G. John Schoeffel, DDS, MMS
Transcript
G. John Schoeffel, DDS, MMS
Il metodo di irrigazione endodontica EndoVac Parte 2 - Efficacia. G. John Schoeffel, DDS, MMS Dal momento che l'ipoclorito di sodio (NaClO) ha la capacità di causare gravissimi danni tissutali allorché viene estruso all'interno dei tessuti periradicolari, 1-3 sono state messe sul mercato molte nuove e spesso assai costose soluzioni per la irrigazione endodontica, al fine di sostituire gli irriganti endodontici sperimentati da anni. Tuttavia studi recenti di Clegg 4 e Dunavant 5 hanno dimostrato che l'Ipoclorito di Sodio è il solo irrigante endodontico capace di eliminare significativamente il biofilm associato alle infezioni endodontiche. Dunavant ha studiato l'utilizzo dell'Ipoclorito di Sodio, dello SmearClear (SybronEndo), del BioPure (Dentsply Tulsa Dental), della clorexidina, del REDTA (Roth International) e la sua conclusione è stata che “all'interno dei parametri di questo studio, entrambe le soluzioni di NaClO all'1% e al 6% sono state le più efficaci nell'eliminare il biofilm di E. faecalis rispetto a tutte le altre soluzioni provate”. Perché dunque abbandonare l'utilizzo della soluzione di NaClO, ora che può essere portato in tutta sicurezza alla completa lunghezza di lavoro, attraverso il sistema della pressione apicale negativa, che convoglia gli irriganti fino al termine del canale radicolare e simultaneamente Fig. 1. Nel 1971, Senia e coll. 8 hanno dimostrato che l'ipoclorito di sodio non può penetrare nell'importante area apicale; tuttavia, Salzgeber 9 ha dimostrato che Hypaque (vedi radiografia) può superare il terzo apicale ed entrare all'interno dei tessuti periapicali. Il vero problema dello studio di Salzgeber 9 è che Hypaque non idrolizza il tessuto, non si producono gas e quindi non si può creare un blocco di gas apicale, vedi figure 2-7. (Foto originale pubblicata come figura 11 a pag. 397 in: Salzgeber R.M., Brilliant J.D.: An in vivo evaluation of the penetration of an irrigatine solution in root canals. J. Endod. 1977; 3:394-398. Copyright Elsevier (1977). Stampata con il permesso. Pag. - 22 1 lontano dal tessuto apicale?6,7 La risposta è molto semplice, in quanto le precedenti ricerche fatte sull’irrigazione hanno condotto ad una errata conclusione partendo da dati in realtà corretti. Will Rogers Jr. ha ben detto: “Non è ciò che conosci che ti crea il problema, ma è ciò che in effetti tu sai di non sapere”. Consideriamo Senia e gli studi classici “in vitro” condotti già nel 1971,8 in cui egli ha dimostrato che la soluzione di ipoclorito di sodio era arrivata a non più di 3 mm dalla lunghezza di lavoro, anche dopo che l'apice era stato allargato fino alla dimensione di uno strumento di calibro 30. In contrasto con questo studio, vi è lo studio “in vivo” di Salzgeber,9 in cui egli ha utilizzato Hypaque (una soluzione radioopaca virtualmente con la stessa viscosità, tensione di superficie e gravità specifica dell’ipoclorito di sodio al 5,25%) per delineare la penetrazione della soluzione irrigante nel canale e nell'apice. Salzberger ha concluso che aumentando la preparazione del canale con una strumentazione di misura oltre il n° 30 e dando conicità alle pareti, la soluzione irrigante verrebbe trasportata totalmente verso il fondo del canale radicolare e nel tessuto apicale (Fig. 1). Entrambi questi risultati si sono dimostrati accurati, e allorché li consideriamo uniti e raffrontati insieme, appare che la misura critica necessaria per assicurare una penetrazione completa della soluzione irrigante sino al termine apicale sia un strumento n° 35 insieme ad un aumento della conicità. Salzgeber 9 tuttavia ha scritto: “Lo studio di Senia, Marshall e Rosen ha evidenziato che poco o nessun ipoclorito di sodio ha potuto raggiungere i 3 millimetri apicali, quando il canale radicolare era stato allargato con uno strumento del calibro 30. Infatti, lo studio attuale ha evidenziato che la soluzione irrigante ha raggiunto l'apice L’INFORMATORE ENDODONTICO Vol. 11, Nr. 1 2008 quando i canali erano stati allargati con lime maggiori della misura n°30. ” Questo concorda anche con la ricerca di Zehnder,10 che utilizzando dei blocchetti di plastica trasparenti, ha dimostrato che, soltanto dopo un allargamento dell'apice sino alla misura n°35, una soluzione irrigante colorata può essere mischiata con un’altra soluzione durante la strumentazione canalare. L'errore critico nello studio di Salzgeber 9 consiste nel fatto che, sebbene il composto Hypaque abbia molte delle caratteristiche fisiche dell’ipoclorito di sodio, esso non reagisce chimicamente con i tessuti organici e non libera abbondanti quantità di ammoniaca e di anidride carbonica, come invece accade con l'utilizzo della soluzione di NaClO. In condizioni “in vivo” la mistura gassosa di ammoniaca e di anidride carbonica viene trattenuta come in una trappola nella regione apicale e rapidamente concorre a formare come un tappo di vapore all'apice, esattamente come accade nei motori a scoppio alimentati a benzina, in cui diviene impossibile una ulteriore penetrazione di 2 fluido (Figg. 2-7). Lavorando con la strumentazione all'interno di questo “tappo” di vapore, non si riesce a ridurre e neppure a rimuovere la bolla di gas (Figg. 8a, 8b). Nel 1971 Senia 8 ha scritto: “La soluzione di NaClO all'interno del canale è stata agitata e trasportata verso l'apice ogni 5 minuti utilizzando un reamer della misura n°10”. La dicotomia consiste nel fatto che sebbene egli credesse di trasportare la soluzione NaClO effettivamente verso l'apice, la sua stessa ricerca ha dimostrato che egli si sbagliava! Un altro esempio di errate conclusioni ricavate da dati esatti si incontra quando un ricercatore fallisce nel duplicare le condizioni cliniche complete all'interno di uno studio “in vitro”. Nel 1971, Senia 8 ha duplicato la condizione clinica endodontica con successo sigillando la terminazione apicale con una resina collante di colore verde, pertanto consentendo la formazione del blocco di gas apicale. Tuttavia, in alcuni moderni studi condotti sulla irrigazione endodontica 11,12 non è stata eseguita la sigillatura della terminazione apicale, impedendo quindi la formazione 3 Fig. 2. Prima di iniziare la terapia endodontica, all'interno del sistema dei canali radicolari c’è sempre qualche materiale organico (polpa vitale, polpa necrotica, polpa necrotica in fase di liquefazione). Fig. 3. Se viene utilizzato l'ipoclorito di sodio come irrigante durante la fase di strumentazione, questo viene immesso nella camera pulpare e successivamente gli strumenti vengono portati all'apice. Quando gli strumenti lavorano in direzione apicale, essi spingono in direzione apicale un “spazio vuoto” o cavità all’interno del materiale organico – effetto desiderato della strumentazione. Fig. 4. Quando lo strumento endodontico viene retratto dalla cavità appena creata, l’ipoclorito di sodio (in colore blu nella figura) fluisce immediatamente dalla camera pulpare all'interno della nuova cavità vuota, creata dallo strumento. Questo principio dello spostamento/rimpiazzo dei fluidi fu scoperto da Archimede nel I° sec. AC, allorché il Re Hiero II gli chiese di determinare il contenuto di oro della sua corona. 4 Pag. - 23 PROFILO DELL’AUTORE. Da quando ha ottenuto la Specializzazione in Endodonzia e ha conseguito il Master Degree presso la Harvard University nel 1980, il Dr. Schoeffel è stato molto attivo in varie ambiti dell’endodonzia. Gestisce un ambulatorio privato limitato all’endodonzia nella California del Sud e tiene frequenti lezioni sulle tecniche cliniche endodontiche in tutto il mondo. Trattandosi di un autore con alle spalle una vasta esperienza in fatto di tecniche e metodi, il suo 5 6 Fig. 5. Una volta che l’ipoclorito di sodio è entrato nella cavità circondato daltessuto organico, la reazione di idrolisi del tessuto organico inizia immediatamente, con la formazione di tante piccole bolle di gas di ammoniaca e di ossido di carbonio. Fig. 6. Allorché lo strumento endodontico di maggiore dimensione è posizionato apicalmente, sposta le microbolle in posizione coronale. Fig. 7. Quando lo strumento endodontico viene retratto coronalmente, i gas che sono più vicini alla terminazione apicale rispetto alla soluzione di ipoclorito di sodio, rimpiazzano lo strumento endodontico e ciò contribuisce a formare il blocco di gas apicale. Nulla può fisicamente rimuovere questo blocco o sacca di gas (vedi Fig. 8), neppure il microflusso acustico o la cavitazione, dal momento che la sua composizione è gassosa e non liquida. Pag. - 24 del blocco di vapore all'apice e consentendo alle soluzioni irriganti di fluire liberamente attraverso l'apice stesso. Questo errore cosiddetto “di sistema aperto” nei vari metodi di lavoro produce risultati che certamente distorcono in favore delle soluzione irriganti testate ( Fig. 8c). E' molto interessante notare che in uno di questi studi a “sistema aperto” gli esaminatori che hanno dimostrato in vitro una migliore pulizia del canale utilizzando un rivoluzionario irrigante endodontico, hanno pur ammesso che avendo lasciato aperta la terminazione apicale durante l'esperimento, ciò può aver determinato il fallimento dello stesso studio. 11 Molti studi “in vitro” fatti al microscopio a scansione, al microscopio ottico e studi microbiologici 13,20 nei quali si era provveduto a sigillare o “chiudere” la terminazione apicale prima dei test di irrigazione, sono tutti falliti nel tentativo di dimostrare la perfetta pulizia delle pareti del canale nel terzo apicale, oppure nel dimostrare il completo controllo microbiologico. Nel 1983 Chow 21 ha dimostrato molto chiaramente l’impossibilità di portare le soluzioni 7 irriganti molto al di là del termine dell'ago di irrigazione in un sistema di “canale chiuso” (Fig. 8d). Nella discussione del suo studio l’autore ha definito i tre criteri di base assolutamente necessari per attuare con successo un’irrigazione endodontica meccanica. Le soluzioni irriganti devono : 1) raggiungere l'apice, 2) creare un flusso, 3) trascinare via le particelle residue. Anche un altro esempio di errate conclusioni non sta applicando principi scientifici corretti all'interno di una situazione specifica. Consideriamo l’errata idea che un microflusso acustico oppure una cavitazione possa ripulire ogni parte della porzione apicale riempita con gas (tappo di gas apicale). Microflusso acustico è definito come il movimento di fluidi lungo le membrane cellulari, che avviene come risultato dell’energia degli ultrasuoni che crea dei cambiamenti meccanici della pressione tra i tessuti. Cavitazione è invece definita come la formazione e poi il collasso di bolle piene di gas e vapore o cavità all'interno di un fluido. Questo processo di “cavitazione” risulta dalla creazione e insieme dal collasso di microbolle all'interno lavoro è apparso sia su riviste sottoposte a revisione da referee che in pubblicazioni di altro genere. Oltre a collaborare con svariate aziende come consulente di endodonzia, è stato premiato con 3 brevetti USA per aver messo a punto tecnologie e metodi nel campo dell’endodonzia. Può essere contattato all’indirizzo e-mail [email protected] L’autore possiede due brevetti USA per l’EndoVac e percepisce una royalty dalla Discus Dental. L’INFORMATORE ENDODONTICO Vol. del liquido. 22 I fenomeni del microflusso acustico e della cavitazione possono soltanto presentarsi all'interno di fluidi e di liquidi, non nei gas. Allorché una punta attivata da vibrazioni soniche o ultrasuoni che lascia la soluzione irrigante ed entra nel tappo di gas apicale, la formazione del microflusso acustico e/o della cavitazione diventa fisicamente impossibile. Sarebbe come tentare di far volare un sottomarino sopra il pelo dell'acqua. Dato che ogni caso endodontico è un “sistema chiuso” (tranne quelle radici che terminano direttamente nel seno mascellare e non sono ricoperte dalla membrana di Schneider), come può dunque il clinico provvedere alla rimozione del blocco apicale di gas? Come fa il clinico ad ottenere una sufficiente forza di flusso irrigante fino alla completa lunghezza di lavoro? Come fa il clinico a rimuovere dall'apice i detriti? La risposta ad ognuna di queste domande è sempre la stessa: inserisci una piccola cannula, collegala al sistema di aspirazione dello studio, posiziona la microcannula all'apice e aspira fuori il gas e i detriti del canale durante la stessa iniezione della soluzione fresca di ipoclorito di sodio, portata all’apice e al tempo stesso allontanata dai vasi apicali (Fig. 9). L’efficacia di questo metodo di irrigazione endodontica viene dimostrata rivedendo gli studi istologici e biologici insieme all’esame al SEM condotto a livello dei 3 mm apicali. Studio Istologico 23 Questo studio è stato condotto esaminando e confrontando paia di mono-radicolati appartenenti alla stessa persona, indenni da carie e che non avevano subito precedenti restauri. Ogni paio di radici è stato suddiviso casualmente in 2 gruppi : un gruppo è stato trattato portando l’irrigante con un ago da irrigazione tradizionale, mentre l'altro gruppo è stato trattato con il sistema della pressione apicale A B C D 8 negativa (EndoVac, Discus Dental). I sistemi dei canali radicolari sono stati chiusi introducendo i denti in materiale da impronta di polivinile silossano e tutti i denti sono stati sagomati usando frese di Gates Glidden e strumenti rotanti Profile serie 29 con conicità . 04 (Dentsply Tulsa Dental) usando la tecnica “crown-down” (Fig. 10). L’irrigazione finale del gruppo “tradizionale” è stata eseguita utilizzando un ago da 9 10 11, Nr. 1 2008 Figg. 8a - 8d. Il blocchetto di plastica con un canale radicolare preparato con uno strumento del calibro 35 e con il 4% di conicità, e comunicante con un foro trasversale, sigillato con tessuto nelle sezioni a, b e d, dimostra in effetti la validità di molti argomenti sulla dinamica dei fluidi. Anzitutto, gli strumenti endodontici non possono spostare un blocco di gas apicale o far fluire soluzioni di irrigante tra le bolle di gas: “a” mostra una lima che tenta di portare la soluzione irrigante nel blocco di gas apicale, “b” mostra la stessa lima retratta, dimostrando chiaramente che nessun irrigante è entrato nel blocco di gas apicale come dallo studio di Senia.8 In secondo luogo, “c” dimostra che se il sistema canalare non è sigillato apicalmente (assenza di tessuto nel blocco “c”) la soluzione irrigante diviene facilmente forzata attraverso la terminazione apicale. Questo rappresenta un difetto comune negli studi sull’irrigazione, là dove l'esaminatore omette di sigillare l'apice durante l'esperimento stesso, pertanto deviando tutti i risultati ottenuti a favore della soluzione irrigante. Infine, “d” illustra un sistema di irrigazione a pressione positiva, con un ago con apertura laterale, che tenta di far circolare la soluzione irrigante nel blocco di gas apicale: malgrado il flusso coronale sia evidente, non è presente alcuna circolazione apicale, come descritto dagli studi di Chow.21 Fig. 9. Il sistema di irrigazione endodontica EndoVac produce una pressione negativa direttamente nella zona apicale attraverso la microcannula collegata al sistema di aspirazione dello studio. Dodici microfori disposti radialmente (se ne intravedono solo 6 in questa figura) riempiono gli ultimi 0,7 mm del termine della microcannula e servono a dirigere il flusso della soluzione ed hanno anche funzione di microfiltro. Non appena la soluzione irrigante viene attirata giù nel canale, in pari tempo viene succhiata via lontano dal tessuto apicale e quindi refluisce all'interno del sistema di aspirazione. Fig. 10. Nielsen e coll.23 hanno messo a confronto diverse paia di denti simili, includendoli nel materiale d'impronta di polivinile silossano. Il tradizionale ago è stato posizionato a 2 mm dalla lunghezza di lavoro, predisponendo il suo orifizio direttamente a 3 mm, cioè al punto esatto della sezione coronale. Il sistema EndoVac è stato posizionato esattamente alla lunghezza di lavoro, al disotto di entrambe le sezioni. Le linee di colore rosso indicano i punti di queste sezioni. Pag. - 25 Il metodo di irrigazione endodontica EndoVac Parte 2 - Efficacia. Fig. 11a. Irrigazione con EndoVac. Questa figura va considerata in coppia con la Fig. 11b. Si tratta del dente dello stesso paziente, esaminato allo stesso livello di sezionamento. Questo dente evidenzia un canale assolutamente pulito e libero da detriti, sia liberi nel canale che aderenti alle pareti, dopo l'impiego del sistema EndoVac. Fig. 11b. Irrigazione tradizionale. Questa sezione eseguita ad 1 mm dalla lunghezza di lavoro dopo l'utilizzo della tecnica tradizionale mostra una significativa quantità di detriti all'interno del canale (frecce), così come la presenza di altri detriti adesi alle pareti del canale stesso sulla destra dei precedenti. 11a 11b Fig. 12. Lo studio condotto sull’E. Faecalis ha dimostrato che non vi è proliferazione nei campioni trattati con il sistema EndoVac dopo la macroirrigazione, mentre l’irrigazione tradizionale produce colture positive. Più interessante è notare il fatto che una crescita batterica zero è stata realizzata nel controllo positivo semplicemente dopo aver fatto circolare, attraverso la regione apicale, un’abbondante quantità di soluzione fisiologica. Nota: questo studio ha prodotto soltanto una crescita planctonica di E. Faecalis, non un biofilm, e questo spiega la crescita batterica zero mediante l'intervento della sola soluzione fisiologica. Pag. - 26 30 gauge ProRinse (Aka, Max-i-Probe, Dentsply) a 2 mm dalla lunghezza di lavoro per irrigare con la soluzione di ipoclorito di sodio o EDTA. L’irrigazione finale del gruppo EndoVac è stata attuata utilizzando una microcannula da 30 gauge collegata Type of irrigation all’aspirazione e posizionata alla completa lunghezza di lavoro. In questo gruppo gli irriganti venivano portati coronalmente, attirati per tutta la lunghezza di lavoro e allo stesso tempo aspirati attraverso la microcannula, sino al sistema di aspirazione. I denti sono stati quindi preparati istologicamente, sezionati a 1 mm e a 3 mm (vedi le linee in colore rosso nella Fig. 10) dalla lunghezza di lavoro ed esaminati per la presenza di detriti residui. Quindi i detriti intracanalari sono stati quantificati ed analizzati statisticamente. Questo studio ha dimostrato che il gruppo EndoVac (Fig. 11a) ha dimostrato in maniera statisticamente significativa che nella sezione ad 1 mm dalla lunghezza di lavoro i canali erano molto più puliti rispetto al sistema di irrigazione tradizionale (Fig. 11b). Tuttavia a livello della sezione a 3 mm (cioè all'esatto livello in cui la soluzione irrigante era stata portata dall' ago ProRinse) non è stata riscontrata alcuna significativa differenza. In situazioni di questo genere, è molto facile che un ricercatore inesperto giunga ad interpretare i risultati come presenza di non differenze a livello della sezione di 3 mm dalla lunghezza di lavoro, e quindi si senta di continuare con la conclusione errata che non vi sarà nessuna differenza allorché l'ago ProRinse avrà raggiunto la stessa lunghezza di lavoro. Ad un’analisi attenta, la ragione del risultato statistico delle non differenze è dovuta alla estrema variabilità del ProRinse, come indicato dalle estese deviazioni Endo Vac (Apical Neg. Pressure) Traditional Positive Pressure Irrigant for 2 minutes 2.5% 5.25% Saline 2.5% 5.25% saline CFU before Instrumention 3.60 3.60 3.48 3.48 3.48 3.56 CFU after Instrumentation 2.10 2.58 2.54 2.51 2.26 2.43 CFU after Macro debride 0.00 0.00 2.45 0.60 1.08 2.32 CFU after Micro debride 0.00 0.00 0.00 N/A N/A N/A L’INFORMATORE ENDODONTICO Vol. standard (Percentuale di detriti residui: Media = 2,285%, DeviazioneStandard = 6,26). In contrasto a ciò, il sistema EndoVac ha evidenziato risultati altamente più consistenti e quindi ristrette deviazioni standard (Percentuale di detriti residui: Media = 0,421 %, Deviazione Standard = 0,86). In conclusione, l’analisi statistica utilizzata dallo studio di Nielsen e coll. 23 non si è rivelata in grado di discernere l'ovvia differenza. C’è poi anche da considerare l’importante fattore sicurezza, nell'iniettare soluzioni irriganti, sotto pressione positiva, nelle immediate vicinanze dei vasi periapicali. Studio Biologico24 Siquera ha dimostrato la difficoltà nell'ottenere una coltura batterica a crescita zero dopo la preparazione di canali radicolari “chiusi”, infettati con E. Faecalis, anche se sagomati fino all’estrema conicità del 12 %. 20 Prima di decidere di proseguire nello sviluppo del sistema EndoVac, è stato progettato uno studio pilota per valutare la possibilità di ottenere delle colture a zero crescita utilizzando i sopra menzionati protocolli di Siquera,al fine di realizzare un sistema di canale radicolare chiuso ed una appropriata inoculazione di E. Faecalis; tuttavia i denti all'interno di questo test sono stati preparati in maniera conservativa con una conicità del 4%. Dal momento che questo studio si presentava come uno studio pilota, vi è stata la totale assenza di un controllo negativo e d'altronde i campioni esaminati erano troppo pochi per poterne derivare dati statistici definitivi; malgrado ciò il dato è risultato consistente e quando è stato combinato con l’esame al SEM, lo studio ha dimostrato validi meriti onde procedere nel completo sviluppo del sistema EndoVac basato sulla pressione apicale negativa. La figura 12 mostra come siano state 11, Nr. 1 2008 13a 13b utilizzate le soluzioni al 2,5 % e al 5,25 % di ipoclorito di sodio per 2 minuti, iniettate sia con pressione apicale negativa sia con pressione tradizionale positiva. Si è così dimostrato che tutti i campioni erano stati inoculati con successo e in modo consistente e inoltre in entrambi i gruppi durante la fase di strumentazione si è avuta una consistente caduta del CFU (Colony Forming Units x mm). La prima apparente differenza è comparsa al termine della tecnica tradizionale, che in pratica corrisponde alla macro evacuazione con l'applicazione del metodo di irrigazione endodontica EndoVac. Durante la macrofase il sistema EndoVac Fig. 13a. L’immagine al SEM con punti bianchi intervallati di 1 mm è stata ottenuta sezionando un dente sigillato apicalmente, dopo irrigazione con EndoVac. L’immagine di destra (1.000x) rappresenta un’area posizionata a 2,75 mm dalla terminazione apicale. Notare l’omogenea disposizione dei calcosferiti in quest’area non strumentata e ben detersa. L’immagine mostra la normale anatomia tubulare di questa zona. Fig. 13b. L’immagine al SEM (3.000x) mostra una zona a 0,75 mm dalla terminazione apicale con le pareti totalmente pulite. Nonostante il sistema tubulare appaia irregolare, esso è pur sempre normale, come lo hanno descritto Mjor e coll.25 e i tubuli appaiono privi di detriti organici o di smear layer. Pag. - 27 Il metodo di irrigazione endodontica EndoVac Parte 2 - Efficacia. ha prodotto “zero CFU”, usando entrambe le diluizioni di NaClO. Una notevole differenza invece è stata registrata al termine della fase di irrigazione con microcannula, quando non è stato riscontrato alcun CFU nel controllo positivo con soluzione fisiologica. Perché? Dato che l’ E. Faecalis era stato coltivato per sole 24 ore, il biofilm non ha avuto il tempo di formarsi, e poiché i microorganismi erano semplicemente planctonici, l'abbondante e rapido scambio di soluzione fisiologica da sola ha provveduto a ripulire tutta l' area apicale, dimostrando la validità di ognuno dei requisiti di Chow,21 indispensabili per ottenere un’irrigazione endodontica di successo, e cioè: raggiungere l'apice, creare un flusso corrente e trasportare via i detriti residui. Questo argomento lascia comunque aperta la questione della rimozione del biofilm e allo stato attuale in realtà questi studi sono in fase di sviluppo. Va affermato, tuttavia, che il biofilm non differisce affatto chimicamente dagli altri componenti organici che si trovano all'interno del canale radicolare. Al fine di visualizzare in sede preventiva i risultati, si possono considerare con attenzione le figure 13a e 13b. Questo campione è stato preparato in accordo con il protocollo di strumentazione e di irrigazione EndoVac descritto da Nielsen e coll. 23 ma è stato sezionato longitudinalmente per consentire l’esame al SEM. Come si può osservare nelle figure 13a e 13b, è evidente il riscontro di una dentina tubolare anatomicamente normale nella regione degli ultimi 3 mm apicali,25 e in emtrambe le aree non vi è alcuna evidenza di residui organici o di fango dentinale lungo le pareti, e anche gli stessi tubuli appaiono liberi da detriti. Pag. - 28 Conclusione. Sin dall'inizio dell’endodonzia contemporanea i dentisti hanno incominciato ad irrigare i canali radicolari con ipoclorito di sodio e quindi hanno posizionato gli strumenti all’interno dei canali ritenendo erroneamente di far giungere in questo modo la soluzione irrigante sino al termine apicale. Molti studi, biologici, SEM, microscopio ottico e altri ancora hanno provato che questa credenza è errata. Infatti l’ipoclorito di sodio reagisce con i tessuti organici presenti all'interno del canale radicolare e forma rapidamente delle microbolle di gas all'interno della stessa terminazione apicale, le quali poi con la successiva strumentazione si fondono a formare un blocco di vapore all'apice. Dato che questo blocco di gas apicale non può essere rimosso con l'utilizzo di mezzi meccanici, ciò di fatto impedisce un ulteriore afflusso di ipoclorito di sodio all'interno dell'area apicale stessa. L’iniezione delle soluzioni irriganti resta circoscritta solo in prossimità della punta dell'ago e più la punta viene posizionata vicino al tessuto apicale, più grandi sono le possibilità di una estrusione apicale. I fenomeni di microflusso acustico e di cavitazione sono limitati ai liquidi e quindi non hanno ovviamente alcun effetto all'interno del tappo gassoso. L'unico metodo scoperto per eliminare questo tappo di gas apicale è di evacuarlo attraverso la pressione apicale negativa. Questo metodo è stato anche dimostrato essere un metodo molto sicuro perché attrae sempre grande quantità di soluzioni irriganti in profondità nel canale verso la sorgente stessa del sistema aspirante e allo stesso tempo lontano dal tessuto apicale. In definitiva, si può affermare che il sistema EndoVac, se utilizzato in modo appropriato, ha la capacità di realizzare gli efficienti ed efficaci risultati che sono stati qui discussi e descritti. L’INFORMATORE ENDODONTICO Vol. 11, Nr. 1 2008 BIBLIOGRAFIA 1). Bowden JR, Ethunandan M, Brennan PA. Life-threatening airway obstruction secondary to hypochlorite extrusion during root canal treatment. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod. 2006;101:402-404. 2). Witton R, Brennan PA. Severe tissue damage and neurological deficit following extravasation of sodium hypochlorite solution during routine endodontic treatment. Br Dent J. 2005; 198:749-750. 3). Joffe E. Complication during root canal therapy following accidental extrusion of sodium hypochlorite through the apical foramen. Gen Dent.1991;39:460-461. 4). Clegg MS, Vertucci FJ, Walker C, et al. The effect of exposure to irrigant solutions on apical dentin biofilms in vitro. J Endod. 2006;32:434-437. 5). Dunavant TR, Regan JD, Glickman GN, et al. Comparative evaluation of endodontic irrigants against Enterococcus faecalis biofilms. J Endod. 2006;32:527-531. 6). Haas S, Edson D. Negative apical pressure with the EndoVac system. Poster presented at: American Association of Endodontists 2007 Annual Session; April 25-28; Philadelphia, PA. 7). Schoeffel GJ. The EndoVac method of endodontic irrigation: safety first. Dent Today. Oct 2007;26:92-99. 8). Senia ES, Marshall FJ, Rosen S. The solvent action of sodium hypochlorite on pulp tissue of extracted teeth. Oral Surg Oral Med Oral Pathol. 1971; 31:96-103. 9). Salzgeber RM, Brilliant JD. An in vivo evaluation of the penetration of an irrigating solution in root canals. J Endod.1977;3:394-398. 10). Zehnder M. Root canal irrigants. J Endod. 2006;32:389-398. 11). Torabinejad M, Cho Y, Khademi AA, et al. The effect of various concentrations of sodium hypochlorite on the ability of MTAD to remove the smearlayer [published correction appears in J Endod. Jun 2003;29:424]. J Endod. Apr 2003;29:233-239. 12). Grandini S, Balleri P, Ferrari M. Evaluation of Glyde File Prep in combination with sodium hypochlorite as a root canal irrigant. J Endod. 2002; 28:300-303. 13).Albrecht LJ, Baumgartner JC, Marshall JG. Evaluation of apical debris removal using various sizes and tapers of ProFile GT files. J Endod. 2004;30:425-428. 14). Usman N, Baumgartner JC, Marshall JG. Influence of instrument size on root canal debridement. J Endod. 2004;30:110-112. 15). O’Connell MS, Morgan LA, Beeler WJ, et al. A comparative study of smear layer removal using different salts of EDTA. J Endod. 2000;26:739- 743. 16). Baumgartner JC, Brown CM, Mader CL, et al. A scanning electron microscopic evaluation of root canal debridement using saline, sodium hypochlorite, and citric acid. J Endod. 1984;10:525531. 17). Mader CL, Baumgartner JC, Peters DD. Scanning electron microscopic investigation of the smeared layer on root canal walls. J Endod. 1984; 10:477-483. 18). Berutti E, Marini R. A scanning electron microscopic evaluation of the debridement capability of sodium hypochlorite at different temperatures. J Endod.1996;22:467-470. 19). Siqueira JF Jr, Rocas IN, Favieri A, et al. Chemomechanical reduction of the bacterial population in the root canal after instrumentation and irrigation with 1%, 2.5%, and 5.25% sodium hypochlorite. J Endod. 2000;26:331-334. 20). Siqueira JF Jr, Rocas IN, Santos SR, et al. Efficacy of instrumentation techniques and irrigation regimens in reducing the bacterial population within root canals. J Endod. 2002; 28:181-184. 21). Chow TW. Mechanical effectiveness of root canal irrigation. J Endod. 1983;9:475-479. 22). Scientific overview: ultrasound terms. Celleration Inc Web site. http:// www.celleration.com/therapeutic_ultrasound.html. Accessed November 26, 2007. 23). Nielsen BA, Craig Baumgartner J. Comparison of the EndoVac system to needle irrigation of root canals. J Endod. 2007;33:611-615. 24). Schoeffel J, Sbeih W, Wallace J. Efficacy of a new endodontic irrigation method using negative pressure. Abstract 1593. Presented at the IADR 83rd General Session; March 9-12, 2005; Baltimore, MD. 25). Mjor IA, Smith MR, Ferrari M, et al. The structure of dentine in the apical region of human teeth. Int Endod J. 2001;34:346-353. Traduzione dell’articolo originale The EndoVac Method of Endodontic Irrigation Part 2 - Efficacy Dentistry Today 27(1): 82-87, 2008 Copyright©Dentistry Today Inc. Pag. - 29