da Isfahan a Shiraz

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da Isfahan a Shiraz
Splendori di Persia
da Isfahan a Shiraz
di Franco Martano
sfahan nesf-e jahan
(Isfahan è la metà del
mondo). È una rima che
risale al XVI secolo e forse
l’autore ha un po’ esagerato, ma
non c’è dubbio che ancora oggi
è uno di quei luoghi in cui ti
rendi conto di cosa vuol dire
arte, civiltà, storia.
Ci si arriva dopo un lungo
viaggio in aree desertiche dalla
caotica Teheran e la prima
sensazione è di tranquillità ed
eleganza. Lunghi viali alberati
pieni di gente ti accompagnano
dalla periferia al centro, il verde
dei giardini è una piacevole
costante. E’ una città vivace a
tutte le ore, colorata, con
persone sorridenti che ti
avvicinano per chiederti le tue
impressioni e che in poco tempo
cancella l’immagine stereotipata
di un paese cupo, triste,
pericoloso.
Per capire al meglio la città,
forse addirittura l’Iran, basta
I
Sopra il titolo, la
Piazza dell'Imam a
Isfahan, patrimonio
Unesco 1979 (foto
Tourism Iran).
A destra: in alto, il
Palazzo Ali Qapu
sulla Piazza dell'Imam (foto Isfahan
Municipality); in
basso, la moschea
seicentesca dedicata
allo sceicco Loft
Allah (foto Isfahan
Municipality).
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S plend or i d i Per s i a d a I sfa han a S hira z
In alto, il ponte Khaju sul fiume Zayandeh (foto Viaggio in
Iran). Sopra: a sinistra, la Moschea del Venerdì a Yazd (foto
Tourism Iran); a destra, la Torre del Vento (foto Ampersia).
recarsi a Naqsh-e Jahan Square,
oggi Piazza dell’Imam. Si resta
senza fiato! Uno spazio enorme,
(520 m. x 130 m. di larghezza)
in cui splendide architetture, dal
Kakh-e Ali Qapu, Palazzo di
uno scià del XVI secolo, al
Masjed-s Shah o Moschea Reale,
a tutti gli edifici in vari stili che
fanno da cornice a un parco in
cui le fontane, con i loro giochi
d’acqua, rendono piacevole il
relax delle persone che vi si
affollano per una merenda o
una semplice chiacchierata.
Tutto intorno, sotto i portici, si
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aprono centinaia di negozi di
ogni genere che accompagnano
verso il Bazar. Da non mancare,
specie in serata quando una
discreta illuminazione li
valorizza, una passeggiata sui
bellissimi ponti multiarcate che
attraversano il fiume Zayandeh.
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In alto, la tomba
del poeta Hafez
a Shiraz (foto
Viaggio in Iran).
A sinistra, scorcio
del Bagh-e Eram,
il Giardino del
Paradiso (foto
Bertil Videt).
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Con una nuova traversata, si
arriva a Yazd, ultimo avamposto
prima del deserto che arriva fino
all’Afghanistan. E’ una città in
cui le vecchie costruzioni di
fango e le Torri del Vento si
mescolano in un labirinto di
vicoli bellissimi da esplorare.
Yazd è la città della seta, dei
tessuti in genere e già nel XIII
secolo Marco Polo ne
raccontava le bellezze. Appena
fuori della città, le Torri del
Silenzio si innalzano su un
antico insediamento
zoroastriano: l’erta è di circa
300 m e molto ripida, ma vale la
pena salirci.
Ancora 450 km di deserto ed
ecco Shiraz, città dei Poeti, dei
Giardini e delle Rose. Un tempo
famosa per i suoi vigneti che
producevano ottimo vino, oggi
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S plend or i d i Per s i a d a I sfa han a S hi raz
In alto, particolare di un torrione della Cittadella (foto Viaggio in Iran).
Sopra, la Porta delle Nazioni nel sito archeologico di Persepoli (foto Tourism Iran).
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In alto: a sinistra, l'elegante interno del ristorante Haft Khan a Shiraz (foto Haft Khan); a destra, atmosfera locale al ristorante Shater
Abbas (foto Shater Abbas). Sopra: a sinistra, il cortile del ristorante Malek-e Tojjar a Yazd (foto Mehr Hotel); a destra, la sala del
ristorante Shahrzad a Isfahan (foto Shahrzad).
si è dovuta allineare all’acqua ed
alle birre analcoliche(!!!).
Malgrado il traffico, conserva
l’aria di una città gentile, quasi
pigra e distaccata dalla
confusione. I bei giardini, tra
cui spicca il Bagh-e Eram o
Giardino del Paradiso, sono
oasi in cui la gente si lascia alle
spalle tutto ciò che è materiale
per godersi una gradevole
spiritualità. Anche se più
piccolo, merita un cenno il
Bagh-e Naranjestan o Giardino
degli Aranci, con il suo
bellissimo Padiglione degli
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Specchi. Per un pomeriggio
diverso, è bello concedersi un
giro nel Bazar-e Vakil. A circa
60 km da Shiraz i resti di
Persepoli e la sua storia si
innalzano maestosi a ricordarci
lo splendore di questa città
orgoglio della dinastia degli
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La stra d a d e i vi ni m agi a d e ll’A lsa zia
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Visto d’ingresso
La procedura è un po’ noiosa e lunga. Chiedere al consolato di Roma o Milano o al T.O. in Iran.
Prezzi
I costi dei ristoranti sono irrisori: per un pasto completo si va dai 4/5 euro fino ad un massimo di 13/15
euro nei locali al top.
Attenzione alla moneta
Valuta ufficiale è il Rial, ma molti prezzi sono espressi in Tomen, che sarebbe 1 Rial moltiplicato per 10.
Mangiare
Isfahan: Ristorante Shahrzad (non accetta prenotazioni) il migliore della città
Yazd:
poca scelta: discreto il Malek-e Tojjar (presso Mehr Hotel)
Shiraz: Ristorante Haft Khan, da non perdere. Elegante e trendy, oltre che ottimo.
Sharzeh Traditional restaurant: vicino al Bazar, non ha insegne, si entra in un portone
Shater Abbas: frequentato solo da locali.
Alberghi
Per i nostri standards considerate sempre una stella in meno di quelle dichiarate.
Achemenidi che la creò intorno
al 520 a.c., sotto il regno di
Dario I. Purtroppo i lavori di
restauro limitano molto la visita,
ma l’insieme, con i suoi
imponenti bassorilievi, giustifica
ampiamente il caldo che vi
accompagna.
In conclusione l’Iran: una
piacevole sorpresa dove tutto è
abbastanza facile, la vita scorre
tranquilla, la gente è socievole e
simpatica e lo straniero è
accolto e rispettato come un
ospite d’onore. Il turismo sta
affacciandosi ora e le strutture
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ricettive, pur non essendo ai
livelli occidentali, sono
accettabili, specie per chi
guarda più alla sostanza
che alla forma.
www.viaggioiniran.com
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