“manine” sul voto greco
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“manine” sul voto greco
Anno IV - Numero 156 - Venerdì 3 luglio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Economia Sicilia De Luca “salvato”, monta la polemica Prelievi forzoso: altro salva-banche Borsellino lascia, Crocetta in bilico a pag. 2 Fruch a pag. 9 a pag. 4 STRATEGIA DELLA TENSIONE SUL REFERENDUM DI DOMENICA: “L’ITALIA RISCHIA 11 MILIARDI” UN ALTRO FRONTE CALDO Ecco l’Austritt: migliaia di firme contro l’Unione “MANINE” SUL VOTO GRECO Falso l’unico sondaggio che dava il “sì” in vantaggio sul “no” di Robert Vignola n’orgia di numeri. Ci sono quelli del Fmi, che ora si preoccupa di far sapere, per voce di Christine Lagarde, che la Grecia avrebbe bisogno di nuovi finanziamenti per 50 miliardi di euro fino al 2018 per far fronte all'insostenibilità del suo debito. Ci sono quelli di Standard & Poor’s, la nota agenzia di rating, che profetizza per l’Italia una perdita secca di 11 miliardi sul nostro debito pubblico in caso di Grexit (e sarebbe il maggiore aumento dell’Eurozona: ma Renzi ci dice “state sereni”). Ci sono anche i numeri della Gpo, un istituto di sondaggi greco, che ieri dava il “sì” al referendum greco avanti rispetto al “no” (47% contro 43%). U Però, c’è un però. Anzi due: innanzitutto di sondaggi ieri ne circolavano quattro e quello della Gpo era l’unico a dare il sì in vantaggio (per Palmos siamo 51% a 37%, per Focus 40% a 37%, per Pro Rata 54% a 33%),per quanto sia stato l’unico di cui è stata data notizia anche dalla stampa italiana. E poi la stessa Gpo ha smentito l’esistenza di un simile sondaggio, rendendo noto sul suo sito che agirà addirittura per vie legali. Un giallo davvero inquietante, che la dice lunga su quale sia la posta in gioco. E dire che il governo greco resta pure sulle solite posizioni, chiedendo al popolo il “no” soltanto per poter confermare il proprio programma elettorale, che esclude drasticamente l’uscita dall’Eurozona e dall’Unione. Tsipras e Varoufakis, che hanno messo sul piatto del referendum di domani la sopravvivenza stessa dell’esecutivo, vogliono solo riavere il mandato per la ristrutturazione del debito, prima che le scadenze di luglio (altri otto miliardi) da restituire al Fmi e agli altri creditori portino al default tecnico il Paese. Ma dall’Eurogruppo già numerose voci hanno avvertito che non si ripartirà in nessun caso da zero. Come a dire: il referendum non prevede vittoria per la Grecia. E allora ci sarebbe da chiedere quale manina falsifica i sondaggi… Fosse la stessa che punta il dito contro i greci per aver falsificato i bilanci nel 2000, sarebbe davvero inqualificabile. Soprattutto perché in quella manina c’è il destino di interi popoli e nazioni. (Altri servizi a pag. 5) on serve neanche coniare un termine apposta, come fatto per Grexit (Greece exit) o Brexit (Britain exit). Basta rivolgersi al tedesco, dove Austritt significa uscita: e l’uscita dall’euro è un sogno che ammalia oltre duecentosessantamila cittadini d’Austria, che si sono precipitati a firmare per dire alle proprie autorità nazionali che è ora di farla finita con cessioni di sovranità e mere ratifiche delle direttive e delle normative prese a Bruxelles. Un bottino non da poco: bastavano centomila firme, i promotori ne hanno raccolte il doppio, pari al 4,12% degli aventi diritto al voto, in una finestra temporale peraltro risicata. È il secondo tentativo del genere avviato in Austria: ma il primo avvenne nel 2000, quando ancora non era entrata in vigore la moneta unica, e si fermò a quota centonovantamila. E siccome in 15 anni le sottoscrizioni sono quasi raddoppiate nel tranquillo Paese alpino, questo la dice lunga su quale sia la percezione della popolazione circa i “vantaggi” dell’Unione. Un’Unione cui voltare le spalle: sarà un percorso difficile, giacché non è neanche detto che il referendum venga effettivamente convocato, per quanto abbia i numeri; e qualora ciò avvenga, il parere espresso dai cittadini non sarà vincolante. Ma il Consiglio Nazionale non potrà fare finta di nulla e il caso austriaco va ad aggiungersi a quello greco e a quello britannico, con la consultazione annunciata da Cameron. In Italia invece ci dovremo accontentare del referendum sulle riforme renziane: poi dice che c’è l’astensionismo… N IN PUGLIA IL NEOGOVERNATORE FINGE STUPORE PER LE CRITICHE SU UN CASO CHE ALTROVE SAREBBE BATTEZZATO COME PARENTOPOLI Maritocrazia Emiliano lasci a casa la fidanzata: i pugliesi non pagano le tasse per lo stipendio della sua amata come addetto stampa ichele Emiliano, neogovernatore della Puglia, deve vivere fuori dal mondo se non si rende conto di averla fatta davvero grossa. Il presidente, già sindaco di Bari e prima ancora magistrato con parecchie inchieste condotte da protagonista, pensa che tutto gli sia dovuto e ha deciso per una gran bella pensata. Siccome in fondo il Partito democratico - di cui in Puglia è tutt’ora segretario regionale - è una grande famiglia, non gli pare uno scandalo far traslocare alla Regione l’addetta stampa che lo segue da tanti anni. Si tratta della sua fidanzata, una M bella donna dal nome Elena Laterza. Costei figura infatti da qualche giorno sul sito della Regione come “addetto stampa del Presidente”. Ovviamente, non si fa menzione del loro rapporto d’amore. Una storia sentimentale sicuramente bellissima, di quelle vissute con passione. E anche senza problemi economici, visto che agli introiti del governatore si accompagnano quelle della dolce compagna, che i maligni - ma non abbiamo potuto verificare - innalzano a centomila euro l’anno. Li versano i contribuenti pugliesi. La polemica è esplosa, ma la cosa più oscena è stato il patetico tentativo di autodifesa di Emiliano, che in un tweet pubblicato la sera del 29 giu- gno se ne è uscito così: “Non cambio il miglior addetto stampa che abbia mai avuto e che lavora per me da 11 anni solo perché ci siamo innamorati. Non sarebbe giusto”. Ovvero, non intende toccarla (dal posto che le ha regalato). Emiliano, proprio perché ha svolto un’importante attività giudiziaria, dovrebbe sapere che altrove i suoi ex colleghi procedono aprendo fascicoli. Magari la fidanzata di un assessore a Roma - con un contratto da precaria per mille euro mensili e non centomila annui - si vede appioppare lo scandalo Parentopoli sui giornali e costretta a reclamare l’aiuto remunerato di un avvocato. Si lamenta, il governatore, degli attacchi e si stupisce (o finge, essendo uomo intelligente) che lo si rimproveri, persino a sinistra.“Ma come - sbotta - è brava, che c’entra il fatto che siamo fidanzati...”. C’entra eccome, caro presidente. Magari, se non si trattasse della tua fidanzata, nel corso della sua carriera professionale al tuo fianco chissà se ci sarà mai stata una sola nota di biasimo per non aver portato a compimento almeno un incarico... Che c’entra lo diciamo tutti noi. Se prevale il sentimento sul giudizio professionale - “solo perché siamo innamorati” in quel tweet fatto sparire... - non deve pagarlo il cittadino con le sue tasse. E poi, se vi lasciate, che succede, la licenzi? Mandala via ora, invece, fareste entrambi migliore figura. Anche perché se poi vi doveste sposare, rischiereste di passare alla storia come gli alfieri della maritocrazia... Francesco Storace 2 Venerdì 3 luglio 2015 ATTUALITA’ IL TRIBUNALE DI NAPOLI ACCOGLIE A TEMPO DI RECORD IL RICORSO PRESENTATO DAL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA I giudici “assolvono” De Luca Dopo il caso De Magistris, altra decisione controversa - Il 9 luglio l’insediamento di Marco Zappa l caso De Magistris ha fatto scuola. Anche De Luca ha vinto il primo round della sua battaglia legale contro la Legge Severino. Il tribunale di Napoli ha accolto il ricorso presentato dai suoi avvocati, disponendo la sospensiva della sospensione - il gioco di parole è inevitabile – firmata appena una settimana fa da Renzi. E lo ha fatto in tempi record, mettendo così fine a un’imbarazzante impasse che durava da settimane. Per il neo governatore della Campania, si aprono dunque le porte di Palazzo San Lucia. Il 9 luglio potrà firmare gli atti, nominare la giunta e il vicepresidente, scongiurando così il ritorno alle urne. Fino al 20 ottobre eserciterà il suo mandato. Poi toccherà alla Corte Costituzionale esprimersi sulla discussa norma, che per molti presenta profili di incostituzionalità, mettendo la parola fine su una vicenda infinita. Ciò che colpisce, è la velocità con cui i giudici della prima sezione civile del tribunale parte- I nopeo hanno emesso il dispositivo. Se è vero che si trattava di un ricorso urgente, è vero anche che l’ex sindaco di Salerno non è un cittadino qualunque. Ma un eccellente, del Partito Democratico e quindi non del centrodestra. Che se non si fosse insediato entro il 12 luglio sarebbe decaduto. Ci sono italiani di serie A e italiani di Serie B. Quelli qualunque, che devono fare i conti con la lentissima macchina della no- stra giustizia e quelli che in soli 3 giorni vedono accogliersi senza colpo ferire un’istanza delicatissima che meriterebbe riflessioni più profonde. La legge è uguale per tutti – almeno in teoria – e quindi non dovrebbero esserci distinzioni di alcun tipo. Tant’è, appare evidente come in questo caso l’attenzione pubblica abbia recitato un ruolo fondamentale. Non solo. Fa riflettere il trattamento riservato dai magistrati al presidente della Campania. Se al suo posto, ci fosse stato un esponente del centrodestra, la decisione sarebbe stata la stessa e presa con la medesima velocità? Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Un dato incontrovertibile è che fino ad oggi la Legge Severino è stata applicata solo per colpire politici non di sinistra. A cominciare da Silvio Berlusconi, che è stato fatto fuori dal Parlamento. Poi è servita per “affondare” un altro presidente di una regione, Giuseppe Scopelliti, costretto a dimettersi. “Giustizia” fatta quindi solo per De Magistris e De Luca (almeno per il momento). Ma la sensazione è che, da quando la Severino, politicamente parlando, ha “eliminato” l’ex Cav, non faccia più comodo. Insomma, pare abbia fatto il suo corso. Con Raffaele Cantone, magistrato in aspettativa e ora alla guida dell’Authority anticorruzione, che non perde occasione per ribadire come la norma vada quantomeno rivista. Spiegando l’importanza di eventuali (e certi) interventi per far sì che non possano più riscontrarsi problematiche e dubbi applicativi. IL LEGALE NON HA DUBBI: “LA VICENDA È LA STESSA” Pellegrino: “La sentenza riabilita anche Berlusconi” ianluigi Pellegrino, il legale ritenuto uno tra i massimi esperti della legge Severino, non ha dubbi: "La sentenza su De Luca riabilita Berlusconi". In un'intervista all'HuffPost, Pellegrino parla della decisione del tribunale di Napoli di "sospendere la sospensione" di Vincenzo De Luca e fa un paragone proprio con la vicenda del Cav: "A questo punto Silvio Berlusconi dovrebbe chiedere di tornare in Senato. Questo provvedimento lo riabilita. Perché la questione che chiede De Luca è esattamente quella che chiede Berlusconi. E quindi dovrebbe avere lo stesso trattamento. Se fossi Berlusconi chiederei al Se- G nato la revoca di quella delibera e che il Senato mi riammettesse". Poi il legale parla anche delle prossime tappe giudiziarie per quanto riguarda il neogovernatore della Campania: "Oggi (ieri, ndr) il giudice ha deciso con potere monocratico di disapplicare la legge e di fissare l’udienza il 17 luglio. Da adesso al 17 è sospesa la sospensione. Il che significa che qualsiasi atto resta sub judice e precario a partire dalla giunta". Infine propone una soluzione: "Serve una legge ad istitutionem, non ad personam, che garantisca una effettiva stabilità di governo alla Campania altrimenti condannata a una eterna instabilità". REAZIONI E COMMENTI - IL DIRETTO INTERESSATO GONGOLA, LE OPPOSIZIONI ATTACCANO “Ripristinato il rispetto della volontà popolare” Caldoro: “Ora è un presidente congelato” - Meloni: “Superiorità morale un corno” na volta resta nota la decisione dei giudici a suo favore, il diretto interessato Vincenzo De Luca è andato in brodo di giuggiole: “Si ripristina il rispetto della volontà popolare e si apre la fase del lavoro e dell''impegno amministrativo pieno", scrive su facebook e poi aggiunge: "Esprimo il mio rispetto per il Tribunale che ha affrontato una questione - anche inedita con grande attenzione e profondità. Inoltre, rivolgo un saluto agli U elettori campani che hanno scelto democraticamente a chi affidare il governo della Regione, e a cui riconfermo la mia gratitudine e il mio impegno. Ho rispettato e rispetterò rigorosamente tutte le leggi dello Stato, così come mi batterò a fondo per la difesa dello Stato di Diritto e dei principi costituzionali: è necessario espellere dalla vita pubblica ladri e tangentisti, ma è altrettanto necessario tutelare a pieno - nella loro dignità e nel loro lavoro - quanti continuano ad assumersi responsabilità per cambiare il Paese, realizzare opere e creare lavoro. Ci batteremo perché la legge sia uguale per tutti, senza disparità tra amministratori locali ed esponenti politici nazionali, e affinché la 'paura della firma' non paralizzi più l'Italia". Immediato il tweet di Stefano Caldoro, presidente uscente e grande sfidante dell’esponente pd: “De Luca ieri presidente sospeso oggi presidente congelato. Passo in avanti. Speriamo per il bene della Campania”. Dall’opposizione si levano altre voci, come quella di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, che twitta: "E la Severino si rivelò l'unica vera legge ad personam. #superioritamoraleuncorno. De Luca te lo avevamo detto che potevi stare sereno: la Severino vale solo per Berlusconi e il centrodestra. La sinistra è al di sopra della legge". Voci critiche rispetto alla decisione dei giudici che ovviamente arrivano anche da Forza Italia: "Napoli, per Berlusconi processi assurdi, per il pessimo De Luca tribunale fast food. E la chiamano giustizia", scrive in un tweet il senatore Maurizio Gasparri. "Decisione giudice Napoli consente a De Luca di governare Campania. Quindi Berlusconi deve tornare in Senato. #Bastadoppiomoralismoadpersonam", sempre su twitter la senatrice Anna Maria Bernini, vice presidente vicario di Forza Italia a palazzo Madama. Il vicecapo- gruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, dal canto suo ha commentato così: "La sentenza è una nuova conferma, dopo la vicenda analoga del sindaco De Magistris, che l'unica e vera finalità della legge Severino era espellere il presidente Berlusconi dall''assemblea del Senato e impedirne la possibile ricandidatura. Una legge ''contra personam'' visto che dopo il caso Berlusconi non è stata più applicata o, laddove applicata, i suoi effetti sono stati cancellati con sentenze del Tar. Ora è chiaro perché il governo non ritiene utile una revisione della legge Severino. Per la semplice ragione che essa viene interpretata per gli amici e applicata ai nemici”. ECCO LE MODIFICHE AL DISEGNO DI LEGGE SUGGERITE DA 25 SENATORI DEM, DA CHITI A GOTOR Riforma Senato, minoranza Pd all’attacco uperamento del bicameralismo perfetto ma mantenendo un Senato elettivo ridotto nella sua composizione, con poteri di controllo, verifica e garanzia. Questi in sintesi i principali elementi di modifica del disegno di legge costituzionale di riforma del bicameralismo, illustrati ieri in una conferenza stampa a Palazzo Madama dai senatori della minoranza del Pd,Vannino Chiti, Maria Grazia Gatti e Miguel Gotor. "Il treno del cambiamento non si deve fermare – hanno detto i 25 democratici - perché l''Italia ha bisogno di istituzioni più moderne e con una più chiara e snella capacità di assumere decisioni e responsabilità per contribuire a ricomporre una società sempre più frantumata. A nostro avviso bisogna intervenire sul ddl per due ragioni: anzitutto perché le modifiche introdotte dai deputati hanno alterato l''equilibrio trovato S nel lavoro di fase precedente dal Senato e ne hanno eccessivamente impoverito il ruolo e le funzioni che andavano invece meglio salvaguardate. Inoltre, perché l'approvazione definitiva dell'Italicum rende necessarie le modifiche sostanziali sia sulla modalità di elezione dei senatori sia sul sistema di garanzia e di controllo del nuovo Senato riformato che non sia solo un dopolavoro". Quindi, "dal momento che la nuova legge elettorale incide a fondo sulla forma di governo - con la previsione di un solo momento elettivo in cui la scelta del presidente del Consiglio è direttamente collegata alla determinazione dell'unica assemblea legislativa detentrice del vincolo di fiducia - è naturale e doveroso meditare, e rimeditare, sull'impianto della riforma costituzionale in atto, sui bilanciamenti e contrappesi e su quel che rimane dell''idea di rappresentanza politica". Il documento presentato ieri e "sottoscritto già da 25 tra senatori e senatrici, lo abbiamo inviato anche al nostro segretario di partito che è anche il Premier e sarà tradotto in emendamenti al ddl", concludono i senatori. Ecco i firmatari del documento: Claudio Broglia, Vannino Chiti, Paolo Corsini, Erica D'Adda, Nerina Dirindin, Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti, Francesco Giacobbe, Miguel Gotor, Maria Cecilia Guerra, Silvio Lai, Sergio Lo Giudice, Claudio Martini, Patrizia Manassero, Luigi Manconi, Doris Lo Moro, Claudio Micheloni, Maurizio Migliavacca, Massimo Mucchetti, Carlo Pegorer, Lucrezia Ricchiuti, Ludovico Sonego, Walter Tocci, Mario Tronti, Renato Turano. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Venerdì 3 luglio 2015 ATTUALITA’ IL SOTTOSEGRETARIO IN SCIOPERO DELLA FAME PER FAR DIGERIRE LE UNIONI CIVILI AL NCD Unioni civili: il milione del Family Day fa passare l’appetito a Scalfarotto è una persona che da lunedì scorso sta prendendo solo due cappuccini al giorno. Probabilmente sono… dello stesso sesso: perché l’iniziativa assai “radicale” è stata assunta da Ivan Scalfarotto, il deus ex machina di una proposta di legge che dietro la lodevole etichetta di voler combattere l’omofobia vuole introdurre una serie di norme liberticide, oltre che introdurre le unioni civili. In questo, il senatore del Pd si dimostra assai renziano: perché vede la sua proposta in discussione “arricchita” di oltre 1400 emendamenti e perciò vorrebbe per le sue elucubrazioni normative una scorciatoia, come avvenute per tante delle “fondamentali” riforme del premier. Pare quasi una discriminazione… Ma al ragazzo, se non manca l’ambizione di mettere la museruola a una porzione probabilmente maggioritaria dell’opinione pubblica italiana (a partire dal milione della piazza del 20 giugno), manca il coraggio di scontrarsi frontalmente proprio con il presidente del consiglio e con i suoi ministri (quanto meno quelli del suo partito) cui conferma fedeltà, nonostante la dieta in corso. “Da lunedì prendo solo due cappuccini al giorno, alla radicale. Il fatto è che non ce la facevo più a far finta di niente, ad andare avanti con il mio lavoro come al solito, mediando, giocando di rimessa, con fair play. Qua c'è Giovanardi che mena colpi tutti i giorni con la scimitarra, c'è la piazza di San Giovanni che strilla e si mobilita”, ha riferito a un giornale a caso, la Repubblica. Ma non è un digiuno contro Renzi, ha aggiunto, perché “lui ha preso C’ LA GIUNTA È STATA RIMANDATA A MARTEDÌ Arresto per Azzollini: nuovo rinvio in Senato slittata a martedì prossimo la Giunta per le immunità del Senato, chiamata a decidere sulla richiesta di autorizzazione agli arresti domiciliari nei confronti del senatore Antonio Azzollini, del Nuovo centrodestra, inquisito dalla procura di Trani per il crac della casa di cura Divina Provvidenza. "La giunta è già calendarizzata per martedì prossimo alle ore 20", ha detto il relatore e presidente della Giunta, Dario Stefano (Sel), uscendo dalla riunione convocata presso la sede di Sant'Ivo alla Sapienza. "Abbiamo dovuto invertire l'ordine del giorno poiché per necessità procedurali avevamo la necessità di incardinare la vicenda del senatore Giovanni Bilardi per sviluppare il caso la prossima settimana – ha dichiarato Stefano- Siamo stati costretti a sospendere la giunta per la seduta comune del Parlamento per l'elezione dei giudici della Corte costituzionale e questo mi ha impedito di formulare la proposta sul senatore Azzollini". Per quanto riguarda il caso Azzollini "non sono in attesa della decisione del Tribunale del riesame, c’è già una mia proposta, ma preferisco formularla prima ai miei colleghi di giunta". Poi, ha aggiunto l’esponente vendoliano "il tribunale del riesame valuta elementi di natura procedurale e potrebbe eliminare il motivo della nostra discussione qualora revocasse il provvedimento, ma da un punto di vista contenutistico influisce poco sul nostro lavoro, non svolgiamo attività di risvolto processuale", ha concluso Stefano. È un impegno pubblico e forte, anche il mio ministro, Maria Elena Boschi, sta facendo il possibile”. È infatti contro il Ncd che Scalfarotto ce l’ha. Chiede addirittura garanzie ad Alfano, cui manca solo la resa davanti alla lobby Lgbt per fare il suo ingresso nel pantheon della sinistra. Sinistra che, dentro al suo partito, al suo appello ha immediatamente risposto con una sequela di interventi a solidarietà. Mentre Sel e Movimento 5 Stelle lo sfidano invece a prendere atto della sua incapacità di portare ava ti un provvedi- mento che, evidentemente, hanno anche loro particolarmente a cuore. Contraddizione che per la verità viene sollevata anche da alcuni esponenti di Forza Italia, che non capiscono, dice la parlamentare azzurra Elvira Savino “che il delicato ruolo di sottosegretario alle riforme e ai rapporti con il Parlamento sia affidato ad uno che, se è vero che fa lo sciopero della fame, non si regge neppure in piedi. Un po' di serietà: o fa, legittimamente, l'attivista dei diritti civili o fa il sottosegretario, entrambe le cose contemporaneamente no”. BOTTA E RISPOSTA TRA IL DIRETTORE DEL FATTO , TRAVAGLIO, E IL GIORNALE PD APPENA TORNATO IN EDICOLA “Unità renziana peggio della Pravda” - “Sei da ricovero” ANNUNCIO-CHOC DA PARTE DELLA TV DELLA REGINA Gli inglesi vanno sul web, la Bbc licenzia mille persone o, non è la Bbc, ripeteva nell’orecchiabile motivetto di qualche lustro fa Renzo Arbore, come a metterla su un gradino più alto rispetto alla Rai Tv italiana. Ma in realtà adesso anche la ‘sacralità’ della tv inglese viene messa in discussione dall’annunciato taglio di ben 1.000 posti di lavoro, una sforbiciata causata dalla riduzione delle entrate prevista per il periodo 2016-2017, in seguito ai minori incassi provenienti dal canone televisivo, visto che tanti inglesi (molti di più di quelli che la Bbc si aspettava) hanno deciso di passare dalla tv generalista a quella via web. Il buco di bilancio, secondo quanto riferisce il quotidiano The Guardian, sarà di almeno 150 milioni di sterline. Ed ecco quindi il ricorso ai licenziamenti, così come confermato, attraverso una mail inviata a tutti i dipendenti, da Tony Hall, direttore generale della Bbc. “Le persone guardano sempre più programmi online o sugli apparecchi mobili e il numero di chi ha un televisore diminuisce”, ha scritto Hall. Per questo l’azienda si vuole concentrare di più sui contenuti digitali e sugli investimenti nell’online: “Avere una Bbc più semplice e snella è la cosa giusta da fare e ci N ornata in edicola da appena quattro giorni (oggi) la nuova Unità continua a suscitare un vespaio di polemiche niente male, con l’apice – finora – raggiunto ieri, da colonna a colonna. Quella della prima pagina del Fatto quotidiano e quella online del nuovo sito del giornale del Pd. Ha iniziato Marco Travaglio (foto sopra, a sinistra), che dal giornale che dirige, e che continua a schierare sulle orme dei 5 stelle che neanche il blog di Grillo, ha vergato un editoriale dal titolo: "Tutto va ben madama l'Unità", con un passaggio a dir poco virulento: “Dire che la nuova Unità è il primo monumento equestre a Matteo Renzi e che, al confronto, la Pravda con il Pcus era un filino più sbarazzina, sarebbe riduttivo. La linea editoriale è molto più ambiziosa: Ottimismo Obbligatorio. Va tutto molto bene, e domani andrà ancora meglio”, scrive il direttore del Fatto, cresciuto tra Montanelli e il settimanale cattolico di Torino. T Poi, dal Fatto, si… fanno le pulci al nuovo editore Massimo Pessina “costruttore e noto globetrotter dei paradisi fiscali, da San Marino alla Svizzera al Liechtenstein. Il che spiega, forse, una certa penuria di cronaca giudiziaria nel nuovo quotidiano fondato da Antonio Gramsci e affondato dai Bersani Boys. Il nuovo direttore Erasmo D’Angelis (foto sopra, a destra), già capo della Struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico, non manca di ringraziare l’editore “entusiasta di esserlo”: e ci mancherebbe pure che non lo fosse: – scrive ancora Travaglio - con straordinario tempismo, appena s ‘ è saputo che Pessina lo sarebbe diventato, il suo gruppo ha vinto dal governo Renzi e dalla morente giunta Burlando – unico concorrente – l’appalto da 165 milioni per il nuovo ospedale di La Spezia”. Quindi, a proposito dei presunti successi del governo Renzi, che l’Unità magnifica, ecco un passaggio ancora da Travaglio su quanto finora pubblicato dal nuovo-vecchio giornale: “Il pezzo forte è la succulente inchiesta sugli stabilimenti Fiat-Fca di Cassino che produrranno la nuova Alfa Romeo: “Il sorriso della Giulia, fanno festa gli operai”. “Finalmente si torna a lavorare davvero: comprerò casa” , tripudia un fortunatissimo a tutele crescenti. “Giulia” , che sarebbe una macchina, è più affascinante e arrapante di una bella Fca, con il suo “muso aggressivo”. Roba da far impallidire il vecchio Illustrato Fiat . Merito del grande Marchionne, amico del premier, ma anche del Jobs Act che ” consolida i suoi effetti” . Strano, l’Istat ha appena comunicato che gli occupati sono calati di 63mila unità da aprile a maggio, ma questa è roba da gufi e alla nuova Unità non la si fa”, chiosa nuovamente ironico il direttore del Fatto. Nel pomeriggio arriva la replica, attraverso un tweet dell'Unità, pubblicato anche sul sito internet e ascrivibile al direttore D’Angelis: "Caro Marco Travaglio se ti innervosisci così appena è uscita l’Unità fra sei mesi ti dovranno Ig.Tr. ricoverare". aiuterà ad affrontare le sfide finanziarie che ci troviamo di fronte. La mia proposta è, prima di fare qualsiasi cosa che abbia impatto sui nostri servizi, assicurarci di gestire questo posto nel modo più efficiente, efficace e semplice possibile”. La Bbc ha precisato che la maggior parte dei tagli saranno nel settore amministrativo, ma riguarderanno da vicino anche il management, fino al consiglio direttivo. “Riconosco che è un messaggio molto pesante. Non mi illudo che quello che ho detto oggi non causerà grande ansia in molte parti dell’organizzazione. Si tratta di un grosso cambiamento e accadrà in modo abbastanza veloce. Ma voglio che tutti sappiate che lo gestiremo in modo adeguato ed equo”, Rita Di Rosa conclude Hall. 4 Venerdì 3 luglio 2015 ATTUALITA’ L’ITALIA SI PIEGA ALLE DIRETTIVE EUROPEE E LA CAMERA APPROVA IL COSIDDETTO “BAIL IN” Banche da salvare? Ecco il prelievo forzoso Opposizioni sul piede di guerra: “Il diritto al risparmio è sacrosanto, non si può comprimerlo” on 270 sì, 113 no e 22 astenuti, l'aula della Camera approva in via definitiva la Legge di delegazione europea 2014, con dentro il discusso meccanismo del bail-in, ovvero il salvataggio delle banche attingendo anche alle risorse dei risparmiatori, che le opposizioni hanno già ribattezzato "prelievo forzoso". La norma, contenuta all''articolo 8, entrerà in vigore dal primo gennaio 2016 recependo la direttiva 2014/59/UE. Proprio a causa del bail-in, Forza Italia e M5s hanno votato contro. L’altro ieri, infatti, erano stati respinti i loro emendamenti soppressivi. Il bail-in, come accennato, in pratica è il salvataggio delle banche attingendo a risorse interne, con prelievi anche dai correntisti, e non più facendo ricorso, al ''bail out'', il salvataggio dall'esterno tramite le casse pubbliche. In pratica, gli istituti bancari in crisi potranno attingere, in prima battuta dagli azionisti e dagli obbligazionisti meno assicurati e soltanto dopo dai titolari dei depositi sopra i 100 mila euro. La legge di delegazione europea è, insieme alla legge europea, uno dei due strumenti di adeguamento all''ordinamento dell'Unione europea introdotti dalla legge 24 dicembre 2012, n. 234, che ha attuato una riforma organica delle norme che regolano la partecipazione dell''Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. Essa contiene le disposizioni di delega necessarie E LA LORENZIN SBEFFEGGIA IL VENETO C Meno soldi alle Regioni dal Patto della salute ntesa raggiunta sul Patto della salute in sede Stato-regioni per il taglio da 2,35 miliardi di euro previsto dalla legge di stabilità. Soddisfatto il ministro Beatrice Lorenzin che al termine ha dichiarato: "L'accordo raggiunto ci permette di compensare il mancato incremento sul Fondo sanitario senza uno stravolgimento delle leve finanziarie e dell''impianto del Patto". "Per noi è estremamente importante che invece di attuare tagli lineari come in passato si lavori sulla produttività”, ha aggiunto la Lorenzin, che si è detta anche convinta che "il patto vada aggiornato e verificata la sua attuazione per rendere più fluido ed efficiente il sistema". Questo, peraltro, va incontro alla proposta delle Regioni: "Per me I per il recepimento delle direttive e degli altri atti dell'Unione europea. Il ddl di delegazione europea 2014, che con il via libera definitivo dell''aula della Camera è legge dopo anche il passaggio al Senato, consta di 21 articoli più due allegati. Gli articoli del disegno di legge contengono disposizioni di delega per il recepimento di 58 direttive europee, per l'adeguamento della normativa nazionale a 6 regolamenti (Ue), nonché per l'attuazione di 10 decisioni quadro. Dicevamo della contrarietà delle opposizioni: “Visto che non è stata soppressa la norma sul bail-in, contenuto all'articolo 8 della legge di delegazione europea 2014, voteremo contro questa legge che passerà come la legge sul prelievo forzoso, perché lo Stato, anche se lo chiede l''Europa, non può comprimere i diritti dei cittadini e il diritto al risparmio è sacrosanto", ha dichiarato in aula alla Camera Roberto Occhiuto, deputato di Forza Italia, durante le dichiarazioni di voto. Il bail-in, ha aggiunto il deputato forzista "avvantaggerà le banche più grandi, quelle con un indice di patrimonializzazione maggiore, penalizzando le banche piccole o mediopiccole che non saranno più scelte dai risparmiatori". "L''Italia come Cipro: se la banca fallisce paghi tu #prelievoforzoso". E' invece il titolo del post di apertura del blog di Beppe Grillo. "Bail in = prelievo forzoso", è la scritta sopra un video con l''intervento in aula di Alessio Villarosa. un tavolo di verifica e monitoraggio va benissimo". Anche sull'entità del fondo da 113 miliardi nel 2016 il ministro si è detto d'accordo con le Regioni. "Il Veneto è uscito e così ci ha permesso di chiudere, lo ringrazio", ha poi ironizzato, con poco garbo istituzionale, la Lorenzin, esponente del Nuovo centrodestra. Ma sulla vicenda resta un piccolo giallo perché, poco prima della chiusura dell’accordo, Sergio Chiamparino, il governatore pd piemontese leader dei presidenti delle Regioni, aveva dichiarato alle agenzie di stampa: "Il Veneto è d'accordo e partecipa all'intesa". Ma poco dopo, come abbiamo visto, è stato clamorosamente smentito. Poco informato o informato male? LE DIMISSIONI DI PROFUMO SONO IMMINENTI, È GIÀ PARTITA LA CACCIA AL SUCCESSORE Il Tesoro entra in Mps e Renzi vuole scegliere il nuovo presidente In arrivo la svolta rosa. Potrebbe essere una donna a guidare il gruppo senese di Marco Zappa vent’anni dall’ultima volta, lo Stato è tornato a fare il banchiere. Diventando azionista del Monte dei Paschi di Siena con il 4%. L’effetto è il regolamento di Monti bond, ora completamente rimborsati dalla banca rossa. Ma c’è chi è pronto a scommettere che la “partecipazione” del ministero del- A l’Economia sia solo temporanea. Effettivamente il Tesoro ha un impegno di lock-up di 180 giorni (partito dal 1° luglio), ma la partnership potrebbe anche prolungarsi. Questo significa che almeno fino all’inizio del 2016 il pacchetto in mano a via XX settembre non potrà essere ceduto o messo sul mercato per la vendita. Con questo capitolo l’istituto di credito più antico al mondo ha messo la parola fine al capitolo degli aiuti pubblici, ricevuti per un ammontare complessivo di 4 miliardi. Lo Stato per effetto di questa partecipazione è diventato il secondo azionista del gruppo, dietro al fondo Fintech del finanziere messicano David Martinez Guzman che detiene il 4,5%. Si apre comunque una nuova fase in cui il governo sarà a stretto contatto con Mps. Che non potrà fare altro che renderlo partecipe di ogni eventuale mossa da adottare. E consultarlo, nel caso di un probabile – quanto certo – riassetto del gruppo, praticamente obbligato dopo l’ennesimo aumento di capitale che ha portato nuova linfa nelle casse della banca senese. Ma la partita più importante da giocare ora riguarda la scelta del prossimo presidente. Quello che, per intenderci, prenderà il posto di Alessandro Profumo che nelle ultime ore ha confermato ancora una volta come le sue dimissioni “arriveranno a breve”. Il passo indietro sembra essere imminente e la data giusta potrebbe essere quella del 6 agosto in concomitanza con la diffusione dei conti semestrali. Potrebbe esserci una svolta rosa per la poltrona più ambita. Con l’economista Fiorella Kostoris, da poco entrata nel Cda, sempre in pole position. Ma a quanto sembra il premier Renzi vuole avere voce in capitolo anche in questa scelta. E a quanto pare avrebbe già espresso la sua preferenza. Il nome per il momento è top secret, ma la sorpresa è pronta ad essere svelata. GAETANO STELLA, CONFPROFESSIONI, ALLA COMMISSIONE LAVORO: “E’ LA CORNICE CHE NON FUNZIONA” Jobs act, altre critiche sui decreti attuativi l quadro nel suo complesso può anche essere apprezzabile, è la cornice che non funziona. E' questo il giudizio del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, davanti alla commissione Lavoro del Senato, durante l'audizione sui quattro decreti di attuazione del Jobs act che ridisegnano aspetti fondamentali come le tutele in costanza di rapporto di lavoro, le politiche attive, l'attività ispettiva e la semplificazione amministrativa. "Va bene innovare il mercato del lavoro, ma i risultati sperati rischiano di non essere raggiunti. I Finché non si metterà mano alla riforma delle competenze tra Stato e Regioni su temi fondamentali per il mercato del lavoro, come la formazione e le politiche attive, qualsiasi tentativo di riordino e semplificazione del lavoro rischia di trasformarsi in un'ulteriore burocratizzazione del sistema a danno delle imprese e dei cittadini". Secondo il presidente di Confprofessioni, come ripreso dall’agenza Adnkronos/Labitalia "per realizzare una vera e propria semplificazione occorrerebbe operare in diverse direzioni: ad esempio, sul fronte della salute e sicurezza sul lavoro si dovrebbero ridurre gli adempimenti documentali al minimo indispensabile e definire i testi normativi in maniera snella e con maggiore chiarezza. Occorre poi definire una volta per tutte una regolamentazione più razionale per le piccole e medie strutture guardando all'effettivo livello di rischio. Da questo punto di vista, è fondamentale rivedere gli obblighi formativi puntando sull'utilizzo delle modalità telematiche anche per effettuare le verifiche e riformulare le categorie di rischio ora troppo rigidamente imbrigliate dai codici Ateco". Critico il giudizio di Confprofessioni anche sul riordino delle norme per le politiche attive previste dal decreto. "Le disposizioni sui fondi interprofessionali per la formazione continua -avverte altresì Gaetano Stella - rappresentano il culmine di un atteggiamento di scarsa fiducia nei loro confronti che ha caratterizzato l'operato del legislatore negli ultimi tempi". "L'intenzione esplicita - continua il presidente di Confprofessioni - di considerare di natura pubblicistica le risorse gestite dai fondi interprofessionali avrà inevitabili conseguenze sulla ge- stione e la programmazione dell'attività formativa. Un'ingerenza nell'autonomia dei fondi interprofessionali veramente eccessiva che, se non contemperata da un ruolo maggiormente inclusivo delle parti sociali, porterà alla loro definitiva marginalizzazione nell'ambito delle politiche attive". 5 Venerdì 3 luglio 2015 ESTERI DOMENICA IL PAESE VA ALLE URNE CON GLI OCCHI DEL MONDO ADDOSSO Referendum anche sul governo greco Nuova manifestazione convocata per oggi, si fa sentire l’ingerenza strisciante delle “istituzioni” nella campagna elettorale. Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis: se vince il “sì” mi dimetto PUNTO E A CAPO di Robert Vignola asta parole, a parlare dovranno essere le urne. E per questo è già febbre da referendum in Grecia e per la verità in tutta Europa, con i vari rappresentanti della Troika che, dopo il maldestro tentativo d’ingerenza nella faccenda squisitamente interna della consultazione di domenica, hanno scelto un più basso profilo improntato all’appoggio esterno, meglio se invisibile, ai fautori del “nai”, cioè del sì. Così, ecco che il movimento “Menoume Evropi” (Restiamo in Europa) si troverà oggi in piazza, dopo le circa venticinquemila presenze dell’altro giorno. In perfetto stile “rivoluzioni colorate”, la mobilitazione è partita da facebook e invita gli ateniesi a recarsi alle 19.30 locali al Kallimarmaro, stadio che ospitò le prime olimpiadi dell'era moderna. Ieri è stata nche l’edizione online del quotidiano Kathimerini a soffiare nelle vele dei fautori del sì alle proposte della Troika. È infatti uscito il risultato di un sondaggio della società Gpo secondo il quale il 47% degli intervistati si è propenso a votare "sì" per approvare più austerità e il piano di salvataggio internazionale. I favorevoli al "no", ovvero la posizione del governo, sono il 43%. Fosse vero, sarebbe un boomerang per il governo Tsipras, che sarebbe travolto da un simile scenario, con l’evidente epilogo delle dimissioni e di ulteriori elezioni anticipate. Sicuramente non sarebbe un risultato accettato dal folkloristico ministro delle finanze Yanis Varoufakis. “Rassegnerò le dimissioni se vince il sì al referendum”, ha anticipato Varoufakis, secondo cui le banche greche “apriranno regolarmente martedì” E’ Obama a non volere strappi Ma il male dell’euro è svelato B di Biagio Cacciola I perché sono “perfettamente capitalizzati”. E ha illustrato sei motivi per dire no alle proposte dei cosiddetti creditori. “I negoziati si sono arenati perché i creditori si sono rifiutati di ridurre l’insostenibile debito pubblico di Atene e insistono sul fatto che andrebbe ripagato dai membri più deboli della società greca, dai loro figli e dai loro nipoti. Il Fondo monetario internazionale, gli Stati Uniti, altri governi mondiali e molti economisti sono d’accordo sul fatto che il debito vada ristrutturato. L’Eurogruppo (nel novembre 2012) ha già ammesso che il debito di Atene dovrebbe essere ristrutturato ma si rifiuta di impegnarsi in una ristrutturazione del debito. Dopo l’annuncio del referendum, le istituzioni europee hanno lanciato segnali di essere Il tribunale di Nanterre, alle porte di Parigi, ha annullato la decisione presa dall’ufficio esecutivo del Front National lo scorso 4 maggio, che aveva sottratto a JeanMarie non solo la carica di presidente onorario ma anche la tessera della formazione politica. Il fondatore ha esultato per la decisione, mentre il partito ha subito fatto appello contro la decisione del tribunale. Il Front National ha peraltro avviato la procedura per eliminare del tutto quella posizione di presidente onorario attraverso un referendum interno in corso: i rappresentanti del congresso hanno già ricevuto il bollettino con il quale votare e devono rinviarlo entro il 10 di luglio. Usa, deraglia treno con sostanze tossiche Ennesimo, disastroso incidente ferroviario nel Nord America. Un treno che trasportava sostanze "tossiche e altamente infiammabili" è deragliato e ha preso fuoco. E' avvenuto vicino Knoxville, nel Tennessee. Oltre 5.000 persone che abitano nei pronte a discutere una ristrutturazione del debito. La Grecia rimarrà nell’euro: i depositi nelle banche greche sono al sicuro, i creditori hanno scelto la strategia del ricatto sulla base della chiusura delle banche; l’impasse attuale è dovuta a questa scelta dei creditori e non alla decisione del governo greco di abbandonare le trattative o qualsiasi idea di Grexit o svalutazione, mentre la permanenza della Grecia nell’eurozona e nell’Unione europea non è negoziabile. Il futuro richiede una Grecia orgogliosa nell’eurozona e nel cuore dell’Europa. Questo futuro chiede che i greci votino no il 5 luglio e, con il potere accordatoci con quel no, il governo greco rinegozierà il debito pubblico e distribuirà gli oneri fiscali tra i ricchi e i poveri”. L’ULTIMO RAPPORTO MILITARE IN USA PREVEDE LA POSSIBILITÀ DI CONFLITTI: RUSSIA E CINA NEL MIRINO? DAL MONDO Francia, faida tra Le Pen: reintegrato Jean-Marie I vampiri della Troika, fondo monetario internazionale in testa, non hanno rotto con la Grecia di Tsipras finora solo perché il padrone vero dell'Unione europea, Obama, non glielo ha consentito. Infatti il capo americano teme fortemente che un'uscita della Grecia dalla zona d'influenza euroatlantica possa rafforzare la strategia di Putin. Il leader russo, con ben altra abilità, sa che l'Unione europea è solo una longa manus degli Usa per interessi di stampo neoimperialista. Sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista militare. Sganciare la Grecia di Tsipras, e del governo d'unità nazionale, dall'Ue sarebbe un duro colpo per una organizzazione fomentatrice di guerre come la Nato. La Russia ha infatti offerto ai greci un ingresso nei Brics, i Paesi alternativi al blocco filoyankee, e il passaggio del nuovo gasdotto nel mediterraneo orientale. Questo preoccupa molto la voglia di dominio e di provocazione del peggiore presidente americano degli ultimi anni. Non è questione di referendum sì o referendum no. Figuri come Schaeuble e Schulz, il cosiddetto kapo secondo Berlusconi, già avrebbero rotto da tempo con Tsipras e la Grecia. Essi rispondono, infatti, agli interessi diretti delle grandi banche tedesche, le vere detentrici del debito greco. La crudeltà di una certa finanza è senza vergogna. Basti pensare che il miliardo e seicento milioni d'euro che è la rata da rimborsare al Fondo monetario internazionale da parte della Grecia, è nulla rispetto a quello che la speculazione ha bruciato in borsa in questo ultimo periodo. Ai crucchi dell'Europa massonica, però, non importa nulla di cittadini europei quasi senza farmaci e a pensionati costretti a fare la fila ai bancomat per 120 euro settimanali. L'Europa che i vampiri della commissione vogliono è l’Europa della finanza e delle banche, non certo l'Europa dei popoli vagheggiata da qualche anima bella che non conosceva, o conosceva troppo bene, la dinamica interna del capitalismo all'epoca della tecnofinanza. La crisi greca, in ogni caso, segnerà un evento epocale, uno smascheramento del male dell'euro, finora coperto a suon di conformismo ad alto prezzo dalla grande stampa europea e dai guitti, come il nostro presidente del consiglio. dintorni sono stati evacuate. Sette agenti sono stati portati in ospedale dopo aver respirato i fumi dell'incendio. Il treno trasportava acrilonitrile,composto chimico infiammabile e tossico che può provocare problemi alla respirazione, ha detto un vigile del fuoco. Mali: attacco all’Onu, si teme matrice Isis Rischia di riaccendersi un altro pericoloso focolaio nel Nord Africa. Un convoglio delle Nazioni Unite in Mali è stato attaccato sulla strada tra Goundam e Timbuktu: sei peacekeeper sono stati uccisi, mentre altri cinque sono rimasti feriti. Secondo alcuni testimoni Tuareg, sul veicolo degli assalitori c’era una bandiera jihadista. Il Mali è crocevia della rotta migratoria dai Paesi sub sahariani verso la Libia, terminale africano del’esodo di questi anni. Il grande paese desertico è stato oggetto di una missione delle forze militari francesi per ristabilire l’ordine dopo una lunga guerriglia tra Tuareg e potere centrale e poi tra Tuareg e islamisti negli immensi territori del Nord. L’oroscopo del Pentagono prevede guerra di Tatiana Ovidi a situazione ormai sembra essere fuori controllo. A 4 anni dall'ultimo "libro bianco" - quasi un mezza era geologica nel settore militare - il Pentagono ha aggiornato la sua strategia globale di difesa che vede Cina e Russia, in primis, minacciare la sicurezza degli interessi Usa. Mosca e Pechino sono per Washington i nemici pubblici numero uno del nuovo ordine mondiale. Il generale Martin Depsey, capo degli stati maggiori riuniti (l'ufficiale più alto in grado nelle forze armate Usa) nel rapporto ha avvertito che c'è "una bassa ma crescente probabilità che gli Stati Uniti possano combattere una guerra con una maggiore potenza (riferimento a Mosca e Pechino anche se non sono state citate esplicitamente in questo passaggio) con conseguenze immense". Ha continuato il rapporto: "La Russia ha ripetutamente dimostrato che non rispetta la sovranità dei suoi vicini (Ucraina) e la sua volontà di ricorrere all'uso della forze pur di raggiungere i suoi obiettivi. Le azioni militari russe stanno minacciando direttamente o per procura la sicurezza regionale (riferimento alla presenza L di truppe russe in Ucraina)". Nel testo del Pentagono grande preoccupazione è espressa dallo sviluppo delle tecnologie che stanno facendo perdere agli Usa il vantaggio che avevano sempre avuto nel settore: "Quando si applicano a sistemi militari, questa diffusione di tecnologia va a sfidare il vantaggio competitivo a lungo detenuto dagli Usa in settori come l'allarme rapido ("early warning", per l'individuazione di una minaccia, come il lancio di un missile balistico intercontinentale, ndr) e i bombardamenti di precisione". Apparentemente indifferenti ai negoziati sul programma nucleare iraniano su cui entro il 7 luglio è prevista un'intesa, il Pentagono continua ad inserire l'Iran, accanto a Cina, Russia e Corea del Nord nella lista di Paesi che pongono gravi preoccupazioni di sicurezza all'America e ai suoi alleati: "Dalla pubblicazione dell'ultima (analisi) di strategia militare 4 anni fa, il disordine globale è cresciuto mentre alcuni dei nostri vantaggi (tecnologici) hanno iniziato a ridursi". Venendo alla Cina per il Pentagono "le sue attività stanno alimentando la tensione nella regione Asia-Pacifico". Il riferimento è alla costruzione di isole artificiali su barriere coralline a migliaia di km dalla costa cinese pur di rivendicare la territorialità dell'80% del Mar Cinese Meridionale seguendo la dottrina militare della 'linea dei nove punti', in contrasto con le nazioni vicine, Giappone, Filippine, Vietnam, tra le altre. Gli Stati Uniti prevedono poi che la minaccia rappresentata da entità terroristiche come Isis saranno affrontate in "conflitti che esploderanno più rapidamente, dureranno più a lungo e avranno luogo su un campo di battaglia molto più tecnicamente difficile, perché questi gruppi rappresentano una minaccia immediata alla sicurezza transregionale e perché riescono a sfruttare insieme rapidamente le tecnologie disponibili con ideologie estremiste". In poche parole gli americani con questo documento hanno certificato il loro operato e le prossime intenzioni. Hanno "firmato" il caos scatenato in giro per il mondo e messo il copyright sull'Isis. Poi hanno indicato i prossimi obiettivi, Russia e Cina in testa. Nel futuro globale si prevede uno scontro a campo aperto con sottili equilibri destinati a saltare. Infine il Pentagono, involontariamente, ha inoltre confermato di nuovo l'assenza totale dell'Europa. 6 Venerdì 3 luglio 2015 STORIA COMINCIA COSÌ UN’EPOCA DIFFICILE E TORMENTATA, FATTA DI FATICA, DI FREDDO E DI FAME, NELL’INCERTEZZA DEL FUTURO Benito muratore a Orbe Il viaggio in treno che lo porta in Svizzera è lo spartiacque più importante della sua vita di Emma Moriconi rriva alla stazione di Yverdon con due lire e dieci centesimi in tasca. Decide di proseguire a piedi. Cammina una intiera giornata; la sera sopraggiunge e lo trova ancora in cammino. Ha fame. Poi si trova un ponte deserto, vede il letto di un torrente asciutto e, non avendo di meglio, discende sotto l'arcata del ponte, si raccoglie in un angolo, appoggia le spalle al muro, piega le ginocchia fino al mento, appoggia la testa sulle ginocchia, e chiude gli occhi. L'aspra vita del camminante è incominciata. Si inizia il suo dramma". Con queste parole Antonio Beltramelli descrive le ore subito successive alla discesa dal treno di Benito Mussolini. Siamo nel 1902. "Io non avevo meta fissa - scrive lo stesso Mussolini - Avevo ingannato i miei genitori facendo creder loro che io avessi già il posto assicurato. In realtà io non sapevo neppure dove sarei andato a finire". Pini e Susmel, in "Mussolini l'uomo e l'opera", aggiungono alcuni particolari: "Prima che il treno si rimettesse in moto - dicono - scambiò in franchi svizzeri le quaranta lire che possedeva. Durante il viaggio per Lucerna uno di quelli di Pontremoli, certo Tangherone, lo convinse a seguirlo fino a Yverdon, dove si recava presso un suo zio commerciante in stoffe, che avrebbe potuto occuparlo". Gli autori traggono queste informazioni dal volume "Mussolini in der Schweiz" di Marcel Bazencon. In una lettera all0amico Bedeschi Mussolini scrisse: "Il vagone era pieno di italiani. Lo credi? Stetti quasi tutto il tempo del tragitto al finestrino. La notte era splendida. La luna sorgeva dietro agli altissimi monti bianchi di neve fra un ridere argenteo “A di stelle. Il lago di Lugano aveva magici riflessi come una levigata superficie metallica battuta da luci ignote e fatate. Il Gottardo si presentò ai miei occhi come un gigante pensieroso e raccolto, beneficando del suo tramite cieco il serpente d'acciaio che con fuga vertiginosa mi portava fra genti nove. Nel vagone tutti dormivano, io solo pensavo. Che cosa pensai quella notte che divideva due periodi della mia vita? Non lo ricordo. Solo alla mattina - e ciò poteva dipendere dallo spossamento fisico - quando passammo per la Svizzera tedesca e una pioggia novembrale ci accolse fredda come l'addio di un infelice, ricordai - con una stretta al cuore - le contrade verdi d'Italia baciate da un sole di fuoco ... Fu un primo spunto di nostalgia? Forse. A Lucerna cambiai treno e presi il biglietto per Yverdon". In queste parole c'è l'animo del giovane Benito, la poesia e la suggestione di un momento preciso - il viaggio in treno - che per Mussolini costituisce uno spartiacque nella sua vita. Dalle sue parole trapela la nostalgia per la Patria, lo rileva lui stesso. Quel viaggio in treno è un momento di eccezionale rilevanza per lui, ne poetizza ogni istante, osserva ogni dettaglio. Alle 11 di giovedì 10 luglio Benito arriva a Yverdon, è l'inizio di un periodo difficile: "Intontito e stanco, mi diressi a una povera bettola dove ebbi l'occasione di parlare per la prima volta in francese. Mangiai. Andammo da questo negoziante italiano. Seppe farmi delle chiacchiere. Nondimeno mi invitò a mangiare da lui. Accettai. Altre chiacchiere inconcludenti. Infine mi diede uno scudo. Perché non credesse di beneficarmi, gli lasciai in pegno un bellissimo coltello uso arabo comperato ancora a Parma il 1 aprile insieme al nostro buono e fulvo Ro- La casa in Svizzera alla cui costruzione lavorò Benito Mussolini nel 1902 mani. Il venerdì mi trovò per un'ora di fronte alla statua di Pestalozzi che ad Yverdon ebbe i natali e per 23 ore in letto. Al sabato, insieme ad un pittore disoccupato, andai a Orbe città vicina - per lavorare come manuale.Trovai lavoro e il lunedì mattina 14 incominciai. 11 ore al giorno di lavoro, 32 centesimi all'ora. Feci 121 viaggi con una barella carica di sassi al secondo piano di un batiment in costruzione. Alla sera i muscoli delle mie braccia si erano gonfiati. Mangiai delle patate cotte tra la cenere, e mi gettai sul letto: un mucchio di paglia. Alle 5 del martedì, mi destai e riscesi nuovamente al lavoro. Fremevo della terribile rabbia de- gl'impotenti. Il padrone mi faceva divenire idrofobo. Il terzo giorno mi disse: 'Voi siete vestito troppo bene!'. Quella frase volle essere significativa. Avrei voluto ribellarmi, spaccare il cranio a quel villan rifatto che mi accusava di poltroneria mentre le ossa mi si piegavano sotto le pietre, gridandogli sul muso: vigliacco, vigliacco! E poi? La ragione è di chi ti paga. Venne il sabato sera. Dissi al padrone che intendevo partire e perciò mi avesse pagato. Entrò nel suo gabinetto, io restai sul pianerottolo. Di lì a poco uscì. Con mal celata rabbia gettò nelle mie mani 20 lire e centesimi dicendo: 'Ecco il vostro avere ed è rubato'. Restai di sasso. Cosa dovevo fargli? Ucciderlo. Cosa gli feci? Nulla. Perché? Avevo fame ed ero senza scarpe. Un paio di stivaletti quasi nuovi li avevo lasciati a brandelli sui sassi da costruzione che mi avevano lacerate le mani come le suola. Quasi scalzo corsi da un italiano e comperai un paio di scarpe imbullettate alla montanara. Feci fagotto e alla mattina dopo domenica 20 luglio - a Chavornay presi il treno per Losanna". Pini e Susmel dettagliano che il "padrone" era un certo Bartoglio che stava costruendo delle abitazioni per i dipendenti delle fabbriche di cioccolato Peter, Cailler, Kohler. SENZA UN SOLDO, CON I CRAMPI ALLO STOMACO, IL GIOVANE MUSSOLINI DORME SOTTO IL GRAND PONT L’arrivo a Losanna Il primo arresto per “vagabondaggio”: “Il giorno dopo la sola cosa metallica che io avevo in tasca, era una medaglia nichelata di Karl Marx” Q uando Benito arriva a Losanna è pomeriggio, "un pomeriggio nubiloso". Ricorda che "le strade erano deserte" e che aveva alcuni indirizzi, "ma non cercai nessuno". Con venti franchi va a dormire in un piccolo albergo: "Avevo studiato il francese ma non lo capivo perché le mie orecchie non erano ancora abituate ai suoni della lingua straniera. Ma superai questa difficoltà in poche settimane. Cercai lavoro, non ne trovai - continua - Me ne andai dall'albergo dopo aver saldato il conto e poiché non avevo più denari per l'alloggio mi feci il letto dentro una cassa sotto a una delle arcate del Grand Pont e vi passai parecchie notti. Di giorno girovagavo nei dintorni della città e mi nutrivo di frutta e di pane. Venne il momento in cui non ebbi neppur un soldo". E così il giovane Benito,il maestro elementare figlio d'un fabbro, venuto da Dovia, passa più di quarantotto ore senza mangiare. Verso le tre del mattino, infreddolito e affamato, viene fermato da due poliziotti che lo credono un malvivente e lo scortano al posto di polizia più vicino. Capiscono che ha fame e gli danno del pane. Viene arrestato per vagabondaggio ma le sue carte sono in regola, così dopo tre giorni viene rimesso in libertà. Pini e Susmel, in merito a questo episodio, riferiscono che esso venne narrato, circa trent'anni dopo, dal poliziotto Louis Emery, che più tardi sarà promosso presidente di tribunale, allo storico Bezencon. "L'Emery - scrivono Pini e Susmel - riferisce di aver trovato Mussolini mentre dormiva nella cassa [...] Lo sveglia e gli domanda: 'Cosa fate qui'. 'Lo vedete. Mi riposavo un momento'. Il poliziotto porta Mussolini con sé e alla luce di un fanale può vedere i suoi lineamenti stanchi. 'Siete ammalato?' gli chiede. 'Si un poco ... e ho fame'. Condotto al posto di polizia di San Francesco viene trattenuto ventiquattro ore: è interrogato e perquisito. Poi è portato in prefettura, dove si prendono i suoi connotati. Viene lasciato libero ventiquattro ore dopo. L'arresto per 'vagabondaggio' avvenne - scrivono ancora - la mattina del 24 luglio 1902, mercoledì, alle 4 e mezza. Così risulta dal rapporto fatto dall'agente Emery. [...] Dell'arresto è data anche notizia nel registro del posto di polizia di San Francesco; infatti, sotto la data del 23 luglio, vi si legge: 'Mussolino [più d'una volta il cognome viene trascritto in maniera erronea, anche sui documenti relativi al padre Alessandro capita di imbattersi in questo errore, Ndr] Benito, muratore, vagabondaggio'. Secondo il rapporto di Emery, Mussolini viene scarcerato la mattina del 26 luglio, invece a quanto riferisce Mussolini, egli viene rilasciato la mattina di domenica 27 Il poliziotto che arrestò Mussolini a Losanna e uno stralcio del verbale luglio. "Il giorno dopo - scrive Benito all'amico Sante Bedeschi - un lunedì, la sola cosa metallica che io avevo in tasca, era una medaglia nichelata di Karl Marx. Avevo mangiato un tozzo di pane al mattino e non sapevo dove andare a dormire la sera. Disperato volsi al largo. Sedetti (i crampi dello stomaco mi impedivano di camminare a lungo) sul piedistallo della statua di G. Tell che sorge sul parco di Montbénon. Lo sguardo mio doveva essere terribile in que' terribili istanti poiché i visitatori del monumento mi guardavano con aria sospetta, quasi impaurita". Sono i primi giorni di Benito in Svizzera, alle sue spalle c'è Predappio, la sua Dovia, le colline su cui ha corso scalzo, gli alberi su cui si è arrampicato per rubare le mele al contadino, la grande quercia di San Cassiano, il fabbro Alessandro, la maestra Rosa, i bambini di Gualtieri, i compagni romagnoli. [email protected] 7 Venerdì 3 luglio 2015 DA ROMA E DAL LAZIO NON CAMBIA LA LINEA DIFENSIVA DI FRANCO DURANTE L’INTERROGATORIO DI GARANZIA Stupro a Prati, il militare ribadisce: “La ragazza era consenziente” Il gip si è riservato di decidere. Oggi dovrebbe sciogliere il nodo sulla convalida dell’arresto iuseppe Franco ha respinto le pesanti accuse: “La ragazza era consenziente”. E’ la versione del militare della Marina accusato di aver violentato una giovane di sedici anni nel pratone davanti la città della giustizia a piazzale Clodio, lo scorso 29 giugno. Ascoltato dal gip Giacomo Ebner in sede di interrogatorio di garanzia per due ore, l’uomo ha chiarito di non essersi presentato alla giovane come poliziotto, e di averle mostrato il proprio tesserino da militare dopo che gli era stato domandato quale lavoro facesse. Si sarebbe difeso spiegando di aver avvicinato la minore e le altre ragazze che l’accompagnavano e di essersi poi appartato con la sedicenne senza alcuna costrizione, al contrario del racconto delle tre, al termine di una conversazione. Era presente anche il pubblico ministero Eugenio Albamonte, il quale aveva fin dall’inizio sostenuto che bisognava emettere l’ordinanza di custodia cautelare con detenzione in carcere, ribadendo la solidità dell’impianto accusatorio. G Il gip, però, si è riservato di decidere. Nelle prossime ore scioglierà il nodo sulla convalida dell’arresto. Contro Franco c’è la ricostruzione della vittima e delle due amiche con cui si trovava in compagnia quella sera. Ulteriori elementi a riscontro dei fatti sono stati forniti dalle videocamere di sorveglianza di uno degli esercizi commerciali vicino al tribunale, che ritraevano un uomo compatibile con il fermato, mentre si allontanava dal luogo inseguito da quattro persone. La mamma di una delle due minori, insospettita, aveva cercato invano di fermarlo. Qualche chiarimento potrà darlo la polizia scientifica, che sta esaminando un paio di pantaloncini trovati a casa del militare e le tracce biologiche lasciate sul corpo della ragazzina e i vestiti della minorenne. Incrociati anche i tabulati telefonici della zona. All’esame di Albamonte c’è anche la posizione del fratello del presunto aggressore. Per lui si ipotizza l’accusa di favoreggiamento. Il pm ha già disposto gli accertamenti tecnici sui cellulari dei due per stabilire quali e quante telefonate siano state fatto dopo l’aggressione della ragazza. Il fratello del fermato era stato sorpreso da alcuni agenti in borghese a recuperare la bicicletta del militare nei pressi del tribunale. Insospettiti, sono scattate le ricerche. Franco è stato trovato poco dopo a casa del fratello. Il giorno successivo, sarebbe dovuto partire per una missione. IL PREFETTO GABRIELLI HA INDETTO UN ALTRO AVVISO PUBBLICO Richiedenti asilo, ecco un nuovo bando A pochi giorni dall’annuncio dell’ennesimo centro di accoglienza che sorgerà vicino la stazione Tiburtina da parte del Comune di Roma n altro. La prefettura ha indetto un bando per la conclusione di un nuovo accordo quadro con più soggetti economici per la fornitura di servizi di accoglienza a stranieri richiedenti asilo. “Il nuovo avviso si è reso necessario in considerazione del fatto che la precedente procedura, indetta nel febbraio 2015, non ha consentito di soddisfare integralmente il fabbisogno di posti ne- U cessario”, si legge nella nota firmata dal prefetto Franco Gabrielli (nella foto). Tra gli aspetti qualificanti del nuovo bando si segnalano la maggiore attenzione ai servizi di assistenza socio sanitaria - quali l’orientamento, il supporto e l’accompagno per la fruizione dei servizi socio assistenziali e sanitari - nonché la richiesta di specifici servizi per l’integrazione che spaziano dai corsi di lingua italiana all’infor- mazione sulla disciplina in materia di immigrazione e sulle procedure da seguire per proporre richiesta di asilo. Naturalmente, le proposte verranno selezionate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, “da valutare attribuendo un adeguato rilievo ai progetti di assistenza e integrazione”, ha precisato però la prefettura. E’ stato ridotto, invece, da un anno a sei mesi il periodo minimo di esperienza, prosegue la nota, nel settore richiesto ai soggetti che desiderano partecipare alla procedura, estendendo al contempo la possibilità di concorrere anche a operatori attivi nell’accoglienza residenziale o nei servizi di orientamento e sostegno in favore di richiedenti e beneficiari di protezione internazionale. La prefettura ha precisato infine che gli immobili individuati dai soggetti che intendono partecipare alla gara dovranno rispettare la normativa vigente in materia residenziale, sanitaria, di sicurezza antincendio e antinfortunistica. In seguito alla verifica dell’idoneità dei locali, palazzo Valentini non procederà a stipulare alcun contratto “qualora siano riscontrate irregolarità nelle strutture proposte”. Un nuovo bando che conferma come l’Italia stia portando avanti la linea dell’accoglienza, nonostante Roma sia satura. Un’attenzione istituzionale mai destinata verso chi da anni attende un alloggio popolare. Un bando che arriva a pochi giorni dall’annuncio da parte dell’amministrazione Marino del nuovo centro di accoglienza di cento persone che sorgerà vicino alla stazione ferroviaria Tiburtina. Grazie a un accordo tra il Comune di Roma e le Ferrovie dello Stato, che hanno concesso in comodato d’uso l’ex albero Ferrotel. Il Campidoglio dovrà anche ristrutturarlo. Un costo stimato tra i 100 e i 150mila euro. Il taglio del nastro ci sarà tra un mese. IL CAMPIDOGLIO HA VOTATO LA SURROGA DI D’AUSILIO E LA SOSTITUZIONE TEMPORANEA DI CORATTI E PEDETTI Mafia Capitale: c’è chi esce e chi entra Martedì la Pisana discuterà la sospensione di Gramazio, che cesserà nel caso in cui venga meno lo stato di custodia cautelare in carcere iornata intensa sia alla Regione Lazio che al Campidoglio. In oggetto sempre lo scandalo di Mafia Capitale. Nella mattinata di ieri è stato notificato al Consiglio regionale il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che accerta la sospensione dalla carica di consigliere Luca Gramazio in applicazione della legge Severino. La capigruppo, riunitasi nel pomeriggio, ha stabilito di conseguenza che la surroga di Gramazio con il primo dei non eletti sarà posta all’ordine del giorno della seduta consiliare di martedì prossimo. G Il decreto stabilisce, inoltre, stabilisce che la sospensione del consigliere cesserà - spiega l’Area informazione della Pisana - nel caso in cui venga meno lo stato di custodia cautelare in carcere nel quale si trova dal 4 giugno, a seguito dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma del 29 maggio scorso. Dalla Pisana al Campidoglio. L’Assemblea capitolina ha approvato la surroga del dimissionario Francesco D'Ausilio (Pd), ex capogruppo dem e vicino a Zingaretti, il cui nome è presente nelle carte di Mafia Capi- tale anche se non risulta iscritto nel registro degli indagati. Al suo posto entra la consigliera Liliana Mannocchi, vicina al deputato Marco Di Stefano. L’Aula Giulio Cesare ha dato il via libera anche alla sostituzione temporanea dei consiglieri Mirko Coratti e Pierpaolo Pedetti, entrambi dem, arrestati nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo e ora ai domiciliari. Le altre due neo consigliere dem sono Cecilia Fannunza e Luigina Di Liegro. Oggi, invece, l’amministrazione di Roma Capitale formalizzerà la propria costituzione, in qualità di parte offesa, nel procedimento giudiziario della Procura di Roma nei confronti di Massimo Carminati ed altri 33 imputati, nell’ambito dello scandalo di Mafia Capitale. Una richiesta, già depositata lo scorso 12 dicembre 2014, accolta dal Giudice per le indagini preliminari, Flavia Costantini. All’apertura del dibattimento l’amministrazione si costituirà anche come parte civile attraverso la propria avvocatura capitolina. 8 Venerdì 3 luglio 2015 ECONOMIA ACCORDO TRA LA MULTINAZIONALE E LE SIGLE: NESSUN ESUBERO, RILANCIO DI TUTTI I SITI Whirlpool-sindacati: vittoria dei lavoratori utto fatto. Dopo cinque mesi di tensione e preoccupazione, Whirlpool e i sindacati hanno siglato l’accordo con cui la multinazionale americana rilancerà la produzione italiana dei siti prelevati dalla Indesit. L’intesa, già nell’aria, è stata firmata al termine di un nuovo round al Ministero dello Sviluppo economico. E’ stato messo nero su bianco: l’azienda riassorbe tutti gli esuberi inizialmente previsti, salvando i siti di Carinaro e None dalla chiusura. Assegna, inoltre, ad ogni stabilimento una missione produttiva, investendo 513 milioni di euro in tre anni. La multinazionale ha poi preso l’impegno di non licenziare fino al 2018, mettendo in campo però un piano di esodi e trasferimenti incentivati volti a una ricollocazione e riqualificazione professionale per gli impiegati, le cui funzioni vengono trasferite in altra regione. Grazie anche all’utilizzo della cassa integrazione e di contratti di solidarietà in tutti i siti. Ora la palla passa nelle mani dei dipendenti, i quali dovranno dare il loro assenso. Si vota il 13 e 14 luglio. I lavoratori possono ritenersi soddisfatti. L’hanno spuntata loro, questa volta. Entrando nel dettaglio dell’accordo, bottino pieno per la provincia di Caserta rispetto alle premesse iniziati. Sarà costituito, infatti, il polo europeo di ricambi e accessori, in cui troveranno inizialmente occupazione 320 persone. Il restante organico, invece, T potrà avvalersi della possibilità di essere trasferito a Napoli, accedere al trasferimento volontario incentivato per Varese con la possibilità di colloqui anche per i familiari conviventi oppure intraprendere i percorsi di uscita incentivata specificamente previsti per la Campania. Buone notizie anche per l’impianto di Teverola, il secondo nel Casertano dopo quello di Carinaro, chiuso ormai da anni. L’azienda ha preso l’impegno di cercare soggetti investitori, con un apposito stanziamento di 2 milioni di euro e la disponibilità di cedere a prezzi agevolati lo stabile per produrre occupazione. Gli ammortizzatori sociali utilizzati saranno inizialmente la CIGS per ristrutturazione e poi i contratti di solidarietà. Per quanto riguarda None, invece, il magazzino sarà ceduto alla società Mole, ma al personale è stata concessa la disponibilità di scegliere il trasferimento in un’altra sede del Gruppo, che riceverà un incentivo e gli sarà liquidato il Tfr, o accedere ai percorsi di uscita incentivata. L’attività del centro ricerca e dell’outlet continuerà fino al 31 dicembre 2016. Successivamente il personale potrà accedere sia al piano di uscite incentivate sia a modalità agevolate di trasferimento in un’altra sede del Gruppo. Cassinetta, invece, si consoliderà come polo EMEA per l’incasso, con produzione di forni, frigoriferi e microonde con un incremento occupazionale di 160 persone, oltre alla conferma dei lavoratori. Melano, frazione di Fabriano, diventerà l’unica fabbrica EMEA per la produzione di piani cottura, con rientro delle produzioni dall’estero, dove saranno concentrati anche i lavoratori attualmente in forza ad Albacina. Whirlpool e sindacati hanno destinato a Napoli la produzione delle lavatrici di alta gamma, anche con un modello aggiuntivo rivolto ai mercati extra Ue. A Siena, invece, è previsto il polo di produzione dei congelatori orizzontali, con rientro di prodotti anche dall’estero con possibilità di crescita ulteriore verso i mercati extra europei. Nello stabilimento di Comunanza saranno prodotte le lavatrici a carica frontale e sarà produttore esclusivo in Emea di lavasciuga. Mentre negli uffici in Lombardia verrà creato un centro direzionale con circa 800 dipendenti, accorpando gli attuali uffici di Comerio e Milano in una sede ancora da definire fra Varese e Milano. Stessa riconversione per Fabriano, in cui lavorareranno circa 600 dipendenti. Soddisfazione è stata espressa da tutte le sigle, da Fim a Uilm, dalla Fiom alla Ugl. “Un accordo essenziale per il futuro di migliaia di lavoratori e per le prospettive del comparto del bian- co ed elettrodomestici in Italia”, ha detto Ermenegildo Rossi, segretario confederale dell’Ugl. Gli ha fatto eco Antonio Spera (Ugl Metalmeccanici): “Ora la parola passa ai lavoratori, che siamo convinti premieranno il cammino fatto per evitare esuberi strutturali e chiusure di stabilimenti”. “E’ un grande piano - ha spiegato l’ad Whirlpool Italia, Davide Castiglioni - come se ne vedono pochi: mezzo miliardo in quattro anni per dare all’Italia un ruolo centrale nella produzione. Sono orgoglioso del percorso fatto: con i sindacati abbiamo fatto squadra”. Ora la parola passa ai lavoratori. LA MAZZATA DELLA CRISI ECONOMICA SUI SACRIFICI DI MILIONI DI PERSONE L’ECCELLENZA Casa, il tesoro degli italiani perde ancora valore In appena cinque anni, il crollo dei prezzi ha raggiunto il 13,7% C rolla il valore delle abitazioni. La svalutazione continua anche nel 2015. L’anno, infatti, si apre con una conferma della tendenza al ribasso dei prezzi delle case in atto da più di tre anni. Nel primo trimestre, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento diminuisce quasi di un punto percentuale (0,7%) rispetto al trimestre precedente. Ancora più marcato il crollo in riferimento ai primi novanta giorni del 2014, che raggiunge un meno 3,4%. A scattare fotografare la svalutazione delle case è stata l’Istat. Un trend, negativo, iniziato sin dal 2013, che si conferma anche nel primo trimestre dell’anno in corso. Una diminuzione tendenziale particolarmente dovuta sia ai prezzi delle abitazioni esistenti (-3,8%) sia a quelli delle abitazioni nuove (-2,0%). Come risultato di questi andamenti, si legge nel Anche il dato congiunturale conferma il quadro di generale ribasso dei prezzi. Quello registrato nel primo trimestre 2015 è infatti il quattordicesimo calo congiunturale consecutivo e per la prima volta è il risultato di una diminuzione dei prezzi delle abitazioni nuove (-1,0%) più ampia di quella delle abitazioni esistenti (0,5%). Ma la situazione è ancora più agghiacciante, un trend che sta avanzando in maniera irreversibile. Basta dare uno sguardo alle stime preliminari del primo trimestre 2015, dalle quali emerge che la diminuzione dei prezzi delle abitazioni rispetto al 2010 ragrapporto dell’istituto di ricerca, il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove si riduce a 1,8 punti percentuali, il minimo da quando è possibile calcolare la serie storica delle variazioni tendenziali dell’Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (Ipab). giunge il -13,7%. Oltre il danno, pure la beffa. Dopo anni e anni di sacrifici, gli italiani subiscono il crollo del bene più prezioso: la casa. Alla riduzione concorrono sia le abitazioni esistenti, i cui prezzi, nello stesso periodo, sono scesi del 18,6%, sia le nuove per le quali si registra una variazione negativa dell’1,5%. Farmaceutica in crescita uone notizie dal settore farmaceutico. Le 5.000 nuove assunzioni - la metà fra under 30 - negli ultimi 12 mesi hanno superato i lavoratori in uscita, con un incremento (+1%) del numero degli addetti. Gli investimenti sono aumentati di 200 milioni di euro (+11%), mentre l’export è cresciuto ancora (+6% nel 2014, dopo +14% nel 2013 e +13% nel 2012) di 1,2 miliardi in un solo anno. Oggi - rileva l’associazione delle industrie farmaceutiche - una nuova fase è all’orizzonte. Sono 7.000 i medicinali in sviluppo, soprattutto biotech, che riguardano patologie tumorali, cardiovascolari, diabete, Hiv. Farmaci sempre più personalizzati che cambieranno la storia di diverse malattie gravi. Un fenomeno al quale partecipa anche l’Italia con i suoi centri di eccellenza, ad esempio per l’oncologia, le malattie rare, i vaccini, il farmaco biotech e le terapie avanzate. “La partita non è vinta, ma sono stati segnati goal importanti – sostiene Farmindustria - grazie a un efficiente network dell’innovazione che crea salute e valore. Una rivoluzione che impone di ripensare la governance per garantire la sostenibilità del sistema”. B 9 Venerdì 3 luglio 2015 DALL’ITALIA È IL TERZO ASSESSORE AD ABBANDONARE LA CARICA IN UNA SETTIMANA. BEN 35 QUELLI SOSTITUITI IN DUE ANNI Sicilia, anche la Borsellino dice addio a Crocetta La figlia del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio formalizza le dimissioni annunciate qualche giorno fa: “Vari sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione” o aveva annunciato e lo ha fato. Lucia Borsellino si è dimessa dall’incarico di assessore regionale alla Sanità in Sicilia. A pochi giorni dall’arresto di Matteo Tutino, primario dell'ospedale Villa Sofia nonché medico personale del governatore Rosario Crocetta e nel giorno in cui diventa pubblica la notizia della morte di un neonato di due mesi a Ragusa dopo la somministrazione di un vaccino obbligatorio, la figlia del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio, ha inviato una lettera proprio al presidente della Regione per ufficializzare la sua decisione di lasciare l'esecutivo. “Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione anche in considerazione del mio percorso professionale di oltre vent'anni in seno all'amministrazione regionale della Salute - ha scritto Lucia Borsellino – Vari, purtroppo, sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare e, quindi, della mia persona“. Poi l’assessore spiega i tempi della sua scelta: “Ho deciso di rassegnare oggi (ieri,ndr) le mie irrevocabili dimissioni, avendo sentito fortemente il dovere di attendere la scadenza appena decorsa del 30 giugno, entro la quale il ministero della Salute ha rivolto alla Regione l’assolvimento di alcune prescrizioni relative a taluni adempimenti in tema di assistenza ma- L terna e neonatale”. Il riferimento è al caso della neonata morta nel febbraio scorso in ambulanza, durante il trasferimento da Catania a Ragusa per mancanza di posti letto negli ospedali del capoluogo etneo. Una vicenda che attirò su di lei le ire del ministero della Salute. “Lascio – continua la Borsellino - un sistema con innegabili segni di ripresa oggettivamente documentati, per- seguiti nell'ambito di un programma triennale di sviluppo e di consolidamento pattuito con i ministeri della Salute e dell'Economia, programma in corso di attuazione che dev’essere responsabilmente rinnovato alla scadenza del triennio 20132015”. In riferimento all’arresto del primario di Chirugia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino afferma: “Non posso non manifestare il rammarico conseguente alla lesione che fatti come questo determinano inevitabilmente all’immagine dell’istituzione sanitaria e dell'intera Regione siciliana, adombrando il lavoro di tanti operatori e professionisti che profondono quotidianamente il proprio impegno con onestà e correttezza nell’esclusivo interesse pubblico. Fatti come questi determinano altresì in un settore come quello della sanità contrassegnato da vicende che in un recentissimo passato ci hanno consegnato l'immagine di un sistema di malaffare - continua Lucia Borsellino - un grave danno sulla capacità attrattiva del servizio sanitario regionale e, come accaduto nello specifico, di una delle più importanti aziende ospedaliere dell'Isola”. Con l’addio di Lucia Borsellino, che ha fatto parte della giunta Crocetta sin dal giorno del suo insediamento, il 10 novembre del 2012, salgono a tre gli assessori dimessisi in appena una settimana. Prima di lei, l'assessore all'Agricoltura Nino Caleca, sostituito dalla dirigente Rosaria Barresi e l'assessore alla Funzione pubblica Ettore Leotta, sostituito da Giovanni Pistorio. Ma la “fuga” dal governo regionale non sarebbe finita. Si parla, infatti, sempre più insistentemente, di una imminente uscita dell'assessore alle Attività produttive, Linda Vancheri. In due anni, si ricorda, Crocetta ha sostituito ben 35 assessori. La situazione politica è ora nelle mani dei partiti a cominciare da quel Pd ‘spaccato’ che proprio ieri è stato attaccato da Crocetta in un’intervista a La Stampa. “Se stavo a dar retta al Pd - ha detto - la giunta durava sei mesi e veniva travolta dagli scandali giudiziari. Volevano impormi Mirello Crisafulli. Guardate ora i suoi guai. E Franco Rinaldi, il cognato di Francantonio Genovese”. E sul presidente del consiglio dice: “Sono l’unico governatore con cui non ha mai, mai parlato, neanche una volta”. Di certo, nonostante cerchi di difendere il suo operato, Crocetta non ha più le condizioni minime per governare da tempo, ma nonostante ciò, resta incollato alla poltrona. Barbara Fruch ENNESIMO CASO DI MALASANITÀ NEL RAGUSANO Vaccino killer: muore un neonato Dopo la denuncia dei genitori dodici medici iscritti nel registro degli indagati: l’accusa è omicidio colposo. E anche a Modica una donna sporge denuncia: ha perso il feto al sesto mese i sarebbe sentito male dopo la somministrazione del vaccino obbligatorio. Vittima un bimbo di appena due mesi che non ce l’ha fatta. Il decesso è avvenuto all’ospedale “Paternò Arezzo” di Ragusa, dove il neonato si trovava ricoverato in seguito ai malori manifestati per l’appunto dal giorno della somministrazione del vaccino. Sul caso Indaga la Procura che ha aperto un’inchiesta e sono partiti gli S avvisi di garanzia, firmati dal pm Valentina Botti, notificati dai carabinieri per consentire l’autopsia, prevista per ieri. Gli accertamenti, partiti in seguito alla denuncia dei genitori, si legge in una nota “puntano a stabilire con certezza le cause della morte del piccolo, al fine di far luce su eventuali responsabilità da parte dei medici dell’ospedale o del personale dell’Asp di Ragusa che ha provveduto alla somministrazione dei vaccini, cui apparentemente sembrerebbe essere stato conseguente il decesso”. Sono 12 i nomi dei medici, del personale medico e paramedico e dell’Asp 7 iscritti nel registro degli indagati. L´ipotesi è di reato prospettabile è di omicidio colposo, mentre si attendono risposte certe dall’autopsia disposta sul corpicino della vittima per accertare le cause dell’assurdo decesso. In un nota, la direzione aziendale dell’Asp, precisa che il neonato è giunto, all’ospedale, il 26 giugno scorso, “in condizioni gravi, con diagnosi precedente di malformazione cardiaca congenita”. “Approntate, immediatamente, le cure del caso - si legge ancora nella nota - il bambino viene trasferito presso la divisione di neonatologia e Unità Terapia Intensiva Neonatale, ma nonostante le cure costantemente prestate alle 6.45 si registra il decesso del piccolo”. Presunto caso di malasanità anche a Modica, dove una donna trentanovenne di Scicli che ha sporto querela ai Carabinieri dalla locale stazione per aver perso il suo bambino al sesto mese di gravidanza. I fatti sarebbero accaduti a maggio. Secondo l'esposto, la puerpera si era presentata all'ospedale Maggiore di Modica lamentando dolori. Al controllo le era stato assicurato che il percorso della gravidanza era normale. Stessa rassicurazione era venuta anche dai medici dell'ospedale di Ragusa, ai quali la gestante si era poi rivolta. Ma dopo alcuni giorni, e sempre con forti dolori, la donna è tornata al "Maggiore" dove è stato constatato che il feto era morto B.F. nel ventre materno. LA PROCURA DI PISA HA APERTO UN’INDAGINE Genitori vegani: bimbo ricoverato per malnutrizione Ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia per mamma e papà. Da accertare se sia stato seguito da un pediatra a rischiato la vita a causa del regime alimentare seguito dai genitori, evidentemente non adatto per un bambino di circa un anno. Il piccolo, di 11 mesi, è stato infatti ricoverato all’ospedale Mayer di Firenze in condizioni di denutrizione. Secondo quanto trapelato mamma e papà, entrambi vegani, che vivono in un piccolo centro vicino a Pontedera, sono stati indagati dalla procura di Pisa per maltrattamenti in famiglia. L’indagine è infatti scattata d’ufficio dopo la segnalazione ricevuta dall’ospedale dove il piccolo era stato portato per alcuni malesseri. H Sull’episodio sta conducendo una serie di accertamenti anche la polizia. L’obiettivo della procura è stabilire se vi sono state condotte delittuose da parte dei genitori del piccolo ma soprattutto vuole capire se il bimbo è mai stato seguito da un pediatra e, in caso affermativo, se il medico non si fosse accorto di eventuali condotte anomale della coppia. L’indagine, si apprende da fonti investigative, è solo all’inizio e l’iscrizione dei genitori nel registro degli indagati è principalmente un atto dovuto anche per consentire loro di nominare propri consulenti se si ritenesse necessario svolgere accertamenti irripetibili. Chi pratica il veganismo, rifiuta ogni forma di sfruttamento degli animali (per alimentazione, abbigliamento, spettacolo e ogni altro scopo). L’alimentazione vegana esclude, dunque, totalmente dalla dieta animali ed i loro derivati (come latte, latticini, uova, miele). Alla base di questo tipo di regime alimentare c’è il massimo rispetto per tutte le forme di vita. Il ‘classico’ menù vegano è costituito generalmente da cereali integrali (riso,orzo, farro, miglio, cous cous), legumi (piselli,ceci, fagioli, lenticchie), patate e grandi quantità di altre verdure. Peccato che tale regime pare ri- spetti poco le necessità alimentari di un bimbo. Secondo i nutrizionisti la probabilità di deficit di alcuni nutrienti è maggiore se si elimi- nano i prodotti di origine animale dall’alimentazione di un organismo in via di sviluppo, dunque B.F. nei bambini. 10 8 Venerdì 3 luglio 2015 DALL’ITALIA EMERGENZA IMMIGRAZIONE, I COMUNI INCROCIANO LE BRACCIA “Senza certificato sanitario ad Alassio non entri” Il sindaco del comune nel ponente ligure firma l’ordinanza. Intanto anche Settimo Torinese “caccia” gli stranieri di Barbara Fruch e non sono in possesso di un certificato sanitario gli immigrati non possono entrare. È quanto deciso in un’ordinanza emessa dal sindaco di Alassio, in provincia di Savona, Enzo Canepa. Per entrare nel territorio comunale gli straniero dovranno quindi dimostrare di non avere malattie infettive e trasmissibili, il tutto proprio per tutelare la cittadinanza. “Già dal mese di giugno – si legge nell'ordinanza del sindaco, che nei giorni scorsi aveva rifiutato di accogliere otto profughi – è esponenzialmente aumentata la presenza sul territorio comunale di cittadini stranieri provenienti da diversi stati africani, asiatici e sudamericani” dove “sono ancora presenti numerose malattie contagiose e infettive ed è tuttora in corso una gravissima epidemia di Ebola”. L'ordinanza chiama “Tutela sanitaria” e firmata ieri dal sindaco eletto in una lista civica vicino al centrodestra, dispone “il divieto di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale a persone prive di fissa dimora provenienti da Paesi dell'area africana, asiatica e sudamericana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili”. “Questa disposizione, che serve a tutelare la sicurezza e la salute dei nostri cittadini – spiega il primo cittadino – e dei nostri turisti, è divenuta necessaria come risposta alla situazione di emergenza e all’invasione incontrollata del territorio nazionale avvenuta negli ultimi mesi”. Gli immigrati destinati ad arrivare infatti, S Il sindaco di Alassio, Enzo Canepa precisa il sindaco, provengono da Paesi in cui sono presenti malattie come tubercolosi, scabbia, Aids, ebola e dove la profilassi non è adeguata. Mentre dunque l’amministrazione di Alassio ha deciso di incrociare le braccia, l’emergenza continua a infuocare l’intero Paese. Sono una cinquanta i profughi arrivati ieri pomeriggio in Liguria provenienti da Trapani, come spiegato dalla prefettura di Genova.Venti profughi resteranno in provincia di Genova, 10 andranno in provincia di Savona, 10 in quella della Spezia e 10 in quella d'Imperia. Complessivamente, negli ultimi 3 giorni in Liguria sono arrivati 300 immigrati: 130 sono stati inseriti in strutture di accoglienza a Genova, 70 a Savona, 65 rispettivamente nelle province di Imperia e La Spezia. Situazione tesa anche in Piemonte, in particolare al Comune di Settimo Torinese, unico hub per l’ospitalità degli stranieri in Regione, che dice no ad altri 250 arrivi annunciati ieri dalla Prefettura.“Comprendiamo l'emergenza e le difficoltà - ha dichiarato il sindaco Fabrizio Puppo - ma ospitare altre 250 persone, in tende da campo, con le temperature di questi ultimi giorni, ci obbliga a dire no”. Il centro in questione, nato dalle ceneri del villaggio abbandonato degli operai che hanno lavorato all'Alta Velocità Torino-Milano, ospita già 200 persone di cui 100 richiedenti asilo politico, e ha sempre dato ampia disponibilità nelle varie situazioni di emergenza. “Servono azioni strutturali e di ampio respiro - ha continuato il sindaco - e noi siamo sempre disposti a fare la nostra parte sul tema dell'accoglienza. Ma se la realtà è un aumento continuo di persone da accogliere in condizioni sempre più critiche e disagiate, allora dobbiamo fare un passo indietro”. Ma gli arrivi di certo non si fermano, e gli immigrati che giornalmente sbarcano sulle coste del sud continuano ad essere trasferiti in varie regioni d’Italia. Nella giornata di ieri la Prefettura di Venezia ha reso noto che anche in Veneto sono giunti 200 stranieri arrivati da Trapani e Siracusa. Extracomunitari a cui bisogna garantire vitto, alloggio e assistenza in un’Italia ormai alla deriva, proprio come quelle carrette del mare che giornalmente traghettano migliaia di sedicenti profughi. TORINO NAPOLI NEL BELPAESE SOLO STAGE Minori ladri per “divertimento” Spari a Forcella, ucciso un pregiudicato In Italia c’è crisi: assunto dalla Nasa Ragazzini accusati di aver svaligiato ben diciannove appartamenti a Bardonecchia Emanuele Sibillo, latitante, è stato colpito alla schiena. Poi abbandonato in ospedale Roberto Carlino, vive in California ed è già stato arruolato nel progetto Mars ul fatto che la crisi penalizzasse i giovani vi erano pochi dubbi. Ma che un italiano venga assunto dalla Nasa, dopo che nel Belpaese non trova occupazione pare un paradosso. Invece è proprio la storia di Roberto Carlino, 26enne di Fuorigrotta, quartiere dell'area occidentale di Napoli, con in tasca una laurea in ingegneria aerospaziale con tanto di lode e un curriculum spedito in ogni angolo d'Italia. La risposta era sempre la stessa: “Ci dispiace, non possiamo assumerti, c'è crisi”. Poi è arrivata una mail, finalmente positiva. Dal centro Nasa della Silicon Valley. Ora vive in California ed è già stato arruolato nel progetto Mars, la sonda che verrà spedita su Marte per raccogliere campioni di suolo del Pianeta Rosso da analizzare poi sulla Terra Per il giovane partenopeo è pronto un tirocinio di sei mesi retribuito: finora aveva sempre lavorato gratis, negli States gli garantiscono un compenso mensile 3750 dollari al mese. “Trovarmi davanti allo space S ancora allarme microcriminalità. Sono cinque minorenni, tra i 12 e 14 anni, tutti italiani e che frequentano la seconda e la terza media, i responsabili dei danneggiamenti e dei saccheggi a ben diciannove appartenenti a Bardonecchia, comune di circa tremila anime in provincia di Torino. A individuare i ragazzini sono stati i carabinieri della località turistica dell'alta Valsusa, dove i cinque risiedono. I fatti si erano verificati tra il 19 e il 23 maggio scorso quando ignoti erano entrati in diciannove alloggi del medesimo condominio, tutte seconde case disabitate, avevano forzato le porte d’ingresso e, dopo aver rovistato e rubato, in alcuni appartamenti, avevano anche spruzzato la È schiuma di un estintore su pavimenti e mobili. Immediate erano scattate le indagini che avevano permesso ai militari di trovare dopo i fatti, parte della refurtiva abbandonata poco distante dal luogo del colpo. Ad incastrarli in particolare un attrezzo utilizzato per scassinare gli alloggi. Quell’oggetto è stato portato dai militari alla ferramente del paese scoprendo che ad acquistarlo erano stati proprio due dei componenti della baby gang. Beccati e denunciati i minori hanno ammesso le loro responsabilità dicendo di avere agito per puro divertimento. I proprietà degli alloggi colpiti potranno eventualmente chiedere il risarcimento dei danni ai genitori dei ragazzi, che sono stati segnalati B.F. alla procura dei minori. ncora sangue per le vie di Napoli. Un pregiudicato di 20 anni, Emanuele Sibillo, è stato ucciso l’altra notte. Il giovane, presunto boss di Forcella, è stato colpito da un proiettile alla schiena. Il corpo senza vita di Sibillo è stato lasciato davanti al pronto soccorso dell'ospedale Loreto Mare da una persona non identificata e, sembra, a bordo di una moto ritrovata abbandonata. Secondo gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli, l'omicidio potrebbe essere avvenuto in via Costa, a Forcella, dove i residenti hanno udito colpi d'arma da fuoco. Sul luogo dell'omicidio la polizia ha rinvenuto 13 bossoli di tre calibri diversi. Per questo si pensa a più sicari. Da quanto ricostruiscono gli uomini della Mobile, il giovane boss A sarebbe stato freddato dopo un conflitto a fuoco, mentre si stava allontanando. Il solo colpo che lo ha colpito alle spalle ha raggiunto organi vitali. Sibillo era latitante dallo scorso 9 giugno: sfuggì a un’operazione anticamorra della Polizia che si concluse con oltre 60 arresti. A soli 20 anni, infatti, la vittima stava per diventare uno dei punti di riferimento del quartiere noto per essere stato per decenni controllato dal clan Giuliano che, più recentemente, ha formato un sodalizio criminale con i Sibillo e gli Amirante. È il secondo episodio in pochi giorni: qualche giorno fa, sempre a Forcella, tre giovani erano rimasti feriti in una sparatoria. Uno è ancora in gravi condizioni in ospedale. shuttle mi ha fatto sentire come in un film – ha raccontato il giovane a ‘Il Corriere del Mezzogiorno’ – Per un istante ho immaginato di essere in contatto radio con Houston, nel bel mezzo di una missione. La cosa buffa è che un attimo dopo ho pensato alla mia vita in Italia, a Napoli. In testa sempre le cuffie, ma magari in un call center a fare telemarketing” Roberto scherza su quello che sarebbe potuto essere il suo futuro. Fortunatamente non è stato così. “Io mi occupo di progettare parte della traiettoria e dell’orbita della missione. Essere qui – dice – mi ripaga di tutti i sacrifici fatti”. È l’ennesima storia di un talento italiano costretto a fuggire all’estero per avere un futuro. 11 Venerdì 3 luglio 2015 CINEMA PRESENTATO IN ANTEPRIMA ALLA 71ª EDIZIONE DELLA MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA E AL VINITALY DI VERONA Le badanti di Marco Pollini Commedia sociale che racconta con brio lo scontro e l’incontro tra culture, generazioni e contraddizioni del nostro Bel Paese di Luciana Caprara ortare al cinema la vita degli anziani in una casa di cura e delle loro badanti riuscendo anche a far ridere può sembrare un’impresa impossibile. Ma il regista veronese Marco Pollini ci è riuscito, sfidando i luoghi comuni con una pellicola “sociale”. Anche la casa di riposo dove ha ambientato la storia, immersa nel verde del lago di Garda, sembra ribaltare lo stereotipo dell’ospizio considerato quasi un “parcheggio per vecchi”. Il tema è forte, quello delle badanti. Una realtà che si misura in circa 700mila unità in Italia composta da donne extra-comunitarie, e non, che nel nostro Paese si dedicano agli anziani. Da qui il film di Marco Pollini tocca il tema con leggerezza e stereotipi e con protagoniste tre extracomunitarie che sembrano più modelle che donne capaci di misurarsi con un pannolone. Protagoniste appunto tre attrici di diversi paesi: Samantha Castillo (Lola) dal Sud America, Nadiah M.Din (Carmen) dalla Malesia e Anna Jimskaya (Irina) dalla Russia. Il regista affronta un tema importante e quanto mai attuale come quello delle badanti che diventano un’ancora di salvezza per gli anziani, spesso soli e senza affetti, tanto da instaurare con loro un legame veramente profondo e appagante. Il film si districa in modo leggero e P senza troppi intoppi in toni che strizzano l’occhio alla commedia. Le badanti è un una pellicola dedicata alle donne che lottano con determinazione e sanno sempre risollevarsi davanti alle avversità. E, almeno in questa “favola” moderna Irina, Carmen e Lola potrebbero venir ripagate dei loro sforzi e della loro determinazione. Il film si gioca su due livelli generazionali ed è interessante vedere come gli anziani che abitano Villa Bella non siano affatto arrendevoli verso la vita ma continuino a trovare l’entusiasmo per andare avanti, tirando fuori un piglio invidiabile nella prima parte quando vogliono cac- ciare le badanti dallo ospizio. Impeccabile l’interpretazione di Pino Ammendola nel ruolo di Michele, il leader del gruppo di anziani e quella delle tre attrici protagonisti che portano nel film ciascuna la propria storia e la propria cultura. Le Badanti è una commedia sociale che porta sul grande schermo il ri- tratto sincero di tre ragazze extracomunitarie, Lola, Irina e Carmen, arrivate in Italia in cerca di lavoro. Il film affronta tra risate e commozione due temi molto delicati e complessi: quello degli anziani, spesso dimenticati ed abbandonati da parenti e affini, che troppo presi dal tran tran della quotidianità, li ritengono ormai arrivati al “capolinea” quando invece, se coinvolti nella maniera giusta, avrebbero ancora molto da dare e il tema della donna, sottolineandone forza e intraprendenza, con cui ogni giorno combatte per difendere il posto che le spetta di diritto nella società. Buoni e originali gli spunti che si ritrovano nel film, anche se alcune volte poco sviluppati; nel complesso la pellicola scorre via leggera, nonostante la complessità degli argomenti trattati, lasciando trasparire sintonia e armonia tra gli attori componenti il cast. Bella la fotografia che offre della provincia veronese e le musiche che fanno da colonna sonora al film, che portano tra l’altro la firma del Maestro Franco Bignotto, morto due mesi dopo la fine delle riprese e a cui il film è dedicato e di Federico Poggipollini, oltre a contenere un pezzo inedito della Blues Company Verona, band di 14 elementi che compare anche nel film. Sicuramente un film che offrirà tanti spunti di riflessione e approfondimento agli spettatori che lo andranno a vedere. PRODOTTO DA ARANCIA CINEMA E DISTRIBUITO DA MICROCINEMA, È NELLE SALE DA GIOVEDÌ Guendalina Zampagni ed il suo essere “Francesco” Delicato e commovente racconto su un ragazzo che riesce a superare il suo handicap e a condurre pienamente la sua vita pera seconda di Guendalina Zampagni, Noi siamo Francesco racconta in modo delicato un tema difficile da trattare, riuscendo ad evitare inutili stereotipi o patetiche situazioni. La pellicola, girata tra Bari, Conversano, Monopoli e Polignano a Mare, sente dell’influenza del territorio, evidente soprattutto nelle relazioni umane oltre che nelle spettacolari location. A decretare il successo dell’opera è una sceneggiatura fresca e frizzante, coinvolgente ma mai invadente, merita di essere menzionato anche il lavoro svolto con gli effetti speciali, vista l’abilità dei tecnici di rendere in modo realistico la disabilità del protagonista. Il film è stato girato in Puglia, a Conversano, Bari, Monopoli e Polignano a Mare e vede nel cast anche molti attori pugliesi: da Paolo Sassanelli e Mariolina De Fano ai più giovani Mauro Racanati, Gabriele Granito e Diletta Acquaviva. Insieme a loro nel film anche Elena Sofia Ricci, Cristiana Vaccaro e G elsomina Pascucci. La pellicola, come racconta la regista, nasce da storie reali: “Attraverso testimonianze vere di ragazzi disabili, ho maturato questa storia. Anche le difficoltà che la madre del nostro film incontra nell’aiutare il figlio ad avere una vita intima autonoma e soddisfacente, sono tratte da testimonianze vere. Sono certa che questa storia sia piena di amore, vitalità e leggerezza, e con un po’ di presunzione ritengo che sia anche necessaria”. Noi siamo Francesco si confronta con il doppio tema amore-disabilità , è un film abile nel far combaciare leggerezza dei toni e profondità delle argomentazioni. La regista Guandalina Zampagni s’interroga sul- O l’amore e sulla disabilità, ponendo in realtà l’accento più sul primo che sulla seconda, e riuscendo così a trasformare la storia di “uno” nella storia di “molti”, anzi di “tutti”. La disabilità non è quindi diversità, ma la normalità. La regista fa quindi della disabilità fisica la metafora di una disabilità sentimentale e relazionale che ci riguarda tutti e ci rende tutti uguali. Ecco quindi spiegato il significato del titolo, di quel “noi” che abbraccia un’ampia pluralità inclusiva, ma anche di quel Francesco, nome non scelto a caso poiché uno dei più diffusi in Italia, volto a rafforzare il senso di “universalità” della tematica trattata. Francesco è un bravo studente. Ha un fisico tornito ma è senza braccia. È più che ventenne e ancora non ha mai vissuto le gioie dell’amore e questo per lui è diventato un problema. Con l’aiuto dell’inseparabile amico Stefano (Granito), Francesco troverà comunque la strada per vivere serenamente la sua prima volta, con l’intraprendenza che appartiene alla sua età e superando gli ostacoli, le paure e le insicurezze causate dalla sua menomazione. Prodotto da Arancia Cinema e distribuito da Microcinema, il film nasce dalle storie reali che la regista ha ascoltato. “Attraverso testimonianze vere di ragazzi disabili, ho maturato questa storia”, racconta Guendalina Zampagni. “Anche le difficoltà che la madre del nostro film incontra nell’aiutare il figlio ad avere una vita intima autonoma e soddisfacente, sono tratte da testimonianze vere. Sono certa che questa storia sia piena di amore, vitalità e leggerezza, e con un po’ di presunzione ritengo che sia anche necessaria. L’ironia inaspettata dei disabili che ho incontrato, mi ha dato il coraggio e la certezza che, dopo il primo impatto di disagio, sarebbe stato semplicemente il ‘banale’ fatto che siamo tutti, qualsiasi sia la nostra condizione fisica, pieni delle stesse paure e degli stessi desideri. E che la storia di Francesco, il mio protagonista nato senza gli arti superiori, potrebbe essere benissimo quella di un ragazzo ‘normale’. In fondo, ho semplicemente raccontato una storia d’amore”. Noi siamo Francesco è una storia d’amore e d’amicizia, un film sulla diversità ma, allo stesso tempo, un racconto sulle paure e le speranze tipiche di un vent’enne, a prescindere dai problemi fisici che ci attanagliano. E’ un film che racconta con originalità la gioventù L.C. e la disabilità, assolutamente consigliato. 12 Venerdì 3 luglio 2015 SOCIETA’ LA VICENDA GRECA SI ARRICCHISCE DI UNA LA NUOVA MOSTRA PUNTATA. DELL’ARA CON ATENE PACIS CHE FA UN ASSIST ALLE “COLOMBE” TEDESCHE Cosa mangiavano gli antichi Romani? Un racconto storico dell'alimentazione ai tempi dell’Impero, primo esempio di globalizzazione dei consumi di Chantal Capasso ulla tavola degli antichi romani cibi provenienti da ogni parte del mondo. Un vero mercato alimentare globalizzato. Si poteva trovare di tutto: dall’ olio dall’Andalusia al vino dalla Gallia fino al pane fatto col grano d’Egitto. Il cibo rispecchiava la potenza imperiale dell’Urbe, la più grande metropoli faceva da collettore alle produzioni di ogni territorio romano e romanizzato, rilanciandole verso ogni angolo dei suoi domini. Ora tutto questo ed altro è possibile vedere nella grande mostra “Nutrire l'Impero. Storie di alimentazione da Roma a Pompei” al Museo dell’Ara Pacis, aperta da ieri, 2 luglio al 15 novembre. L’esposizione racconta la storia dell'alimentazione ai tempi dell'impero, muovendosi tra Roma e Pompei e tracciando le coordinate della prima globalizzazione dei consumi nella storia della civiltà. Scopo dell’evento è anche quello di rappresentare un quadro complessivo sull'alimentazione al tempo dei Romani, esponendo negli spazi del Museo dell'Ara Pacis re- S perti archeologici, plastici, ricostruzioni e apparati multimediali, che condurranno i visitatori sulle tracce della prima globalizzazione dei consumi nella storia dell'umanità. L’attenzione è concentrata su due luoghi: Roma e l’area vesuviana con Pompei, Ercolano e Oplontis. Nella mostra è possibile vedere non solo cosa e come si mangiava, ma anche come si provvedeva all'approvvigionamento, al trasporto, alla conservazione delle risorse su un territorio vasto come quello imperiale dell'età d'oro, quando la stabilità ritrovata con la pax romana determinò una delocalizzazione della produzione dei beni primari in tutto il bacino del Mediterraneo. Leccornie e cibi da ogni parte dell’Impero. Vini in arrivo da Cipro e dalla Gallia, olio prodotto in Andalusia, miele greco e garum prodotto in più aree dell'impero, dal Portogallo a Pompei, al Nordafrica; la produzione di pane, invece, era resa possibile da un fitto scambio via mare con le coste dell'Egitto, dove si coltivava il grano stoccato su grandi navi alla volta dell'Italia. Senza dimenticare una viticoltura campana già prestigiosa all'epoca. Un racconto degli usi e consumi alimentari che indaga sulle abitudini alimentari in voga a Roma e nell'area del Vesuvio tra distribuzioni gratuite dei beni di prima necessità che veniva concessa alla plebe della metropoli e banchetti sfarzosi che ogni giorno animavano le domus dei patrizi, nelle ricche cittadine di Pompei ed Ercolano. SBARCA SUL GRANDE SCHERMO IL GIOCO DI SOCIETÀ PIÙ FAMOSO DI TUTTI I TEMPI Il Monopoly approda al cinema L’annuncio è stato dato da Hasbro e Lionsgate, la sceneggiatura sarà firmata da Andrew Niccol ra il gioco più famoso del mondo diventa un film, stiamo parlando del Monopoli. Sulla scia de “The Lego movie" è la volta di un gioco di società, o meglio, il gioco di società quello che oltre un miliardo di persone in 114 Paesi e 47 lingue ha acquistato: Monopoli. I concorrenti competono per accumulare denaro mediante l’acquisto di terreni o società, il pagamento di affitti e la costruzione di case e alberghi. I giocatori si muovono a turno sul tabellone in O base al risultato scaturito dal lancio di due dadi. Vince chi riesce restare l'ultimo in partita dopo che tutti gli altri sono finiti in bancarotta creando così una situazione di monopolio. Quindi, aspettiamoci di vedere Vicolo stretto' e 'Parco della vittoria' sul grande schermo. L'annuncio è stato dato da Hasbro e Lionsgate, azienda specializzata nella produzione di contenuti e nella produzione e distribuzione di lungometraggi che lavorerà insieme al produttore del Monopoly per dar vita al gioco in scatola. Mentre la sceneggiatura del film è del regista Andrew Niccol, noto ai molti per essere stato lo sceneggiatore e produttore di "The Truman Show", film uscito nelle sale nel 1998, per il quale ha ricevuto una nomination dall`Academy come miglior sceneggiatura originale l`anno successivo. Chi non ha sperato di diventare ricchissimo o ha tremato davanti al Parco della Vittoria pagando la pigione al fortunatissimo avversario. Un evergreen dei giochi da tavola, un vero e proprio COPPIA HOT A FORMENTERA classico nato nel 1934 quando Charles B. Darrow, un ingegnere disoccupato, propose alla casa editrice Parker Brothers un gioco di sua invenzione, basato sulla compravendita di terreni e di immobili, ma venne rifiutato. Così Darrow produsse il gioco da solo, mettendolo in vendita in un grande magazzino di Filadelfia: le prime 5000 copie furono vendute molto rapidamente e l'anno successivo la Parker Brothers decise di acquistare il gioco. "Monopoly è uno dei giochi più popolari di tutti i tempi, il che darà al film un`attrattiva ancora più globale", ha dichiarato in un comunicato il vice presidente esecutivo di Hasbro, Stephen Davis. Prossimamente tutti al cinema, altrimenti… in prigione Ch.C. senza passare dal via! MARTINA COLOMBARI E BILLY COSTACURTA Alessia Marcuzzi e marito infiammano le spiagge delle Baleari Innamorati e passionali come il primo giorno n’altra coppia dai “bollenti spiriti” è stata avvistata sulle spiagge di Formentera, meta preferita da diversi vip in questa prima parte della stagione estiva. I peccatori, che così si può dire, sono Alessia Marcuzzi e Paolo Calabresi Marconi. Sposi dal dicembre 2014, la conduttrice e regina del reality di Canale 5 che a breve tornerà con il "Grande Fratello" e il marito sono stati immortalati da Novella 2000 in una serie di effusioni a dir poco calorose tra le acque dell'isola spagnola scaldando gli animi del lungomare. Alessia Marcuzzi, mamma di due figli, in forma smagliante indossa uno striminzito bikini che lascia poco all’immaginazione, la coppia si esibisce in dolci effusioni, baci appassionati, abbracci, capriole in acqua, del tutto incuranti, (forse) degli altri bagnanti . Così come la coppia Emma Mar- nche Martina Colombari fa ingresso negli “anta”, il 10 luglio, infatti l'ex Miss Italia compie 40 anni, ma questo non sembra essere un problema per la bella Martina che mostra un fisico da far invidia a chi di età ne ha la metà. La modella è legata a Billy Costracurta, suo marito da ben 11 anni e non disdegna a rivelare sul settimanale “Oggi” dettagli piccanti sull’intimità della coppia. "Il nostro amore resiste dopo 11 anni di nozze perché ci completiamo a vicenda. Ale è anche la spalla su cui posso piangere, riversare la mia fragilità. Non abbiamo mai condizionato la vita dell'altro. Se Ale desidera uscire, io neppure commento. C'è grande libertà tra noi e rispetto. Io ero gratificata dal lavoro, lui dalle vittorie in campo. Mentre è facile essere gelosi della professione di U A Foto Novella 2000 rone e Fabio Borriello, recentemente paparazzati sui lidi di Capri, Alessia e Paolo sembrano candidarsi per il primo posto come la coppia più hot dell'estate 2015. Dal 7 luglio, rivedremo in tv la Marcuzzi alla conduzione del Coca Cola Summer Festival, manifestazione musicale la cui prima puntata è stata vinta da Stash e i The Kolors. In attesa di salire sul palco la conduttrice si è regalata una breve vacanza alle Baleari. Secondo i rumors sembra che i due sposini abbiano intenzione di mettere in cantiere un figlio, nonostante gli impegni lavorativi di Alessia nella prossima stagione televisiva. Se continua la loro passione in questo modo, non sarà difficile che El. Ma. arrivi un bambino. tua moglie. In realtà, siamo una famiglia semplice". E il sesso, in una coppia rodata, è ancora importante? "Certo, e per fortuna che c'è. Ci si continua a cercare, c'è intimità e intesa. Mi ricordo ancora vent'anni fa, quando mi sono trovata con le ginocchia ustionate per le capriole sulla moquette della casa di Alessandro...". Una coppia ben collaudata e che appare anno dopo anno sempre più innamorata: Martina Colombari e Alessandro Costacurta sono bellissimi e letteralmente inseparabili. Come con- fermano le foto che l’ex Miss Italia, ora affermata attrice, pubblica sul proprio profilo Instagram. Ed è uno di questi scatti ad aver colpito e stuzzicato i fans di Martina: i due sono al mare, sdraiati uno accanto all'altro sotto il sole mentre cercano di perfezionare l'abbronzatura già molto vistosa, quando lei decide di fare un selfie. Immortalando il suo scultoreo lato “B” ed una mano impertinente che si insinua nel suo bikini, ma non temete è quella di suo El.Ma. marito.