Paesi allagati dal Danubio in piena Comunità in prima
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Paesi allagati dal Danubio in piena Comunità in prima
DOMENICA 30 APRILE 2006 MOBILITAZIONE VIVERI, MEDICINALI E VESTITI VENGONO INVIATI IN QUESTE ORE VERSO ROMANIA, UNGHERIA, SERBIA E BULGARIA IntervistaParla la giovane cinese protagonista del programma di Canale 5: “È bello essere famosi” Dai sindacati ricorsi alla Corte costituzionale Sono i paesi maggiormente colpiti dalla piena del Danubio. Si tratta di Romania, Serbia, Ungheria e Bulgaria ONUS bebè, la vicenB da arriverà alla Corte costituzionale. Dopo l’al- 15.000 È il numero dei romeni che hanno dovuto lasciare le loro case. In Romania le abitazioni danneggiate sarebbero più di mille 3.000 È il numero delle case allagate in Serbia. Il governo di Belgrado non ha fornito dati ufficiali su quanti sono gli sfollati Qui e in basso, due immagini dei danni che sono stati provocati in Romania dalla piena del Danubio Paesi allagati dal Danubio in piena Comunità in prima linea negli aiuti LOREDANA CEAUSU E COMUNITÀ immigrate in Italia si L sono mobilitate per aiutare i connazionali vittime delle devastazioni cau- sate dalla piena del Danubio che ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case per salvarsi. I Paesi più colpiti sono la Romania, l’Ungheria, la Serbia, la Bulgaria, ma il grande fiume è straripato anche in Ucraina. La comunità romena in Italia sta avviando iniziative per aiutare gli sfollati. Chi ha potuto, per Pasqua è partito per portare sostegno, non solo materiale. L’Associazione dei romeni in Italia (Ari) ha raccolto finora circa tre tonnellate di viveri, medicinali, vestiti e coperte che dal 26 aprile viene spedito Il fiume in Romania. «Abbiamo la dispoè straripato nibilità della anche compagnia aein Ucraina. rea Blu Air che a titolo gratuito ha Un conto per accettato di trai contributi sportare in Roin denaro mania i materiali raccolti dall’Ari — spiega Eugen Terteleac, presidente dell’Ari — Abbiamo rivolto un appello alle associazioni di romeni ed alla Lega dei romeni d’Italia, faremo volantinaggio e metteremo degli annunci in tutte le chiese della comunità ortodossa romena in Italia, chiedendo la collaborazione anche delle autorità consolari e dell’ambasciata». L’Ari ha promosso una raccolta di fondi anche in occasione di Miss Diaspora 2006, concorso di preselezione di Miss Romania nel Mondo. Per chi volesse contribuire con aiuti in denaro, l’Ari ha aperto un conto corrente apposito presso la banca Credem (Credito emiliano), agenzia n. 5. Ecco i dati: CC: 342010001877- 2;a. ABI: 03032; CAB: 03202. Nel Nord Est, le comunità ortodosse dei serbi e dei romeni pregano da giorni per le regioni colpite dalle alluvioni. Centinaia di immigrati serbi, romeni, moldavi e ucraini, che non sono tornati in patria per la Pasqua, si sono riuniti nelle loro chiese di riferimento: «Oltre le preghiere, stiamo pensando a come possiamo aiutare le vittime dell’alluvione in base alle nostre possibilità», dice padre Rasko Radovic, parroco della chiesa serbo ortodossa di San Spiridione, a Trieste. Parole condivise da padre Gheorghe Verzea in nome della comunità dei romeni di Padova. A raccogliere aiuti per la popolazione bulgara colpita dallo straripamento del Danubio sono stati invece l’arcivescovo Tihon e Paolina Tiholova, amministratrice a Roma della chiesa SS. Vincenzo e Anastasio, data in uso per la domenica ai bulgari ortodossi. Sono stati preparati diversi scatoloni con vestiti, scarpe e altro materiale di prima necessità. (hanno collaborato Antonia Ilinova e Gabriela Preda) FIRENZE La colletta della parrocchia Anche la comunità romena di Firenze sta raccogliendo dei fondi per aiutare i connazionali vittime delle alluvioni provocate dal Danubio. Il parroco della chiesa ortodossa romena, padre Petre Coman, spiega: «La comunità ha iniziato la raccolta di fondi dopo la messa di Pasqua. La campagna continuerà anche dopo la messa di domenica 30. La nostra comunità dà prova di solidarietà e generosità e cerca di venire in aiuto agli sfollati che hanno perso tutto sotto le acque. Un comitato parrocchiale si occupa di questa raccolta che è stata fatta per iniziativa della Metropolia ortodossa romena dell’Europa occidentale e meridionale. Alla fine, i soldi saranno mandati alla nostra Patriarchia a Bucarest che distribuirà gli aiuti nelle zone colpite». «Per chi ha perso tutto — aggiunge padre Petre — ed anche per quelli che cercano di aiutarli noi continuiamo a pregare. Saranno tutti nominati nelle nostre sante messe». Chi volesse dare un contributo può chiedere informazioni alla parrocchia ortodossa romena della Ascensione del Signore, presso la chiesa in Salita San Giorgio, a Firenze; o telefonare al parroco al numero 055-784.715 Petre Coman, parroco romeno a Firenze larme lanciato per le denunce nei confronti dei genitori extracomunitari che l’avevano riscosso pur non avendo i requisiti, sindacati e associazioni si sono mobilitati su due fronti: per garantire assistenza legale agli stranieri che rischiano il processo, ma anche per far giudicare incostituzionale la norma («chiaramente discriminatoria») che assegna il bonus solo ai neonati italiani e comunitari. Ora il ministero dell’Economia ha chiesto ufficialmente la restituzione, con tanto di soprattassa: si dovranno versare 1001,81 euro sul conto corrente n.31617004 intestato alla Tesoreria centrale dello Stato — Roma, indicando nella causale «versamento al capo X, cap. 2368 — restituzione bonus bebè». Il ministero ha anche attivato una linea telefonica per ricevere assistenza sulla questione: numero verde 800 863 223 e per chi chiama dall’estero 0039 06 50724073 (attivi lunedìvenerdì dalle 9 alle 17 e il sabato dalle 9 alle 13). Una decisione che ha scatenato polemiche e proteste. La Cisl ha invitato a non restituire il bonus, in attesa della sentenza della Corte costituzionale, alla quale il sindacato si è rivolto. La Cgil ricorda invece che un intervento della Consulta avrebbe valore retroattivo, potrebbe cioè risolvere tutti i problemi nati in precedenza. Le Acli, così come l’Asgi (l’associazione studi giuridici sull’immigrazione, la prima a sollevare il caso) chiedono una mini sanatoria tramite un decreto legge. Tutti concordi, comunque, che il nuovo governo metta fine alla differenza, concedendo il bonus bebè anche ai genitori dei neonati extracomunitari. (gabriele bonincontro) GLI ALTRI NOI GIOVANNI MARIA BELLU A ROSA rossa per Tamara ha proL dotto una quantità inaspettata di gemme e così sabato prossimo alle 10, in piazza Augusto Imperatore, Roma, si terrà una delle manifestazione di protesta più originali e romantiche degli ultimi anni. Non cartelli, non striscioni, non slogan gridati col megafono. Solo una moto (per la precisione una Transalp 650) e una rosa rossa. Quella che Alessandro Arbitrio, 44 anni, manager di una società di consulenza, il giorno dopo, a Belgrado, consegnerà alla sua compagna serba Tamara. «Gli altri noi» ha raccontato la storia di Alessandro e Tamara lo scorso 26 marzo su «Metropoli» e Repubblica.it. Un amore che da 4 anni, da quand’è nato, combatte una durissima lotta per la sopravvivenza contro Una rosa rossa contro le discriminazioni le normative che non danno alcun riconoscimento giuridico alle coppie di fatto, a maggior ragione quando sono formate da cittadini italiani ed extracomunitari. Tutte le volte che Tamara vuole incontrare il suo compagno, deve chiedere il visto turistico, e non è affatto certo che riesca a ottenerlo. Il risultato è un’esistenza fatta di lunghe attese, spese, pellegrinaggi tra le ambasciate dell’Unione europea e segnata anche dalla continua ricerca di escamotage, a volte umilianti. L’ultimo della serie, tentare di assumere la propria compagna come collaboratrice domestica o come badante. Chi volesse approfondire, può andare sul sito www.inviaggiopertamara.com. Il viaggio in moto fino alla Serbia, una passeggiata di 1300 chilometri, doveva essere la metafora di un rapporto «sottoposto a intemperie burocratiche non meno fastidiose del vento e della pioggia». Situazione condivisa, secondo stime attendibili, dai circa ventimila italiani e italiane che ogni anno avviano una relazione con partner extracomunitari e che si trovano così a fare i conti con i confini tracciati da Schengen. Alessandro Arbitrio è rimasto sorpreso quando gli sono giunti messaggi di solidarietà e adesioni da persone e associazioni diverse: per esempio, dalla «Lega italiana famiglie di fatto» la cui vicepresidente è Adele Parrillo, compagna di Stefano Rolla, una delle vittime della strage di Nassyria, che, proprio perché «compagna» e non «moglie», è stata esclusa dagli aiuti e dagli indennizzi riservati alle vedove; o dall’Arci gay che chiede un riconoscimento giuridico per le coppie omosessuali. La questione del riconoscimento delle coppie di fatto, evidentemente è un terreno dove la tutela dei diritti dei «cittadini non UE», s’incontra con la difesa dei diritti civili di tanti cittadini italiani. Un tema che offre una sorprendente e inaspettata occasione di integrazione attraverso la protesta democratica. Alessandro Arbitrio non immaginava tutto questo e, naturalmente, ne è molto soddisfatto. Anche METROPOLI 7 IL CASO BONUS BEBÈ 4 SOCIETÀ DOMENICA 30 APRILE 2006 perché alla solidarietà politica dell’Arci e della Liff s’è aggiunta quella, sportiva, degli aderenti all’associazione che raccoglie gli appassionati della Transalp. Lo scorteranno fino all’uscita della capitale, assieme ad altri motociclisti «free lance». Sul parabrezza della moto, Alessandro avrà un’immagine di San Giorgio che uccide il drago. Il drago della discriminazione. L’arrivo in Serbia è previsto per il primo pomeriggio di domenica 7 maggio. Ad accoglierlo, il motociclista innamorato italiano troverà cinquanta centauri di un gruppo locale e, dopo aver dato la rosa a Tamara, sarà ospite assieme a lei di un importante talk show televisivo. La mattina di lunedì 8, prima di rientrare, l’ultimo atto del viaggio: la consegna, all’ambasciata di Belgrado, di una rosa spezzata, simbolo degli amori contrastati dalla legge. ([email protected]) TELEVISIONE Rapporti“I miei conterranei in Italia sono molto chiusi: mi snobbano forse perché sono di Pechino” La sorella del Grande fratello Uomini Donne KABIR BEDI L’attore indiano è diventato famoso in tv nel 1974 con lo sceneggiato Sandokan. È stato uno dei protagonisti dell’Isola dei famosi NATASHA STEFANENKO Russa, è in Italia da oltre 10 anni. Si è affermata prima come modella e poi come conduttrice tv e attrice di fiction IDRISS SANNEH Senegalese, giornalista, si è fatto conoscere come opinionista a Quelli che il calcio. Ha partecipato all’Isola dei famosi AIDA YESPICA La modella venezuelana ha partecipato all’Isola dei famosi e come showgirl al programma del Bagaglino su Canale 5 KLEDI KADIU Ballerino, è nato a Tirana nel 1974. In Italia dal 1992, si è affermato in tv su Canale 5 nei programmi di Maria de Filippi BAMBOLA RAMONA Romena, Ramona Chorleau è apparsa in tv a Cronache marziane su Italia uno. È stata tra i concorrenti del reality La talpa Man Lo Zhang, 24 anni, la concorrente cinese che ha partecipato al reality show relevisivo «Grande fratello» trasmesso su Canale 5 IRENE SAVIO AN LO Zhang è una ragazM za di 25 anni, occhi neri e capelli castani, che veste stra- no, parla tre lingue e ride tanto. Se fosse italiana diremmo che è solare. Invece è decisamente cinese. È diventato un personaggio grazie alla partecipazione al “Grande fratello” che si è appena concluso su Canale 5. Lei non è arrivata in finale, ma è diventata popolare. Laureata in Spettacolo a Pechino, Man Lo è arrivata in Italia con in tasca l’iscrizione a un corso di italiano durato quattro mesi e il sogno di intraprendere un carriera di regista cinematografica. Man Lo, iniziamo dal suo arrivo in Italia. È venuta da sola? «Ho visto il film di Bernardo Bertolucci “Io ballo da sola” e sono sono rimasta affascinata dalla Toscana. I miei genitori sono rimasti a Pechino, dove vivono e lavorano: mia mamma, Ran Hai- Qiong, è un’agente assicuratrice e mio papà, Bi-Yuan Zhang, guida l’ambulanza». Si sente privilegiata rispetto ai suoi connazionali? «In Cina sono stata molto fortunata. Dopo un mese e mezzo ho ritirato il visto per l’Italia. Però, da quando sono a Roma, dal novembre 2004, non ho ancora ricevuto il permesso di soggiorno definitivo. Mi hanno dato solo una ricevuta che cer- ‘‘ tifica che io sono qui per studiare, ma in banca non lo accettano per aprire un conto corrente. E quasi tutte le settimane vado in questura a chiedere se è arrivato». Non era così anche in Toscana? «No. Sono arrivata a Firenze nel gennaio del 2003, ho richiesto i documenti e in poco tempo me li hanno consegnati». Cosa le piace dell’Italia? «I cinesi adorano il calcio. Io preferisco i calciatori, soprattutto Filippo Inzaghi. Ma sono tante le cose che mi piacciono». Roma non è come Firenze: il permesso di soggiorno lo aspetto dall’ottobre del 2004 e ancora non si vede. Ho la ricevuta, ma non basta per aprire il conto in banca BIOGRAFIA Studia per diventare regista Man Lo Zhang è nata il 21/5/1980 a Choncqing. Residenza: Roma. Altezza: 1.70. Peso: 60. Occhi: castano scuro. Capelli: neri. Non sposata; segni particolari: piercing all’ombelico. Segno zodiacale: toro o gemelli, «dipende dagli oroscopi». Studi: si è diplomata a Pechino al liceo classico. Frequenta il secondo anno del Dams per diventare regista cinematografica. Lingue: italiano, cinese, inglese. Adora la moda e il cinema e le piace andare in giro per negozi. Il rapporto con gli italiani? «All’inizio è stato difficile. Non parlavo l’italiano e frequentavo corsi intensivi che duravano due o tre mesi e dove c’erano solo stranieri. Spesso confondevo la parola ‘carabinieri’ con ‘cameriere’. Una volta sono andata alla stazione perché volevo partire e ho chiesto una bicicletta invece di un biglietto. Adesso vivo al quartiere San Paolo in una casa con altre tre inquiline e ho un fidanzato romano, Daniel, che studia economia». Sente la nostalgia della Cina? «Mi manca il cibo. Sono mol- “STRANGERS IN THE NIGHT” Comici da tutto il mondo a Zelig A ORMAI un anno la comicità in tv è multietnica. Lo D spettacolo, unico in questo genere in Italia, si chiama «Strangers in the night» ed è nato nel Laboratorio di Zelig. dalla loro esperienza italiana. Hassan è marocchino e nel suo paese faceva il comico. Qui porta avanti il sogno di poter continuare a recitare, Questa nuova forma di comicità è diventata un luogo di calandosi nel ruolo di un venditore di fazzoletti: «Tutte divertimento, dove si incontrale mie battute giocano sulla vita no le culture diverse, si abbattotra Marocco ed Italia». no gli stereotipi e si ride. I protaOltre alle serate di cabaret a Zegonisti sono arrivati tramite il lig, sono aperte alla Fabbrica del passa parola e l’annuncio sul siVapore di Milano le prove dove si to di Zelig. Hanno portato le loro esibiscono i comici di «Strangers esperienze personali. E sopratin the night». Questo spazio, in tutto storie d’immigrazione in cui l’unico obbligo è di parlare in cui sdrammatizzano le differenitaliano, è aperto a tutti coloro ze culturali e prendono di mira i che vogliono giocare le loro carte. luoghi comuni sugli stranieri. L’ingresso alle prove degli Per Karin McDonald, arrivata «Strangers» è libero e, anche se il dal Costarica, l’esperienza le pubblico di Zelig è prevalentapermette di vedere la sua vita da mente italiano, un numero creun punto di vista ironico. «Le scente di immigrati viene a vedebattute non sono mai offensive re i comici stranieri. La prove— racconta Karin — C’è questo nienza etnica dei comici è eteroAlcuni dei comici stranieri che gioco dove scherziamo sugli itagenea: Costa Rica, Marocco, Separtecipano al laboratorio di Zelig liani, ma anche su di noi. Così si negal, Brasile, Russia... «Strangers in the night» crea un equilibrio». L’obiettivo Il prossimo spettacolo di principale è far vedere l’Italia at«Strangers in the night» sarà a Mitraverso gli occhi degli stranieri, raccontare con ironia lano il 6 maggio alle 21:30 (per informazioni www.areastorie drammatiche. Le battute sono storie che gli im- zelig.it). migrati portano dai loro paesi ma che prendono anche (sanja lucic) to ingorda e mi piace mangiare molto piccante. In particolare, adoro il Hu-Gu che è un piatto caldo. Mi piace anche la tradizionale zuppa di carne e verdure, Yuan Xiao, che si prepara in occasione dell’ultimo giorno di festeggiamenti del capodanno cinese». Come sono, invece, i suoi rapporti con i connazionali che vivono qui? «I miei amici che vivono in Cina sono molto diversi dalla maggior parte dei miei conterranei che ho conosciuto in Italia. Ho notato che qui sono un po’ chiusi e mi snobbano perché sono di Pechino. E poi, ci sono pochi studenti, credo solo 500 di origine cinese, un numero chiaramente inferiore rispetto all’Inghilterra, alla Francia e alla Germania». Il “Grande fratello” le ha dato molta popolarità... «È vero. La gente mi ferma e mi chiede se può farmi una foto o fare un autografo. Mi fa piacere, ma so che finirà presto. Io per la vittoria finale facevo il tifo per Augusto: prepara dei piatti buonissimi». Per il futuro, pensa di restare in televisione? «Il mio sogno è diventare una regista cinematografica e per questo devo studiare molto. Per ora, frequento il Dams a Roma. Chissà, forse a trent’anni riuscirò a fare il mio primo film». ‘‘ ATTUALITÀ 6 METROPOLI Sono un po’ privilegiata, in Cina ho ottenuto il visto in un mese e mezzo. I miei genitori sono rimasti lì: mia madre fa l’assicuratrice, mio padre guida le ambulanze