SORA L`AGA - Comune di Soraga

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SORA L`AGA - Comune di Soraga
SORA L’AGA
COMUN DE SORAGA
COMUNE DI SORAGA
Numer undesc
Aost 2012
Chest nef numer del boletin Sora L’Aga l verjon co n retrat fat en ocajion de
l’inaugurazion de la mostra de cadres del Pitor da Soraga Luigi Pederiva, da duc
cognosciù desche Igi.
Per duta la comunanza l’é stat n gran onor aer apede en chela dì chesta gran
persona, la più veia de dut l paìsc, de la clas 1915. N pitor che à segnà la storia de
Soraga, n artist che l’é stat e l vegn amò aprijià dutintorn, olache l’à fat cognoscer
soa gran produzion artistica.
Na vita entrìa passada a depenjer, per fissar su la teila e te la memoria l’encant
de n ruf, de na neveta, de n alber, de le ciasae te la Mont de Fuciada. E chi él che
no à te soa majon amàncol n cader de Igi?
Si colores forc e, al medemo temp sotii, l’é l’envit a se tor dant la vita desche l
Gran Pitor, la vivan con spirit gaert e feruscol, te n raport paritetich anter om e
natura, anter passà, prejent e davegnir.
L’é per chest n gran onor ge dedicar a Igi la soracuerta de chest nef numer del
boletin e volassane con dut l cher spartir chest sentiment con voiautres che
ciapade te man l sfoi, per l lejer fora, desche zenza, con gust e enteress.
Develpai Igi!
In questo numero / Te chest numer
UN
PO’ DI SINTESI
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CONSIGLIO COMUNALE E VARIE
pag.
• DELIBERE DEL CONSIGLIO COMUNALE
• L’AMBULATORIO MEDICO DI SORAGA
• BILANCIO 2012 ED EQUILIBRI CHE CAMBIANO
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6
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AMBIENTE, TERRITORIO E SPORT
pag.
• intervento di manutenzione straordinaria degli acquedotti comunali
POLITICHE SOCIALI
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pag.
• FESTA DE LA FEMENA
• BORSE DI STUDIO
• FESTA DI ALBRES
• LUIGI PEDERIVA PITOR
• N BATIMAN AI SCOLEES DE TERZA POPOLARA
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9
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SOCIAZION E VOLONTARIAT
pag.
• DAL CENTRO GIOVANI
• ALL’ASILO LE MAMME VANNO... A GIOCARE
13
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ANTER LA COMUNANZA
pag.
• NEPAL: NA NAZION DE L’ASIA RICA DE CULTURA ORIENTALA, NATURA E GIACÈRE
DE L’HIMALAYA
• NESC PREVES
• CARNASCIAL 2012
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20
26
Per le Associazioni e cittadini interessati a pubblicare articoli sulla prossima uscita del periodico “Sora l’aga” contattare Josè Sommariva o il Comitato di Redazione all’indirizzo e-mail
[email protected] o telefonicamente al 331 3779528.
Si ringrazia per la collaborazione
UN PO’ DI SINTESI
Caro lettore,
avrai certamente notato che questa primavera non è uscito il consueto numero del nostro Sora
l’Aga. Di questo sono spiaciuto, ma cerchiamo di rimediare con questa sia pur tardiva edizione
che vuole comunque raccogliere fatti, idee e pensieri della nostra Comunità di questa prima
parte dell’anno.
Per una serie di coincidenze amministrative la primavera ha visto oltremodo impegnata tutta
l’Amministrazione comunale nell’avvio di alcuni importanti ed ormai noti interventi di opere pubbliche. Come tutti sappiamo la predisposizione accurata di tutta la burocrazia necessaria, dovuta e purtroppo indispensabile, è importantissima ed alla base di buon avvio di ogni opera che
viene realizzata con denaro pubblico.
Le imprese a cui sono stati affidati i lavori di riordino della nostra area cimiteriale sono, per quanto riguarda le opere edili, la ditta Mazzel di Vigo di Fassa, mentre alla Linea Momenti di Pergine è
stato assegnato il delicato intervento sulle tombe. Considerate le varie fasi dell’opera è risultato
importante il coordinamento fra le due.
Ritengo che da parte di quest’ultima e del suo titolare, sig. Guido Beber, che desidero ringraziare, vi sia stata la massima attenzione nell’espletamento dell’intervento che è stato realizzato con
discrezione e nel dovuto rispetto del luogo e dei nostri cari. Intervento al quale peraltro ha rivolto
particolare cura la nostra impiegata Federica Pederiva. La fase successiva dei lavori del cimitero ha visto la sostituzione della terra dei “campi” di inumazione, materiale che deve avere caratteristiche specifiche.
Questo lavoro è stato affidato in subappalto dalla ditta Mazzel alla ditta S.E.V.I.S. Purtroppo le
analisi effettuate sulla nuova terra conferita non hanno dato risultati che invece si sono avuti sul
campione di terra preso in esame inizialmente. Il materiale conferito è stato tolto e sostituito con
altro che presenta caratteristiche che favoriscono lo scavo della fossa e la decomposizione delle
salme che vi saranno depositate.
In questi giorni gli esami saranno peraltro ripetuti e sarà effettuata una prova di scavo di una
fossa, utile ad evitare possibili franamenti delle pareti in occasione delle sepoltura.
Naturalmente la ditta S.E.V.I.S. si è assunta la responsabilità di quanto effettuato per la sostituzione del materiale.
Questo ha comportato un ritardo nell’esecuzione complessiva dei lavori che ora dovrebbero
proseguire con la realizzazione delle rete delle acque bianche, e dell’impianto elettrico.
Per quanto possibile cercheremo di favorire un accesso alle tombe di famiglia che eviti l’entrata
nel cantiere che, come sappiamo, è vietata.
La nuova fermata dell’autobus è pressoché ultimata. Siamo in attesa della consegna della nuova
pensilina e quindi di attivare l’impianto semaforico che permetterà ai mezzi pubblici l’entrata e
l’uscita dalla fermata, nonché l’importante attraversamento pedonale regolamentato con semaforo a chiamata per i pedoni provenienti e diretti in strada de Barbida.
Come più volte detto, lo spostamento della fermata degli autobus è motivato da ragioni di sicurezza, cioè nel fermare i mezzi pubblici al di fuori della S.S. 48. Inoltre quando sarà rifatta la
nostra piazza Ciock si avrà una maggiore fruibilità dello spazio che si recupererà sul lato in direzione di Moena. Mentre, per quanto riguarda il fronte strada, saranno realizzati, a cura dell’Hotel
Avisio, 7 posti auto pubblici nel parcheggio fra la ex ciasa de Teta e l’Hotel Avisio, insieme ad un
percorso che permetterà un migliore accesso al nostro parco giochi.
So che questo intervento non è condiviso da tutti, ma ritengo che in ottica di sicurezza e migliore
utilizzo degli spazi di vivibilità del nostro paese, vada nella direzione giusta e si possa coniugare
con i programmi della nostra Amministrazione.
Il nostro edificio pluriuso è ormai in avanzata fase di ampliamento, ristrutturazione ed adeguamento alla normativa antisismica dovuta principalmente alla presenza della protezione civile
nella struttura. Quanto sarà realizzato permetterà finalmente al Comune di avere un magazzino
dignitoso e al Corpo dei vigili del Fuoco volontari di fruire di nuovi preziosi spazi.
La sala sarà interamente di forma rettangolare e questo consentirà finalmente un uso ottimale
del locale. Troveranno anche posto il nostro gruppo folk e la corale.
L’edificio sarà isolato per il risparmio energetico e sul tetto sarà installato un impianto fotovoltaico. L’intervento, concentrato su un unico immobile, permetterà di risparmiare sui costi di
gestione.
L’accesso alla strada de lgejia per i veicoli provenienti da Vigo sarà inoltre allargato.
Nel corso del mese di agosto sarà posizionato il nuovo tetto e l’ampliamento della struttura
permetterà di fruire di uno spazio all’aperto utilizzabile per attività di ritrovo ed aggregazione.
Come noto, lo spostamento temporaneo e non puntuale come da me auspicato dell’ambulatorio
medico rispetto all’inizio dei lavori ha creato qualche inevitabile disagio un po’ a tutti, soprattutto
ai nostri anziani. Penso che la soluzione finalmente trovata possa essere di soddisfazione per la nostra Comunità
per il periodo che servirà.
A proposito di medico, devo purtroppo informarvi che per questa stagione non avremo disponibile il sevizio medico per turisti ed i nostri ospiti che ne avranno bisogno dovranno rivolgersi agli
ambulatori di Moena o alla guardia medica di Vigo di Fassa. Questo perché il Comune di Soraga
non è sede primaria di medico di base; quindi il servizio sanitario per turisti, ad oggi sia pur limitatamente offerto nelle stagioni trascorse, non è prestato. Nel corso dell’autunno l’Azienda Sanitaria
nominerà probabilmente il nuovo medico di base in sostituzione del compianto dr. Paolo Kostner
e l’Amministrazione si attiverà quindi affinché il nuovo medico indichi il suo primo ambulatorio in
Soraga che quindi potrà anche essere servita, di diritto in questo caso, dal medico per turisti.
Nel prossimo autunno saranno avviati i lavori di realizzazione di una nuova canalizzazione delle
acque bianche che da Soraga alta, Gherghele, saranno convogliate in una nuova tubatura che
percorrerà Troi de Ciarnadoi e terminerà direttamente nel torrente Avisio, mentre quelle di Sala
nel ruf de Toalac, così da evitare che il Troi de Pala diventi quel “fiume” che in occasioni di precipitazioni importanti ormai era diventato. Ringrazio nel contempo i proprietari dei terreni privati
che non hanno ostacolato la posa delle necessarie condotte.
Siamo inoltre in attesa di conoscere gli esiti della destinazione del “F.U.T.” fondo unico territoriale; risorsa provinciale sulla quale abbiamo chiesto un intervento importante sulle nostre scuole
per oltre euro 800.000. Ed insieme lo sfruttamento della sorgente a Molin e quindi il potenziamento e la regolazione della nostra rete idrica con la sostituzione di alcune centinaia di metri di
tubazioni che dall’opera di presa portano alla vasca realizzata nell’anno 2005 a Leric per una
spesa complessiva di euro 600.000.
Il mio impegno e quello dell’Amministrazione è volto oltre che alla migliore, naturale realizzazione
degli interventi, e quindi al miglioramento della nostra qualità della vita, anche ad attenuare per
quanto possibile i disagi che questi lavori inevitabilmente provocano. Grazie alla comprensione
di tutti possiamo comunicare nel migliore dei modi queste cose ai nostri ospiti.
Con il miglior augurio di un buon proseguimento di stagione a tutti.
Il Sindaco di Soraga
Roberto Pellegrini
CONSIGLIO COMUNALE E VARIE
DELIBERE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Nel mese di Maggio, il Consiglio Comunale ha approvato le seguenti delibere:
• È stata approvata la variante normativa del PRG di Soraga, a seguito delle disposizioni attuative provinciali in riferimento alla L.P. 1/2008. L’incarico è stato conferito all’Arch. Carlo
Ganz.
• È stato altresì approvato il regolamento relativo al posizionamento di cartellonistica e segnaletica stradale; in seguito si è approvato il “piano sociale per la Val di Fassa” (esposto ed
approvato al Comun General in marzo).
• Si è variato il regolamento per il servizio Tagesmutter, all’applicazione dei modelli ICEF per la
determinazione dei contributi per l’abbattimento della tariffa oraria del servizio.
• È stato approvato il rendiconto dell’esercizio finanziario 2011, e la variazione al bilancio di
previsione esercizio finanziario 2012, variazione al bilancio pluriennale 2012/2014. Nello specifico riguardante lavori di manutenzione straordinaria all’area sportiva, e l’acquisizione di
attrezzature per la cucina della scuola materna.
• Si è approvata la nuova localizzazione del nuovo CRM di Soraga, a nord della zona artigianale di Soraga a confine con il Comune di Vigo.
• Di seguito si è approvata l’adesione alla “Società Trentino Riscossioni” per riscossione coattiva di entrate tributarie e patrimoniali.
• È stato approvato l’accordo-convenzione fra il Comun general de Fascia ed i 7 Comuni che
ne fanno parte per attuare in forma associata ed unitaria, nel quadriennio dal 2012 al 2015,
le politiche linguistiche e culturali dirette alla tutela ed alla valorizzazione della minoranza
ladina.
• Nell’ordine del giorno erano presenti varie mozioni, tutte approvate. La prima riguardante
la situazione dell’ospedale di Cavalese, si è parlato del suo ampliamento, ristrutturazione
e riqualificazione; la mozione per la salvaguardia della sezione distaccata di Cavalese del
Tribunale di Trento; la mozione per la tutela del marchio “made in Italy” promossa dalla Federazione Coldiretti di Trento, per finire, è stata molto importante l’approvazione contro la
soppressione dei Consorzi BIM.
Josè Sommariva
L’AMBULATORIO MEDICO DI SORAGA
Come avrete senz’altro visto, nel mese di aprile sono finalmente iniziati i lavori di ristrutturazione
ed ampliamento del nostro edificio pluriuso.
Contrariamente a quanto inizialmente previsto ed ipotizzato almeno nella prima fase dell’intervento, che prevede la demolizione parziale dell’immobile e lo scavo per la realizzazione del
nuovo magazzino comunale, non si sono potuti tenere a nostra disposizione e quindi fruibili per
tutta la Comunità, gli ambulatori medici, l’ufficio turistico e la sede del nostro Corpo volontario
dei vigili del fuoco che sono collocati nella struttura.
Da subito, per ragioni di sicurezza, è stata delimitata per l’intero perimetro dell’edificio la zona
del cantiere. Questo anche per favorire una maggiore rapidità nell’esecuzione dei lavori.
Non appena percepita l’immediata necessità, che si era programmata più remota, di dover lasciare completamente la struttura, l’intera Amministrazione Comunale si è ragionevolmente adoperata per trovare un’adeguata soluzione provvisoria ai servizi ed uffici.
Nel contempo, l’attività dei medici che utilizzavano principalmente gli ambulatori di Soraga, il
dott. Guido Dalprà ed il compianto dott. Paolo Kostner, è stata spostata rispettivamente a Vigo di
Fassa presso la “Ciasa Marmolada”, mentre il sostituto del dott. Kostner riceveva normalmente
nello studio di Moena.
Ringraziamo l’Amministrazione Comunale di Vigo di Fassa per la cortese ulteriore concessione
dell’ambulatorio, che peraltro il dott. Dalprà adoperava da tempo. Per la temporanea allocazione degli ambulatori nel nostro Comune, si sono purtroppo dovuti escludere i locali di proprietà
comunale perché non idonei; quindi ci siamo rivolti a molti proprietari di immobili in Soraga che
si riteneva potessero essere, prima di tutto disponibili ed i locali dovevano essere conformi alle
norme sanitarie.
Ringraziamo con l’occasione coloro che hanno manifestato disponibilità a concedere in uso
temporaneo i loro locali, che poi però purtroppo non si sono potuti utilizzare.
Diverse soluzioni quindi erano state prospettate all’Ufficiale Sanitario dott. Luca Nardelli.
Abbiamo finalmente potuto risolvere il problema grazie alla disponibilità della famiglia del sig.
Decrestina Fortunato che ha riscontrato positivamente la richiesta dell’Amministrazione concedendo in affitto i locali al piano terra dell’edificio in Strada da Molin già di proprietà della famiglia
Dorigoni-Canal.
Con alcuni piccoli interventi di adeguamento, che hanno riguardato l’ambulatorio, la sala d’aspetto, il bagno ed il facile accesso dal piano terra si è avuta rispondenza positiva con la normativa e
quindi da parte dell’Ufficiale Sanitario che ha rilasciato il permesso di poter ospitare provvisoriamente, per la durata dell’intervento all’edificio pluriuso, gli ambulatori medici nei locali citati. Anche l’ufficio turistico e l’ufficio skipass sono collocati nella baita vicina ai campi sportivi.
La vecchia “baracca giovani” è stata ristrutturata nel migliore dei modi e potrà ospitare i due
uffici per tutto il tempo dei lavori, circa 18 mesi, che riguarderanno il “pluriuso”.
Il Corpo volontario dei nostri Vigili del Fuoco ha trovato invece sistemazione sempre nella zona
sportiva e precisamente negli spogliatoi degli ospiti e dell’arbitro.
I mezzi sono ricoverati temporaneamente nel tendone più piccolo nel prato adiacente al campetto da pallacanestro.
Riteniamo che i veicoli del Corpo potranno ritornare nella caserma nel mese di ottobre e quindi
prima del prossimo inverno.
Il Sindaco
Roberto Pellegrini
BILANCIO 2012 ED EQUILIBRI CHE CAMBIANO
Crisi economica, recessione, IMU, debito pubblico, governo tecnico, e chi più ne ha, più ne
metta. Quotidiani, telegiornali e tv non dimenticano di ricordarci ogni momento che il mondo, e
l’Italia in particolare, non se la sta passando molto bene. E, come spesso accade nei momenti
di difficoltà, ci si interroga se il sistema socio-politico ed economico esistente sia ancora attuale,
sostenibile, appropriato.
Così in Europa, così, con le dovute proporzioni, in Trentino.
Mi spiego. In Europa, pochi anni fa, l’unione monetaria apriva una nuova era, l’era dell’Euro. Un’unica moneta, una Banca Centrale, un’unica politica monetaria. Ma, a fronte di tutto questo,
i singoli stati continuavano ad avere un loro governo ed una loro politica economica. Ogni stato
da quel momento è un carro trainato da due cavalli. Un carro veloce, ma solo finché i due cavalli
vanno alla stessa velocità e nella stessa direzione.
La metafora è sicuramente azzardata e forse fuori luogo, ma a mio modo di vedere il Trentino non
deve commettere l’errore di avere sul territorio enti diversi che potrebbero, oggi o in un domani
prossimo, avere velocità e direzioni diverse.
Sta di fatto che in questi anni la Provincia sta proponendo un cambiamento dell’assetto istituzionale del territorio, che sta modificando gli equilibri, e diminuendo il peso politico ed economico
dei comuni, a favore delle Comunità di Valle. Già lo era stato un segnale importante l’assegnazione ai comuni del budget di legislatura, ridotto rispetto a quella precedente, ma sul bilancio di
previsione 2012 del nostro piccolo comune di Soraga ci sono altri segnali.
Se la riduzione del fondo perequativo da 318mila euro circa, a 308mila euro circa lo si può imputare all’attuale contingenza economica, è sulla sezione riferita agli investimenti che ci sono alcuni
spunti interessanti. Basti pensare che dei 700mle circa ancora a disposizione da qui al 2015,
quasi la metà ci sono stati assegnati dal BIM dell’Adige, non dalla Provincia.
Consideriamo che i lavori che stiamo vedendo in paese in questi mesi, pluriuso, cimitero, e nuova
fermata dell’autobus sono investimenti imputanti quasi per intero al bilancio 2011. Consideriamo
anche che ogni anno, all’interno della cosidetta parte straordinaria del bilancio, ci sono inserite
voci ripetitive (manutenzione di edifici comunali, di rete fognaria, acquedotti ed illuminazione,
contributi all’Apt, alla Pro Loco, ai VVF…) che “mangiano” una grossa fetta delle disponibilità. Cosa potremmo fare delle risorse che abbiamo ancora, messe a disposizione dalla Provincia?
Ben poco. Non è un caso infatti che gli interventi più importanti che abbiamo in previsione siano sul bilancio pluriennale, e soggetti al “filtro” del Comun Genaral de Fascia e della Provincia.
Con l’istituzione del FUT, o fondo unico territoriale, molte risorse verranno assegnate al Comun
General, il quale, in base a delle sue priorità, le distribuirà ai comuni per co-finanziare i progetti
richiesti. Equilibri che cambiano..
Non so se questa impostazione istituzionale sia definitiva, o un primo passo per ulteriori cambiamenti, ne so se possa portare più benefici che danni. Credo però che il destino di un ente
pubblico più piccolo sia in mano all’ente più grande che lo finanzia, e che il peso economico
del primo venga definito dall’aumento o dalla riduzione delle risorse che gli vengono messe a
disposizione.
Specie nel settore pubblico, ci si deve chiedere se l’accorpamento di più enti piccoli, in un ente
più grande possa portare ad una reale riduzione dei costi, senza peggiorarne la qualità dei servizi
offerti.
Forse tenerli in piedi entrambi, con il rischio che vadano a velocità e in direzioni diverse, è l’unica
strada da scartare.
L’Assessore
Alessio Decrestina
AMBIENTE, TERRITORIO E SPORT
INTERVENTO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEGLI
ACQUEDOTTI COMUNALI
Nell’anno 2011, l’Amministrazione Comunale
ha deciso di eseguire i lavori di sostituzione
e manutenzione esterna delle recinzioni delle
opere di presa, per un totale di sette acquedotti. Uno di questi è situato dietro la Chiesa in
località “Avez”, gli altri sono in località “Vedol”,
“le Ric”, “le Fontanelle” e “Toal da l’Aga”; mediamente misurano circa sessanta metri lineari
ciascuna.
Il costo totale dell’opera è stato di 38.503,36
euro ed il lavoro è stato eseguito dalla ditta
“Officina meccanica D. & D. di Dorich David”
con la collaborazione del Custode Forestale e
dei nostri operai comunali.
L’intervento è stato chiesto dalla Provincia Autonoma di Trento a seguito di un sopraluogo,
durante il quale è stato appurato il degrado dei
luoghi e delle vecchie recinzioni.
Per l’anno 2012, l’Amministrazione Comunale
ha preso un’impegno di spesa pari circa 6.000
euro per una nuova recinzione situata in località “Frate” versante opposto alla Malga Col de
Mez.
Assessore alle foreste
Umberto Zulian
POLITICHE SOCIALI
FESTA DE LA FEMENA
L’é ùtol far rei te anter le femene: se empara a condivider le malsegureze e i dubies, dut doventa
più sorì, coche se disc “L’union fasc la forza!”
Chest scrivaane sul numer passà de Sora l’Aga… Belapontin aon volù far na pìcola rei anter le
femene da Soraga, e coscita l’é sutà fora na bela serada olache se aon bel godù.
Sion pontade via con bachec, scarponi e na tascenlamp ajache la luna no l’à volù se far veder e
se ence che l filisćiava, se aon enarloà pian pian te Fuciade, olache te rifugio l’era dut endrezà
per cheste caranta feruscole femene. Aon brindà, magnà, ciantà duta sera compagnade co l’orghen dal soul om che se à fidà te anter noi (e che duta sera l’à cognù se parar) che ne à sonà bel
delvers, e se aon ence grignà teis a scutar chele bele barselete.
L’era femene de dute le età, ma da chela più joena a chela più velgia le é state dute contente e
jà prenotade per n auter an…
Ge sporjon n fort divelpai a la Pro Loco che à tout sù sobito con gaissa la scomenzadiva, a duc
chi che ne à sport i premies per la ola de la fortuna, a chi che ne à tout sù le iscrizion, a dute
chele che ne à dat na man a endrezar chesta serada, soraldut Antonella che à engaissà n bon
pece de femene a vegnir dò.
A noi no ne resta che se augurar de se veder dute amò n auter an, co na festa amàncol scì
bela!!
Martina e Manuela
borse di studio
L’Amministrazione Comunale di Soraga, anche quest’anno, ha assegnato una borsa di studio per l’anno
accademico 2009/2010, per laureati e diplomati.
Si tratta di BRUNEL Filippo, che ha conseguito la
laurea specialistica in ingegneria civile ad indirizzo
infrastrutture, conseguita presso l’Università di Trento, con punteggio 101/110. Ha ricevuto 500 e.
Congratulazioni a Filippo!
Josè Sommariva
FESTA DI ALBRES
Ai 5 de jugn l’é stat na dì speziala per i scolees de Soraga. Ence se l dì dant l’aea pievet dutoldì,
de martesc duc pronti coi ciuzé grosc e l prossach, i se à troà da la solita ora tedant scola. Ma
no per jir daìte a far lezion ma per se n arloar sun Pianac. L’era stat endrezà la Festa di Albres.
A verjer la strada Renzo Pellegrin de Zepelin, spion del bosch, coi bec de V che tegnìa bela auta
la bandiera taliana e vindò le maestre e i compagnes bie contenc.
A i veder passar te piaza béleche me tremaa l menton, me é vegnù tel ciaf le feste di albres de
canche ere a scola, jai passa 20 egn. Me recorde desche se fossa ades, jiane sa la Palua o ite
per Fuciada a strapiantar piantins. Mie cruzie più gran l’era chel de ciapar n crofen con formai,
per fortuna no son mai restada famada…
Gio die che duc se recorda de le feste di albres, ence le none disc che ge sà amò de sentir l parfum de pan e mortadela e le se recorda franch de chele pìcole boce de aranciata.
Eraane de n bel grop de femene chel dì te piaza e dute per n moment le é jite endò coi bie recorc.
Sun Pianac i à ciapà polenta e lianie che i Alpini Mario de Micelin, Franco dal Sester e Celestin
Zompin ge à enjignà con gran cher.
Renzo ge à spiegà bel del bosch; l ge à dit ence che se i à la broa i cogn snasar soraìte n formié,
chi sà se l’é valgugn che se fida…
Dapò duc ensema i à ciantà e jià. Dò marena Rita de Cela e so om Franz ge à portà ence n bon
café.
L vize ombolt Franz Tasin à portà l salut de l’aministrazion, raprejentada ence da l’assessora a la
cultura Manuela Rossi.
N bel develpai a duc chi che à endrezà e didà, ence ai omegn de comun Augusto, Flavio e Ettore.
Chesta Festa di Albres ge restarà segur tel cher a duc nesc scolees.
Na mama
10
LUIGI PEDERIVA PITOR
Titol scempie, mostra scempia ma piena de segnificac, desche scempie l’é ence l’artist protagonist de chesta mostra.
Chest an l Comun de Soraga à volù “ge far onor” descheche disc Igi a n nosc paesan, perauter
ence l zitadin più velge, l maester Igi Pederiva de Palot, e soraldut à volù meter fora na pìcola
esposizion de soe opere.
La più gran sodisfazion de aer endrezà chest tant, l’é stat veder la gaissa e l gran piajer che à
abù Igi canche ge aon dit che aessane volù endrezar chesta mostra.
Veder chest om te so let, che no l pel mever, ma col ciaf e l cher amò piegn de voa de viver, e
de voler ne ensegnar che la vita ge vel la viver fin jun som, ence se no podon aer semper dut, l’é
stat per me n gran ejempie.
Se pel dir che béleche ogne majon de Soraga à amàncol n cader de Igi e duc i é stolc de l’aer te
ciasa, e proprio desvalives cadres de noscia jent aon volù cerner per meter fora te la mostra.
A la bela età de béleche 100 egn Igi no l’à volù menciar a l’inaudazion de soa mostra, e tropa l’é
stat la jent che ge à fat corona entorn via: si amisc, si parenc, pitores, artisc’ e tanta jent che ge
vel begn.
Voi tor l’ocajion per ge sporjer n fort divelpai a duc chi che me à dat na man per endrezar la
mostra: l Comun de Soraga, la sociazion PedeArt con la preziousa colaborazion de Dario Bosin,
noscia comunanza per ne aer emprestà i cadres, duc i volontadives che i é stac dalbon valenc e
i se à dat jù trop e tinultima Igi e si parenc per la desponibilità de temp e di cadres.
Recorde amò che chesta scomenzadiva va inavant, ajache n auter an volassane stampar n catalogh con na bona part di cadres de Igi. Se valgugn à gust e piajer, i ne fae saer se i à cadres
da poder ne emprestar.
Develpai de cher, IGI, per dut l bel che ne aede dat e lascià per semper.
Manuela del Baila
I cadres de Igi i varda lontan
olache l temp à lascià pedie te n prà,
le man del Pitor le rejona dò e dò
de canche l penel l corea ciareà…
I eies de Igi i te varda seregn
i parla, i scouta, i disc semper de scì…
L troi l’é avert,
l pont l grigna,
i cadres de Igi,
i cianta te crigna…
Stefen Dell’Antonio
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N BATIMAN AI SCOLEES DE TERZA POPOLARA
Complimenc ai scolees de la clas
III de Soraga che co la maestra de
matematica Loretta Obletter i é rué
secondi al “Rally de matematica”.
I é stac coscita bravi che, dò aer
passà doi proe fate a scola, i à podù
tor part a la finala che se à tegnù ai
25 de mé a Riva del Garda e i se à
classificà secondi sun 35 scole de
dut l Trentin.
N resultat che merita de vegnir uzà
fora per l’empegn e la gaissa che i
ge à metù duc ensema.
N gran batiman a Kevin, Giorgia,
Noemi, Valentina, Giorgia, Karin,
Samuele, Pietro, Sara e Leonardo.
Bravi bec!
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SOCIAZION E VOLONTARIAT
DAL CENTRO GIOVANI
I PRESEPI
Come ormai da parecchi anni, il Centro Giovani aderisce all’iniziativa promossa dal Comune “doi
varesc anter le cripele”, realizzando 2 presepi.
La preparazione comporta un grande impegno da parte di tutti.
L’animatore deve riuscire a coinvolgere e stimolare i ragazzi in questi lavori
manuali, ma a lavoro finito tutti sentono di aver dato il loro contributo e
sono orgogliosi.
Statuine, sassi, legnetti, rami d’abete,
stuzzicadenti, colla a caldo e luci sono
i materiali usati per preparare i presepi: “ingredienti” semplici ma arricchiti
da tanto entusiasmo.
Così in Strada de Barbida e in Piaz de
Festil anche quest’inverno i paesani
ed i turisti hanno potuto godere di 2
nicchie con “profumo” della gioventù
di Soraga.
ANNO NUOVO... SEDE NUOVA!!
Con grande gioia domenica 5 febbraio 2012 è stata inaugurata la nuova sede del Centro Giovani.
Un po’ a malincuore abbiamo lasciato la “baracca” nei pressi del campo sportivo che per tanti
anni ci ha visti attivi e uniti nelle più svariate attività.
Il nostro nuovo punto di incontro che l’Amministrazione ci ha messo a disposizione, è l’appartamento situato al piano superiore della
scuola elementare.
Tutti si sono dati da fare per il trasloco, ragazzi e animatori. Tempo 2 settimane e la sede era pronta: sala per
dialogare e giocare, sala calcetto, sala
relax e una bella cucina sono state addobbate a festa!
Ecco allora che il 5 febbraio alle ore
16.00 alla presenza del Sindaco, dell’Assessore alle Politiche sociali e di
tanti ragazzi con gli animatori, è stato
tagliato il nastro.
Riportiamo quanto letto dagli animatori e dai ragazzi. 13
“A nome degli animatori del Centro
Giovani desidero salutare prima di
tutto il Sindaco Roberto e l’assessore
Manuela, poi gli animatori e…. per finire…. tutti i ragazzi e giovani che frequentano il Centro e che sono il cuore
di tutto!
Come potete vedere il nostro gruppo
con questa nuova sede ha fatto un
salto di qualità: ora ragazzi il Centro
non è solo punto di aggregazione, ma
d’ora in poi avremo la possibilità anche di cucinare un piatto di pasta e
fare qualche dolcetto!
Un ricco calendario di appuntamenti e
tante cose abbiamo in programma, sia per il bene del nostro paese che per l’amicizia che fra noi
adulti e ragazzi deve crescere sempre di più.
Al nostro Sindaco vogliamo esprimere il più sincero grazie per la disponibilità sempre dimostrataci, anche se qualche volta un po’ sofferta.
Come animatori sottolineiamo che l’età dell’adolescenza è sì la più bella, ma non dimentichiamo
che è anche l’età più delicata e imprevedibile.
Chiediamo anche a Roberto nostro “Capocomun” che ci tenga sempre aperta la porta del suo
ufficio e se succede che ne combiniamo una… sia comprensivo e pronto a ricominciare.
Vogliamo che il nostro Centro Giovani diventi sempre più una grande famiglia dove tutti i ragazzi
e giovani di Soraga dalla 1^ media in poi trovino un punto di riferimento per la loro crescita ed il
loro svago”.
“A nome di tutti i ragazzi desidero
dire due parole. Noi siamo contenti di
questo Centro Giovani nato a Soraga,
dove possiamo incontrarci e stare insieme.
Alla nostra età si vorrebbe tanta libertà, ma penso che i nostri genitori
sono contenti di sapere che restiamo
in paese e che non corriamo pericoli.
Un grande grazie a te Roberto nostro
Sindaco che hai posto in noi tanta fiducia e ti promettiamo che non ti deluderemo”.
Non sono mancate le parole del Sindaco che ci ha confermato la sua disponibilità ed il suo appoggio. Ha sottolineato che crede in noi, nei giovani, perché rappresentano il futuro della comunità.
Per finire la festa un bel brindisi con tanti buoni dolcetti e tartine.
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MESSICANI ALLA RISCOSSA
Martedì 21 febbraio – martedì grasso – al ballo
di Carnevale organizzato dalla Proloco di Soraga abbiamo voluto essere presenti anche noi.
Per scelta abbiamo deciso di fare un costume
semplice, alla portata di tutti: una coperta vecchia con un buco in mezzo, un cappello, una
camicia e un paio di stivali ed il costume e stato
bello e pronto!
Un gruppo di messicani da Strada Dolomites si
è avviato per raggiungere il piazzale vicino alla
chiesa per veder “brujar Carnascial”. Poi tutti nella sala pluriuso dove la musica già alta ci
aspettava per farci divertire. Abbiamo ballato,
saltato e cantato in compagnia fino a tarda notte.
È stata una bella serata e ci siamo divertiti un
sacco!
TUTTI AL LUSIA CON GLI SCI
Domenica 26 febbraio 2012: scarponi ai piedi, sci o snowboard in spalla e via.... lo skibus ci
aspettava in Piazza Cioch!
Ore 8.45 si parte: destinazione Lusia per una giornata sportiva ed in allegria!
Nonostante il viaggio un po’ traumatico (vi ricordate: un buon profumo di aglio a Moena quando
son saliti tutti i turisti stranieri!!!), siamo arrivati sani e salvi.
Piste, discese e salite, salite e discese, risate, intemperie (un gran vento) e una piccola bufera di
neve: ma niente di tutto questo ci ha fermato!
Una breve pausa tecnica e di ristoro ci ha ridato la carica. E via... ancora discese e salite, salite
e discese!
A mezzogiorno il meritato pranzo con patatine fritte, panino con salsiccia o cotoletta: per i più
golosi condito da maionese e ketchup!
Qualche risata a tavola, un po’ di riposo e poi il rientro a Soraga. Un po’ stanchi, un po’ bagnati
ma tanto contenti.
IL CENTRO GIOVANI
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ALL’ASILO LE MAMME VANNO… PER GIOCARE!
L’asilo è un po’ un luogo magico…
Dell’asilo ricordiamo il contrassegno, l’armadietto… alla maestra dell’asilo riserviamo un angolo
tutto speciale nel nostro cuore… Una terra magica dove i bimbi mangiano anche tutte “quelle
cose verdi” , che a casa non si possono nemmeno proporre, perché lì hanno un altro sapore!
L’asilo è così: un posto che, quando ci ripensi anche a distanza di molti anni, profuma ancora di
fiabe, di giochi e di fluoro…
E anche le mamme, varcando quella soglia con i loro bambini, tornano in un balzo agli anni
spensierati della prima infanzia, con la voglia di giocare e di mettersi in gioco. Come?? Con
una recita per esempio! Una recita per regalarci tanto divertimento e soprattutto per regalarlo
ai nostri bambini! In una comunità i bimbi sono un come un frutto prezioso che è dovere di tutti
coltivare, aiutare a crescere, coccolare perché sappia di essere amato. Per
i bimbi non occorrono grandi imprese
perché comprendano il nostro amore
e per loro anche una semplice storia
animata senza pretese può essere un
buon modo.
Ma una recita di mamme sa anche
diventare molto altro… un piccolo
palcoscenico di paese si trasforma
così, in un luogo privilegiato dove fra
un canto e una battuta, un gruppo di
mamme può ritrovarsi a parlare dei
propri bambini, può scambiarsi vissuti
quotidiani, emozioni, gioie e paure di
questa grande avventura che è l’essere genitori. Ed è lì, che un po’ per magia si torna ad essere bambine noi stesse, ridendo a crepapelle per le nostre rime strampalate,
le canzoni stonate…
È un momento dove raccontarci le nostre vite, un momento dove fermarsi a sorridere per le cose
semplici, in una vita a volte frenetica fra lavoro, casa, bambini…
Nel tempo di una recita ci si conosce un po’ meglio del veloce saluto fuori dall’asilo, e nascono
così nuovi legami, nuovi percorsi condivisi che sono poi fra le ENORMI possibilità che le PICCOLE comunità sanno ancora regalare!!!
Mamme che recitano al di là della propria timidezza, mamme che confezionano caramelle ritagliandosi qualche momento in giornate davvero molto impegnate, chi porta le bevande, chi deliziosi biscotti… papà che filmano, fotografano, nonni e amici che dedicano del tempo per venire
ad applaudire e sostenere… maestre che sanno accogliere nuove proposte…
Non è forse una bella immagine di società che si mobilizza per far sorridere i suoi bambini, il suo
futuro?
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ANTER LA COMUNANZA
NEPAL: NA NAZION DE L’ASIA RICA DE CULTURA ORIENTALA,
NATURA E GIACÈRE DE L’HIMALAYA
N meis per descorir l cher de chest meraveous paìsc.
L’uton passà, gio e mie morojo Stefan, aane na gran voa de far n viac stroz per l mond, per veder
neves posć, cognoscer autre culture e religion; per se arichir daìte e far na esperienza desvaliva.
Coscita se aon pissà de ciapar sù e se n jir n muie dalonc…. Tel Nepal.
Chesta pìcola nazion la se troa ti un di posć più bie e encontaminé del mond: la ciadena de l’Himalaya che la traversa da est a ovest l nord del paìsc.
La maor part di viajadores che vijita l Nepal i va ló per far n trekking su l’Himalaya, e ence noi
aon abù chela idea. Dant de partir aon dezedù de jir a far l giro de l’Annapurna, n grop de monc
olache l’é n muie de spize belebon aute e te la val d’intorn via l’é paìjes che vif amò de agricoltura
e arlevament.
Ai 27 de setember sion ponté via da Fascia!!!! L di dò sion rué tel Nepal a Kathmandu, olache
sion stac cinch dis per enjignar l trekking e vijitar le atrative artistiche e religiouse.
Kathmandu à 1 milion de abitanc, la zità l’à cognosciù ti ùltimes 30 egn n boom turistich, ti egn
’70 se vedea amò i elefanc stroz, ades enveze l’é pien de motorins e taxi. Ma aboncont, l’à so
fascin e soe atrative beliscime le raprejenta la religion budista e indiana.
Ti chi dis aon vijità i sciti patrimonie de l’Unesco. Durbar square, la piaza zentrala de Kathmandu,
olache se troa l palaz real e i tempies induisć a
forma de pagoda dediché a desvalive divinità.
Swayambhunath o tempie de le scimie, che l se
troa sun n mont vejin a la zità, che l’à n muie de
tempies budisć e al zenter l’é na stupa (costruzion che raprejenta l Buddha). Boudhna che l’é
la più gran stupa del mond; Bungmati che l’é l ruf
sacro per i induisć olache i bruja i morc. Patan
e Bhaktapur enveze le doi antiche zità-stat che
tel medioeve le era n muie emportante, ades l’é
restà demò i tempies induisć, le veie residenze
di emperadores e le piaze olache i zitadins fasc
l marcià.
Zacan sion sciampé dal caos de la capitala e
sion jic te mez a la natura.
Dò 10 ore de viac sun n autobus ensema a le
gialine, ruon da sera e Bulbule, prum paìsc olache scomeza l troi per far l giro de l’Annapurna. Eraane a 800 metres de auteza, te 10 dis de
trekking sion rué a 5500 metres, per dapò se
arbassar da nef te l’autra val.
L’era n gran ciaut, jir a pe te mez ai ciampes de
Agatha e Stefan a “Thorong la Pass”
ris, col prossach su le spale, no ne fajea somear
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de esser te mez a l’Himalaya percheche i monc no se i vedea amò. Dò dis e dis de viac, su e ju
per i troes, te mez ai ciampes e a la verda giungla, a Timang, n pìcol paìsc sun n col, aon vedù
da sera, dò che le nigole le se aea avert fora, la pruma giacera: l Manaslu, gran e granent, cet te
so color bianch che slumenaa la not.
Te le region sperdude de l’Himalaya la vita la é n muie pera, desché chiò acà 100 egn. La jent che
laora la tera o ge stasc dò a le bestie la se encontenta de pech e la é n muie felize. Sui musc de
le persone se veit la fadìa, ma soa esprescion la é semper contenta.
Me recordaré per semper chel di che sion rué tel vilage de Pisang, aló eraane jà a 3310 m., l’era
più fresch e aon vedù per la pruma outa l’Annapurna II (7937). L’era l temp de tor sù l regoi, se
vedea ti ciampes omegn e femene che i taa l forment, che i lo ferlaa e i lo portaa te tobià, dut
chest a man, senza l’aiut de machine. Tel lodge (rifugio) olache aon passà la not l’era na beza
de zirca 10 egn, la fajea la kelnerin da sera e domesdì la era te ciamp con la mare e la giava. La
soa l’é na familia fortunada, l’à ciampes e n rifugio da far jir, nia se l confronton con che che aon
noi. Tel paìsc l’era ciase veie, amò fate sù coi sasc; sunsom l vilaje l’era n nef tempie fat sù co le
donazion de la jent del post, che enceben pureta le aea dat si sparagnes per la fé. Chest tempie
l’era maraveous, rich de colores, l’era 3 statue del Buddha depente de or.
L dì dò eraane da nef en viac, dò dut l dì col prossach su la schena sion rué a Manang, l più gran
paìsc de la val del ruf Marsiangdy, a 3540 m. olache se aon pussà na dì per se aclimatar. Enfati, i
dis che vegn assane cognù ruar fin a 5000 m. e te l’aria l’ossigen l tacaa a calar, jir a pe doventaa
semper più sfadious e l fisich l’aea besegn de se adatar a le neve condizion.
Menciaa doi dis al pas de 5416 m. del Thorung La, e chi doi dis aon sfadià belebon, no sion stac
bogn de dormir per l’auteza, ma sion rué sul punt più aut de dut l percors! Noscia ponta!
Dò essere rué fin sunsom, l’era ora de jir en ju, 1500 m. zirca de dislivel per ruar al prum paìsc,
Muktinakh olache podaane dormir la not. Te chest vilaje se troa i più emportanc tempies induisć
e budisc’ de l’area himalayana e noi sion jic a i visitar ensema ai pelegrins.
Da chesta man del pas l’é la
val del Kali Gandaki, chiò l’é na
strada che traversa duta la region, emben, ajache l troi per i
trekkers jia dò chela strada, aon
dezedù de sutar l’ùltim toch e de
tor n autobus fin al paìsc de Tatopani. Aló aon da nef tacà a jir
a pe su per n troi senza auti per
jir al Campo base dell’Annapurna
(4130 m.). Te chi dis, semper lonc
e sfadiousc, sion jic a Punn Hill n
lech panoramich da olache aon
vedù duta la ciadena de l’Annapurna, che spetacol!
Chest troi l’era dassen più sfadious e senester, da n paìsc a
Agatha e Stefan con vindò l’Annapurna
l’auter l’era fone val e viai che i
jia a zig-zag su per i costogn di
coi, nosce ame le cognea seghitar a jir su e ju per de le sćiale, no ve die che mal! E amò peso,
chi sćialins i cognaane far ence a vegnir de outa!
Aboncont eraane en forma e forc, ensema a dotrei amisc scontré endana l trekking jiane de bon
pas envers l cher de l’Annapurna. Te chest grop de monc l’é l Machapuchare (6697 m.), na beli-
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scima giacera a forma de couda de pesc che la é conscidrada sacra dai budisć e che l goern del
Nepal l’à descomanà de rampinar, chest fosc ence perché i parees de chest mont i é tant erc e
spic che fossa stat n muie pericolous proar a jir su la ponta.
La bonora del chindejeisem dì de
trekking sion jic a veder vegnir su
l soreie al Campo base dell’Annapurna, olache chela not l’aea
fiocà. Eraane seré ite dai monc
giacé, da cencia a dreta vedaane
l’Annapurna South (7219), l’Annapurna I (8091), l Singu Chuli
(6501), l Gangapurna (7454), Annapurna III ( 7555) e l Machapuchare! Vejin a noi, mìngol più en
aut, vedaane vegnir jù la morena
glaciala, na lenga de giacia che
se mef en ju e che la sćiava fora
la tera sotite.
Che bela bonora, passata al freit
Stefan e Agatha con vindò l’ Punn Hill - Dhaulaghiri
ma con tedant ai eies chi monc
enormi che no se se stencia mai
de vardar, chel bianch lumenous e sgalizent che te fasc voler jir più vejin, ma enceben che i somea taché, demò i alpinisć i é bogn de ruar sun chele spize e noi aon cognù bele jir de retorn,
dalonc da chele giacère e semper più basc.
Dò doi dis de raida l trekking l’é finì; contenc de se pussar ma manco de se n jir via da chi posć
de pasc, sion rué a Pokara, zità nepalese vejin an lach olache se aon pussà da le gran fadìe himalayane. Aló no se aon amò destacà deldut da “nesc” monc, dal lach podaane veder anter le
nigole l bianch de chi monc che no sion stac bogn de ciapar: te chi dejeset dis de trekking ge
aon metù n bon pech inant de poder veder chele giacère che le restaa semper dalonc e che l’era
empossibol tociar. Ma fosc l’é guist coscita, no semper l’om pel arjonjer che che l vel, l cogn
ence emparar a se encontentar de chel pech che l ciapa, decheche fasc la jent nepalese che
vif te chele val purete ma beliscime. La natura l’é n ben da respetar e onorar e chest viac l me à
didà a l capir.
Noscia esperianza tel Nepal la era béleche finida, dò aer pussà a Pokara, sion jic de retorn a
Kathmandu olache aon vijità autres posć e aon comprà mìngol de souvenirs! Ai 28 de otober
sion endodanef monté su l’aereo, chesta outa envers Dehli! E ló l’é tacà na grana e spericolada
aventura te l’India!
Agatha Brunel
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NESC PREVES
Don Pietro Rossi e don Giuliano Pellegrin ne à dat na vera testimonianza de vita te l’amor del
Segnoredio
L’é engrà troar parole per descriver don Pietro e don Giuliano… soraldut dò che tu leje che che
i à fat te soa vita. Duc doi mi parenc da man de mi pare, ma don Giuliano l cognoscee pech, se
saea zeche de el tras soe prediche olache da spes l contava de soa vita tel Brasil, ma zeche de
più l’é cognosciù ades tras so scrit (che n curt ve scrive chiò de sot), perché se jia via Luzio a l
saludar soraldut canche l partìa, ma no me mai tout l temp de jir e me far contar de soa vita, de
soa esperienza… Enveze don Pietro (zeche su soa vita l’é tout jù da n picol libret scrit da la Comunità Salesiana de Busan) l vegnìa da spes ta ciasa, da Nadal, da Pasca, ogne an a ne benedir
le stue, ma ence dò na messa per veder se aon scutà soa predica e someava de esser a scola
endana na interogazion. D’istà canche siere picola, l vegnìa a se paussar te soa ciasa, apede al
non Carleto e a la nona Rita e duc i domarena l dijea messa te chela picola capela. Ma don Pietro
l’era ence chel che aea semper na batuda enjignada, semper pronto a scherzar.
En curt la vita de chisc doi preves:
Don Pietro Rossi del Baila l’era nasciù a Soraga ai 16
de otober del 1924, prum de 6 fies. No l’à abù segur na
infanzia sorida. De 15 egn l’é jit a studiar a Trent ajache
ge saea che soa strada l’era chela de preve. Fenì i prumes trei egn, ai 10 de jugn del 1941, l’é vegnù a ciasa
e so pare no stajea begn. Dò vint dis so pare Pietro l’é
mort. Ma don Pietro volea jir enavant con si studies
e l’é endò se n jit a Trent e dò a Arco per l noviziat.
Ma de setember del 1943 per duta la familia l’é stat n
moment de gran dolor… don Pietro vegnìa deretorn
perché no l stajeva begn, coscì l’à endò tout te man l
laoro che ge aeva ensegnà so pare e soa mare, l jia te
stala e te prà con si frades, se metan però te le man de
don Giuseppe Boninsegna, preve de Soraga, che con
amor e comprenjion l l’à vidà te la madurazion de soa
vocazion.
Ma le burte neve te la vita de chest joen no le era fenide, te l’aost del 1944 el con si frades i era jic te Fuciada a far sech. L’era domenia e chi da Soraga
con chi da Moena i era duc te gejia sul pas de Sèn Pelegrin, canche a la fin de la messa l’é ruà
ite le trupe S.S. todesce che à separà femene e popes dai omegn e dai joegn. Chisc, encoloné
i é stac tiré fin ja Falcade e seré te n garage co la cusa de esser partejegn. Don Pietro l’era con
ic, l’aea vint egn. Te anter ic l’era ence l’ùltim fi de n cert Michele Pellegrin, fi de un da Soraga
che aea lurà a Busan a contat co le autorità todesce e l’aea abù doi fies morc anter le file de le
S.S. Ensema al preve e a l’ombolt l’é jit sobit a Falcade per ge garantir ai todesc’ che chisc l’era
omegn che no aea a che far coi partejegn, che i era jic aló demò per se far ite mìngol de fegn
per l bestiam. I ge à cardù e dò che i li à fac star a vardar endana che i copava valch prejonier e
oblighé a portar fin sul pas valch munizion, i à podù se n jir a ciasa. Don Pietro l’é restà tant tocià
da chesta esperienza che no l contava bolentiera nia de chest moment de soa vita, e per chest
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fat che ge é sozedù no l’à mai volù emparar l todesch se ence che l’era portà per i lengac. L’é
stat del 1947 de gra a l’enteressament de don Bernardino Chiocchetti, salesian da Moena, che
don Pietro à podù jir enavant a studiar te n colege de Pordenon per dò jir a Trent (1947-49), se
enjignan coscì ai ejames de quinta ginasie che l’à passà al Liceo de Ciavaleis, che l’era na sezion
destacada del Liceo Prati de Trent. E coscì se à avert l’usc per so noviziat (Albaré 1948-49). Don
Pietro, de demò 24 egn, l se à lascià ciapar da don Bosco con gran gaissa e pascion, tant da
voler se meter a ensegnar. L’é stat ordenà preve a Monteortone ai 29 de jugn del 1958. El l’era
segur che la scola no sie n fin ma n meso per ge far tor coscienza a chisc tousc che la vita la se
moscia a ic desché projet, na chiamada a valch de particolar, ejercizie de libertà e responsabilità.
Per chesta soa miscion l se aea enjegnà delvers co na licenza en teologia (Torin 1958-59) e dò
na laurea en letre a Venezia e l’abilitazion per l franzous e l’ingleis. Ma tras chest ensegnament l
volea ensegnar l lengaz del Segnoredio che l’é l lengaz de l’om. Educator te l’oratorie de Schio
(1951-1954), a Belun olache l’é stat ence conseier scolastich (1962-1976) e per ùltim a l’Istitut
“don Bosco” de Verona (professor dal 1976 al 1999).
Fenì de ensegnar l’é jit a Busan olache l
sporjea so servije te la comunità taliana
del Dom de Busan e ai malé de la Clinica Bonvicini, fin de jugn del 2011 canche le forze scomenzava a esser pece.
Ma no podon segur desmentiar de dute
le oute che l vegnìa a ne didar fora, te
nosc paìsc, canche se aea de besegn l
vegnìa semper bolintiera. E canche l’era
na sepoltura de valch so paejan el no
menciava mai. Ma don Pietro aea capì
che l Paradis l’era vejin ajache l’é stat
troà te anter soe robe chest scrit: – No
l’é dit che la vita eterna no sie vejina. Se
da cencia: Carlo, Giovanni, Pietro, Mario e Rita
l’é coscì Segnoredio azete, toleme te to
gremen, perdona tu, endana che domane perdon a duc: a mi frades salesiani, familiares, parenc, amisc, compaesegn… de duc i pecé
de omiscion, pensieres, parole e opere. Se vive, dezide de far penitenza e de azetar toa volontà,
chela che sie. Fosc, no me n’acorje de esser scì vejin a la fin de mia vita de chel che me fegure. Ma una de soe ùltime volontà l’era chela che vegne scrit soe pardice, soe osservazion che el
aeva scrit te doi agende, che coche l ne aea dit no se sà mai che zachei posse tor spunto o che
i le dore per valch pardicia. “Mia utopistica speranza e domana l’é che vegne copià su carta A4
cheste agende, per aer dut prejentà chiaramenter, poder lejer e far cognoscer, se paia la speisa.
Domane l’aiut o colaborazion a Lorenza, Manuela e Alberta (se aede temp e paia la speisa) Vardà
voi… Don Pietro Salesiano ai 2 de setember del 2011”.
Te cheste doi agende se troa pardice e osservazion, sun valch domenia particolara, sul batum,
su don Bosco, su le beatitudini, sul Spirit Sènt, su la giornada de orazion mondiala per le vocazion o ence valch messa per la fin de la scola, ma l tociava ence argomenc fora da la gejia,
desché la mort de Aldo Moro.
Chest l’era n auter segn che l sentìa de esser ruà a la fin de soa vita, ence se l’estro de viver l’era
amò trop e lo dijea ence chi che à abù l met de rejonar con el, fin che l’é stat jun Busan; don Pietro
l’era amò pien de gaissa, che l volea saer che che sozet a Soraga e amò bon de dar valch consei.
Don Pietro no l’é stat ben l’ùltim an, ence perché no i aea capì chel che l’aeva, e coscì l ne à lascià
a Mestre ai 26 de dezember del 2011.
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Don Giuliano Pellegrin de Luzio l’era nasciù a Soraga
ai 3 de firé del 1941 e dò aer fenì le scole te Seminarie l’é stat ordenà preve “Fidei donum” ai 29 de jugn
del 1966 dal Piscop Alessandro Maria Gottardi. L’era l
temp del Concilio Vaticano Secondo… temp de neva
mentalità olache don Giuliano te Seminarie l’à podù
cognoscer tropes Piscopes soraldut da l’America Latina e aló l’é jà nasciù l’amor per chesta tera. Inant de
poder partir l’à cognù far na esperienza te la Diozesa
de Trent e l’é stat manà capelan a Perjen. Tel setember
del 1969 l’à ciapà na telefonada che se l volea l’aessa
podù tor part an cors de trei meisc a Roma, per poder
jir en miscion.
Vegnù deretorn, endana che l spetava l visto per jir tel
Brasil, per 9 meisc l’à fat l capelan a Trent te S. Piere
con don Dante.
Meisc bie canche se à strent na vera fradaa anter i doi.
Per ciapar l visto (soraldut per n preve) no l’era sorì
ajache tel Brasil l’era la ditatura e i volea saer dut, soraldut che no tu sie comunista, ma a la fin
de setember dut l’era enjignà per poder partir.
No l’era sorì desché ades far n viac, ge volea jir olache l’era autres preves e sobit l’aessa cognù
jir a S. Paulo, ma tel Nord-Est l’era autres doi preves diozejegn e l’é jit aló.
L’à tout l’aereo ai 9 de otober del 1970. Milan, Roma, Lisbona, Recife… 15 ore de sgol, e per
arjonjer Cajazeiras amò 15 ore de auto, zirca 700 km co la strada duta da bujes.
E chiò, de béleche 30 egn, don Giuliano l’à scomenzà na neva tapa de soa vita.
I ge à moscià la calonia, na cambra zenza let con demò na amaca, n baul per meter soe robe e
na cargega. E te so scrit don Giuliano l’à dit: “No é mai dormì te na rete, ma do 30 ore de viac
é dormì sorì e coscì per i 10 egn che é passà a Cajazeires”. Cajazeires l’é na zità del stat de la
Paraiba, aló l’aea ciapà sobit la parochia de S. Joao Bosco e chiò stajea ence na cobia da Firenze, ela infermiera e el agronomo, che à didà trop don Giuliano… che pian pian aea emparà l
lengaz del post e a cognoscer chela jent. Chesta l’era la parochia più pureta de le trei che l’era a
Cajazeires, l’aea na part de popolazion che vivea te zità e na part te na zona rurala. Chiò l’era 4
comunità: Patamuté, Azevém, Riacho do meio e Pau d’arco con zirca 20.000 anime. La periferia
de la zità l’aea i segnes de la meseria più trista. Chiò stajea i più purec, la jent de età che ogne dì
i lasciava soa ciasa fata de pai e pauta e jia ciasa per ciasa a se prear valch da magnar (enlauta
no l’era amò la penscion), i ciapava farina, ris e fajei e canche i ruava a ciasa i chejea dut ensema
e chest l’era so disnar, marena e cena. Le strade enveze le era piene de popes famé, che jiava
te la pauta e per la jent grana no l’era la possibilità de jir a lurar. E a la periferia de la zità l’era la
zona de la prostituzion. L’era picole osterie con na cambra olache la prostituta podea lurar, la
vegnìa paiada pech e chel l lo cognea amò spartir co la patrona de ciasa. Cheste femene – à scrit
don Giuliano – padìa la fam, le vegnìa tratade mal e umiliade dai omegn che i le usava, e canche
no le podea più lurar le vegnìa arbandonade e le morìa -. Chel an l’é stat ence n an rie ajaché no
pioea, la sajon de la pievia da jené a jugn del 1970 la se aea mudà te n sol che à brujà dut… Chel
an l’era jit tel Brasil l Piscop Gottardi che no à più desmentià chela meseria che l’à portà n cambiament ence te soa vita. La vita de don Giuliano chiò no la era sorida, dò aer emparà delvers l
lengaz l’à scomenzà a se mever miec, l jia a far vijita tant te zità che te la zona rurala… e chiò l’é
stat sobit benvolù, l’era jent scempia, ma pecia aea na istruzion de scola. L jia aló ogne tant a dir
messa, batesar, maridar e soraldut rejonar con ic. Enlouta te chela zona no l’era nience eletrizità.
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L’à scrit: Canche son ruà tel Brasil per ge far saer a ciasa che l’era jit dut ben, é cognù l far co na
letra che ge à metù n meis per ruar a Soraga -. Ence te zità l’à scomenzà a ge far vijita a la jent
e chel che l’à vedù l’é stat meseria, desocupazion, fam, familie con tropes fies… separazion,
alcolism, fies arbandoné. Pares de familia che jia a S. Paulo per lurar e che te pech temp se fajea
na neva familia e l’arbandonava l’autra.
Del 1974 autres 3 preves dal Trentin i é rué aló per l didar, e coscì ogne martesc i se troava ensema per se contar, se scambiar valch idea o valch projet pastoral, esperienze e ence se paussar n
moment. Ensema a ic l’à metù en pé l “Moviment de Evangelisazion Rurala” perché ence la jent
te la zona Rurala la podesse sentir l’anunzie del Vangele e per far chest i dajea fora valch program per radio e la domenia da le 7 da doman ence la messa. L program i lo fajea ogne dì da le
11.30, ora de marena e la jent ge dijea che l’era bel i scutar per radio. Ma no duc azetava chesta
evangelisazion. Sot la ditatura i più controlé l’era i preves e i piscopes. I cognea star ascorc ence
a chel che i dijea per radio, ajache la polizia la se tolea le cassete registrade e i scutava che che
i dijea fora – coscì na domenia o doi sbassave l tono de le prediche, l’era na maniera per soraviver e no esser manà demez – scrif don Giuliano. Ma te anter duc l’era ence valch spia del goern
e anter chisc ence valch preve de soa diozesa. – L’é burt da dir ma l’é la verità, endana che noi
risceane la vita, la tortura, la prejon e de esser mané demez, ic i era ben vedui dal regim militar.
L’era i Giuda traditores, ma aon sapù, e l die co le lagreme, che ence l Piscop tegnìa da ic -.
Endana che l’era aló, de gra a chela cobia da Firenze, l’é stat bon de far su na ciasa per la jent de
età. Na ciasa con valch cambra, n refetorie, na cojina, doi bagnes, na sala per le riunion e te mez
na bela cort. Con chest i à endrezà ence jent volontadiva che jia a lurar, chiò stajea demò 14 persone e la stajea en pé de gra a la ciarità de la jent. De gra a la “Adveniat” todescia l’era stat bon
de ciapar n bel microscopie per i ejames parassitologi. Chel temp se ciapava sù sorì la diarea,
coscì l’à endrezà doi inferiere che pian pian doventava semper miore, tant che ence da l’ospedal
i medizi manava la jent aló à far chisc ejames, ence la jent che stajea miec economicamenter. Ma
la roba più emportanta l’é che l’à podù endrezar na scola per infermieres. Don Giuliano l’é stat
bon de far scriver ite a chesta scola ence valch prostituta che dò aer arbandonà chel laoro le se
à diplomà e le é jite inavant con chesta
profescion.
Ma a l didar, chiò l’é ruà ence Maria
Luzia Don Santos Nogueira, che restada vedova de n fotograf de nonzech la
é jita te na crisa depressiva, ma pian
pian la se à arvejinà a la gejia, l’à tacà
a veder na situazion de vita cheno la
cognoscea e canche l’à scomenzà a
capir che la podea esser de utola a zachei l’é doventà n’autra persona, coscì
i l’à nominada diretora del ricovero.
Ajache ela cognoscea la sozietà medio-auta de Cajazeiras la vegnìa scutada e didada materialmenter. Del 1975 l
Don Giuliano con Maria Luzia
goern l’à aproà la lege su le penscion
per la jent de età e le persone pedimentade, coscita la jent podea star mìngol miec. Ma l’era n problem, béleche duta la jent che
l’aea aló no aea l zertificat de canche i era nasciui e coscì no i podea ciapar la penscion… Ma
Maria Luzia la era peconta de n giudize che l li a didé fora. Maria Luzia e don Giuliano i à tacà
a se enventar inomes, cognomes, l dì e olache l’é nasciù chesta jent… dò pec dis con dute le
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carte enjignade i à podù ciapar i scioldi de la penscion coscì i podea comprar roba da magnar.
Na roba che resta tel ciaf tel lejer chele piate scrite da don Giuliano l’é canche l conta de le prostitute che lurava te soa parochia. Endana la Setemana Sènta, l’era usanza che de Vender Sènt,
da doman se fajesse la Via Crucis. La partìa da la gejia e la fenìa davant a na crousc metuda da n
frate endana na miscion. L’era na procescion olache tropa jent tolea part, e chel an i aea dezidù
de passar te la zona olache lurava cheste prostitute. L’era na roba fora de anter ma dò che i à
rejonà con ele, i à dezidù de l far. Partida la procescion i é passé te chela zona, e duta la jent a
scomenzà a ciacolar desche per dir “l preve l’é mat!”. Ma no l’era amò dut. Rué te mez l’era dute
le prostitute en pé davant soa ciasa, regolade delvers e aló don Giuliano l’à tacà a rejonar – L
preve no l’é mat, volon demò far mìngol de giustizia. Vardà cheste femene, voi omegn e joegn, le
é vosce schiave, perché pa le é chiò? Perché voi vegnide a le chierir per n vosc piajer. Lasciade
vosce femene e moroje e vegnide chiò a usar e maltratar cheste persone. Tant paiade pa chest
servije? L’é persone, no ogec. Voi femene restà en pé e duc voi de la procescion ve enjenelgiade
e ge domanon perdon! – E dò la procescion la é jita enavant con ele davant. La radio l’à dat fora
la notizia te na edizion speziala, no se aea mai vedù nia de coscì. – L’é stat segur la predica più
bela che aesse mai fat -. E le robe per cheste femene le é cambiade.
Ajache don Giuliano e autres preves con el no i era ben vedui, ai 21 de oril del 1980 don Zacarias
l’à scrit na letra de espulscion. I é vegnui deretorn a Trent per se paussar mìngol, ma endana
la notizia la era ruada a duc tel Brasil, radio, tele… duc rejonava de chest fat. La popolazion de
Cajazeiras l’à reagì te na forma ence violenta a chest, perscin i popes jia sot fenestra del Piscop
a se lamentar. Ma valch piscop sapù la neva i à domanà a Trent de poder aer ic te diozesa chisc
preves coscì Albino e Renzo i é rué a Iguatù e Gino e don Giuliano a Limoeiro.
Ma l problem l’era ence pensar a la jent te ricovero. Cerc i li à metui te autres ricoveri, autres da
parenc e chi che no aea nesciugn i se li à touc dò, ajache con don Giuliano aea dezidù de se
spostar ence Maria Luzia.
Ai 14 de dezember del 1980, dò 10 egn passé a Cajazeiras, don Giuliano rua a Alto Santo.
Alto Santo l’é te la Val del Rio Jaguaribe. Na zona trop secia e “arenosa” che serf per coltivar la
pianta del Caju (picoi fruc ros o śai, che
i sef desche magnadiva ma ence per
far bibite e ence per se medear) e i fajei
e adatada per arlevar ciaure, animai
che é bogn de viver te posc’ sec.
L’era ruà te n post dal bon metù mal,
nesciugn aea na istruzion, na velgiata
fajea mìngol de catechesi, la gejia la
era dò a crodar e no rejon de la calonia. Inant che se meter le man ti ciavei,
ge é vegnù tel ciaf na scrita che l’aea
let a Trent “per i alpins no esiste l’empossibol” e l se à dit – per i fascegn
no esiste l’empossibol - E pian pian l’à
metù a post dut, ma aló no i saea nia
nience de religion, coscì l’à cognù ge
ensegnar ence a prear.
Aló l ge à enjignà endò n post a soa jent de età, la é stata dura, l scrif: Scomenzar endò dut da
nef, ma miec coscì, se aon librà de don Zacarias e chel grop de preves che aeane de contra -. Dò
n trat l’é mort ence chi 5 velgiac che i se aea tout dò da Cajazeiras ma dal ciel i ge à didà a don
Giuliano a jir enavant con soa miscion.
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Te chel temp l’à fat sù 14 capele che ogne meis l jia a vijitar, ma don Giuliano jia enavant co l’età
e del 1995 i ge à troà n tumor a la tiroide, e l’é scomenzà per el n lonch e difizile calvarie. I lo à
operà e l’é jit dut ben ma del 2002 l’à cognù endò esser operà, ma l’operazion la era complicada,
l’à cognù star 27 dis tacà te machine, a forza de star te let g’é vegnù le piae che ge fajea mal. Ge
parea de morir. L ge à perscin preà a Maria Luzia de l lasciar morir en pasc. Ma ela ge à responet:
Tu as passà toa vita a ge ensegnar a la jent de creiser tel Segnoredio e ades tu no tu creise che
El podessa te varir?- E el se à dit – Voi varir! Te chisc ùltimes egn l’à fat amò 4 operazion. Dò l’ùltima operazion na not l’à sentù che zeche
no jia, ge menciava l fià, i medizi à dezidù che ge volea endò operar ma no i podea ge far l’anestesia – é scomenzà a veder dute le stele del firmament ence chele che a elge nut de solit no se
veit – Anter na operazion e l’autra l portava enavant so laoro ma da n trat en ca soa ousc vegnìa
manco. Dò na vijita i ge à dit che la corda vocala de cencia la era paralisada e chela de dreta
béleche paralisada. De mé del 2010 soa dotoressa la ge à manà na letra al piscop de Alto Santo
e de Trent con scrit che ge volea che don Giuliano lasce chest laoro olache serf trop la ousc. Ai
15 de aost del 2010 el e Maria Luzia i à lascià l laoro de la parochia, chest per no perder deldut
la ousc, e per dar la possibilità a si parochiegn de aer n preve joen per jir enavant col laoro. – Gio
crese de no esser indispensabile e insostituibile, é passà 30 egn a Alto Santo e 10 a Cajazeiras.
Mia volontà l’era chela de passar amò valch an chiò, ma i piani del Segnoredio i é stac autres. No
posse più predicar, celebrar, corer enavant e endò, ma posse prear, concelebrar, lejer, pensar e
scriver. No scriveré n liber de mia vita ence perché creise che no la ge enteresse a nesciugn, é
scrit cheste pece righe perché i me à domanà de dar mia testimonianza –.
Chest toch de storia de don Giuliano l’é tout da n scrit che el à metù jù per dar soa testimonianza
per la manifestazion “Sulle rotte del mondo”. L fossa più lonch ma chiò no l’é post… l’à dit che
el no l’era indispensabile, ma crese che duc chi che à abù la fortuna de l’aer desché preve e l
cognoscer più da vejin, no se desmentiarà mai de dute le robe che l’à fat, ence risćian soa vita. A
so scrit ge jonte ite demò che don Giuliano con soa Maria Luzia l’aon vedù l’ùltima outa a Soraga
te l’istà 2011 e ai 17 de firé del 2012 l’é se n jit sun Paradis. Per soa volontà, l’é stat sepolì te soa
tera, te anter soa jent, te so Brasil. Chi che à piajer de veder don Giuliano te anter soa jent, i pel
chierir su internet, se troa tropes video e te anter chisc ence chel de la festa che i ge à fat canche l’à dit soa ùltima messa… Se veit l ben che i ge volea. La jent aea na maia con scrit “Padre
Giuliano Pellegrin stat te noscia comunanza per 30 egn”, certe con su na so foto e autre con su
n liber avert, se veit la jent che va a l saludar
ge sporjan na resa śala, e se veit Maria Luzia
sun utar apede el, endana la messa.
Da nosc picol paìsc l’é nasciù trope vocazion, preves, frati, ma ence monie, speron
che chesta gran testimonianza de vita che
ne à dat chisc doi preves, ma ence duc i preves de Soraga, porte neve vocazion anter i
joegn, o amàncol mìngol de spirit de volontariat… amor per didar i manco fortuné che
noi o ence demò nesc vejins de ciasa che à
de besegn, perché chest, fossa l regal più
gran e più bel che podassane ge far a chisc
doi omegn, che te desvalive maniere, à dat
soa vita per i autres.
Lorenza Rossi del Baila
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CARNASCIAL 2012
Desché da n pec de egn en cà, n bel grop de fenc del Grop de Folclor à metù a jir ence chest an
en martesc de Carnascial ai 22 de firé, la tradizionala defilada fora per paìsc, da le 9 da sera l’é
vegnù brujà Carnascial e dò la festa la é jita inant col bal. Sonaa na straich de Fiem.
Co pissar a meter a jir valch da nef se se aea jà troà via per l dezember passà.
Se volea valch da inovatif che tras stajesse te la tradizion del Carnascial fascian. Laché, Bufon,
Marascons, mascre da bel e da burt, duc co le facere de legn.
Chest’outa, e n’aane jà rejonà da egn, l’é stat dezedù de enjignar su le doi mascre col “Guant
da stele”.
L lurger l fossa stat gran, per chel sion peé via bonorives.
Documentazion del Guant da stele n’é pecia e gio personalmenter me l recorde demò te n Carnascial di egn ’80 a Ciampedel. Da enlouta creise che no l sie più stat prejentà.
Anchecondì cheste doi mascre le fasc bela parbuda tel Museo Ladin a Sèn Jan.
Segur chesta l’é na mascra n muie veia, a mie recort mia mare rechia la me à contà zeche sun
chesta mascra, che i l’aesse fata a Vich ti egn anter le doi vere.
Mia mare la me contaa bendeché de chisc carnasciai che ela aea vivù da beza e da tousa, ajache
te na ciasa olache l’era 6 touse, ruaa le mascre sul tart domesdì, anterores e da sera. Enlouta, e
i più de età segur se recorda, la braùra l’era jir en mascra de ciasa en ciasa, no se far cognoscer,
spilenar valch comediola zenza rejonar, se sà ben.
Co le mascre no podea menciar i sonadores, n orghen a mantech, na vidola, na mandolin o auter.
La me contaa de n Bufon n muie desfacià, de Laché e Marascons, cheste mascre le é jite n goc
fora te la Val de Sot.
Aboncont l’é documentà che l “Guant da stele” l’é na mascra che vegn fata te de più lesc de la
Èlpes, fora per l Tirol e la Svizra.
Valch outa le stele no le é depente o le é de peza encoloride.
E vegnon aldò de mie pensier a le motivazion del perché de na tal mascra.
Saon che l bosch, la legna, l’é stat per noscia comunanza na gran richeza. Dal bosch ruaa la
legna per tizar te muscia, per se sciudar, per chejer i magnares, ruaa l legnam per frabicar nosce
majon, la mobilia e gran part de la massarìa de ciasa e art da lurar.
Fosc a chest anchecondì no se ge peissa assà, l’é n pech desmentià.
Dal bosch rua le mascre da burt, salvans, bregostane, strie e strions, regolé con barba da pec o
de larsc, de piotole o scorzames.
Enveze l guant da stele l’é na mascra da bel, fornida su con stele de legn fate ju col manarin o
co la britola, depente o no, che col jir le sclindernea, le fasc n lijier tich-tach, le é lijiere belote e
gustegole.
Cheste mascre le é en cobia, om e femena.
Le é secondo mie pensier, mascre de chi che aea l met, de chi più riches en contrapeis ai più
peres, chi regolé de biota barba che i vegnìa a l’ùltim moment fora da la selva.
Saon che te la vita grama de nesc antenac l’era besegn de momenc algegres, n pech più lumenousc e con n pech de color.
Saon ence che nesc antenac, soraldut dal 1800 en cà, i fajea i depenjadores, i era cognosciui
fora per dut l Tirol e l’Emper d’Austria per l gust di colores.
E vegnon al lurger per enjignar cà chisc doi guanc.
Sion peé via jà entorn Nadal a enjignar le stele. Nicola, l tisler de la compagnìa, l le à empionade
fora e taade jù e gio le é depente. Set colores coche aon dezedù. N’aane enjignà presciapech
4.000.
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A chest pont l lurger l’era chel de aer temp,
comprar pazienza per le ciolar su una per una
su la braa, n corpet da om, na gabana longia e
n belot corpetin da femena. Dute ciolade su con
fil de bombasc.
No l’é stat sorì sul scomenz ma la bona voa de
Nicola e Michele Bacanol, de Sebastian, Mattia,
Matteo e autres, é jita sorafora, l’obietif i prumes
de firé l’é stat arjont.
Le doi mascre le dojea esser prejentade al gran
Carnascial de Sèn Micel, ai 12 de firé.
Sessaben l gran orgolie l’era chel de la defilada
per l martesc de Carnascial te nosc paìsc. Duc
era engaissé, col didament de noscia Rita de
Cela l’é stat metù jù rime aldò, rime de prejentazion de le doi mascre.
“Enceben se l’é temp de crisi neigre, par endò
che no i bade a speise, cheste fegure le é zis
bele, le se à tirà ite l Guant da stele e con duc chi
bie colores, se capesc che i é bogn Sciores...
Rua tedò i omegn dal bosch, ve preon de ge
La cobia col guant da stele endrezà dal Grop de
far post, l’é na mascra piena de pel, la é da burt
Folclor
e no da bel. I é fac su con barba de pec, se sà
begn che i é purec, ma garantesce che la é sana,
amàncol tant che la pura lana, e pò... volede sentir la snasa... i sà enscin odor de raja!”
Sion peé via anterores l martesc gras, n bel schiap de mascre, Bufons, Laché, Marascons, chele
da Bel e da Burt, con n bel grop de sonadores. Orghen a mantech e na zopa de strumenc fac su
per l’ocajion: na chitara miracolousa, toifel, gaighe, tamburlesc, n sax n mulge spezial e auter.
Gran bela parbuda i trei pìcoi Bufons segn che l gust per noscia tradizion l’é gran e l’é amò vif
te noscia joventù.
Dò aer brujà Carnascial, te sala da bal l’é stat prejentà per l’ùltima outa le doi mascre del Guant
da stele. Personalmenter spere de vif cher che nosc Carnascial l podesse jir inant ti egn che
vegn, desche dal 2007 en cà, en recort di bie Carnasciai di egn ’90 endrezé adum a Luigi de
Vecio, Stefen de Peghen, Franz Tajin e de autres che perdoname ma é desmentià i inomes. Recorc de chi bie Carnasciai di egn ’50, piens de facere de legn, mie recorc de canche ere n bez
de scola.
Fernando Brunel de la Riza
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SORA L’AGA è stato curato dai consiglieri Gianluigi De Sirena, Martina Pederiva, Lucia Pellegrin,
Josè Sommariva.
Direttore responsabile: Monica Cigolla
Autorizzazione del Tribunale di Trento n° 1325 del 01.06.2007
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