amico_01_2013 - Opera don Calabria

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amico_01_2013 - Opera don Calabria
N. 1 - Gennaio-Febbraio 2013 - Anno LXXXIV - Bimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2, DCB VERONA.
In caso di mancato recapito restituire all’ufficio C.M.P. VR,detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
Piccoli fornai
a Nairobi
NAIROBI
A
Nairobi (Kenya),
nella missione di
Ongata Rongai, è iniziata un’attività di panetteria. Grazie ad alcune provvidenze è stata costruita una struttura apposita con un forno e l’attrezzatura necessaria per realizzare il pane. Una
volta completati i lavori, siamo partiti con il primo
gruppetto di ragazzi. Stiamo “sfornando” i primi
panettieri del progetto New Dawn dell’Opera Don
Calabria. I ragazzi coinvolti sono cinque: David,
John, Kevin, Alfred e Matia. La cuoca del Progetto
ha fatto un corso veloce di pasticceria, dove pure
ha imparato a fare del pane.
I primi passi non sono stati facili, perché bisognava capire quando il forno è pronto per mettere il
pane e pure quanto tempo lasciarlo per cucinarlo. E
le quantità di farina, lievito, sale... Abbiamo capito,
dopo qualche giorno, che fare un buon pane non è
questione di chimica, dove mescoli gli ingredienti a
determinate condizioni ambientali; fare il pane è
quasi un’arte, ci vuole occhio e pure amore.
Abbiamo imparato facendo, i ragazzi stanno
migliorando man mano che praticano.
Il mese di settembre i professori nelle
scuole hanno fatto sciopero, e noi abbiamo
usato questo tempo per perfezionare l’arte
panettiera.
A dir la verità, non ci possiamo fidare
molto di quelli che ci fanno il controllo
qualità. Infatti sono gli altri quaranta bambini del Progetto, i più piccoli, che come le
colombe nelle piazze si ammucchiano di fronte ai
cestini per prendere il pane, e quando gli si domanda: «È buono?», con un deciso movimento di testa,
perché hanno la bocca piena, sincronizzati come
danzatori di walzer, tutti affermano, con istantanea
convinzione: «Sì».
Adesso la scuola è ripresa, grazie a Dio, perciò
l’appuntamento per il pane è ogni sabato mattina,
ma quando inizieranno le prossime vacanze, i cinque e forse altri si troveranno tutti i giorni per continuare a imparare e migliorare il mestiere, magari
guidati da qualche professionista del settore, se la
Divina Provvidenza così disporrà.
Siamo felici perché abbiamo iniziato quest’attività formativa per i bambini, ringraziamo Dio e voi
“Ministri della Divina Provvidenza”. Ci muoviamo
con prudenza perché dobbiamo fare bene i conti,
non possiamo spendere troppo nella materia prima,
non abbiamo ancora un budget che ci permetta
di muoverci con libertà. Ma in futuro si vedrà...
Don Felix Salvat
Sommario
«L’amore è l’unica risposta alla solitudine»
(MADRE TERESA DI CALCUTTA)
3
Editoriale
7
ORDINAZIONI
Sacerdoti apostolici
4 Non siamo soli!
La Provvidenza all’Opera
6
VOTI
7
ORDINAZIONI
8
ROMA
Tra rinnovi e nuove professioni
Sacerdoti apostolici
CENTRO SAN MARCO
10
18
Premio CISL
per il Medialabor
INDIA
Un the nella foresta
I prossimi 80 anni
/1
Un premio per il Medialabor
12 CENTRO SAN MARCO / 2
“La nostra Casa”
13 NAPOLI
Festa per San Giovanni Calabria
14 ECUMENISMO
Don Calabria e gli altri pionieri
15 CONGREGAZIONE
Insieme verso il Capitolo
16 MISSIONARIE DEI POVERI
Un viaggio avventuroso
18 REPORTAGE DALL’INDIA
Un the nella foresta
10
CENTRO SAN MARCO
Famiglia Calabriana
30
LIBRI
- STORIA DELLE SORELLE
Ritorno al futuro
22
SPAZIO FIORITO MARIANO
24
EX ALLIEVI
26
COLLE PER LA FAMIGLIA
28
ASSOCIAZIONE PEREZ
29
NEGRAR
Esperienze da ricordare
Noi ragazzi del Patronato
Essere genitori nonostante la separazione
Testimonianze di volontariato
Fidas, non solo sangue
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Altri articoli
2 Piccoli fornai a Nairobi
20 RACCONTO
Lo stormo di Florian
30 LIBRI / 1
Ritorno al futuro
32 LIBRI / 2
Biografia di San Giovanni Calabria
34 Notizie
38 Amici a colloquio
40 Appuntamenti
Collaboratori. La collaborazione è aperta a tutti gli amici dell’Opera.
Indirizzare gli articoli al direttore.
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L’AMICO non ha quota di abbonamento ma vive delle offerte spontanee dei nostri lettori,
fidandosi della Provvidenza.
L’AMICO N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2013
NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE L’8 GENNAIO 2013
Questo periodico è associato
all’UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
Non siamo soli!
4
Editoriale
V
i sono luoghi nel mondo dove
le stelle appaiono più luminose. Là dove le luci artificiali non sono così diffuse e dove il
buio attorno sembra così pesante,
volgendo lo sguardo verso l’alto le
stelle appaiono come vere e proprie
gocce di luce che rimbalzano nel
grande lago scuro del cielo. Lo
sguardo affonda in quell’immensità
e rimaniamo incantati. Sono occasioni come queste in cui sentiamo
la grandezza dell’universo e la piccolezza, vorrei quasi dire l’insufficienza o l’irrilevanza della nostra
presenza. Di fronte alla maestosità
dell’universo, alla sua vastità, quel
piccolo granello di polvere cosmica
che siamo ognuno di noi, sembra
smarrire il senso e il significato
della propria presenza. D’improvviso ci coglie una vertigine: ci ren-
«... Perché vivere senza testimoni è un inferno!»
ALEXANDR ZINOV’EV
diamo conto che siamo solo una
piccola particella di materia, ma
per quanto piccoli siamo capaci di
dire “Io” e di pensare e riflettere su
noi stessi e sull’universo che ci
ospita. E in tutto questo aumenta la
nostra sensazione di solitudine,
l’idea di sentirsi precari spettatori
di quel grande spettacolo dell’alternarsi delle nascite e delle morti che
è la natura; ci sentiamo una presenza senza alcun appoggio, incerta,
straniera e che alla fin fine sembra
nutrirsi di solitudine.
È forse a questo punto che si
apre per l’essere umano una grande
opportunità: la fede.
E qui fede non può dire che una
cosa: credere di non essere soli,
aver fiducia che la nostra esistenza
non è come una goccia di rugiada
che i primi raggi del sole fanno
evaporare e riducono al nulla, ma
che ci siamo in virtù di un desiderio
d’amore grande quanto e di più dello stesso universo del quale siamo
così insignificanti ospiti. Non siamo soli, è questo il primo e fondamentale messaggio che la fede
pianta come un seme nel nostro
cuore. Fede in una Presenza, fede
in un Dio che non è soltanto “Colui
che è”, così come è il sole, o un albero o una roccia o come quegli
idoli provvisori che con tanta folle
abilità ci costruiamo; invece la nostra è una fede in un Dio inteso come “Colui che c’è” così come c’è
una mamma che accoglie un bimbo
o un papà che c’è per proteggere e
correggere il figlio. Crediamo in un
Dio che non è un’estranea e indifferente presenza, ma un Dio che c’è
per me e con me, che si installa nella mia vita come presenza acco-
gliente e provvidente. Grazie alla
fede viene sconfitto quello che appariva essere il nostro destino di
solitudine. L’universo non è più
quell’abisso che indifferente inghiotte le nostre vite, ma grazie alla
fede esso diviene il luogo dove cerco e sono cercato, dove incontro e
sono incontrato, dove ascolto e sono ascoltato. Grazie alla fede la mia
mano non si protende nel vuoto come la mano di un cieco che annaspa nel silenzio e nel buio, ma è
una mano che cercando viene trovata da un abbraccio che le dà sicurezza e sostegno.
È la fede nel “Dio che c’è” la risposta al senso di abbandono che a
volte ci attanaglia e ci riempie di
smarrimento. La vita grazie alla fede non è una prolungata caduta in
un vuoto senza appigli. Grazie alla
fede la vita si costruisce attorno ad
un legame solido che fa da áncora a
tutti gli altri legami, agli affetti, ai
sentimenti. È la fede a fendere la
dura roccia della solitudine e aprire
una breccia rendendo possibile l’incontro con l’altro. Senza fede: “Vivere è essere solo. / Nessun uomo
conosce l’altro. / Tutti sono soli”
(Herman Hesse). Grazie alla fede
viviamo l’emozione di un Dio che
ti raggiunge come sei: peccatore e
schiavo, menefreghista, codardo e
marcio. Sporco, splendido e irriverente. Stupito, stupido o ignavo.
Non importa quello che sei: la fede
ci dice che Cristo c’è... sempre!
Questa fede è come lo sperone di
una nave rompighiaccio che spezza
le nostre gelide solitudini e apre il
cammino creando vie di comunicazione, possibilità di incontro, opportunità di contatto, ci rende ac-
Editoriale
cessibili e desiderosi di un abbraccio. Senza la fede sulla nostra vita
scende una nebbia che non ci permette più di vedere attorno a noi;
una foschia silenziosa che ci separa
da tutto. Non camminiamo più sulle strade della vita rispecchiandoci
nei volti e nei sorrisi altrui, ma solo
vaghiamo ed ogni presenza non è
che nebbia inconsistente, indistinta
illusione senza profilo. Solo la fede
ci difende dalle paure che, come virus mortiferi, la solitudine propaga
nei nostri cuori, soprattutto la paura
di non essere degni d’amore.
Sappiamo bene (siamo entrati
anche noi nella grande e inospitale
dimora della solitudine) che l’essere soli rende il nostro sguardo opaco, la solitudine si stende sui nostri
occhi come una pellicola che deforma la realtà, le cose; le persone diventano lontane, irraggiungibili e la
paura pianta la sua nera bandiera al
centro della nostra anima. La fede
invece purifica lo sguardo, lo rende
limpido. Grazie ad essa si apre una
porta ed entra una luce nuova e
possiamo accedere ad una nuova
visione della realtà.
Così se in una notte scura alziamo lo sguardo, il cielo non ci apparirà una muta e buia coltre contro la
quale sbattono le nostre grida, come le ali di un uccello in gabbia,
ma nelle stelle vedremo, grazie alla
fede, l’annuncio di una realtà ulteriore, i segni di una presenza che
desidera l’incontro con noi, le tracce di un volto che ancora non ci è
dato conoscere in pienezza, ma che
già ora ci dice con infinito amore:
Io ci sono!
Fratel Carlo Toninello
La Parola del Papa
La paura della solitudine
«Il nucleo più profondo della passione di Gesù
non è un qualsivoglia dolore fisico, bensì la radicale
solitudine, il completo abbandono. In questo punto,
però, appare infine veramente l’abisso della solitudine dell’uomo come tale, dell’uomo che nell’intimo è
solo. Questa solitudine (...) è comunque la vera condizione dell’uomo, significa nel contempo la più profonda contraddizione all’essenza dell’uomo, che non può stare da solo, ma ha bisogno di essere in
comunione. (...)
Perciò la solitudine è la sfera della paura. (...) Se un bambino
deve camminare da solo attraverso la foresta nella notte buia, ha
paura, anche se gli si è dimostrato in maniera convincente che non
vi è nulla da temere. (...) Come può essere superata una tale paura,
se la prova dell’infondatezza cade nel vuoto? Ora, il bambino perderà la sua paura nel momento in cui vi sarà lì una mano che lo
prende e lo conduce. (...) In questo superamento della paura si svela nel contempo ancora una volta la sua essenza: che essa è la paura della solitudine, la paura di un essere che può vivere soltanto
nell’essere in comunione».
(PAPA bENEDEttO XVI, Perché siamo ancora nella Chiesa, ed. Rizzoli, 2008)
La Parola del Padre
«Dove attingeremo
questa fede?»
«Ma dove attingeremo questa fede, se non alle pure
sorgenti del Vangelo? Per questo noi dobbiamo essere altrettanti
Vangeli viventi, per essere fari di luce. La fede vera e genuina considera Dio non solo come creatore e Signore, ma soprattutto come Padre. Fede quindi nella paternità di Dio, e perciò fiducia illimitata, filiale abbandono alla Divina Provvidenza.
La Divina Provvidenza è una tenera madre che tutto ordina per il
nostro bene, anzi per il nostro maggior bene; dobbiamo sentirci portati dalle sue materne mani».
(SAN GIOVANNI CALAbRIA, Parole vive, pag. 142)
5
Tra rinnovi e nuove professioni
6
Il 1° gennaio a Farroupilha, in Brasile, hanno fatto la loro
prima professione religiosa i seguenti confratelli: Marco
Vicolo (Europa), Eliseu Sauthier (Aparecida), Rogerio
Brancalione (Aparecida), José Marcelino Silva de Lima
(Aparecida), Itamar Gomes dos Santos (Aparecida), Carlos
Antonio Duarte Torres (Inmaculada).
L’8 dicembre 2012 in tutto il mondo i religiosi e le religiose
dell’Opera hanno rinnovato i loro voti triennali. Per la prima
volta il rinnovo si è svolto in
contemporanea tra Poveri Servi e Povere
Serve. Ecco alcune foto da San Zeno in
Monte e dall’America Latina...
Sacerdoti apostolici
ORDINAZIONI
La Provvidenza all’Opera
Negli ultimi mesi sono state numerose le ordinazioni sacerdotali e diaconali di religiosi
dell’Opera nelle varie parti del mondo. Ecco una sintetica cronaca di questi lieeti
avvenimenti...
Brasile / 1
L’8 dicembre a Bataguassu, nella
chiesa di san Giovanni Battista, è
stato ordinato sacerdote fratel
Everton Rodrigues Soares dos
Santos. La cerimonia è stata
presieduta da mons. Ettore Dotti,
vescovo di Naviarì.
Brasile / 2
Il 15 dicembre a Feira de
Santana, nella parrocchia
di Santo Stefano, il
vescovo mons. Itamar Vian
ha ordinato sacerdote
fratel Roberto Bessa.
Angola
Uruguay
Il 2 dicembre a Salto fratel Jorge Conti è
stato ordinato sacerdote per mano di
mons. Pablo Galimberti.
India
Il 5 gennaio a Nakuru
il vescovo mons.
Maurice
Muhatia
Makumba ha ordinato diacono fratel
Bineesh Manjeriyil.
Il 13 gennaio c’è
stata l’ordinazione
sacerdotale di fratel
Carlos Tavares.
Italia
Il 25 novembre, durante
una
cerimonia
molto
intensa e partecipata, fratel
Jan Lisovoj è stato ordinato
diacono per mano del
vescovo di Verona mons.
Giuseppe Zenti.
7
8
Roma - I prossimi 80 anni
“C’è che ormai che ho imparato a sognare, non
smetterò”... basterebbe il ritornello della splendida
canzone - light motive di ogni sessione - cantata da
Fiorella Mannoia e dai ragazzi di Juppiter, il gruppo
musicale del Calabriano don Mazzi, per riassumere
l’intensissima tre giorni di incontri, dibattiti, festeggiamenti, che hanno caratterizzato la celebrazione degli 80 anni di presenza dell’Opera Don Calabria a
Roma.
Il progetto di piantare radici nella città eterna spiccò il volo nel 1932, grazie all’intrepida volontà e
all’amore per i più deboli di un manipolo di religiosi
di don Calabria: arrivati a Roma da Verona hanno appreso, tra stenti, successi e fatiche, a sognare senza
più smettere. Molto appropriata, quindi, la scelta di
aprire proprio con le note della canzone citata ogni
momento di incontro del convegno snodatosi al Collegino tra il 23 e il 25 novembre 2012.
Ovviamente la festa per gli 80 anni del Don Calabria a Roma non ha riguardato solo il Collegino, ma
anche la parrocchia di Santa Maria Assunta e San
Giuseppe e altri luoghi tuttora dell’Opera o lasciati
nel corso degli anni.
Venerdì 21 novembre - Le sfide dell’inclusione
sociale
Con grandissimo afflusso di pubblico, si è aperta
la tre-giorni venerdì 23 novembre. La giornata era
dedicata all’incontro con le istituzioni laiche e religiose, per fare un bilancio di presenza romana dell’Opera, e alle presentazioni di due libri. Davvero
unanime il coro delle personalità presenti nell’apprezzare il grande ruolo sociale e di cura dei più svantaggiati delle case calabriane romane. Ha iniziato
fratel Giuseppe brunelli, il
direttore della Casa, con un
commosso saluto durante il quale ha ribadito la rinnovata volontà di porre i poveri al centro di ogni progetto e affermato che “sono i poveri ad aiutare noi,
ridandoci un senso, una direzione, non noi ad aiutare
loro”. Gli ha fatto eco don Primo Ferrari, Vicario dell’Opera, che portava il saluto affettuoso del Casante,
in visita in Angola. Fausto Giancaterina, poi, ha esaltato il principio secondo cui “dietro ogni lavoratore
c’è un uomo... il lavoro non può essere inteso come
produzione ma come servizio” e ha presentato il
Premio le Porte del Lavoro che verrà assegnato da
quest’anno a imprese o singoli, distintisi nell’opera di
inclusione lavorativa di disabili.
Poi c’è stato il saluto delle istituzioni, con Riccardo Solfanelli (in rappresentanza del vicesindaco di
Roma Sveva belviso) e Claudio Cecchini, assessore
alle Politiche Sociali della Provincia di Roma.
Mons. Enrico Feroci, Direttore della Caritas diocesana di Roma, ha ricordato, dopo aver portato il saluto del cardinale Vicario Agostino Vallini, il grande
apporto dell’Opera Don Calabria nel lavoro di “Roma città Reciproca”, un network di associazioni di
ispirazione cattolica, che promuovono integrazione e
recupero delle fasce più svantaggiate
della popolazione della capitale.
Da questo punto in poi, si è passati
a dibattere di politiche verso i disabili, principale mission dell’Opera a
Roma, con un gruppo di relatori particolarmente qualificati che lavorano
nelle istituzioni pubbliche e si trovano spesso a stretto contatto proprio
La Provvidenza all’Opera
con l’Opera. A questo momento ha
fatto seguito un’interessante sessione
durante la quale la dott.ssa Valeria
Magrini, dell’Ufficio Risorse Umane
della COOP, ha parlato del lavoro in
partenariato con l’Opera per l’inserimento lavorativo di disabili psichici
nei supermercati del gruppo, esprimendo apprezzamento per la mediazione che l’Opera
in questo campo. La dott.ssa Magrini ha fornito il
perfetto assist alla presentazione de “La sopravvivenza del ragno, ovvero del buon uso della libertà” di Ruggero Piperno, Daniele D’Orazio, un testo
fotografico frutto dell’esperienza di Articolo 3, il laboratorio di inclusione lavorativa dell’Opera don Calabria. A seguire, Luca Attanasio ha presentato il suo
“Se questa è una donna”, narrazioni di vittime di
tortura.
Sabato 24 novembre - Festa in parrocchia
Sabato 24 novembre ha visto nel cortile parrocchiale di Primavalle molta gente fin dal primo pomeriggio. Lì, si è potuto ammirare la mostra storico-fotografica e i banner di spiegazione di una storia lunga
80 anni e ricca di amici. L’animazione per bambini di
ogni età, le musiche del gruppo Juppiter, il laboratorio musicale con strumenti africani, il mercatino con
prodotti dell’artigianato dei centri diurni dell’Opera e
di altre case famiglia, gli stand con vendita dei due libri sopra menzionati e dell’Agenda tremenda i cui
proventi finanziano una Casa Famiglia, hanno reso la
festa popolare e partecipatissima. Allo spettacolo del
saggio delle bambine del corso di danza
in parrocchia, hanno fatto seguito un intrattenimento di Luciano Lembo, comico
di Radio Globo e il musical di Juppiter il
cui protagonista è stato don Mazzi.
Domenica 25 novembre - Amarcord
bellissima e commovente l’ultima sessione, quella di domenica 25 novembre,
che ha celebrato e rievocato il “Collegino”. Dopo il saluto di fratel brunelli e
l’introduzione di Luca Attanasio, si sono
susseguiti l’intervento del Vicario don Primo Ferrari,
di Sergio Fallito, un buon Fanciullo che ha vissuto la
Casa di Primavalle nella durissima povertà degli anni
’30, di Franco Alvaro che deve “la sensibilità di
guardare ai piccoli, ai giovani bisognosi con l’occhio
paterno” proprio ai religiosi del Don Calabria e poi
l’intervento di don Mazzi che, con il suo stile inconfondibile, ha ringraziato l’oratorio di San Filippo Neri per avergli regalato “la vocazione di prete stando a
contatto con i tanti ragazzi poveri”. belle le testimonianze dei coniugi Carenti - Zullani e di don Massimiliano Parrella, parroco di Santa Maria Assunta e
San Giuseppe, che ha parlato delle povertà emergenti
di un quartiere e di una città e della stessa vicinanza
che l’Opera vuole dimostrare. Al termine, dopo la
presentazione di Educatori Senza Frontiere a opera di
don Mazzi e della sua collaboratrice Cristina, spazio
alla Messa e alla festa popolare all’aperto con cibo,
musica e tantissimi ospiti.
“Ho imparato a sognare, quando inizi a scoprire
che ogni sogno ti porta più in là...” cantano Mannoia
e i ragazzi di Juppiter. E a Primavalle già si pensa ai
prossimi 80 anni!
Luca Attanasio
Un premio per
il Medialabor
10
L
unedì 3 dicembre, presso la Casa di San Zeno in
Monte, è stato assegnato al Centro Polifunzionale
Don Calabria il Premio “Flavio Cocanari”, riconoscimento che il sindacato Cisl assegna a livello nazionale agli Enti che sviluppano servizi efficaci ed innovativi
a beneficio dei portatori di disabilità.
Il Premio – intitolato al sindacalista Flavio Cocanari,
portatore di disabilità, scomparso alcuni anni or sono –
è stato consegnato al Centro Polifunzionale dal Segretario Generale della Cisl Raffaele bonanni, che ha preso
parte al seminario e alla cerimonia di premiazione. La
manifestazione si è svolta proprio nella “Giornata Internazionale della Persona con Disabilità”, alla presenza dei rappresentanti nazionali, regionali e provinciali
della Cisl e dei responsabili delle Istituzioni che cooperano attivamente con il Centro Polifunzionale per l’inclusione socio-lavorativa delle persone con disabilità.
Nel corso degli interventi e della tavola rotonda è
stato possibile presentare le diversificate attività svolte
dal Centro nel campo della riabilitazione, dello sport,
dei servizi sociali, prima di approfondire le attività di
orientamento, riqualificazione professionale, valutazione e inserimento lavorativo di persone disabili o in condizione di svantaggio e la metodologia del “Disability
Management”.
La CISL nazionale ha disposto infatti l’assegnazione
del Premio “Flavio Cocanari” al Centro Polifunzionale
in considerazione del suo impegno nell’ambito dell’in-
clusione socio-lavorativa delle persone con disabilità.
tale attività inizia nel 1975 ed è rivolta all’inserimento
lavorativo degli allievi con disabilità dei corsi del Centro di formazione professionale Don Calabria. Nel 2000
il servizio si estende all’integrazione lavorativa delle
persone con disabilità e in condizione di svantaggio, attraverso l’istituzione del Servizio Medialabor.
Negli anni successivi si sviluppano le collaborazioni
promosse con l’Amministrazione Provinciale, il Comune di Verona, i Servizi di Inserimento Lavorativo delle
Ulss e con diversi altri enti territoriali, fino all’accreditamento regionale di Medialabor nel 2009 quale Servizio per il lavoro nelle aree di: accesso e informazione;
valutazione; mediazione per l’incontro domanda e offerta; definizione di progetti individuali di accompagnamento al lavoro.
Medialabor promuove quindi sul territorio i seguenti
servizi:
- Servizi per il lavoro per le persone con disabilità
Destinatarie sono persone con disabilità occupate o
disoccupate iscritte al collocamento mirato. Oltre alla
consulenza informativa vengono effettuate valutazioni delle capacità lavorative attraverso prove di lavoro
in Laboratorio Valpar e bilanci di competenze.
- Servizi per il lavoro per le persone adulte
Destinatarie sono persone adulte disoccupate, in particolare appartenenti alle categorie dello svantaggio
(art. 13 D. Lgs 276/03), beneficiari di ammortizzatori
sociali (Cig/mobilità). A loro viene offerto un percorso di orientamento e riqualificazione professionale
anche attraverso progetti personalizzati.
- Servizi per il lavoro per le aziende, consistenti in
consulenze in tema di gestione delle risorse umane,
La metodologia del Disability Management nasce nei primi
anni ’80 negli Stati Uniti d’America e in Canada.
Si tratta di un processo che coinvolge attivamente l’azienda
per fornire strumenti per migliorare la gestione del personale
in condizione di disabilità e svantaggio e per favorire il
proficuo reinserimento e/o mantenimento del lavoratore in
azienda in caso di fattori invalidanti o situazioni di
disabilità/disagio con ripercussioni negative sulla vita
lavorativa.
benessere organizzativo, prevenzione dei rischi
stress-lavoro correlati, disability management,
ageing at work e anche nel supporto all’individuazione dei candidati idonei allo svolgimento dei tirocini
previsti dalle vigenti disposizioni normative, al supporto negli adempimenti di cui alla L. 68/99.
Accanto alle attività di integrazione lavorativa e di
reinserimento al lavoro in caso di disabilità acquisita in
seguito a trauma, incidenti o malattie, va sottolineata la
competenza maturata in tema di mantenimento del posto di lavoro secondo la metodologia del disability management, che è stata oggetto di approfondimento nel
corso della mattinata.
Medialabor ha certificato la propria competenza ed
esperienza in merito sia attraverso lo scambio di buone
prassi con altri centri di riabilitazione europei, sia attraverso la certificazione di esperto nel rientro al lavoro da
parte dell’Istituto Canadese di Disability Management e
Ricerca, sia attraverso la certificazione universitaria di
consigliere di fiducia esperto nella prevenzione e gestione
dei rischi psicosociali in azienda, mobbing in particolare.
Medialabor sta inoltre conseguendo un accreditamento di eccellenza dei propri servizi di inserimento al lavoro di persone con disabilità attraverso il progetto PRIME,
secondo la norma internazionale EQAVEt (European
Quality Assurance for Vocational Education and training) secondo il metodo EQUASS, in vigore in Europa
per la qualità dei servizi sociali di interesse generale.
Le attività previste dal Disability Management riguardano i seguenti ambiti:
- analisi della situazione aziendale;
- informazione/formazione al personale sulla promozione della salute;
- corsi di formazione per responsabili del
personale su disabilità e lavoro, dipendenze, rischi psicosociali, ascolto e gestione dei conflitti e cambiamenti;
- supporto nell’individuazione di percorsi
di miglioramento organizzativo;
- servizi d’aiuto per i lavoratori.
I risultati fino ad oggi conseguiti sono i
seguenti:
- Proficuo inserimento in azienda in caso
di disabilità, eventi temporaneamente invalidanti o malattie di lunga durata;
CENTRO SAN MARCO/1
La Provvidenza all’Opera
- miglioramento delle competenze aziendali sulla gestione del personale con disabilità o in situazione di
disagio;
- miglioramento del clima aziendale;
- contenimento dei costi legati ad assenteismo, malattia, contenzioso;
- prevenzione di problematiche personali e lavorative e
miglior adattamento lavoratore/mansione;
- contributo all’applicazione del Decreto legislativo
81/08 sulla sicurezza per gli aspetti di prevenzione e
informazione sui rischi psicosociali.
Particolarmente significativa è stata la presentazione
dell’esperienza del Disability Management da parte della Dirigenza del banco Popolare, con cui è in corso da
anni una collaborazione in Veneto e presso le sedi di
Modena, Lodi, bergamo e Novara, recentemente sviluppatasi anche nelle zone terremotate in Emilia Romagna, attraverso uno specifico intervento.
Si è trattato senz’altro di un’importante occasione,
ampiamente partecipata, per riaffermare l’impegno
dell’Istituto Don Calabria a servizio della persona e per
diffondere un modello di intervento che sta dando significativi risultati.
■
Alcuni dati
• Percorsi di integrazione lavorativa per persone con
disabilità
- 2011: 88 persone di cui 51 collocate (58%)
- 2012: in proiezione dato analogo
• Percorsi di orientamento e integrazione lavorativa di
persone appartenenti alle fasce deboli
- 2011: 168
- 2012: in proiezione dato analogo
• Percorsi di consulenza alla persona e all’azienda per il
mantenimento del posto di lavoro 2011-2012
98 di cui 30 a favore di lavoratori con disabilità
11
12
CENTRO SAN MARCO/2
“La nostra Casa”
È
stata inaugurata, ed è pronta a dare inizio alla
propria attività nelle prossime settimane, la Comunità Alloggio “La nostra Casa”, promossa
dalla Fondazione “San Giovanni Calabria - Dopo di
Noi” presso il Centro Polifunzionale Don Calabria di
via San Marco.
Si tratta di una realizzazione che imprime un forte
impulso alla concretizzazione dei fini statutari che la
Fondazione si era data in occasione della sua costituzione, nel 2004, proponendosi di sostenere le persone
con disabilità e le loro famiglie nel progettare e realizzare il percorso di vita dell’età adulta.
tale finalità, sviluppata in passato attraverso attività formative, si era già concretizzata negli ultimi tre
anni attraverso il “Progetto Distanziamento”, volto
principalmente alla sperimentazione delle autonomie
personali e alla costruzione di un percorso condiviso
tra Fondazione e famiglie nella definizione di un progetto di vita a lungo termine. Il “Progetto Distanziamento” prosegue e, considerata l’ampia adesione ricevuta, sta diventando elemento essenziale delle attività della Fondazione.
Quindi, dopo due anni di lavoro e principalmente
grazie al contributo della Fondazione Cariverona e di
un benefattore, è stata realizzata la Comunità Alloggio che consentirà di tradurre in realtà i progetti di vita individuali, di offrire servizi di pronta accoglienza
e di sollievo.
La Comunità Alloggio è stata inaugurata martedì 9
ottobre, alla presenza del Casante p. Miguel tofful,
del Vescovo di Verona mons. Giuseppe Zenti, del Di-
rettore dei Servizi Sociali dell’Ulss 20 Silvio
Frazzingaro, dell’Assessore ai Servizi Sociali,
Pari Opportunità e Famiglia del Comune di
Verona Anna Leso - intervenuta anche in rappresentanza del Sindaco
di Verona Flavio tosi di tutti coloro che hanno
reso possibile la realizzazione dell’opera e naturalmente di numerose famiglie e cittadini interessati alla nascita di questo nuovo servizio a Verona.
Come ha precisato don Primo Ferrari, Vicario generale dell’Istituto Don Calabria e presidente della
Fondazione “San Giovanni Calabria - Dopo di Noi”,
la realizzazione di questo servizio residenziale di natura socio-sanitaria viene a completare gli interventi
dell’Istituto a Verona e integra ulteriormente il complesso dei servizi offerti dal Centro Polifunzionale.
Ciascun ospite della Comunità Alloggio sarà protagonista di un progetto educativo specifico, che è
concretamente visibile anche nell’elevato margine di
personalizzazione degli spazi e delle funzioni abitative, di cui si è appositamente tenuto conto nella progettazione e nella realizzazione della Comunità Alloggio; quest’ultima offre infatti soluzioni innovative
e flessibili, superando l’approccio standardizzato alle
soluzioni residenziali per persone disabili.
La collocazione presso il Centro Polifunzionale
consentirà poi, sulla base dei progetti personali, di
usufruire anche dei diversi servizi riabilitativi, motori
e sportivi, favorendo un contesto di relazione sociale
fondamentale per una vera autonomia personale.
L’auspicio è quello espresso dalle parole del Vescovo mons. Giuseppe Zenti: «Oggi si cresce nel senso vero del sociale e del civile: si cresce come umanità. Siamo di fronte a un’occasione che ci aiuta a recuperare il senso di ciò che è lo spirito di famiglia, il
significato del vivere insieme in fraternità».
Alessandro Galvani
Festa a Napoli
NAPOLI
La Provvidenza all’Opera
L
a comunità parrocchiale di S. Anna a Capuana 1’8
in questo momento di grandi difficoltà, spesso non abottobre, festa di san Giovanni Calabria, si è riunita
biamo fiducia nemmeno in noi stessi, mentre invece è
intorno a mons. Di Donna, vescovo ausiliare di Naimportante formarsi alla scuola della fiducia».
poli, per la celebrazione liturgica. Il parroco don RoberMons. Di Donna ha rivolto agli operatori della parto Zamboni, della congregazione dei Poveri Servi della
rocchia fervidi auguri per gli impegni pastorali dell’anDivina Provvidenza, a nome della comunità, ha ringrano, invitandoli ad essere, insieme al parroco, il cuore
ziato mons. Di Donna per aver accolto l’invito a celepulsante della parrocchia: «Non vi scoraggiate, il Vebrare la festa liturgica di San Giovanni Cascovo è venuto in
labria, fondatore della congregazione. Nel
mezzo a voi per
suo saluto ha inoltre sottolineato che questo
darvi
coraggio,
Don Roberto Zamboni
incontro era anche l’occasione migliore per
Dio vi ama, non
e mons. Di Donna
iniziare ufficialmente, con i migliori auspisiete soli, seguite il
durante la s. Messa
ci, l’anno catechistico-pastorale.
parroco nel suo
«La nostra parrocchia - ha affermato
impegno pastoradon Roberto - è in perenne atteggiamento
le. S. Anna e San
missionario, siamo inseriti nel tessuto soGiovanni Calabria
ciale del quartiere San Lorenzo-Vicaria, nel
vi accompagnino
cuore del mercato del Borgo S. Antonio,
nel vostro cammiluogo di transito di tantissime persone, di
no pastorale».
diverse nazionalità ed etnie, e zona commerciale».
Franco
Questo quartiere è una realtà complessa,
Mistero
con una presenza di forte disagio sociale
che affida alla comunità parrocchiale due
compiti ardui ma efficaci: la testimonianza
della vita cristiana e la formazione a tutti i
livelli, dai fanciulli agli adulti.
«Per questi compiti, quest’anno – ha proseguito il parroco – punteremo su due obiettivi: come segno di operatività sul territorio,
intensificheremo la collaborazione con gli operatori dell’oratorio interparrocchiale dell’Opera Don Calabria,
per aiutare le famiglie nell’assistenza ai ragazzi del Borgo che vivono in una zona senza strutture sportive, culturali e assistenziali; l’altro obiettivo è quello di puntare
sempre più alla formazione degli operatori pastorali
della nostra comunità, per essere sempre pronti e preparati nella difficile opera di testimonianza cristiana».
Mons. Di Donna ha salutato affettuosamente il parroco e la comunità ed ha portato il saluto del cardinale Sepe, ha ringraziato per la sua presenza mons. Luigi Rinaldi, già parroco di S. Anna e attuale canonico della
cattedrale. Ha espresso la sua stima e ringraziamento
per la presenza a Napoli dei Padri dell’Opera Don Calabria. Nella sua omelia ha richiamato il valore della fiducia in Dio e nella Provvidenza che don Giovanni Calabria aveva a fondamento della sua Congregazione: «Abbiamo bisogno della fiducia in Dio e dell’amore di Dio;
13
I pionieri
dell’ecumenismo
La Provvidenza all’Opera
C
os’ha in comune san Giovanni Calabria con san Leopoldo Mandić, san Luigi Orione e la beata Maria Gabriella
Sagheddu? “La santità”, è la prima risposta che viene spontanea. Ma c’è di più: infatti tutti questi personaggi
sono considerati pionieri dell’ecumenismo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un ecumenismo
prima di tutto spirituale, quindi basato sulla sensibilità e la preghiera, ma che in don Calabria è diventato anche un
ecumenismo “materiale” attraverso iniziative molto concrete. Di questi quattro pionieri si è parlato a Padova lo scorso
22 novembre, in un convegno organizzato dai frati cappuccini per celebrare il 70° anniversario della morte del cappuccino san Leopoldo Mandić. Al convegno, che ha visto la presenza del card. Walter Kasper, presidente emerito del
pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, era presente anche un nutrito gruppo di religiosi dell’Opera. Ecco in sintesi che cosa si è detto dei tre “pionieri” descritti accanto a don Calabria (che nel convegno è stato
presentato dal prof. Mario Galzignato)...
Beata Maria Gabriella Saggheddu
San
La beata Maria Sagheddu nasce a Dorgali, in Sardegna, nel 1914, da una famiglia di pastori.
Luigi
San
Dopo aver fatto parte dell’Azione Cattolica, entra tra le trappiste di Grottaferrata (RoOrione
Leopoldo
ma). La sua vita religiosa dura solo tre anni e mezzo. Offerti per l’unità dei cristiani. La sua badessa, infatti, è sensibile al tema e - su sollecitazione del
Mandić
Nasce a Pontecusacerdote francese Paul Couturier, uno dei primi alfieri dell’ecumerone
nella diocesi di
nismo - presenta alle claustrali una richiesta di preghiere e ofNato il 12 maggio
tortona,
il 23 giugno
ferte perché il desiderio di Gesù («che siano una sola
1866 a Castelnuovo, nel1872. A 13 anni entra tra i
cosa») si avveri. Gabriella vi si spende con tutta
la Dalmazia meridionale, a
Frati
Minori di Voghera. Nel
la sua esistenza, facendo voto di vittima.
sedici anni entra tra i Cappuc1886
entra
nell’oratorio di toriMuore di tubercolosi nel 1939 e ora
cini di Venezia. È molto piccolo
no
diretto
da
san
Giovanni bosco.
riposa nel monastero di Vitordi statura, curvo e malfermo di saluIl
3
luglio
1892,
il
giovane
chierico
chiano (Viterbo).
te. Entrato tra i Cappuccini, sogna di
Luigi Orione, inaugura il primo oratorio
spendere la vita per riconciliare con Roma i
intitolato a san Luigi. Nel 1895 viene ordicristiani orientali separati. Questo suo desidenato sacerdote. Molteplici sono le attività cui si
rio però non si realizza, perché nei monasteri dodedica, tutte accomunate dal filo conduttore della
ve viene assegnato gli vengono affidati altri incaricarità. Fonda la Congregazione dei Figli della Divina
chi. Si dedica soprattutto al ministero della Confessione
Provvidenza e le Piccole Missionarie della Carità; gli
e in particolare a confessare altri sacerdoti. Dal
Eremiti della Divina Provvidenza e le Suore Sacra1906 svolge questo compito a Padova, dove è
mentine. tra le sue attenzioni c’è sempre anche
assai apprezzato per la sua straordinaria
uno sguardo ecumenico, spesso saldato con
mitezza. Continua a coltivare il soun forte slancio missionario che da
gno dell’ecumenismo, attraversempre lo ha caratterizzato. Manda
so la preghiera e la riparai suoi sacerdoti e suore nelzione.
l’America Latina e in PaMuore il 30 lulestina sin dal 1914.
glio 1942.
Muore a Sanremo
nel
1940.
Insieme
verso il Capitolo
La Provvidenza all’Opera
G
ià da tempo, all’interno dell’Opera, sono iniziati
a vari livelli i lavori preparatori del prossimo Capitolo Generale. In proposito ci sarà un importante incontro con tutti i Delegati nel prossimo mese di
aprile. A tutte le Comunità, inoltre, è stato chiesto di riflettere su quelle che potrebbero essere le tematiche
portanti di questo evento. I suggerimenti sono stati raccolti dalla Segreteria della Congregazione e tra non
molto il Consiglio Generale, vagliate le riflessioni e i
suggerimenti pervenuti, definirà tre o quattro grandi tematiche di approfondimento.
In riferimento a queste linee di lavoro, la Segreteria
dovrà preparare i documenti, che saranno poi gli strumenti di lavoro dei padri capitolari. È quindi un passaggio molto importante e delicato quello che si trova tra
l’iniziale consultazione generale delle Comunità e il
Capitolo Generale stesso:
devono essere raccolte, organizzate, vagliate, strutturate
ed infine scritte e pubblicate
tutte le istanze utili ai lavori.
Come fare? Che mezzi
usare? Come raccogliere le
informazioni necessarie? E,
soprattutto, come dare voce
diretta ai religiosi, ai laici
della Famiglia Calabriana,
agli amici dell’Opera? È un
passaggio difficile e delicato.
Questa volta si è pensato
di usare, insieme a quelli tradizionali, anche uno strumento messo a disposizione
dalle più moderne tecniche
dell’informazione: Internet.
Sul sito dell’Opera –
www.doncalabria.org – a breve sarà aperto un forum intitolato “Insieme verso il Capitolo”. Lo scopo del forum è
chiaro fin dal suo, appunto, titolo: sarà uno spazio attraverso il quale raccogliere le idee di tutti, per contribuire insieme alla realizzazione del prossimo, importante evento.
Nel top-menù del sito apparirà un link intitolato
proprio “Insieme verso il Capitolo”; seguendolo si
entrerà, senza bisogno di registrarsi o di superare troppe
barriere, nel forum, che sarà diviso in tre o quattro grandi “ambienti di discussione”. In ciascuno di questi “ambienti” chiunque potrà dire la sua. bene sarebbe che
ogni intervento proponesse sia delle critiche/osservazioni, che delle proposte. Lo spirito vorrebbe proprio
essere quello dell’osserva e proponi.
Chiunque potrà accedere e scrivere ciò che pensa ma,
chiaramente, non possiamo pensare di lasciare la porta
aperta senza effettuare alcun controllo: ogni messaggio,
prima di venire pubblicato, verrà trattenuto in un’area
riservata, cui potranno accedere solo alcuni religiosi,
che s’incaricheranno di vigilare, affinché non vengano
pubblicati messaggi offensivi, turpiloqui, pubblicità o
simili cose di cui, purtroppo,
il web abbonda. Non vi sarà
alcun filtro riguardante i
contenuti attinenti le tematiche di discussione, ma sarà
nel contempo garantita la serietà e la “pulizia” della discussione.
Ogni contributo sarà infine letto ed archiviato dalla
Segreteria Generale e sarà
utilizzato per la costruzione
degli strumenti di lavoro,
che saranno messi a disposizione dei padri capitolari.
Vi aspettiamo dunque numerosi all’interno di questo
forum, per andare tutti insieme verso il Capitolo!
Fratel Carlo Toninello
Segreteria Generale
Congregazione Poveri Servi
della Divina Provvidenza
15
Un viaggio avventuroso
16
MISSIONARIE DEI POVERI
La Provvidenza all’Opera
In questo racconto avventuroso si parla di come, in circostanze provvidenziali, nacque
la famiglia delle Missionarie dei Poveri. A Salto, in Uruguay, esattamente 50 anni fa,
tra campagne sconfinate e i pochi sacerdoti missionari che non riuscivano a
raggiungere tutte le popolazioni sperdute... Tempi eroici, tempi di missione pura...
Villaggi di campagna
Nel marzo 1960, i Poveri Servi della Divina Provvidenza fecero una missione di una settimana in due piccoli villaggi della campagna di Salto, in Uruguay, dove
li accompagnò con grande entusiasmo la giovane catechista Maria Nelly beasley.
A settembre dello stesso anno, don Gino Gatto fece
un’altra visita in uno dei due villaggi, chiamato Valentin. Durante questa visita, dopo alcuni momenti di dialogo e un’ora di adorazione eucaristica, disse: “L’Opera
è già cominciata: catechiste missionarie per lavorare
nelle campagne”. Era una necessità urgente, perché
c’era molta povertà spirituale.
Giovani catechiste
Nel giugno del 1961, un gruppo di giovani dalla
campagna e alcune catechiste fecero un ritiro nel collegio di Maria Ausiliatrice, a Salto, per un discernimento
vocazionale. Dando continuità a quell’attività, l’anno
seguente le giovani tornarono a Salto per un altro ritiro,
accolte presso la parrocchia del Sacro Cuore, dove don
Gino e don Firmino orientarono tale discernimento.
Nella Messa conclusiva, era presente mons. Alfredo
Viola, vescovo di Salto. Egli parlò della necessità di
Le prime Missionarie. Da sinistra: Candida Oviedo, Nelly Teresita Mori,
Maria Ardizzone, Blanca Azucena Bueno e Maria Nelly Beasley.
un’opera di catechiste missionarie in campagna. Lo accompagnava il vescovo ausiliare, mons. Marcelo Mendiarath, che a sua volta dichiarò: “Lavoriamo senza disperare per le difficoltà che incontreremo. Dobbiamo
essere pieni di Dio per poterlo trasmettere agli altri”.
Avventuroso viaggio a Porto Alegre
Il 26 febbraio 1962, giunse notizia che don Adelio
tomasin, che in quel momento era referente dell’orientamento di queste giovani, sarebbe stato trasferito a Porto Alegre, nel sud del brasile. In quel periodo aveva già
in progetto di riunire le giovani in comunità per iniziare
la loro formazione. Questa fu la motivazione per cui la
comunità si mise in viaggio verso il brasile, più precisamente a Porto Alegre. Così le giovani Maria Nelly
beasley, blanca Azucena bueno, Nelly teresita Mori e
Candida Oviedo cominciarono a preparare la documentazione necessaria per andare in terra straniera, e là dare
continuità alla propria formazione.
Il 6 aprile 1962, alle 6 di mattina, partirono con il treno da Salto in direzione Porto Alegre. Don Luigi Piovan, parroco della parrocchia di Santa Cruz, al momento della partenza consegnò alle ragazze una carta di presentazione a una comunità religiosa di Santana do Livramento, perchè là avrebbero potuto chiedere ospitalità.
La borsa nera
Durante il viaggio, dovettero cambiare treno e fu durante questo cambio che smarrirono una piccola borsa dove si trovavano tutti i
documenti. Scoraggiate, le giovani parlavano
tra loro e una professoressa che viaggiava
con loro, sentendo la conversazione, si avvicinò e chiese maggiori informazioni sulla
questione. Dopo aver ascoltato, la signora
consegnò loro la famosa borsa con tanto di
documenti, che aveva trovato lei. Nacque allora una bellissima amicizia. Le giovani spiegarono alla professoressa il motivo del loro
viaggio e la signora decise di accompagnarle
fino a Santana do Livramento insieme a suo
La Provvidenza all’Opera
marito, che l’aspettava a Rivera, in Uruguay.
Don Adelio Tomasin quando
Quando arrivarono, mostrarono subito la carta
si trovava in Uruguay prima di trasferirsi in Brasile
di presentazione alla suora che aveva aperto, ma
questa disse: “Mi spiace! La superiora non c’è
e noi non possiamo ricevervi”. La coppia che le accompagnava, davanti a questo fatto, si offrì di ospitare le ragazze nella propria casa. Questo fu il primo
segnale di manifestazione della Provvidenza.
La coppia che la Provvidenza aveva messo sul
cammino delle giovani era molto amica del parroco
di Rivera e così glielo fecero incontrare. Durante
l’incontro, le giovani comunicarono il desiderio di
fare la comunione il giorno seguente, in quanto era
il primo venerdì del mese; il sacerdote si mise a loro
disposizione. Alle quattro di mattina, la coppia di
amici le accompagnò in parrocchia e poi fino alla
stazione ferroviaria di Santana de Livramento, da
dove, alle cinque e mezzo, intrapresero il viaggio
per Porto Alegre.
Tra pulci e pipistrelli
Il 7 aprile 1962, alle 19,30, dopo un viaggio molto avventuroso e con la presenza paterna e provvidente di Dio Padre, le quattro giovani arrivarono
nella grande città brasiliana. Quando don Luigi Piovan aveva comunicato ai padri di Porto Alegre che
le giovani erano in viaggio, questi si erano preoccupati di trovare un luogo dove accoglierle.
La famiglia Moresco, da cui proveniva uno dei
seminaristi, le accolse provvisoriamente, cedendo
un locale a Campo Novo prima adibito a deposito di
La missione
frutta. Non c’era elettricità, non c’era niente da mannelle campagne di Salto
giare, né c’era un fuoco per riscaldare l’acqua. C’era
non era tra le più agevoli...
solamente molta frutta, però era proibito mangiarla.
Quello che non mancava erano pipistrelli e pulci.
I padri recuperarono di Provvidenza un tavolo, i
letti e i materassi. Dopo una settimana, venne loro chiesto di collaborare nei lavori domestici, aiutando in cucina, nelle pulizie e nella lavanderia dell’intero seminario di Rua Aracaju, n. 650, oggi Centro di Educazione Professionale San
Giovanni Calabria. tutte le mattine, i padri prendevano due delle giovani e ritornavano con loro di sera. Dopo un po’ di tempo, si aggiunse loro un’altra giovane, Maria Ardizzone, italiana residente da molti anni in brasile.
I primi voti
L’11 ottobre 1962, in occasione della visita del Superiore generale, don Luigi
Pedrollo, successore di don Calabria, le prime cinque giovani fecero i loro voti e
furono accolte nella Famiglia Calabriana come un nuovo ramo.
Tratto dalla rivista «A Ponte» n. 3/2012
Traduzione di Matteo Cavejari
A giugno 1962, le prime Missionarie dei
Poveri ricevettero a Porto Alegre la visita
di mons. Alfredo Viola, vescovo di Salto.
Celebrò la Messa per le giovani, che
stavano per terminare la loro tappa di
formazione prima della professione
religiosa, e rivolse loro queste parole:
«Sono molto felice di essere qui e
celebrare questa Eucarestia. Ieri ho
lasciato le vostre famiglie, la vostra
patria, per offrire a Dio questo sacrificio
di consegna e per cominciare questa
opera che per molti anni fu una mia
preoccupazione,
per
assistere
spiritualmente
le
persone
della
campagna. Oggi posso vedere l’inizio
di questa opera con voi, umili e
modeste. Che sa il Signore ci ha
permesso di aspettare tanto tempo
perché Egli aveva i suoi piani».
Un the nella foresta
18
INDIA
La Provvidenza all’Opera
Proseguono i reportage dalle missioni dell’Opera. Questa volta fratel Carlo Toninello
racconta una recente esperienza vissuta nell’Assam, in India.
N
on sono facili questi ultimi 15 chilometri. La
strada è veramente pessima. Uscendo da Guwahati e andando verso sud, mi ero illuso che la
strada rimanesse abbastanza buona, ma ora che siamo
nelle vicinanze della nostra meta padre Abraham è veramente messo alla prova come autista. L’addensarsi delle
case ci dice che il villaggio è ormai prossimo. Ecco il
cartello con il nome tanto sospirato: Hahim, villaggio
abitato da componenti della tribù Garo. Una deviazione
sulla destra ci porta verso il cancello della piccola scuola di cui dovremo già da gennaio farci carico. Si tratta
di due strutture segnate più dall’incuria che dal tempo.
Attualmente ospitano circa 260 bambini/e che frequentano le prime sei classi.
Alla fine del corridoio ci sono due stanze che dovrebbero fare da uffici, ma che nei nostri pensieri sarebbero destinate a prima base per i nostri religiosi. Visitarle mi dà un brivido. La miseria è così come la sporcizia.
Il controsoffitto è caduto qua e là, vi dominano le ragnatele e la polvere. Le finestre sono rotte, alcune scardinate. Cucina e bagni (ma ci vuole molta fantasia per
definirli tali) sono ridotti in uno stato pietoso. I nostri
confratelli avranno un bel da fare per rendere abitabili
questi spazi, ma sappiamo che a molti di loro il coraggio non manca.
Continua ad arrivare gente. Il capo del villaggio ci
invita a riprendere l’auto e fare altri 15 minuti di una
strada che gradualmente diventa sempre più impraticabile fino a diventare un viottolo nella foresta. È un tratto
breve e subito sbuchiamo in una radura. Scendiamo dall’auto. Il capo-villaggio ci mostra un terreno di circa un
ettaro dove gli abitanti hanno fatto pulizia tagliando le
erbe più alte. Ci inoltriamo nel terreno e lo visitiamo
tutto, commentandone la fruibilità per eventuali future
costruzioni (chiesa? scuola? casa dei religiosi?). tutto
attorno vediamo le basse colline che caratterizzano questo territorio.
Sono più di mille i cattolici che abitano nella zona,
un numero considerevole per le dimensioni del cattolicesimo in India. Molti di loro vivono sulle
colline dove si può arrivare solo a piedi.
Qualcuno commenta: “Pura missione!”, con
una vena di entusiasmo. Lo spettacolo offerto dalla natura è più che gradevole e ci fa ca-
La Provvidenza all’Opera
pire forse in parte il motivo della dolcezza di
questa popolazione. Dolcezza di cui facciamo
esperienza diretta mentre ritorniamo alla scuola.
La nostra guida ci ferma presso l’abitazione di
una famiglia protestante che ci apre la sua casa
dandoci un’ospitalità più che cordiale. Sediamo
in quello che dovrebbe essere il salotto buono di
quella casetta fatta di tre stanze. I due figli, un ragazzino e una ragazzina, il papà e la mamma si mettono intorno a noi curiosi e sorridenti, forse orgogliosi di una
tale inattesa visita. Ci viene offerto un the che preferiamo prendere nero in onore dell’ottimo prodotto locale
(il famoso the dell’Assam). Raccogliamo informazioni
sul loro lavoro nelle piantagioni di the, di come vanno i
ragazzini a scuola, dei loro desideri futuri.
Poi ci fanno un’offerta inattesa: “Gradite un po’ di
betelnat?”. Per non apparire ospiti schizzinosi accettiamo con entusiasmo. I ragazzini e la mamma si alzano e
prendono chi un secchietto d’acqua, chi un piatto, chi
alcune foglie verdi. La mamma si siede, prende un barattolino di plastica dove è custodita una pasta bianca.
Da un barattolo più grande estrae quelle che sembrano
delle noci. Le raschia con un coltello e poi le taglia a
quarti. Ne mette un quarto su una foglia dove prima ha
posto una ditata di quella pasta bianca. Avvolge la foglia intorno al quarto di noce e lo offre a ciascuno di
noi. Con qualche apprensione, ma con la forte volontà
di non sembrare sgarbati, mettiamo in bocca quello strano boccone. Eseguendo le loro indicazioni iniziamo a
masticare. Gli sguardi ci studiano, curiosi delle nostre
reazioni. Cerco di non dar mostra della terribile esperienza che sto facendo. Il gusto infatti è orribile, indescrivibile. Quando mi dicono che per le persone di qui
masticare tutto il giorno questa cosa è uno dei migliori
passatempi, penso che già quei pochi secondi per me
sono una tortura. Per fortuna la nostra guida dice alla
famiglia che dobbiamo proseguire il nostro cammino,
così abbiamo l’occasione di uscire dalla casa, metter
mano furtivamente al fazzoletto e sputarvi rapidamente
quel mefitico intruglio.
Facciamo una bella foto con la famiglia e quindi ci
dirigiamo verso la scuola. Qui si sono raggruppate molte persone che dapprima ci fanno accomodare su delle
sedie di plastica, all’apparenza molto preziose per loro,
poi ci offrono la consueta sciarpetta bianca con motivi
rossi simbolo di benvenuto e ci cantano alcune canzoni
con grande allegria e in spirito di gratitudine perché
sanno che ci prenderemo cura dell’educazione e della
formazione dei loro figli.
Al termine dei canti, dentro una delle aule, ci hanno
preparato alcune tazze di the che beviamo con un po’ di
latte. Quando stiamo per alzarci e riprendere la strada
del ritorno, una signora dal sorriso smagliante si avvicina a noi con un piatto ben apparecchiato. Dentro sono
disposte con grande eleganza delle foglie verdi con... un
quarto di betelnat. Pur rischiando di sembrare poco cortesi, stavolta rifiutiamo la gentile offerta. Sul volto della
signora si spegne il sorriso... Subito usciamo per gli ultimi saluti e per salire in macchina alla volta della capitale Guwahati. Il gruppo riprende i canti per salutarci e
anche sul volto della signora con il bel piatto di betelnat
ancora intatto in mano torna il sorriso. “Alla prossima!”, penso in cuor mio con entusiasmo mentre l’auto
riprende a saltellare sulle buche della strada. Ma non
credo che riasseggerò il betelnat.
Fr. Carlo Toninello
20
RACCONTO
lo stormo di florian
Capitolo 3
Era una bellissima mattina di primavera. I raggi del sole avevano appena iniziato a scaldare le foglie degli
alberi, quando Mammina aprì un occhio. Decise che
avrebbe potuto aspettare ancora un poco prima di
svegliare il suo piccolino, quindi richiuse quell’occhio
troppo mattiniero e provò a riaddormentarsi. Niente
da fare! Lo stormo era già in piena attività e svolazzava rumorosamente attorno al nido di Augusto e Mammina, aspettando che il re si svegliasse. D’altronde, si
è mai sentito uno stormo silenzioso? Impossibile!
«Accidenti! – pensò – Uno di questi giorni dovrò
consigliare ad Augusto di fare una legge sul silenzio: “Vietato volare e far rumore finché il re non è
sveglio!” Così, magari, anch’io riuscirò a dormire un
po’ di più!»
Proprio in quel momento Augusto si svegliò:
«Mammina, mammina! Dove sei?»
«Sono qui, piccolino mio. Mia gioia. Mio cuore. Proprio accanto a te.»
«Ah, è vero! Non t’avevo vista: avevo paura te ne
fossi andata e mi avessi lasciato solo.»
«Non potrei mai fare una cosa simile a te, Augusto.
Al mio piccolino, al mio figlio prediletto, al re dello
stormo, all’uccello più bello e importante dell’intera
foresta. Sei tutto per me. Sei la mia vita stessa.»
«Davvero... sono il più bello?»
«Sì, Augusto. Sei il più bellissimissimo.»
«Davvero... sono il più importante?»
«Ma certo, Augusto. Nessuno è più importante di te
nella foresta.»
«Ma ne sei proprio sicura?»
«Sicurissima...»
«Ma ne sei proprio certa certa?»
«Certissima, amore mio...» e così, su questo tono (un
po’ stucchevole, alla lunga, invero), continuavano a
parlarsi per un pezzo, Augusto e la sua Mammina.
In realtà, Augusto non era né piccolo, né tanto bello, ma si sa: ogni mamma pensa che suo figlio sia
sempre il più bello, il più buono ed il più bravo
dell’universo ed è anche naturale che sia così. Solo
che Mammina esagerava! Augusto, infatti, era cresciuto, era grande e grosso ed era il re dello stormo!
Già da un pezzo non avrebbe più dovuto essere
trattato come un pulcino e invece...
«Figlio mio amatissimo, specialissimo, bellissimo! Sei
il mio orgoglio. Nessuno al mondo è come te. Sei
unico. Sei grande. Sei perfetto e sei nato per comandare.»
«Sei sicura, Mammina?»
«Ma certo, Augusto! Sei fatto per
essere il capo. Più di tutti. Meglio
di tutti. Accanto a te, nessuno esiste
più. Sei un vero re!»
Ma Augusto non sembrava ancora convinto: «Sei davvero sicura? Sicura, sicura? Certissima,
Mammina?»
A quel punto, ogni mattina Mammina si metteva
dietro al figlio, ancora mezzo addormentato, poi
iniziava a lisciargli col becco le piume del capo e
continuava:
«Al tuo confronto l’intero stormo scompare, figlio
mio. Gli altri sono solo granelli di polvere al tuo cospetto! Ancora un attimo e sarai pronto. Ecco,
aspetta. Ancora una lisciatina... accidenti! Questa
piuma non vuole starsene a posto!... Un attimino...
aspetta, aspetta... ecco! Perfetto! Ora sei pronto:
vai, figlio mio. Comandali tutti. Soggiogali. Tu solo
puoi. Tu solo sai. Vai!»
Ecco: finalmente Augusto era pronto per uscire dal
nido.
Alzava un poco il capo oltre il bordo, si guardava bene intorno, osservava a destra, poi a sinistra ed infine,
quando era sicuro che non ci fossero pericoli in vista,
con un balzo saltava sul bordo del nido e lì si gonfiava tutto... quasi come se fosse una mongolfiera.
Ogni mattina Mammina restava un poco in disparte
ad osservare la scena con occhi compiaciuti: un sorriso di orgoglio soddisfatto le compariva sul becco.
D’un tratto, come se gli uccelli dello stormo avessero risposto ad un preciso richiamo, tutti iniziavano a
volteggiare, sempre più veloci e sempre più compatti, attorno alla chioma più alta del grande faggio, lì dove era stato costruito il nido di Augusto e
della sua Mammina.
Fringuelli, passeri, merli, corvi, pettirossi, cinciallegre, storni e ogni altra sorta di volatile appartenente allo stormo di Augusto girava, a velocità folle, attorno alla cima dell’albero. Visti da lontano sembravano una nube di insetti attorno a del cibo.
Questa scena si ripeteva, regolarmente ogni mattina, all’apparire di Augusto sul bordo del nido. Tutto
21
lo stormo si radunava e rendeva il doveroso ed
ossequioso omaggio al suo re.
Anche quella mattina stava succedendo la medesima cosa. E, come sempre, ad un tratto Augusto
aprì lentamente le ali e stette fermo in quella posizione per qualche istante. Era immobile, proprio
come una statua.
A quel punto, l’intero stormo parve come impazzito:
il cerchio si ruppe ed ogni uccello, grande o piccolo
che fosse, si precipitò verso il ramo libero più vicino
e vi si posò sopra. Immaginatevi un po’ voi quanti
scontri in volo, quante botte e quanti spintoni per
accaparrarsi il posto più vicino al re, ad Augusto.
In pochi secondi tutti furono a posto. I rami erano
completamente carichi di uccelli. Il grande faggio
era letteralmente schiacciato sotto il peso dello
stormo: erano veramente tanti, tanti e ancora tanti.
Il rituale si ripeteva, assolutamente identico, ogni
giorno.
A quel punto Augusto abbassò lentamente le ali e
gridò:
«Ecco il mio stormo!»
E tutti gli uccelli, compresa Mammina (dall’interno
del nido), risposero in coro con una sola parola:
«Tuo!»
«Ecco il mio bellissimo stormo!» continuò Augusto,
sempre gridando.
E lo stormo rispose: «Tuo! Bellissimo!»
«Ecco lo stormo più bello di tutti gli altri stormi!»
insistè Augusto.
«Tuo! Il più bello!» risposero ancora tutti gli uccelli,
ad una sola voce.
«Ecco lo stormo più forte di tutti gli altri stormi!»
«Tuo! Il più forte!»
«Ecco lo stormo più ricco di tutti gli altri stormi!»
«Sììììììììì! Tuo! Il più ricco!»
A quel punto, e proprio in quel mattino, Augusto
dette il meglio di sé: gonfiando il petto più che potè, gridò ancora più forte:
«Ma io voglio uno stormo ancora più bello!»
«Più bello!» rispose lo stormo, completamente ipnotizzato e soggiogato.
«Ancora
più
forte!»
«Più forte!»
«Ancora più riccoooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!! » gridò a pieni
polmoni Augusto, aprendo improvvisamente le ali a croce.
A quel segnale, l’intero stormo prese i-s-t-a-n-t-a-n-e-a-me-n-t-e il volo gridando come
impazzito:
«Riccoooooooooo!!!!!!!!
Forteeeeeeeeee!!!!!!!! Belloooooooo!!!!!!!!!!!!!!!»
All’interno del nido, Mammina era letteralmente
fuori di sé dalla gioia.
Continuava a saltellare
per ogni dove, battendo le
ali per applaudire e ripetendo:
«Così, sì!!! Proprio così! Bravo, figlio mio... bravooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!».
Mariacristina Filippin
Esperienze da ricordare
22
SPAZIO FIORITO MARIANO
Tre giorni da dono
Prendere coscienza del valore del dono: capire l’importanza dei doni, saperli riconoscere come tali, scoprire la gioia di condividerli. Ecco ciò che i bambini e i ragazzi hanno sperimentato nel campo del 4-5-6 gennaio
2013 a San Mauro di Saline: riconoscere quanto sia bello donare e lasciarsi donare. L’esperienza è iniziata con
l’accoglienza dei ragazzi, venerdì pomeriggio. Poi con
la storia di Marco e con l’aiuto degli animatori, i ragazzi hanno capito la differenza tra dono e diritto e poi...
tUttI A tAVOLA! La serata è proseguita con dei giochi e con la preghiera della buonanotte, il tutto seguito
dagli animatori, e poi tutti a letto. Il giorno successivo,
dopo la colazione e la preghiera, in salone, tutti, animatori compresi, hanno partecipato alla dinamica dei 4
MERCAtI che aveva lo scopo di far capire ai ragazzi
quanto sia importante non solo ricevere ma anche donare. La giornata è proseguita con dei giochi che si sono
svolti nella pineta di San Moro; al rientro... thè e docce.
Con la proiezione del cartone animato di topolino sul
Natale e sui doni, i ragazzi sono stati chiamati a fare un
nuovo baratto come nella dinamica del mattino, ma
questa volta con Gesù e quindi di decidere se affidargli
tutto quello che avevano raccolto al mercato oppure
nulla. Per finire in bellezza la splendida giornata, si è
giocata la prima straordinaria PARtItA DI QUIDDItCH in tutta la storia di San Mauro.
Domenica 6, si è scoperta l’altra faccia della medaglia, cioè come ci si sente nel donare. Con la storiella
della collana preziosa, si è concluso che ognuno di noi
porta con sé delle perle, più o meno preziose, ma possiamo comunque decidere se darle oppure no a Gesù; in
cambio egli comunque ci darà sempre delle perle molto
più preziose perché ci batterà sempre in generosità. Il
tutto è stato rappresentato da una scatolina costruita dai
ragazzi contenente una perla. Il bagaglio che i ragazzi si
sono portati a casa, oltre alla stanchezza, è stata la riscoperta del donare. In tutti i suoi aspetti.
Emma e Tommaso Bertoldi
C’era chi era inca
chi sognava già.
imparato a sogna
Ogni sogno ti port
cando aquiloni, ol
ni. Tutta la vita è
ne. Che se cado un
cadrò e da terra,
Abbiamo imparato a sognare!
Si è svolto dal 7 al 9 dicembre il campo invernale dedicato
agli adolescenti, nel quale abbiamo provato tutti insieme a
sognare! È iniziato tutto con l’arrivo dei ragazzi il venerdì
sera, dopo gli impegni settimanali. Lo spezzone del film “Che
ne sarà di noi” e la canzone “Ho imparato a sognare” hanno
dato il via al nostro viaggio all’interno dei sogni di ognuno di
noi. Come ci vediamo ora? Come ci vedremo a quarant’anni?
Si smette di sognare, o più grandi si diventa e più sogniamo?
Sono queste le domande che ci siamo posti all’inizio del nostro
percorso e alle quali abbiamo cercato di dare una risposta.
Ognuno di noi ha poi trascritto le sue risposte in una busta e
le ha affidate al Signore affinché leggesse i nostri sogni e ci
aiutasse a capire se vengono davvero dal cuore. La mattina
seguente, con l’aiuto di due “Vocazioni Speciali”, quella della
famiglia e quella della vita consacrata, abbiamo cercato di
capire quali fossero i cecchini che non ci permettono, a volte,
di realizzare i nostri sogni: la crisi economica, una bella
bionda, la famiglia, le paure, le insicurezze e le relazioni
possono creare un punto di fermo che non ci permette di
SPAZIO FIORITO MARIANO
Famiglia calabriana
“Una chiamata per Medjugorje”
Driiiin Driiiin! Rispondo alla chiamata e dico: “Sì”.
Quest’anno anche per me è arrivata la chiamata verso
Medjugorje. Durante i giorni che precedevano la partenza mi sentivo spesso chiedere: “È la prima volta
che vai a Medjugorje?”. Io rispondevo con un “Si”,
ma tra me e me pensavo: “Perché? Quante volte bisognerebbe andarci?”.
Mi aspettavo tanto da Medjugorje. Ma allo stesso
tempo non sapevo cosa avrei dovuto aspettarmi. È un
luogo dove sai si assiste alle apparizioni della Madonna. È un luogo dove alcune persone sai che scoprono o
ritrovano la Fede. Un luogo davvero speciale. E finalmente, insieme al gruppo dello Spazio Fiorito, anch’io
sono arrivato in quel luogo speciale dopo una giornata
di viaggio.
Il mattino ci siamo alzati presto per assistere all’apparizione della Madonna insieme a tanti altri fedeli
uniti nella preghiera. Abbiamo sentito un improvviso
silenzio appena la veggente ha alzato gli occhi verso il
cielo. È veramente difficile descrivere con semplici
parole quello che ho sentito nel cuore. Perché il cuore
ha un modo tutto suo di comunicare. Le parole non ba-
apace a sognare e
C’è che ormai ho
are e non smetterò.
ta più in là cavalltre muri e confiè una bella canzona volta una volta
, da lì mi alzerò.
essere liberi di sognare e realizzare ciò che abbiamo nel
cuore. Con l’aiuto di Rusty, dopo la visione del film “Faccia a
faccia”, ci siamo chiesti se i sogni che abbiamo adesso siano
il meglio per noi, se ci siamo accontentati dei sogni di qualcun
altro o il Signore ha in serbo per noi qualcosa di più grande.
La serata del sabato, con il White Party, ha avuto inizio con
una serie di giochi e balli e si è conclusa con l’arrivo di Gesù
Eucarestia per ricordarci che rimane sempre innamorato di
noi e che, anche nel nostro piccolo, nel nostro essere singoli,
siamo il suo sogno più grande. Alla domenica, per concludere
il percorso, abbiamo scritto i nostri sogni sull’aeroplanino di
Rusty e lo abbiamo fatto volare nelle mani del Signore affinché
ci guidi alla loro realizzazione. Tappa molto bella e
importante del nostro viaggio è stato il rinnovo dei voti di fr.
Lino Busi e di don Michele Dal Bosco che hanno condiviso con
noi la promessa fatta al Signore e il loro amore per lui.
Cosa ci siamo portati via da questo campo? Il prendere
coscienza del valore che ciascuno è, e che si manifesta con
un progetto di vita sul quale vale la pena di investire le nostre
forze: sognare e rendere concreto il nostro progetto.
Ciuz & Giacomo
stano per descrivere la pace provata sopra il Monte
Krizevac dopo un’invocazione allo Spirito Santo fatta
tutti insieme. “Tutti insieme”. Ho ripetuto queste due
parole per sottolineare l’importanza della comunità.
Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato a questo
pellegrinaggio. Perché ogni persona con i propri occhi
parlava ed esprimeva le emozioni che le parole non
possono descrivere.
Siamo saliti sul Monte Krizevac percorrendo la Via
Crucis. Camminando su quei sentieri ricoperti di pietre. Dove ognuno deve stare attento a dove mettere i
piedi. Dove ognuno deve trovare ogni volta la via e la
direzione migliore per superare gli ostacoli più difficoltosi che la montagna gli pone davanti. Ogni persona ha trovato pietre lungo la strada che lo facevano
scivolare. Pietre diverse da quelle che ha potuto trovare un altro compagno. Ogni persona ha dovuto scegliere la via migliore per aggirare l’ostacolo. A volte la direzione scelta era giusta. Altre volte invece era più
sbagliata di quella di prima e le cose si complicavano
ancora di più. Ma ogni persona con l’aiuto di tutti è arrivata fino in cima e ha trovato ad accoglierla l’alta
Croce bianca. È possibile paragonare con una metafora questa montagna piena di pietre alla nostra vita?
Medjugorje ti fa tornare a casa con la pace nel cuore, ora capisco perché viene voglia di tornare, ti ricarichi di vita. Ma ti porti a casa come souvenir una bella
sfida che senti di dover vincere. Portare l’esperienza di
Medjugorje e il messaggio della Madonna nella nostra
vita quotidiana.
Gabriele Mischi
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24
Esattamente un anno fa, su «L’Amico» avevamo dedicato due pagine al primo numero
di “Noi ragazzi”, giornalino del Patronato dell’ex Gil di Verona nato nel 1948. Qui
riportiamo alcuni articoli del numero due, uscito il 20
novembre 1948. Sono autentici pezzi di storia dell’Opera
Don Calabria, dove ancora oggi si respira il clima che si
viveva nelle Case calabriane a quel tempo in cui il Padre
don Giovanni era ancora presente vicino ai Buoni Fanciulli.
EX ALLIEVI
Famiglia
Ex allievi, Patronato - Roveggia - San Marco
“Visita al Frantoio”
Domenica 18 novembre, un gruppo di Ex allievi con familiari e amici, 250
partecipanti circa, ci siamo incontrati per una visita guidata al frantoio “Redoro”
di Grezzana. Alle ore 10.30, guidati dal nostro presidente Lorenzo Salvagno,
è iniziata la visita agli impianti in piena attività, con degustazione di prodotti
locali a base di olio nuovo di frantoio.
A seguire, nella sala conferenze dell’azienda, è stata celebrata la Santa Messa
presieduta dal Vicario generale dell’Opera don Primo Ferrari. La giornata si è
conclusa con il pranzo fatto in casa. Un ringraziamento particolare, per la
disponibilità, ai signori Isidora e Mario Salvagno, che hanno consentito questa
manifestazione, e a don Primo per la sua presenza e sempre pronta
disponibilità.
G. M. - Ex allievi San Marco
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26
Essere genitori
nonostante la separazione
S
abato 10 novembre
presso l’Oasi di san Giacomo di Vago, sede del
Colle per la Famiglia
dell’Opera Don Calabria, si
è svolto il convegno dal titolo “Genitori separati e figli,
oltre la frammentazione per
un cammino di crescita”.
L’incontro è stato introdotto dal Casante don Miguel tofful, dal Direttore del Centro di Pastorale Familiare di Verona don Francesco Pilloni e dall’Asses-
sore ai Servizi Sociali del Comune di Verona Anna
Leso. L’obiettivo era quello di offrire una riflessione e
un approfondimento psicologico e pedagogico sul tema dei genitori separati e sul loro rapporto con i figli,
perché, come ha osservato la relatrice, professoressa
Costanza Marzotto dell’Università Cattolica di Milano, si può smettere di essere coniugi, ma non si smette mai di essere genitori.
Ma questo è possibile e come? È possibile salvaguardare la crescita dei figli e far capire che anche in
caso di frammentazione della famiglia non viene spezzato il filo della loro storia?
L’attenzione alle persone separate o divorziate e
l’esperienza dei percorsi di condivisione
Famiglia calabriana
È disponibile presso la sede del Colle per la Famiglia, a San Giacomo di
Vago, il volume che fornisce approfondimenti sul tema delle persone
separate e/o divorziate.
Il volume, terminato nel novembre del 2012, è frutto della collaborazione
del Centro di Pastorale Familiare, del Colle per la Famiglia - Opera don
Calabria, del Consultorio Familiare Verona Sud e del Consultorio
Familiare La Bussola di Cerea (Verona). In esso sono riportate anche le
esperienze condotte riguardo i gruppi di condivisione e i gruppi di
parola per i figli.
Copie del volume possono essere richieste e/o spedite con un piccolo
contributo per la copertura delle spese.
I figli non scelgono la separazione dei genitori – ha detto la relatrice – ma sono i primi a vivere le conseguenze e per evitare possibili disturbi che possono ostacolare un loro normale
sviluppo psichico e relazionale è indispensabile
far capire che da queste situazioni di crisi è posIndice dei contenuti: Introduzione - Una Chiesa che sa accogliere - Le
sibile uscirne.
Situazioni
difficili e irregolari - I Cammini di accompagnamento Un buon modo per percorrere questo cammiL’esperienza
dei gruppi di condivisione a Verona - Dalla viva voce di
no di crescita, sia per i genitori che per i figli, è
alcuni partecipanti - Altri percorsi di condivisione: La Mediazione
quello di non farsi trovare da soli di fronte a
Familiare e I Gruppi di Parola - Conclusioni - Bibliografia.
problemi che potrebbero sembrare insormontabili, ma essere accompagnati da figure di riferiAutori. Hanno contribuito alla realizzazione di questo fascicolo:
mento come sono gli educatori, gli psicologi, i
- Suor Maria Bottura, Piccole Suore Sacra Famiglia, Consultorio
mediatori familiari, i sacerdoti, avendo anche il
Familiare La Bussola di Cerea, psicologa psicoterapeuta
coraggio di affrontare insieme ad altri che si
- Dott. Piero Dalle Vedove, Centro di Pastorale Familiare, Verona
trovano nelle stesse situazioni un percorso di
Don. Franco Fiorio, Diocesi di Verona
reciproco aiuto.
- Padre Mario Giusti, Padri Carmelitani Scalzi, Verona
L’importante, ha sottolineato la prof.ssa Mar- Dott.ssa Maria Grazia Rodella, Colle per la Famiglia, Opera don
zotto, è che “ogni famiglia sia un luogo di relaCalabria, mediatrice familiare, psicopedagogista e counsellor
zioni che lega le differenze di genere e di gene- Dott.ssa Michela Soardo, Consultorio Familiare Verona Sud, mediatrice
razione e che si basa sul principio del dono”.
familiare e pedagogista
Secondo la relatrice questo è il solo modo afLe richieste vanno indirizzate a:
finché sia “possibile mantenere una responsabilità genitoriale condivisa e mantenere una legitColle per la Famiglia
timazione reciproca tra i genitori. In caso contel. 045.87.97.462
trario la separazione può diventare un pericolo,
e-mail: [email protected]
non solo a breve termine, ma soprattutto nel lungo periodo, con manifestazione nei figli di difficoltà di apprendimento, di progettualità professionale, di capacità di intessere relazioni signifiNell’occasione è stato pure presentato e distribuito
cative e durature”.
il sussidio “L’attenzione alle persone separate o diNella seconda parte del Convegno, per dare concrevorziate e l’esperienza dei percorsi di condivisione”
tezza a quanto esposto dalla professoressa Marzotto,
che
fa il punto sulle situazioni delle crisi matrimoniali
sono state esposte alcune esperienze “pratiche” cone su quali risorse oggi sono disponibili.
dotte nella provincia di Verona sia per le persone sepaIl sussidio è disponibile presso la sede del Colle per
rate (gruppi di condivisione) che per i figli (gruppi
la Famiglia e può essere richiesto inviando una e-mail
di parola).
a [email protected].
Le diverse esperienze sono state presentate da Maria Grazia Rodella del Colle per la Famiglia, da MiMaria Grazia Rodella e Piero Dalle Vedove
chela Soardo, mediatrice familiare del Consultorio Familiare di Verona Sud, da suor Maria bottura del Consultorio Familiare La Rete di Cerea, da Cristina Ferraccioli del Consultorio Familiare dell’USSL 21 e da
Il Colle per la Famiglia è un ente dell’Opera Don Calabria che
Roberta Gozzi del Consultorio Familiare di Verona
si occupa di approfondire e sensibilizzare sui temi della
Nord.
famiglia, collaborando con altre istituzioni dell’Opera e della
diocesi che operano nel medesimo settore (Centro diocesano
di Pastorale Familiare, Fondazione Exodus, Spazio Fiorito...)
Testimonianze di volontariato
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ASSOCIAZIONE PEREZ
Famiglia calabriana
Riportiamo due testimonianze provenienti dall’associazione di
Volontariato Calabriano “Fr. Francesco Perez”...
Volontari a Ferrara
L’Associazione di Volontariato Calabriano “Francesco Perez” opera su tutto il territorio nazionale, con sedi periferiche.
Ferrara, sede regionale dell’Emilia Romagna, ha 34 volontari
tutti iscritti all’albo provinciale e regionale dell’Emilia Romagna. La sezione è attiva dal 1988.
Gli scopi principali dell’Associazione sono la solidarietà e
il servizio alla persona nelle varie situazioni di emarginazione, di sofferenza, secondo lo spirito calabriano, garantito dal
Superiore generale dell’Opera Don Calabria. I volontari collaborano con i religiosi e con gli insegnanti dell’Opera nelle
attività sociali, culturali e formative proposte.
L’Associazione “Francesco Perez” di Ferrara vuole essere
un punto di ascolto dove i ragazzi in difficoltà possono trovare un orientamento realistico per un progetto di rientro
scolastico o verso la formazione professionale. Percorsi da
progettare insieme ai docenti dell’Istituto, in modo particolare per gli studenti che hanno bisogno di essere sostenuti e rimotivati.
L’Associazione si occupa della formazione dei volontari,
promuove rapporti, collegamenti e confronti con gruppi, associazioni, organizzazioni di volontariato e sociali del territorio. I volontari di Ferrara operano prevalentemente presso la
Città del Ragazzo, con varie mansioni: collaborazione con gli
insegnanti nell’assistenza ai ragazzi nei vari laboratori, assistenza a persone disabili o emarginate, collaborazione con la
Casa Famiglia per ragazzi con problemi sociali. Un lavoro
importante è poi la manutenzione della Casa.
I volontari,
con gli Ex allievi, si ritrovano alla Città del
Ragazzo ogni
seconda domenica del mese
alle ore 9.30
per un momento di formazione calabriana,
luglio e agosto
esclusi.
■
Un’esperienza
indimenticabile
Ho collaborato, come
tutor d’aula, nell’area formazione del Centro Polifunzionale Don Calabria. Ho atteso per un anno quest’opportunità di volontariato e ancora oggi ne vado
fiera. Ci sono arrivata dopo 10 anni d’attività nel
settore del sociale come educatrice professionale e
pedagogista. Ora voglio dare una testimonianza del
contesto in cui ho operato.
Il mio ruolo di tutor prevedeva di garantire la partenza e la conclusione dei corsi di formazione affidatimi. Più volte mi sono chiesta quali fossero gli
elementi che rendevano particolare quest’esperienza
e questo contesto. Il più evidente riguarda l’accoglienza delle differenze, anche delle mie. Ripensando alla mia storia professionale, mi sono accorta dell’importanza di essere riconosciuta per quello che
sono e che faccio. Il mio modo di essere e di esistere
ha una propria unicità: giusto o sbagliato, che sia!
Conta il sentirsi accolti, nonostante tutto.
Il secondo elemento si riferisce al fatto di aver
goduto di uno spazio sensibile alla cura delle molteplici sfaccettature dell’essere umano, quali la riabilitazione, la comunicazione, la formazione, l’educazione.
Un altro aspetto che mi ha molto colpito è la presenza di un luogo di culto: “La cappella del buon
Samaritano”. All’ingresso, una frase di S. teresa del
bambin Gesù: “L’orazione è vivere in intima amicizia con Cristo incontrandosi spesso da sola e solo
con Lui che sappiamo ci ama”. Più volte mi sono
fermata, anche per ringraziare. Non mi è mai capitato, all’interno di un contesto professionale,
di avvertire questo bisogno di contatto. Qui, è capitato. Il senso di tutto ciò, non lo so. C’è Chi saprà.
Barbara Gaiardoni
Fidas, non solo sangue
NEGRAR
Famiglia calabriana
L
a Fidas Verona nasce nel settembre 1997 dall’unione di tre Gruppi attivi già da anni sul territorio veronese: Gruppo Francescano, Gruppo Il Samaritano,
Gruppo San Camillo de’ Lellis. Nel tempo e grazie all’incremento del numero di donatori provenienti da tutto il territorio veronese, l’Associazione si è diramata in
vari livelli provinciali e locali. tra questi c’è la Fidas Sezione Ospedale Sacro Cuore che dal 1° luglio 2008
opera all’interno della Cittadella della Carità in piena
sintonia col principio calabriano che pone il malato e le
persone sofferenti al primo posto. Proprio san Giovanni
Calabria è stato indicato quale Santo Protettore del
gruppo. Fidas - Sezione Ospedale Sacro Cuore fa parte
dei gruppi della zona Valpolicella, coi quali collabora
attivamente attraverso la programmazione di eventi finalizzati ad un unico ed importante obiettivo: promuovere sul territorio e soprattutto nel cuore di ognuno di
noi il valore della solidarietà attraverso un gesto nobile
come il “dono del sangue”.
Diamo i numeri...!!!
- a 4 anni dalla sua nascita Fidas - Sezione Ospedale
Sacro Cuore si avvale oggi della collaborazione di 90
donatori;
- nel 2012 (fino al mese di giugno) presso il centro trasfusionale dell’Ospedale Sacro Cuore - Don Calabria
sono state effettuate 77 donazioni.
Un saluto al 2012...
Il 2012 è stato un anno particolarmente ricco di iniziative per noi. Sì, perché i nostri donatori sono convinti che
la solidarietà va alimentata prima di tutto con l’esempio: non è sufficiente presentarsi puntuali all’appuntamento presso il centro trasfusionale per sentirsi a posto
con la coscienza, ma ogni occasione di far del bene va
presa al volo... Ecco alcuni dei progetti realizzati:
- contributo per la ricostruzione nelle Filippine di una Casa Calabriana distrutta da un
devastante tifone;
- sostegno alla gente colpita dal terremoto in
Emilia, con un contributo per la ricostruzione degli asili danneggiati dal terribile sisma;
- partecipazione al torneo di calcio intitolato
al piccolo “Enrico
tommasi”, organizzato
dall’Associazione Tuttinsieme: i fondi ricavati grazie a questo evento sono stati devoluti ai due
progetti prima citati;
- collaborazione col CRON dell’Ospedale Sacro Cuore
- Don Calabria attraverso la fornitura dello sponsor
alla squadra dei ciclisti del circolo;
- adozione a distanza di una studentessa indiana.
... ed un benvenuto al 2013
Siamo appena all’inizio di un nuovo anno e già desideriamo riempire il nostro calendario di appuntamenti ed
eventi. Obiettivi per il futuro? Accogliere nuovi donatori, investire tempo e buona volontà nella formazione e
promozione del dono del sangue, cercare di essere sempre un buon esempio di solidarietà gratuita... Noi ce la
metteremo tutta ma abbiamo bisogno anche di voi... Fatevi avanti!!!
■
Vuoi diventare un donatore di sangue?
Ecco alcune informazioni utili:
Possono donare il sangue tutte le persone:
- in buona salute
- di età compresa tra i 18 ed i 65 anni
- con un peso non inferiore ai 50 kg
- che non siano state affette da particolari
disturbi: epatite virale, affezioni cardiache,
malattie veneree ecc.
Per informazioni si può contattare il Centro
Trasfusionale dell’Ospedale “Sacro Cuore Don Calabria” di Negrar (tel. 045.601.30.32)
dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 10.30
(e la 2a domenica del mese sempre dalle ore
8.00 alle 10.30).
30
LIBRI/1
-
POVERE SERVE
Ritorno al futuro
N
el pomeriggio del 15 dicembre scorso, a S. Zeno in Monte, è stato presentato a tutta la famiglia Calabriana il III Volume della Storia
dell’Opera Don Calabria, redatto dalla prof.ssa Paola
Dal toso, sulle vicende storiche della Congregazione
delle Povere Serve della Divina Provvidenza, dall’inizio (1910) fino agli anni ’50. Nonostante la giornata
nevosa sono accorse numerose persone all’atteso
evento, tanto che l’auditorium di S. Zeno si è riempito di Sorelle, Fratelli Poveri Servi, Fratelli Esterni, Ex
allievi, collaboratori, volontari e amici dell’Opera.
Madre Maria Chiara, Superiora delle Povere
Serve, rivolgendo il suo benvenuto a tutti i convenuti, ha messo in evidenza il filo rosso che attraversa e
dà significato a tutta la storia della Famiglia Religiosa delle Povere Serve: la visione di fede, che informava tutto lo spirito del padre don Giovanni, e che
egli stesso ha instillato nel cuore della piccola realtà
nascente. E anche le Sorelle che arrivavano a farne
parte hanno saputo vedere e interpretare ogni cosa
alla luce di una fede salda, granitica, che segnava poi
la norma costante di ogni loro azione, di ogni loro
pensiero, di ogni loro giudizio. Guardando a loro, e a
ciò che Dio ha realizzato lungo questi cento anni di
vita delle Povere Serve, anche le Sorelle di oggi possono volgersi verso il futuro non tanto facendo affidamento su un loro progetto, ma abbandonandosi
con fiducia al cammino che Dio ha già preparato per
loro e sul quale anche oggi Egli le conduce.
È seguito l’intervento di Sr. Rachele Lanfranchi, religiosa Figlia di Maria Ausiliatrice, docente
alla Facoltà Pontificia Auxilium di Roma, che ha
svolto il tema: “La memoria del cammino: luce per
il presente e profezia per il futuro”. In un primo momento Sr. Rachele ha introdotto i presenti nel clima
culturale del mondo d’oggi. Viviamo in una società
dai ritmi sempre più rapidi e frenetici, dove la velocità dei cambiamenti è così elevata da impedire al
passato di sedimentare; una società che ha perso però in umanità, perché impedisce ai giovani di voltarsi indietro per cercare nel proprio passato, e in quello della società, delle radici cui ancorarsi, per agire
nel presente e proiettarsi con sicurezza nel futuro.
In questo contesto si può cogliere il significato e
il valore che riveste il lavoro di ricostruzione della
storia di una Congregazione Religiosa: solo conoscendo come sono nate le Povere Serve della Divina
Provvidenza, il vissuto di quelle prime Sorelle, lo
spirito genuino dell’Istituto, il significato del loro
nome, si può intraprendere il cammino del futuro
aprendo vie inesplorate, orientate dal carisma originario, che è un dono non solo per la Congregazione,
ma per la Chiesa intera.
La testimonianza intitolata “A contatto con le radici storiche”, della prof.ssa Paola Dal Toso, autrice del volume, ha evidenziato che il suo lavoro non
è stato una semplice ricostruzione di passaggi, di vicende storiche passate, seppur interessanti, ma è stata un’esperienza di incontro con delle persone vive
e reali: le Sorelle che hanno animato questa storia.
L’hanno colpita in particolare alcuni elementi che
caratterizzano quasi tutte le prime 9 figure di Sorelle: l’età matura e la buona formazione culturale. Si-
Le conclusioni del Casante
Ha chiuso la giornata il breve intervento del Casante, p. Miguel Tofful,
gnifica che certamente la loro non è stata
che, parlando a cuore caldo, si interroga su come vivere oggi, nel
una scelta spinta da necessità o da conpresente e nel futuro un carisma così ricco. Fratelli e Sorelle sono due
venienza. Ancora: alcune sono cresciute
rami di uno stesso tronco, radice, spiritualità. Vivere la fraternità e il
in un contesto culturale di un certo riliesostegno spirituale reciproco viene dalla sorgente del cuore paterno
vo e tutte erano donne di notevole spesdi Dio, e questa unità, vissuta nel passato e nel presente, è auspicabile
sore spirituale, con un solido itinerario di
sia sempre più vera e profonda nel futuro. Come le prime Sorelle, che
formazione religiosa. Con questi presuphanno speso totalmente la vita nel quotidiano, anche le Sorelle di oggi
posti assume ancora più rilevanza la
sono chiamate a vivere per il Signore, come Sorelle dei Fratelli e
scelta di una realtà che non offriva loro
mamme dei piccoli e dei poveri. Sorelle e Fratelli, uniti nel vissuto
né garanzie, né identità chiara, né orgadell’unico spirito, possono vivere la ricchezza del presente e costruire
insieme la novità del futuro.
nizzazione strutturata. Esse però si sono
abbandonate totalmente all’azione della
Provvidenza, accettando tutto dalle mani
del Padre e accogliendo Sacerdoti, Fratelli e ragazzi con grande maternità e vero spirito fraterno. Anche oggi, in
continuità con quello spirito, le Sorelle si mettono in atteggiamento di accoglienza di chiunque si trovi in situazione di bisogno.
Nelle ultime battute la prof.ssa Paola ha ringraziato per aver avuto la
possibilità di conoscere la specificità e la ricchezza di un Carisma che costituisce anche per lei un invito quotidiano a vivere la santità.
Il prof. Giuseppe Perazzolo, che si può dire sia stato l’anima dell’iniziativa di questo lavoro di ricostruzione storica dell’Opera, ha detto che “Occorrono cose nuove su fondamenti vecchi”. Partendo da un brano evangelico e
dall’immagine del padrone di casa, che cava dal proprio tesoro sia il nuovo che l’antico, il relatore ha riportato ciò che anche don Calabria voleva dire usando
questa espressione: oggi occorrono forme nuove,
espressioni diverse di vita religiosa, ma nella continuità e nel rispetto della sostanza della medesima. Ecco perché don Giovanni desiderava esaminare minutamente le Costituzioni delle Sorelle prima dell’approvazione diocesana. Evidentemente egli si voleva
accertare che in esse fossero stati recepiti e tradotti in
norme quegli aspetti che lo Spirito aveva suggerito a
lui come Casante. In altro modo si potrebbe dire: gli
aggiornamenti si possono fare, purché sia salvaguardato il “carisma” dell’Istituto. Studiare le origini della
propria Famiglia Religiosa e il passato della Congregazione, alla ricerca della “perla” preziosa che si chiama “carisma”, sembra perfettamente in linea con le
preoccupazioni di don Calabria, perché la concreta
traduzione in opere, o scelte di vita, lungo più di un
secolo di storia, ha valore di esempio, sia per il grande
bene compiuto sia anche per gli errori commessi, e
aiuta ad incarnare nella realtà del nostro tempo il progetto che il Signore ha pensato per noi.
■
31
Per quanti volessero
ottenere copia del Volume,
prendere contatto
direttamente con la
Casa Madre delle Sorelle
telefonando
allo 045.8007220
oppure allo
045.8030032.
32
LIBRI/2
Biografia di
San Giovanni Calabria
È stata pubblicata la terza edizione della biografia di san Giovanni Calabria scritta da
don Mario Gadili ed edita da San Paolo. Si tratta di un’edizione arricchita dall’autore
con nuovi approfondimenti, inoltre c’è una presentazione di mons. Bruno Forte,
arcivescovo di Chieti-Vasto. Riportiamo qui uno stralcio di questa bella presentazione...
L
a biografia di san Giovanni Calabria, scritta da
don Mario Gadili, può considerarsi un esempio
di accostamento a quel “magistero del vissuto”
3a Edizione
Riveduta e ampliata
con presentazione di
Mons. BRUNO FORTE
che è la vita dei santi. «Frutto della riflessione personale di un sacerdote che ha dedicato tutta la sua
vita ad attività pastorali e sociali», respirando fin
dalla fanciullezza «lo spirito che don Calabria
ha trasfuso nell’Opera», il libro ha la freschezza della testimonianza diretta, in cui si
uniscono l’impegno dell’oggettività, nella ricerca della “scrupolosa storicità dei fatti”, e la
passione per il soggetto, la figura viva, “umile
e grandiosa”, come scrive don Gadili, del Fondatore attraverso cui il Signore è entrato nella
vita dell’Autore e l’ha fatta sua. Dalle pagine
che seguono emergono molteplici tratti di questo “gigante”... emerso nella storia della Chiesa del Novecento. Su quattro di essi vorrei
brevemente fermarmi, perché mi sembra che
più di tutti caratterizzino il messaggio di don
Calabria per la Chiesa e l’umanità del nostro
tempo.
In primo luogo, la fede: con semplicità e
trasparenza, il Fondatore dei Poveri Servi e
delle Povere Serve della Divina Provvidenza
non esita ad affermare che a Dio «tutto deve
essere riferito, solo a Lui, sempre a Lui», perché Lui è il Signore della vita e della storia,
che «sceglie proprio le persone più povere e
incapaci per attuare i suoi progetti di salvezza, perché si sappia che è Lui l’Autore e non
gli uomini».
Correlata a questa profonda esperienza di
fede si pone in don Calabria la virtù dell’umiltà: il suo considerarsi “zero e miseria”, con
una naturalezza che escludeva ogni sforzo di
auto-convincimento ascetico, era in realtà il
corrispettivo del considerare Dio solo come
suo Signore, lasciandosi docilmente condurre
Mons. Bruno Forte
dall’opera della Provvidenza sui sentieri a volte impervi, a volte oscuri della vita, con una confidenza
infinita. [...]
La conseguenza di quest’abbandono radicale alla
sovranità divina è l’urgenza di radicalità, il bisogno
di fare ogni scelta, piccola o grande, con coerenza
evangelica: don Calabria vuole amare il suo Signore
“senza se e senza ma”, e in questo stesso modo si
dona a quanti riconosce fratelli davanti all’unico Padre celeste. [...]
Don Calabria prende alla lettera l’invito di Gesù a
cercare prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia, nella ferma certezza che tutto il resto verrà in
aggiunta: e questa convinzione diventa per lui sistema di vita quotidiana. Commenta Gadili: «Scommise sulla Parola di Dio e visse liberamente e serenamente, nonostante le prove, le difficoltà, le lunghe
attese».
In questa luce si comprende un altro motivo caratteristico di don Calabria e della sua opera: la
scelta dei poveri e della povertà. Non si tratta di un
pauperismo di sapore ideologico, ma di una volontà
ferma e convinta di assimilarsi al Signore Gesù Cristo, fattosi povero per amore nostro: la povertà è
conseguenza dell’amore al Dio venuto fra noi e ai
più piccoli e bisognosi in cui egli si nasconde. [...]
L’amore al povero è amore a Cristo, che in lui ci visita; e chi ama il povero ne condivide la vita: «Vive
la povertà chi ama il povero». Don Calabria ne è
così certo che afferma: «Se noi usassimo mezzi umani, l’Opera cesserebbe subito di essere di Dio, diventerebbe dell’uomo... come ciò che oggi fiorisce e
domani fallisce». La povertà diventa insomma la
paradossale garanzia della forza e della fecondità
del servizio ai poveri.
C’è infine un aspetto che emerge luminoso dalle
pagine di questa appassionata e onesta biografia: si
tratta dell’amore alla Chiesa. È un amore grande,
spinto fino all’obbedienza più assoluta, alla fedeltà
più sofferta. È passione per l’unità del Corpo di Cristo, con sensibilità e gesti di sapore ecumenico, che
anticipano la grande primavera del Concilio Vaticano II. Ma è anche umile docilità ai Pastori, capacità
di accettare le prove da essi imposte, sottomettendosi senza resistenza alcuna alla mano del Signore attraverso il giudizio dei Suoi ministri. Nello strazio
interiore degli ultimi anni, in modo specialissimo,
don Calabria tutto accetta e tutto offre per amore
Mons. Bruno Forte, 63
anni, è arcivescovo di
Chieti-Vasto dal 2004. È
stato Presidente della
Commissione Episcopale
per la Dottrina della Fede,
l’Annuncio e la Catechesi
della CEI per il quinquennio
2005-2010
ed
è
attualmente membro della
Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana.
Nel 2010 è stato nominato membro della Commissione
Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo per il quinquennio
2010-2015. Il 15 gennaio 2011 è stato nominato membro del
Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione.
Autore di numerose pubblicazioni di teologia, filosofia e
spiritualità, assai note anche a livello internazionale, è stato
docente di Teologia dogmatica presso la Facoltà Teologica
dell’Italia Meridionale, di cui è stato Decano per 3 mandati
(Sezione San Tommaso); Preside della Pontificia Facoltà
Teologica dell’Italia Meridionale per tre anni.
della Chiesa, della quale vede espressione umile e
fedele l’opera a lui affidata: «Da giorni ho delle sofferenze nuove – scrive il 14 aprile 1953 – che solo il
Signore sa. Queste sofferenze, alle volte lo sento, e
il mio padre spirituale mi rassicura, vengono dal Signore per compiere i divini disegni nuovi che ha
sull’Opera dei Poveri Servi... La mia Chiesa – dice
Gesù – si prolunga con l’Opera dei Poveri Servi...».
Un altro gigante di santità del Novecento, il cardinale Schuster, dopo un colloquio con don Calabria
provato sino allo spasimo, ebbe a dire: «Mi pare che
in queste sofferenze di don Calabria ci sia la mano
di Dio. Quando vuole adoperare un’anima, la stritola...». È la legge del chicco di grano che dà frutto
solo se cade in terra, marcisce e muore. E il frutto è
la spiga dorata per la tavola dei figli di Dio, della
Chiesa e dell’umanità intera. Il “magistero del vissuto”, di cui queste pagine sanno farsi voce, chiama
a questo umile, grande, possibile, impossibile amore: impossibile alle sole forze umane, possibile per
il dono della Grazia, a beneficio della salvezza di
tutti, a edificazione della Chiesa del Signore.
Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti-Vasto
San Zeno... a San Zeno
NOTIZIE
34
Lo scorso 5 dicembre sono state portate a San Zeno in Monte le reliquie di San Zeno, patrono di Verona, nell’ambito dell’anno zenoniano indetto dalla diocesi. L’avvenimento è stato valorizzato con celebrazioni e
momenti di preghiera durante tutta la giornata. Le
Reliquie sono state accolte al mattino con la celebrazione delle Lodi. Alle 12.00 c’è stato in chiesa
un momento di preghiera per tutti i collaboratori e
amici della Casa. Alle 14.00 hanno reso omaggio
alle Reliquie gli operatori e gli utenti del Sao (Servizio Assistenziale Occupazionale). La giornata si
è conclusa con la recita del Rosario, arricchito da
meditazioni tratte dagli scritti di San Zeno, e con la
S. Messa presieduta da mons. Giovanni ballarini,
abate in San Zeno Maggiore. Al termine è stata fatta la benedizione della città.
Nuovi Fratelli e Sorelle Esterni
L’8 dicembre 2012, Festa dell’Immacolata, nello splendido contesto della Casa di Nazareth abbiamo accolto sei
nuovi Fratelli e Sorelle Esterni, ai quali abbiamo manifestato il nostro più affettuoso benvenuto. Sono: Lodetti Maria Paola, Martinelli Ferrante Maria, Novello Pierluigi con
Gilioli Elisabetta, Zambaldo Carlo con Faedi Elena. È seguito il Rinnovo delle Promesse di tutti gli FSE presenti.
La giornata è proseguita con la condivisione del pranzo
vissuto nella fraternità, durante il quale abbiamo avuto anche la gioia di gustare il pane e la pizza offerta dai detenuti
del carcere di Montorio. Ringraziamo il Signore per tutti i
suoi doni.
Giulio Pasoli
Sesto periodo Sabbatico
Lo scorso 13 dicembre la comunità del VI gruppo di Sabbatici ha finito il percorso speciale di formazione, iniziato
il pomeriggio del 25 settembre. Gli 80 giorni che si credevano molti, “troppo tempo” si diceva, sono passati come
un lampo! Purtroppo il tempo sfugge, tutto corre veloce e
come in un batter d’occhio, senza neppure accorgersi, la
salita finisce e ci si ritrova in discesa per il raduno finale e
l’Addio, con qualche lacrima luccicante e cuori riscaldati e
riempiti di gioia, trasformati in musica ed allegria. Dire
grazie all’Opera che ci ha dato l’opportunità di fare questo
cammino, liberandoci da tutti i nostri impegni, per vivere
un’esperienza forte dell’amore di Dio per ognuno, non è
sufficiente. Crediamo che il modo più appropriato per ringraziare sarà il modo di vivere il nostro sabbatico d’ora in
poi, nelle nostre comunità e nella nostra missione. Il nostro
abbraccio lo estendiamo a tutti e che la nostra gioia, pace e
musica nel cuore riempiano ogni angolo della vostra “casa” e della vostra missione. Grazie!
Comunità dal VI sabbatico
Noviziato in Brasile
La sera del 31 dicembre a Farroupilha (brasile) nel corso
dei vespri hanno fatto il loro ingresso in Noviziato i seguenti candidati che saranno seguiti dal Padre Maestro don
Gilberto bertolini:
• delegazione Aparecida: Juliano Pereira teixeira, Erivan
da Silva Pereira, Joao Diego Feitosa Ribeiro, Paulo
Santos da Silva, José Haroldo Medeiros
• delegazione Europa: tiberiu Dima
• delegazione Inmaculada: Dario Agustin Ferreira
Volontari
a Nakuru
Lo scorso 28 novembre
gli educatori Silvio Ferremi e Lara Cunico sono partiti per Nakuru,
in Kenya, dove la giovane coppia missionaria si fermerà per circa
un anno, facendosi carico dell’attività educativa del progetto Welcome to the Family.
Ex allievi / 2
Buoni Fanciulli, 50 anni dopo...
Dopo cinquant’anni ancora insieme... ed è stato bello!
Anzi oserei dire bellissimo. Proprio così: dopo cinquant’anni il favoloso gruppo San Domenico si è ritrovato. I segni del tempo, purtroppo, si sono visti un po’.
Pancette, capelli (quelli rimasti) spolverati di bianco...
ma lo spirito è rimasto quello di allora: allegro e curioso,
reso un pochino più consapevole dal passare del tempo.
Una foto ci è stata d’aiuto per riconoscerci e poi via ai ricordi, agli aneddoti, alle “marachelle” di una volta, il tutto durante una magnifica cena organizzata il 24 novembre dallo staff del Don Calabria a Negrar. Eravamo una
trentina, più le mogli e i familiari. Un rammarico c’è per
gli assenti che, nonostante l’impegno profuso nelle ricerche, sono risultati “introvabili” (bonfante, Ronca, Vallotti, Gabana, Zermiani, Zanoni, Frignani, Zamboni...).
Chiunque abbia notizie utili a contattarli può darne avviso a [email protected]. Un grazie a tutti e uno in particolare a fr. Rodolfo Dalla brea e fr. Giancarlo Conato per
la loro partecipazione.
Ex allievi / 1
Un Ex allievo
centenario
Lo scorso 6 gennaio ha compiuto 100 anni il sig. battista
Zanè, Ex allievo di San Zeno
in Monte. L’Associazione Ex
allievi si unisce con gioia e affetto ai festeggiamenti per questo lieto evento, insieme a tutta
la Famiglia Calabriana.
NOTIZIE
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Ex allievi / 3
L’annata 72-75
Noi siamo i ragazzi dell’annata scolastica 72-75, vissuti
sotto la custodia di fr. Giancarlo Conato a San benedetto.
Dopo ben 40 anni, cogliendo l’occasione della permanenza
di fr. Giancarlo per qualche mese a San Zeno in Monte, con
qualche peripezia siamo riusciti a ricontattare quasi tutti e
con grande attesa ci siamo dati appuntamento a San Zeno
per domenica 11 novembre. Qualcuno non si era più incontrato da allora ed è stato a parer comune un grande momen-
NOTIZIE
to; ci siamo ritrovati prima della S. Messa a cui
abbiamo partecipato, poi
abbiamo pranzato insieme
e trascorso il pomeriggio
fra mille bei ricordi.
Nonostante il molto tempo passato, è bastato rivederci per far rifiorire quel
senso profondo di fratellanza, famigliarità e legame fra di noi e con l’Opera Don Calabria (ci sentivamo a casa) ed è stato bellissimo. Le nostre strade da allora, come è giusto, si sono divise ma la nostra fraterna
amicizia no e a dire il vero tutti eravamo commossi ed entusiasti. Siamo consapevoli di dover molto a fr. Giancarlo
e all’Opera. Anche fr. Giancarlo (allora appena più che
ventenne) ci ha confidato che gli stiamo particolarmente a
cuore, in quanto siamo stati i suoi primi ragazzi. Ci siamo
lasciati con l’impegno di ritrovarci la prima domenica
d’ottobre prossimo, festa Ex allievi e per allora speriamo
di recuperare i pochi mancanti.
Luigi Godi
Ambulatorio Sociale
di Psicologia
L’ambulatorio Sociale di Psicologia, ospitato presso il Collegino di Roma e condotto
in collaborazione con l’Opera Don Calabria, è stato riconosciuto come meritevole
di una menzione speciale nell’ambito del
Premio Amico della Famiglia, indetto dal
dipartimento per le Politiche della Famiglia
del governo italiano. L’ambulatorio si propone di offrire supporto psicologico a costi
accessibili per famiglie, coppie e persone
che altrimenti difficilmente avrebbero accesso a servizi di questo tipo.
Ambrogino d’oro
per il Centro Piamarta
Lo scorso 7 dicembre il Comune di Milano ha premiato il
Centro Padre Piamarta con la civica benemerenza dell’Ambrogino d’oro. Il Centro Piamarta ha collaborato da
vicino con l’Opera
Don Calabria di
Milano, prendendone il posto in via
Pusiano quando 20
anni fa l’Opera si
trasferì al Vismara.
Ferdy Scala
CCSC / 1
Sei connesso?
Lo scorso 16 novembre si è tenuta a San Zeno in Monte la
55ma giornata di Studi Calabriani. La prof.ssa Chiara Giaccardi, sociologa della Cattolica
di Milano, ha affrontato il seguente argomento: “Sei connesso? Quale vita interiore nella
società della comunicazione”.
CCSC / 2
La figura di Dag
Hammarskjöld
Il 20 dicembre si è tenuta a
San Zeno in Monte la
56ma giornata di Studi Calabriani. Durante l’incontro, la giornalista Susanna
Pesenti ha presentato la figura di Dag Hammarskjöld, secondo segretario
generale dell’Onu, uomo
di pace e dalla profonda
vita interiore che morì in
circostanze misteriose in
Congo nel 1961.
Presepio di San Zeno in Monte
Anche quest’anno ha riscosso grande successo il presepio
di San Zeno in Monte, curato da don Giacomo Cordioli.
Il presepio si arricchisce ogni anno di nuovi dettagli e
meccanismi, attirando un numero di visitatori sempre
maggiore...
❖ Il 19 marzo 2012 è nata Claudia, mentre il 29 dicembre è nato Martino. Entrambi sono nipoti di Friso
Giuseppe, Ex allievo di Costozza negli anni 1952-56.
tante congratulazioni ai nonni e ai genitori dei piccoli neonati!
❖ Nel mese di luglio 2012 è nato Filippo, figlio di Silvia Granuzzo e Andrea Negretti. A settembre è nata
Serena, figlia di Simonetta Granuzzo e Nico Carnielli. Alla gioia dei rispettivi genitori si uniscono i nonni
materni, Pia e Antonio Granuzzo. Antonio è Ex allievo di San Zeno e Costozza. Congratulazioni!
❖ Il 6 agosto 2012 a S. bonifacio sono nati i gemellini
Samuele e Nicolas Ciman. Annunciano l’evento con
grande gioia il papà Diego con la mamma Erica; Diego è figlio di Luigi, Ex allievo di Roncà. La Famiglia
Calabriana è vicina ai genitori e ai nonni con tanti auguri.
❖ Il 12 settembre 2012 a San bonifacio è nata Aurora.
Annunciano il lieto evento mamma Monica e papà
Massimo. Alla gioia si associano i nonni bruna e Rino. Il papà della neonata è nipote di don Gianfranco
Gambin, sacerdote dell’Opera mancato nel 1987.
tante felicitazioni da parte di tutti gli Ex allievi e Famiglia Calabriana.
❖ Il 29 ottobre 2012 a Verona ha messo piede in mezzo
a noi Francesco, figlio di Marconi Mattia e Zuliani
Federica; Federica è figlia di Vittorio, Ex allievo di
Roncà. Si aggregano alla felicità dei neo genitori i
nonni e tutto il gruppo degli Ex allievi di Roncà.
Rocco Erbisti
Il 26 dicembre 2012, dopo lunga malattia, è ritornato nella
Casa del Padre Rocco Erbisti, di 79 anni, Ex allievo di
Maguzzano e Nazareth. Era stato direttore dell’Istituto
“San Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile” di Rimini
dal 1971 al 1998, quasi 30 anni spesi al servizio dei bambini e dei ragazzi più soli e in difficoltà.
Brasile
“Dona Maria”
Il 9 gennaio a Farroupilha è tornata al Padre la signora
Maria Conte. Aveva 88 anni. “Dona Maria” (così era chiamata in brasile) ha vissuto i suoi ultimi 46 anni di vita nel
Seminario Apostolico dei Poveri Servi, dedicandosi in modo particolare al giardino e ai fiori per la chiesa. Aveva una
cura tutta particolare per la comunità religiosa e per gli
studenti. Che il Signore accolga nel suo Regno questa nostra cara sorella e le conceda il premio riservato ai semplici e ai giusti.
Tornati al Padre
◆ L’11 novembre 2012 a Verona ha concluso la sua vita
terrena Maria Lenotti, vedova di Ettore Santi, Ex allievo di San Zeno in Monte. È sempre stata legata
all’Opera e partecipava specialmente alla Messa con
gli Ex allievi. Condoglianze alla figlia Loredana.
◆ Il 24 novembre 2012 si è spenta Cristina Murari, di anni 46, figlia dell’Ex allievo del Patronato Lino Murari.
Il Signore l’accolga tra le sue braccia e dia la forza a
mamma Angelina, al papà, al marito e al figlio Manuel
di superare questo grande dolore. Gli Ex allievi del Patronato sono vicini ai famigliari con la preghiera.
◆ L’8 dicembre si è spenta serenamente nel Signore
Sordula Soreng, mamma di Sor. Sanjeeta, neoprofessa indiana delle Povere Serve. Ci stringiamo con affetto a Sor. Sanjeeta in questo momento di dolore, e
chiediamo l’intercessione di Maria, affinché dal Cielo, doni conforto e speranza a lei e a tutti i suoi cari.
◆ A Lonato (bs) il 14 dicembre 2012 è deceduto Luigi
Agliardi, cognato di fr. Luciano Fiorio, religioso dell’Opera attualmente nella comunità San Giuseppe (Verona). Condoglianze a fr. Luciano e alla sua famiglia.
◆ A Monteforte il 14 dicembre 2012 è mancato l’amico
ed Ex allievo Vittorio Aitanti. Aveva 76 anni. Era Ex
allievo degli anni 40-50, assai fortunato perchè in
quegli anni è stato il chierichetto del Padre S. Giovanni Calabria. Ex allievo di Nazareth, ultimamente
si era aggregato al gruppo degli Ex allievi di Roncà i
quali in questo momento lo ricordano nella preghiera
e sono vicini alla moglie e ai figli.
◆ Nella Casa Clero di Negrar il 17 dicembre 2012 è tornato alla casa del Padre don Antonio Scappini, di anni 84. Era Ex allievo di Maguzzano e Nazareth. Era
inoltre nipote di fr. Ettore Scappini. Era stato da sempre molto legato all’Opera e nei suoi lunghi anni di
parroco a Cogollo di tregnago, con gli Ex allievi del
luogo, ha fatto un monumento a don Calabria. I funerali, presieduti da S.E. mons. Andrea Veggio, sono
stati celebrati nella chiesa di Roncolevà e la sepoltura
è avvenuta nel cimitero di trevenzuolo (Vr). Condoglianze ai familiari da tutta la Famiglia Calabriana.
◆ A bussolengo, alla fine di dicembre, è mancato all’affetto dei suoi cari Romano Gemmi, di anni 73,
marito di Maria teresa che ha lavorato per tanti anni
in cucina con sor. Silvina a San Zeno in Monte. Ricordiamo Romano nella preghiera.
◆ A Verona è tornato alla Casa del Padre Giulio Lonardoni, di anni 86, Fratello Esterno e nipote di don Giovanni Franchini. I funerali si sono svolti nella basilica
di Madonna di Campagna sabato 29 dicembre 2012
con molta partecipazione di Fratelli Esterni e confratelli dell’Opera.
◆ All’ospedale di Negrar è deceduto bruno Ferrari, di
anni 80, cognato di don Gaetano Gecchele e zio di
don Claudio. Aveva a lungo lavorato in Francia. I funerali si sono svolti il 17 gennaio a tregnago (Vr)
con la partecipazione di confratelli e sorelle dell’Opera.
◆ Il 16 gennaio è morta la sig.ra Siria basso Gaio,
mamma del nostro confratello don Angelo. Gli siamo
vicini in questo momento di dolore con il ricordo e la
preghiera.
◆ Dopo una lunga e dolorosa malattia è morta il 18
gennaio a Ferrara la signora Ada Sassoli, mamma di
Giuseppe Sarti, presidente del Centro Studi dell’Opera. Aveva 86 anni. Ricordiamo Ada e i suoi familiari
nella preghiera.
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NOTIZIE
Felicitazioni
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Amici a colloquio
SOR. MARIA BRAzzOLI
Verona, 7 novembre 2012
Grazie Padre!
Grazie Padre per averci donato sorella Maria, grazie per gli esempi di vita che ci ha lasciato. Possiamo
dire che sorella Maria è stata ed è per noi sorelle giovani una vera e propria mamma, una maestra di vita.
Dal suo volto traspariva sempre la gioia, la gioia vera
di chi sa accogliere con un sorriso e una preghiera
chiunque e in qualunque momento: è la gioia di chi
ha Gesù nel cuore.
Era una mamma attenta a tutto, anche alle piccole
cose quotidiane, si preoccupava perfino di quello che
mangiavamo e si allarmava se non ci vedeva a tavola,
si faceva a noi vicina con piccoli gesti materni.
Viveva una perfetta sintonia tra vita pratica e spirituale, era una grande lavoratrice, ma lavoro e preghiera non si separavano mai, a tal punto che la radio
in casa era amplificata nell’ora del rosario!
tutto quello che faceva era fatto con amore e per
amore, nel nascondimento. Quando voleva regalare
qualcosa mandava avanti noi giovani perché gli altri
non sapessero che era stata lei a fare quel gesto! Cara
sor. Maria, quante presine e quanti rosari hai donato a
tutti coloro che incontravi!
Sorella Maria ha sempre lavorato, fino all’ultimo
giorno, quando poi, per mancanza di forze, è stata costretta a fermarsi. Aveva tanto, ma non possedeva nulla,
aveva un cuore ricco, generoso, perché sapeva vivere
“distaccata” dalle cose e
dalle persone. Era proprio
tutta di Gesù come voleva il
nostro Padre don Giovanni.
Un’altra cosa che ci ha
trasmesso, è la fedeltà e
l’amore agli insegnamenti
del Padre e l’importanza
del Casante. Ci diceva
spesso: “Ascoltatelo, come
se fosse don Calabria”.
Ci richiamava a vivere
lo Spirito puro e genuino
dell’Opera, quello Spirito nel quale Lei ha vissuto
tutta la sua vita, ma proprio tutta, quello Spirito che
la spingeva ad andare avanti anche nelle difficoltà e
negli ultimi tempi della malattia, una vera e propria
forza interiore che le permetteva di abbandonare
tutta se stessa nelle mani del Padre e della sua
Provvidenza. Sorella Maria ci ha insegnato a RINGRAZIARE: esprimeva gratitudine a tutti, per tutto...
Ora cara Sor. Maria ringraziamo il Padre per tutto
quello che ha operato attraverso di te, ma ringraziamo anche te per tutto quello che ci hai donato, per la
tua presenza gioiosa tra noi, per la tua capacità di
giocare, ridere e cantare con noi. Certo, questo distacco ora ci costa, ma ti sentiamo tanto vicina spiritualmente.
ti pensiamo già in cielo e allora ti chiediamo di
intercedere per noi, per l’Opera e per tutta la Chiesa, sante vocazioni, e insieme a te non ci resta che
dire GRAZIE PADRE e GRAZIE A tE SORELLA
MARIA!
ti vogliamo bene!
Le Sorelle giovani
di Santa Toscana
RICORDO DI FRATEL LORA
Milano, 4 ottobre 2012
È l’anno 1996. Fratel Raffaello Lora si trasferisce
dalla Casa di Milano a bologna. La Comunità “La
Casetta”, da lui voluta, viene chiusa e i ragazzi devono essere traslocati in altre strutture di accoglienza.
Ma, nello stesso mese di ottobre di quell’anno, il
gruppetto di volontari che aiutavano fr. Raffaello nella sua opera di accoglienza di ragazzi in difficoltà decide di prendersi cura di quei giovani rimasti improvvisamente senza protezione e di continuare ad assisterli nello spirito di don Calabria.
Amici a colloquio
Io ero uno di quei volontari, e decisi di riunire il
gruppetto e fondare una Associazione. Prima di andare dal notaio occorreva stilare uno statuto. Allora telefonai a fr. Lora e gli chiesi di dettarmi al telefono
un pensiero che potesse ben incarnare lo spirito della
nuova Associazione.
Lui mi disse: “Prendi la penna e scrivi”. La frase
che segue, in grassetto, è ciò che ho scritto parola per
parola e fa tuttora parte del nostro statuto:
ARtICOLO N. 3 - FINALItÀ
«Questa associazione vuole essere la continuità
di un’esperienza fatta per lunghi anni dall’Opera
Don Calabria di Milano. Essa vuole proporsi di allargare e diffondere quello spirito di accoglienza e
di servizio propri della famiglia aperta per intervenire là dove la famiglia è mancante o fallita.
Tutto il presupposto parte da quel principio
fondamentale del Vangelo che trovò in Don Calabria la sua più genuina attualizzazione: “Cercate
in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia e
tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Dovrà essere questo un servizio alla persona nella sacralità
del suo disegno, facendo in modo che la porta stessa della nostra casa resti socchiusa cosicché chiunque, in qualunque momento, per qualsiasi bisogno, accostandosi ad essa trovi nella speranza una
persona pronta all’ascolto ed all’accoglienza.
E come il disagio, che non è contrassegnato da
etichette, così il “servizio” che viene esercitato,
non può essere contrassegnato da etichette».
Ora SOS Giovani ha tre Case di accoglienza minori in Milano. Questa testimonianza vuole essere un ricordo e un segno di gratitudine verso fratel Raffaello
e tutto quello che egli ha fatto per i poveri nella sua
vita di religioso Povero Servo.
Un SALUTO DALLA GUInEA BISSAU
Guinea bissau, 30 novembre 2012
Carissimi della Direzione dell’Amico,
sono p. Celso Corbioli, Oblato di Maria Immacolata. Sono Ex allievo di Maguzzano e di Nazaret.
Ho passato 25 anni in Cameroun, e ora, da 9 anni,
sono in Guinea bissau. Ringrazio tanto per la rivista,
che ricevo molto volentieri.
Allego una foto con alcuni sacerdoti della Guinea
e il vescovo di bafata (l’altra diocesi, dopo bissau).
Io sono quello a sinistra. Nella foto sono presenti anche le Suore
che lavorano al Centro di N’Dame. Auguro a tutti un sereno anno
nuovo e buon lavoro.
P. Celso Corbioli
Giorgio Picelli,
Presidente di SOS Giovani,
Fratello Esterno
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Appuntamenti
EX ALLIEVI PATRONATO - VIA ROVEGGIA SAN MARCO
Domenica 10 marzo 2013
61° CONVEGNO ANNUALE
Ore 9.00 ritrovo e accoglienza al Centro Polifunzionale
di via San Marco - Verona. Ore 10.15 inizio convegno con
saluti di benvenuto, presentazione nuova Presidenza e
saluti del Presidente. Ore 10.45 intervento del relatore,
MONS. BRUNO FASANI. Ore 12.00 Santa Messa presieduta dal
Casante DON MIGUEL TOFFUL. Ore 13.15 Pranzo.
Sabato 23 marzo 2013
INCONTRO DI PREPARAZIONE ALLA SANTA PASQUA
Ore 16.00 ritrovo al Centro Polifunzionale di via San
Marco - Verona. Ore 16.30 inizio riflessione guidata da
don Valdecir Tressoldi, PSDP. A seguire: confessioni,
benedizione delle palme, Santa Messa e conclusione con
la cena e scambio degli auguri.
Per informazioni:
Salvagno (348.49.04.511); Miglioranzi (339.43.05.525 045.57.60.62); Bortolazzi (348.88.22.266 - 045.95.33.72);
Aldegheri (045.92.50.525)
E-mail [email protected];
www.doncalabria.org – famiglia calabriana – ex allievi –
sezione Patronato, Roveggia, San Marco...
EX ALLIEVI DI ROMA
Domenica 14 aprile 2013
CONVEGNO ANNUALE
Il convegno si terrà presso il Collegino di via Soria
(Primavalle).
Per informazioni: 06.62.70.390
EX ALLIEVI DI NAZARETH
Giovedì 25 aprile 2013
CONVEGNO ANNUALE
SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO
BANDO PER NAKURU (KENYA)
È aperto il bando per un’esperienza di Volontariato
Europeo a Nakuru, nel progetto “Welcome to the
family” dell’Opera don Calabria, che si occupa di minori
in difficoltà.
Il progetto prevede la partenza di due volontari a inizio
maggio 2013, e dura un anno. Chi è interessato deve
mandare cv e una lettera di motivazione entro il 14
febbraio 2013 all’indirizzo [email protected], con
oggetto “Candidatura progetto Kenya”.
Per ulteriori informazioni:
www.serviziociviledoncalabria.it
CENTRO DI CULTURA E SPIRITUALITÀ
CALABRIANA
PROGRAMMA GIORNATE DI STUDIO
Venerdì 15 febbraio 2013
La tua mano nel silenzio (Alive): musica e vita interiore
Relatrice: MARIANNA CASOLA (musicista)
Giovedì 14 marzo 2013
La morte dell’anima: religione e vita interiore
Relatore: PROF. MARCO VANNINI
Gli incontri si svolgono presso l’auditorium di San Zeno
in Monte dalle ore 17.00 alle ore 18.30.
L’ingresso è libero e aperto a tutti.
Per informazioni: 045.80.52.958 - [email protected]
FEDE E LIBERTÀ
Ciclo di incontri organizzati dalle Paoline in
collaborazione con Colle della Famiglia (Opera don
Calabria), diocesi di Verona, Assessorato alle Politiche
Giovanili, Telepace, Centro Culturale San Massimo,
Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri.
Martedì 26 febbraio 2013
TONINO BELLO: MAESTRO DELLA NON VIOLENZA
SERGIO PARONETTO (autore e relatore)
Letture di LAURA GAMBARIN.
Alla pianola GIANLUIGI LA TORRE (compagnia teatrale
Gardart)
Presso Auditorium Banco Popolare di Verona in via San
Cosimo, 10 - Verona. Inizio ore 20.45.
Giovedì 21 marzo 2013
IL BUTTAFUORI DI DIO: UNA STORIA VERA
Un buttafuori che per anni vive di espedienti e di
violenze, ma... Storia scioccante, una testimonianza vera,
di fede e di libertà.
JOHN PRIDMORE (scrittore e testimone)
Presso Cinema Teatro San Massimo in via Brigata Aosta,
6 - Verona. Inizio ore 20.45.
Venerdì 22 marzo 2013
LIBERTÀ O DIPENDENZA: DA CHI E DA CHE COSA?
Dal machete al tirapugni, dalla droga alle belle macchine,
finché accade qualcosa di straordinario...
Incontro con JOHN PRIDMORE per gli alunni delle scuole
superiori.
Presso Sala Convegni Gran Guardia - Comune di Verona,
Piazza Bra, 1.Inizio ore 10.00.