Today@2 agosto 2016 - Staffetta Quotidiana
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Today@2 agosto 2016 - Staffetta Quotidiana
EDITORIALE 2 agosto 2016 Il piano del Governo per la mobilità sostenibile Un tavolo per decidere obiettivi e incentivi. Già da ottobre, ma guardando al 2030 Quali sono i piani del Governo sulla mobilità? Quali i principi guida che orienteranno le politiche fin dalla prossima legge di Stabilità? Quali tecnologie saranno avvantaggiate? Quali penalizzate? Per rispondere a queste domande è interessante leggere il “canovaccio” che la Presidenza del Consiglio ha presentato lo scorso 21 luglio a oltre 50 tra amministrazioni, aziende e associazioni in occasione della prima riunione del tavolo sulla mobilità sostenibile. Prima di entrare nel merito, tuttavia, nasce spontanea un’osservazione di metodo. Un tavolo così affollato, su un tema così cruciale su cui tutto il mondo si sta interrogando, dovrebbe arrivare, secondo le intenzioni del Governo, alle prime conclusioni entro la metà di ottobre, in tempo per inserire le prime misure nella prossima legge di Stabilità. Dettare tempi così rapidi vuol dire evidentemente che un piano, in linea di massima, c’è già. E che punterà probabilmente su soluzioni già pronte. L’orizzonte temporale scelto dall’esecutivo è il 2030 e i temi cardine sono evoluzione del mix energetico, miglioramento della sicurezza, filiere industriali, rispetto della salute e sostenibilità. La roadmap, così l’ha chiamata il Governo, è suddivisa in sei capitoli: analisi dello stato dell’arte della mobilità in Italia, evoluzione delle tecnologie al 2030, evoluzione delle filiere industriali al 2030, modelli di business e incentivazione, scenari e obiettivi e raccomandazioni. Tutte voci che da qui a ottobre dovranno essere riempite di contenuti. Al tavolo erano presenti i soggetti più diversi: dall’Unione Petrolifera all’Enel, dalla Fca all’Anas all’Unrae fino a Tesla. L’accento è posto chiaramente sulle filiere industriali presenti e in via di sviluppo in Italia. Se un occhio sarà dunque rivolto all’ambiente, l’altro sarà su economia e lavoro. Un peso non indifferente lo avrà dunque il costruttore “nazionale”, Fca, che da sempre privilegia il gas come soluzione alternativa a benzina e diesel e snobba la soluzione elettrica - nonostante alcune recenti e parziali aperture. E una prima vittoria Fiat Chrysler l’ha già ottenuta, di fatto trasformando la “carta di Arese”, iniziativa tutta concentrata sulla soluzione elettrica, in una più generica e “technology neutral” roadmap per la mobilità sostenibile. Non che Enel e le altre utility abbiano problemi a farsi ascoltare a Palazzo Chigi, ma i numeri, per il momento, non sono dalla loro parte. Un piano di tipo norvegese, con migliaia di euro di incentivi unitari per l’acquisto di auto elettriche, non sembra probabile in questa congiuntura economica e politica. E l’avvio della mobilità elettrica di massa ha bisogno di uno starter di questo tipo, visti i costi della tecnologia e i numeri ancora trascurabili in merito a quota di mercato e parco circolante. (G.M.) 1 Sommario Il punto “Ulisse” Dossier prezzi Staffetta Prezzi rete Le notizie degli ultimi 15 giorni Staffetta prezzi L’intervento Focus pag. 2 pag. 3 pag. 6 pag. 7 pag. 9 pag.12 pag.14 pag.15 “Bianchi” e “colorati”, prezzi e concorrenza Le differenze di prezzo tra i diversi marchi indipendenti sono particolarmente accentuate mentre tra le compagnie vige ancora un notevole allineamento, almeno per quanto riguarda il self service. È quanto emerge dall’analisi dei prezzi alla pompa che pubblichiamo in questo numero. Segno che per le società petrolifere vige un sistema di vasi comunicanti per quanto riguarda il pricing: dove la concorrenza è più agguerrita si ritoccano i listini al ribasso, ma a pagare è chi vive in zone dove la scelta del fornitore è meno ampia. Torna in questo numero la rubrica “Ulisse”, ovvero le analisi di Riccardo Piunti sulla rete di distribuzione. Argomento di questa puntata è il comodato, la principale forma contrattuale che lega il proprietario del punto vendita e il gestore, croce e delizia di chi vuole fare business nel settore. Quanto alla mobilità alternativa, oltre all’analisi dei piani del Governo che affrontiamo qui in prima pagina, proponiamo una fotografia della mobilità elettrica in Italia e nel mondo, per capire la reale consistenza di questa opzione e le sue possibilità in futuro. A pagina 2 il punto sui preparativi per la manifestazione Oil&nonOil di ottobre, mentre a pagina 14 pubblichiamo un approfondimento sul mondo dell’autolavaggio. Completano il numero le rubriche Staffetta Prezzi e Staffetta Prezzi Rete e il riepilogo delle notizie degli ultimi 15 giorni. IL PUNTO Una fiera in salute, per un settore in ripresa Buona risposta degli espositori per l’XI edizione di Oil&nonoil-S&TC (Veronafiere, 11-13 ottobre). Tutta la filiera della distribuzione dei carburanti mostra un inatteso DAY 3 dinamismo. A buon punto il programma convegnistico. Attenzione alla rete futura e ai suoi protagonisti Mancano poco più di cento giorni all’avvio di Oil&nonoil-Stoccaggio&Trasporto Carburanti 2016 (Veronafiere, 11-13 ottobre). La fiera, alla sua undicesima edizione, nelle ultime settimane ha goduto di una serie di nuove adesioni e opzioni, sotto la spinta di un dinamismo che il settore non conosceva da anni. Sono 90 le aziende che hanno confermato l’adesione, di cui 10 espongono per la prima volta, 17 quelle che si accingono a passare dall’opzione alla conferma dello spazio, 20 quelle che ritornano dopo una o due edizioni di assenza. Le aziende che erano presenti anche a Verona 2014 hanno complessivamente aumentato del 14% lo spazio espositivo. Una serie di fattori indica che il treno è ripartito: le vendite di auto continuano ad avere segno positivo, l’erogato dei carburanti (sia diesel che benzina) ha ripreso a salire, si ordinano più cisterne e motrici, le vendite di lavaggi hanno invertito la tendenza negativa, il dinamismo dei nuovi retisti si manifesta in ristrutturazioni, adeguamenti, modernizzazione dei punti vendita, costruzione di nuove aree di servizio. Oil&nonoil è la stazione che permette di salire sul treno della ripresa, di viaggiare e incontrare per tre giorni gli imprenditori che vogliono far crescere il loro fatturato e rendere più solida la loro azienda. Fiera storica europea della filiera della distribuzione dei carburanti, Oil&nonoil attira un pubblico composto da investitori, buyer delle compagnie petrolifere, lavaggisti, gestori, trasportatori, proprietari di depositi, nuovi retisti nelle loro diverse articolazioni. Il perfetto dosaggio tra aspetti tecnico-commerciali e gli approfondimenti delle informazioni e delle analisi permette alla manifestazione di raccogliere l’interesse degli operatori che sanno di contare su un evento non 2 DAY 2 rituale, vivo e denso di contenuti. Attenzione particolare sarà dedicata allo sviluppo delle attività non oil che in Italia, per ragioni legate soprattutto agli orari della grande distribuzione, si concentrano soprattutto in due voci: lavaggio e bar. Per i lavaggisti si sta mettendo a punto, con Assolavaggisti, una iniziativa che mira a valorizzare la professione e a sottolinearne i contenuti imprenditoriali. Per evitare sovrapposizioni e ripetizioni, gli organizzatori hanno scelto di dedicare ognuno dei tre giorni a un tema portante e di concatenare e coordinare i vari contributi, valutando l’omogeneità e l’originalità degli apporti che vengono da associazioni, media partner ricercatori e aziende. Sei sono le sale a disposizione per convegni, seminari, workshop. Martedì 11, dalle 9.30 alle 13.30, in collaborazione con il Comitato italiano del World Energy Council (WEC), si affronterà il tema 2030: quale mobilità, quali “carburanti”, quale rete? Mercoledì 12, la mattinata sarà dedicata alla presentazione di un’analisi della rete distributiva dei carburanti, con un occhio attento alla consistenza e collocazione dei nuovi retisti. Giovedì 13, si farà il punto sulle dimensioni della illegalità e si cercherà di indicare soluzioni tecnicooperative che possano porre termine al fenomeno criminale. Già programmati seminati su mobilità elettrica, GNL, idrogeno, metano, lavaggio, sicurezza, privacy… Nelle prossime settimane saranno raccolte le proposte di workshop delle aziende e i contributi delle 12 associazioni che assicurano un costruttivo e collaborativo patrocinio alla manifestazione. RUBRICA Rete carburanti, perché è ora di mandare in pensione il comodato Le riflessioni di un “novello Ulisse” in giro per l’Europa Nuova tappa del viaggio di Riccardo Piunti nel mondo europeo della distribuzione dei carburanti. Questa volta il nostro Ulisse si concentra sul contratto di comodato, di fatto dominatore incontrastato dei rapporti tra compagnia e gestore. Partendo dal confronto tra la rete del 1980 e quella di oggi, l’analisi vuole dimostrare come il comodato, adatto alla realtà di 40 anni fa, sia oggi una gabbia che impone impacci e vincoli allo sviluppo del business. 3 DAY 2 Nel suo tour di comparazione fra Italia ed Europa, alla ricerca della via per rendere possibile ricondurre la prima (l’Italia) nella seconda (l’Europa), il nostro Ulisse ha già cercato di percorrere tutte le strade, in altre parole di analizzare tutti gli aspetti delle differenze esistenti fra le due differenti realtà. Orbene, in ognuna di queste strade, larghe o strette, tortuose come lo Stelvio o diritte come l’Appia antica, ha finito sempre per inciampare nello stesso sasso in mezzo alla via, nello stesso ostacolo normativo e comportamentale, il Comodato; in breve si tratta quella forma contrattuale che lega Compagnia e Gestore, imponendo alla prima di cedere la Stazione-oil in uso gratuito e vendere il carburante al gestore, il quale, a sua volta, lo rivende al consumatore, impegnandosi, peraltro, all’acquisto in esclusiva dalla compagnia stessa. Della necessità di mettere mano al Comodato, nel mondo Italiano dei carburanti, si parla da anni, quanto meno dagli oltre venti anni trascorsi dopo la liberalizzazione definitiva dei prezzi nel 1994 (con i vari passi precedenti). È una storia un poco simile a quella delle riforme costituzionali, delle quali si parla da decenni con commissioni, dichiarazioni, programmi… Vale tuttavia la pena fare un salto all’indietro nel tempo a ricordare quale fosse il contesto del settore, dal punto di vista strutturale e commerciale, quando il Comodato regnava indiscusso e senza oppositori. Per non andare troppo indietro, viaggiamo nel tempo all’inizio degli anni ‘80, quando il nostro Ulisse iniziò a lavorare nel settore. Allora, a confronto con oggi, la rete Italiana aveva la struttura che si può visualizzare nei grafici 1 e 2. Nel grafico 3 è possibile apprezzare l’evoluzione delle vendite di benzina e gasolio sulla rete tra il 1980 e il 2014. Il grafico 4 illustra l’erogato medio delle stazioni. Il grafico 5 illustra infine la situazione del parco circolante. I dati quantitativi in sé indicano un cambiamento importante nel senso di crescita del mercato (parco circolante +97%, consumi +26%); d’altro canto va segnalato come il numero DAY 3 delle “vere” Stazioni di servizio sia passato dal 19% del totale al 45% circa di oggi, mentre il numero complessivo dei punti vendita (grandi e piccoli) si è andato, nel contempo, praticamente dimezzando. In altri termini, in quel periodo, il numero delle stazioni ha cominciato a scendere in modo significativo, “falciando” chioschi e punti isolati (i veri figli legittimi del comodato) e riducendone il numero dell’82% (vuoi con chiusure o rifacimenti). La “vecchia Rete” era quindi in gran parte una rete d’impiantini stradali, con i due erogatori sul marciapiede, gestita da un gestore che normalmente se ne occupava da solo o con il supporto della famiglia. Come incideva il Comodato nella vita di questo gestore? Il fatto di acquistare e rivendere la benzina cosa implicava per lui e per le Oil Co? Il gestore Effettivamente, nel 1980, doveva comprare la benzina (con il conseguente impegno finanziario) seppure con una capacità delle cisterne e con volumi di scarico molto ridotti; all’epoca il famoso “Drop” degli studi logistici degli anni ‘80 e ‘90 (quello che poi dovrà essere aumentato a tutti i costi) era ancora in fase di studio e gli scarichi non erano ottimizzati, ma adattati al bisogno. Quindi, anche l’impegno finanziario era relativamente contenuto. Tuttavia il gestore: • non aveva il problema delle frequenti oscillazioni di valore della merce (i prezzi CIP di allora cambiavano con frequenza plurimensile e certo non potenzialmente giornaliera come oggi fanno i prezzi liberi); • peraltro le oscillazioni erano di ampiezza limitata e ben prevedibili nel tempo; il meccanismo del pricing era pilotato, monoliticamente, dal CIP e nessun tipo di competizione o variazione era possibile. Inoltre, il gestore: • Non doveva occuparsi della competizione nei prezzi, né di over o underpricing, sconti o promozioni o altre dinamiche legate ai prezzi; • Non doveva svolgere altre attività (il non-oil) o magari in coerenza gestiva soltanto un garage o gommista; • I flussi di approvvigionamento erano univoci e stabili e, di fatto, non lo riguardavano. In conclusione, se da un lato doveva sì comprare e rivendere il carburante, in realtà svolgeva un semplice servizio da commissionario, pur con un contratto completamente diverso. Anche il tema dei cali, che pure lo coinvolgeva, era di mo- mento contenuto: gli approvvigionamenti provenivano in gran parte da depositi Nazionali alimentati periodicamente dai grandi SIF, secondo una modalità logistica che le successive ottimizzazioni hanno eliminato; i primi, svolgendo un ruolo di cuscinetto, garantivano temperature contenute e stabili alla consegna. Le compagnie Le Oil Co, da parte loro, non sentivano certo il bisogno di investire in stazioni di piccola taglia, mentre il problema era di ridurne il numero; il non-oil era ancora una “diceria” su quanto avveniva all’estero, il prezzo era un problema di negoziazione col governo per ottenere incrementi delle voci di costo e, poi, miglioramenti sulla metodologia di confronto con l’Europa. Anche le tecnologie di controllo a distanza, l’informatica distribuita, non offrivano, all’epoca, alcuno spunto utile per cercare di colmare il gap di continuità fra Compagnia e Gestore, anche perché praticamente non esistevano. Ricordo che i primi computer da tavolo M20 Olivetti apparvero sulle scrivanie dei più giovani e aperti impiegati nei primi anni ‘80 con in dote il Multiplan (il padre di Excel) mentre gli unici telefoni mobili erano quelli fissi nelle auto di gran lusso. Insomma, non esisteva alcuna esigenza di intervenire sul Comodato perché non era di ostacolo, da un lato, e, dall’altro, riduceva i rischi potenziali in un sistema altamente distribuito che era altrettanto poco controllabile a distanza. 4 La liberalizzazione La liberalizzazione dei prezzi (avviata nel ‘91 e attuata fra il ‘93 e il ‘94) portò scompiglio in tutto questo sistema. Infatti le Compagnie cominciarono a cercare modalità di gestione dei prezzi, iniziando le prime differenziazioni e, quindi, diversificazioni in base alla qualità prodotti, ai costi logistici di rifornimento, avviando regionalizzazioni dei prezzi in funzione della catena logistica nonché i piccoli primi assaggi di competizione. Dall’altro lato, si cominciò a porre, anche a livello di Autorità di controllo, il tema di intervenire per evitare che la liberalizzazione (almeno queste erano le buone intenzioni) si trasformasse in cartello. Avendo dinnanzi un sistema basato sul comodato, si iniziò a ragionare su come ottenere che i gestori si comportassero in modo indipendente dalle Compagnie e molti dei loro sforzi, a cominciare dal provvedimento di condanna delle Compagnie per parallelismo nelle politiche di Pricing, erano indirizzati a garantire che questo anello della catena fosse ben oliato dal punto di vista della competizione. Paradossalmente si era dimenticato che l’Europa funzionava diversamente, che in Europa il pricing era in mano alle Compagnie perché il gestore, per i carburanti, svolgeva un servizio e non era un trader intermedio. L’Autorità argomentò a lungo sugli sconti che il gestore avrebbe dovuto fare rispetto al prezzo consigliato (vedi provvedimento Antitrust del 2000), argomentò come il fatto che il gestore non facesse sconti rispetto al prezzo conDAYCo. 2 sigliato fosse causato da un presunto cartello delle Oil Insomma dissertarono di un sistema tutto teorico ma non indicarono quella che pur era a portata di mano, la pratica via Europea al rapporto gestore-compagnia. Ricordiamoci come tutti i ragionamenti allora fatti dalla 3 Autorità nel provvedimento di condanna del 2000 siDAY concentravano sull’underpricing che i gestori avrebbero dovuto fare rispetto al prezzo consigliato; vediamo oggi, invece, come le cose siano andate in modo diverso e il tema oggi sia, se del caso, l’overpricing (“nostra indiscussa prerogativa”, secondo alcuni gestori oggi nei loro forum); pensiamo quindi come tutte quelle riflessioni allora condotte possano oggi apparire stridenti sia con i fatti sia a confronto con il funzionamento della normale competizione in Europa che ha lasciato, senza compromettere la concorrenza, il prezzo in mano ai proprietari delle stazioni. Veniamo ora ai nostri tempi e vediamo come, al contrario, il Comodato sia divenuto d’impaccio per una moderna gestione della catena del valore. Il Comodato oggi Il gestore La finanza del gestore è duramente colpita da un lato dal costo di una grande cisterna da riempire; gli scarichi tendono a essere il massimo possibile o, comunque, a frequenza fissa, implicando difficoltà nella gestione della cassa di una piccola impresa come quella del Gestore. Peraltro i rischi sul valore della merce sono diventati enormi; da un giorno all’altro, siamo abituati, si possono avere oscillazioni anche di 30 $ per tonnellata (2 centesimi al litro) che, su una cisterna da 50.000 litri, assommano a 1000 €, così, in un lampo, fra un tramonto e un’alba. Del resto oramai tutti ben sanno come l’evoluzione del trading, il fatto che ogni carico fisico di prodotto o greggio sia moltiplicato per 100 nel mercato paper, hanno portato a un mercato sensibilissimo e, francamente, alquanto isterico. Lo sanno anche quei gestori più sofisticati che si interrogano sul trend del mercato internazionale financo prima di accettare la consegna del trasportatore della loro Oil Co. I cali, anche per le maggiori temperature di consegna a seguito dell’accorciamento della catena logistica, sono uno stabile punto di frizione con la Compagnia. La diffusione delle fuel card incrementa incroci finanziari e le pendenze nel rapporto contrattuale (basta ricordare quale sia il meccanismo formale in questo caso: la Compagnia, al momento della erogazione, riacquista il prodotto dal gestore con il quale quindi apre una partita “anomala” di senso inverso a quello naturale…); Il Pricing, al di là della pratica abbastanza normale di overpricing, è comunque un tema di attenzione e, direi, anche impegno per il gestore. Campagne promozionali, buoni sconto, gadget… tutto finisce per creare ulteriori partite aperte con la Compagnia. E conflittualità. La compagnia • La oil Co potrebbe incrementare la efficienza del sistema di trasporto usando le cisterne della stazione, sorvegliate a distanza, come proprie (peraltro lo sono), lasciando spazio alla ottimizzazione del trasporto (e al controllo della regolarità degli scarichi)… ma non può; • vorrebbe controllare direttamente il pricing senza l’anello di trasmissione del gestore che, come mostrato in precedenza, potrebbe seguire politiche diverse e potenzialmente negative per l’insieme, proprio perché viste da un solo punto di vista… ma non può; • potrebbe pilotare a distanza in modo automatico le variazioni di prezzo con frequenza elevata, anche più volte al giorno, a seguire passo passo concorrenza e flussi di traffico… ma non può; • potrebbe creare una migliore contrattualistica per separare oil e non oil, cercando poi di ricomporli assieme con una politica globale di budget di stazione e con l’integrazione informativa… ma non può; Bene, siamo alla fine di questa descrizione d’impacci e vincoli, di questa lunga serie di condizionali tutti in qualche DAYne 2 modo connessi o derivanti dal Comodato; questi non ha colpa. Quando ha iniziato la sua pur brillante carriera era forse la migliore delle soluzioni possibili. Poi è arrivata l’informatica distribuita ma integrata, le tele3 comunicazioni e i telecontrolli, le Stazioni moderne, DAY i bar, la logistica moderna con i suoi parametri di efficienza da rispettare, il mercato “un po’ isterico del trading”, il pricing libero, locale e stazione per stazione, insomma… ... il nostro mondo, nel quale “il vecchio Comodato” è come un anziano generale di cavalleria che va alla guerra con i droni; per lui, crediamo, è oramai giunta l’ora della pensione. Fig. 3 Vendite di benzina e gasolio in rete nel 1980 e nel 2015 (milioni t) Fig. 1 Punti vendita rete italiana dal 1980 a (’000 impianti) Fig. 4 Erogato medio delle stazioni nel 1980 e nel 2014 ogato medio delle stazioni nel 1980 e nel 2014 (kl) Fig. 2 Evoluzione della struttura della rete italiana (2014 vs 1980) -‐100% Totale Rete Altri Chioschi e Isolati Stazioni Rifornimento Stazioni di Servizio -‐80% -‐60% -‐45% -‐40% -‐20% 0% 20% 40% -‐14% -‐82% -‐41% Fig. 5 Parco circolante nel 1980 e nel 2014 colante nel 1980 e nel 2014 (‘000 di veicoli) 28% 5 1,340 1,320 1,300 1,280 1,260 1,240 1,220 1,200 lo il Aq ui So la co ga s D i l AF l s P Pe tr o e tr o li lG am m a Fi E am O S m a 20 0 Ed 0 ra O il li oa ro n ha yc a Dossier prezzi “Bianchi” e “colorati”, la concorrenza sul prezzo N Pe t ti Si m on et En e Au c rg DAY 2 Un’analisi dei prezzi medi del gasolio in self service dei principali marchi indipendenti, a confronto con le compagnie e le medie nazionali 1,220 E N ia O O IL il O Ita l ro Lo fu e p M ar c o G ia li Pe tro lia na ci n Sa En e SP Media nazionale Media pompe bianche Principali societa' petrolifere Prezzo medio gasolio self 26 giugno-26 luglio Pompe bianche con 15-25 punti vendita Prezzo medio gasolio self 26 giugno-26 luglio 1,36 1,360 1,340 1,320 1,300 1,280 1,260 1,240 1,220 1,200 1,34 1,32 1,3 1,28 1,26 Fi am EO S m a 20 0 Ed 0 ra O il m a li tro am Pe tro AF lG s ill Pe m Si D yc a Au ch on an et ti Pe tro li N oa lo il Aq ui So la co ga s 1,24 er g En Si tin an os t C il Media nazionale Media pompe bianche Media nazionale Media pompe bianche 6 l M Pompe bianche con oltre 50 punti vendita Prezzo medio gasolio self 26 giugno-26 luglio rg ia 1,360 1,340 1,320 1,300 1,280 1,260 1,240 1,220 1,200 Ta O am er P C 7s G et N te el Fu aj or Ve ga Bl u D M IS -C AR fo ur re ar IC En Media nazionale Media pompe bianche 1,200 C Si a O N er co o p AD 1,200 Eg o 1,220 1,240 lia 1,240 1,260 ita 1,260 1,280 et 1,280 1,300 R 1,300 1,320 i 1,320 1,340 ro l 1,340 1,360 et 1,360 Pompe bianche con 25-50 punti vendita Prezzo medio gasolio self 26 giugno-26 luglio En er p Pompe bianche con 10-14 punti vendita Prezzo medio gasolio self 26 giugno-26 luglio Media nazionale è meno dove possono. Dove, cioè, la concorrenza dei “bianchi” Media pompe bianche pressante. (G.M.) DAY 3 C Abbiamo esaminato i prezzi di tutti i principali marchi indipendenti nell’ultimo mese, prendendo in considerazione il gasolio in self service. Abbiamo incluso nel campione tutti i marchi che hanno 10 o più punti vendita registrati all’Osservetorio prezzi carburanti del ministero dello Sviluppo economico: poco più di mille punti vendita sugli oltre tremila “indipendenti” censiti dall’Osservaprezzi. Le differenze all’interno del campione sono rilevanti: i prezzi medi nel mese di luglio sono compresi tra 1,24 e 1,35 euro/litro. L’altro dato interessante è che nonostante le evoluzioni del pricing, le differenze territoriali, la concorrenza nei micro mercati locali, l’allineamento tra le compagnie è invece ancora piuttosto evidente. Come abbiamo già in precedenza sottolineato, le differenze emergono e diventano macroscopiche sul servito. Sta di fatto che sul self service i prezzi delle compagnie sono allineati. E che, evidentemente, per reggere la concorrenza in micro mercati particolarmente concorrenziali, i marchi “storici” aumentano i prezzi 1,22 1,2 Repsol Q8 Esso IP Eni TotalErg Tamoil Media nazionale Media pompe bianche WWW.STAFFETTAONLINE.COM – STAFFETTA QUOTIDIANA – QUOTIDIANO DELLE FONTI DI ENERGIA Staf fetta Prezzi Rete Staffetta DAY 2 ezzi praticati – medie nazionali (€/lt) Tabella 4 - I pr Prezzi Tabella 1 - Pr ezzi praticati in autostrada (€/lt) prezzi Metano (€/kg) prezzi Eni (€/lt)* Tabella 6 - Le variazioni dei prezzi Dal 1,590 1,301 1,451 0,553 0,991 +0,001 -0,004 -0,001 -0,001 +0,001 1,459 1,595 1,304 1,447 0,542 0,991 Esso -0,006 -0,005 -0,003 — -0,001 -0,002 1,457 1,550 1,300 1,393 0,548 0,974 Ies -0,003 -0,004 -0,003 -0,002 -0,003 +0,005 1,471 1,481 1,330 1,336 0,566 0,979 +0,008 -0,017 +0,009 -0,014 -0,031 +0,001 Lukoil 1,426 1,591 1,268 1,447 0,549 1,051 -0,007 +0,008 -0,003 +0,012 — +0,007 1,444 1,620 1,293 1,475 0,545 0,985 -0,008 -0,006 -0,007 -0,004 — -0,002 1,423 1,472 1,275 1,327 0,525 0,970 1,400 -0,010 -0,005 -0,007 -0,003 +0,004 +0,002 1,300 1,507 1,577 1,358 1,428 0,551 1,036 1,200 -0,020 -0,031 -0,012 -0,028 -0,024 — 1,467 1,520 1,320 1,376 0,540 1,001 1,100 -0,001 -0,001 -0,001 — +0,005 +0,004 1,000 1,557 1,314 1,416 0,546 0,980 -0,009 -0,005 -0,005 -0,003 +0,001 Repsol Shell Tamoil TotalErg 1,462 -0,010 Nota: medie nazionali al 26 luglio, variazioni rispetto al 19/7. ezzi self praticati nelle Regioni (€/lt)* Prezzi Tabella 3 - Pr Benzina Gasolio Gpl 1,431 1,483 1,506 1,485 1,465 1,430 1,443 1,463 1,506 1,436 1,456 1,493 1,467 1,438 1,441 1,456 1,438 1,474 1,447 1,478 1,418 1,289 1,337 1,371 1,310 1,290 1,291 1,322 1,289 1,311 1,302 1,289 1,323 1,296 1,292 1,305 1,310 1,296 1,340 1,300 1,336 1,280 0,554 0,565 0,566 0,599 0,522 0,518 0,534 0,535 0,595 0,530 0,568 0,557 0,521 0,559 0,613 0,600 0,532 0,565 0,579 0,610 0,507 Metano (€/kg) Benzina 17/6 7/7 9/7 26/7 – 0,010 – 0,005 – 0,010 – 0,010 Gasolio 1,637 1,632 1,622 1,612 – 0,010 — — – 0,010 Gpl 1,476 1,476 1,476 1,466 — — — — 0,571 0,571 0,571 0,571 (*) Prezzi consigliati in modalità servito calcolati dalla Staffetta. Sei mesi di variazioni Eni 1,700 1,600 1,500 Benzina 1/1 Q8 0,018 Nota: media settimanale rispetto alle medie delle compagnie. -0,003 Api-Ip 0,026 Gasolio 22/7 Gpl 0,113 8/7 Agip Eni 1,446 Gasolio Self Servito 0,029 (€/kg) 15/7 Benzina Self Servito 0,105 Metano 1/7 ezzi praticati per compagnia (€/lt) Prezzi Tabella 2 - Pr 0,026 Gpl Margini lor di benzina(€/lt) lordi 0 ,1 7 0 M e d ia 1 2 m e s i 0 ,1 5 0 0 ,1 3 0 0 ,1 1 0 7 Nota: prezzi al 26 luglio. (*) Gpl e metano solo servito. (•) addizionale sulla benzina di 3,1 cent (Iva inclusa); (••) addizionale di 2,4 cent (Iva inclusa); (•••) addizionale di 6,1 cent (Iva inclusa). 25/7 11/7 27/6 13/6 30/5 16/5 2/5 18/4 4/4 21/3 7/3 8/2 22/2 25/1 11/1 28/12 14/12 30/11 2/11 16/11 19/10 7/9 5/10 21/9 24/8 10/8 27/7 13/7 29/6 1/6 15/6 0 ,0 9 0 Margini lor di gasolio (€/lt) lordi 0 ,1 9 0 M e d ia 1 2 m e si 0 ,1 7 0 0 ,1 5 0 0 ,1 3 0 0 ,1 1 0 25/7 11/7 27/6 13/6 2/5 30/5 16/5 18/4 4/4 21/3 7/3 8/2 22/2 25/1 11/1 28/12 14/12 30/11 16/11 2/11 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 29/6 0 ,0 9 0 1/6 0,960 0,985 1,025 1,042 0,975 0,970 0,982 1,034 0,997 0,973 0,948 0,959 0,964 0,971 — 1,045 1,015 1,027 0,986 0,989 0,961 15/6 Abruzzo Basilicata Bolzano Calabria* Campania* Emilia-R. Friuli-V .G. Friuli-V.G. Lazio* Liguria*** Lombardia Marche** Molise* Piemonte* Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trento Umbria Valle d’A. Veneto Tabella 7 - Riferimenti €/1000 lt Benzina “Prezzo Italia” del 25/7 - con imposte - al netto di accisa e Iva - accisa - Iva Quotazione Cif Med del 26/7 Indicazioni per il 27/7 1.444,46 455,58 728,40 260,48 296,42 –2 Gasolio 1.299,47 447,74 617,40 234,33 300,25 –2 Gpl 561,74 313,17 147,27 101,30 — — Fonte: elaborazioni Staffetta su dati Osservaprezzi - ministero dello Sviluppo economico, “prezzi Italia” e dati di mercato. E’ vietata la copia, la riproduzione anche parziale o la diffusione con qualsiasi mezzo del presente documento. © RIP Srl – Tutti i diritti riservati Legge n°663 del 22/4/1941. Protezione del diritto d’autore ed altri diritti connessi al suo esercizio. Media Gasolio Self Servito 24/6 Nota: medie settimanali nel periodo 20 - 26 luglio, variazioni rispetto alla rilevazione precedente. Benzina Self Servito 17/6 +0,001 3/6 0,969 -0,001 10/6 0,988 — 1,058 DAY 3 Tabella 5 - Lo “sconto” pompe bianche (€/lt) 27/5 0,979 (€/kg) (€/kg) 0,638 20/5 — 6/5 0,521 -0,001 13/5 0,547 -0,001 29/4 Metano 0,538 Metano Nota: medie settimanali nel periodo 20 - 26 luglio. 8/4 -0,006 Gpl 1,569 22/4 1,316 -0,005 1/4 1,276 -0,004 1,429 15/4 1,428 -0,005 1,715 25/3 1,304 -0,005 Gasolio Self Servito 18/3 1,401 -0,005 1,578 4/3 1,299 Media 11/3 -0,007 26/2 1,469 -0,007 5/2 1,429 -0,006 19/2 1,574 -0,006 12/2 1,455 -0,006 29/1 Gpl 1,549 -0,006 22/1 Gasolio Benzina Self Servito Pompe Bianche Self Servito 8/1 Benzina 1,450 Compagnie Self Servito 15/1 Media Self Servito DAY 2 DAY 3 8 NEWS Le notizie degli ultimi 15 giorni* Mobilità alternativa Il tavolo a Palazzo Chigi Una roadmap della mobilità sostenibile fino al 2030, con un approccio neutrale rispetto alle tecnologie, dati e scenari per tutti i carburanti alternativi, misure di incentivazione all’acquisto e all’utilizzo dei mezzi. È questo il piano che il Governo vuole mettere a punto e su cui ha chiamato a raccolta tutti i portatori di interesse due settimane fa a Palazzo Chigi. Oltre 50 gli invitati tra amministrazioni, associazioni, aziende energetiche e case automobilistiche, per un’iniziativa che è “figlia” della Carta di Arese, il documento firmato a fine maggio con cui le utility elettriche hanno in sostanza chiesto al governo un intervento di incentivazione per la mobilità elettrica. Un dossier che nelle mani del governo, e non senza scontri tra interessi divergenti, si è allargato all’intero mondo della mobilità sostenibile. Sul tavolo una traccia della roadmap con la definizione a grandi linee di politiche e obiettivi. Il documento che il gruppo di lavoro è chiamato a mettere a punto parte dalla direttiva Dafi sui carburanti alternativi e dai documenti strategici allegati per poi individuare le filiere industriali presenti in Italia, i futuri modelli di business per la distribuzione dei diversi vettori e i costi e benefici (economici, energetici, ambientali) legati all’incentivazione all’acquisto e all’utilizzo di autoveicoli. Tra i partecipanti al tavolo ci sono Minambiente, Mef, ministero della Salute, Mise, ministero delle Infrastrutture, Autorità per l’energia, Gse, Terna, Enel, A2A, Hera, Snam e tutti i maggiori produttori di auto. Per le associazioni di imprese saranno presenti Assoelettrica, UP, Anigas, Assogasliquidi, Assogasmetano e Federmetano. (19/7) La Lombardia rilancia sul Gpl 9 Due novità sulla rete carburanti sono arrivate nelle ultime settimane dalle Regioni. Due novità che vanno in direzioni opposte. La Lombardia, sulla scia della vittoria alla corte Costituzionale sugli obblighi di installazione di distributori di metano nei punti vendita, ha rilanciato in grande stile, introducendo, per i bacini in cui si sono raggiunti gli obiettivi relativi al metano, obblighi anche per il Gpl. La delibera, approvata dalla commissione Attività produttive del Consiglio, sarà discussa a breve in aula e definisce gli obiettivi per la diffusione del Gpl sulla rete e i relativi obblighi di installazione sui punti vendita nuovi ed esistenti. L’obiettivo è di avere un impianto ogni 16.800 abitanti, con un aumento rispetto alla situazione attuale di circa il 35%. In autunno la giunta dovrebbe emanare una delibera per definire gli obiettivi numerici di ogni singolo bacino territoriale. La Toscana si è invece mossa in direzione opposta. Nel disegno di legge sul commercio all’esame del Consiglio è prevista infatti la possibilità di aprire punti vendita carburanti che eroghino anche un solo prodotto. Una scelta in contraddizione con tutte le politiche regionali degli ultimi anni, sempre tese alla DAY 2 qualificazione dell’offerta in senso “ecologico”. (20/7) La roadmap verso la legge di Stabilità Saranno probabilmente inserite nella prossima legge di DAY 3 Stabilità le prime misure individuate con la roadmap al 2030 per la mobilità sostenibile. Il tavolo riunitosi lo scorso 21 luglio a Palazzo Chigi ha infatti individuato come obiettivo la stesura di una prima bozza di documento entro la metà del prossimo mese ottobre, in vista della discussione e approvazione della legge di Stabilità. Sul tavolo c’era la “traccia” messa a punto dal Governo, che riguarda i nuovi sistemi di mobilità, l’interazione fra questi e il sistema energetico, le strategie industriali e le ricadute in termini ambientali sono i contenuti del percorso che il Governo intende avviare, entro i prossimi mesi, per disegnare strategie, scenari e percorsi di sviluppo della mobilità sostenibile in Italia. con particolare attenzione alle analisi costi/benefici in termini ambientali, energetici ed economici. A coordinare il percorso sarà Rse - Ricerca sul Sistema Energetico che avrà il compito di coordinare il gruppo di lavoro, organizzare contenuti, identificare il mix di vettori e tecnologie in grado di rispondere alla necessità di decarbonizzazione del settore della mobilità e contribuire alla definizione delle politiche, normative e industriali, che potranno portare l’Italia a recitare un ruolo da protagonista sul tema della mobilità sostenibile. Particolare attenzione, si legge in una nota Rse, sarà rivolta alla definizione degli scenari, all’evoluzione delle tecnologie, alla descrizione dei modelli di business per poter dare vita a politiche di incentivazione, al supporto delle filiere industriali. Altro punto fondamentale l’analisi del rapporto costi/benefici riferita alle diverse opzioni tecnologiche, che dovranno essere valutati per poter poi decidere le future politiche e le scelte operative. (22/7) Gnl trasporti, la Camera chiede di accelerare Occorre “creare le condizioni per velocizzare la crescita del settore e consentire che il Gnl abbia uno sviluppo omogeneo su tutto il territorio e per tutti gli impieghi possibili” e in questo senso “un ruolo fondamentale potrebbe essere rappresentato dalla realizzazione di strutture di stoccaggio del Gnl a terra, valutando anche le iniziative utili ad incoraggiare lo sviluppo del mercato di piccola taglia, finanziabile in buona parte con fondi privati”. È una delle osservazioni contenute nel parere della commissione Attività produttive della Camera sulla Comunicazione della Commissione Ue relativa a una strategia Ue in materia di gas naturale liquefatto e stoccaggio del gas dell’energia. La commissione ha approvato un documento finale sulla comunicazione esprimendo una valutazione positiva e spronando le istituzioni ad “approfittare dell’occasione offerta dalla attesa riduzione prezzi del Gnl, per l’aumento dell’offerta esterna causata dell’ingresso di nuovi fornitori” e ad “avviare al più presto con questi ultimi negoziati anche a livello di Unione europea, valutando comparativamente le condizioni praticabili con contratti di natura flessibile”. I deputati sottolineano inoltre la necessità di sfruttare le potenzialità offerte dall’impiego del Gnl nel settore dei trasporti, promuovendo “il rinnovo o l’adeguamento delle flotte con mezzi alimentati a Gnl o a doppia alimentazione e la diffusione di veicoli pesanti alimentati a Gnl. Allo stesso scopo sarà necessario “adottare le misure necessarie al fine di uniformare a livello europeo i limiti ambientali relativi al contenuto di zolfo nei carburanti marittimi, superando le forti differenze tra i livelli ammessi nei diversi Paesi membri”. Infine, conclude il documento, per consentire la pianificazione degli investimenti “risulta comunque necessario assicurare la stabilità del quadro normativo, sia per quanto concerne il trattamento fiscale sia relativamente agli aspetti autorizzativi, dal punto di vista amministrativo e tecnico”. (28/7) Snam apre al Gnl trasporti Tra i possibili progetti prefigurati dal Piano industriale Snam ci sono anche depositi costieri di Gnl. Lo ha detto lo scorso 19 luglio ai sindacati di settore Filctem, Flaei e Uiltec l’a.d. Marco Alverà illustrando il Piano al 2020. Commentando la sezione relativa alle attività nuove e aggiuntive rispetto a quelle già svolte l’a.d. ha spiegato che sono previsti “possibili progetti a medio lungo termine in nuove aree merceologiche, la realizzazione di depositi costieri di LNG, infrastrutture per approvvigionamento per veicoli a gas e alcuni ipotesi di studio per l’approvvigionamento del gas in Sardegna e, in collaborazione con la Francia, in Corsica”, spiegano i sindacati. Sul fronte internazionale, continua il comunicato dei lavoratori, sono inoltre “previsti possibili accordi collaborativi e di supporto in Grecia, Bulgaria, nella realizzazione di nuovi gasdotti in Iraq e un’attenzione all’apertura dei mercati in Iran”. Durante l’incontro la società ha messo l’accento anche sull’intenzione di ri-internalizzare servizi di ingegneria, inizialmente a servizio delle società consociate. Le slide illustrate da Alverà - versione italiana di quelle presentate a Londra a fine giugno - che sembrano indicare per le possibili attività LNG small scale due possibili iniziative sul Tirreno, circa all’altezza di Livorno e di Napoli, e una sull’Adriatico, circa all’altezza di Falconara. Quattro i possibili sviluppi nelle infrastrutture per i veicoli a CNG (Nord Est, Nord Ovest, Centro Sud e Sud). Prospettato anche un potenziale nuovo rigassificatore al Sud. (28/7) Rete carburanti Faib contro la Toscana 10 La Faib si scaglia contro le nuove norme in materia di distribuzione carburanti proposte dalla Regione Toscana. Si tratta in particolare dell’articolo 1 della proposta di legge n. 97 approvata dalla Giunta e attualmente all’esame del Consiglio. La novità della proposta è l’introduzione della possibilità per i nuovi impianti di erogare anche un solo prodotto. Secondo Faib si tratta di un arretramento rispetto alle intenzioni di voler rendere moderna e razionalizzare la rete distributiva dei carburanti. Al fine di chiarire la propria posizione, l’associazione ha inoltrato formale richiesta di poter essere ricevuta: “chiediamo cortesemente un incontro, anche a strettissimo giro, al fine di illustrare la nostra posizione a riguardo che, da sempre, ha tenuto conto degli orientamenti politico-sociali della Regione DAY 2di Toscana, la quale ha sostenuto, con forza, la necessità facilitare e sviluppare la presenza di prodotti eco-compatibili (GPL e Metano) sia sotto il profilo della salubrità dell’area e sia, soprattutto, della convenienza economica di tali prodotti a favore delle Categorie meno abbienti. (20/7) DAY 3 Autostrade, sciopero il 20 e 21 settembre Le aree di servizio autostradali saranno chiuse per 48 ore nei giorni 20 e 21 settembre a causa dello sciopero generale proclamato dalle organizzazioni di categoria - Faib, Fegica e Anisa - al termine dell’assemblea nazionale unitaria dei gestori delle aree di servizio autostradali che si è tenuta lo scorso 21 luglio a Roma. La decisione - si legge in una nota congiunta delle tre federazioni - è motivata dall’allarme ingenerato da una gestione di fatto opaca ed inaccessibile a qualsiasi tipo di comprensione delle oltre 200 gare che pure riguardano un bene in concessione pubblica e che stanno interessando altrettante aree di servizio, vale a dire il 50% della rete. Per questa ragione i gestori hanno inteso formalizzare - attraverso la predisposizione di una specifica comunicazione diretta ai ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico, oltre che all’associazione dei concessionari, Aiscat - anche l’annuncio che i gestori impediranno, anche fisicamente, il concreto compiersi di ogni risultato comunque emergente a valle delle gare (passaggi di marchio tra affidatari, rilascio delle aree, ecc.), “ove non dovessero essere fornite adeguate, tangibili e trasparenti garanzie del pieno rispetto dell’intero quadro normativo vigente posto a tutela del bene pubblico, degli utenti e delle piccole imprese di gestione”. (25/7) Illegalità carburanti, “offerte da ex funzionari compagnie” Ex funzionari di compagnie petrolifere che offrono prodotto a prezzi scontati, anche oltre “Platts meno 45”, e “associati Assopetroli in Lombardia tentati di cedere alle lusinghe e di acquistare questi prodotti”. È il quadro allarmante dipinto da Marco Tondino, presidente di Assopetroli Assoenergia Lombardia, nella sua relazione svolta lo scorso 20 luglio in occasione del Consiglio direttivo e dell’assemblea dell’associazione. Tondino ha affrontato senza mezzi termini la questione dell’illegalità nella distribuzione carburanti, tema “molto sentito e sofferto da tutta la categoria. Tutti gli operatori rete ed extrarete - ha detto - sono stati avvicinati in qualche modo da bravi venditori (in alcuni casi ex funzionari di compagnie petrolifere) che offrono prodotto scontato rispetto ai prezzi praticati dai maggiori dealers. Le proposte - si legge ancora nella relazione - hanno raggiunto uno sconto sul Platts che supera i 45 €/mc da parte di nuovi operatori” e “gli sconti aumentano con il diminuire della latitudine…”. Di fronte a questa realtà, questo è l’invito accorato di Tondino: “non facciamoci lusingare, non cediamo alla tentazione. In questi ultimi mesi, con l’aumento di proposte apparentemente molto appetibili, abbiamo riunito i nostri associati nelle diverse città lombarde per valutarne le conseguenze sul mercato e, con nostro rammarico, abbiamo purtroppo riscontrato che anche nostri associati in Lombardia sono tentati di cedere alle lusinghe e di acquistare questi prodotti”. Chi prende in considerazione queste offerte si vuole certo “difendere dall’aggressione sul mercato (rete o extra-rete non fa differenza) praticata da operatori disinvolti che si propongono alla nostra clientela con quotazioni insostenibili”. Ma questo, avverte Tondino, è “un gravissimo errore da non fare anzi da denunciare”. (25/7) i prezzi del Lazio con quelli della “capolista” Veneto. Un anno fa il gasolio in modalità self costava in media tre centesimi in più DAY 2di nel Lazio rispetto al Veneto. Oggi siamo sotto il centesimo differenza. Cos’è cambiato da un anno a questa parte? (27/7) Illegalità carburanti, i temi sul tavolo del Mef Si allarga anche alle associazioni dei gestori (Faib, Fegica, Figisc) il tavolo permanente congiunto Unione Petrolifera-Assopetroli di contrasto al fenomeno dell’illegalità, istituito nel dicembre 2015. La prima riunione del tavolo, si legge in una nota congiunta, si è tenuta il 27 luglio a Roma, presso la sede dell’Unione Petrolifera, finalizzata ad individuare, in questa nuova fase, le aree di rischio pertinenti le attività a valle della filiera, ossia la distribuzione finale, ed elaborare possibili soluzioni da proporre alle istituzioni competenti. Il tutto, conclude il comunicato, con l’obiettivo di porre un argine ad un fenomeno in preoccupante crescita, nell’interesse non solo del settore, ma anche di quello più generale del Paese e dei consumatori. All’incontro hanno partecipato i presidenti delle associazioni: Claudio Spinaci, Andrea Rossetti, Roberto Di Vincenzo, Martino Landi e Maurizio Micheli. Un segnale di unità importante nella lotta alle frodi e alle illegalità che stanno dilagando nel mercato. (28/7) Depositi fiscali, tracciabilità delle cessioni di prodotti petroliferi, meccanismi di funzionamento delle dichiarazioni d’intento, modifiche al regime Iva del settore. Di questo sta discutendo il tavolo tecnico istituito prezzo il ministero dell’Economia e riunitosi per la prima volta lo scorso 30 giugno e suddiviso in due aree tematiche, una relativa all’Iva e l’altra alle accise. L’indicazione è contenuta nella risposta del vice ministro dell’Economia, Luigi Casero, all’interrogazione del Movimento 5 Stelle sulle frodi nella distribuzione carburanti, la scorsa settimana in commissione Finanze del Senato. Nella risposta, messa a punto sulla base delle indicazioni dell’Agenzia delle Dogane, si constata “un deciso aumento della presenza di operatori sospetti che effettuano acquisti di prodotti petroliferi utilizzando indebitamente dichiarazioni di intento, soprattutto per l’ingresso sul mercato di trader disonesti spesso collegati a organizzazioni criminali e che operano con la sola finalità di frodare il fisco e alterare le dinamiche della concorrenza”. Né il ministero né l’Agenzia dispongono tuttavia “di stime puntuali sull’estensione del fenomeno”. Il tavolo sull’Iva, in particolare, coordinato dall’Agenzia delle Entrate, sta studiando soluzioni normative e/o tecniche per frenare l’utilizzo fraudolento di false dichiarazioni d’intento all’interno della catena di vendita dei carburanti. Il tema è stato discusso anche dalla cabina di regia contro le frodi Iva istituita con la manovra estiva del 2008, cui partecipano Dogane, Entrate e Guardia di Finanza. Lo scorso 19 maggio la Guardia di Finanza ha inoltre illustrato alle associazioni della distribuzione dei prodotti energetici l’azione di contrasto condotta dal Corpo e l’iniziativa per assoggettare anche gli oli lubrificanti al sistema di monitoraggio europeo Emcs, proposta presentata lo scorso 30 maggio dalla delegazione italiana all’Indirect Tax Experts Group, organo consultivo della Commissione europea in materia di accise. (26/7) Numeri Prezzi carburanti, il “caso Lazio” 11 Dopo la Toscana, un’altra Regione fa registrare un andamento “anomalo” dei prezzi dei carburanti alla pompa. Analizzando i prezzi che la Staffetta elabora tutte le mattine, scopriamo infatti che martedì il prezzo medio del gasolio in modalità self service nel Lazio ha raggiunto quello dell’Abruzzo, Regione che da qualche tempo è stabile al secondo posto dopo il Veneto. Prezzi record dunque nel Lazio, ma non è sempre stato così. Lo scorso dicembre, ad esempio, il prezzo medio del Lazio era di ben tre centesimi superiore a quello dell’Abruzzo. In poco più di sei mesi il differenziale si è azzerato. Discorso analogo se si confrontano Società e associazioni Illegalità carburanti, anche i gestori al tavolo DAY 3 UP-Assopetroli Leggi e atti amministrativi La nuova legge siciliana Passaggio da concessione ad autorizzazione, semplificazioni per punti vendita e depositi, obbligo di terzo carburante, disposizioni sugli incompatibili. Le nuove norme della Regione Siciliana sono arrivate sulla Gazzetta Ufficiale: si tratta del decreto 29 giugno 2016 “Nuove direttive in materia di impianti di deposito e di distribuzione di oli minerali e di carburanti. Attuazione dell’articolo 49, comma 3, della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3”. Il provvedimento dispone tra l’altro che i comuni, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto, individuino gli impianti incompatibili e quelli che possono essere adeguati alle prescrizioni normative anche se dichiarati incompatibili, e che questi abbiano un anno di tempo per adeguarsi o chiudere. (26/7) Ddl Concorrenza, Cassa Gpl all’Ocsit Prosegue l’esame in commissione Industria al Senato del ddl Concorrenza. Mercoledì scorso la commissione ha approvato l’emendamento 36.100 (testo 3) che dispone dal primo gennaio 2017 la soppressione della Cassa Conguaglio Gpl e il trasferimento delle funzioni all’Ocsit. Saranno trasferiti all’Ocsit dalla stessa data anche il Fondo per la razionalizzazione della rete carburanti, il Fondo Gpl e il Fondo scorte di riserva. Le funzioni relative al Fondo bombole metano, attualmente in capo alla Cassa conguaglio, saranno invece esercitate direttamente dal Comitato per la Gestione del Fondo bombole metano presso il ministero dello Sviluppo economico. (28/7) *La data si riferisce al giorno di pubblicazione sulla Staffetta online STAFFETTA PREZZI DAY 2 Rilevazione n. 59 del 28 luglio 2016 DAY 3 SUPPLEMENTO al N. 130 di martedì 11 luglio 2006 MERCA TO PETROLIFERO IT ALIANO MERCATO ITALIANO (differenze (dif ferenze rispetto alla rilevazione del 26 luglio) Euro Italia Settentrionale Benzina super (‘000 lt) Punte min. - max. -3,47 1045,00 - 1047,41 1040,00 - 1052,00 Gasolio Auto (‘000 lt) Punte min. - max. -6,70 Gasolio agricolo (‘000 lt) Punte min. - max. Gasolio risc.to (‘000 lt) Punte min. - max. -3,41 -3,22 1055,58 - 1057,40 1048,00 - 1065,00 940,22 - 941,90 935,00 - 947,60 -6,30 -4,65 -8,92 461,70 - 462,98 456,50 - 471,00 -8,68 -5,29 715,38 - 717,02 707,00 - 721,00 -5,10 -3,08 247,07 - 248,08 239,00 - 273,00 Italia Merid.le e Isole -2,96 -3,89 1058,94 - 1066,18 -2,16 1042,50 - 1081,00 948,51 - 953,05 941,00 - 963,00 -5,55 -7,42 951,50 - 958,40 945,00 - 979,00 -5,41 -5,61 468,81 - 472,44 461,00 - 482,00 -8,69 -7,28 475,27 - 479,92 469,00 - 500,00 -6,00 -5,43 723,37 - 726,97 715,39 - 744,00 -4,36 -9,50 730,72 - 737,25 716,50 - 743,00 -5,45 -5,00 492,25 - 495,33 477,50 - 510,00 -5,00 3,87 285,25 - 292,40 274,00 - 300,00 -1,90 n.d. - n.d. O.c. fluido 3/5 (‘000 Kg) Punte min. - max. O.c. denso Btz (‘000 Kg) Punte min. - max. Italia Centrale n.d. - n.d. -3,08 -3,52 263,42 - 264,86 256,49 - 272,36 -3,52 La rilevazione è effettuata su un campione di operatori selezionato su base geografica in funzione dei volumi dei consumi. Per ogni prodotto è indicata una forchetta di quotazioni medie, praticate dalle compagnie petrolifere ai rivenditori al netto di Iva per pagamenti a 30 giorni, con l’indicazione delle relative variazioni rispetto alla rilevazione precedente e delle punte minime e massime. Andamento del mer cato mercato 12 Quarto ribasso consecutivo dei gasoli e degli oli combustibili e terzo della benzina. Il trend ribassista dei prezzi d’acquisto proseguirà anche domani. Ieri infatti in Mediterraneo i gasoli in chiusura sono scesi pressappoco al livello del 10 maggio e la benzina del 1° aprile. Questa mattina la benzina e il gasolio autotrazione (agricolo e motopesca) sono arretrati all’incirca di 2 euro per mille litri e il denso Btz di 1 euro per mille chili. Dalle forchette medie rilevate questa mattina nelle tre macroaree di riferimento si può ricavare, in base alle variazioni indicate, il prezzo medio Siva della benzina, che si aggira intorno ai 1046 euro per mille litri al Nord, ai 1056 al Centro e ai 1063 al Sud più Isole. Il divario di prezzo tra le aree Nord e Centro è di 10 euro e tra Centro e Sud più Isole di 7. Il prezzo medio Siva del gasolio autotrazione è di 941 euro al Nord, di 951 al Centro e di 955 al Sud e Isole. Il divario di prezzo tra le aree Nord e Centro è di 10 euro e tra Centro e Sud più Isole di 4. Il prezzo medio Siva del gasolio agricolo è di 462 euro al Nord, di 471 al Centro e di 478 al Sud e Isole. Il divario di prezzo tra le aree Nord e Centro è di 9 euro e tra Centro e Sud più Isole di 7. Il prezzo medio Siva del risca è di 716 euro al Nord, di 725 al Centro e di 734 al Sud e Isole. Il divario di prezzo tra le aree Nord e Centro e tra Centro e Sud più Isole è di 9 euro. Ieri mattina la verde è diminuita di 2 euro scarsi, i gasoli autotrazione, risca e agricolo tra 3 e 4 euro, il denso Btz di 2. Sul Cif Med del 27 luglio, convertito in euro al cambio di 1,0991 dollari, la benzina si è attestata a 292,97 euro per mille litri, il diesel 10ppm a 296,57, il gasolio 0,1 a 289,07 e il denso Btz a 215,40 euro per mille chili. Domani quindi benzina e risca perderanno entrambi 3 euro, il nazionale e l’agricolo 4 e il denso Btz 1 scarso. (C.B.) Gasolio motopesca (‘000 lt) – 3,32 Punte min-max Dato nazionale. 335,03 – 337,86 325,00 – 356,50 – 3,22 E’ vietata la copia, la riproduzione anche parziale o la diffusione con qualsiasi mezzo del presente documento. © RIP Srl – Tutti i diritti riservati Legge n°663 del 22/4/1941. Protezione del diritto d’autore ed altri diritti connessi al suo esercizio. Quotazioni SIV A all’acquisto per pagamento a 30 giorni SIVA L’INTERVENTO Il lavaggio è vivo, e lotta insieme a noi di Angelo Meola Lontano da noi qualsiasi riferimento ironico a slogan che appartengono a un periodo storico difficile della nostra crescita civile e industriale. Siamo ricorsi alla parafrasi, perché ci pare la sintesi più efficace e limpida della situazione della filiera dell’autolavaggio in Italia. È vero sono scomparse alcune aziende che fabbricavano lavaggi, altre che producevano detergenti, altre di prodotti complementari e della depurazione, ma tante realtà lavorano, inventano, vendono e si sentono fuori della crisi. Che il panorama produttivo sia cambiato è davanti agli occhi di tutti, ma è anche chiaro che il valore produttivo e progettuale di alcune aziende non è andato disperso. La riduzione dei protagonisti nell’arena fa parte dei processi di maturazione del sistema economico in cui siamo inseriti. Il lavaggio è vivo e, per alcuni aspetti, non lo è mai stato tanto: le vendite sono in ripresa, sono nate due associazioni di lavaggisti, (Assolavaggisti e Ali), ha iniziato a pubblicare un sito (illavavgista.eu) che registra una costante crescita di visite. “Area di Servizio” e “Market Road” in ogni numero dedicano servizi alle aziende e al settore. Oil&nonoil può dire a gran voce di aver cercato di fare cultura del settore in tutti gli anni della propria esistenza, senza proclami, ma agendo con coerenza. Le uniche due indagini sul settore, da cui ancora si attinge, sono state commissionate da Oil&nonoil alla Doxa (una realizzata con la sponsorizzazione Allegrini); i seminari formativi e informativi non sono mai mancati in nessuna edizione, Oil&nonoil ha promosso, con Federlavaggi, l’unica mostra di foto storiche del Le associazioni dei lavaggisti Sono due le associazioni che rappresentano il mondo dell’autolavaggio in Italia. Assolavaggisti è nata nell’aprile del 2015 in ambito Faib, l’associazione dei gestori carburanti nata nel 1963 grazie all’impegno dei gestori emiliani e toscani. L’associazione rappresenta operatori lavaggisti operanti su aree di distribuzione carburanti e operatori lavaggisti in esclusiva su aree private. Ha come obiettivo istituzionale la difesa e la tutela dei diritti e degli interessi degli operatori lavaggisti italiani, la valorizzazione professionale, la modernizzazione del settore e la lotta all’abusivismo. Persegue la semplificazione normativa e amministrativa, nell’ambito della corretta gestione tecnica e ambientale dell’impianto di autolavaggio nei rapporti con la pubblica amministrazione centrale e periferica. Il presidente nazionale è Pino Sperduto, il coordinatore 14 DAY 2 settore. E i Pagani, i Pillon, i Dini, i Sesia, i Carrer sanno quanta attenzione abbiamo dedicato all’argomento. Quelli che ci sono più vicini conoscono il lavoro e i tentativi DAY 3 compiuti per creare un museo dell’autolavaggio, simile a quello delle stazioni di servizio di Guido Fisogni (www.museo-fisogni.org), che, detto per inciso, merita di essere visitato. Se abbiamo dimenticato qualcuno e qualcosa, ci scusiamo subito. Ci sarebbe piaciuto a Verona durante Oil&nonoil realizzare un’installazione, esterna alla fiera, con un impianto di lavaggio, per creare un punto di contatto con gli utilizzatori degli autolavaggi , con l’obiettivo di creare un’area di sensibilizzazione e scambio di informazioni, perché crediamo che i suggerimenti degli utilizzatori possano contribuire alla crescita del settore. Supereremo la prossima volta gli ostacoli che ci hanno bloccato quest’anno. Infine, annunciamo che, anche grazie alle aziende del segmento che fin’ora hanno aderito a Oil&nonoil 2016 (AD Produzione, Autoequip-Degama, Daerg Chimica, Flowey, Mix, Morelite, Washitalia, Wash Matic Car) in collaborazione con Assolavaggisti, l’11ottobre a Verona saranno assegnati i primi “Oscar dell’autolavaggista”. Il regolamento sarà diffuso entro pochi giorni e contemporaneamente saranno resi noti i premi e il loro ammontare. I lavaggisti e le aziende espositrici avranno a disposizione una sala per workshop, seminari e convegni. Non siamo abituati a fare annunci e vivere di divieti, i lavaggisti, i retisti, i responsabili delle compagnie petrolifere, gli investitori che in autonomia vorranno visitare Verona sanno che troveranno le proposte che possono interessare il loro business. nazionale Gaetano Pergamo. Lo scorso dicembre è invece nata l’Associazione Lavaggisti Italiani (Ali) costituita presso la Confcommercio di Asti ed aderente alla Figisc (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti). L’associazione che ha per il momento sede ad Asti si propone di coinvolgere colleghi ed operatori delle altre province per arrivare alla costituzione di un organismo di coordinamento regionale; da qui il passo successivo è quello che vedrà il coinvolgimento di altre regioni per arrivare alla costituzione della categoria a livello nazionale della Figisc. I principali temi su cui punta l’Associazione: coordinamento e comunicazione precisa e puntuale sulla normativa che riguarda il settore, formazione mirata per il risparmio energetico, tutela dell’ambiente, deposito di un marchio di qualità. Gli organi direttivi attualmente sono composti da: Alessio Billia (presidente), Giovanni Di Carlo (vice presidente), Franco Bellisi (tesoriere), Riccardo Billia (segretario). FOCUS Tutti i numeri dell’auto elettrica Immatricolazioni e parco auto aumentano ma siamo ancora allo 0,1% del circolante* Sentiamo ogni giorno dire che l’auto di domani sarà elettrica, ma al di là delle previsioni e degli auspici, qual è la reale situazione del mercato degli Electric Vehicles (EV)? Per rispondere alla domanda viene in aiuto la recente pubblicazione del Gobal EV Outlook 2016 curata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che raccoglie statistiche ed indicatori da una grande varietà di paesi, fonti istituzionali e operatori di mercato. L’evoluzione del mercato Lo studio restituisce l’immagine di un settore che rimane oggetto di interesse per un piccolo club di paesi, terra di pochi operatori convinti, ancorato a numeri modesti, ben lontani dagli obiettivi a più riprese dichiarati. Tra il 2014 e il 2015 le immatricolazioni di auto elettriche, e con questo intendiamo sia quelle alimentate esclusivamente a batteria (BEV), che quelle ibride ricaricabili o plug-in (PHEV), sono aumentate del 70% raggiungendo la cifra di 550mila veicoli venduti in un solo anno. Questo vuol dire lo 0,6% delle vendite globali. A sorpresa quest’anno in testa alla classifica troviamo la Cina con circa 200mila unità, mentre gli Stati Uniti non solo si vedono soffiare la leadership ma subiscono anche una contrazione del 2,7% delle vendite di EV. Bisogna comunque considerare che in termini di quote anche in questi paesi capofila i valori rimangono modesti: in Cina la quota di mercato raggiunge appena l’1%, negli USA lo 0,7%. Per trovare numeri più consistenti bisogna spostarsi in Europa dove le forti politiche incentivanti hanno permesso all’Olanda di raggiungere nel 2015 una quota di vendite pari al 10%, superata però dallo straordinario 26% della Norvegia, dove le agevolazioni per un BEV possono giungere anche a 20mila dollari. Nello stesso periodo nel nostro paese le immatricolazioni hanno superato di poco le 1.500 unità, appena lo 0,1% del mercato. Parco Circolante Se passiamo ad analizzare il parco circolante mondiale di EV, scopriamo che nel 2015 è stato sfondato il tetto del milione di pezzi messi su strada, precisamente 1,26 milioni, cento volte più di quanto circolasse nel 2010. Asia, Europa e USA si dividono quasi equamente la torta, con un numero di veicoli pari al 36%, al 30% e al 34% del totale. Rispetto all’anno precedente l’incremento dello stock è stato pari al 77%, in calo Numero speciale online pdf della STAFFETTA QUOTIDIANA - 2 AGOSTO 2016 Petrolio gas elettricità e altre fonti di energia 15 DAY 2 rispetto all’84% registrato l’anno precedente e al 100% degli anni 2011-2013. DAY 3 In rapporto al miliardo di veicoli circolanti nel mondo, attualmente gli EV rappresentano appena lo 0,1%. Seppure venisse raggiunto il target annunciato dal forum internazionale EVI, che federa i paesi più impegnati nella diffusione dell’elettrico, il quale prevede 20 milioni di EV su strada entro il 2020, la quota salirebbe farebbe all’1,7%. Spostando in avanti la timeline, lo scenario più ottimistico, quello descritto dall’IEA, prevede nel 2030 una quota per l’elettrico pari al 14% dello stock mondiale; ciò vorrebbe dire livelli di crescita del 25% annuo fino al 2025 e tra il 7% e il 10% fino al 2030. I numeri dell’infrastruttura Altro elemento da monitorare per la lettura dell’evoluzione dell’elettrico è l’infrastruttura per la ricarica. Nel 2015 gli outlet disponibili hanno raggiunto la quota di 1,45 milioni. Erano 800mila nel 2014 e appena 20mila nel 2010. Rimane comunque basso il numero di ricariche accessibili a tutti: appena il 13% del totale, 190mila. Tra queste la quota dei punti di ricarica rapida non arriva a 30mila, tre quarti dei quali localizzati tra Cina e Giappone. Per consentire di raggiungere il target di 20 milioni di veicoli elettrici su strada entro il 2020, l’infrastruttura di punti slow charger dovrebbe crescere di quasi 2 milioni di unità, quella fast charger di circa 300mila (stime mediane). Per i target 2030 i numeri arrivano a 13 milioni e 2 milioni (stime mediane). Oltre ai fattori sopra riportati la capacità del mercato degli EV di crescere in linea con le previsioni formulate dai vari panel, i quali, bisogna ricordarlo, sono perlopiu espressione dei governi, dovrà misurarsi anche con le strategie delle case costruttrici mondiali, le quali dovranno riuscire ad estendere in breve tempo la loro gamma di modelli elettrici, riconvertire i loro stabilimenti produttivi per far fronte alle nuove sfide, assicurandosi che tutta la filiera, a partire dai fornitori di batterie, sia in grado di reggere alla domanda crescente. Tutto questo ovviamente a suon di miliardi di dollari di investimenti. Ce la faranno? *Per gentile concessione di Renato Calvanese, curatore del blog Herbie! dedicato all’analisi del mercato automotive (herbie.altervista.org). Direttore responsabile: Goffredo Galeazzi Direttore emerito: Giorgio Carlevaro Direttore editoriale: Giovanni G. Borromeo Pubblicità e marketing In Fieri Srl - Paolo Angelini - [email protected] Editore: RIVISTA ITALIANA PETROLIO Srl Redazione, Pubblicità e Amministrazione Largo Luigi Antonelli, 30 - Roma - 00145 www.staffettaonline.com [email protected] Reg. Trib. Roma n. 4304 del 7/12/54