Mettiamo una tenda davanti al Comune

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Mettiamo una tenda davanti al Comune
L’ABISSO SUL QUALE SI AFFACCIANO 700 NUCLEI NOVARESI RAGG
4 Novara
VENERDÌ 4 NOVEMBRE 2016
NovaraOggi
La manifestazione di giovedì 3 novembre in via Boschi per chiedere di abolire la legge regionale e ottenere aiuto
TESTIMONIANZA Una famiglia dove lavora solo la mamma, part time, e che non riesce a saldare i debiti dal 2012
«Mettiamo una tenda davanti al Comune»
NOVARA (bec) «Chiediamo di abolire
la legge regionale del 2012 che invece
di risolvere i problemi ha portato a un
indebitamento a catena e a un numero
di sfratti ancora più elevato». Paola
Padalino si è fatta portavoce della manifestazione convocata giovedì 3 novembre alla sede dell’Atc, un momento di protesta formale e di denuncia dei
problemi dei residenti delle case popolari, altro tema caldo in città. «Il
meccanismo definito dalla legge per
accedere ai fondi sociali è complesso,
oltre al fatto che è mancata l’informazione iniziale. Ci sono due possibilità per ottenere gli aiuti regionali: o
avere reddito zero o avere un Isee di
6.235,49 euro. In tutti e due i casi però,
bisogna contribuire con cifre precise:
nel primo caso 480 euro all’anno, nel
secondo con il 14% del reddito lordo
per poi ottenere due mensilità pagate
su 12. Chi però è in difficoltà come fa a
pagare queste cifre? prima si pensa a
mettere in tavola qualcosa, poi a pagare le bollette e poi a pagare l’affitto.
Per far capire di cosa stiamo parlando,
un anziano solo, che percepisce 615
euro lordi di pensione al mese, non ha
diritto agli aiuti. Io, mio marito e mia
figlia che superiamo per 80 euro il tetto
Isee previsto, non abbiamo diritto agli
I novaresi delle case
popolari hanno deciso di
manifestare giovedì 3
novembre davanti alla sede
dell’Agenzia territoriale per
la casa di via Boschi:
hanno chiesto
l’annullamento della legge
regionale del 2011 che ha
cambiato il sistema degli
aiuti sociali e ha fatto
triplicare il numero dei
morosi. Una piccola
delegazione, con il sindaco,
è stata ricevuta dal
direttore e dal presidente
Atc per un confronto
aiuti, eppure siamo in difficoltà: io lavoro part time a 20 ore, mia figlia va a
scuola e mio marito aveva un’impresa
edile che ha chiuso per la crisi e non
trova occupazione. Ho iniziato ad accumulare debiti nel 2012 e non so
come fare; se anche entrassi nella fascia che può essere aiutata dovrei comunque pagare 2.144 euro all’anno di
canone più un conguaglio di circa 2mila euro, per stare in un condominio che
cade a pezzi». Paola e la sua famiglia
hanno ricevuto la lettera di sfratto e se
non salderanno il debito entro 60 giorni, il Comune dovrà procedere con lo
sfratto esecutivo entro 90 giorni: «Se il
Comune ci sfratta deve pagare la nostra morosità verso Atc e prenderci in
carico, ma questa situazione riguarda
750 famiglie. Come farà? La Regione
non può stare a guardare e Atc non può
dire che il buco è diovuto, per 22 milioni, agli inquilini morosi. Vorrebbe
dire che su ogni nucleo grava un debito
di 32mila euro, ma non è così; dicono
di aver sostenuto delle spese ma di non
avere più la documentazione per provarlo, ma come è possibile? Spero che
chi di dovere faccia chiarezza anche su
questo punto». Dovesse arrivare lo
sfratto che farete? «Metteremo una
tenda davanti al Comune».
GLI SFRATTATI ATC: «
E LE SPESE PERCHE’ N
NOVARA (bec) Davanti alla sede
dell’Atc, in via Boschi, la protesta degli
sfrattati, giovedì 3 novembre. La protesta e le storie di chi non ce la fa
proprio a pagare l’affitto e le spese e
non sa come fare. Un momento organizzato da chi nelle case popolari ci
vive ed è stato sfrattato: sono circa 700
le famiglie coinvolte, secondo i dati
comunicati anche dall’assessore comunale Iodice in commissione. Il 20
settembre sono state spedite 537 comunicazioni di decadenza per morosità colpevole che si sono aggiunte a
quelle emesse in precedenza.
«Ho 4 figli, un lavoro part time racconta Anna - prendo 560 euro al
mese e poi gli assegni familiari che mi
fanno arrivare a 800, non riesco a
pagare 360 euro al mese tra canone e
spese. Mia figlia di 18 anni non può
nemmeno andare a scuola perché non
ho i soldi per i libri, non abbiamo
un’auto, devo pagare 200 euro per la
logopedista della mia bimba più piccola e devo pensare a dare da mangiare ai ragazzi. Non rientro nella
fascia Isee per 300 euro e quindi non
ricevo aiuti dalla Regione: pago il
canone, ma le spese non ce la faccio
proprio». Luigina racconta una storia
simile e disperata: «Lavoro all’ospedale Maggiore, 13 ore a settimana, ho
quattro figlia a casa, uno di 25 anni
disoccupato e gli altri tre che studiano
ancora. Mio marito, 71 anni, non può
lavorare e percepisce 300 euro al mese,
io arrivo a 400 euro. Come posso
pagare un affitto di 350 euro al mese?
La casa è la cosa più importante, ma
REPLICA E il presidente Genoni promette l’istituzione di un tavolo tecnico con l’assessore regionale
«Serve collaborazione con il Comune»
NOVARA (bec) Le rappresentanti
della manifestazione (Paola Padalino, Silvia Tesone e Yassica
Darfia) sono state ricevute dal
presidente di Atc Giuseppe Genoni, dal nuovo direttore Luigi
Brossa, con il sindaco Canelli. Un
momento di incontro che è stato
vietato ai giornalisti...
« L’obiettivo è quello di gestire
più da vicino i 700 inquilini per i
quali è stata pronunciata la decadenza con un atteggiamento di
rigore verso chi fa il furbo e, nel
contempo, tendendo la mano a
chi vive situazioni di fragilità e non
ha gli strumenti per utilizzare le
agevolazioni previste, come il fondo sociale» ha fatto sapere Atc.
Dall’incontro è emerso l’impegno
comune a voler risolvere il problema, restando nei binari stretti
imposti dalla legge regionale.
«Proporremo un tavolo specifico
con l’assessore regionale alla Casa
Augusto Ferrari, i sindaci dei Comuni capoluogo e il sindacato
inquilini per affrontare il problema delle decadenze da morosità
in modo strutturato e organico,
anche attraverso la concessione
delle necessarie risorse oggi indispensabili – spiega il presidente
Atc Piemonte Nord, Giuseppe Genoni – Nel frattempo però il supporto del Comune per accompagnare gli inquilini morosi verso
processi virtuosi deve essere più
incisivo, se è vero che c’è chi non
paga pur potendoselo permettere,
c’è anche a esempio chi non fa
domanda per il fondo sociale credendo di essere moroso incolpevole o chi ha sottoscritto un
piano di rientro ma poi ha smesso
di pagare. Dove la collaborazione
tra Atc e il Comune è forte i primi
risultati si stanno iniziando a vedere».
Anche il sindaco ha commentato l’incontro: «Ho raccolto le
istanze dei cittadini presenti e mi
sono confrontato con loro sulla
situazione, rispetto alla quale
l’Amministrazione, per le proprie
competenze, si è mossa all’indomani dell’insediamento. Per
uscire da questa situazione grave
sotto il profilo sociale, in primo
luogo bisogna prendere atto del
fatto che è inimmaginabile effettuare un numero così massiccio
di sfratti, data la pericolosa ri-
caduta che questo avrebbe dal
punto di vista della sicurezza
pubblica. In secondo luogo va
considerato che la legge regionale deve essere modificata
perché, così com’è, non tiene in
considerazione una serie di situazioni che rendono molto
spesso colpevoli, per quanto
riguarda le morosità, coloro che
non lo sono nella realtà. Inoltre
sia ben chiaro che non è più
tollerabile un atteggiamento
lassistico nella gestione e
nell’amministrazione delle politiche abitative come quello
che ha caratterizzato gli anni
scorsi. Quindi, da oggi in avanti,
coloro che possono pagare e
non lo fanno verranno individuati e sfrattati. Sulla base di
questi tre principi, insieme con
Atc, regione Piemonte nella
persona dell’assessore Augusto
Ferrari, con il quale mi sono
confrontato più volte negli scorsi mesi, è stato individuato un
possibile percorso che prevede
l’istituzione di un gruppo di
lavoro chiamato ad affrontare le
situazioni caso per caso e in
grado di poter comprendere
realisticamente chi possa pagare effettivamente e chi no. Mi
aspetto dalla Regione l’avvio
dell’attività entro 15 giorni».
Il sindaco Alessandro Canelli mentre parla con i cittadini
PARERE L’ex assessore Sara Paladini spiega come fosse già pronto e con la liquidità disponibile
«Il vero dramma è non aver pubblicato il nuovo bando»
NOVARA (bec) L’ex assessore Sara Paladini ribadisce le preoccupazioni espresse
in consiglio comunale: nel Documento
unico di programmazione di questa amministrazione non è prevista una riga
sull’agenzia sociale così come non è stato
ancora pubblicato il bando per le assegnazioni generali. «Nel 2013 per la prima
volta nella storia Atc ha segnalato le morosità e il Comune ha provveduto (come fa
legge) a comunicare gli sfratti per 400
nuclei - spiega - Abbiamo individuato morosità colpevoli e incancrenite, con debiti
anche di 10-20mila euro come abbiamo
denunciato allora. Da quel momento, ogni
anno Atc ha verificato la situazione legata
alle morosità e io ho incontrato tutti i
nuclei familiari coinvolti. Con la giunta
abbiamo approvato dei piani di rientro:
qualcuno ha funzionato, qualcuno no, ma
non abbiamo mai sospeso le decadenze
nè fatto condoni. Abbiamo acceso un faro
sulla morosità colpevole e nello stesso
tempo con i cinque agenti della municipale a disposizione abbiamo combattuto le occupazioni abusive». Paladini rispedisce al mittente anche le accuse che
vorrebbero una sospensione delle lettere
di sfratto in concomitanza della campagna
elettorale, per poi riprendere appena insediata la nuova giunta (di colore diverso
rispetto al presidente di Atc Genoni): «Assolutamente no ed è chiaro dagli atti. Ci
sono state delle lungaggini ma dovute al
fatto che Atc non avesse riconosciuto i
piani di rientro e che fosse stata chiesta
una convenzione con la Regione per capire anche bene i ruoli. La regione Piemonte deve pronunciarsi in fretta perché
deve essere sciolta la diatriba Comune
(tenuto a farsi carico delle morosità) e Atc.
Il fondo garanzia per i privati non ha avuto
successo, per esempio, perché non girarlo
al Comune per saldare le morosità? La
legge tre, scritta così non ha senso. Tra i
morosi c’è chi ha la Bmw ed è da questi che
bisogna partire, per dare l’esempio, per far
capire che non si scherza. ll vero dramma,
ora a Novara, è non aver predisposto i soldi
(35-40mila euro a disposizione dalla vendita di Pharma...) per il bando pronto da
fine marzo, già approvato dai sindacati e
che sta per scadere. In questo modo passerà un altro anno».
SARA PALADINI ex assessore
ora consigliere comunale
di minoranza del Pd