostro debito
pubblico in caso di Grexit (e sarebbe il
maggiore aumento dell’Eurozona: ma
Renzi ci dice “state sereni”). Ci sono
anche i numeri della Gpo, un istituto di
sondaggi greco, che ieri dava il “sì” al
referendum greco avanti rispetto al “no”
(47% contro 43%).
U
Però, c’è un però. Anzi due: innanzitutto
di sondaggi ieri ne circolavano quattro
e quello della Gpo era l’unico a dare il
sì in vantaggio (per Palmos siamo 51%
a 37%, per Focus 40% a 37%, per Pro
Rata 54% a 33%),per quanto sia stato
l’unico di cui è stata data notizia anche
dalla stampa italiana. E poi la stessa
Gpo ha smentito l’esistenza di un simile
sondaggio, rendendo noto sul suo sito
che agirà addirittura per vie legali.
Un giallo davvero inquietante, che la
dice lunga su quale sia la posta in gioco.
E dire che il governo greco resta pure
sulle solite posizioni, chiedendo al popolo
il “no” soltanto per poter confermare il
proprio programma elettorale, che esclude drasticamente l’uscita dall’Eurozona
e dall’Unione.
Tsipras e Varoufakis, che hanno messo
sul piatto del referendum di domani la
sopravvivenza stessa dell’esecutivo, vogliono solo riavere il mandato per la ristrutturazione del debito, prima che le
scadenze di luglio (altri otto miliardi)
da restituire al Fmi e agli altri creditori
portino al default tecnico il Paese.
Ma dall’Eurogruppo già numerose voci
hanno avvertito che non si ripartirà in
nessun caso da zero. Come a dire: il referendum non prevede vittoria per la
Grecia. E allora ci sarebbe da chiedere
quale manina falsifica i sondaggi…
Fosse la stessa che punta il dito contro i
greci per aver falsificato i bilanci nel
2000, sarebbe davvero inqualificabile.
Soprattutto perché in quella manina c’è
il destino di interi popoli e nazioni.
(Altri servizi a pag. 5)
on serve neanche coniare un termine apposta, come
fatto per Grexit (Greece exit) o Brexit (Britain exit).
Basta rivolgersi al tedesco, dove Austritt significa uscita:
e l’uscita dall’euro è un sogno che ammalia oltre duecentosessantamila cittadini d’Austria, che si sono precipitati a
firmare per dire alle proprie autorità nazionali che è ora di
farla finita con cessioni di sovranità e mere ratifiche delle direttive e delle normative prese a Bruxelles. Un bottino non da
poco: bastavano centomila firme, i promotori ne hanno
raccolte il doppio, pari al 4,12% degli aventi diritto al voto, in
una finestra temporale peraltro risicata. È il secondo tentativo
del genere avviato in Austria: ma il primo avvenne nel 2000,
quando ancora non era entrata in vigore la moneta unica, e si
fermò a quota centonovantamila. E siccome in 15 anni le sottoscrizioni sono quasi raddoppiate nel tranquillo Paese alpino,
questo la dice lunga su quale sia la percezione della popolazione circa i “vantaggi” dell’Unione.
Un’Unione cui voltare le spalle: sarà un percorso difficile,
giacché non è neanche detto che il referendum venga effettivamente convocato, per quanto abbia i numeri; e qualora ciò
avvenga, il parere espresso dai cittadini non sarà vincolante.
Ma il Consiglio Nazionale non potrà fare finta di nulla e il
caso austriaco va ad aggiungersi a quello greco e a quello
britannico, con la consultazione annunciata da Cameron. In
Italia invece ci dovremo accontentare del referendum sulle
riforme renziane: poi dice che c’è l’astensionismo…
N
IN PUGLIA IL NEOGOVERNATORE FINGE STUPORE PER LE CRITICHE SU UN CASO CHE ALTROVE SAREBBE BATTEZZATO COME PARENTOPOLI
Maritocrazia
Emiliano lasci a casa la fidanzata:
i pugliesi non pagano le tasse per lo stipendio
della sua amata come addetto stampa
ichele Emiliano, neogovernatore della Puglia, deve vivere fuori dal mondo se non
si rende conto di averla fatta davvero
grossa. Il presidente, già sindaco di
Bari e prima ancora magistrato con
parecchie inchieste condotte da
protagonista, pensa che tutto gli sia
dovuto e ha deciso per una gran
bella pensata.
Siccome in fondo il Partito democratico - di cui in Puglia è tutt’ora
segretario regionale - è una grande
famiglia, non gli pare uno scandalo
far traslocare alla Regione l’addetta
stampa che lo segue da tanti anni.
Si tratta della sua fidanzata, una
M
bella donna dal nome Elena Laterza.
Costei figura infatti da qualche giorno sul sito della Regione come “addetto stampa del Presidente”. Ovviamente, non si fa menzione del
loro rapporto d’amore.
Una storia sentimentale sicuramente
bellissima, di quelle vissute con
passione. E anche senza problemi
economici, visto che agli introiti del
governatore si accompagnano quelle della dolce compagna, che i maligni - ma non abbiamo potuto verificare - innalzano a centomila euro
l’anno. Li versano i contribuenti pugliesi.
La polemica è esplosa, ma la cosa
più oscena è stato il patetico tentativo
di autodifesa di Emiliano, che in un
tweet pubblicato la sera del 29 giu-
gno se ne è uscito così:
“Non cambio il miglior
addetto stampa che abbia mai avuto e che lavora per me da 11 anni
solo perché ci siamo innamorati. Non sarebbe
giusto”. Ovvero, non intende toccarla (dal posto che le ha regalato).
Emiliano, proprio perché ha svolto un’importante attività giudiziaria,
dovrebbe sapere che altrove i suoi ex colleghi
procedono aprendo fascicoli. Magari la fidanzata di un assessore a
Roma - con un contratto
da precaria per mille
euro mensili e non centomila annui - si vede
appioppare lo scandalo
Parentopoli sui giornali e costretta
a reclamare l’aiuto remunerato di
un avvocato.
Si lamenta, il governatore, degli attacchi e si stupisce (o finge, essendo
uomo intelligente) che lo si rimproveri, persino a sinistra.“Ma come
- sbotta - è brava, che c’entra il fatto
che siamo fidanzati...”.
C’entra eccome, caro presidente.
Magari, se non si trattasse della tua
fidanzata, nel corso della sua carriera
professionale al tuo fianco chissà
se ci sarà mai stata una sola nota di
biasimo per non aver portato a compimento almeno un incarico... Che
c’entra lo diciamo tutti noi. Se prevale
il sentimento sul giudizio professionale - “solo perché siamo innamorati” in quel tweet fatto sparire...
- non deve pagarlo il cittadino con
le sue tasse. E poi, se vi lasciate, che
succede, la licenzi? Mandala via ora,
invece, fareste entrambi migliore
figura. Anche perché se poi vi doveste sposare, rischiereste di passare
alla storia come gli alfieri della maritocrazia...
Francesco Storace
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Venerdì 3 luglio 2015
ATTUALITA’
IL TRIBUNALE DI NAPOLI ACCOGLIE A TEMPO DI RECORD IL RICORSO PRESENTATO DAL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA
I giudici “assolvono” De Luca
Dopo il caso De Magistris, altra decisione controversa - Il 9 luglio l’insediamento
di Marco Zappa
l caso De Magistris ha
fatto scuola. Anche De
Luca ha vinto il primo
round della sua battaglia
legale contro la Legge
Severino. Il tribunale di Napoli
ha accolto il ricorso presentato
dai suoi avvocati, disponendo
la sospensiva della sospensione
- il gioco di parole è inevitabile
– firmata appena una settimana
fa da Renzi. E lo ha fatto in tempi
record, mettendo così fine a
un’imbarazzante impasse che
durava da settimane.
Per il neo governatore della
Campania, si aprono dunque le
porte di Palazzo San Lucia. Il 9
luglio potrà firmare gli atti, nominare la giunta e il vicepresidente, scongiurando così il ritorno alle urne. Fino al 20 ottobre
eserciterà il suo mandato. Poi
toccherà alla Corte Costituzionale esprimersi sulla discussa
norma, che per molti presenta
profili di incostituzionalità, mettendo la parola fine su una vicenda infinita.
Ciò che colpisce, è la velocità
con cui i giudici della prima sezione civile del tribunale parte-
I
nopeo hanno emesso il dispositivo. Se è vero che si trattava di
un ricorso urgente, è vero anche
che l’ex sindaco di Salerno non
è un cittadino qualunque. Ma un
eccellente, del Partito Democratico e quindi non del centrodestra. Che se non si fosse insediato
entro il 12 luglio sarebbe decaduto. Ci sono italiani di serie A e
italiani di Serie B. Quelli qualunque, che devono fare i conti con
la lentissima macchina della no-
stra giustizia e quelli che in soli
3 giorni vedono accogliersi senza
colpo ferire un’istanza delicatissima che meriterebbe riflessioni
più profonde. La legge è uguale
per tutti – almeno in teoria – e
quindi non dovrebbero esserci
distinzioni di alcun tipo. Tant’è,
appare evidente come in questo
caso l’attenzione pubblica abbia
recitato un ruolo fondamentale.
Non solo. Fa riflettere il trattamento riservato dai magistrati
al presidente della Campania.
Se al suo posto, ci fosse stato un
esponente del centrodestra, la
decisione sarebbe stata la stessa
e presa con la medesima velocità? Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
Un dato incontrovertibile è che
fino ad oggi la Legge Severino
è stata applicata solo per colpire
politici non di sinistra. A cominciare da Silvio Berlusconi, che è
stato fatto fuori dal Parlamento.
Poi è servita per “affondare” un
altro presidente di una regione,
Giuseppe Scopelliti, costretto a
dimettersi. “Giustizia” fatta quindi
solo per De Magistris e De Luca
(almeno per il momento). Ma la
sensazione è che, da quando la
Severino, politicamente parlando,
ha “eliminato” l’ex Cav, non faccia
più comodo. Insomma, pare abbia fatto il suo corso. Con Raffaele
Cantone, magistrato in aspettativa
e ora alla guida dell’Authority
anticorruzione, che non perde
occasione per ribadire come la
norma vada quantomeno rivista.
Spiegando l’importanza di eventuali (e certi) interventi per far
sì che non possano più riscontrarsi problematiche e dubbi applicativi.
IL LEGALE NON HA DUBBI: “LA VICENDA È LA STESSA”
Pellegrino: “La sentenza
riabilita anche Berlusconi”
ianluigi Pellegrino, il
legale ritenuto uno
tra i massimi esperti
della legge Severino, non
ha dubbi: "La sentenza
su De Luca riabilita Berlusconi".
In un'intervista all'HuffPost,
Pellegrino parla della decisione del tribunale di
Napoli di "sospendere la
sospensione" di Vincenzo
De Luca e fa un paragone
proprio con la vicenda del
Cav: "A questo punto Silvio
Berlusconi dovrebbe chiedere di tornare in Senato.
Questo provvedimento lo
riabilita. Perché la questione che chiede De Luca
è esattamente quella che
chiede Berlusconi. E quindi dovrebbe avere lo stesso trattamento. Se fossi
Berlusconi chiederei al Se-
G
nato la revoca di quella
delibera e che il Senato
mi riammettesse".
Poi il legale parla anche
delle prossime tappe giudiziarie per quanto riguarda il neogovernatore della
Campania: "Oggi (ieri, ndr)
il giudice ha deciso con
potere monocratico di disapplicare la legge e di
fissare l’udienza il 17 luglio.
Da adesso al 17 è sospesa
la sospensione. Il che significa che qualsiasi atto
resta sub judice e precario
a partire dalla giunta". Infine propone una soluzione: "Serve una legge ad
istitutionem, non ad personam, che garantisca una
effettiva stabilità di governo
alla Campania altrimenti
condannata a una eterna
instabilità".
REAZIONI E COMMENTI - IL DIRETTO INTERESSATO GONGOLA, LE OPPOSIZIONI ATTACCANO
“Ripristinato il rispetto della volontà popolare”
Caldoro: “Ora è un presidente congelato” - Meloni: “Superiorità morale un corno”
na volta resta nota la decisione dei giudici a suo favore, il diretto interessato
Vincenzo De Luca è andato in
brodo di giuggiole: “Si ripristina
il rispetto della volontà popolare
e si apre la fase del lavoro e
dell''impegno amministrativo pieno", scrive su facebook e poi aggiunge: "Esprimo il mio rispetto
per il Tribunale che ha affrontato
una questione - anche inedita con grande attenzione e profondità.
Inoltre, rivolgo un saluto agli
U
elettori campani che hanno scelto
democraticamente a chi affidare
il governo della Regione, e a cui
riconfermo la mia gratitudine e il
mio impegno. Ho rispettato e rispetterò rigorosamente tutte le
leggi dello Stato, così come mi
batterò a fondo per la difesa dello
Stato di Diritto e dei principi costituzionali: è necessario espellere
dalla vita pubblica ladri e tangentisti,
ma è altrettanto necessario tutelare
a pieno - nella loro dignità e nel
loro lavoro - quanti continuano
ad assumersi responsabilità per
cambiare il Paese, realizzare opere
e creare lavoro. Ci batteremo perché la legge sia uguale per tutti,
senza disparità tra amministratori
locali ed esponenti politici nazionali,
e affinché la 'paura della firma'
non paralizzi più l'Italia".
Immediato il tweet di Stefano Caldoro, presidente uscente e grande
sfidante dell’esponente pd: “De
Luca ieri presidente sospeso oggi
presidente congelato. Passo in
avanti. Speriamo per il bene della
Campania”.
Dall’opposizione si levano altre
voci, come quella di Giorgia Meloni,
presidente di Fratelli d’Italia, che
twitta: "E la Severino si rivelò
l'unica vera legge ad personam.
#superioritamoraleuncorno. De
Luca te lo avevamo detto che potevi stare sereno: la Severino vale
solo per Berlusconi e il centrodestra. La sinistra è al di sopra della
legge".
Voci critiche rispetto alla decisione
dei giudici che ovviamente arrivano
anche da Forza Italia: "Napoli, per
Berlusconi processi assurdi, per
il pessimo De Luca tribunale fast
food. E la chiamano giustizia",
scrive in un tweet il senatore
Maurizio Gasparri. "Decisione giudice Napoli consente a De Luca
di governare Campania. Quindi
Berlusconi deve tornare in Senato.
#Bastadoppiomoralismoadpersonam", sempre su twitter la senatrice Anna Maria Bernini, vice
presidente vicario di Forza Italia
a palazzo Madama. Il vicecapo-
gruppo alla Camera, Mariastella
Gelmini, dal canto suo ha commentato così: "La sentenza è una
nuova conferma, dopo la vicenda
analoga del sindaco De Magistris,
che l'unica e vera finalità della
legge Severino era espellere il
presidente Berlusconi dall''assemblea del Senato e impedirne la
possibile ricandidatura. Una legge
''contra personam'' visto che dopo
il caso Berlusconi non è stata più
applicata o, laddove applicata, i
suoi effetti sono stati cancellati
con sentenze del Tar. Ora è chiaro
perché il governo non ritiene utile
una revisione della legge Severino.
Per la semplice ragione che essa
viene interpretata per gli amici e
applicata ai nemici”.
ECCO LE MODIFICHE AL DISEGNO DI LEGGE SUGGERITE DA 25 SENATORI DEM, DA CHITI A GOTOR
Riforma Senato, minoranza Pd all’attacco
uperamento del bicameralismo
perfetto ma mantenendo un Senato
elettivo ridotto nella sua composizione, con poteri di controllo, verifica e
garanzia. Questi in sintesi i principali
elementi di modifica del disegno di
legge costituzionale di riforma del bicameralismo, illustrati ieri in una conferenza stampa a Palazzo Madama dai
senatori della minoranza del Pd,Vannino
Chiti, Maria Grazia Gatti e Miguel Gotor.
"Il treno del cambiamento non si deve
fermare – hanno detto i 25 democratici
- perché l''Italia ha bisogno di istituzioni
più moderne e con una più chiara e
snella capacità di assumere decisioni
e responsabilità per contribuire a ricomporre una società sempre più frantumata. A nostro avviso bisogna intervenire sul ddl per due ragioni: anzitutto
perché le modifiche introdotte dai deputati hanno alterato l''equilibrio trovato
S
nel lavoro di fase precedente dal Senato
e ne hanno eccessivamente impoverito
il ruolo e le funzioni che andavano
invece meglio salvaguardate. Inoltre,
perché l'approvazione definitiva dell'Italicum rende necessarie le modifiche
sostanziali sia sulla modalità di elezione
dei senatori sia sul sistema di garanzia
e di controllo del nuovo Senato riformato
che non sia solo un dopolavoro".
Quindi, "dal momento che la nuova
legge elettorale incide a fondo sulla
forma di governo - con la previsione di
un solo momento elettivo in cui la scelta
del presidente del Consiglio è direttamente collegata alla determinazione
dell'unica assemblea legislativa detentrice del vincolo di fiducia - è naturale
e doveroso meditare, e rimeditare, sull'impianto della riforma costituzionale
in atto, sui bilanciamenti e contrappesi
e su quel che rimane dell''idea di rappresentanza politica". Il documento presentato ieri e "sottoscritto già da 25 tra
senatori e senatrici, lo abbiamo inviato
anche al nostro segretario di partito
che è anche il Premier e sarà tradotto
in emendamenti al ddl", concludono i
senatori. Ecco i firmatari del documento:
Claudio Broglia, Vannino Chiti, Paolo
Corsini, Erica D'Adda, Nerina Dirindin,
Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti,
Francesco Giacobbe, Miguel Gotor,
Maria Cecilia Guerra, Silvio Lai, Sergio
Lo Giudice, Claudio Martini, Patrizia
Manassero, Luigi Manconi, Doris Lo
Moro, Claudio Micheloni, Maurizio Migliavacca, Massimo Mucchetti, Carlo
Pegorer, Lucrezia Ricchiuti, Ludovico
Sonego, Walter Tocci, Mario Tronti, Renato Turano.
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n° 286 del 19-10-2012
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Venerdì 3 luglio 2015
ATTUALITA’
IL SOTTOSEGRETARIO IN SCIOPERO DELLA FAME PER FAR DIGERIRE LE UNIONI CIVILI AL NCD
Unioni civili: il milione del Family Day
fa passare l’appetito a Scalfarotto
è una persona che da lunedì scorso sta prendendo solo due cappuccini al giorno. Probabilmente
sono… dello stesso sesso: perché
l’iniziativa assai “radicale” è stata assunta
da Ivan Scalfarotto, il deus ex machina di
una proposta di legge che dietro la lodevole
etichetta di voler combattere l’omofobia
vuole introdurre una serie di norme liberticide, oltre che introdurre le unioni civili.
In questo, il senatore del Pd si dimostra
assai renziano: perché vede la sua proposta
in discussione “arricchita” di oltre 1400
emendamenti e perciò vorrebbe per le
sue elucubrazioni normative una scorciatoia,
come avvenute per tante delle “fondamentali” riforme del premier. Pare quasi una
discriminazione… Ma al ragazzo, se non
manca l’ambizione di mettere la museruola
a una porzione probabilmente maggioritaria
dell’opinione pubblica italiana (a partire
dal milione della piazza del 20 giugno),
manca il coraggio di scontrarsi frontalmente
proprio con il presidente del consiglio e
con i suoi ministri (quanto meno quelli del
suo partito) cui conferma fedeltà, nonostante
la dieta in corso. “Da lunedì prendo solo
due cappuccini al giorno, alla radicale. Il
fatto è che non ce la facevo più a far finta
di niente, ad andare avanti con il mio lavoro
come al solito, mediando, giocando di rimessa, con fair play. Qua c'è Giovanardi
che mena colpi tutti i giorni con la scimitarra,
c'è la piazza di San Giovanni che strilla e si
mobilita”, ha riferito a un giornale a caso,
la Repubblica. Ma non è un digiuno contro
Renzi, ha aggiunto, perché “lui ha preso
C’
LA GIUNTA È STATA RIMANDATA A MARTEDÌ
Arresto per Azzollini:
nuovo rinvio in Senato
slittata a martedì prossimo la Giunta per le immunità del Senato, chiamata a decidere sulla richiesta di autorizzazione agli arresti domiciliari
nei confronti del senatore Antonio Azzollini, del Nuovo
centrodestra, inquisito dalla procura di Trani per il
crac della casa di cura Divina Provvidenza.
"La giunta è già calendarizzata per martedì prossimo
alle ore 20", ha detto il relatore e presidente della
Giunta, Dario Stefano (Sel), uscendo dalla riunione
convocata presso la sede di Sant'Ivo alla Sapienza.
"Abbiamo dovuto invertire l'ordine del giorno poiché
per necessità procedurali avevamo la necessità di incardinare la vicenda del senatore Giovanni Bilardi per
sviluppare il caso la prossima settimana – ha dichiarato
Stefano- Siamo stati costretti a sospendere la giunta
per la seduta comune del Parlamento per l'elezione
dei giudici della Corte costituzionale e questo mi ha
impedito di formulare la proposta sul senatore Azzollini".
Per quanto riguarda il caso Azzollini "non sono in
attesa della decisione del Tribunale del riesame, c’è
già una mia proposta, ma preferisco formularla prima
ai miei colleghi di giunta". Poi, ha aggiunto l’esponente
vendoliano "il tribunale del riesame valuta elementi di
natura procedurale e potrebbe eliminare il motivo
della nostra discussione qualora revocasse il provvedimento, ma da un punto di vista contenutistico
influisce poco sul nostro lavoro, non svolgiamo attività
di risvolto processuale", ha concluso Stefano.
È
un impegno pubblico e forte, anche il mio
ministro, Maria Elena Boschi, sta facendo il
possibile”.
È infatti contro il Ncd che Scalfarotto ce
l’ha. Chiede addirittura garanzie ad Alfano,
cui manca solo la resa davanti alla lobby
Lgbt per fare il suo ingresso nel pantheon
della sinistra. Sinistra che, dentro al suo
partito, al suo appello ha immediatamente
risposto con una sequela di interventi a
solidarietà. Mentre Sel e Movimento 5 Stelle
lo sfidano invece a prendere atto della sua
incapacità di portare ava ti un provvedi-
mento che, evidentemente, hanno anche
loro particolarmente a cuore. Contraddizione che per la verità viene sollevata
anche da alcuni esponenti di Forza Italia,
che non capiscono, dice la parlamentare
azzurra Elvira Savino “che il delicato ruolo
di sottosegretario alle riforme e ai rapporti
con il Parlamento sia affidato ad uno che,
se è vero che fa lo sciopero della fame,
non si regge neppure in piedi. Un po' di
serietà: o fa, legittimamente, l'attivista dei
diritti civili o fa il sottosegretario, entrambe
le cose contemporaneamente no”.
BOTTA E RISPOSTA TRA IL DIRETTORE DEL FATTO , TRAVAGLIO, E IL GIORNALE PD APPENA TORNATO IN EDICOLA
“Unità renziana peggio della Pravda” - “Sei da ricovero”
ANNUNCIO-CHOC DA PARTE DELLA TV DELLA REGINA
Gli inglesi vanno sul web,
la Bbc licenzia mille persone
o, non è la Bbc, ripeteva nell’orecchiabile motivetto di qualche lustro fa Renzo Arbore,
come a metterla su un gradino più
alto rispetto alla Rai Tv italiana. Ma in
realtà adesso anche la ‘sacralità’ della
tv inglese viene messa in discussione
dall’annunciato taglio di ben 1.000
posti di lavoro, una sforbiciata causata
dalla riduzione delle entrate prevista
per il periodo 2016-2017, in seguito
ai minori incassi provenienti dal canone
televisivo, visto che tanti inglesi (molti
di più di quelli che la Bbc si aspettava)
hanno deciso di passare dalla tv generalista a quella via web. Il buco di
bilancio, secondo quanto riferisce il
quotidiano The Guardian, sarà di almeno 150 milioni di sterline. Ed ecco
quindi il ricorso ai licenziamenti, così
come confermato, attraverso una mail
inviata a tutti i dipendenti, da Tony
Hall, direttore generale della Bbc.
“Le persone guardano sempre più
programmi online o sugli apparecchi
mobili e il numero di chi ha un televisore
diminuisce”, ha scritto Hall. Per questo
l’azienda si vuole concentrare di più
sui contenuti digitali e sugli investimenti
nell’online: “Avere una Bbc più semplice
e snella è la cosa giusta da fare e ci
N
ornata in edicola da appena
quattro giorni (oggi) la nuova
Unità continua a suscitare un
vespaio di polemiche niente male,
con l’apice – finora – raggiunto ieri,
da colonna a colonna. Quella della
prima pagina del Fatto quotidiano e
quella online del nuovo sito del giornale
del Pd.
Ha iniziato Marco Travaglio (foto sopra,
a sinistra), che dal giornale che dirige,
e che continua a schierare sulle orme
dei 5 stelle che neanche il blog di
Grillo, ha vergato un editoriale dal
titolo: "Tutto va ben madama l'Unità",
con un passaggio a dir poco virulento:
“Dire che la nuova Unità è il primo
monumento equestre a Matteo Renzi
e che, al confronto, la Pravda con il
Pcus era un filino più sbarazzina, sarebbe riduttivo. La linea editoriale è
molto più ambiziosa: Ottimismo Obbligatorio. Va tutto molto bene, e domani andrà ancora meglio”, scrive il
direttore del Fatto, cresciuto tra Montanelli e il settimanale cattolico di Torino.
T
Poi, dal Fatto, si… fanno le pulci al
nuovo editore Massimo Pessina “costruttore e noto globetrotter dei paradisi
fiscali, da San Marino alla Svizzera al
Liechtenstein. Il che spiega, forse, una
certa penuria di cronaca giudiziaria
nel nuovo quotidiano fondato da Antonio Gramsci e affondato dai Bersani
Boys. Il nuovo direttore Erasmo D’Angelis (foto sopra, a destra), già capo
della Struttura di missione di Palazzo
Chigi contro il dissesto idrogeologico,
non manca di ringraziare l’editore
“entusiasta di esserlo”: e ci mancherebbe pure che non lo fosse: – scrive
ancora Travaglio - con straordinario
tempismo, appena s ‘ è saputo che
Pessina lo sarebbe diventato, il suo
gruppo ha vinto dal governo Renzi e
dalla morente giunta Burlando – unico
concorrente – l’appalto da 165 milioni
per il nuovo ospedale di La Spezia”.
Quindi, a proposito dei presunti successi del governo Renzi, che l’Unità
magnifica, ecco un passaggio ancora
da Travaglio su quanto finora pubblicato dal nuovo-vecchio giornale: “Il
pezzo forte è la succulente inchiesta
sugli stabilimenti Fiat-Fca di Cassino
che produrranno la nuova Alfa Romeo:
“Il sorriso della Giulia, fanno festa gli
operai”. “Finalmente si torna a lavorare
davvero: comprerò casa” , tripudia
un fortunatissimo a tutele crescenti.
“Giulia” , che sarebbe una macchina,
è più affascinante e arrapante di una
bella Fca, con il suo “muso aggressivo”.
Roba da far impallidire il vecchio Illustrato Fiat . Merito del grande Marchionne, amico del premier, ma anche
del Jobs Act che ” consolida i suoi effetti” . Strano, l’Istat ha appena comunicato che gli occupati sono calati di
63mila unità da aprile a maggio, ma
questa è roba da gufi e alla nuova
Unità non la si fa”, chiosa nuovamente
ironico il direttore del Fatto.
Nel pomeriggio arriva la replica, attraverso un tweet dell'Unità, pubblicato
anche sul sito internet e ascrivibile al
direttore D’Angelis: "Caro Marco Travaglio se ti innervosisci così appena
è uscita l’Unità fra sei mesi ti dovranno
Ig.Tr.
ricoverare".
aiuterà ad affrontare le sfide finanziarie
che ci troviamo di fronte. La mia proposta è, prima di fare qualsiasi cosa
che abbia impatto sui nostri servizi,
assicurarci di gestire questo posto nel
modo più efficiente, efficace e semplice
possibile”.
La Bbc ha precisato che la maggior
parte dei tagli saranno nel settore
amministrativo, ma riguarderanno da
vicino anche il management, fino al
consiglio direttivo. “Riconosco che è
un messaggio molto pesante. Non
mi illudo che quello che ho detto
oggi non causerà grande ansia in
molte parti dell’organizzazione. Si
tratta di un grosso cambiamento e
accadrà in modo abbastanza veloce.
Ma voglio che tutti sappiate che lo
gestiremo in modo adeguato ed equo”,
Rita Di Rosa
conclude Hall.
4
Venerdì 3 luglio 2015
ATTUALITA’
L’ITALIA SI PIEGA ALLE DIRETTIVE EUROPEE E LA CAMERA APPROVA IL COSIDDETTO “BAIL IN”
Banche da salvare? Ecco il prelievo forzoso
Opposizioni sul piede di guerra: “Il diritto al risparmio è sacrosanto, non si può comprimerlo”
on 270 sì, 113 no e 22 astenuti,
l'aula della Camera approva
in via definitiva la Legge di
delegazione europea 2014,
con dentro il discusso meccanismo del bail-in, ovvero il salvataggio
delle banche attingendo anche alle risorse dei risparmiatori, che le opposizioni hanno già ribattezzato "prelievo
forzoso". La norma, contenuta all''articolo
8, entrerà in vigore dal primo gennaio
2016 recependo la direttiva 2014/59/UE.
Proprio a causa del bail-in, Forza Italia
e M5s hanno votato contro. L’altro ieri,
infatti, erano stati respinti i loro emendamenti soppressivi.
Il bail-in, come accennato, in pratica è
il salvataggio delle banche attingendo
a risorse interne, con prelievi anche
dai correntisti, e non più facendo ricorso,
al ''bail out'', il salvataggio dall'esterno
tramite le casse pubbliche. In pratica,
gli istituti bancari in crisi potranno attingere, in prima battuta dagli azionisti
e dagli obbligazionisti meno assicurati
e soltanto dopo dai titolari dei depositi
sopra i 100 mila euro.
La legge di delegazione europea è, insieme alla legge europea, uno dei due
strumenti di adeguamento all''ordinamento dell'Unione europea introdotti
dalla legge 24 dicembre 2012, n. 234,
che ha attuato una riforma organica
delle norme che regolano la partecipazione dell''Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. Essa contiene le disposizioni di delega necessarie
E LA LORENZIN SBEFFEGGIA IL VENETO
C
Meno soldi alle Regioni
dal Patto della salute
ntesa raggiunta sul
Patto della salute in
sede Stato-regioni
per il taglio da 2,35 miliardi di euro previsto
dalla legge di stabilità.
Soddisfatto il ministro
Beatrice Lorenzin che al
termine ha dichiarato:
"L'accordo raggiunto ci
permette di compensare
il mancato incremento
sul Fondo sanitario senza
uno stravolgimento delle
leve
finanziarie
e
dell''impianto del Patto".
"Per noi è estremamente
importante che invece di
attuare tagli lineari come
in passato si lavori sulla
produttività”, ha aggiunto la Lorenzin, che si è
detta anche convinta che
"il patto vada aggiornato
e verificata la sua attuazione per rendere più
fluido ed efficiente il sistema". Questo, peraltro,
va incontro alla proposta
delle Regioni: "Per me
I
per il recepimento delle direttive e degli
altri atti dell'Unione europea.
Il ddl di delegazione europea 2014,
che con il via libera definitivo dell''aula
della Camera è legge dopo anche il
passaggio al Senato, consta di 21 articoli
più due allegati. Gli articoli del disegno
di legge contengono disposizioni di
delega per il recepimento di 58 direttive
europee, per l'adeguamento della normativa nazionale a 6 regolamenti (Ue),
nonché per l'attuazione di 10 decisioni
quadro.
Dicevamo della contrarietà delle opposizioni: “Visto che non è stata soppressa la norma sul bail-in, contenuto
all'articolo 8 della legge di delegazione
europea 2014, voteremo contro questa
legge che passerà come la legge sul
prelievo forzoso, perché lo Stato, anche
se lo chiede l''Europa, non può comprimere i diritti dei cittadini e il diritto
al risparmio è sacrosanto", ha dichiarato
in aula alla Camera Roberto Occhiuto,
deputato di Forza Italia, durante le dichiarazioni di voto. Il bail-in, ha aggiunto
il deputato forzista "avvantaggerà le
banche più grandi, quelle con un indice
di patrimonializzazione maggiore, penalizzando le banche piccole o mediopiccole che non saranno più scelte dai
risparmiatori".
"L''Italia come Cipro: se la banca fallisce
paghi tu #prelievoforzoso". E' invece il
titolo del post di apertura del blog di
Beppe Grillo. "Bail in = prelievo forzoso",
è la scritta sopra un video con l''intervento in aula di Alessio Villarosa.
un tavolo di verifica e
monitoraggio va benissimo". Anche sull'entità
del fondo da 113 miliardi
nel 2016 il ministro si è
detto d'accordo con le
Regioni.
"Il Veneto è uscito e così
ci ha permesso di chiudere, lo ringrazio", ha
poi ironizzato, con poco
garbo istituzionale, la Lorenzin, esponente del
Nuovo centrodestra.
Ma sulla vicenda resta
un piccolo giallo perché,
poco prima della chiusura dell’accordo, Sergio
Chiamparino, il governatore pd piemontese
leader dei presidenti
delle Regioni, aveva dichiarato alle agenzie di
stampa: "Il Veneto è d'accordo e partecipa all'intesa". Ma poco dopo,
come abbiamo visto, è
stato clamorosamente
smentito. Poco informato
o informato male?
LE DIMISSIONI DI PROFUMO SONO IMMINENTI, È GIÀ PARTITA LA CACCIA AL SUCCESSORE
Il Tesoro entra in Mps e Renzi
vuole scegliere il nuovo presidente
In arrivo la svolta rosa. Potrebbe essere una donna a guidare il gruppo senese
di Marco Zappa
vent’anni dall’ultima volta, lo Stato
è tornato a fare il banchiere. Diventando azionista del Monte dei
Paschi di Siena con il 4%. L’effetto è il
regolamento di Monti bond, ora completamente rimborsati dalla banca rossa.
Ma c’è chi è pronto a scommettere che
la “partecipazione” del ministero del-
A
l’Economia sia solo temporanea. Effettivamente il Tesoro ha un impegno di
lock-up di 180 giorni (partito dal 1° luglio), ma la partnership potrebbe anche
prolungarsi. Questo significa che almeno
fino all’inizio del 2016 il pacchetto in
mano a via XX settembre non potrà essere ceduto o messo sul mercato per
la vendita.
Con questo capitolo l’istituto di credito
più antico al mondo ha messo la
parola fine al capitolo degli aiuti pubblici, ricevuti per un ammontare complessivo di 4 miliardi. Lo Stato per effetto di questa partecipazione è diventato il secondo azionista del gruppo,
dietro al fondo Fintech del finanziere
messicano David Martinez Guzman
che detiene il 4,5%. Si apre comunque
una nuova fase in cui il governo sarà
a stretto contatto con Mps. Che non
potrà fare altro che renderlo partecipe
di ogni eventuale mossa da adottare.
E consultarlo, nel caso di un probabile
– quanto certo – riassetto del gruppo,
praticamente obbligato dopo l’ennesimo aumento di capitale che ha portato nuova linfa nelle casse della banca
senese.
Ma la partita più importante da giocare
ora riguarda la scelta del prossimo presidente. Quello che, per intenderci,
prenderà il posto di Alessandro Profumo
che nelle ultime ore ha confermato ancora una volta come le sue dimissioni
“arriveranno a breve”. Il passo indietro
sembra essere imminente e la data
giusta potrebbe essere quella del 6
agosto in concomitanza con la diffusione
dei conti semestrali. Potrebbe esserci
una svolta rosa per la poltrona più ambita. Con l’economista Fiorella Kostoris,
da poco entrata nel Cda, sempre in
pole position. Ma a quanto sembra il
premier Renzi vuole avere voce in capitolo anche in questa scelta. E a quanto
pare avrebbe già espresso la sua preferenza. Il nome per il momento è top
secret, ma la sorpresa è pronta ad
essere svelata.
GAETANO STELLA, CONFPROFESSIONI, ALLA COMMISSIONE LAVORO: “E’ LA CORNICE CHE NON FUNZIONA”
Jobs act, altre critiche sui decreti attuativi
l quadro nel suo complesso
può anche essere apprezzabile, è la cornice che non
funziona. E' questo il giudizio
del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, davanti
alla commissione Lavoro del
Senato, durante l'audizione sui
quattro decreti di attuazione del
Jobs act che ridisegnano aspetti
fondamentali come le tutele in
costanza di rapporto di lavoro,
le politiche attive, l'attività ispettiva e la semplificazione amministrativa.
"Va bene innovare il mercato
del lavoro, ma i risultati sperati
rischiano di non essere raggiunti.
I
Finché non si metterà mano alla
riforma delle competenze tra
Stato e Regioni su temi fondamentali per il mercato del lavoro,
come la formazione e le politiche
attive, qualsiasi tentativo di riordino e semplificazione del lavoro
rischia di trasformarsi in un'ulteriore burocratizzazione del sistema a danno delle imprese e
dei cittadini".
Secondo il presidente di Confprofessioni, come ripreso dall’agenza Adnkronos/Labitalia
"per realizzare una vera e propria
semplificazione occorrerebbe
operare in diverse direzioni: ad
esempio, sul fronte della salute
e sicurezza sul lavoro si dovrebbero ridurre gli adempimenti
documentali al minimo indispensabile e definire i testi normativi in maniera snella e con
maggiore chiarezza. Occorre poi
definire una volta per tutte una
regolamentazione più razionale
per le piccole e medie strutture
guardando all'effettivo livello di
rischio. Da questo punto di vista,
è fondamentale rivedere gli obblighi formativi puntando sull'utilizzo delle modalità telematiche anche per effettuare le verifiche e riformulare le categorie
di rischio ora troppo rigidamente
imbrigliate dai codici Ateco".
Critico il giudizio di Confprofessioni anche sul riordino delle
norme per le politiche attive
previste dal decreto. "Le disposizioni sui fondi interprofessionali per la formazione continua
-avverte altresì Gaetano Stella
- rappresentano il culmine di
un atteggiamento di scarsa fiducia nei loro confronti che ha
caratterizzato l'operato del legislatore negli ultimi tempi".
"L'intenzione esplicita - continua
il presidente di Confprofessioni
- di considerare di natura pubblicistica le risorse gestite dai
fondi interprofessionali avrà inevitabili conseguenze sulla ge-
stione e la programmazione dell'attività formativa. Un'ingerenza
nell'autonomia dei fondi interprofessionali veramente eccessiva che, se non contemperata
da un ruolo maggiormente inclusivo delle parti sociali, porterà
alla loro definitiva marginalizzazione nell'ambito delle politiche attive".
5
Venerdì 3 luglio 2015
ESTERI
DOMENICA IL PAESE VA ALLE URNE CON GLI OCCHI DEL MONDO ADDOSSO
Referendum anche sul governo greco
Nuova manifestazione convocata per oggi, si fa sentire l’ingerenza strisciante delle “istituzioni”
nella campagna elettorale. Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis: se vince il “sì” mi dimetto
PUNTO E A CAPO
di Robert Vignola
asta parole, a parlare dovranno essere le urne. E per questo è già febbre da referendum in Grecia e per la verità
in tutta Europa, con i vari rappresentanti della Troika che, dopo il
maldestro tentativo d’ingerenza nella
faccenda squisitamente interna della
consultazione di domenica, hanno scelto
un più basso profilo improntato all’appoggio esterno, meglio se invisibile, ai
fautori del “nai”, cioè del sì.
Così, ecco che il movimento “Menoume Evropi” (Restiamo in Europa) si
troverà oggi in piazza, dopo le circa
venticinquemila presenze dell’altro
giorno. In perfetto stile “rivoluzioni
colorate”, la mobilitazione è partita
da facebook e invita gli ateniesi a recarsi alle 19.30 locali al Kallimarmaro,
stadio che ospitò le prime olimpiadi
dell'era moderna. Ieri è stata nche
l’edizione online del quotidiano Kathimerini a soffiare nelle vele dei fautori
del sì alle proposte della Troika. È
infatti uscito il risultato di un sondaggio
della società Gpo secondo il quale il
47% degli intervistati si è propenso a
votare "sì" per approvare più austerità
e il piano di salvataggio internazionale.
I favorevoli al "no", ovvero la posizione
del governo, sono il 43%.
Fosse vero, sarebbe un boomerang per
il governo Tsipras, che sarebbe travolto
da un simile scenario, con l’evidente
epilogo delle dimissioni e di ulteriori
elezioni anticipate. Sicuramente non sarebbe un risultato accettato dal folkloristico ministro delle finanze Yanis Varoufakis. “Rassegnerò le dimissioni se
vince il sì al referendum”, ha anticipato
Varoufakis, secondo cui le banche greche “apriranno regolarmente martedì”
E’ Obama a non volere strappi
Ma il male dell’euro è svelato
B
di Biagio Cacciola
I
perché sono “perfettamente capitalizzati”. E ha illustrato sei motivi per dire
no alle proposte dei cosiddetti creditori.
“I negoziati si sono arenati perché i
creditori si sono rifiutati di ridurre l’insostenibile debito pubblico di Atene e
insistono sul fatto che andrebbe ripagato
dai membri più deboli della società
greca, dai loro figli e dai loro nipoti. Il
Fondo monetario internazionale, gli Stati
Uniti, altri governi mondiali e molti economisti sono d’accordo sul fatto che il
debito vada ristrutturato. L’Eurogruppo
(nel novembre 2012) ha già ammesso
che il debito di Atene dovrebbe essere
ristrutturato ma si rifiuta di impegnarsi
in una ristrutturazione del debito. Dopo
l’annuncio del referendum, le istituzioni
europee hanno lanciato segnali di essere
Il tribunale di Nanterre, alle porte
di Parigi, ha annullato la decisione
presa dall’ufficio esecutivo del
Front National lo scorso 4 maggio, che aveva sottratto a JeanMarie non solo la carica di presidente onorario ma anche la
tessera della formazione politica.
Il fondatore ha esultato per la
decisione, mentre il partito ha
subito fatto appello contro la decisione del tribunale. Il Front National ha peraltro avviato la procedura per eliminare del tutto
quella posizione di presidente
onorario attraverso un referendum interno in corso: i rappresentanti del congresso hanno
già ricevuto il bollettino con il
quale votare e devono rinviarlo
entro il 10 di luglio.
Usa, deraglia treno
con sostanze tossiche
Ennesimo, disastroso incidente
ferroviario nel Nord America.
Un treno che trasportava sostanze "tossiche e altamente infiammabili" è deragliato e ha
preso fuoco. E' avvenuto vicino
Knoxville, nel Tennessee. Oltre
5.000 persone che abitano nei
pronte a discutere una ristrutturazione
del debito. La Grecia rimarrà nell’euro:
i depositi nelle banche greche sono al
sicuro, i creditori hanno scelto la strategia
del ricatto sulla base della chiusura
delle banche; l’impasse attuale è dovuta
a questa scelta dei creditori e non alla
decisione del governo greco di abbandonare le trattative o qualsiasi idea di
Grexit o svalutazione, mentre la permanenza della Grecia nell’eurozona e
nell’Unione europea non è negoziabile.
Il futuro richiede una Grecia orgogliosa
nell’eurozona e nel cuore dell’Europa.
Questo futuro chiede che i greci votino
no il 5 luglio e, con il potere accordatoci
con quel no, il governo greco rinegozierà
il debito pubblico e distribuirà gli oneri
fiscali tra i ricchi e i poveri”.
L’ULTIMO RAPPORTO MILITARE IN USA PREVEDE LA POSSIBILITÀ DI CONFLITTI: RUSSIA E CINA NEL MIRINO?
DAL MONDO
Francia, faida tra Le Pen:
reintegrato Jean-Marie
I vampiri della Troika, fondo
monetario internazionale in
testa, non hanno rotto con
la Grecia di Tsipras finora solo
perché il padrone vero dell'Unione europea, Obama, non
glielo ha consentito. Infatti il
capo americano teme fortemente che un'uscita della Grecia
dalla zona d'influenza euroatlantica possa rafforzare la strategia di Putin.
Il leader russo, con ben altra
abilità, sa che l'Unione europea
è solo una longa manus degli
Usa per interessi di stampo
neoimperialista. Sia dal punto
di vista economico, sia dal
punto di vista militare. Sganciare
la Grecia di Tsipras, e del governo d'unità nazionale, dall'Ue
sarebbe un duro colpo per una
organizzazione fomentatrice di
guerre come la Nato. La Russia
ha infatti offerto ai greci un ingresso nei Brics, i Paesi alternativi al blocco filoyankee, e il
passaggio del nuovo gasdotto
nel mediterraneo orientale. Questo preoccupa molto la voglia
di dominio e di provocazione
del peggiore presidente americano degli ultimi anni.
Non è questione di referendum
sì o referendum no. Figuri come
Schaeuble e Schulz, il cosiddetto
kapo secondo Berlusconi, già
avrebbero rotto da tempo con
Tsipras e la Grecia. Essi rispondono, infatti, agli interessi diretti
delle grandi banche tedesche,
le vere detentrici del debito greco. La crudeltà di una certa finanza è senza vergogna. Basti
pensare che il miliardo e seicento milioni d'euro che è la
rata da rimborsare al Fondo
monetario internazionale da
parte della Grecia, è nulla rispetto a quello che la speculazione ha bruciato in borsa in
questo ultimo periodo. Ai crucchi dell'Europa massonica, però,
non importa nulla di cittadini
europei quasi senza farmaci e
a pensionati costretti a fare la
fila ai bancomat per 120 euro
settimanali. L'Europa che i vampiri della commissione vogliono
è l’Europa della finanza e delle
banche, non certo l'Europa dei
popoli vagheggiata da qualche
anima bella che non conosceva,
o conosceva troppo bene, la
dinamica interna del capitalismo
all'epoca della tecnofinanza.
La crisi greca, in ogni caso,
segnerà un evento epocale, uno
smascheramento del male dell'euro, finora coperto a suon
di conformismo ad alto prezzo
dalla grande stampa europea e
dai guitti, come il nostro presidente del consiglio.
dintorni sono stati evacuate. Sette agenti sono stati portati in
ospedale dopo aver respirato i
fumi dell'incendio. Il treno trasportava acrilonitrile,composto
chimico infiammabile e tossico
che può provocare problemi alla
respirazione, ha detto un vigile
del fuoco.
Mali: attacco all’Onu,
si teme matrice Isis
Rischia di riaccendersi un altro
pericoloso focolaio nel Nord
Africa. Un convoglio delle Nazioni Unite in Mali è stato attaccato sulla strada tra Goundam
e Timbuktu: sei peacekeeper
sono stati uccisi, mentre altri
cinque sono rimasti feriti. Secondo alcuni testimoni Tuareg,
sul veicolo degli assalitori c’era
una bandiera jihadista. Il Mali è
crocevia della rotta migratoria
dai Paesi sub sahariani verso
la Libia, terminale africano del’esodo di questi anni. Il grande
paese desertico è stato oggetto
di una missione delle forze militari francesi per ristabilire l’ordine dopo una lunga guerriglia
tra Tuareg e potere centrale e
poi tra Tuareg e islamisti negli
immensi territori del Nord.
L’oroscopo del Pentagono prevede guerra
di Tatiana Ovidi
a situazione ormai sembra essere
fuori controllo. A 4 anni dall'ultimo
"libro bianco" - quasi un mezza
era geologica nel settore militare - il
Pentagono ha aggiornato la sua strategia globale di difesa che vede Cina
e Russia, in primis, minacciare la sicurezza degli interessi Usa. Mosca e
Pechino sono per Washington i nemici
pubblici numero uno del nuovo ordine
mondiale.
Il generale Martin Depsey, capo degli
stati maggiori riuniti (l'ufficiale più
alto in grado nelle forze armate Usa)
nel rapporto ha avvertito che c'è "una
bassa ma crescente probabilità che
gli Stati Uniti possano combattere una
guerra con una maggiore potenza (riferimento a Mosca e Pechino anche
se non sono state citate esplicitamente
in questo passaggio) con conseguenze
immense". Ha continuato il rapporto:
"La Russia ha ripetutamente dimostrato
che non rispetta la sovranità dei suoi
vicini (Ucraina) e la sua volontà di ricorrere all'uso della forze pur di raggiungere i suoi obiettivi. Le azioni
militari russe stanno minacciando direttamente o per procura la sicurezza
regionale (riferimento alla presenza
L
di truppe russe in Ucraina)".
Nel testo del Pentagono grande preoccupazione è espressa dallo sviluppo
delle tecnologie che stanno facendo
perdere agli Usa il vantaggio che avevano sempre avuto nel settore: "Quando
si applicano a sistemi militari, questa
diffusione di tecnologia va a sfidare il
vantaggio competitivo a lungo detenuto
dagli Usa in settori come l'allarme rapido ("early warning", per l'individuazione di una minaccia, come il lancio
di un missile balistico intercontinentale,
ndr) e i bombardamenti di precisione".
Apparentemente indifferenti ai negoziati
sul programma nucleare iraniano su
cui entro il 7 luglio è prevista un'intesa,
il Pentagono continua ad inserire l'Iran,
accanto a Cina, Russia e Corea del
Nord nella lista di Paesi che pongono
gravi preoccupazioni di sicurezza all'America e ai suoi alleati: "Dalla pubblicazione dell'ultima (analisi) di strategia militare 4 anni fa, il disordine
globale è cresciuto mentre alcuni dei
nostri vantaggi (tecnologici) hanno iniziato a ridursi".
Venendo alla Cina per il Pentagono
"le sue attività stanno alimentando
la tensione nella regione Asia-Pacifico". Il riferimento è alla costruzione
di isole artificiali su barriere coralline
a migliaia di km dalla costa cinese
pur di rivendicare la territorialità
dell'80% del Mar Cinese Meridionale
seguendo la dottrina militare della 'linea dei nove punti', in contrasto con
le nazioni vicine, Giappone, Filippine,
Vietnam, tra le altre.
Gli Stati Uniti prevedono poi che la
minaccia rappresentata da entità terroristiche come Isis saranno affrontate
in "conflitti che esploderanno più rapidamente, dureranno più a lungo e
avranno luogo su un campo di battaglia
molto più tecnicamente difficile, perché
questi gruppi rappresentano una minaccia immediata alla sicurezza transregionale e perché riescono a sfruttare
insieme rapidamente le tecnologie disponibili con ideologie estremiste".
In poche parole gli americani con questo documento hanno certificato il loro
operato e le prossime intenzioni.
Hanno "firmato" il caos scatenato in
giro per il mondo e messo il copyright
sull'Isis. Poi hanno indicato i prossimi
obiettivi, Russia e Cina in testa. Nel
futuro globale si prevede uno scontro
a campo aperto con sottili equilibri
destinati a saltare. Infine il Pentagono, involontariamente, ha inoltre
confermato di nuovo l'assenza totale
dell'Europa.
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Venerdì 3 luglio 2015
STORIA
COMINCIA COSÌ UN’EPOCA DIFFICILE E TORMENTATA, FATTA DI FATICA, DI FREDDO E DI FAME, NELL’INCERTEZZA DEL FUTURO
Benito muratore a Orbe
Il viaggio in treno che lo porta in Svizzera è lo spartiacque più importante della sua vita
di Emma Moriconi
rriva alla stazione di
Yverdon con due lire
e dieci centesimi in tasca. Decide di proseguire a piedi. Cammina una intiera
giornata; la sera sopraggiunge e lo
trova ancora in cammino. Ha fame.
Poi si trova un ponte deserto, vede
il letto di un torrente asciutto e, non
avendo di meglio, discende sotto
l'arcata del ponte, si raccoglie in
un angolo, appoggia le spalle al
muro, piega le ginocchia fino al
mento, appoggia la testa sulle ginocchia, e chiude gli occhi. L'aspra
vita del camminante è incominciata.
Si inizia il suo dramma".
Con queste parole Antonio Beltramelli descrive le ore subito successive alla discesa dal treno di Benito
Mussolini. Siamo nel 1902. "Io non
avevo meta fissa - scrive lo stesso
Mussolini - Avevo ingannato i miei
genitori facendo creder loro che io
avessi già il posto assicurato. In realtà
io non sapevo neppure dove sarei
andato a finire".
Pini e Susmel, in "Mussolini l'uomo
e l'opera", aggiungono alcuni particolari: "Prima che il treno si rimettesse in moto - dicono - scambiò in
franchi svizzeri le quaranta lire che
possedeva. Durante il viaggio per
Lucerna uno di quelli di Pontremoli,
certo Tangherone, lo convinse a seguirlo fino a Yverdon, dove si recava
presso un suo zio commerciante in
stoffe, che avrebbe potuto occuparlo". Gli autori traggono queste informazioni dal volume "Mussolini in
der Schweiz" di Marcel Bazencon.
In una lettera all0amico Bedeschi
Mussolini scrisse: "Il vagone era pieno di italiani. Lo credi? Stetti quasi
tutto il tempo del tragitto al finestrino.
La notte era splendida. La luna sorgeva dietro agli altissimi monti bianchi di neve fra un ridere argenteo
“A
di stelle. Il lago di Lugano aveva
magici riflessi come una levigata
superficie metallica battuta da luci
ignote e fatate. Il Gottardo si presentò
ai miei occhi come un gigante pensieroso e raccolto, beneficando del
suo tramite cieco il serpente d'acciaio
che con fuga vertiginosa mi portava
fra genti nove. Nel vagone tutti dormivano, io solo pensavo. Che cosa
pensai quella notte che divideva
due periodi della mia vita? Non lo
ricordo. Solo alla mattina - e ciò poteva dipendere dallo spossamento
fisico - quando passammo per la
Svizzera tedesca e una pioggia novembrale ci accolse fredda come
l'addio di un infelice, ricordai - con
una stretta al cuore - le contrade
verdi d'Italia baciate da un sole di
fuoco ... Fu un primo spunto di nostalgia? Forse. A Lucerna cambiai
treno e presi il biglietto per Yverdon".
In queste parole c'è l'animo del giovane Benito, la poesia e la suggestione di un momento preciso - il
viaggio in treno - che per Mussolini
costituisce uno spartiacque nella
sua vita. Dalle sue parole trapela la
nostalgia per la Patria, lo rileva lui
stesso. Quel viaggio in treno è un
momento di eccezionale rilevanza
per lui, ne poetizza ogni istante, osserva ogni dettaglio.
Alle 11 di giovedì 10 luglio Benito
arriva a Yverdon, è l'inizio di un periodo difficile: "Intontito e stanco, mi
diressi a una povera bettola dove
ebbi l'occasione di parlare per la
prima volta in francese. Mangiai.
Andammo da questo negoziante italiano. Seppe farmi delle chiacchiere.
Nondimeno mi invitò a mangiare da
lui. Accettai. Altre chiacchiere inconcludenti. Infine mi diede uno
scudo. Perché non credesse di beneficarmi, gli lasciai in pegno un
bellissimo coltello uso arabo comperato ancora a Parma il 1 aprile insieme al nostro buono e fulvo Ro-
La casa in Svizzera alla cui costruzione lavorò Benito Mussolini nel 1902
mani. Il venerdì mi trovò per un'ora
di fronte alla statua di Pestalozzi che
ad Yverdon ebbe i natali e per 23
ore in letto. Al sabato, insieme ad un
pittore disoccupato, andai a Orbe città vicina - per lavorare come manuale.Trovai lavoro e il lunedì mattina
14 incominciai. 11 ore al giorno di
lavoro, 32 centesimi all'ora. Feci 121
viaggi con una barella carica di
sassi al secondo piano di un batiment
in costruzione. Alla sera i muscoli
delle mie braccia si erano gonfiati.
Mangiai delle patate cotte tra la cenere, e mi gettai sul letto: un mucchio
di paglia. Alle 5 del martedì, mi
destai e riscesi nuovamente al lavoro.
Fremevo della terribile rabbia de-
gl'impotenti. Il padrone mi faceva
divenire idrofobo. Il terzo giorno mi
disse: 'Voi siete vestito troppo bene!'.
Quella frase volle essere significativa.
Avrei voluto ribellarmi, spaccare il
cranio a quel villan rifatto che mi
accusava di poltroneria mentre le
ossa mi si piegavano sotto le pietre,
gridandogli sul muso: vigliacco, vigliacco! E poi? La ragione è di chi ti
paga. Venne il sabato sera. Dissi al
padrone che intendevo partire e
perciò mi avesse pagato. Entrò nel
suo gabinetto, io restai sul pianerottolo. Di lì a poco uscì. Con mal celata
rabbia gettò nelle mie mani 20 lire
e centesimi dicendo: 'Ecco il vostro
avere ed è rubato'. Restai di sasso.
Cosa dovevo fargli? Ucciderlo. Cosa
gli feci? Nulla. Perché? Avevo fame
ed ero senza scarpe. Un paio di stivaletti quasi nuovi li avevo lasciati a
brandelli sui sassi da costruzione
che mi avevano lacerate le mani
come le suola. Quasi scalzo corsi da
un italiano e comperai un paio di
scarpe imbullettate alla montanara.
Feci fagotto e alla mattina dopo domenica 20 luglio - a Chavornay
presi il treno per Losanna".
Pini e Susmel dettagliano che il
"padrone" era un certo Bartoglio
che stava costruendo delle abitazioni per i dipendenti delle fabbriche di cioccolato Peter, Cailler,
Kohler.
SENZA UN SOLDO, CON I CRAMPI ALLO STOMACO, IL GIOVANE MUSSOLINI DORME SOTTO IL GRAND PONT
L’arrivo a Losanna
Il primo arresto per “vagabondaggio”: “Il giorno dopo la sola cosa metallica
che io avevo in tasca, era una medaglia nichelata di Karl Marx”
Q
uando Benito arriva a Losanna
è pomeriggio, "un pomeriggio
nubiloso". Ricorda che "le strade erano deserte" e che aveva alcuni
indirizzi, "ma non cercai nessuno".
Con venti franchi va a dormire in
un piccolo albergo: "Avevo studiato
il francese ma non lo capivo perché
le mie orecchie non erano ancora
abituate ai suoni della lingua straniera. Ma superai questa difficoltà
in poche settimane. Cercai lavoro,
non ne trovai - continua - Me ne
andai dall'albergo dopo aver saldato
il conto e poiché non avevo più denari per l'alloggio mi feci il letto
dentro una cassa sotto a una delle
arcate del Grand Pont e vi passai
parecchie notti. Di giorno girovagavo
nei dintorni della città e mi nutrivo
di frutta e di pane. Venne il momento
in cui non ebbi neppur un soldo". E
così il giovane Benito,il maestro elementare figlio d'un fabbro, venuto
da Dovia, passa più di quarantotto
ore senza mangiare. Verso le tre
del mattino, infreddolito e affamato,
viene fermato da due poliziotti che
lo credono un malvivente e lo scortano al posto di polizia più vicino.
Capiscono che ha fame e gli danno
del pane. Viene arrestato per vagabondaggio ma le sue carte sono in
regola, così dopo tre giorni viene
rimesso in libertà.
Pini e Susmel, in merito a questo
episodio, riferiscono che esso venne
narrato, circa trent'anni dopo, dal
poliziotto Louis Emery, che più tardi
sarà promosso presidente di tribunale, allo storico Bezencon. "L'Emery
- scrivono Pini e Susmel - riferisce
di aver trovato Mussolini mentre
dormiva nella cassa [...] Lo sveglia
e gli domanda: 'Cosa fate qui'. 'Lo
vedete. Mi riposavo un momento'.
Il poliziotto porta Mussolini con sé
e alla luce di un fanale può vedere i
suoi lineamenti stanchi. 'Siete ammalato?' gli chiede. 'Si un poco ... e
ho fame'. Condotto al posto di polizia
di San Francesco viene trattenuto
ventiquattro ore: è interrogato e perquisito. Poi è portato in prefettura,
dove si prendono i suoi connotati.
Viene lasciato libero ventiquattro
ore dopo. L'arresto per 'vagabondaggio' avvenne - scrivono ancora
- la mattina del 24 luglio 1902, mercoledì, alle 4 e mezza. Così risulta
dal rapporto fatto dall'agente Emery.
[...] Dell'arresto è data anche notizia
nel registro del posto di polizia di
San Francesco; infatti, sotto la data
del 23 luglio, vi si legge: 'Mussolino
[più d'una volta il cognome viene
trascritto in maniera erronea, anche
sui documenti relativi al padre Alessandro capita di imbattersi in questo
errore, Ndr] Benito, muratore, vagabondaggio'. Secondo il rapporto
di Emery, Mussolini viene scarcerato
la mattina del 26 luglio, invece a
quanto riferisce Mussolini, egli viene
rilasciato la mattina di domenica 27
Il poliziotto che arrestò Mussolini a Losanna e uno stralcio del verbale
luglio. "Il giorno dopo - scrive Benito
all'amico Sante Bedeschi - un lunedì,
la sola cosa metallica che io avevo
in tasca, era una medaglia nichelata
di Karl Marx. Avevo mangiato un
tozzo di pane al mattino e non sapevo dove andare a dormire la sera.
Disperato volsi al largo. Sedetti (i
crampi dello stomaco mi impedivano
di camminare a lungo) sul piedistallo
della statua di G. Tell che sorge sul
parco di Montbénon. Lo sguardo
mio doveva essere terribile in que'
terribili istanti poiché i visitatori del
monumento mi guardavano con aria
sospetta, quasi impaurita".
Sono i primi giorni di Benito in Svizzera, alle sue spalle c'è Predappio,
la sua Dovia, le colline su cui ha
corso scalzo, gli alberi su cui si è
arrampicato per rubare le mele al
contadino, la grande quercia di San
Cassiano, il fabbro Alessandro, la
maestra Rosa, i bambini di Gualtieri,
i compagni romagnoli.
[email protected]
7
Venerdì 3 luglio 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
NON CAMBIA LA LINEA DIFENSIVA DI FRANCO DURANTE L’INTERROGATORIO DI GARANZIA
Stupro a Prati, il militare ribadisce:
“La ragazza era consenziente”
Il gip si è riservato di decidere. Oggi dovrebbe sciogliere il nodo sulla convalida dell’arresto
iuseppe Franco ha respinto le pesanti accuse: “La
ragazza era consenziente”. E’ la versione del militare della Marina accusato di aver violentato una giovane
di sedici anni nel pratone davanti
la città della giustizia a piazzale Clodio, lo scorso 29 giugno.
Ascoltato dal gip Giacomo Ebner
in sede di interrogatorio di garanzia
per due ore, l’uomo ha chiarito di
non essersi presentato alla giovane
come poliziotto, e di averle mostrato
il proprio tesserino da militare dopo
che gli era stato domandato quale
lavoro facesse.
Si sarebbe difeso spiegando di aver
avvicinato la minore e le altre ragazze che l’accompagnavano e di
essersi poi appartato con la sedicenne senza alcuna costrizione, al
contrario del racconto delle tre, al
termine di una conversazione.
Era presente anche il pubblico ministero Eugenio Albamonte, il quale
aveva fin dall’inizio sostenuto che
bisognava emettere l’ordinanza di
custodia cautelare con detenzione
in carcere, ribadendo la solidità
dell’impianto accusatorio.
G
Il gip, però, si è riservato di decidere.
Nelle prossime ore scioglierà il
nodo sulla convalida dell’arresto.
Contro Franco c’è la ricostruzione
della vittima e delle due amiche
con cui si trovava in compagnia
quella sera.
Ulteriori elementi a riscontro dei
fatti sono stati forniti dalle videocamere di sorveglianza di uno degli
esercizi commerciali vicino al tribunale, che ritraevano un uomo
compatibile con il fermato, mentre
si allontanava dal luogo inseguito
da quattro persone. La mamma di
una delle due minori, insospettita,
aveva cercato invano di fermarlo.
Qualche chiarimento potrà darlo la
polizia scientifica, che sta esaminando un paio di pantaloncini trovati
a casa del militare e le tracce biologiche lasciate sul corpo della ragazzina e i vestiti della minorenne.
Incrociati anche i tabulati telefonici
della zona.
All’esame di Albamonte c’è anche
la posizione del fratello del presunto aggressore. Per lui si ipotizza
l’accusa di favoreggiamento. Il pm
ha già disposto gli accertamenti
tecnici sui cellulari dei due per
stabilire quali e quante telefonate
siano state fatto dopo l’aggressione
della ragazza.
Il fratello del fermato era stato sorpreso da alcuni agenti in borghese
a recuperare la bicicletta del militare nei pressi del tribunale. Insospettiti, sono scattate le ricerche.
Franco è stato trovato poco dopo a
casa del fratello. Il giorno successivo, sarebbe dovuto partire per
una missione.
IL PREFETTO GABRIELLI HA INDETTO UN ALTRO AVVISO PUBBLICO
Richiedenti asilo, ecco un nuovo bando
A pochi giorni dall’annuncio dell’ennesimo centro di accoglienza che
sorgerà vicino la stazione Tiburtina da parte del Comune di Roma
n altro. La prefettura ha indetto un bando per la conclusione di un nuovo accordo quadro con più soggetti
economici per la fornitura di servizi di accoglienza a stranieri richiedenti asilo.
“Il nuovo avviso si è reso necessario in considerazione del fatto
che la precedente procedura, indetta nel febbraio 2015, non ha
consentito di soddisfare integralmente il fabbisogno di posti ne-
U
cessario”, si legge nella nota firmata dal prefetto Franco Gabrielli
(nella foto). Tra gli aspetti qualificanti del nuovo bando si segnalano la maggiore attenzione
ai servizi di assistenza socio sanitaria - quali l’orientamento, il
supporto e l’accompagno per la
fruizione dei servizi socio assistenziali e sanitari - nonché la richiesta di specifici servizi per
l’integrazione che spaziano dai
corsi di lingua italiana all’infor-
mazione sulla disciplina in materia
di immigrazione e sulle procedure
da seguire per proporre richiesta
di asilo. Naturalmente, le proposte
verranno selezionate con il criterio
dell’offerta economicamente più
vantaggiosa, “da valutare attribuendo un adeguato rilievo ai
progetti di assistenza e integrazione”, ha precisato però la prefettura.
E’ stato ridotto, invece, da un
anno a sei mesi il periodo minimo
di esperienza, prosegue la nota,
nel settore richiesto ai soggetti
che desiderano partecipare alla
procedura, estendendo al contempo la possibilità di concorrere
anche a operatori attivi nell’accoglienza residenziale o nei servizi
di orientamento e sostegno in
favore di richiedenti e beneficiari
di protezione internazionale.
La prefettura ha precisato infine
che gli immobili individuati dai
soggetti che intendono partecipare
alla gara dovranno rispettare la
normativa vigente in materia residenziale, sanitaria, di sicurezza
antincendio e antinfortunistica.
In seguito alla verifica dell’idoneità
dei locali, palazzo Valentini non
procederà a stipulare alcun contratto “qualora siano riscontrate
irregolarità nelle strutture proposte”.
Un nuovo bando che conferma
come l’Italia stia portando avanti
la linea dell’accoglienza, nonostante Roma sia satura. Un’attenzione istituzionale mai destinata
verso chi da anni attende un alloggio popolare. Un bando che
arriva a pochi giorni dall’annuncio
da parte dell’amministrazione Marino del nuovo centro di accoglienza di cento persone che sorgerà vicino alla stazione ferroviaria
Tiburtina. Grazie a un accordo
tra il Comune di Roma e le Ferrovie dello Stato, che hanno concesso in comodato d’uso l’ex albero Ferrotel.
Il Campidoglio dovrà anche ristrutturarlo. Un costo stimato tra
i 100 e i 150mila euro. Il taglio
del nastro ci sarà tra un mese.
IL CAMPIDOGLIO HA VOTATO LA SURROGA DI D’AUSILIO E LA SOSTITUZIONE TEMPORANEA DI CORATTI E PEDETTI
Mafia Capitale: c’è chi esce e chi entra
Martedì la Pisana discuterà la sospensione di Gramazio, che cesserà
nel caso in cui venga meno lo stato di custodia cautelare in carcere
iornata intensa sia alla Regione
Lazio che al Campidoglio. In
oggetto sempre lo scandalo
di Mafia Capitale. Nella mattinata
di ieri è stato notificato al Consiglio
regionale il decreto del presidente
del Consiglio dei ministri che accerta la sospensione dalla carica di
consigliere Luca Gramazio in applicazione della legge Severino.
La capigruppo, riunitasi nel pomeriggio, ha stabilito di conseguenza
che la surroga di Gramazio con il
primo dei non eletti sarà posta all’ordine del giorno della seduta consiliare di martedì prossimo.
G
Il decreto stabilisce, inoltre, stabilisce
che la sospensione del consigliere
cesserà - spiega l’Area informazione
della Pisana - nel caso in cui venga
meno lo stato di custodia cautelare
in carcere nel quale si trova dal 4
giugno, a seguito dell’ordinanza del
giudice per le indagini preliminari
del Tribunale di Roma del 29 maggio
scorso.
Dalla Pisana al Campidoglio. L’Assemblea capitolina ha approvato la
surroga del dimissionario Francesco
D'Ausilio (Pd), ex capogruppo dem
e vicino a Zingaretti, il cui nome è
presente nelle carte di Mafia Capi-
tale anche se non risulta iscritto nel
registro degli indagati.
Al suo posto entra la consigliera Liliana Mannocchi, vicina al deputato
Marco Di Stefano.
L’Aula Giulio Cesare ha dato il via
libera anche alla sostituzione temporanea dei consiglieri Mirko Coratti
e Pierpaolo Pedetti, entrambi dem,
arrestati nell’ambito dell’inchiesta
Mondo di Mezzo e ora ai domiciliari.
Le altre due neo consigliere dem
sono Cecilia Fannunza e Luigina Di
Liegro.
Oggi, invece, l’amministrazione di
Roma Capitale formalizzerà la propria costituzione, in qualità di parte
offesa, nel procedimento giudiziario
della Procura di Roma nei confronti
di Massimo Carminati ed altri 33
imputati, nell’ambito dello scandalo
di Mafia Capitale. Una richiesta, già
depositata lo scorso 12 dicembre
2014, accolta dal Giudice per le indagini preliminari, Flavia Costantini.
All’apertura del dibattimento l’amministrazione si costituirà anche
come parte civile attraverso la propria avvocatura capitolina.
8
Venerdì 3 luglio 2015
ECONOMIA
ACCORDO TRA LA MULTINAZIONALE E LE SIGLE: NESSUN ESUBERO, RILANCIO DI TUTTI I SITI
Whirlpool-sindacati: vittoria dei lavoratori
utto fatto. Dopo cinque
mesi di tensione e preoccupazione, Whirlpool
e i sindacati hanno siglato l’accordo con cui
la multinazionale americana rilancerà la produzione italiana dei siti
prelevati dalla Indesit.
L’intesa, già nell’aria, è stata firmata
al termine di un nuovo round al
Ministero dello Sviluppo economico. E’ stato messo nero su bianco:
l’azienda riassorbe tutti gli esuberi
inizialmente previsti, salvando i
siti di Carinaro e None dalla chiusura. Assegna, inoltre, ad ogni stabilimento una missione produttiva,
investendo 513 milioni di euro in
tre anni.
La multinazionale ha poi preso
l’impegno di non licenziare fino
al 2018, mettendo in campo però
un piano di esodi e trasferimenti
incentivati volti a una ricollocazione
e riqualificazione professionale
per gli impiegati, le cui funzioni
vengono trasferite in altra regione.
Grazie anche all’utilizzo della cassa
integrazione e di contratti di solidarietà in tutti i siti.
Ora la palla passa nelle mani dei
dipendenti, i quali dovranno dare
il loro assenso. Si vota il 13 e 14
luglio.
I lavoratori possono ritenersi soddisfatti. L’hanno spuntata loro, questa volta. Entrando nel dettaglio
dell’accordo, bottino pieno per la
provincia di Caserta rispetto alle
premesse iniziati. Sarà costituito,
infatti, il polo europeo di ricambi
e accessori, in cui troveranno inizialmente occupazione 320 persone. Il restante organico, invece,
T
potrà avvalersi della possibilità di
essere trasferito a Napoli, accedere
al trasferimento volontario incentivato per Varese con la possibilità
di colloqui anche per i familiari
conviventi oppure intraprendere
i percorsi di uscita incentivata specificamente previsti per la Campania.
Buone notizie anche per l’impianto
di Teverola, il secondo nel Casertano dopo quello di Carinaro, chiuso ormai da anni. L’azienda ha preso l’impegno di cercare soggetti
investitori, con un apposito stanziamento di 2 milioni di euro e la
disponibilità di cedere a prezzi
agevolati lo stabile per produrre
occupazione. Gli ammortizzatori
sociali utilizzati saranno inizialmente la CIGS per ristrutturazione
e poi i contratti di solidarietà.
Per quanto riguarda None, invece,
il magazzino sarà ceduto alla società Mole, ma al personale è stata
concessa la disponibilità di scegliere il trasferimento in un’altra
sede del Gruppo, che riceverà un
incentivo e gli sarà liquidato il Tfr,
o accedere ai percorsi di uscita
incentivata.
L’attività del centro ricerca e dell’outlet continuerà fino al 31 dicembre 2016. Successivamente il
personale potrà accedere sia al
piano di uscite incentivate sia a
modalità agevolate di trasferimento
in un’altra sede del Gruppo.
Cassinetta, invece, si consoliderà
come polo EMEA per l’incasso,
con produzione di forni, frigoriferi
e microonde con un incremento
occupazionale di 160 persone, oltre
alla conferma dei lavoratori.
Melano, frazione di Fabriano, diventerà l’unica fabbrica EMEA per
la produzione di piani cottura, con
rientro delle produzioni dall’estero,
dove saranno concentrati anche i
lavoratori attualmente in forza ad
Albacina.
Whirlpool e sindacati hanno destinato a Napoli la produzione delle
lavatrici di alta gamma, anche con
un modello aggiuntivo rivolto ai
mercati extra Ue.
A Siena, invece, è previsto il polo
di produzione dei congelatori orizzontali, con rientro di prodotti anche dall’estero con possibilità di
crescita ulteriore verso i mercati
extra europei.
Nello stabilimento di Comunanza
saranno prodotte le lavatrici a carica frontale e sarà produttore
esclusivo in Emea di lavasciuga.
Mentre negli uffici in Lombardia
verrà creato un centro direzionale
con circa 800 dipendenti, accorpando gli attuali uffici di Comerio
e Milano in una sede ancora da definire fra Varese e Milano. Stessa riconversione per Fabriano, in cui lavorareranno circa 600 dipendenti.
Soddisfazione è stata espressa da
tutte le sigle, da Fim a Uilm, dalla
Fiom alla Ugl.
“Un accordo essenziale per il futuro
di migliaia di lavoratori e per le
prospettive del comparto del bian-
co ed elettrodomestici in Italia”,
ha detto Ermenegildo Rossi, segretario confederale dell’Ugl. Gli
ha fatto eco Antonio Spera (Ugl
Metalmeccanici): “Ora la parola
passa ai lavoratori, che siamo convinti premieranno il cammino fatto
per evitare esuberi strutturali e
chiusure di stabilimenti”.
“E’ un grande piano - ha spiegato
l’ad Whirlpool Italia, Davide Castiglioni - come se ne vedono pochi: mezzo miliardo in quattro anni
per dare all’Italia un ruolo centrale
nella produzione. Sono orgoglioso
del percorso fatto: con i sindacati
abbiamo fatto squadra”. Ora la
parola passa ai lavoratori.
LA MAZZATA DELLA CRISI ECONOMICA SUI SACRIFICI DI MILIONI DI PERSONE
L’ECCELLENZA
Casa, il tesoro degli italiani
perde ancora valore
In appena cinque anni, il crollo dei prezzi ha raggiunto il 13,7%
C
rolla il valore delle
abitazioni. La svalutazione continua
anche nel 2015. L’anno, infatti, si apre con una conferma della tendenza al ribasso dei prezzi delle case
in atto da più di tre anni.
Nel primo trimestre, sulla
base delle stime preliminari,
l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi
sia per investimento diminuisce quasi di un punto
percentuale (0,7%) rispetto
al trimestre precedente.
Ancora più marcato il crollo
in riferimento ai primi novanta giorni del 2014, che
raggiunge un meno 3,4%.
A scattare fotografare la svalutazione delle case
è stata l’Istat. Un trend, negativo, iniziato sin dal
2013, che si conferma anche nel primo trimestre
dell’anno in corso. Una diminuzione tendenziale
particolarmente dovuta sia ai prezzi delle abitazioni esistenti (-3,8%) sia a quelli delle abitazioni
nuove (-2,0%).
Come risultato di questi andamenti, si legge nel
Anche il dato congiunturale
conferma il quadro di generale ribasso dei prezzi. Quello
registrato nel primo trimestre
2015 è infatti il quattordicesimo
calo congiunturale consecutivo
e per la prima volta è il risultato di una diminuzione dei
prezzi delle abitazioni nuove
(-1,0%) più ampia di quella
delle abitazioni esistenti (0,5%).
Ma la situazione è ancora più
agghiacciante, un trend che
sta avanzando in maniera irreversibile. Basta dare uno
sguardo alle stime preliminari
del primo trimestre 2015, dalle quali emerge che la diminuzione dei prezzi delle abitazioni rispetto al 2010 ragrapporto dell’istituto di ricerca, il differenziale in
valore assoluto tra la variazione tendenziale dei
prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei
prezzi delle abitazioni nuove si riduce a 1,8 punti
percentuali, il minimo da quando è possibile
calcolare la serie storica delle variazioni tendenziali dell’Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (Ipab).
giunge il -13,7%.
Oltre il danno, pure la beffa. Dopo anni e anni di
sacrifici, gli italiani subiscono il crollo del bene
più prezioso: la casa.
Alla riduzione concorrono sia le abitazioni esistenti,
i cui prezzi, nello stesso periodo, sono scesi del
18,6%, sia le nuove per le quali si registra una
variazione negativa dell’1,5%.
Farmaceutica
in crescita
uone notizie dal settore farmaceutico. Le 5.000 nuove
assunzioni - la metà fra under 30 - negli ultimi 12 mesi hanno superato i lavoratori in uscita,
con un incremento (+1%) del
numero degli addetti. Gli investimenti sono aumentati di 200
milioni di euro (+11%), mentre
l’export è cresciuto ancora (+6%
nel 2014, dopo +14% nel 2013 e
+13% nel 2012) di 1,2 miliardi
in un solo anno.
Oggi - rileva l’associazione delle
industrie farmaceutiche - una
nuova fase è all’orizzonte. Sono
7.000 i medicinali in sviluppo,
soprattutto biotech, che riguardano patologie tumorali, cardiovascolari, diabete, Hiv. Farmaci
sempre più personalizzati che
cambieranno la storia di diverse
malattie gravi. Un fenomeno al
quale partecipa anche l’Italia con
i suoi centri di eccellenza, ad
esempio per l’oncologia, le malattie rare, i vaccini, il farmaco
biotech e le terapie avanzate.
“La partita non è vinta, ma sono
stati segnati goal importanti –
sostiene Farmindustria - grazie
a un efficiente network dell’innovazione che crea salute e valore. Una rivoluzione che impone
di ripensare la governance per
garantire la sostenibilità del sistema”.
B
9
Venerdì 3 luglio 2015
DALL’ITALIA
È IL TERZO ASSESSORE AD ABBANDONARE LA CARICA IN UNA SETTIMANA. BEN 35 QUELLI SOSTITUITI IN DUE ANNI
Sicilia, anche la Borsellino dice addio a Crocetta
La figlia del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio formalizza le dimissioni annunciate
qualche giorno fa: “Vari sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione”
o aveva annunciato e lo ha fato. Lucia
Borsellino si è dimessa dall’incarico
di assessore regionale alla Sanità in
Sicilia. A pochi giorni dall’arresto di
Matteo Tutino, primario dell'ospedale
Villa Sofia nonché medico personale del governatore Rosario Crocetta e nel giorno in cui
diventa pubblica la notizia della morte di un
neonato di due mesi a Ragusa dopo la somministrazione di un vaccino obbligatorio, la figlia
del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio, ha inviato una lettera proprio al presidente
della Regione per ufficializzare la sua decisione
di lasciare l'esecutivo.
“Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e
quindi personale, sempre più inconciliabili con
la prosecuzione del mio mandato, mi spingono
a questa decisione anche in considerazione
del mio percorso professionale di oltre vent'anni
in seno all'amministrazione regionale della Salute - ha scritto Lucia Borsellino – Vari, purtroppo,
sono stati gli accadimenti che hanno aggredito
la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono
stata chiamata a rappresentare e, quindi, della
mia persona“.
Poi l’assessore spiega i tempi della sua scelta:
“Ho deciso di rassegnare oggi (ieri,ndr) le
mie irrevocabili dimissioni, avendo sentito fortemente il dovere di attendere la scadenza
appena decorsa del 30 giugno, entro la quale
il ministero della Salute ha rivolto alla Regione
l’assolvimento di alcune prescrizioni relative a
taluni adempimenti in tema di assistenza ma-
L
terna e neonatale”.
Il riferimento è al caso della neonata morta
nel febbraio scorso in ambulanza, durante il
trasferimento da Catania a Ragusa per mancanza di posti letto negli ospedali del capoluogo
etneo. Una vicenda che attirò su di lei le ire
del ministero della Salute. “Lascio – continua
la Borsellino - un sistema con innegabili segni
di ripresa oggettivamente documentati, per-
seguiti nell'ambito di un
programma triennale di
sviluppo e di consolidamento pattuito con i ministeri della Salute e dell'Economia, programma
in corso di attuazione che
dev’essere responsabilmente rinnovato alla scadenza del triennio 20132015”.
In riferimento all’arresto
del primario di Chirugia
plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino afferma: “Non
posso non manifestare il
rammarico conseguente
alla lesione che fatti come
questo determinano inevitabilmente all’immagine
dell’istituzione sanitaria
e dell'intera Regione siciliana, adombrando il lavoro di tanti operatori e professionisti che profondono quotidianamente il proprio impegno
con onestà e correttezza nell’esclusivo interesse
pubblico. Fatti come questi determinano altresì
in un settore come quello della sanità contrassegnato da vicende che in un recentissimo
passato ci hanno consegnato l'immagine di un
sistema di malaffare - continua Lucia Borsellino
- un grave danno sulla capacità attrattiva del
servizio sanitario regionale e, come accaduto
nello specifico, di una delle più importanti
aziende ospedaliere dell'Isola”.
Con l’addio di Lucia Borsellino, che ha fatto
parte della giunta Crocetta sin dal giorno del
suo insediamento, il 10 novembre del 2012,
salgono a tre gli assessori dimessisi in appena
una settimana. Prima di lei, l'assessore all'Agricoltura Nino Caleca, sostituito dalla dirigente
Rosaria Barresi e l'assessore alla Funzione
pubblica Ettore Leotta, sostituito da Giovanni
Pistorio.
Ma la “fuga” dal governo regionale non sarebbe
finita. Si parla, infatti, sempre più insistentemente,
di una imminente uscita dell'assessore alle Attività produttive, Linda Vancheri. In due anni, si
ricorda, Crocetta ha sostituito ben 35 assessori.
La situazione politica è ora nelle mani dei
partiti a cominciare da quel Pd ‘spaccato’ che
proprio ieri è stato attaccato da Crocetta in
un’intervista a La Stampa. “Se stavo a dar retta
al Pd - ha detto - la giunta durava sei mesi e
veniva travolta dagli scandali giudiziari. Volevano
impormi Mirello Crisafulli. Guardate ora i suoi
guai. E Franco Rinaldi, il cognato di Francantonio
Genovese”. E sul presidente del consiglio dice:
“Sono l’unico governatore con cui non ha mai,
mai parlato, neanche una volta”.
Di certo, nonostante cerchi di difendere il suo
operato, Crocetta non ha più le condizioni minime per governare da tempo, ma nonostante
ciò, resta incollato alla poltrona.
Barbara Fruch
ENNESIMO CASO DI MALASANITÀ NEL RAGUSANO
Vaccino killer: muore un neonato
Dopo la denuncia dei genitori dodici medici iscritti nel registro degli indagati: l’accusa
è omicidio colposo. E anche a Modica una donna sporge denuncia: ha perso il feto al sesto mese
i sarebbe sentito male dopo la
somministrazione del vaccino obbligatorio. Vittima un bimbo di appena due mesi che non ce l’ha fatta. Il
decesso è avvenuto all’ospedale “Paternò
Arezzo” di Ragusa, dove il neonato si
trovava ricoverato in seguito ai malori
manifestati per l’appunto dal giorno
della somministrazione del vaccino.
Sul caso Indaga la Procura che ha
aperto un’inchiesta e sono partiti gli
S
avvisi di garanzia, firmati dal pm Valentina
Botti, notificati dai carabinieri per consentire l’autopsia, prevista per ieri.
Gli accertamenti, partiti in seguito alla
denuncia dei genitori, si legge in una
nota “puntano a stabilire con certezza
le cause della morte del piccolo, al fine
di far luce su eventuali responsabilità
da parte dei medici dell’ospedale o del
personale dell’Asp di Ragusa che ha
provveduto alla somministrazione dei
vaccini, cui apparentemente sembrerebbe
essere stato conseguente il decesso”.
Sono 12 i nomi dei medici, del personale
medico e paramedico e dell’Asp 7 iscritti
nel registro degli indagati. L´ipotesi è
di reato prospettabile è di omicidio colposo, mentre si attendono risposte certe
dall’autopsia disposta sul corpicino della
vittima per accertare le cause dell’assurdo
decesso.
In un nota, la direzione aziendale dell’Asp,
precisa che il neonato è giunto, all’ospedale, il 26 giugno scorso, “in condizioni
gravi, con diagnosi precedente di malformazione cardiaca congenita”.
“Approntate, immediatamente, le cure
del caso - si legge ancora nella nota - il
bambino viene trasferito presso la divisione di neonatologia e Unità Terapia
Intensiva Neonatale, ma nonostante le
cure costantemente prestate alle 6.45
si registra il decesso del piccolo”.
Presunto caso di malasanità anche a
Modica, dove una donna trentanovenne
di Scicli che ha sporto querela ai Carabinieri dalla locale stazione per aver
perso il suo bambino al sesto mese di
gravidanza. I fatti sarebbero accaduti a
maggio. Secondo l'esposto, la puerpera
si era presentata all'ospedale Maggiore
di Modica lamentando dolori. Al controllo
le era stato assicurato che il percorso
della gravidanza era normale. Stessa
rassicurazione era venuta anche dai medici dell'ospedale di Ragusa, ai quali la
gestante si era poi rivolta. Ma dopo
alcuni giorni, e sempre con forti dolori,
la donna è tornata al "Maggiore" dove è
stato constatato che il feto era morto
B.F.
nel ventre materno.
LA PROCURA DI PISA HA APERTO UN’INDAGINE
Genitori vegani: bimbo ricoverato per malnutrizione
Ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia per mamma e papà. Da accertare se sia stato seguito da un pediatra
a rischiato la vita a causa
del regime alimentare seguito dai genitori, evidentemente non adatto per un bambino di circa un anno.
Il piccolo, di 11 mesi, è stato infatti
ricoverato all’ospedale Mayer di
Firenze in condizioni di denutrizione.
Secondo quanto trapelato mamma
e papà, entrambi vegani, che vivono in un piccolo centro vicino
a Pontedera, sono stati indagati
dalla procura di Pisa per maltrattamenti in famiglia. L’indagine è
infatti scattata d’ufficio dopo la
segnalazione ricevuta dall’ospedale dove il piccolo era stato portato per alcuni malesseri.
H
Sull’episodio sta conducendo una
serie di accertamenti anche la
polizia.
L’obiettivo della procura è stabilire
se vi sono state condotte delittuose
da parte dei genitori del piccolo
ma soprattutto vuole capire se il
bimbo è mai stato seguito da un
pediatra e, in caso affermativo, se
il medico non si fosse accorto di
eventuali condotte anomale della
coppia.
L’indagine, si apprende da fonti
investigative, è solo all’inizio e
l’iscrizione dei genitori nel registro
degli indagati è principalmente
un atto dovuto anche per consentire
loro di nominare propri consulenti
se si ritenesse necessario svolgere
accertamenti irripetibili.
Chi pratica il veganismo, rifiuta
ogni forma di sfruttamento degli
animali (per alimentazione, abbigliamento, spettacolo e ogni altro
scopo). L’alimentazione vegana
esclude, dunque, totalmente dalla
dieta animali ed i loro derivati
(come latte, latticini, uova, miele).
Alla base di questo tipo di regime
alimentare c’è il massimo rispetto
per tutte le forme di vita. Il ‘classico’ menù vegano è costituito generalmente da cereali integrali
(riso,orzo, farro, miglio, cous cous),
legumi (piselli,ceci, fagioli, lenticchie), patate e grandi quantità
di altre verdure.
Peccato che tale regime pare ri-
spetti poco le necessità alimentari
di un bimbo. Secondo i nutrizionisti
la probabilità di deficit di alcuni
nutrienti è maggiore se si elimi-
nano i prodotti di origine animale
dall’alimentazione di un organismo in via di sviluppo, dunque
B.F.
nei bambini.
10
8
Venerdì 3 luglio 2015
DALL’ITALIA
EMERGENZA IMMIGRAZIONE, I COMUNI INCROCIANO LE BRACCIA
“Senza certificato sanitario ad Alassio non entri”
Il sindaco del comune nel ponente ligure firma l’ordinanza. Intanto anche Settimo Torinese “caccia” gli stranieri
di Barbara Fruch
e non sono in possesso di un certificato sanitario gli immigrati non possono entrare. È quanto deciso in
un’ordinanza emessa dal sindaco di
Alassio, in provincia di Savona, Enzo
Canepa.
Per entrare nel territorio comunale gli straniero dovranno quindi dimostrare di non
avere malattie infettive e trasmissibili, il
tutto proprio per tutelare la cittadinanza.
“Già dal mese di giugno – si legge nell'ordinanza del sindaco, che nei giorni scorsi
aveva rifiutato di accogliere otto profughi –
è esponenzialmente aumentata la presenza
sul territorio comunale di cittadini stranieri
provenienti da diversi stati africani, asiatici
e sudamericani” dove “sono ancora presenti
numerose malattie contagiose e infettive
ed è tuttora in corso una gravissima epidemia
di Ebola”.
L'ordinanza chiama “Tutela sanitaria” e
firmata ieri dal sindaco eletto in una lista
civica vicino al centrodestra, dispone “il divieto di insediarsi anche occasionalmente
nel territorio comunale a persone prive di
fissa dimora provenienti da Paesi dell'area
africana, asiatica e sudamericana, se non in
possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e
trasmissibili”.
“Questa disposizione, che serve a tutelare
la sicurezza e la salute dei nostri cittadini –
spiega il primo cittadino – e dei nostri turisti,
è divenuta necessaria come risposta alla situazione di emergenza e all’invasione incontrollata del territorio nazionale avvenuta
negli ultimi mesi”.
Gli immigrati destinati ad arrivare infatti,
S
Il sindaco di Alassio, Enzo Canepa
precisa il sindaco, provengono da Paesi in
cui sono presenti malattie come tubercolosi,
scabbia, Aids, ebola e dove la profilassi non
è adeguata.
Mentre dunque l’amministrazione di Alassio
ha deciso di incrociare le braccia, l’emergenza
continua a infuocare l’intero Paese. Sono una
cinquanta i profughi arrivati ieri pomeriggio
in Liguria provenienti da Trapani, come spiegato dalla prefettura di Genova.Venti profughi
resteranno in provincia di Genova, 10 andranno in provincia di Savona, 10 in quella
della Spezia e 10 in quella d'Imperia. Complessivamente, negli ultimi 3 giorni in Liguria
sono arrivati 300 immigrati: 130 sono stati
inseriti in strutture di accoglienza a Genova,
70 a Savona, 65 rispettivamente nelle province
di Imperia e La Spezia.
Situazione tesa anche in Piemonte, in particolare al Comune di Settimo Torinese, unico
hub per l’ospitalità degli stranieri in Regione,
che dice no ad altri 250 arrivi annunciati ieri
dalla Prefettura.“Comprendiamo l'emergenza
e le difficoltà - ha dichiarato il sindaco Fabrizio
Puppo - ma ospitare altre 250 persone, in
tende da campo, con le temperature di questi
ultimi giorni, ci obbliga a dire no”.
Il centro in questione, nato dalle ceneri del
villaggio abbandonato degli operai che
hanno lavorato all'Alta Velocità Torino-Milano,
ospita già 200 persone di cui 100 richiedenti
asilo politico, e ha sempre dato ampia disponibilità nelle varie situazioni di emergenza.
“Servono azioni strutturali e di ampio respiro
- ha continuato il sindaco - e noi siamo
sempre disposti a fare la nostra parte sul
tema dell'accoglienza. Ma se la realtà è un
aumento continuo di persone da accogliere
in condizioni sempre più critiche e disagiate,
allora dobbiamo fare un passo indietro”.
Ma gli arrivi di certo non si fermano, e gli
immigrati che giornalmente sbarcano sulle
coste del sud continuano ad essere trasferiti
in varie regioni d’Italia. Nella giornata di
ieri la Prefettura di Venezia ha reso noto che
anche in Veneto sono giunti 200 stranieri arrivati da Trapani e Siracusa.
Extracomunitari a cui bisogna garantire vitto,
alloggio e assistenza in un’Italia ormai alla
deriva, proprio come quelle carrette del
mare che giornalmente traghettano migliaia
di sedicenti profughi.
TORINO
NAPOLI
NEL BELPAESE SOLO STAGE
Minori ladri
per “divertimento”
Spari a Forcella,
ucciso un pregiudicato
In Italia c’è crisi:
assunto dalla Nasa
Ragazzini accusati di aver svaligiato
ben diciannove appartamenti a Bardonecchia
Emanuele Sibillo, latitante, è stato colpito
alla schiena. Poi abbandonato in ospedale
Roberto Carlino, vive in California
ed è già stato arruolato nel progetto Mars
ul fatto che la crisi penalizzasse i giovani vi erano
pochi dubbi. Ma che un
italiano venga assunto dalla
Nasa, dopo che nel Belpaese
non trova occupazione pare un
paradosso.
Invece è proprio la storia di Roberto Carlino, 26enne di Fuorigrotta, quartiere dell'area occidentale di Napoli, con in tasca
una laurea in ingegneria aerospaziale con tanto di lode e un
curriculum spedito in ogni angolo d'Italia. La risposta era
sempre la stessa: “Ci dispiace,
non possiamo assumerti, c'è
crisi”.
Poi è arrivata una mail, finalmente positiva. Dal centro Nasa
della Silicon Valley. Ora vive in
California ed è già stato arruolato
nel progetto Mars, la sonda che
verrà spedita su Marte per raccogliere campioni di suolo del
Pianeta Rosso da analizzare poi
sulla Terra
Per il giovane partenopeo è
pronto un tirocinio di sei mesi
retribuito: finora aveva sempre
lavorato gratis, negli States gli
garantiscono un compenso
mensile 3750 dollari al mese.
“Trovarmi davanti allo space
S
ancora allarme microcriminalità. Sono cinque minorenni, tra i 12 e 14 anni,
tutti italiani e che frequentano la
seconda e la terza media, i responsabili dei danneggiamenti
e dei saccheggi a ben diciannove
appartenenti a Bardonecchia, comune di circa tremila anime in
provincia di Torino.
A individuare i ragazzini sono
stati i carabinieri della località
turistica dell'alta Valsusa, dove i
cinque risiedono.
I fatti si erano verificati tra il 19
e il 23 maggio scorso quando
ignoti erano entrati in diciannove
alloggi del medesimo condominio, tutte seconde case disabitate,
avevano forzato le porte d’ingresso e, dopo aver rovistato e
rubato, in alcuni appartamenti,
avevano anche spruzzato la
È
schiuma di un estintore su pavimenti e mobili.
Immediate erano scattate le indagini che avevano permesso ai
militari di trovare dopo i fatti,
parte della refurtiva abbandonata
poco distante dal luogo del colpo.
Ad incastrarli in particolare un
attrezzo utilizzato per scassinare
gli alloggi. Quell’oggetto è stato
portato dai militari alla ferramente
del paese scoprendo che ad acquistarlo erano stati proprio due
dei componenti della baby gang.
Beccati e denunciati i minori
hanno ammesso le loro responsabilità dicendo di avere agito
per puro divertimento. I proprietà
degli alloggi colpiti potranno
eventualmente chiedere il risarcimento dei danni ai genitori dei
ragazzi, che sono stati segnalati
B.F.
alla procura dei minori.
ncora sangue per le vie di
Napoli. Un pregiudicato di
20 anni, Emanuele Sibillo,
è stato ucciso l’altra notte. Il giovane, presunto boss di Forcella,
è stato colpito da un proiettile
alla schiena. Il corpo senza vita
di Sibillo è stato lasciato davanti
al pronto soccorso dell'ospedale
Loreto Mare da una persona non
identificata e, sembra, a bordo di
una moto ritrovata abbandonata.
Secondo gli investigatori della
Squadra Mobile della Questura
di Napoli, l'omicidio potrebbe essere avvenuto in via Costa, a Forcella, dove i residenti hanno udito
colpi d'arma da fuoco. Sul luogo
dell'omicidio la polizia ha rinvenuto
13 bossoli di tre calibri diversi.
Per questo si pensa a più sicari.
Da quanto ricostruiscono gli uomini della Mobile, il giovane boss
A
sarebbe stato freddato dopo un
conflitto a fuoco, mentre si stava
allontanando. Il solo colpo che
lo ha colpito alle spalle ha raggiunto organi vitali.
Sibillo era latitante dallo scorso
9 giugno: sfuggì a un’operazione
anticamorra della Polizia che si
concluse con oltre 60 arresti. A
soli 20 anni, infatti, la vittima
stava per diventare uno dei punti
di riferimento del quartiere noto
per essere stato per decenni controllato dal clan Giuliano che, più
recentemente, ha formato un sodalizio criminale con i Sibillo e
gli Amirante.
È il secondo episodio in pochi
giorni: qualche giorno fa, sempre
a Forcella, tre giovani erano rimasti feriti in una sparatoria.
Uno è ancora in gravi condizioni
in ospedale.
shuttle mi ha fatto sentire come
in un film – ha raccontato il
giovane a ‘Il Corriere del Mezzogiorno’ – Per un istante ho
immaginato di essere in contatto
radio con Houston, nel bel mezzo di una missione. La cosa
buffa è che un attimo dopo ho
pensato alla mia vita in Italia, a
Napoli. In testa sempre le cuffie,
ma magari in un call center a
fare telemarketing” Roberto
scherza su quello che sarebbe
potuto essere il suo futuro. Fortunatamente non è stato così.
“Io mi occupo di progettare
parte della traiettoria e dell’orbita
della missione. Essere qui –
dice – mi ripaga di tutti i sacrifici
fatti”. È l’ennesima storia di un
talento italiano costretto a fuggire all’estero per avere un futuro.
11
Venerdì 3 luglio 2015
CINEMA
PRESENTATO IN ANTEPRIMA ALLA 71ª EDIZIONE DELLA MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA E AL VINITALY DI VERONA
Le badanti di Marco Pollini
Commedia sociale che racconta con brio lo scontro e l’incontro tra culture, generazioni e contraddizioni del nostro Bel Paese
di Luciana Caprara
ortare al cinema la vita
degli anziani in una casa
di cura e delle loro badanti riuscendo anche a
far ridere può sembrare
un’impresa impossibile. Ma il regista
veronese Marco Pollini ci è riuscito,
sfidando i luoghi comuni con una
pellicola “sociale”.
Anche la casa di riposo dove ha
ambientato la storia, immersa nel
verde del lago di Garda, sembra ribaltare lo stereotipo dell’ospizio
considerato quasi un “parcheggio
per vecchi”.
Il tema è forte, quello delle badanti.
Una realtà che si misura in circa
700mila unità in Italia composta da
donne extra-comunitarie, e non, che
nel nostro Paese si dedicano agli
anziani. Da qui il film di Marco
Pollini tocca il tema con leggerezza
e stereotipi e con protagoniste tre
extracomunitarie che sembrano più
modelle che donne capaci di misurarsi con un pannolone. Protagoniste appunto tre attrici di diversi
paesi: Samantha Castillo (Lola) dal
Sud America, Nadiah M.Din (Carmen) dalla Malesia e Anna Jimskaya
(Irina) dalla Russia.
Il regista affronta un tema importante
e quanto mai attuale come quello
delle badanti che diventano un’ancora di salvezza per gli anziani,
spesso soli e senza affetti, tanto da
instaurare con loro un legame veramente profondo e appagante. Il
film si districa in modo leggero e
P
senza troppi intoppi in toni che strizzano l’occhio alla commedia. Le badanti è un una pellicola dedicata
alle donne che lottano con determinazione e sanno sempre risollevarsi davanti alle avversità. E, almeno
in questa “favola” moderna Irina,
Carmen e Lola potrebbero venir ripagate dei loro sforzi e della loro
determinazione.
Il film si gioca su due livelli generazionali ed è interessante vedere
come gli anziani che abitano Villa
Bella non siano affatto arrendevoli
verso la vita ma continuino a trovare
l’entusiasmo per andare avanti, tirando fuori un piglio invidiabile nella
prima parte quando vogliono cac-
ciare le badanti dallo ospizio.
Impeccabile l’interpretazione di Pino
Ammendola nel ruolo di Michele, il
leader del gruppo di anziani e quella
delle tre attrici protagonisti che portano nel film ciascuna la propria
storia e la propria cultura.
Le Badanti è una commedia sociale
che porta sul grande schermo il ri-
tratto sincero di tre ragazze extracomunitarie, Lola, Irina e Carmen,
arrivate in Italia in cerca di lavoro.
Il film affronta tra risate e commozione due temi molto delicati e
complessi: quello degli anziani,
spesso dimenticati ed abbandonati
da parenti e affini, che troppo
presi dal tran tran della quotidianità, li ritengono ormai arrivati al
“capolinea” quando invece, se
coinvolti nella maniera giusta,
avrebbero ancora molto da dare
e il tema della donna, sottolineandone forza e intraprendenza, con
cui ogni giorno combatte per difendere il posto che le spetta di
diritto nella società.
Buoni e originali gli spunti che si ritrovano nel film, anche se alcune
volte poco sviluppati; nel complesso
la pellicola scorre via leggera, nonostante la complessità degli argomenti trattati, lasciando trasparire
sintonia e armonia tra gli attori componenti il cast.
Bella la fotografia che offre della
provincia veronese e le musiche
che fanno da colonna sonora al film,
che portano tra l’altro la firma del
Maestro Franco Bignotto, morto due
mesi dopo la fine delle riprese e a
cui il film è dedicato e di Federico
Poggipollini, oltre a contenere un
pezzo inedito della Blues Company
Verona, band di 14 elementi che
compare anche nel film.
Sicuramente un film che offrirà tanti
spunti di riflessione e approfondimento agli spettatori che lo andranno
a vedere.
PRODOTTO DA ARANCIA CINEMA E DISTRIBUITO DA MICROCINEMA, È NELLE SALE DA GIOVEDÌ
Guendalina Zampagni ed il suo essere “Francesco”
Delicato e commovente racconto su un ragazzo che riesce a superare il suo handicap e a condurre pienamente la sua vita
pera seconda di Guendalina Zampagni, Noi
siamo Francesco racconta in modo delicato
un tema difficile da trattare, riuscendo ad
evitare inutili stereotipi o patetiche situazioni.
La pellicola, girata tra Bari, Conversano, Monopoli
e Polignano a Mare, sente dell’influenza del territorio,
evidente soprattutto nelle relazioni umane oltre
che nelle spettacolari location.
A decretare il successo dell’opera è una sceneggiatura fresca e frizzante, coinvolgente ma mai invadente, merita di essere menzionato anche il
lavoro svolto con gli effetti speciali, vista l’abilità
dei tecnici di rendere in modo realistico la disabilità
del protagonista.
Il film è stato girato in Puglia, a Conversano, Bari,
Monopoli e Polignano a Mare e vede nel cast
anche molti attori pugliesi: da Paolo Sassanelli e
Mariolina De Fano ai più giovani Mauro Racanati,
Gabriele Granito e Diletta Acquaviva. Insieme a
loro nel film anche Elena Sofia Ricci, Cristiana
Vaccaro e G elsomina Pascucci.
La pellicola, come racconta la regista, nasce da
storie reali: “Attraverso testimonianze vere di
ragazzi disabili, ho maturato questa storia. Anche
le difficoltà che la madre del nostro film incontra
nell’aiutare il figlio ad avere una vita intima autonoma
e soddisfacente, sono tratte da testimonianze vere.
Sono certa che questa storia sia piena di amore,
vitalità e leggerezza, e con un po’ di presunzione
ritengo che sia anche necessaria”.
Noi siamo Francesco si confronta con il doppio
tema amore-disabilità , è un film abile nel far combaciare leggerezza dei toni e profondità delle argomentazioni.
La regista Guandalina Zampagni s’interroga sul-
O
l’amore e sulla disabilità, ponendo in realtà l’accento
più sul primo che sulla seconda, e riuscendo così
a trasformare la storia di “uno” nella storia di
“molti”, anzi di “tutti”.
La disabilità non è quindi diversità, ma la normalità.
La regista fa quindi della disabilità fisica la metafora
di una disabilità sentimentale e relazionale che ci
riguarda tutti e ci rende tutti uguali. Ecco quindi
spiegato il significato del titolo, di quel “noi” che
abbraccia un’ampia pluralità inclusiva, ma anche
di quel Francesco, nome non scelto a caso poiché
uno dei più diffusi in Italia, volto a rafforzare il
senso di “universalità” della tematica trattata.
Francesco è un bravo studente. Ha un fisico tornito
ma è senza braccia. È più che ventenne e ancora
non ha mai vissuto le gioie dell’amore e questo
per lui è diventato un problema. Con l’aiuto dell’inseparabile amico Stefano (Granito), Francesco
troverà comunque la strada per vivere serenamente
la sua prima volta, con l’intraprendenza che appartiene alla sua età e superando gli ostacoli, le
paure e le insicurezze causate dalla sua menomazione. Prodotto da Arancia Cinema e distribuito
da Microcinema, il film nasce dalle storie reali che
la regista ha ascoltato. “Attraverso testimonianze
vere di ragazzi disabili, ho maturato questa storia”,
racconta Guendalina Zampagni. “Anche le difficoltà
che la madre del nostro film incontra nell’aiutare il
figlio ad avere una vita intima autonoma e soddisfacente, sono tratte da testimonianze vere. Sono
certa che questa storia sia piena di amore, vitalità
e leggerezza, e con un po’ di presunzione ritengo
che sia anche necessaria. L’ironia inaspettata dei
disabili che ho incontrato, mi ha dato il coraggio e
la certezza che, dopo il primo impatto di disagio,
sarebbe stato semplicemente il ‘banale’ fatto che
siamo tutti, qualsiasi sia la nostra condizione fisica,
pieni delle stesse paure e degli stessi desideri. E
che la storia di Francesco, il mio protagonista
nato senza gli arti superiori, potrebbe essere benissimo quella di un ragazzo ‘normale’. In fondo, ho
semplicemente raccontato una storia d’amore”.
Noi siamo Francesco è una storia d’amore e d’amicizia, un film sulla diversità ma, allo stesso tempo,
un racconto sulle paure e le speranze tipiche di un
vent’enne, a prescindere dai problemi fisici che ci
attanagliano.
E’ un film che racconta con originalità la gioventù
L.C.
e la disabilità, assolutamente consigliato.
12
Venerdì 3 luglio 2015
SOCIETA’
LA VICENDA GRECA SI ARRICCHISCE DI UNA LA
NUOVA
MOSTRA
PUNTATA.
DELL’ARA
CON ATENE
PACIS
CHE FA UN ASSIST ALLE “COLOMBE” TEDESCHE
Cosa mangiavano gli antichi Romani?
Un racconto storico dell'alimentazione ai tempi dell’Impero, primo esempio di globalizzazione dei consumi
di Chantal Capasso
ulla tavola degli antichi romani cibi
provenienti da ogni parte del mondo.
Un vero mercato alimentare globalizzato. Si poteva trovare di tutto:
dall’ olio dall’Andalusia al vino dalla
Gallia fino al pane fatto col grano d’Egitto. Il
cibo rispecchiava la potenza imperiale dell’Urbe, la più grande metropoli faceva da collettore alle produzioni di ogni territorio romano
e romanizzato, rilanciandole verso ogni angolo
dei suoi domini.
Ora tutto questo ed altro è possibile vedere
nella grande mostra “Nutrire l'Impero. Storie
di alimentazione da Roma a Pompei” al Museo
dell’Ara Pacis, aperta da ieri, 2 luglio al 15
novembre.
L’esposizione racconta la storia dell'alimentazione ai tempi dell'impero, muovendosi tra
Roma e Pompei e tracciando le coordinate
della prima globalizzazione dei consumi nella
storia della civiltà. Scopo dell’evento è anche
quello di rappresentare un quadro complessivo
sull'alimentazione al tempo dei Romani, esponendo negli spazi del Museo dell'Ara Pacis re-
S
perti archeologici, plastici, ricostruzioni e apparati multimediali, che condurranno i visitatori
sulle tracce della prima globalizzazione dei
consumi nella storia dell'umanità. L’attenzione
è concentrata su due luoghi: Roma e l’area vesuviana con Pompei, Ercolano e Oplontis.
Nella mostra è possibile vedere non solo
cosa e come si mangiava, ma anche come si
provvedeva all'approvvigionamento, al trasporto, alla conservazione delle risorse su
un territorio vasto come quello imperiale
dell'età d'oro, quando la stabilità ritrovata con
la pax romana determinò una delocalizzazione
della produzione dei beni primari in tutto il
bacino del Mediterraneo.
Leccornie e cibi da ogni parte dell’Impero.
Vini in arrivo da Cipro e dalla Gallia, olio
prodotto in Andalusia, miele greco e garum
prodotto in più aree dell'impero, dal Portogallo
a Pompei, al Nordafrica; la produzione di
pane, invece, era resa possibile da un fitto
scambio via mare con le coste dell'Egitto,
dove si coltivava il grano stoccato su grandi
navi alla volta dell'Italia. Senza dimenticare
una viticoltura campana già prestigiosa all'epoca.
Un racconto degli usi e consumi alimentari
che indaga sulle abitudini alimentari in voga
a Roma e nell'area del Vesuvio tra distribuzioni
gratuite dei beni di prima necessità che
veniva concessa alla plebe della metropoli e
banchetti sfarzosi che ogni giorno animavano
le domus dei patrizi, nelle ricche cittadine di
Pompei ed Ercolano.
SBARCA SUL GRANDE SCHERMO IL GIOCO DI SOCIETÀ PIÙ FAMOSO DI TUTTI I TEMPI
Il Monopoly approda al cinema
L’annuncio è stato dato da Hasbro e Lionsgate,
la sceneggiatura sarà firmata da Andrew Niccol
ra il gioco più famoso del mondo
diventa un film, stiamo parlando
del Monopoli.
Sulla scia de “The Lego movie" è la
volta di un gioco di società, o meglio, il
gioco di società quello che oltre un miliardo di persone in 114 Paesi e 47
lingue ha acquistato: Monopoli.
I concorrenti competono per accumulare
denaro mediante l’acquisto di terreni o
società, il pagamento di affitti e la costruzione di case e alberghi. I giocatori
si muovono a turno sul tabellone in
O
base al risultato scaturito dal lancio di
due dadi. Vince chi riesce restare l'ultimo
in partita dopo che tutti gli altri sono
finiti in bancarotta creando così una situazione di monopolio.
Quindi, aspettiamoci di vedere Vicolo
stretto' e 'Parco della vittoria' sul grande
schermo.
L'annuncio è stato dato da Hasbro e
Lionsgate, azienda specializzata nella produzione di contenuti e nella produzione e
distribuzione di lungometraggi che lavorerà
insieme al produttore del Monopoly per
dar vita al gioco in scatola. Mentre la
sceneggiatura del film è del regista Andrew
Niccol, noto ai molti per essere stato lo
sceneggiatore e produttore di "The Truman
Show", film uscito nelle sale nel 1998,
per il quale ha ricevuto una nomination
dall`Academy come miglior sceneggiatura
originale l`anno successivo.
Chi non ha sperato di diventare ricchissimo o ha tremato davanti al Parco
della Vittoria pagando la pigione al fortunatissimo avversario. Un evergreen
dei giochi da tavola, un vero e proprio
COPPIA HOT A FORMENTERA
classico nato nel 1934 quando Charles
B. Darrow, un ingegnere disoccupato,
propose alla casa editrice Parker Brothers un gioco di sua invenzione, basato
sulla compravendita di
terreni e di immobili, ma
venne rifiutato. Così Darrow produsse il gioco da
solo, mettendolo in vendita in un grande magazzino di Filadelfia: le
prime 5000 copie furono
vendute molto rapidamente e l'anno successivo la Parker Brothers
decise di acquistare il
gioco. "Monopoly è uno
dei giochi più popolari
di tutti i tempi, il che
darà al film un`attrattiva
ancora più globale", ha
dichiarato in un comunicato il vice presidente esecutivo di
Hasbro, Stephen Davis. Prossimamente
tutti al cinema, altrimenti… in prigione
Ch.C.
senza passare dal via!
MARTINA COLOMBARI E BILLY COSTACURTA
Alessia Marcuzzi e marito
infiammano le spiagge delle Baleari
Innamorati e passionali
come il primo giorno
n’altra coppia dai “bollenti
spiriti” è stata avvistata sulle
spiagge di Formentera,
meta preferita da diversi vip in
questa prima parte della stagione
estiva. I peccatori, che così si
può dire, sono Alessia Marcuzzi
e Paolo Calabresi Marconi. Sposi
dal dicembre 2014, la conduttrice
e regina del reality di Canale 5
che a breve tornerà con il "Grande
Fratello" e il marito sono stati immortalati da Novella 2000 in una
serie di effusioni a dir poco calorose tra le acque dell'isola spagnola
scaldando gli animi del lungomare.
Alessia Marcuzzi, mamma di
due figli, in forma smagliante indossa uno striminzito bikini che
lascia poco all’immaginazione, la
coppia si esibisce in dolci effusioni,
baci appassionati, abbracci, capriole in acqua, del tutto incuranti,
(forse) degli altri bagnanti .
Così come la coppia Emma Mar-
nche Martina Colombari
fa ingresso negli “anta”,
il 10 luglio, infatti l'ex
Miss Italia compie 40 anni, ma
questo non sembra essere un
problema per la bella Martina
che mostra un fisico da far invidia a chi di età ne ha la metà.
La modella è legata a Billy Costracurta, suo marito da ben 11
anni e non disdegna a rivelare
sul settimanale “Oggi” dettagli
piccanti sull’intimità della coppia.
"Il nostro amore resiste dopo 11
anni di nozze perché ci completiamo a vicenda. Ale è anche la
spalla su cui posso piangere, riversare la mia fragilità. Non abbiamo mai condizionato la vita
dell'altro. Se Ale desidera uscire,
io neppure commento. C'è grande
libertà tra noi e rispetto. Io ero
gratificata dal lavoro, lui dalle vittorie in campo. Mentre è facile
essere gelosi della professione di
U
A
Foto Novella 2000
rone e Fabio Borriello, recentemente paparazzati sui lidi di Capri,
Alessia e Paolo sembrano candidarsi per il primo posto come
la coppia più hot dell'estate 2015.
Dal 7 luglio, rivedremo in tv la
Marcuzzi alla conduzione del
Coca Cola Summer Festival, manifestazione musicale la cui prima
puntata è stata vinta da Stash e
i The Kolors. In attesa di salire
sul palco la conduttrice si è regalata una breve vacanza alle
Baleari. Secondo i rumors sembra che i due sposini abbiano
intenzione di mettere in cantiere
un figlio, nonostante gli impegni
lavorativi di Alessia nella prossima stagione televisiva. Se continua la loro passione in questo
modo, non sarà difficile che
El. Ma.
arrivi un bambino.
tua moglie. In realtà, siamo una
famiglia semplice". E il sesso, in
una coppia rodata, è ancora importante? "Certo, e per fortuna
che c'è. Ci si continua a cercare,
c'è intimità e intesa. Mi ricordo
ancora vent'anni fa, quando mi
sono trovata con le ginocchia
ustionate per le capriole sulla moquette della casa di Alessandro...".
Una coppia ben collaudata e
che appare anno dopo anno
sempre più innamorata: Martina
Colombari e Alessandro Costacurta sono bellissimi e letteralmente inseparabili. Come con-
fermano le foto che l’ex Miss
Italia, ora affermata attrice, pubblica sul proprio profilo Instagram. Ed è uno di questi scatti
ad aver colpito e stuzzicato i
fans di Martina: i due sono al
mare, sdraiati uno accanto all'altro sotto il sole mentre cercano di perfezionare l'abbronzatura già molto vistosa, quando
lei decide di fare un selfie. Immortalando il suo scultoreo lato
“B” ed una mano impertinente
che si insinua nel suo bikini,
ma non temete è quella di suo
El.Ma.
marito.