L`ultima grande impresa sportiva e di vita di Battista - Tista
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L`ultima grande impresa sportiva e di vita di Battista - Tista
Battista Marchesi 19100 km no stop per nove mesi. Racconto N.33 Battista Marchesi Lovere – Montisola Martedì 23 ottobre 2012. L’ultima grande impresa sportiva e di vita di Battista - Tista - Marchesi Gulliver, il gigante buono, se n'è andato. E' in arrivo Cassandra( la profetessa inascoltata) dal carattere freddo pungente e polare. Lei non ha tanta voglia di scherzare. Non si fa certo prendere in giro; tutti però, intanto corrono ai ripari. Tista invece no. “Cassandra faccia pure quel che vuole - dice lui - a me non importa niente più, ormai son solo cinque i giorni che mi mancano prima di arrivare”. Volta le spalle a quella frana che ora non c’è più. Oggi a Montisola si va: là era partito in quel 2009 e là era stato fermato. Tornare proprio nello stesso punto dove la montagna si era accasciata su di lui, significa trovare il coraggio di dimenticare. E' arrivato persino Caronte, un Caronte vero, Marco Nicoli, comandante e alpinista della motonave per traghettare Battista sulla riva opposta: Carzano, piccolo borgo e centro meteo lombardo, gestore della stazione stessa. Un giro quasi turistico, poiché i chilometri contati ieri nel suo pallottoliere erano solo 243. Una inezia, per uno come lui. Manifestazioni di affetto degli isolani si susseguono con abbracci e strette di mano durante tutta la mattinata. Non mancano i momenti dedicati alla sua concentrazione “cui Tista tiene in particolare” trovati in quella baia, “la baia del silenzio”.E' stato quel meccanico in località Menzino a suggerire di scendere. “Devi scendere giù, in fondo a quella discesa che non finisce più - lui grida - là troverai in riva al lago quello che cerchi tu, un verde prato e tanti ulivi e poi tanto... tanto silenzio”. Se Tista sa curare bene la sua mente, non dimentica da buon “medico di se stesso” di curare anche lo stomaco, e la cura è una sola: uno spuntino in questo solitario angolo di paradiso. Bisogna presto risalire la ripida salita, per lui è come fosse una discesa :”cosa cambia” dice lui - “devi sempre camminare”. E' l'isola di San Paolo che lui dall'alto si volge ad ammirare, l'isolotto che, secondo alcuni verso la fine 800, fosse raggiungibile in alcuni periodi dell'anno a piedi da Sensole su Monteisola. Peccato non si possa farlo più, altrimenti... Si guarda attorno di continuo come fosse la prima volta. Quante volte abbia fatto il giro di questa isola, solo Dio lo sa, perché lui nemmeno se lo ricorda più. Qui giacciono nascosti i suoi ricordi, i dubbi e i timori che a nessuno ha voluto rivelare. Sono le strade, non tutte asfaltate, dove spesso ha rischiato di inciampare. Ha inciampato tante volte ma si è sempre rialzato. Ricorda sorridendo. Dopo il primo mese del 2009 la montagna di Montisola gliel'ha combinata grossa. Ha ritentato nel 2010, Montisola lo ha voluto ancora, ma dopo un mese Tista ha subito un Ko, una tendinite e non se ne parla più. Cocciuto e determinato è tornato alla carica nel 2011, ma dall'isola non è partito più. Lovere sarà il rilancio nuovo, questo ha pensato lui, ma non sarà così. Tre mesi dura il sogno, in quel parco, un fendente e quattro pugni per un orologio, due sconosciuti lo hanno stesodel tutto. Ospedale, cure e tanta delusione si è portato a casa senza tanti complimenti. “Basta, non ne parliamo più finiamola lì” avevano detto tutti quanti. Al Tista però questa battuta non è mai andata giù. Ha provato a mettersi in pantofole, sul divano proprio non ci poteva stare. In sordina, aveva deciso di ritentare. A nessuno però voleva far sapere, diffidenza e scetticismo lui sentiva serpeggiare. Allenamenti per tanti mesi e poi un rientro inaspettato a cui tutti però poco ha importato. Una partenza sicuramente non sotto la buona stella. Il nastro lo ha tagliato quel lontano 4 marzo, un avvio con tanti perché. Sbagliare? Stavolta è stato un verbo da dimenticare. Son venuti da molto lontano coloro che hanno cercato di fermare il nostro Tista. Hanno provato Ulisse e Caligola, Nerone e Cleopatra, Caronte e Poppea, Lucifero e il buon Gulliver e tanti altri ancora. Non c'è stato nulla da fare. Anche la signora “Febbriciattola” con 39,5 ° ci ha provato, ma se n'è dovuta andare. Ci voleva pure l'infezione, ma la sua bocca Tista l'ha saputa ben curare. Vento, acqua, caldo e freddo con tempesta e temporali, anche loro non ci hanno saputo fare. E la vipera quel giorno? Beh! E' entrata nel borsello ma lui con calma non si è mosso, lei è scivolata via e Tista cosa ha fatto? Come se niente fosse, anche lui se n'è andato per la sua strada. Ma non è finita qui, ci voleva anche il calcagno prima di volare su quel Ponte Tibetano. A nessuno lo aveva confidato, nemmeno al dottore che lo avrebbe certamente fermato. Si è curato col “fai da te” .Al ritorno, quando è tornato felicemente ha dichiarato: “La montagna mi ha miracolato”. “Battista non lo fare più, perché questi rischi li puoi fare solo tu”. Basta adesso ricordare. Caronte, il nostro comandante, sempre quello, ci sta ad aspettare. Un saluto dal pontile di Carzano e l'isola si allontana piano piano. Tista non ha nulla da obiettare, qui lo ripete, ci dovevo ritornare. Non ritorna ancora a casa, è Lovere per ora la sua vera dimora. Quando sale al terzo piano, cerca e trova il calendario. Non lo abbraccia, si vergogna, ma lo mette in bella mostra: è da tanto che lo ha preparato ma per scaramanzia non l'ha mai mostrato. Ha segnato con la penna, ha puntato quel “28” ed ha scritto una parola, una sola: Fine. Stavolta è finita per davvero, ma c'è chi dice: chissà il Tista quanto pesa. Non ha perso il suo peso, sembra strano ma lui dichiara con burlesco buon umore: “non ho fatto alcuna dieta e nemmeno quella a punti, ho mangiato un po' di tutto e ho messo sulla pancia, solo un bel chiletto in più. Mi son pesato proprio ieri, e la bilancia ha dato i numeri, 65,5 erano i chili e non un grammo in più”. “Mi sono poi toccato il polso, 47 battiti al mattino e 56 prima di dormire” ha continuato. Per oggi basta così, domenica sarà un altro giorno, un giorno diverso anche per il Tista, un giorno che non dimenticherà più. E per finire... Il biglietto di un amico “Questo mio pensiero fallo scrivere nella tua storia” - chiede Angelo con fervore al suo amico Tista -, e noi cosa facciamo? Subito lo accontentiamo. Battista un atleta, un uomo dal carattere mite ma fermo e costante, amico di tutti , maestro del sacrificio per i giovani sportivi che devono imparare : senza sacrificio e senza impegno non si raggiunge nessun fine. Vai Battista, il traguardo si avvicina, te lo meriti. Con amicizia e stima Angelo Possessi ( presente nei racconti del Tista e atleta da sempre). Non è mai troppo tardi per stringersi la mano, anche il cuore dei vecchi è capace di amare. Ottantuno sono gli anni di Angelo, non sono inutili e vegetali, hanno invece tanta voglia di dimostrare che, vecchi si può non diventare, basta solo crederci un po'. Battista, anche lui, ci crede da un bel po'. Diavolo Rosso/Vitaliano/Grassi Martedì 23 ottobre 2012.