Atc: un buco da 20 milioni di euro dai «furbetti» delle case popolari

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Atc: un buco da 20 milioni di euro dai «furbetti» delle case popolari
Acqua, rialzi minimi
per le tariffe locali
NOVARA (mup) La conferenza dell’autorità d’ambito ha approvato le nuove
tariffe del servizio idrico integrato relative
anche al perimetro territoriale delle Pro-
vince di Novara e Vco. Le nuove tariffe
sono poi passate al vaglio dell’autorità per
l’energia elettrica il gas e i sistemi Idrici
che le ha modificate al ribasso. Per Acqua
Novara Vco l’incremento tariffario calcolato dall’Autorità d’ambito per il 2016
sarebbe stato del 2,5% ma l’Aeegsi ha
ridotto tale incremento allo 0,7%.
Novara 8
VENERDÌ 1 LUGLIO 2016
NovaraOggi
Atc: un buco da 20 milioni di euro
dai «furbetti» delle case popolari
NOVARA (fex) I furbetti delle case
popolari costano 20 milioni di euro
alla collettività e Atc non ha ancora
chiuso il consuntivo 2014. E’ quanto
emerge dall'analisi condotta sui bilanci di Atc Piemonte nord, realizzata
dalla società di revisione Deloitte.
Una certificazione, ovvero uno screenig esterno sui conti, che il presidente
Giuseppe Genoni e l'assessore regionale alle politiche sociali Augusto
Ferrari hanno definito «operazione
trasparenza», nella presentazione del
23 giugno scorso a Palazzo Natta.
«Un'iniziativa necessaria e dettata da
una precisa volontà politica, decisa a
fine 2015, con l'accorpamento delle
Atc da 7 a 3, con l'appoggio di tutti i
nuovi presidenti designati – ha sottolineato Ferrari – per avere certezze
su come proseguire». La riorganizzazione delle Agenzie territoriali per
la casa piemontesi risale a fine 2014 e
da lì è nata Atc Piemonte Nord, che
gestisce il patrimonio immobiliare
delle province di Novara, con 6mila
alloggi, Vercelli con 3mila e Biella con
1.500. Un riassetto che «ha portato a
un risparmio di 1 milione di euro
l'anno, in termini gestionali, da investire in manutenzione». I 20 milioni che mancano all'appello non
potranno mai essere riscossi, come
ha spiegato il presidente Genoni: «Su
questa situazione Novara ha avuto il
peso più forte, legato anche al maggior numero di alloggi rispetto alle
altre province. Si tratta di crediti su
cui la morosità incolpevole (inquilini
che non pagano, perché realmente
impossibilitati a farlo, ndr) è solo del
10%. La cifra – prosegue – è andata
accumulandosi negli ultimi 10 anni,
con un incremento più accentuato
negli ultimi 5, legato alla crisi. Peraltro molti morosi colpevoli, in questa fase critica, sono passati a essere
incolpevoli. Anche per questo i cre-
Giuseppe Genoni, presidente di Atc Nord Piemonte, l'assessore
regionale Ferrari, Marco Balossino, presidente Atc Piemonte Sud
diti non risultano più esigibili. Un
contesto – ha motivato – che è venuto
a crearsi anche a causa della carenza
di personale, che non ha consentito
di operare i monitoraggi necessari. In
Atc Piemonte lavorano 56 persone –
ha aggiunto – contro lo 76 previste
dalla pianta organica e solo 18 operano nell'area amministrativa».
I mancati incassi hanno, inevitabilmente, influito anche sul fronte
della manutenzione: «In certi alloggi
siamo ben lontani da situazioni di
decoro e per questo mi sento di
chiedere scusa agli inquilini – ha
dichiarato Genoni – ma è un problema verso cui siamo impotenti». A
livello regionale sono un migliaio gli
alloggi che necessitano di interventi
di manutenzione, anche importanti.
«Ci sono fondi per 35 milioni di euro,
per 10 anni; 15 milioni sono stati
riversati in Piemonte e i bandi sono
già partiti l'anno scorso, ma – ha
ammesso Ferrari – servirebbero almeno 100 milioni».
Intanto Regione e vertici di Atc
guardano avanti, confidando nel sostegno del Governo e pensando a una
riorganizzazione dell'ente. «In un incontro con il Ministro alle infrastrutture, Graziano Delrio ha annunciato
che il 2017 sarà “l'anno della casa”.
L'unica soluzione è il Fondo nazionale: il governo dovrebbe investire
sulla casa, come ha fatto nel secondo
dopoguerra. E perché il sistema Atc
possa essere ancora sostenibile – ha
commentato Ferrari – non è più pensabile che debba reggersi soltanto
sugli incassi dei canoni, che in Piemonte sono di 90 euro al mese contro
i 120 della media nazionale. L'alternativa è trasformare Atc in ente
economico o in una spa, ovviamente
senza fargli perdere la sua funzione
sociale».
«Sapevamo che il problema esisteva ma i numeri sono più elevati
rispetto a quanto ci aspettavamo hanno commentato i consiglieri regionali di maggioranza, Domenico
Rossi e Giovanni Corgnati, a margine della presentazione dei dati sul
bilancio - L'intervento statale è assolutamente necessario». Dai banchi
dell'opposizione di Palazzo Lascaris,
il consigliere Diego Sozzani, parla di
«numeri drammatici», e aggiunge: «È
ora di finirla di far debiti da incollare
ai cittadini: chi sbaglia paga. Gli atti in
questione dovranno essere trasmessi
alla Procura che identifichi e persegua penalmente gli autori di un
così devastante debito».
Elena Ferrara
IL COMMENTO Il sindaco
Monitoraggio
inesistente
NOVARA (fex) « E’ evidente che il
monitoraggio da parte di Atc è
stato inesistente. La convenzione
fra Comune e ente è da rivedere,
per trovare delle valide alternative:
un discorso da affrontare con i
vertici e l'assessore regionale Ferrari». Il sindaco Alessandro Can ell i commenta così i numeri
emersi dal bilancio dell'Agenzia
territoriale per la casa. «Come avevo già annunciato in campagna
elettorale – prosegue – il primo
step sarà il monitoraggio dell'esistente, perché troppe cose non
vanno nelle case popolari: dagli
alloggi fatiscenti (150 mi risultano
addirittura inagibili), che vanno
resi decorosi, alla necessità di pensare a un nuovo piano casa, più a
lungo termine, per la costruzione
di nuove case con risorse energetiche alternative, che possano
anche abbattere i costi». Canelli
riflette anche sulle morosità colpevoli: «Mi chiedo se il criterio di
basare i canoni a scaglioni sulla
base dell'Isee sia equo: c'è chi guadagna la pensione minima e versa
lo stesso affitto di chi ha uno stipendio da 800 euro. I calcoli vanno
rivisti, anche per capire se tutti i
morosi colpevoli sono davvero dei
furbetti. Vanno colpiti gli abusivi e
chi sfrutta la situazione in maniera
inaccettabile». Infine Canelli conferma che rimarrà operativa la task force polizia municipale-Atc,
attivata dalla precedente giunta,
che nel 2015 aveva portato a 18
sgomberi e a firmare 400 sfratti per
decadenza. «Continuerò a occuparmi di questo argomento anche
dai banchi dell'opposizione – dichiara l'ex assessore Sara Paladini – Anche con i residenti delle
case popolari si era creato un clima di collaborazione».
SENTENZA Un 41enne condannato a 10 mesi. La difesa: «E’ malato»
Ubriaco, dà una testata all’agente
NOVARA (fdn) «Le persone possono migliorare se aiutate, non
demolite. E’ malato e noi non gli
diamo aiuto». Un’accorata difesa quella dell’avvocato Fernando Cardinali per cittadino
di origini nord africane, 41 anni,
residente a Novara finito a processo per resistenza e lesioni a
pubblico ufficiale, che alla fine,
per quei fatti, è stato condannato a 10 mesi di reclusione (il
pm aveva chiesto un anno). Tutto era accaduto una sera di qualche anno fa in un bar di Novara
quando l’uomo, alticcio, aveva
iniziato a creare seri problemi
agli avventori. Così qualcuno
aveva chiamato la questura. «Si
divincolava, era incontenibile –
ha raccontato uno degli agenti –
Non riuscivamo a convincerlo a
venire in questura. Avevamo fatto intervenire anche un altro
equipaggio in rinforzo. In auto,
ha cominciato a dare testate a
tutto, ai vetri, alla macchina. Temendo che alla fine potesse farsi
del male abbiamo deciso di farlo
scendere per vedere se si calmava. Niente: gli parlavo, a tratti
sembrava lucido e collaborativo,
ma poi dopo un attimo ricominciava a dimenarsi. Siamo
riusciti, anche con l’intervento
di altri colleghi, a rimetterlo in
auto e a raggiungere la questura.
Lo abbiamo portato nella sala
fermati e lì ha ricominciato a
dare in escandescenze prendendo a testate anche il condotto di aerazione: eravamo in
otto e non riuscivamo a fermarlo. A quel punto abbiamo deciso
di chiamare la guardia medica
ma quando i sanitari sono arrivati lui ha rifiutato l’intervento.
E’ stato in quel momento che si è
alzato improvvisamente, ha
puntato verso di me, mi ha preso
per il bavero e mi ha dato una
testata. Come conseguenza ho
riportato un trauma cranico per
il quale mi sono stati dati 15
giorni di prognosi. A quel punto
abbiamo deciso di portarlo in
ospedale». E lì, al pronto soccorso del Maggiore, le cose non
migliorarono: «Scendeva dalla
barella e continuava a venire
verso di me, gli altri colleghi non
li guardava neppure; forse mi
aveva identificato in colui che lo
aveva bloccato». «Di quello che
ha detto quell’agente – ha detto
l’imputato – non ricordo nulla.
Anzi, non ricordo nulla di tutta
la sera». Invano il difensore ha
chiesto una perizia: «Penso – ha
detto Cardinali – che più che un
delinquente sia una persona
malata. Bisogna accertare se
l’intossicazione cronica da alcool possa portare a una semi
infermità». Ma il giudice ha rigettato l'istanza perché non documentata e lo ha condannato a
10 mesi di reclusione.
IL FATTO Bulli sull’Allea a processo con l'accusa di rapina: vittime due 14enni
«Se non ci date i soldi vi ammazziamo di botte»
Impasto di soia, integrale,
carbone, canapa e kamut.
APERTO TUTTO AGOSTO
Novara (zona piazza Bicocca) Via Sforzesca 95/D - Tel. 0321.231304 ORARIO CONTINUATO 11.30 - 24.00 aperto tutti i giorni
NOVARA (fdn) «Se non ci date i soldi vi ammazziamo di botte». Ai due ragazzini quattordicenni, che quel pomeriggio del 4 marzo di tre
anni fa erano seduti sulle panchine nel parco
dell’Allea, quella richiesta minacciosa fatta da
cinque ragazzi che li avevano accerchiati, aveva
messo una paura tale da spingerli a svuotare le
tasche e consegnare ai bulli tutto quello che avevano, poco più di 24 euro. Poi i cinque se n’erano
andati e ai ragazzi non era restato altro che andare
dai carabinieri e raccontare la brutta esperienza
vissuta. No, non li conoscevano, non li avevano
mai visti, sembravano stranieri. Ai militari avevano raccontato che si erano avvicinati, avevano
chiesto sigarette e poi i loro cellulari. Una richiesta
alla quale i due ragazzini avevano opposto un
secco rifiuto, di fronte al quale “il più grosso dei
cinque” li aveva minacciati di botte. Un mese
dopo uno dei due ragazzini aveva chiamato il 112:
«venite, sono in piazza Martiri. Ho incontrato uno
di quelli. E’ qui, in piazza». Nel giro di pochi minuti
carabinieri e ragazzino si erano messi alla ricerca
del bullo e lo avevano trovato: “è lui” aveva detto
senza esitazioneil quattordicenne,. E così lo avevano portato in caserma e identificato in Ayoub El
Moussir, allora 19enne residente in città. Raccontò la sua versione dei fatti chiamando in causa
altri tre ragazzi, tutti di origine marocchina, tutti
residenti a Novara. Alla fine, a processo, con
l’accusa di rapina in concorso, sono finiti Ayoub
El Moussir, Imad Sabour, Monsef Malkaudi e
Anass Souady. Si torna in aula ai primi di luglio.