Preludio Il silenzio è rotto dalla suoneria del cellulare nel momento

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Preludio Il silenzio è rotto dalla suoneria del cellulare nel momento
Preludio
Il silenzio è rotto dalla suoneria del cellulare nel momento esatto in cui,
dicevo a me stesso che col cavolo avrei messo un piede fuori di casa...
Il numero del chiamante non compariva, di solito non rispondo a numeri
sconosciuti, ma stranamente risposi lo stesso ed era C., non lo sentivo da anni e
dopo i convenevoli del caso è arrivato subito al sodo, all’oggetto della
telefonata ed era proprio quello lo stile che gli riconoscevo.
Mi disse che si trovava a Parma di passaggio e dovendosi recare a Milano
mi chiedeva se potevo accompagnarlo durante il viaggio per poterci aggiornare
reciprocamente sugli ultimi vent'anni trascorsi.
Erano lustri che non ci vedevamo, eppure mi sembrava di averlo salutato
ieri, lui sempre pieno di vita, di progetti, e ora sentivo una voce stanca quasi
rassegnata ma con un tono di urgenza inderogabile in sottofondo.
Guardando fuori dalla finestra, vedevo una di quelle nebbie nostrane,
pesanti che si stava addensando sempre più e l'idea di farmi un centinaio di Km
in autostrada di notte non era delle più allettanti, in altre situazioni
sicuramente avrei inventato qualche scusa plausibile, ma non in quel
momento.
D'altronde era un periodo strano, dopo tanti anni avevo staccato la spina
dagli impegni, avevo tanto tempo a disposizione e rivedere un caro vecchio
amico potendogli fare un favore, valeva sicuramente ben più del rischio del
ghiaccio e della nebbia.
Così ci accordammo per le ventuno davanti alla Stazione dei treni di
Parma.
Ero quasi in smania, come se dovessi incontrarmi con una bella ragazza
per la prima volta e invece era un "ragazzo" come me, cinquantenne con il
quale dalla nascita alla metà del nostro cammino avevo condiviso tutto, gioie e
dolori compresi, sicuramente la parte più spensierata e intensa della vita.
Mi sono ricordato che alcuni giorni prima, avevo preparato un cd con
canzoni anni 70/80 le mie, anzi le nostre preferite di quegli anni e sarebbe
stato piacevole ascoltarle come colonna sonora per quel viaggio. Le cose
effettivamente non nascono mai per caso ed un nesso logico prima o poi lo si
trova sempre...
Nel frattempo la nebbia stava trasfigurando ogni cosa e sembrava proprio
quella di un tempo. Rivolgendomi ai non padani, vi dirò che un tempo le
nebbie erano più frequenti e soprattutto impenetrabili rispetto a quelle
odierne. Ma fortunatamente quella attuale era una nebbia vintage, d'antan,
spessa come una bella fetta di salame.
C. non l’avevo più visto dal giorno del matrimonio; una telefonata ogni
tanto, gli auguri per Natale, le solite cose, ma in realtà non ci eravamo più
incontrati. Si era trasferito in un altra città, aveva avuto un figlio e soprattutto
aveva avuto molto successo nel lavoro ed era sempre in viaggio per affari , ma
come tutte le vere amicizie anche se non ci si sentiva per lunghi periodi, il
cordone ombelicale era sempre lì... non occorrevano tanti discorsi e tante
parole, la conversazione riprendeva nel punto esatto in cui si era interrotta
l’ultima volta e sono certo che per lui fosse lo stesso.
Non mi aveva lasciato nessun recapito telefonico e non sapevo se
avremmo cenato assieme o altro, nel dubbio ci saremmo fermati in un autogrill
anche se la telefonata lasciava forse intendere che avremmo cenato con calma a
Milano, prima del mio rientro.
In questa fredda serata di gennaio parcheggio la mia Ford davanti alla
Stazione e cerco tra le persone sul marciapiede un viso noto. Come sarà?- mi
chiedo, avrà la barba, sarà ingrassato, sicuramente indosserà un abbigliamento
classico ora che è diventato un affermato uomo d’affari.
Ed eccolo, forse dimagrito rispetto a come lo ricordavo, con la barba
corta, ben curato con un cappotto blu, un cappello Borsalino fedora grigio ed
una valigetta di pelle nera ben stretta tra le mani; lo chiamo ed è proprio lui. Il
mio cervello nel frattempo pensa all’accostamento tra la kefiah che indossava
un tempo ed il Borsalino, lo rivedo quando indossava delle cuffie peruviane
improbabili… Fortunatamente ci si evolve e si cambia! Ci abbracciamo e in
fondo mi accorgo che non è cambiato poi tanto, è solo più segnato in viso, con
i capelli più radi, ma per il resto ha una silhouette invidiabile.
Ci guardiamo negli occhi e rivedo quel sorriso sornione inconfondibile di
chi la sa lunga, e quel sorriso effettivamente mi mancava; rivedendolo mi sento
come riflesso in uno specchio, sì ci manteniamo bene... ma gli anni passano
inesorabilmente.
Mi chiede cosa ho combinato nella vita, ma avremo parecchio tempo per
descriverci e di rimando gli chiedo se ha già cenato, è sempre stato una buona
forchetta e l'argomento dovrebbe interessargli. Invece mi sbagliavo e taglia
corto dicendo di aver mangiato un toast in stazione e che per il cibo c'è sempre
tempo. Strano!
A guardarlo bene ha una luce diversa nello sguardo, una strana frenesia
nei movimenti ed è come fuori luogo, spaesato. Lo ricordo sempre tranquillo e
rilassato, tranne quando lo facevano incazzare e allora non ce n’era per
nessuno sembrava quel personaggio di Stevenson il dottor Jekill and Mr.
Hyde, fino a due secondi prima era Hyde poi, bumm ecco arrivare
all’improvviso il Dottor Jekill.
Quante volte lo ricordo temporeggiare davanti alle provocazioni: -“Dai
smettila, Molla, Rilassati, Lasciami in pace!” rivolto al rompicoglioni di turno e
poi se il tipo non smetteva con le invettive Sprang! Eccolo accontentato con un
bel cazzotto sul naso, sacrosanto e strameritato. In seguito, occorreva staccarlo
letteralmente a forza dallo sventurato di turno, ormai la trasformazione era
avvenuta e per un po’ il Dott. Jekill continuava ad avere la meglio… sul pacifico
Mr. C.
Lo aiuto ad entrare nell’auto, vedo che si muove con qualche difficoltà e
gli chiedo se va tutto bene e un po’ stizzito mi risponde di si, di non
preoccuparmi per la sua salute. – Stasera dobbiamo solo distrarci e parlare di
cose allegre. La vita amico mio è già abbastanza triste senza fare l’elenco dei
nostri acciacchi! -Hai proprio ragione vecchio, guai a chi parla di malanni e di pressione
alta!!! -
Going back to my roots
Saliamo in auto e ci dirigiamo verso il casello autostradale,
automaticamente inserisco il cd nello stereo e le note di Ritchie Havens con
“Going back to my roots” inondano lo spazio, C. sembra sorridere e gli dico che
ho preparato una scaletta musicale degna di Rolling Stones la famosa rivista,
per fortuna la musica è ancora parte integrante della nostra vita, una passione
coltivata negli anni che si colora di sfumature nuove di giorno in giorno. Going
back… era veramente un omaggio a C. in quel periodo era il suo pezzo
preferito. Pensando alle nostre radici, i ricordi arrivano come una slavina in
primavera. - Ti ricordi quando la ballavamo al Jumbo? - mi chiede. Come
potrei dimenticarla, C. aveva un modo di ballare tutto suo e aveva inventato un
paio di mosse antesignane del famoso ballo di Tarantiniana memoria.
Una si chiamava effetto Helycopter by C., sicuramente non passava
inosservata in pista, quando ballava sgombravano tutti come se dovesse
davvero decollare un elicottero, l’effetto era il medesimo. C. nei primi anni 80
era un bel "cazzone" in senso buono ossia una persona dedita ad escogitare
ogni sorta di cazzata entro limiti legali o comunque limitrofi alla legalità.
Io d'altronde non ero da meno ed a questo punto devo parlare di un
terzo amico B. detto Bonny che costituiva parte integrante della Triade Tra di
noi non esisteva un capo vero e proprio, ma ognuno di noi, faceva del suo
meglio per dare un senso alle giornate e soprattutto alle lunghe serate di
provincia. Improvvisamente ricordo che anche C. all’epoca aveva un
soprannome e si faceva chiamare Roxy e d’ora in poi lo chiamerò anche così, in
onore dei vecchi tempi.
Comincio fin d'ora ad avere qualche difficoltà visiva, la vista con l’età
peggiora ed è quella che è, in più con l’aggiunta dell'effetto camouflage della
nebbia si avvicina pericolosamente alla cecità e non posso che sorridere fin
d’ora pensando alle legittime preoccupazioni del mio assicuratore. Ovviamente
gli occhiali li ho e sono ben riposti nel cruscotto, mica sono scemo ad
utilizzarli!
Nel frattempo C. alias Roxy, m’informa che deve recarsi a Milano, dove
adesso dimora per occuparsi di questioni ereditarie e sistemare certe faccende
rimaste in sospeso. Da parte mia non voglio rovinare il bel clima che
finalmente si sta instaurando e non indago oltre, mi spiegherà sicuramente
tutto più tardi nei particolari.
Riders on the storm
Entriamo in autostrada, lo intuisco dalle luci gialle e dal suono famigliare
del Telepass e per magia ci accompagna “Riders on the storm" dei Doors, i
Cavalieri onestamente si avventurano on the fog, ma la suggestione è forte e il
paesaggio sospeso o meglio il non-paesaggio è coinvolgente e crea una sorta di
complicità intellettuale tra di noi... il Nulla ci inghiotte potremmo essere
ovunque ed in qualsiasi epoca, l'astrazione è assoluta, mi sento come un
astronauta al comando di una navicella spaziale. Destinazione Venere…
To be continued……