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«La donazione crea un legame di sangue - Donare sangue in Italia»: l'
impegno della comunità romena e dell' Avis per un' integrazione anche
nel volontariato
La Lega dei Romeni in Italia, è un'Associazione nazionale di volontariato
senza scopo di lucro, apolitica, riconosciuta come il principale
interlocutore della comunità romena italiana. Raccoglie al suo interno
oltre a numerose associazioni romene attive in Italia, anche
rappresentanti di giornali, imprenditori ed in generale soggetti che
attraverso la loro partecipazione contribuiscono all'integrazione dei
romeni nella società italiana.
Uno dei progetti più importanti dell’associazione, consiste in un atto di
volontariato attivo che gli immigrati dal paese danubiano sono invitati a
compiere a favore dei cittadini dello stato di nuova residenza. Con un
apposita convenzione siglata a Roma con l’Avis Nazionale, la Lega
romena ha espressamente invitato i propri iscritti a donare il proprio
sangue nelle emoteche che poi verrà distribuito ai vari ospedali ed
utilizzato in caso di trasfusioni. Questa campagna di sensibilizzazione
vede impegnata una “ testimonial” d’eccezione, la cantante Paula
Monica Mitrache, in arte Haiducii, ospite al Festival di Sanremo nel 2004
e per questo conosciuta e amata non solo dal pubblico romeno ma pure
da quello italiano. La comunità romena è una delle più complesse tra
quelle che vivono in Italia, culturalmente espressione di un popolo
fortemente latinizzato, la comunità straniera maggiormente integrata,
anche se molti mass- media ultimamente hanno preferito risaltarne
solamente gli aspetti negativi e criminogeni. Non tutti i romeni però, è
bene sottolinearlo ancora una volta, sono delinquenti anzi, la gran parte
di loro è qui per lavorare e vivere onestamente, contribuendo con
generosità, come dimostrato anche dalla donazione del sangue, al
progresso civile della nuova patria di adozione.
Coinvolgere quasi un milione di romeni che vivono in Italia nella
donazione di sangue, per diffondere anche tra loro la cultura della
solidarietà e dell' integrazione. È questo l' obbiettivo con cui, nel mese
di dicembre 2008 è stato sottoscritto il protocollo di intesa e
cooperazione tra l' Avis Nazionale Italiana e la Lega Romeni d’Italia, che
si pone come punto di riferimento per i cittadini romeni residenti in
Italia. Si tratta del primo accordo di questo genere sottoscritto a livello
nazionale e secondo i firmatari è un passo importante per sostenere
una reale integrazione. Gli obiettivi del protocollo sono
fondamentalmente i seguenti:
1. promuovere la cultura del dono;
2. aumentare il numero di donatori di sangue, di plasmo derivati, di
midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche tra i cittadini
romeni residenti in Italia;
3. favorire l’integrazione e la diffusione della cultura della solidarietà,
del dono e del volontariato e della partecipazione
4. avviare iniziative mirate all' educazione alla convivenza sociale e
solidale;
5. conferire più incisività alla propaganda della cultura della
solidarietà;
6. aumentare il numero dei donatori
7. incentivare altre forme di cooperazione con altre comunità di
stranieri residenti.
Il coinvolgimento di donatori immigrati, implica generalmente, problemi
di carattere
interculturale che è necessario comprendere e
approfondire. La donazione volontaria del sangue si basa, infatti, su
alcuni assunti largamente condivisi nella cultura italiana. Si pensa alla
donazione come ad un dovere di solidarietà che fa parte del ruolo di
cittadini ben inseriti in una società universalista. In altre parole, la forma
normale della donazione moderna è quella del “dono agli estranei”; in
quanto cittadino astratto io dono a un altro cittadino astratto, che non
conosco e non devo conoscere. Condizione di questo atto di solidarietà
è la percezione di muoverci in una società intessuta di forti valori e
vincoli comunitari, che non solo garantisce un uso equo e giusto del
dono che io faccio, ma lo converte in valore civile e in sentimento di
appartenenza e identità.
Il desiderio d'integrazione ha trovato nel sangue un viatico 'funzionale',
per così dire. A cominciare dalle regole burocratiche necessarie alla
donazione. Per ricevere l'idoneità a dare il sangue, infatti, occorre avere
la residenza in Italia da almeno due anni, un documento di identità
valido e conoscere la lingua italiana. La padronanza della lingua è
richiesta affinché la persona comprenda le domande del questionario
che accerta le potenziali condizioni a rischio. Sono le stesse regole
della 'buona' immigrazione, così come tante volte s'è sentita invocare
nel dibattito politico degli ultimi tempi.
Lo spiega bene Gabriel, romeno, in Italia a Roma da cinque anni: "Il
desiderio di essere italiano e quello di donare il sangue per me sono
come venuti insieme, perché quando ho capito l'uno, ho sentito davvero
anche l'altro. Il sangue è stata la prima cosa che ho visto unire, e non
dividere. Tutti abbiamo bisogno di sangue per vivere e così anche io
immigrato posso essere finalmente considerato un normale cittadino,
che dà la vita per il bene di tutti". Riscatto e partecipazione: per i
romeni, la differenza tra l'essere accettati o meno, tra l'essere dentro o
fuori, passa per il sangue: "Oggi ho donato il mio perché mi sento di qui
- dice Stelian, romeno, residente a Segrate, vicino a Milano -. Per me è
un modo di ringraziare l'Italia per quello che mi ha dato: l'ospitalità.
Almeno non dicono sempre che l'immigrato è quello che ruba, o che
violenta, ma anche quello che dà una parte del proprio corpo per aiutare
gli altri". Stelian ha coinvolto tutta la sua famiglia, e persino qualche
amico, nel 'rito' della donazione: insieme certe volte hanno fatto persino
la fila, e atteso per ore, fuori dai centri di raccolta.
Il sangue significa donare una parte di quella sostanza vitale che
assicura la vita stessa, significa, donare la vita. Cos’è più nobile e
solidale del dono del proprio sangue e della vita? Questa donazione
assimila il donatore al genitore che dona gratuitamente la vita al figlio,
immagine del Creatore che dona la vita alle creature. E’ immagine, nella
fede cristiana, del Cristo, attraverso il sacrificio del proprio sangue.
Questa particolare caratura della donazione del sangue viene esaltata
dal suo carattere di reciprocità.
Nei momenti che hanno segnato le pagine delle tragedie della recente
storia del popolo italiano come terremoti e alluvioni, la Lega Romeni
d’Italia ha fatto appello a tutti i suoi connazionali di mettersi a
disposizione delle strutture ospedaliere e dell'Avis per la donazione di
sangue . Nei momenti di difficoltà, vogliamo dimostrare il nostro affetto
e la nostra solidarietà per il popolo italiano, con il quale abbiamo forti
legami. Siamo un popolo la cui cultura è fortemente latinizzata. Tra
romeni e italiani ci sono punti di contattato, abbiamo caratteri simili.
Siamo uniti dal rispetto degli stessi valori.
Vogliamo ricordare, che nelle nostre vene scorre il sangue romano, quel
sangue del quale siamo orgogliosi e che ci fa amare tanto l'Italia, quel
sangue che viene citato anche nell’inno nazionale romeno:
“Ora o mai più diamo prova al mondo
Che in queste braccia ancora scorre il sangue dei romani
E che nei nostri petti conserviamo con orgoglio un nome
Trionfatore in battaglia! Il nome di Traiano”
Cosa dire…il popolo romeno e quello italiano sono popoli fratelli, fratelli
di sangue, e tutte le vicissitudini di questo Mondo non riusciranno a
dividerli, perché il sangue unisce.
Dovremmo interrogarci sul futuro della donazione di sangue….
Saranno gli immigrati a garantire l'autosufficienza di sangue per il
futuro?... Chi lo sa?... Oggi, nei banchi della scuola incontriamo alluni
che arrivano da tutte le parti del Mondo…Un Mondo multicolore che
dipingerà il futuro dell’Italia…questi alluni saranno i dirigenti del domani
di questo Belpaese…
Educhiamo bene i nostri figli, nello spirito della solidarietà e
dell’amicizia. Insegnare a loro a vivere in armonia, senza pregiudizi e
intolleranze verso il diverso è il dovere di tutti i noi.
Rinnovo la disponibilità della comunità romena per la donazione del
sangue ripetendo che “E’ qui che abbiamo deciso di vivere, è qui che la
nostra generosità diventa amore per la vita”
I fratelli di sangue devono imparare a lavorare insieme per la vita, ed è
per questo che la Lega Romeni d’Italia chiede oggi in questa sede, la
concretizzazione di quanto espresso durante i vari incontri con i
dirigenti dell’Avis e cioè: L’apertura della sede AVIS in Romania
attraverso un gemellaggio specifico tra i due paesi.
La Lega Romeni d’Italia sarà la promotrice di questa iniziativa che è
l’espressione della generosità e dell’affetto tra i due paesi.
Ringrazio l’Avis Nazionale per l’invito, e auguro buona continuazione,
lasciando la parola alla nostra cara Paula Mitrache, in arte Haiducii, la
testimonial della comunità romena per la donazione di sangue.