Giornata mondiale dell`acqua - L`acqua va ancora difesa La giornata

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Giornata mondiale dell`acqua - L`acqua va ancora difesa La giornata
Giornata mondiale dell'acqua - L'acqua va ancora difesa
La giornata mondiale dell'acqua ci porta a riflettere innanzitutto su quanto avvenuto in Italia nei mesi scorsi.
La maggioranza assoluta degli italiani, nel referendum del 12-13 giugno 2011, ha votato per l’affermazione
dell’acqua come bene comune, per la sua gestione senza logiche di profitto e contro le strategie di
privatizzazione. Il referendum ha restituito alla sfera pubblica anche altri servizi pubblici, i rifiuti e il
trasporto pubblico locale.
Poi la speculazione finanziaria scatenata nel secondo semestre del 2011 ha fortemente contribuito a
boicottare il risultato referendario: nell'agosto scorso, il precedente governo aveva nuovamente imposto la
privatizzazione dei servizi pubblici, disattendendo completamente la volontà espressa con il voto. Ma la
mobilitazione dei Comitati locali per l'acqua pubblica e la marea di firme raccolte sotto l'appello “Giù le
mani dall'acqua” hanno costretto il governo a togliere dalla bozza del decreto l'obbligo della privatizzazione
della gestione dell'acqua e la norma che rendeva impossibile il ricorso alle aziende speciali di diritto pubblico
per gestire il servizio idrico.
Il governo attuale tuttavia, come il precedente, ha continuato a perseguire il progetto di privatizzazione
forzata dei servizi pubblici locali, trasporti e rifiuti. Anche per l'acqua, nelle pieghe dell'articolo 25 del
Decreto di fine gennaio, vengono posti ulteriori ostacoli, come l'obbligo per le società totalmente pubbliche
di sottoporsi al “patto di stabilità” degli enti locali, precludendo la possibilità di reperire risorse per gli
investimenti e bloccando l'assunzione di personale.
In questo desolante quadro di accanimento privatizzatore, di finanziarizzazione dei beni pubblici, si colloca
anche la proposta di creare per l'acqua una grande multiutility del Nord, con il pretesto di realizzare
economie di scala e con la promessa di dividendi per gli esausti bilanci comunali. Questo progetto non
farebbe che allontanare le decisioni sull'acqua dai cittadini, dalle comunità locali, espropriandoli delle
condizioni minime per esercitare i diritti di cittadinanza. Serve esattamente l'opposto, come sostiene un
appello lanciato dal Coordinamento lombardo dei Comitati per l'acqua: “serve una gestione dell'acqua – così
come dei rifiuti, del trasporto pubblico locale, dell'energia – prossima ai cittadini e alle amministrazioni
locali, per garantire la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi”.
Le strategie di privatizzazione e di finanziarizzazione sono incessantemente riproposte dalle multinazionali
del settore idrico, che hanno celebrato a Marsiglia dal 12 al 17 marzo, il loro VI Forum mondiale dell'acqua,
promosso ogni tre anni con il sostegno anche della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale e a
cui hanno partecipato i rappresentanti di 170 governi. Ancora una volta le multinazionali hanno ribadito di
volersi assumere la responsabilità di “migliorare la vita di miliardi di esseri umani che ogni giorno soffrono a
causa della mancanza o della non potabilità dell'acqua”. Ma, come è noto, le multinazionali non operano per
amore dell'umanità: intervengono la dove fiutano di poter ricavare alti profitti in tempi brevi, senza svenarsi
in investimenti onerosi per il miglioramento o l'ampliamento delle reti.
In contemporanea a Marsiglia si è svolto il Forum alternativo mondiale dell’acqua cui hanno preso
parte migliaia di militanti dei movimenti per l'acqua pubblica di un centinaio di Paesi, che hanno ribadito la
volontà di contrastare i processi di privatizzazione e di finanziarizzazione del servizio idrico e di ottenere il
pieno riconoscimento dell'acqua come diritto di ogni essere umano. A Marsiglia è anche avvenuto il lancio
ufficiale della “Rete europea dei movimenti per l'acqua”, che si basa su quattro punti fondamentali: l'acqua
non è una merce ma un bene comune e un diritto universale; l'accesso garantito a tutti del quantitativo
minimo vitale di acqua; il superamento del principio che la tariffa debba coprire tutti i costi; la
partecipazione dei cittadini e dei lavoratori alla gestione del servizio.
Nel mondo e in Italia contrastare la privatizzazione del servizio idrico, così come degli altri servizi pubblici
essenziali, significa garantire più democrazia, perché si salvaguarda il diritto dei cittadini di poter decidere
sui beni che a tutti appartengono.
Ercole Ongaro
Comitato Acqua, beni comuni del Lodigiano