Georg Sluyterman von Langeweyde (1903 - 1978) sito

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Georg Sluyterman von Langeweyde (1903 - 1978) sito
Georg Sluyterman von Langeweyde (1903 - 1978) sito dedicato (D, I, F, GB)
http://stromerhannes.thule-italia.org/
Disponibilità limitata di cofanetti con collezione di 47 cartoline con le migliori
incisioni dell'artista. Costo 20,00 euro.
Per ordini ed informazioni:
[email protected]
tel: 340 4948046
http://www.thule-italia.org/
Legenda cartoline
Cartolina P1
"Aiutati che Iddio ti aiuta."
Detto popolare
Sotto il simbolo del Wolfsangel (uncino per lupi)
L’incisione qui riprodotta del 1936 che rappresenta Harm Wulf, il protagonista del celebre
romanzo di Hermann Löns “Der Wehrwolf”, 1910 traduzione italiana “Il Wehrwolf”, Casa
Editrice Herrenhaus, Seregno MI, 1999 http://www.herrenhaus.it
Da leggere: Löns Hermann Il wehrwolf. Cronaca contadina della Guerra dei trent'anni,
Editore Herrenhaus, 1999, 272 pagine, Curatore Lehnemann W.; Borgonovo A.
Traduttore Borgonovo A., (collana La biblioteca di Vineta) € 16,60
In un paesaggio lavorato dall'uomo irrompono i demoni della distruzione, come "un picchio che
si è avventato sul formicaio". E' questo il paesaggio evocato dallo scrittore tedesco Hermann
Löns (1866-1914) nel suo romanzo il Wehrwolf, la landa di Luneburgo o, più da vicino, il
villaggio di Oedringen ricavato da mitici antenati nell'oscura terra di un tempo e di uno spazio
remoti in cui "orso e lupo erano signori della terra e regnavano su ogni altro animale". I
contadini di Oedringen, che né a Varo né a Carlo Magno consegnarono la propria libertà,
conoscono all'inizio del secolo XVII (Guerra dei Trent'anni) la minaccia delle soldatesche
mercenarie; Svedesi, Croati, Danesi, Italiani saccheggiano i villaggi, danno fuoco alle fattorie,
la morte cavalca di contrada in contrada, strani segni appaiono nel cielo. Ancora una volta
bisogna sapere tragicamente mettere in salvo ciò che si ha, il proprio luogo nel mondo, la
propria identità, senza perdere - per usare le parole del poeta tedesco Andreas Gryphius
contemporaneo ai fatti narrati - "il tesoro dell'anima", e proprio in questo momento i pacifici
contadini di Oedringen decidono di diventare Wehrwölfe, i "lupi da difesa", i maschi che
difendono la comunità dall'annientamento. Nel 1942 Ernst Jünger rileggendo sul fronte russo Il
Wehrwolf osservava che "malgrado quella maniera xilografica, la descrizione risente dell'antico
nomos". Forse proprio questa implicita constatazione della antichità assoluta della guerra rende
attuale il libro di Löns nel mondo postmoderno, in cui scenari di primitiva violenza sono
costante presenza sui telegiornali. Andrea Sandri http://www.herrenhaus.it/wehrwolf.html
Di Hermann Löns vedi anche il racconto:
http://www.centrostudilaruna.it/fiumerosso.html
Su Hermann Löns vedi:
http://www.thule-italia.net/letteraria/lons/lons.html
http://www.archiviostorico.info/Rubriche/Autori/storici/HarmWulf/4articoliHarmWulf.htm#Lons
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Cartolina P2
L'incisione riporta una frase dell'Edda poetica (vedi Il Canzoniere Eddico, Garzanti, 1982,
Canzone dell'Eccelso - carme di massime morali che Wotan-Odino detta, 77, pag. 29):
"Muoiono le greggi, muoiono i congiunti
e tu stesso, del pari, morirai;
solo ho conosciuto, mai perituro,
il giudizio sulle azioni gloriose di chi è caduto."
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Cartolina P3
"Chi non sa morire per la libertà
è pronto per la catena."
Gottfried August Bürger
Gottfried August Bürger (31 Dicembre 1747 a Molmerswende nell'Ostharz - 8 giugno 1794 a
Göttingen) poeta e scrittore romantico tedesco. A Bürger si deve anche la versione rielaborata
che renderà celebri Le avventure del barone di Münchhausen, originariamente scritte in inglese
dal tedesco Rudolf Erich Raspe. L'incisione del 1936 dell’artista tedesco Georg Sluyterman von
Langeweyde rappresenta un membro delle Haufen contadine. Da notare la bandiera con lo
scarpone simbolo del Bundschuh e la mano con il segno del giuramento. Sulle guerre contadine
in Germania vedi: http://www.thule-italia.net/Storia/LaGuerraDeiContadini.html
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Cartolina P4
"Voglio restare libero,
non mi importa di morire."
Ulrich von Hutten
Ulrich von Hutten (Burg Steckelberg, 21 aprile 1488 - Ufenau, 29 agosto 1523) scrittore
umanista e cavaliere. Studiò teologia all'Università di Greifswald. Criticò apertamente la Chiesa
cattolica romana e capeggiiò una rivolta dei cavalieri e dei contadini contro i grandi feudatari e
la Chiesa cattolica. Negli ultimi anni di vita, egli rimase in esilio nell'isola di Ufenau, sul lago di
Zurigo, dove morì. Propugnava un impero basato sulla piccola nobiltà dei cavalieri e coalizzato
contro il papato.
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Cartolina P5
“Fate che su terra teutonica liberi possiamo stare
come gli antenati eran soliti fare
della loro Benedizione rendici felici:
o fa di quella terra la nostra tomba!”
Heinrich von Kleist
Bernd Heinrich Wilhelm von Kleist Francoforte sull’Oder, 18 ottobre 1777 – Potsdam, 21
novembre 1811) è stato un drammaturgo e poeta tedesco. A lui è intitolato il prestigioso
premio Kleist per la letteratura tedesca. Kleist nacque a Francoforte sull'Oder il 18 ottobre
1777 da una famiglia di militari dell'esercito prussiano. Dopo gli studi secondari, nel 1792 entrò
nell'esercito prussiano, combatté nella battaglia del Reno del 1792 e si congedò nel 1799 con il
grado di luogotenente. Studiò in seguito legge e filosofia all'Università di Viadrina, e nel 1800
ottenne un posto di funzionario a ministero delle finanze, a Berlino. Negli anni seguenti, visitò
Parigi e la Svizzera. Qui trovò l'amicizia di Heinrich Zschokke e Ludwig Friedrich August
Wieland, figlio del poeta Christoph Martin Wieland, a cui lesse il suo primo dramma, la
malinconica tragedia Die Familie Schroffenstein (1803), intitolata in origine Die Familie
Ghonorez. In seguito a una lunga malattia, nell'autunno del 1802 Kleist tornò in Germania;
fece visita a Goethe, Schiller e Wieland a Weimar, soggiornò per un certo periodo a Lipsia e a
Dresda, recandosi poi nuovamente a Parigi. Nel 1804 tornò al suo lavoro a Berlino, e fu poi
trasferito all'ufficio del demanio a Königsberg. Durante un viaggio verso Dresda del 1807 Kleist
fu arrestato dai francesi per sospetto spionaggio e spedito in Francia a Châlons-sur-Marne dove
rimase prigioniero per sei mesi. Durante la detenzione lavorò alla tragedia Penthesilea.
Riacquistata la libertà, raggiunse Dresda dove in collaborazione con Adam Heinrich Müller
(1779-1829) pubblicò l'almanacco filosofico-letterario Phöbus per il 1808. Nel 1809 andò a
Praga e poi tornò a Berlino, in seguito ad una malattia e alla forte tensione psichica causatagli
dal proposito di uccidere Napoleone. Qui scrisse il suo dramma più famoso e anche più
travagliato, Der Prinz Friedrich von Homburg, che però fu un insuccesso, tanto da segnare la
fine della sua attività poetica. Nell'ottobre 1810 fondò un quotidiano nazionalista e
conservatore: Die Berliner Abendlätter che cessò le pubblicazioni nel febbraio 1811 per seri
problemi con la censura. Da questo momento Kleist rimase senza lavoro, respinto dagli editori;
il suo squilibrio psichico, covato per anni, ne risentì al punto che il 21 novembre si diede la
morte a Berlino sulle rive del Wannsee, insieme alla sua amica Henriette Vogel, che era malata
di tumore. Si trattò in realtà di un omicidio-suicidio: prima Kleist le sparò, per poi togliersi la
vita a sua volta. L'intera vita di Kleist fu caratterizzata dalla costante ricerca di una felicità
ideale e illusoria, di cui vi è traccia costante nei suoi lavori. Egli fu di gran lunga il
drammaturgo più importante nel movimento romantico in germania del nord, e nessun altro
autore romantico riuscì mai a raggiungere la stessa energia espressiva che egli traspose nella
sua indignazione patriottica.
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Cartolina P6
Vittoria e sconfitta sono nelle mani di Iddio,
del tuo onore solo tu sei Signore e Re.
Lo swastika della cartolina sopra è privo di un braccio a causa della legislazione penale tedesca
che proibisce la riproduzione del simbolo.
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Cartolina P7
Vivi e cadi con la tua testa, fai ciò che devi e fallo bene!
Meglio fiero con la ciotola di terracotta che umiliato col tavolo d'oro.
E. M. Arndt
Ernst Moritz Arndt, nato a Schoritz presso Garz nell'isola di Rugen, che apparteneva allora alla
Svezia, il 26 dicembre 1769, morto a Bonn il 28 gennaio 1860. Ebbe la prima educazione dal
padre nella cerchia di una famiglia retta patriarcalmente e si recò prima all'Università di
Greifswald dove studiò teologia e storia e poi a quella di Jena dove ampliò la sua cultura e la
sua formazione si fa più diretta e più concreta, supera per amore di unità degli animi la sua
freddezza per la Prussia e per Berlino da lui fortemente criticate perché ancor troppo imbevute
della tradizione di Federico il Grande; prende contatto ovunque con i patrioti che in Prussia
erano più decisamente pronti all'azione. Dopo essere stato per un anno a Pietroburgo
segretario particolare del von Stein, anch'egli uno degli spiriti nuovi più illuminati del
movimento antinapoleonico, pubblica nel 1813 le sue Poesie che furono come uno squillo di
guerra e un programma politico, infiammando gli animi dei combattenti. Contemporaneamente
pubblicava una rivista Der Walchter che partecipava alla battaglia delle idee diretta contro
Napoleone. Nel 1818 venne nominato professore di storia alla nuova università prussiana sul
Reno, a Bonn, ma dovette lasciare ben presto l'insegnamento perché accusato di tendenze
liberali, e soltanto nel 1840 il re Federico Guglielmo IV gli concederà di ritornare sulla cattedra.
Nel 1848 venne eletto membro del primo Parlamento tedesco e fece parte della commissione
incaricata di offrire al re di Prussia Federico Guglielmo IV la corona imperiale, corona che
quegli rifiutò perché non offerta da suoi pari, regnanti come lui, ma dalla libera rappresentanza
popolare. Deluso dal fallimento dell'idea liberale in Germania Arndt si ritirò a vita privata.
Consegnò le sue memorie a un'opera autobiografica: Erinnerungen aus dem dusseren Leben
(1840).
L'ardente lirico tedesco poetò dai diciotto ai novant'anni, voce che accompagna la storia della
Germania durante e dopo l'età napoleonica sino alle soglie dell'epoca bismarckiana. Accanto a
Theodor Körner (Lira e spada) che ha canto più giovanilmente sereno, Arndt rappresenta la
passione teutonica e l'accanimento antifrancese. Non conviene in esse cercare bellezza e
accuratezza di forma, ma riconoscerne l'impeto e l'immediatezza. Anche l'idea-tipo che il
mondo per decenni si fece dei tedeschi, "frisch, fromm und fröhlich", energici, pii e lieti, è in
parte foggiata da questi diffusissimi canti, che ogni figlio della nuova Germania apprendeva sin
dalla prima fanciullezza. Son spesso liriche di una semplicità primitiva, rude, elementare, ma
adatte a imprimersi nella mente delle masse, suggerendo anche quelle concezioni fisse della
"perfidia latina", del "latino senso servile", che approfondirono gli abissi fra due popoli
confinanti. Fra le più celebri composizioni è la "Canzone del maresciallo Blücher" (1813), il
"Canto del Reno" (1840) - dove con note diverse echeggia l'odio per la Francia, l'incitamento a
marciare "verso il Reno, oltre il Reno, tutta la Germania dentro nella Francia" ["All Deutschland
in Frankreich hinein!"]. - Contemporaneamente, in quel momento di tensione, egli lanciava uno
dei suoi manifesti: "Il Reno fiume della Germania, non confine della Germania". Altri canti
riflettono invece il suo senso di semplice religiosità: "Chi è un uomo? Chi sa pregare, ecc.".
Altri sopravvivono come canti goliardici e conviviali: "Lo spirito è fatto di fuoco" e "Portami il
sangue delle nobili viti...", ecc. Notissima infine la canzone "La patria del tedesco" (1813), alla
quale è stato rimproverato un senso di vago cosmopolitismo, in quanto alla domanda con cui si
inizia il canto "Qual'è la patria del tedesco?" (1813) risponde che essa è dovunque batta un
cuore tedesco. Lavinia Mazzucchetti
"Libertà è dove puoi vivere come piace all'intrepido cuore; dove vivi secondo le leggi
ed i costumi dei tuoi padri; dove gioisci di ciò che già rendeva felici i tuoi avi."
Ernst Moritz Arndt
Katechismus für teutschen Kriegs und Wehrmann, 1813
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Cartolina P8
E quando ti trovi al bivio e non sai più che strada prendere
fermati in silenzio, interroga prima la tua coscienza!
Grazie a Dio sa il tedesco! Perciò seguila per bene!
P. Hebel
Johann Peter Hebel nacque a Basilea nel 1760 e morì a Schwetzingen nel 1826, fu il maggiore
rappresentante della letteratura dialettale alemanna. Esordì nel 1803 con Poesie alemanne
(Alemannische Gedichte), che restano la cosa migliore da lui scritta. Nei brevi racconti de Lo
scrigno dell'antico renano (Schatzkästlein des rheinischen Hausfreundes, 1811) conciliò con
stile garbato un caldo umorismo e una precisa intenzione pedagogica (e ne ebbe gli elogi di
Goethe e Jean Paul).
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Cartolina P9
“Laggiù nel fresco rigagnolo lento gira un mulino;
scomparsa è la mia amata che un tempo lì abitava.”
Joseph von Eichendorff
In einem kühlen Grunde
http://ingeb.org/Lieder/ineinemk.html
Joseph von Eichendorff, 1810
In einem kühlen Grunde,
Da geht ein Mühlenrad,
|: Mein Liebchen ist verschwunden,
Das dort gewohnet hat. :|
Sie hat mir Treu' versprochen,
Gab mir ein' Ring dabei,
|: Sie hat die Treu' gebrochen,
Das Ringlein sprang entzwei. :|
Ich möcht' als Spielmann reisen
Wohl in die Welt hinaus
|: Und singen meine Weisen
Und geh' von Haus zu Haus. :|
Ich möcht' als Reiter fliegen
Wohl in die blut'ge Schlacht,
|: Um stille Feuer liegen
Im Feld bei dunkler Nacht. :|
Hör' ich das Mühlrad gehen,
Ich weiß nicht, was ich will;
|: Ich möcht' am liebsten sterben,
Da wär's auf einmal still. :|
Joseph Freiherr von Eichendorff Ratibor, Schloß Lubowitz 10/3/1788 – Neiße, 26/11/1857 è
stato poeta, scrittore e drammaturgo tedesco. Eichendorff è noto al più largo pubblico per quel
delizioso gioiello narrativo che è ‘Aus dem Leben eines Tangenichts’ del 1826, storia di un
ragazzo di campagna poco incline a lavorare cacciato di casa dal padre all’inizio della
primavera, stagione propizia per cercare un impiego. Felice di vagare per boschi e prati suona
il violino e canta, s’innamora di una domestica, s’impiega infine come vicegiardiniere in un
castello. Tutta la poesia di Eichendorff è intrisa della stessa gioia di canto, dello stesso
entusiasmo per lo spettacolo trascolorante della natura e trova la sua forma perfetta in lieder
brevi che fissano con singolare intensità un’emozione o una serie di emozioni in panica
circolarità. Sarebbe un errore, tuttavia, considerare questi piccoli componimenti all’insegna
della Wanderlust, dell’intimo godimento del vagare in libertà, espressioni di un lirismo facile e
superficiale: v’è in essi, al contrario, una elaborazione creativa molto profonda e sottile.
Educato in un ambiente aristocratico e rigorosamente cattolico nel castello avito e a Breslavia,
frequentò poi le università di Halle e di Heidelberg dove si rivelò il suo talento poetico. Pubblicò
allora, con lo pseudonimo di ‘Florens’ alcune poesie e scrisse un romanzo ‘Ahnung und
Gegenwart’ (1815, ‘Prestimento ed attualità’). Volontario nell’esercito dei Re di Prussia
combatté in Francia entrando con le truppe del Blucher in Parigi. Congedato, iniziò a Breslavia
una carriera burocratica che lo condusse come funzionario civile a Berlino, Danzica e
Koenigsberg. Al già citato ‘Aus dem Leben eines Tangenichts’ altre novelle consolidarono la sua
fama di narratore. (‘Krieg den Philistern’, ‘Viel Laermen um nichts’) Scrisse anche alcuni
drammi (‘Ezzelino da Romano’) e nei suoi ultimi anni si dedicò alla critica e storia letteraria
(‘Jahrhundert in seinem Zusammenhang mit dem Christentum’. 1851, ovvero ‘Il romanzo
tedesco nel secolo XVIII° nei suoi rapporti con il Cristianesimo’) Scrittore e poeta gentile,
rifuggendo dalle torbide fantasticherie care ad altri romantici, parlò un linguaggio esprimente
sia ammirazione per la natura che sincera fiducia della provvidenza divina. Ascolta qui, In
einem kühlen Grunde: http://it.youtube.com/watch?v=VXJY9yIRAFY&feature=related
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Cartolina P10
Che bisogno ho di denaro e proprietà se già contento sono?
Se Dio mi da sangue buono, allegro sono e canto per ringraziarlo
la mia canzone al mattino e alla sera.
Was frag' ich viel nach Geld und Gut
http://ingeb.org/Lieder/wasfragn.html
Johannes Martin Miller
Was frag' ich viel nach Geld und Gut,
Wenn ich zufrieden bin!
Gibt Gott mir nur gesundes Blut,
So hab' ich frohen Sinn
Und sing' mit dankbarem Gemüt
Mein Morgen- und mein Abendlied.
So mancherschwimmt im Überfluß,
Hat Haus und Hof und Geld
Und ist doch immer voll Verdruß
Und freut sich nicht der Welt.
Je mehr er hat, je mehr er will,
Nie schweigen seine Klagen still.
Da heißt die Welt ein Jammertal
Und deucht mir doch so schön,
Hat Freuden ohne Maß und Zahl,
Läßt keinen leer ausgeh'n.
Das Käferlein, das Vögelein
Darf sich ja auch des Maien freu'n.
Und uns zu Liebe schmücken ja
Sich Wiese, Berg und Wald,
Und Vögel singen fern und nah,
Daß alles widerhallt;
Bei Arbeit singt die Lerch' uns zu,
Die Nachtigall bei süßer Ruh'.
Und wenn die gold'ne Sonn' aufgeht,
Und golden wird die Welt,
Und alles in der Blüte steht,
Und Ähren trägt das Feld,
Dann denk' ich alle diese Pracht
Hat Gott zu meiner Lust gemacht.
Dann preis' ich Gott und lobe Gott
Und schweb' in hohem Mut
Und denk': Es ist ein lieber Gott,
Der meint's mit Menschen gut.
Drum will ich immer dankbar sein
Und mich der Güte Gottes freu'n.
Johannes Martin Miller nacque il 3 dicembre 1750 a Ulm e morì il 21 giugno 1814 ad Ulm fu un
teologo e scrittore tedesco. Autore di molti poemi che divennerocanti popolari assai conosciuti.
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Cartolina P11
Se chiedo al viandante: donde vieni?
Da casa, da csa mi risponde piangendo.
Wenn ich den Wandrer frage
http://ingeb.org/Lieder/wennichd.html
Friedrich Brückner, 1837
Wenn ich den Wandrer frage:
Wo kommst du her?
|: Von Hause, von Hause
Spricht er und seufzet schwer. :|
Wenn ich den Wandrer frage:
Wo gehst du hin?
|: Nach Hause, nach Hause,
Spricht er mit frohem Sinn. :|
Wenn ich den Wandrer frage:
Wo blüht dein Glück?
|: Im Hause, im Hause,
Spricht er mit feuchtem Blick. :|
Und wenn er mich nun fraget:
Was drückt dich schwer?
|: Ich kann nicht nach Hause,
Hab keine Heimat mehr. :|
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Cartolina P12
Ora addio, patria adorata, patria adorata, addio!
Ora parto per la terra straniera, patria adorata, addio!
Nun ade du mein lieb' Heimatland
http://ingeb.org/Lieder/nunadedu.html
August Disselhoff, (1829 - 1903) 1851 in Arnsberg
Nun ade, du mein lieb' Heimatland,
Lieb' Heimatland, ade!
Es geht jetzt fort zum fernen Strand,
Lieb' Heimatland, ade!
|: Und so sing ich denn mit frohem Mut,
Wie man singet wenn man wandern tut,
Lieb' Heimatland, ade! :|
Wie du lachst mit deines Himmels Blau,
Lieb' Heimatland, ade!
Wie du grüßest mich mit Feld und Au,
Lieb' Heimatland, ade!
|: Gott weiß, zu dir steht stets mein Sinn,
Doch jetzt zieht mich's zur Ferne hin,
Lieb' Heimatland, ade;! :|
Begleitest mich, du lieber Fluß,
Lieb Heimatland, ade!
Bist traurig, daß ich wandern muß,
Lieb' Heimatland, ade!
|: Vom moos'gen Stein am wald'gen Tal,
Da grüß ich dich zum letzten Mal,
Lieb' Heimatland, ade! :|
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Cartolina P13
Sera è di nuovo, sui boschi e sui campi cala la pace
e riposa il mondo.
Abendfrieden
http://ingeb.org/Lieder/abendwir.html
August Heinrich Hoffmann von Fallersleben, 1837 (1798-1874)
Abend wird es wieder,
Über Wald und Feld
Säuselt Frieden nieder
Und es ruht die Welt.
Nur der Bach ergießet
Sich am Felsen dort,
Und er braust und fließet
Immer, immer fort.
Und kein Abend bringet
Frieden ihm und Ruh,
Keine Glocke klinget
Ihm ein Rastlied zu.
So in deinem Streben
Bist, mein Herz, auch du:
Gott nur kann dir geben
Wahre Abendruh.
August Heinrich Hoffmann, conosciuto come Hoffmann von Fallersleben nacque il 2 aprile 1798
a Fallersleben (oggi parte della città di Wolfsburg e morì il 19 gennaio 1874 a Corvey fu
docente di germanistica e poeta. Il 26 agosto1841 sull’isola di Helgoland, allora sotto dominio
inglese, scrisse quello che più tardi sarebbe diventato l’inno nazionale tedesco il Lied der
Deutschen. Il canto della prima strofa è oggi illegale in Germania per motivi politici.
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Cartolina P14
La famiglia è la più piccola ma più preziosa unità esistente
nella costituzione della compagine statale.
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Cartolina P15
Non esiste carriera che non inizi dalla radice della vita nazionale,
sociale ed economica, cioè dal contadino.
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Cartolina P16
Fra non molto ci sarà solo un tipo di nobiltà,:
la nobiltà del lavoro.
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Cartolina P17
Wir zogen in das Feld
http://ingeb.org/Lieder/wirzogen.html
Georg Forster, 1540 in Cividale, Friuli
|: Wir zogen in das Feld. :|
Do hätt' wir weder e Säckl noch Geld.
Strampede mi
|: A la mi presente
Al vostra signori. :|
|: Wir kam'n für Sibentod,:|
Do hätt' wir weder Wein noch Brot.
Strampede mi . . . . .
|: Wir kamen für Friaul,:|
Do hätt' wir allesamt voll Maul.
Strampede mi . . . . .
|: Wir kam'n für Benevent, :|
Do Hätt'n wir uns die Hand verbrennt.
Strampede mi . . . . .
|: Wir kam'n für Triest, :|
Do hätt'n wir allesamt die Pest .
Strampede mi . . . . .
|: Wir kamen auch für Rom, :|
Do schossen wir den Papst vom Thron.
Strampede mi . . . . .
Canto lanzichenecco: Germania metà del XV sec. "Scendiamo in campo", canzone composta
dal cantore dei Lanzichenecchi Georg Förster (1514-1568), veniva cantata anche durante la
prima guerra mondiale dalle truppe austro-tedesche). Fonte Georg Förster "Frische teutsche
Liedlein" 1540. Ascoltala qui: http://www.youtube.com/watch?v=xl2ETr-UJuE
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Cartolina P18
Un cacciatore soffiò nel suo corno
e tutto il suo suono andò perso.
Es blies ein Jäger wohl in sein Horn
http://ingeb.org/Lieder/esbliese.html
Fr. Nicolai, 1777
Es blies ein Jäger |: wohl in sein Horn, :|
Und alles was er blies, |: das war verlor'n. :|
Hallia hussassa! Tirallala!
Und alles was er blies, das war verlor'n.
Soll denn mein Blasen |: verloren sein? :|
Viel lieber wollt' ich kein Jäger sein.
Hallia hussassa! Tirallala!
Viel lieber wollt' ich kein Jäger sein.
Er warf sein Netz |: wohl über'n Strauch :|
Da sprang ein schwarzbraunes |: Mädel heraus :|
Hallia hussassa! Tirallala!
Da sprang ein schwarzbraunes Mädel heraus.
"Ach schwarzbraunes Mädel, |: entspring mir nicht! :|
Ich habe große Hunde, die holen dich."
Hallia hussassa! Tirallala!
Ich habe große Hunde, die holen dich."
"Deine großen Hunde. |: die fürcht ich nicht, :|
Sie kennen meine hohen, |: weiten Sprünge nicht." :|
Hallia hussassa! Tirallala!
Sie kennen meine hohen, weiten Sprünge nicht."
"Deine hohen weiten Sprünge, |: die kennen sie wohl, :|
Sie wissen, daß du heute |: noch sterben sollst." :|
Hallia hussassa! Tirallala!
Sie wissen, daß du heute noch sterben sollst."
"Und sterbe ich heute, |: so bin ich tot, :|
Begräbt man mich |: unter Rosen rot." :|
Hallia hussassa! Tirallala!
Begräbt man mich unter Rosen rot."
"Wohl unter die Rosen, |: wohl unter den Klee, :|
Darunter vergeh' |: ich nimmermeh'." :|
Hallia hussassa! Tirallala!
Darunter vergeh' ich nimmermeh'."
Er warf ihr das Netz |: wohl über'n Leib, :|
Da ward sie des jungfrischen |: Jägers Weib. :|
Hallia hussassa! Tirallala!
Da ward sie des jungfrischen Jägers Weib.
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Cartolina P19
Tre gigli, tre gigli sulla mia tomba piantai.
Lì venne un fiero cavaliere e li spezzò.
Drei Lilien
http://ingeb.org/Lieder/dreilili.html
Drei Lilien, drei Lilien,
Die pflanzt' ich auf mein Grab,
Da kam ein stolzer Reiter
Und brach sie ab.
|: Juvi valle ralle ralle ralle ra :|
Da kam ein stolzer Reiter
Und brach sie ab.
Ach Reitersmann, ach Reitersmann,
Laß doch die Lilien stehn,
Die soll ja mein Feinsliebchen
Noch einmal sehn.
|: Juvi valle ralle ralle ralle ra :|
Die soll ja mein Feinsliebchen
Noch einmal sehn.
Was schert mich denn dein Liebchen,
Was schert mich denn dein Grab!
Ich bin ein stolzer Reiter
Und brech' sie ab.
|: Juvi valle ralle ralle ralle ra :|
Ich bin ein stolzer Reiter
Und brech' sie ab.
Und sterbe ich noch heute,
So bin ich morgen tot,
Dann begraben mich die Leute
Ums Morgenrot.
|: Juvi valle ralle ralle ralle ra :|
Dann begraben mich die Leute
Ums Morgenrot.
Ums Morgenrot, ums Morgenrot
Will ich begraben sein;
Dann ist ja mein Feinsliebchen
So ganz allein!
|: Juvi valle ralle ralle ralle ra :|
Dann ist ja mein Feinsliebchen
So ganz allein!
Melodia tratta da "Unter den Linden grüne" del 1601. Testo del 1830 tratto da una ballata dei
cacciatori notturni da Fr. Nicolai e cantata nelle due guerre mondiali dai soldati tedeschi.
Ascoltala qui: http://it.youtube.com/watch?v=ypN_YNK1q1M
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Cartolina P20
Va il cavaliere col suo scudiero tranquillo sulla landa,
questa era desolata e tutto ciò che avevano da dirsi
era rivolto ad una splendida signora.
Es reit' der Herr und auch sein Knecht
http://ingeb.org/Lieder/esreitde.html
Dal "Bergreihen" del 1547
Es reit' der Herr und auch sein Knecht
wohl über die Heide, die war schlecht, ja schlecht,
und alles, was sie reden da, war all'
von einer wunderschönen Frauen, ja Frauen.
"Ach Schildknecht, lieber Schildknecht mein,
was redst von meiner Frauen, ja Frauen,
und fürchtest nich meinen braunen Schild?
Zu Stükken will ich dich hauen vor meinen Augen."
"Euren braunen Schild, den fürcht ich klein,
der lieb Gott wird mich wohl behüten, ja behüten.
"Da schlug der Knecht seinen Herrn zu Tod,
das geschah um Fräuleins Güte, ja Güte.
Nun will ich reiten landwärts ein
zu einer wunderschönen Frauen, ja Frauen:
"Ach Fräulein, gebt mirs Botenbrot!
Euer Herr der liegt tot auf breiter Heide, ja Heide."
"Und ist mein edler Herre tot,
darum will ich nicht weinen, nicht weinen;
der schönste Buhle, den ich hab',
der sitzt bei mir daheime, mutteralleine."
"Nun sattel mir mein graues Roß,
ich muß von hinnen reiten, ja reiten."
Und da sie auf die Heide kam, die Lilien täten
sich neigen auf breiter Heiden.
Auf band sie ihm sein' blanken Helm
und sah ihm unter seinen Augen, ja Augen.
"Nun muß es Gott geklaget sein,
wie bist du so zerhauen unter deinen Augen!
Nun will ich in ein Kloster gehn,
will lieben Gott für dich bitten, ja bitten,
daß er dich wöll ins Himmelreich lan.
All' das geschah um meinetwillen!" Schweig stille!
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Cartolina P21
Es dunkelt schon in der Heide
http://ingeb.org/Lieder/esdunkel.html
Es dunkelt schon in der Heide,
Nach Hause umgekehrt;
|: Wir haben das Korn geschnitten
Mit unserm blanken Schwert. :|
Ich hörte die Sichel rauschen,
Sie rauschte durch das Korn;
|: Ich hört' mein Feinslieb klagen,
Sie hätt' ihr Lieb verlor'n. :|
Hast du dein Lieb verloren,
So hab' ich noch das mein'.
|: So wollen wir beide mit'nander
Uns winden ein Kränzelein. :|
Ein Kränzelein von Rosen,
Ein Sträußelein von Klee.
|: Zu Frankfurt auf der Brücke,
Da liegt ein tiefer Schnee. :|
Der Schnee, der ist zerschmolzen,
Das Wasser läuft dahin;
|: Kommst du mir aus den Augen,
Kommst mir aus meinem Sinn. :|
In meines Vaters Garten,
Da stehn zwei Bäumelein;
|: Das eine, das trägt Muskaten,
Das andere Braunnägelein. :|
Muskaten, die sind süße,
Braunnägelein sind schön;
|: Wir beide müssen uns scheiden,
Ja scheiden, das tut weh. :|
Testo e melodia tradizionale dalla Prussia orientale raccolto da Eduard Roese in "Lebende
Spinnstubenlieder", Berlin nel 1911. Con le parole "Es dunkelt in dem Walde" 1860 dalla
Pomerania nel Erk-Böhmes "Deutschem Liederhort" II, Leipzig 1894. Ascoltala qui:
http://it.youtube.com/watch?v=M5DPA3r2VKM
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Cartolina P22
Wo soll ich mich hinkeren
http://ingeb.org/Lieder/wosollic.html
Dal Bergreyen, 1535
Wo soll ich mich hinkeren,
ich tumbes Brüderlien?
Wo soll ich mich erneren?
mein Gut ist vil zu klein.
Als ich ein Wesen han,
so muß ich bald davon;
was ich soll heur verzeren,
das han ich fernt vertan.
Ich bin zu frü geboren,
ja wo ich heut hin kum,
mein Glück kumt mir erst morgen,
het ich das Kaisertum,
darzu den Zol am Rein,
und wär Venedig mein,
so wär es alls verloren,
es müßt verschlemmet sein.
So wil ich doch nit sparen,
und ob ichs alls verzer,
und wil darumb nit sorgen,
Got bschert mir morgen mer;
was hilfts, daß ich lang spar?
vielleicht verlür ichs gar.
Solt mirs ein Dieb austragen,
es reuet mich ein Jahr.
Ich will mein gut verprassen
mit Schlemmen frü und spat,
und will ein Sorgen Iassen,
dem es zu Herzen gat;
ich nim mir ein Ebenbild
an manchem Tierlein wild,
das springt auf grüner Heide,
Got bhüt im sein Gefild.
Ich siech auf breiter Heide
vil manches Blümlein stan,
das ist so wol bekleidet:
was Sorg solt ich denn han,
wie ich Gut überkum?
ich bin noch frisch und jung,
solt mich ein Not anlangen,
mein Herz west nichts darumb.
Steck an die schweinen Braten,
darzu die Hühner jung!
Darauf mag uns geraten
ein frischer, freier Trunk;
trag ein her külen Wein,
und schenk uns tapfer ein!
Mir ist ein Beut geraten,
die muß verschlemmet sein.
Ich bind mein Schwert an d'Seiten
und mach mich bald davon,
hand ich den nit zu reiten,
zu Fußen muß ich gan;
es ist nit allzeit gleich,
ich bin nit allweg reich,
ich muß der Zeit erbeiten,
bis ich das Glück erschleich.
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Cartolina P23
Vi benedico foglie, ti benedico erba, benedico tutto ciò che c’è:
perché ora debbo separarmene.
Gesegn dich Laub, gesegn dich Gras
http://ingeb.org/Lieder/gesegndi.html
Canto popolare del XVI secolo
Gesegn dich Laub, gesegn dich Gras,
gesegn dich alles, was da was,
ich muß von hinnen scheiden.
Ihr lieben Engelein, steht mir bei,
weil Lieb und Seel beieinander sei,
daß mir mein Herz nicht breche.
Gesegn dich Mond, gesegn dich Sonn,
gesegn dich Trautlieb,
meine Wonn, da ich von hinnen fahre.
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Cartolina P24
Presto il cuor s’innamorò della sola che mi piace;
Iddio sa chi è. Essa mi ama profondamente,
io la penso con fedeltà.
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Cartolina P25
Un silvestre nettuno sta sposando la giovane e bella Lilofee,
figlia del re del castello che sovrasta il lago selvaggio e bello
Der wilde Wassermann
Die schöne Lilofee
http://ingeb.org/Lieder/EsFreitE.html
Dalla Boemia del nord
Es freit ein wilder Wassermann
Auf der Burg wohl über dem See.
Des Königs Tochter wollt er han,
|: Die schöne junge Lilofee. :|
Sie hörte drunten Glocken gehn
Im tiefen, tiefen See,
Wollt' Vater und Mutter wiedersehn,
|: Die schöne, junge Lilofee. :|
Und als sie vor dem Tore stand
Auf der Burg wohl über dem See,
Da neigt sich Laub und grünes Gras
|: Vor der schönen, jungen Lilofee. :|
Und als sie aus der Kirche kam
Vor der Burg wohl über dem See,
Da stand der wilde Wassermann
|: Vor der schönen, jungen Lilofee. :|
"Sprich, willst du hinuntergehn mit mir
Von der Burg wohl über dem See?
Deine Kindlein unten weinen nach dir,
|: Du schöne, junge Lilofee. :|
"Und eh ich die Kindlein weinen laß
Im tiefen, tiefen See,
Scheid ich von Laub und grünem Gras,
|: Ich arme, junge Lilofee." :|
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Cartolina P26
E' un mietitore, si chiama morte, ha il potere di un dio. oggi affila la lama,
molto meglio taglia or questa; presto ci colpirà, abbiamo solo da sottostargli.
Bada a te, bel fiorellino!
Es ist ein Schnitter, der heißt Tod
http://ingeb.org/Lieder/esisteis.html
Melodia popolare del 1638
Es ist ein Schnitter, der heißt Tod,
hat G'walt vom großen Gott,
heut' wetzt er sein Messer,
es schneid't schon viel besser,
bald wird er drein schneiden,
wir müssen's nur leiden.
Hüt' dich, schön's Blümenlein!
Was heut noch grün und frisch dasteht,
wird morgen weggemäht
Die edel Narcissel,
die englische Schlüssel,
die schön' Hyazinthen,
die türkischen Winden.
Hüt dich, schön's Blümelein!
Viel hunderttausend ungezählt,
was nur unter die Sichel fällt.
Rot Rosen, weiß Lilien,
beid' wird er austilgen,
und ihr Kaiserkronen,
man wird euch nicht verschönen.
Hüt' dich, schön's Blümelein!
Das himmlische Ehrenpreis,
die Tulpen gelb und weiß,
die silbernen Glocken,
die goldenen Flocken,
senkt alles zur Erden,
was wird daraus werden?
Hüt' dich, schön's Blümelein!
Ihr hübsch Lavend'l und Rosmarin,
ihr vielfarbig Röselein,
ihr stolze Schwertlilien,
ihr krause Basilien,
ihr zarte Violen,
man wird euch bald holen.
Hüt' dich, schön's Blümelein!
Trutz, Tod! Komm her, ich fürcht' dich nit!
Trutz komm und tu ein' Schnitt!
Wann Sichel mich letzet,
so werd ich versetzet
in den himmlischen Garten,
darauf will ich warten.
Hüt' dich, schön's Blümelein!
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Cartolina P27
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Cartolina P28
Con ogni colpo di pala che date contribuite
al benessere dei nostril figli e dei nostril nipoti.
Walter Flex, caduto nel 1917
Nato il 6 luglio 1887 ad Eisenach e caduto il 16 ottobre 1917 sul fronte russo a Peude in
Estonia, Flex fu esponente del gruppo giovanile dei Wandervögel che si proponeva la riscoperta
della tradizione germanica attraverso l’esperienza del paesaggio e della natura. Di Walter Flex
"Il viandante fra i due mondi. Un esperienza di guerra" romanzo fondamentale della letteratura
Wandervogel (vedi http://www.herrenhaus.it/Flex.html) che lo rese famoso tra gli scrittori
della prima guerra mondiale. In questo romanzo è contenuta la poesia Wildgänse rauschen
durch die Nacht (testo in tedesco e traduzione italiana nel fondamentale libro di Nicola Cospito
“I Wandervögel, il movimento giovanile tedesco da Guglielmo II al nazionalsocialismo" Edizioni
della Biga Alata, seconda edizione riveduta e corretta. Il prezzo di copertina è di 15.00 euro. Le
richieste vanno inoltrate scrivendo all’indirizzo: [email protected] oppure telefonando al
n. 06 30891811 che diventerà un famosissimo canto dei soldati tedeschi nelle due guerre
mondiali (ascoltala qui: http://it.youtube.com/watch?v=Nztz3xNElDw ). Richiedere a Edizioni
Herrenhaus, tel. 0362-240096 indirizzo posta elettronica: [email protected]
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Cartolina P29
"Ciò che possiamo fare da noi stessi non lo dobbiamo lasciare a Dio."
Gorch Fock
Johann Kinau (nome letterario Gorch Fock) scrittore e marinaio tedesco, 22 agosto 1880 isola
di Finkenwerder, Hamburg - morto il 31 maggio 1916 nalla battaglia navale di Skagerrak
sull'incrociatore "Wiesbaden". Autore di numerose poesie novelle e racconti popolari di
ambiente marinaro con vari pseudonomi Gorch Fock, Jakob Holst e Giorgio Focco spesso scritte
nel suo dialetto del nord il Plattdeutsch. Pubblica: "Schullengrieper un Tungenknieper" (1910),
"Hein Godewind" (1911), "Hamborger Janmaten" (1913), "Fahrensleute" (1914) e
Plattdeutsche Kriegsgedichte (1915) . Il suo romanzo più noto è del 1913 "Seefahrt ist not" in
cui racconta spesso in dialetto la vita eroica dei pescatori d'altura. Del 1914 le commedie
dialettali in un atto "Cilli Cohrs" e "Doggerbank". Inizia la prima guerra mondiale in fanteria
combattendo in Serbia, Francia e Russia. Si arruola volontario in marina e cade combattendo
sul mare nel 1916. Nel 1918 esce postumo Sterne überm Meer. Tagebuchblätter und Gedichte
(Stelle sul mare. Diario e poesie).
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Cartolina P30
Nel buio eterno scende il muratore,
giù, nelle segrete di un mondo sotterraneo.
Theodor Körner, caduto nel 1813
Karl Theodor Körner (23 settembre 1791- 26 agosto 1813) poeta e drammaturgo tedesco
muore in battaglia a Gadebusch (Schwerin) il 26 agosto 1813. Körner era nato a Dresda figlio
dell'amico del poeta e drammaturgo Friedrich von Schiller, Christian Gottfried Körner. Studiò a
Freiberg, Lipsia e Berlino dal 1808 al 1811, e nel 1810 pubblicò Knospen, il suo primo libro di
poesie. Körner si trasferì a Vienna nel 1811, dove scrisse commedie e tragedie che riscossero
un grande successo. Lanciato verso la fama e fidanzato con una giovane attrice scelse invece
di arruolarsi nel marzo del 1813 nel famoso corpo di cavalleria Lützow Freischar per
partecipare alla guerra di liberazione contro Napoleone. Compose famose liriche guerresche
che circolarono tra i soldati e che furono raccolte e pubblicate postume da suo padre nel 1814
col titolo Leier und Schwert (Lira e Spada). Molte delle sue poesie sono diventate canti popolari
del popolo tedesco. Seriamente ferito tornò al suo battaglione ma fu ucciso nella battaglia di
Gadebusch in Germania.
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Cartolina P31
“Disprezzo per l'uomo che non sa difendersi,
Il pericolo insegna ciò che si deve: colpisci, colpisci.”
Hermann Löns - caduto nel 1914
Biografia di Hermann Löns al sito:
http://www.thule-italia.net/letteraria/lons/lons.html
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Cartolina P32
Oh sole dorato del mattino come sei bello
Mai potrò guardare il tuo spendore senza meraviglia.
Goldne Abendsonne
http://ingeb.org/Lieder/goldneab.html
Anna Barbara Urner,1788
Goldne Abendsonne,
wie bist du so schön!
Nie kann ohne Wonne,
deinen Glanz ich sehn.
Schon in früher Jugend
sah ich gern nach dir,
und der Trieb der Tugend
glühte mehr in mir.
Wenn ich so am Abend
staunend vor dir stand
und, an dir mich labend,
Gottes Huld empfand.
Doch vor dir, o Sonne,
wend' ich meinen Blick
mit noch höh'rer Wonne
auf mich selbst zurück.
Schuf uns ja doch beide
eines Schöpfers Hand,
dich im Strahlenkleide,
mich im Staubgewand.
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Cartolina P33
Domani dovrò partire da qui
Da te mia bella mi separerò.
Lasciarsi porta lacrime.
Morgen muß ich fort von hier
http://ingeb.org/Lieder/morgenmu.html
Zuerst im "Wunderhorn," 1806
Morgen muß ich fort von hier
Und muß Abschied nehmen.
O du allerschönste Zier;
Scheiden das bringt Grämen.
Da ich dich so treu geliebt
Überalle Maßen,
|: Soll ich dich verlassen. :|
Wenn zwei gute Freunde sind,
Die einander kennen,
Sonn' und Mond bewegen sich,
Ehe sie sich trennen.
Noch viel größer ist der Schmerz,
Wenn ein treu geliebtes Herz
|: In die Fremde ziehet. :|
Dort auf jener grünen
Au steht mein jung' frisch' Leben,
soll ich denn mein Lebelang
in der Fremde schweben?
Hab' ich dir was Leids getan;
bitt' dich, woll's vergessen,
|: denn es geht zu Ende. :|
Küsset dir ein Lüftelein
Wange oder Hände,
Denke, daß es Seufzer sein,
Die ich zu dir sende,
Tausend schick' ich täglich aus,
Die da wehen um dein Haus,
|: Weil ich dein gedenke. :|
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Cartolina P34
A chi, Iddio giusto favor vuol rendere,
questo manda per il mondo,
a lui mostra le meraviglie dei monti, dei boschi, dei venti e dei campi.
Der frohe Wandersmann
Wem Gott will rechte Gunst erweisen
http://ingeb.org/Lieder/WemGottW.html
Joseph von Eichendorff, 1788-1857
Wem Gott will rechte Gunst erweisen,
Den schickt er in die weite Welt,
Dem will er seine Wunder weisen
In Berg und Wald und Strom und Feld.
Die Trägen die zu Hause liegen,
Erquicket nicht das Morgenrot,
Sie wissen nur von Kinderwiegen,
Von Sorgen, Last und Not um Brot.
Die Bächlein von den Bergen springen,
Die Lerchen schwirren hoch vor Lust,
Was soll ich nicht mit ihnen singen
Aus voller Kehl und frischer Brust?
Den lieben Gott laß ich nun walten,
Der Bächlein, Lerchen, Wald und Feld
Und Erd und Himmel will erhalten,
Hat auch mein Sach aufs best bestellt
Joseph Freiherr von Eichendorff nacque nel Castello di Lubowitz (Ratibor) il 10 marzo 1788.
Neisse 26 novembre 1857. Poeta scrittore e drammaturgo tedesco. Educato in un ambiente
aristocratico e rigorosamente cattolico nel castello avito e a Breslavia, frequentò poi le
università di Halle e di Heidelberg dove si rivelò il suo talento poetico. Pubblicò allora, con lo
pseudonimo di ‘Florens’ alcune poesie e scrisse un romanzo ‘Ahnung und Gegenwart’ (1815,
‘Prestimento ed attualità’). Volontario nell’esercito dei Re di Prussia combatté in Francia
entrando con le truppe del Blucher in Parigi. Congedato, iniziò a Breslavia una carriera
burocratica che lo condusse come funzionario civile a Berlino, Danzica e Koenigsberg. Scrittore
e poeta gentile parlò un linguaggio esprimente sia ammirazione per la natura che sincera
fiducia della provvidenza divina. Eichendorff è noto al più largo pubblico per quel delizioso
gioiello narrativo che è ‘Aus dem Leben eines Tangenichts’ del 1826, storia di un ragazzo di
campagna poco incline a lavorare cacciato di casa dal padre all’inizio della primavera, stagione
propizia per cercare un impiego. Felice di vagare per boschi e prati suona il violino e canta,
s’innamora di una domestica, s’impiega infine come vicegiardiniere in un castello. Tutta la
poesia di Eichendorff è intrisa della stessa gioia di canto, dello stesso entusiasmo per lo
spettacolo trascolorante della natura e trova la sua forma perfetta in lieder brevi che fissano
con singolare intensità un’emozione o una serie di emozioni in panica circolarità.
Wem Gott will rechte Gunst erweisen ascoltala qui: http://ingeb.org/Lieder/WemGottW.html
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Cartolina P35
Il viandar si addice al mugnaio, il viandar.
Cattivo mugnaio deve essere colui al quale mai
per la mente passò il viandar, il viandar.
Das Wandern ist des Müllers Lust
http://ingeb.org/Lieder/DasWande.html
Wilhelm Müller 1818 (1794 - 1827)
|: Das Wandern ist des Müllers Lust :|
Das Wandern
Das muß ein schlechter Müller sein
|: Dem niemals fiel das Wandern ein :|
Das Wandern
Das Wandern . . . . .
|: Vom Wasser haben wir’s gelernt :|
Vom Wasser
Das hat nicht Ruh' bei Tag und Nacht
|: ist stehts auf Wanderschaft bedacht :|
Das Wasser
Das Wasser .
|: Das sehn wir auch den Rädern an :|
Den Rädern
Die gar nicht gerne stille steh'n
|: und sich bei tag nicht müde drehn :|
Die Räder
Die Räder . . . . . .
|: Die Steine selbst so schwer sie sind :|
Die Steine
Sie tanzen mit den muntern Rhein
|: Und wollen gar noch schneller sein :|
Die Steine
Die Steine . . . .
|: O Wandern, Wandern, meine Lust :|
O Wandern
Herr Meister und Frau Meisterin
|: Laßt mich in Frieden weiterziehn :|
Und wandern
Und wandern
Wilhelm Müller, poeta tedesco (Dessau 7 ottobre 1794 – 30 settembre 1827) prese parte come
volontario alle guerre di liberazione contro Napoleone nel 1813. Indegnante di lettere classiche
a Dessau. Autore di diversi saggi e raccolte di poesie e canti popolari tra cui il famosissimo Das
Wandern ist des Müllers Lust. Ascoltalo qui: http://it.youtube.com/watch?v=JlG2Zf67JTM
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Cartolina P36
Un cacciatore del Palatinato col suo destriero per il verde bosco va,
avanti e indietro, come gli aggrada.
Ein Jäger aus Kurpfalz
http://ingeb.org/Lieder/EinJager.html
del 1750
Ein Jäger aus Kurpfalz,
Der reitet durch den grünen Wald,
Er schießt das Wild daher,
Gleich wie es ihm gefällt.
Refrain:
Auf! Sattelt mir mein Pferd
Und legt darauf den Mantelsack,
So reit' ich hin und her
Als Jäger aus Kurpfalz.
Refrain:
Hubertus auf der Jagd,
Der schoß ein'n Hirsch und einen Has'.
Er traf ein Mägdlein an,
Und das war achtzehn Jahr.
Refrain:
Des Jägers seine Lust
Den großen Herren ist bewußt,
Jawohl, jawohl bewußt,
Wie man das Wildpret schuß.
Refrain:
Wohl zwischen seine Bein,
Da muß der Hirsch geschossen sein,
Geschossen muß er sein,
Auf eins, zwei, drei.
Refrain:
Jetzt reit' ich nimmer heim,
Bis daß der Kuckuck, kuckuck schreit,
Er schreit die ganze Nacht
Allhier auf grüner Heid'!
Refrain:
Refrain:
|: Juja, Juja, gar lustig ist die Jägerei
Allhier auf grüner Heid',
Allhier auf grüner Heid', :|
Ascoltala qui: http://it.youtube.com/watch?v=vXjk02hUIj4&feature=related
________________________
Cartolina P37
Teneramente da una radice un germoglio è spuntato
Es ist ein Ros entsprungen
http://ingeb.org/spiritua/esistein.html
Canto popolare del XVI secolo
Es ist ein Ros entsprungen
Aus einer Wurzel zart.
Wie uns die Alten sungen,
Aus Jesse kam die Art
Und hat ein Blümlein bracht,
Mitten im kalten Winter,
Wohl zu der halben Nacht.
Das Röslein das ich meine,
Davon Jesaias sagt:
Maria ist's, die Reine,
Die uns das Blümlein bracht.
Aus Gottes ew'gen Rat
Hat sie ein Kind geboren
Wohl zu der halben Nacht.
Das Bümelein so kleine,
Das duftet uns so süß,
Mit seinem hellen Scheine
Vertreibt's die Finsternis.
Wahr' Mensch und wahrer Gott,
Hilf uns aus allem Leide,
Rettet von Sünd' und Tod.
O Jesu, bis zum Scheiden
Aus diesem Jammertal
Laß Dein Hilf uns geleiten
Hin in den Freudensaal,
In Deines Vaters Reich,
Da wir Dich ewig loben.
O Gott, uns das verleih
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Cartolina P37
Chi tira dritto il suo solco,
l’amico ed il compagno non tradisce,
chi al mascalzone lo stivale non pulisce
e dal proprio nido tien lontano lo sporco;
chi, come anche cada il dado,
alla patria resta fedele
anche nell’anno nuovo fa il giusto.
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Cartolina P40
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Cartolina P41
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Cartolina P42
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Cartolina P43
Sul campo di battaglia l’uomo vale ancora qualcosa, il cuore ha ancora un peso.
Nessuno intercede per lui, tutto su sé stesso affidamento deve fare.
Friedrich von Schiller
La frase dell’incisione è tratta da Wohlauf, Kameraden, aufs Pferd
da "Wallensteins Lager", primo atto della trilogia Wallenstein
Ascoltala qui: http://enominepatris.com/deutschtum/musik/wohlauf.mp3
Friedrich von Schiller, 1797 (1759-1805)
1. Wohlauf, Kameraden, aufs Pferd, aufs Pferd,
Ins Feld, in die Freiheit gezogen!
Im Felde da ist der Mann noch was wert,
Da wird ihm das Herz noch gewogen;
|: Da tritt kein anderer für ihn ein,
Auf sich selber steht er da ganz allein. :|
2. Aus der Welt die Freiheit verschwunden ist,
Man sieht nur Herren und Knechte;
Die Falschheit herrschet, die Hinterlist,
Bei dem feigen Menschengeschlechte:
|: Der dem Tod ins Angesicht schauen kann,
Der Soldat allein ist der freie Mann! :|
3. Des Lebens Ängste, er wirft sie weg,
Hat nichts mehr zu fürchten, zu sorgen;
Er reitet dem Schicksal entgegen keck,
Trifft's heut nicht, so trifft es doch morgen.
|: Und trifft es morgen so lasset uns heut
Noch schlürfen die Neige der köstlichen Zeit. :|
4. Von dem Himmel fällt ihm sein lustiges Los,
Braucht's nicht mit Müh zu erstreben.
Der Fröner, der sucht in der Erde Schoß,
Da meint er den Schatz zu erheben.
|: Er gräbt und schaufelt, solang er lebt,
Und gräbt, bis er endlich sen Grab sich gräbt. :|
5. Der Reiter und sein geschwindes Roß,
Sie sind gefürchtete Gäste!
Es flimmern die Lampen im Hochzeitsschloß;
Ungeladen kommt er zum Feste,
|: Er wirbt nicht lange, er zeigt nicht Gold,
Im Sturm erringt er den Minnesold. :|
6. Warum weint die Dirn' und zergrämt sich schier?
Laß fahren dahin, laß fahren!
Er hat auf Erden kein bleibend' Quartier,
Kann treue Lieb' nicht bewahren.
|: Das rasche Schicksal, es treibt ihn fort,
Seine Ruh' läßt er an keinem Ort! :|
7. Auf des Degens Spitze die Welt jetzt liegt,
Drum froh, wer den Degen jetzt führet,
Und bleibt nur wacker zusammengefügt,
Ihr zwingt das Glück und regieret.
|: Es sitzt keine Krone so fest, so hoch,
Der mutige Springer erreicht sie doch. :|
8. Drum frisch, Kameraden, den Rappen gezäumt,
Die Brust im Gefechte gelüftet!
Die Jugend brauset, das Leben schäumt!
Frischauf! eh der Geist noch verdüftet!
|: Und setzet ihr nicht das Leben ein,
Nie wird euch das Leben gewonnen sein! :|
Johann Christoph Friedrich von Schiller (Marbach am Neckar, 10 novembre 1759 – Weimar, 9
maggio 1805) è stato un poeta, drammaturgo e storico tedesco.Figlio di J. C. Schiller, medico
dell'esercito, Schiller nacque a Marbach (Württemberg). Trascorse l'infanzia e la giovinezza in
ristrettezze economiche. Ciò non gli impedì di mettersi in luce negli studi, tanto da guadagnarsi
i favori di Karl Eugen, duca del Württemberg, che gli consentì di entrare alla Karlsschule nel
1773, dove seguì le orme paterne studiando medicina. Durante gli studi lesse Rousseau e
Goethe e discusse gli ideali classici insieme ai compagni di corso. In quegli anni scrisse anche
la sua prima opera teatrale I Masnadieri. Nel 1780 ottenne l'incarico di medico di reggimento a
Stoccarda. Nel 1781 a Mannheim, in occasione di una rappresentazione dell'opera I Masnadieri,
Schiller fu arrestato e gli venne intimato di non pubblicare più opere teatrali. Nel 1783 riuscì a
fuggire da Mannheim per trasferirsi prima a Lipsia e Dresda e infine a Weimar. Durante questi
viaggi iniziò a pensare al Don Carlos, opera informata di idee dello Sturm und Drang. Tuttavia,
mentre nel 1785 era presso i Korner, la tranquillità gli permise di cambiare stile, ed iniziare la
maturazione al Classico. Intanto scrisse Intrigo e amore e Fiesco o La Congiura di Fiesco a
Genova. Nel 1789 gli venne affidata, per intercessione di Goethe, la cattedra di storia e
filosofia di Jena. Nel 1791 inizia lo studio di Kant e dell'estetica. Nel 1793 scrive la Storia della
guerra dei Trent'anni.Legata a questo argomento è la trilogia del Wallenstein (composta da Il
Campo di Wallenstein, i Piccolomini, La morte di Wallenstein). Inizia la grande stagione dei
capolavori di Schiller: nel 1800 scrive Maria Stuarda, nel 1801 La pulzella d'Orleans, nel 1803
La Sposa di Messina, nel 1804 il Guglielmo Tell. Questa prolifica attività letteraria fu interrotta
solo dalla morte, avvenuta nel 1805 a causa della tubercolosi. Molti dei capolavori di Schiller
sono stati musicati dopo la sua morte. Il coro dell'Inno alla gioia di Beethoven è ripreso da
alcune strofe dell'Ode "An die Freude" (Alla Gioia) di Schiller (Ascoltala qui:
http://enominepatris.com/deutschtum/musik/ode.mp3 ). Giuseppe Verdi musicò La Pulzella
d'Orleans (Giovanna d'Arco), I masnadieri, Intrigo e Amore (Luisa Miller) e il Don Carlos.
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Cartolina P44
Chi la morte sa guardare in faccia,
il soldato solo è l'uomo libero.
Friedrich von Schiller
La frase dell’incisione è tratta da Wohlauf, Kameraden, aufs Pferd
da "Wallensteins Lager", primo atto della trilogia Wallenstein
Ascoltala qui: http://enominepatris.com/deutschtum/musik/wohlauf.mp3
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Cartolina P45
Il Dio che fece moltiplicare le armi
non voleva schiavi!
E. M. Arndt
Der Gott der Eisen wachsen ließ
Ascoltala qui:http://enominepatris.com/deutschtum/musik/eisen.mp3
Der Gott, der Eisen wachsen ließ,
Der wollte keine Knechte,
Drum gab er Säbel, Schwert und Spieß
Dem Mann in seine Rechte,
Drum gab er ihm den kühnen Mut,
Den Zorn der freien Rede,
|: Daß er bestände bis aufs Blut,
Bis in den Tod die Fehde. :|
Laßt brausen, was nur brausen kann,
In hellen, lichten Flammen!
Ihr Deutschen alle, Mann für Mann,
Fürs Vaterland zusammen!
Und hebt die Herzen himmelan
Und himmelan die Hände!
|: Und rufet alle, Mann für Mann:
Die Knechtschaft hat ein Ende! :|
Laßt wehen, was nur wehen kann,
Standarten wehn und Fahnen!
Wir wollen heut' uns Mann für Mann
Zum Heldentode mahnen:
Auf, fliege, stolzes Siegspanier,
Voran den kühnen Reihen!
|: Wir siegen oder sterben hier
Den süßen Tod der Freien. :|
Joseph Freiherr von Eichendorff Ratibor, Schloß Lubowitz 10/3/1788 – Neiße, 26/11/1857 è
stato poeta, scrittore e drammaturgo tedesco. Eichendorff è noto al più largo pubblico per quel
delizioso gioiello narrativo che è ‘Aus dem Leben eines Tangenichts’ del 1826, storia di un
ragazzo di campagna poco incline a lavorare cacciato di casa dal padre all’inizio della
primavera, stagione propizia per cercare un impiego. Felice di vagare per boschi e prati suona
il violino e canta, s’innamora di una domestica, s’impiega infine come vicegiardiniere in un
castello. Tutta la poesia di Eichendorff è intrisa della stessa gioia di canto, dello stesso
entusiasmo per lo spettacolo trascolorante della natura e trova la sua forma perfetta in lieder
brevi che fissano con singolare intensità un’emozione o una serie di emozioni in panica
circolarità. Sarebbe un errore, tuttavia, considerare questi piccoli componimenti all’insegna
della Wanderlust, dell’intimo godimento del vagare in libertà, espressioni di un lirismo facile e
superficiale: v’è in essi, al contrario, una elaborazione creativa molto profonda e sottile.
Educato in un ambiente aristocratico e rigorosamente cattolico nel castello avito e a Breslavia,
frequentò poi le università di Halle e di Heidelberg dove si rivelò il suo talento poetico. Pubblicò
allora, con lo pseudonimo di ‘Florens’ alcune poesie e scrisse un romanzo ‘Ahnung und
Gegenwart’ (1815, ‘Prestimento ed attualità’). Volontario nell’esercito dei Re di Prussia
combatté in Francia entrando con le truppe del Blucher in Parigi. Congedato, iniziò a Breslavia
una carriera burocratica che lo condusse come funzionario civile a Berlino, Danzica e
Koenigsberg. Al già citato ‘Aus dem Leben eines Tangenichts’ altre novelle consolidarono la sua
fama di narratore. (‘Krieg den Philistern’, ‘Viel Laermen um nichts’) Scrisse anche alcuni
drammi (‘Ezzelino da Romano’) e nei suoi ultimi anni si dedicò alla critica e storia letteraria
(‘Jahrhundert in seinem Zusammenhang mit dem Christentum’. 1851, ovvero ‘Il romanzo
tedesco nel secolo XVIII° nei suoi rapporti con il Cristianesimo’) Scrittore e poeta gentile,
rifuggendo dalle torbide fantasticherie care ad altri romantici, parlò un linguaggio esprimente
sia ammirazione per la natura che sincera fiducia della provvidenza divina
"Libertà è dove puoi vivere come piace all'intrepido cuore;
dove vivi secondo le leggi ed i costumi dei tuoi padri;
dove gioisci di ciò che già rendeva felici i tuoi avi. "
Ernst Moritz Arndt
Katechismus für teutschen Kriegs und Wehrmann, 1813
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Cartolina P46
"Libero è solo quel popolo forte abbastanza da mantenere la propria libertà."
Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke
Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891) è
stato un generale prussiano, feldmaresciallo, per trent'anni Capo di Stato Maggiore
dell'esercito prussiano ed artefice delle vittorie sull'Impero Austro-Ungarico e sulla Francia nel
XIX secolo. È conosciuto anche come von Moltke il Vecchio per distinguerlo dal nipote Helmuth
Johann Ludwig von Moltke, che comandò l'Esercito Imperiale Tedesco allo scoppio della prima
guerra mondiale. Viene considerato uno dei più geniali strateghi militari dell'Ottocento, e il
creatore di un nuovo, moderno metodo di direzione delle forze armate sul campo.
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Cartolina P47
E chi trovò la morte sul campo di battaglia
anche su terra straniera riposa in Patria!
Albert Methfessel
Johann Albrecht Gottlieb Methfessel nacque il 6 ottobre 1785 Stadtilm in Turingia. Dal 1807 al
1810 studiò teologia e letteratura classica a Lipsia. Ottenne il diploma di canto al conservatorio
di Dresda. Qui fu cantore e scrisse la raccolta musicale Allgemeine Kommers- und Liederbuch.
Dal 1823 Methfessel fu insegnante di musica e dirigente ad Amburgo. Nel 1865 ottenne il titolo
onorario di dottore in filosofia dall’Università di Jena. Morì il 23 marzo 1869 a Heckenbeck