Interview with Paolo Maria Fasella

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Interview with Paolo Maria Fasella
Interview with
Paolo Maria Fasella
Interview by
L. Guzzetti
Roma 31/07/1998
Voices on Europe collection
Paolo Fasella
PAOLO FASELLA
Cassetta 1, lato A
LG.: E' il 31 luglio 1998. Siamo aRoma, presso il Ministero
dell'universita e della ricerca scientifica e tecnologica. Siamo qui il
Professor Fasella e io, come intervistatore, Luca Guzzetti. Prima di
tutto domando al Professor Fasella di presentare brevemente se
stesso.
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P.F.: 10 sono nato nel 1930. Ho seguito gli studi classici, e mi sono
iscritto alIa facolta di medicina di Roma: mio padre era pediatra e
qUindi trovavo questo una specie di sviluppo naturale. Al secondo
anna di medicina sono stato molto impressionato dalle lezioni di
chimica biologica che erano tenute dal Prof. Alessandro RossiFanelli, che era da poco arrivato alIa cattedra aRoma, e che ha
rappresentato per me veramente una rivoluzione, un nuovo modo
di guardare i fenomeni della vita, cioe spingendo l'analisi dei
fenomeni vitali fino agli eventi molecolari. Fu una cosa che mi ha
entusiasmato. Per cui ho continuato i miei studi di medicina,
laureandomi - mi ero anche iscritto alIa specializzazione in
pediatria, sostenendo esami, un po' perche era la linea di famiglia pero, per suggerimento anche di Rossi-Fanelli, mi sono iscritto alIa
facolta di chimica, perche era soprattutto in quei momenti qualcosa
di necessario per poter completare la formazione, cioe accrescere Ie
conoscenze di scienze di base, soprattutto chimica e fisica. E sono poi
rimasto essenzialmente nell'Istituto di chimica biologica
dell'Universita di Roma (allora ce n'era una sola).
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Abbastanza precocemente, sempre con forte suggerimento di RossiFanelli, sono stato incoraggiato a prendere contatti con laboratori
esteri. Sono stato negli Stati Uniti, prima al MIT per chimica-fisica e
poi alIa Cornell University, con un'estate alIa scuola di medicina di
Harvard. E per parecchi anni facevo un po' avanti e indietro:
lavoravo d'inverno in Italia, all'universita, e d'estate regolarmente
negli Stati Uniti. Mi occupavo soprattutto di reazioni rapide: si
trattava - possiamo quasi dire - dell'introduzione di un microscopio
nella dimensione tempo, per vedere eventi molto brevi. A
quell'epoca si arrivavano a studiare reazioni di rilevanza biologica
fino ai millesimi di secondo. In Germania e poi negli Stati Uniti,
avevo invece conosciuto delle persone che partendo dalla chimica-
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fisica estendevano di un fattore mille questo intervallo, cioe
arrivando fino al microsecondo, al milionesimo di secondo - ormai si
arriva al milionesimo di milionesimo di secondo, rna a quell'epoca
quella era la frontiera. E questo e stato, di nuovo, un qualcosa di
molto interessante perche ha permesso, almena per alcuni eventi
biologici, di cogliere gli eventi primari, alcuni dei quali si svolgono
in quell'intervallo di tempo. E ha permesso anche di studiarne Ie
implicazioni sia per quello che riguarda proprio il meccanismo di
regolazione molecolare degli eventi che awengono nelle cellule, sia
come base per sviluppare dei nuovi farmaci basati su una
conoscenza piil precisa degli eventi molecolari, e delle reazioni
chimiche che controllano il nostro corpo; queste conoscenze
consentono di intervenire modificando e modulando processi
biologici 0 di batteri patogeni, quando si vuole combattere Ie
infezioni, 0 del nostro corpo, quando si vuole potenziare 0 frenare
reazioni biochimiche a scopo farmacologico.
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Nel frattempo la vita universitaria andava avanti regolarmente:
professore incaricato e poi professore di ruolo; la mia prima
cattedra e stata in facolta di veterinaria a Parma - questo era il
1968. Questa e stata un'esperienza molto interessante, perche
l'impatto della chimica biologica era molto forte. A Parma in facolm
di veterinaria - i1 preside era Artioli, il quale era ispettore degli
alimenti di origine animale - davano grande importanza ai problemi
di chimica biologica. Mi ricordo che a quell'epoca c'era stato il
problema del perche, con un latte di alcune razze di mucche, il
tradizionale formaggio parmigiano non veniva buono come un
tempo. E il problema fu risolto - rna ormai e questione di decine di
anni fa - con un approccio genetico-molecolare: praticamente la
questione era che Ie vecchie mucche parmigiane avevano una
componente dellatte che favoriva il tipo di caseificazione che porta
al grana buono. Una volta capito il meccanismo, si e potuto ottenere
il grana buono anche con altro latte. eito questo esempio perche e
stata una lezione di realismo: Ie persone che sono vicine alla terra,
vicine agli animali, sono molto realiste; e quindi questa esperienza
ha rappresentato anche un'educazione per me.
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(min. 06)
Sono poi tornato a Roma, continuando pen) ad andare spesso negli
Stati Uniti, e mi sono sempre piu interessato aHa coHaborazione
intemazionale: gli orizzonti italiani sono stretti se non si inseriscono
in un livello piu vasto. Per cui sono stato partato a occuparmi anche
di organizzazione della ricerca internazionale, soprattutto a livello
europeo - a quell'epoca si era costituita un'organizzazione, che e
tuttora molto attiva, che si chiama EMBO (European Molecular
Biology Organisation). Mi ci sono impegnato molto. Questa stessa
organizzazione ha persuaso i governi a creare un grande laboratorio
di biologia molecolare che e stato costruito a Heidelberg, e che
permetteva di fare studi di biologia molecolare a un livello di
integrazione e di complessita che andavano oltre, soprattutto per 1a
strumentazione, a quello che si poteva fare con Ie risorse puramente
nazionali. QUindi sono stato portato a interagire anche con Ie
istituzioni comunitarie, senza perC> tralasciare contatti di
coHaborazione internazionale piu vasti: sono stato coinvolto nella
International Union of Biological Sciences, che e mondiale - ci ho
lavorato parecchio e per un certo periodo di tempo ne sono stato i1
presidente. Come presidente della Unione dei biologici sono stato ne1
consiglio direttivo dell'ICSU, che invece e il consiglio dell'insieme
delle unioni scientifiche. In questa contesto sono stato portato a
occuparmi anche di programmi che andavano ben oltre la chimica
bio1ogica: i primi studi suI cambiamento globale, sullo studio
dell'ambiente - sempre come ICSU (International Council of
Scientific Unions) che e forse uno degli organismi che ha portato piu
avanti 10 studio dell'ambiente in chiave 1etteralmente globa1e, cioe
che interessa tutto il globo.
In Italia - io appunto sono andato in cattedra verso i1 1968 - nel
decennio che ha seguito i1 '68, Ie universita erano abbastanza in
fermento: era il momenta della contestazione. A Parigi 1a
contestazione universitaria si e esaurita in un paio di mesi, in Italia
e durata dieci anni ed e cu1minata con l'assassinio di Moro, che in
parte ha coinvo1to anche elementi terroristi che avevano radici
dentro l'universita. Co1piti da queste difficolta che si
materializzavano nella vita universitaria quotidiana, e forse anche
come reazione alle critiche piu giustificate che gli studenti ponevano
a1 sistema, con altri amici - 1a personalita piu grande e ancora
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(min. 10)
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L.G.: Mi scusl, "antenna" cosa vuole dire?
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attiva, Giorgio Careri , fisico a quell'epoca direttore dell'Istituto di
fisica di Roma, istituto di grandi tradizioni - ci ponevamo il
problema di come noi stessi dovevamo meglio capire quello che
succedeva oltre i confini dell'universita COS1 da potere, anche
nell'insegnamento e nella formazione degli studenti, trasmettere
conoscenze piu utili per quella che sarebbe stata poi la lora vita
dopo gli studi universitari, quando avrebbero dovuto interagire con
il mondo esterno. In questa contesto Careri aveva persuaso la
presidenza dell'ENI a costituire un laboratorio per ricerche di base,
che fu poi costruito ed attivo per molti anni a Monterotondo adesso l'ENI credo l'abbia destinate ad altre funzioni, tra cui una
molto interessante: ospltare, una "antenna" dell'EMBL per gll
animall transgenici ed un polo del CNR.
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P.F.: "Antenna" significa un laboratorio satellite di un altro. L'EMBL
che ha il suo laboratorio principale a Heidelberg, gestisce tre
antenne. Una presso Grenoble per usare fasci di neutroni, prodotti
dai fisici nella studio di strutture biologiche. In pratica si inviano
fasci di neutroni sulla struttura blologlca e, da come i neutroni si
comportano dopo avere interagito con essa, si ottengono
informazioni sulla costituzione molecolare e polimolecolare. Un'altra
stazione "antenna" dell'EMBL e invece presso DESY, sincrotrone
tedesco. Adesso vi e una terza antenna per gli animali transgenici, a
Monterotondo nellaboratorio che aveva istituito l'ENI; l'italiano che
guida quest'ultima iniziativa e Glauco Tocchini Valentini.
Anche nei dieci anni (1970-1980) nei quali sono stato coinvolto l'ho anche diretto per un certo periodo di tempo - con il laboratorio
dell'ENI, allora un'interfaccia tra l'industria e l'universita, ho
imparato molto. Mi sono reso conto dei limiti di quello che facevo
all'universita e di come la maggior parte di noi - e certo io stesso possiamo fare molto poco se non collaboriamo con gli altri e se non
ci interessiamo anche di problemi che vanno oltre quelli della
nostra ricerca personale. QUindi e stata una buona lezione anche per
capire un po' meglio quali potevano essere, 0 quali avrebbero
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dovuto essere i rapporti tra la ricerca fondamentale, l'insegnamento
e la risoluzione di problemi pratici.
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Quindi tra carriera universitaria, coinvolgimento con Ie istituzioni
internazionali, lavoro nel laboratorio all'interfaccia tra industria e
universita, siamo arrivati verso quelli che erano i miei
cinquant'anni - il che vuol dire il 1981. In quell'epoca nella
Commissione europea stava avvenendo un cambiamento. Fu
nominato Commissario europeo (i Commissari nella Commissione
europea sono un po' l'equivalente dei ministri) una personalita
molto forte - una delle persone che piu mi hanno impressionato tra
quelle con cui ho lavorato in vita mia - che e Etienne Davignon
(adesso e il presidente e direttore generale della Societe Generale de
Belgique, una grossissima istituzione). Allora era il Commissario per
l'industria, l'energia e la ricerca. Aveva accettato anche il POrtafoglio
della ricerca che non era molto considerato; rna Davignon era la
classica persona che pensava, correttamente, che sono gli uomini
che illustrano i posti e non la posizione ufficiale che illustra l'uomo.
Aveva delle idee su come doveva essere riorganizzata la ricerca
scientifica e anche sulla necessita di avere una "dimensione ricerca"
nella costruzione della Comunita europea. 10 ero gia presente in
alcuni dei comitati esterni di consulenza scientifica della
Commissione, quail il CERD. Davignon mi propose di diventare
Direttore generale per la ricerca alIa Direzione generale XII, che
cura scienza, tecnologia e svilupPO. QUindi nell'ottobre del 1981,
sono arrivato a Bruxelles con questa responsabilita.
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(min. 14)
L.G.: Mi scusi, prima di queste attivita piu importanti, pub accennare
anche al suo lavoro nel CERD, cui ha accennato brevemente. Che tipo
di impegno era?
P.F.: n CERD era un comitato formate da una ventina di esperti di
varia estrazione, tra cui molti uomini notevoli. Vi era per esempio
Prigogine che e premio Nobel per la fisica chimica; vi era Umberto
Colombo che e stato presidente dell'ENEA per tanto tempo, Ministro
della ricerca e per un breve tempo anche presidente dell'ENI. Giusto
per menzionare due persone rna ve ne erano altri molto notevoli; ci
si riuniva un giorno al mese oppure per due giorni un mese S1 e un
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mese no. Discutevamo tra di noi e con i funzionari della
Commissione - tra cui Schuster mio predecessore come Direttore
generale della DG XII - su quali fossero Ie sfide scientificotecnologiche cui doveva fare fronte l'Europa, e suggerivamo alIa
Commissione europea temi sui quali sviluppare la ricerca. IL CERD
era esterno alIa Commissione, anche se nominato da questa.
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(Min. 15)
Arrivati a questo punto, la storia puC> continuare riferendomi aJ
punti su cui voi avevate chiesto una certa attenzione nella vostra
lettera. Dall'ottobre del 1981 fino al gennaio del 1996, ho lavorato com'e corretto - esclusivamente per la Commissione: mi sono messo
in aspettativa dall'universita di Roma e ho vissuto a Bruxelles, a
parte i viaggi scientifici inerenti alIa mia funzione. Quindi
praticamente tutta la mia attivita e stata per la Commissione.
L'esposizione che segue si presta ad essere focalizzata sugli stessi
argomenti che voi avete proposto, e che mi sembrano ben scelti.
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II primo punta era la situazione della ricerca comunitaria al
momenta della mia nomina, cioe alIa fine del 1981. A quell'ePOca il
bilancio era relativamente modesto, si trattava di un 200-250
milioni di Ecu (piiI 0 meno l'Ecu vale 2.000 lire), e la maggior parte
degli sforzi erano nel nucleare. Infatti, nel Trattato di Roma non
veniva prevista l'attivita di ricerca; un po' di ricerca era prevista nel
Trattato "Carbone e Acciaio", molto sottesa aIle necessita anche a
media-corto termine dell'industria corrispondente. II grosso della
ricerca era connesso con il nucleare (sulla base del Trattato
EURATOM). La maggior parte dell'attivita di ricerca comunitaria si
svolgeva nei laboratori che, per Trattato, la Commissione aveva
edificato e gestiva. Erano laboratori dedicati soprattutto alIa
sicurezza nucleare. La storia della collaborazione comunitaria
europea nella ricerca nucleare e marcata da frustrazioni, insuccessi
e da qualche successo importante. I Paesi che all'inizio, quando
l'EURATOM era stato fondato, forse avevano inteso collaborare
insieme, hanno poi scelto di andare ciascuno per la propria strada
nella sviluppo dell'industria nucleare.
La filiera nucleare francese ha portato la Francia ad essere uno dei
paesi piiI nuclearizzati del mondo - ha il 75% della propria energia
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elettrica prodotta con reattori nucleari; anche i Tedeschi hanno
sviluppato molto e bene il nucleare, rna forse con intensita minore;
Belgi, Olandesi si erano pure dedicati al nucleare; la Gran Bretagna e
la Svezia che a quell'epoca non faceva parte della Comunita, hanno
sviluppato i lora reattori. In generale quello che e rimasto nella
ricerca comunitaria sono stati gli aspetti di sicurezza per i quali
effettivamente l'avere delle attivita comuni rappresenta una mutua
garanzia. Inoltre era di un certo interesse anche per i paesi non
nucleari, poiche permetteva lora per 10 meno di sapere attraverso i
laboratori comuni, nei quali POtevano mandare i lora scienziati,
quali fossero Ie conoscenze e Ie possibilita tecniche relative alIa
sicurezza nucleare. Come, purtroppo, l'evento di Chernobyl ha
dimostrato, in caso di disastro nucleare sono coinvolti anche paesi
che nucleari non sono. Quindi, pur ammettendo l'insuccesso del
programma EURATOM per quanto riguarda 10 svilupPO comune di
reattori, non bisogna misconoscere il ruolo dell'EURATOM nella
sicurezza importante anche se negativo (nel senso che e stato un
ruolo di prevenzione piuttosto che di sviluppo di reattori): se in
Europa non sono awenuti gravi incidenti e anche grazie
all'EURATOM. Quando si era pensato di sviluppare, all'inizio della
storia del nucleare, reattori del tiPO di quelli che poi hanno portato
a Chernobyl, il controllo comune di sicurezza ha condotto
precocemente a escludere quella filiera perche non sufficientemente
garantita. Quindi c'e stata questa azione che non va misconosciuta. E'
stato fatto un lavoro eccellente anche nel campo della radiobiologia,
. che e un altro aspetto della sicurezza.
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Inoltre sono state poste Ie basi - e attualmente l'Europa e ancora in
questa filiera il grupPO piu forte al mondo - di una nuova forma di
produzione di energia nucleare che e la fusione nucleare. PuC> darsi
che nel campo della fusione nucleare la collaborazione europea sia
riuscita - e sia riuscita bene - proprio perche era piu lontana dalle
applicazioni a breve termine. D'altra parte nella fusione nucleare
europea hanno giocato un ruolo importante anche personalita molto
forti, tra Ie quali forse una delle piu notevoli e un italiano, Donato
Palumbo, un fisico siciliano. Formato alIa Scuola normale di Pisa,
Palumbo era un appassionato di fusione e con estrema intelligenza e
dedizione ha concepito questo programma comune. E ha trovato
anche una formula nuova di collaborazione internazionale - perche
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Palumbo naturalmente non avrebbe potuto fare tutto questo da solo
rna certo e state l'elemento POrtante insieme ai suoi colleghi
tedeschi, inglesi, francesi, belgi, olandesi, svizzeri e in genere di tutti
i paesi dell'Europa occidentale. II sistema di collaborazione, messo in
atto per realizzare la fusione nucleare controllata, prevede alcuni
laboratori nazionali molto forti che lavorano in rete, finanziati in
parte con risorse nazionali e in parte dall'EURATOM, soprattutto per
i progetti considerati prioritari Perche d'interesse comune.
Attraverso la rete, i ricercatori si scambiano conoscenze e
intraprendono esperimenti comuni: lavorano un po' a Culham, un
po' a Cadarache, un po' a Garching (BRD) e a Frascati, creando un
sistema veramente europeo.
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D'altra parte, Palumbo ed i suoi collaboratori quali Horowitz,
Bickerton, Pinkau, Troyon ed altri sono anche riusciti a far nascere
da questa rete con radici nei vari paesi europei, l'impresa comune
JET (joint European Torus), un esperimento COS! grande da superare
Ie capacita dei singoli paesi. Questa macchina crea campi magnetici
elevatissimi e raggiunge delle temperature di piu di cento milioni di
gradi, qUindi dieci volte piu elevate di quelle del sole - temperature
enormi. A JET e stata ottenuta per la prima volta al mondo (1993)
una fusione nucleare controllata. SuI piano della personalita per la
concezione e costruzione di JET, molto si deve al francese Paul Henri
Rebut, fisico ed ingegnere generale, ed al tedesco Wtister, ora
deceduto, eccellente gestore. JET e riuscita a diventare veramente
un'impresa comune; pur dovendo essere localizzata (in un paese
vicino ad Oxford), la macchina JET e stata concepita e costruita con
la collaborazione dell'intera comunita scientifica ed e veramente
sentita da tutti i ricercatori nei vari laboratori nazionali come
qualcosa di proprio. Naturalmente, ci sono stati degli attriti, delle
invidie; questa fa parte dell'uomo. Senza entrare nei dettagli di
quelli che sono i risultati scientifici e tecnici, sui quali ci sono delle
ottime esposizioni molto migliori di quella che potrei fare io, vorrei
sottolineare che il programma comunitario per la fusione
rappresenta una formula originale di cooperazione internazionale.
Non si tratta di un unico laboratorio comune, distaccato da quelli
nazionali: sono gli stessi laboratori nazionali che hanno lavorato in
rete e poi hanno costruito una macchina comune, a cui hanno
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partecipato tutti e che ha assorbito un po' pili della meta delle
risorse comuni.
(Min. 24)
L.G.: Segnale del successo del programma
anche paesi non comunitari...
e il
fatto che ha attratto
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P.F.: Sicuramente. La Svizzera, la Svezia, la Finlandia (ora, questi due
ultimi paesi fanno parte della Comunita) e la Gran Bretagna (anche
prima che diventasse membro). II programma europeo ha stretto
collaborazioni con i Programmi americani, russi e giapponesi per
disegnare la prossima macchina (ITER). Ora si sta discutendo suI
futuro di ITER e, probabilmente, a causa essenzialmente di carenza
di denaro, invece di procedere subito alla costruzione di una grande
macchina si procedera con una tappa ulteriore, pili piccola,
intermedia, con una partecipazione pili limitata. L'atteggiamento
attuale degli Stati Uniti e un po' ambiguo.
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La ricerca comunitaria agli inizi degli anni '80 era fortemente
orientata suI nucleare. Quando Davignon mi chiese se ero interessato
ad assumere il compito di dirigere la Direzione Generale XII e il
Centro Comune di Ricerca, io risposi che ero un po' sorpreso da
questa proposta perche non sono un nucleare. E lui disse: "Ma io non
voglio un nucleare, di nucleari ne ho gia abbastanza. Voglio avere
delle persone che vengano dal di fuori, perche vorrei sviluppare
altre 'filiere'." Con molta intelligenza, pensando che si era all'inizio
degli anni Ottanta, aveva identificato quali prioritarie la filiera
informatica, che allora cominciava a partire, e la filiera
biotecnologica, owero Ie applicazioni della biologia molecolare e
cellulare alIa sanita, all'agricoltura e all'industria.
Arrivato a Bruxelles, sono rimasto molto favorevolmente
impressionato, contento di lavorare in un ambiente europeo. Prima
avevo lavorato all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in
Russia e brevemente in Giappone. Pur essendo mia moglie
americana, negli Stati Uniti io ero sempre un non-Americano - non
parliamo del Giappone... A Bruxelles invece io ero Italiano ma ero
anche comunitario, europeo: come un siciliano aRoma e italiano, pur
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restando siciliano. E questa e stata una sensazione che mi piaceva
molto. Poi vedremo perche.
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Discutemmo con una serie di comitati di consulenza esterni, formali
o meno, e trovammo un grande riscontro tra alcuni tra i migliori
scienziati europei, pense a John Kendrew - sono "filisteo", non
menziono che premi Nobel - Ilya Prigogine, Christian de Duve,
George Charpak, Manfred Eigen e tantissimi altri scienziati di alto
livello, che hanno sentito questo interesse per l'Europa e hanno
contribuito in modo molto attivo, mettendo il lora tempo e il lora
pensiero a disposizione della Comunita per gUidarla nella direzione
giusta. Per dire quale era la mentalita che prevaleva, e che credo
prevalga tuttora in molti, cito qualcosa che mi disse - qualche anna
piu tardi, rna 10 cito qui perche sottolinea questo aspetto che vorrei
far risaltare - un fisico tedesco, molto bravo, che si chiama Klaus
Pinkau, direttore dell'Istituto Max Planck per 10 studio della fisica
dei plasmi a Garching in Baviera. E' un importante fisico e ha una
posizione molto forte sia in Germania, sia nel mondo. Lui si e
impegnato molto a fonda per la Comunita, investendo il suo tempo e
il suo pensiero. (E' state anche una tra Ie persone molto attive nella
storia della fusione comunitaria). Pinkau diceva: "Purtroppo la fisica,
alIa quale mi interesso, sta diventando molto costosa. Se io potessi
non muovermi mai dal mio laboratorio di Garching, non andrei mai
a Monaco di Baviera, cioe a 20 chilometri di distanza, rna starei
contento nel mio laboratorio. Pen) vedo che per fare quello che
voglio 0 debbo fare, devo andare regolarmente alIa Max Planck
'centrale' per chiedere sostegno. Poi mi sono accorto che non
bastava andare a Monaco, rna che periodicamente dovevo andare
anche a Bonn, perche quello che volevo fare nella fisica del plasma
richiedeva una dimensione piu vasta. E finalmente, adesso mi
accorgo che Ie cose si sono sviluppate a un punto tale che Bonn non
basta piu: per alcune delle azioni ci vuole un livello di integrazione
continentale. E allora vedo che bisogna coinvolgere Bruxelles. Visto
che Bruxelles deve essere coinvolta, decido di impegnarmi a fonda
perche... - ovviamente questo me 10 diceva sorridendo, ho sorriso
anch'io e penso che avesse ragione - se mi impegno a fonda il
numero di stupidaggini che tu farai a Bruxelles sara piU piccolo." E
questa e l'approccio giusto; siamo ottimi amici e ha contribuito
molto.
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(Min. 30)
Era un po' questa l'atmosfera che si era progressivamente creata e
che Davignon senz'altro aveva contribuito a sviluppare. Personalita
straordinaria - sempre difficile, rna sempre stimolante e presente.
Tra l'altro aveva anche una serie di storielle spiritose. Quando ci si
sedeva accanto a lui al Consiglio dei ministri - c'era una disposizione
tipica, cioe il Capo di gabinetto, il Commissario e il Direttore generale
- Davignon che e un gran signore, molto maestoso, aveva una
capacita enorme di bisbigliare commenti molto divertenti sugli
eventi. II suo Capo di gabinetto, che allora era Ugo Pahmen - ora
ambasciatore della Cornunita a Washington, siamo rimasti buoni
amici - e io prendevamo degli appunti per ricordarci questa serie di
battute che non so se Davignon si inventasse 0 se Ie avesse lette
altrove, rna ce ne erano alcune che erano molto buone. Per esempio,
diceva: "Un buon funzionario pensa che i1 n y a pas de probleme si
complique qu'une manque de decision ne puisse resoudre." E di
queste ne aveva a sfilza. Una volta, un ambasciatore parlava e lui ci
disse: "Sentite, sentite: Les personnes qui n'ont pas d'importance
essaient de s'en donner en s'occupant de chases qui ne l'ont pas." Di
queste battute ne ho un libretto pieno: varrebbe quasi la pena di
pubblicarle, con l'accordo degli interessati.
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Ritomando a cose piu serie, proprio parlando con Davignon e
interagendo con vari consiglieri, compresi quelli con competenze
industriali - questa e stata una cosa importante -, si era visto che in
alcuni settori la costruzione europea aveva urgente necessita di
ricerca. Le scelte di ricerca dovevano essere in qualche modo
ragionate, non si poteva lasciare correre Ie cose a casaccio; limitarsi
solo a due settori il nucleare, da una parte, ed il "carbone-acciaio",
dall'altra, era stato probabilmente corretto negli anni Cinquanta,
quando sono stati lanciati i primi programmi comunitari, rna non 10
era piu negli anni Ottanta. Ora bisognava ampliare gli orizzonti:
scegliendo nuovi temi particolarmente promettenti. Per esempio, sin
da allora la Commissione aveva gia colto l'importanza, anche per
l'industria, di quelli che sarebbero poi diventati i problemi
dell'ambiente, che non erano ancora di moda. Di salute non se ne
parlava perche secondo il Trattato di allora la salute umana era un
problema esclusivamente dei paesi membri. I Danesi, per esempio,
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per anni si sono opposti a qualsiasi riferimento a ricerche
comunitarie su problemi di ordine sanitario. La posizione danese fu
poi modificata grazie all'autorevole intervento del Ministro Haarder.
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Tuttavia, l'idea emerse che bisognava fare ricerca insieme e che Ie
azioni di ricerca dovevano essere molto ben scelte ed essere
dedicate ad alcuni problemi comuni importanti, per i quali il
lavorare insieme era 0 indispensabile, 0 per 10 meno molto
vantaggioso rispetto al seguire un approccio indipendente. Era un
po' quello che piu tardi si e manifestato con Jacques Delors come
dottrina della sussidiarieta: fare a livello comunitario solo quello che
non si puC> fare a livello di stati singoli 0 di realta locali. E' in fonda
una versione diversa di quello che diceva il gia citato Pinkau: "se
voglio fare fisica del plasma a un certo livello, Ie risorse nazionali
non bastano, devo passare da Bruxelles e allora mi ci impegno."
Discutendo si vedeva anche un'altra cosa - e questa e stata una
visione molto corretta, che piu tardi e stata ripresa con ammirazione
anche dagli Americani - ed e la dimensione temporale. Per questi
piani di ricerca l'arco temporale deve essere sufficientemente lunge
sia per la ricerca fondamentale che per la ricerca applicata; si tratta
spesso di progetti con un obiettivo che richiede uno sforzo
prolungato nel tempo. E si capisce anche che fossero proprio questi
programmi piu impegnativi, piu costosi, piu a lunge termine, quindi
piu difficili, che si prestavano particolarmente ad una azione
comunitaria - i programmi piu piccoli, ogni paese, ogni universita se
li puC> fare per conto proprio.
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(Min. 35)
Quindi venne fuori anche la necessita di avere una dimensione
temporale. II secondo Commissario con cui ho lavorato, che era KarlHeinz Narjes, tedesco, diceva che quello che noi dovevamo dare ai
ricercatori, sia industriali che accademici, era "Planung Gewifsheif'
la "certezza della pianificazione". Una pianificazione di ricerca che
abbia come dimensione temporale un anna e - per questi
programmi piu impegnativi e piu difficili - un termine troppo corto.
QUindi il primo aspetto importante era la necessita di avere un
programma multi-annuale. (Come vede ora mi sto awicinando alIa
seconda delle vostre domande, che coneerne la nascita del
Programma quadro.) D'altra parte, si vedeva anche che - e questa e
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un'altra delle affermazioni che Davignon faceva spesso - "tout se
tiens", cioe che la scienza e la tecnologia sono molto intricate l'una
con l'altra. Per cui, per fare un esempio, avere una sorgente di
radiazione, tipo la luce di sincrotrone, mi aiuta a studiare i materiali
con cui poi posso costruire i microprocessori, ma i microprocessori 0
i chip mi aiutano a fare i computer, necessari per Ie pill disparate
attivita dallo spazio, alIa medicina, alle banche ed anche per Ie
stesse attivita di ricerca fondamentale. Tutto si lega l'uno con l'altro.
L'NMR (Risonanza Magnetica Nucleare) diventa importante per la
fisica della materia, ma anche per la medicina clinica; la biologia
fornisce un nuovo approccio ai computer, e gli esempi potrebbero
continuare, con riferimento a quasi tutte Ie attivita umane: tutto si
lega l'uno con l'altro. Faust di Goethe osservava: "Wie alles sich zum
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Ganzen webt, eins in dem anderen wirkt und lebe
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Per cui diventava necessario, da un lato, fare queste scelte, dall'altro
lato, estendere i campi d'intervento. Non bisognava rimanere ancora
legati solo al nucleare e al carbone-acciaio, che ormai erano
diventati molto meno importanti anche nell'economia: l'acciaio
rimpiazzato da metalli pill leggeri, 0 da sostanze di sintesi ed il
carbone largamente rimpiazzato dal nucleare e, soprattutto, dal
petrolio e dal gas naturale. Quindi ora l'enfasi sui settori in cui fare
ricerca per soddisfare problemi economici, di sicurezza 0
d'ambiente, era molto cambiata. Per cui conveniva avere un
programma unico - un programma-quadro - che consentisse di
discutere sulla base dei bisogni e delle prospettive e delle nuove
opportunita, di fare delle scelte per quelle azioni che sembrava
conveniente fare insieme e di presentare un programma multiannuale, per Ie ragioni di cui sopra: con una certa strutturazione per
non far avvenire Ie cose puramente a casaccio, e per favorire Ie
sinergie senza diventare troppo rigidi. Ed e cosi che si e arrivati alIa
nozione di Programma quadro: il primo parti attorno al 1984 (fu
deciso nel 1983), poi tutta una serie. L'ultimo e in discussione
adesso - il quinto Programma quadro (1998-2002) - che, se Ie cose
vanno bene, dovrebbe essere approvato in via definitiva per la fine
dell'anno.
Questa e pill 0 meno una visione personale della genesi del
Programma quadro. Nel contempo la Commissione si e
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progressivamente dotata, da un lato, di strutture che permettessero
di raccogliere informazioni ed opinioni, di consultarsi sui bisogni e
sulle opportunita di ricerca per Ie industrie, rna anche per Ie scienze
di base e per Ie forze sociali e, dall'altro, sui propri servizi, capaci di
gestire queste nuove ricerche interagendo con il mondo esterno. La
Direzione generale XII si e strutturata in modo da avere persone
competenti nei settori prioritari che Ie venivano affidati. All'inizio
sembrava che anche l'informatica entrasse in questo ambito.
Avrebbe dovuto occuparsene i1 britannico H. Davies, proveniente
dalla ricerca per la difesa britannica; successivamente Davignon
affido a Davies altri compiti e creo per l'informatica una task-force
con piu ampia base industriale, affidata a Michel Carpentier - un
francese molto intelligente, economista di formazione, di grandi
capacita organizzative e una forte personalita. Questa task-force ha
prodotto il programma ESPRIT (acronimo di "European Scientific
Programme of Research in Information Technology'), che e rimasto
famoso; successivamente la task-force e stata costituita in una
Direzione generale, la Direzione generale XIII che si occupa anche di
innovazione. Nelle vicende successive di questa Direzione generale
la parte informatica e stata scissa, una parte ando alIa Direzione
dell'industria (DG III) e una parte rimase alIa XIII. Non credo
questa sia stata una buona seeIta
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(Min. 40)
La Direzione Generale XII si e articolata in varie direzioni. Una con
10 scopo di sviluppare Ie attivita di "forecast" e "foresight', per
concepire e poi redigere il Programma quadro; questa Direzione ha
sviluppato rapporti con gli Stati membri e con i vari attori e
utilizzatori della ricerca. Sono state create una Direzione per i
cresciuti compiti di amministrazione della ricerca; una Direzione per
la ricerca industriale e sui materiali; una Direzione per la ricerca
biologica; una Direzione per la ricerca sull'energia; una per
l'ambiente, una per la fusione nuc1eare. Tuttavia si cominciava a
sentire anche la necessita - in questa attivita molto "programmata"
e molto finalizzata - di lasciare anche uno spazio di dimensione
europea per la ricerca "libera". Qui non si e fatto quello che, credo
sarebbe stato un errore, di contrapporre la ricerca di base alIa
ricerca applicata. Credo che in molti casi cia non sia ne molto utile
ne molto interessante. Pasteur faceva ricerca fondamentale 0 ricerca
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applicata? E' importante sapere se 10 sviluppo del vaccino contro la
rabbia, il controllo della produzione della birra e del vino, rna anche
la dimostrazione che i fenomeni della fermentazione sono dovuti a
piccoli esseri viventi, la nozione di sterilizzazione, la stereoisomeria
era ricerca di base 0 ricerca applicata? Non credo. 11 sapere e il
saper fare si intrecciano molto, e l'uno ha bisogno dell'altro. Quello
che invece ci sembrava importante era che in un Programma
quadro - che intanto stava progressivamente crescendo - che aveva
la maggior parte delle sue attivita indirizzata a obiettivi precisi,
rimanesse uno spazio per quella che era la ricerca "libera" e
imprevedibile; a tal fine sono stati inventati dei nuovi programmi.
All'inizio erano molto modesti: il primo si chiamc> "Stimulation", poi
con il Programma quadro successivo fu chiamato "Science". 11
Commissario Pandolfi era forse un po' turbato da questa attivita di
ricerca libera; l'ha perC> accettata capendo che era un tipo di ricerca
molto importante per la formazione di nuove idee e di persone (i
futuri ricercatori): da questa filiera nacque il programma "Human
Capital and Mobility", e si e creata anche una Direzione per
sviluppare questo tipo di attivita.
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(Min. 44)
LG.: Quindi la funzione era quella di lasciare 10 spazio per
l'invenzione di nuova scienza...
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P.F.: Esatto: che non e pianificata "a priori". Perche se un certo
progetto era tale che la Commissione - sia pure assistita dagli Stati
membri 0 dai premi Nobel, 0 da grandi industriali - fosse stata
capace di metterlo nel Programma quadro, allora non era basato su
un'idea nuova. Quindi bisogna lasciare uno spazio per Ie idee nuove,
senza violare il principio della sussidiarieta. Perche e vero che ci
sono certe idee nuove che si possono benissimo sviluppare nella
testa di un singolo ricercatore. PerC> vi sono molte idee nuove che si
sviluppano all'interfacda tra scienze e tecnologie diverse; e talora
pili facile trovare un collaboratore in una disciplina complementare
muovendosi dal proprio luogo di origine che non rimanendovi. E'
spesso pili facile collaborare con il distante che con il prossimo e
questo e solo apparentemente un paradosso; inoltre, e questo invece
e quasi questione di calcolo della probabilita, se la collaborazione e
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limitata ad ambienti relativamente ristretti - anche se molto
qualiflcati, come esempio il Belgio, l'Olanda 0 la Svizzera che sono
paesi di altissimo livello rna piccoli - il numero di ricercatori e
inevitabilmente cosi limitato che Ie probabilita del giovane fisico
che si occupa di biologia - 0 del giovane biologo che va alla ricerca
di uno strumento con cui studiare la struttura delle proteine - di
trovare quanto cerca nel proprio entourage, sono molto basse. E' piu
facile trovare il collaboratore giusto se si puo andarlo a cercare in
una POpolazione di scienziati piu grande, come succede negli Stati
Uniti. Negli Stati Uniti e normalissimo che la persona che ha flnito il
suo dottorato - il PhD alla Columbia University per esempio sulla
flsiologia 0 psicologia del linguaggio - si guardi in giro e dica: "10 per
continuare adesso voglio andare a Urbana nell'Illinois perche la io,
medico 0 psicologo, trovo il flsico che ha sviluppato la spettroscopia
ad infrarosso del cervello 'in vivo', e cio mi permette di studiare gli
eventi cerebrali con un metodo radicalmente nuovo che non trovo a
New York. AlIa Columbia University 0 a Harvard potrei trovare
molti metodi altrettanto avanzati rna non proprio nel settore che
voglio studiare." E' piu facile realizzare queste simbiosi utili se il
numero degli elementi tra i quali scegliere e tale da rendere piu
elevata la probabilita di trovare il collaboratore giusto. Creare uno
spazio culturale europeo e facilitare il movimento dei ricercatori in
questo spazio e quello che abbiamo cercato di creare con questi
programmi.
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(Min. 47)
Uno degli aspetti che piu mi aveva depresso arrivando a Bruxelles
era la continua competizione tra Ie Direzioni generali per il
personale. 11 personale veniva di solito assunto sulla base di grandi
concorsi comunitari, aperti soprattutto a dei "generalisti", a cui
partecipavano migliaia di candidati tra i quali venivano scelte
alcune centinaia. Vi erano poi lotte inenarrabili tra Ie varie Direzioni
generali per l'assegnazione del nuovo personale e per la promozione
di quello precedente. A me non piace litigare; se c'e un sistema con
cui si puo avere 10 stesso risultato senza litigare, sono piu contento.
D'altra parte, questi concorsi non erano adatti a fornire tutti i tipi di
personale richiesto dalla ricerca. Se si vuole gestire la ricerca bene,
e si opportuno avere dei giuristi che sappiano scrivere i contratti e
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degli economisti che valutino i costi 0 l'impatto che certi risultati
potrebbero avere suI mercato, rna ci vuole anche qualcuno che
capisca qualcosa delle tecnologie che si vogliono sviluppare e delle
scienze su cui queste tecnologie si basano. Parlandone a Iungo con
Davignon, si era pensato che sarebbe stato opportuno sviluppare
una filiera di personale "ricerca" distinto dal personale
"funzionamento" prevalente nella Commissione. Anche la Direzione
XII aveva bisogno di personale "funzionamento" per quei lavori che
sono comuni a tutte Ie Direzioni generali, rna per Ie sue attivita
specifiche era opportuno poter scegliere persone che avessero anche
Ia mentalita e la competenza della ricerca. Davignon, prima di
lasciare il suo incarico (era la fine del 1984) - la Commissione
scadeva, mi sembra, il 4 gennaio del 1985 - poco prima che Ia
Commissione si sciogliesse, e riuscito a fare approvare all'unanimita
la creazione di una filiera di personale per la ricerca indipendente
dalle altre, con suoi concorsi, e gestita direttamente dalla DG XII.
Questa e stata una cosa estremamente utile.
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II successore di Davignon, quale Commissario alIa ricerca nel
periodo 1985-88 e stato Karl Heinz Narjes, che quale membro della
Commissione precedente, dove si occupava di ambiente, aveva
partecipato al voto per l'istituzione della filiera "personale ricerca";
10 stesso dicasi del Commissario che si occupava del personale. La
nuova Commissione e stata qUindi pronta ad accettare questa
novita. Cia e stato utile perche ha evitato che la Direzione Generale
ricerca dovesse continuamente battersi con Ie altre Direzioni
generali per questioni di personale. Inoltre, nella filiera ricerca si
POtevano fare concorsi mirati ai fabbisogni specifici: il numero dei
candidati era quindi tale che il lora esame poteva essere
approfondito e Ia scelta piu accurata. E, cosa non trascurabile, i posti
erano connessi ai bisogni del Programma. II connettere Ie
disponibilita del personale con la dimensione del programma come
e stato fatto per la ricerca, consente alIa Commissione di disporre di
risorse interne, qUindi piu facilmente gUidabili e controllabili,
evitando il ricorso ad agenzie esterne improvvisate e passibili di
distorsioni. Cosa non trascurabile - i posti disponibili erano connessi
al successo del Programma. Nell'insieme il sistema ha funzionato
piuttosto bene ed e stato adottato anche da altre Direzioni Generali
con attivita di ricerca.
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Attualmente, ho l'impressione che si abbia una inversione di
tendenza a favore dell'assunzione di "generalisti" anche per i
programmi di ricerca specifici.
(Min. SO)
L.G.: Mi scusi, pero, il personale del CCR e di EURATOM era gia
personale-ricerca...
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P.F.: Si, erano direttamente impegnati nella ricerca in laboratori del
CCR e solo in piccolo numero erano a Bruxelles per partecipare alIa
concezione e alIa gestione dei programmi di ricerca extra-muro.
Negli anni '80 e primi anni '90 il personale CCR e rimasto intorno
alle duemila unita, di cui 1.600 a Ispra e gli altri distribuiti tra
Karlsruhe, Geel e Petten e piu recentemente il centro per gli studi
suI futuro a Siviglia.
[II CCR meriterebbe un lungo discorso. Mi limito a dire qualcosa suI
periodo 1981-1995 durante il quale ne sono stato il direttore
generale. Previsto dal Trattato EURATOM, fondato nel periodo (ante
'SO) delle grandi aspettative di importanti realizzazioni nucleari
comuni, il CCR, creato per fornire Ie conoscenze scientifiche e
tecnologiche nel settore nucleare, e forse l'istituzione Europea che
ha piu sofferto dalla scelta "nazionale" piuttosto che "comunitaria"
fatta dai grandi paesi per 10 sviluppo industriale dell'energia
atomica; a cia abbiamo fatto cenno.
Le premesse per uscire dalla crisi del CCR erano state poste all'inizio
degli anni '80 dalle sagge e coraggiose iniziative prese da Stelio
Villani, mio predecessore alIa direzione generale del CCR. Nel
nucleare si trattava di concentrare 10 sforzo di ricerca comunitario
sui problemi di "sicurezza" che interessano tutti i paesi membri. Era
inoltre necessario differenziare Ie attivita affrontando problemi di
interesse comunitario anche in settori non nucleari. In questo nuovo
contesto, Davignon decise di unificare la Direzione Generale del CCR
(Ricerca Diretta) con quella della Ricerca comunitaria "per contratto"
(cosiddetta "indiretta") curata dalla DG XII, che aveva gia iniziato
attivita nel campo dell'ambiente e dell'energia non-nucleare.
L'unificazione delle due Direzioni generali (DG XII e CCR), che mi
sono state affidate, ha consentito una migliore coerenza e anche il
superamento di una certa "rivalita" tra i due sistemi. Grazie
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all'impegno dei due Direttori Generali Aggiunti direttamente
responsabili del CCR, Jean Dinkespider prima e J.P. Contzen doPa, la
ricerca diretta e stata riorientata verso problemi per i quali era
necessaria una competenza e capacita di analisi e verifica
indipendenti da quelle nazionali e di considerevoli dimensioni, tra
questi la sicurezza non solo nucleare rna anche industriale, il
monitoraggio, la protezione dell'ambiente, il controllo di qualita di
progetti e prodotti e, piu recentemente, la veglia tecnologica. Con il
1996, la Direzione Generale della ricerca "indiretta" che era
aumentata di 15 volte rispetto allivello del 1980 e quella del CCR,
che nel contempo aveva saputo trovare una sua missione precisa,
furono di nuovo separate ed affidate la prima al finlandese J. Routti,
la secondo a J.P. Contzen.]
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(Min. 53)
In termini di sforzo economico, ogni Programma quadro ha
rappresentato una notevole espansione delle risorse e quindi anche
delle persone che lavoravano nella gestione dei programmi di
ricerca; l'ultimo bilancio nella cui gestione sono stato coinvolto, cioe
quello del 1995, era ormai sui 3 miliardi di Ecu, cioe era aumentato
di 15-16 volte rispetto a quello del 1981. Questo aumento delle
dimensioni del programma si e realizzato con grandi discussioni, con
grandi battaglie e con grandi critiche. Un elemento che credo sia
stato molto importante per realizzare questo sviluppo e stata
l'introduzione della valutazione dei programmi precedenti fatta da
valutatori indipendenti, i quali si assumevano la responsabilita delle
critiche che facevano 0 che non facevano. Se una persona con un
certo profilo scientifico avesse scritto, "Questo programma e
eccellente", quando il programma non era eccellente, questa persona
avrebbe compromesso la propria reputazione. Questo sistema di
valutazione ex-post e stato imPOrtante, anche se talora si e forse un
po' esagerato; vi sono stati momenti nei quali veniva valutato tutto,
continuamente, disperdendo forse un po' di energie. Tuttavia, il
principio della valutazione indipendente ex-post e sostanzialmente
sana anche se la sua applicazione e spesso dolorosa per il valutato.
Le critiche erano severe rna generalmente giuste. Era molto
sgradevole riceverle, rna il processo era utile e forse necessario. In
tal modo sia il Parlamento che i governi avevano piu che la
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sensazione, la dimostrazione di essere informati su quel che
succedeva; cia che andava male si poteva identificare, e si poteva
verificare se Ie pecche principali venivano 0 no corrette. Questo ha
aumentato, malgrado Ie critiche, e forse proprio grazie ad esse - la
fiducia nel sistema che si e tradotta anche in progressivi aumenti
del bilancio.
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(Min. 55)
Un'altra attivita che non ho menzionato rna che si e molto
sviluppata, e stata la collaborazione a livello comunitario con paesi
esterni, non-comunitari. Questa ha raggiunto forse il massimo di
intensita nei primi anni '90: adesso e l'unica attivita di ricerca
comunitaria che sta regredendo, che e minore nel quinto
Programma quadro rispetto a quello che era nel quarto. Forse
questo sta avvenendo anche perche in genere i paesi membri non
sembrano amare molto Ie attivita internazionali, relativamente
indipendenti della Commissione. 11 COREPER e costituito da
ambasciatori, che vedono come cosa lora Ie relazioni internazionali
con paesi non-comunitari; l'idea che a Washington possa esserci
oltre agli ambasciatori britannico, tedesco, italiano, francese ecc.
anche l'ambasciatore dell'Unione Europea e difficile da accettare.
Quindi vi e una tendenza a limitare Ie iniziative di collaborazione tra
Unione Europea e paesi non comunitari: questo mi dispiace, perche
in qualche settore e solo al livello europeo che si pua avere una
collaborazione equilibrata con giganti quali gli Stati Uniti. I singoli
paesi europei non possono essere che "junior partners". Nel quarto
Programma quadro due serie di attivita internazionali di ricerca
avevano avuto un discreto successo.
Un primo successo e stato nei programmi mediterranei: qui si sono
avuti i primi progetti nei quali collaboravano Arabi ed Israeliani;
certo vi sono stati momenti difficili quando c'era tensione anche
militare; bisognava allora essere prudenti. 11 programma "Avicenne"
ha comunque rappresentato una delle prime forme di
collaborazione reale tra paesi arabi e Israele. La ricerca
mediterranea ha portato a risultati tangibili ad esempio per la
salute - erano state identificate, per esempio, delle diarree
mediterranee pericolose - e per la gestione dell'acqua e del
territorio, per la selezione di piante resistenti alIa sicciffi, per il
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controllo e protezione di fauna e flora del mediterraneo, ecc.
Insomma ci sono stati parecchi risultati rilevanti suI piano
scientifico-tecnico, oltre che politico.
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L'altra filiera, anche essa di considerevole successo concerne due
iniziative verso l'Europa dell'est messe in atto dopo la caduta del
muro di Bertino. E' abbastanza naturale che - oltre alle
collaborazioni interessanti, rna forse un po' simboliche, con
l'America meridionale, l'Africa del sud e l'Asia orientale - ci siano
degli interessi sostanziati ad interagire con i paesi a noi vicini, al sud
e all'est. Per l'est, oltre un po' di ricerca nell'ambito dei programmi
generali di assistenza, vi sono stati due programmi di particolare
significato. Uno, patrocinato da Carlo Rubbia che ne parlo anche con
Mitterrand, e state un intervento urgente per permettere la
sopravvivenza - talora nel significato letterale della parola - di
ricercatori russi nella ricerca di base. Poiche la burocrazia
comunitaria e un po' lenta, per andare in fretta si era creato un ente
che si chiama - esiste ancora - INTAS: e un'istituzione internazionale
di diritto belga che raccoglie proposte di ricerca dall'ex-Unione
sovietica, Ie sottopone al classico sistema di revisori anonimi, e poi
Ie sovvenziona. Questo e andato bene rna non benissimo, anche
perche Ie spese di gestione di questa nuova istituzione, vicina rna
distaccata dalla Commissione, all'inizio assorbivano sino al 30-35%
del bilancio - che e una cosa non sana. Infatti i primi gestori,
largamente indipendenti, hanno ecceduto nelle spese (appartamento
grande, missioni costose e cosl via). Quelle spese erano al di fuori
delle regole di gestione comunitarie, che, contrariamente a quello
che talora si pensa, sono molto strette; in media per la ricerca Ie
spese di gestione non devono superare il 6 e il 7%, che e basso;
alcuni programmi venivano approvati a condizione che Ie spese di
gestione non sorpassassero il 4%. Quando si e provato a
decentralizzare alcune funzioni presso altri organismi, abbiamo
avuto problemi. Ad esempio abbiamo provato a trasferire la
gestione delle borse di ricerca alIa European Science Foundation, che
avrebbe potuto agire da Strasburgo, rna nella prima proposta, Ie
lora spese di gestione raggiungevano il 19%, ben al di sopra del 67%, concesso dal Parlamento e dal Consiglio nelle decisioni di
programma. La seconda offerta era scesa al 12%, ancora troppo
elevata, se non per qualche azione piu limitata come la gestione di
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conferenze. La gestione dell'INTAS, con l'accordo del Parlamento e
del Consiglio, e stata ricondotta dalla Commissione a livelli di spesa
ragionevoli.
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(Min. 60)
L'altra iniziativa - di cui si e parlato relativamente poco, rna che ha
avuto successi importanti ed e stata ben valutata daHa stampa
specializzata che Ie ha dedicato parecchi articoli - va oltre l'Europa
ed e oggetto di un accordo intergovernativo tra Stati Uniti,
Giappone, Federazione russa e Unione europea. Questa iniziativa ha
10 scopo di identificare e stimolare progetti presentati da laboratori
e ricercatori militari - ex Armata rossa 0 tuttora nell'Armata russa che siano dedicati a fini pacifici. Per far questo, nei primi anni '90 e
stato create un piccolo istituto a Mosca, dove i costi erano aHora pili
bassi che a Bruxelles, ora sono anche Ii elevati. Si chiama
International Centre for Science and Technology, in meno di un
anna e mezzo avevamo gia dodicimila ricercatori ex-militari che
lavoravano su progetti civili. La gestione e molto flessibile, e ha
portato aH'apertura di alcuni laboratori nei quali gli Americani
stessi - a lora detta - non erano mai entrati ufficialmente. Cito, ad
esempio, nel campo della biologia "Vektor" presso Novi Sibirsk. Non
tutti e tre i "partners" non russi debbono partecipare a tutte Ie
iniziative. I fondi devono essere spesi in Russia, 0 tutt'al pili per
pagare a un russo una visita in Occidente, per periodi limitati di
tempo, per esempio per imparare una tecnica.
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Questi progetti hanno portato a risultati. Per esempio, in materia
biologica hanno consentito di ri-orientare l'attivita di alcuni dei
ricercatori che avevano sviluppato 0 stavano sviluppando armi
biologiche, per altro abbastanza efficaci: in certe situazioni, quali
ceppi del carbonchio, tessina botulinica e collezioni di vari virus
(vaiolo, Ebola, Marburg), agenti neurochimici, eec. Alcune di queste
sostanze e/o agenti infettivi sembra siano stati usati in conflitti
locali 0 nel corso di repressioni etniche (Angola, Iran, Irak). Per
ciascuno di questi agenti infettivi modificati, i ricercatori militari si
preoccupano di disporre di vaccini adatti per prevenire danni alle
proprie forze armate e/o popolazioni. Si e cercato di ri-orientare
questi laboratori verso la produzione di vaccini che nei primi anni
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2..1.
Paolo Fasella
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'90 era carente nell'ex URSS. La dissoluzione del sistema sovietico ha
portato in Russia a un aumento della difterite, della tubercolosi, del
colera.
(Min. 63)
L.G.: Questo programma per Ie armi biologiche era molto importante
in Unione sovietica?
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P.F.: Era quantitativamente modesto quanto aIle dimensione della
sforzo rispetto aIle armi convenzionali, nucleari e missilistiche.
Poteva pero essere significativo, particolarmente per certi usi quali
il terrorismo. II periodo di una proliferazione delle armi biochimiche
in tale direzione sussiste tuttora. Per esempio, si ricorda - mi
sembra sia stato nel 1995 - che c'e stato un attentato da parte di
terroristi giapponesi nella metropolitana di Tokyo. Avevano
preparato una bomba al Sarin che e un'arma neuro-chimica: i
giapponesi avevano appreso la ricetta per produrre questa bomba
da chimici russi che avevano lasciato - forse per Ie cattive
condizioni di lavoro - uno dei laboratori militari e avevano aperto
un ufficio di consulenza a Mosca. Per fortuna, i terroristi giapponesi
hanno comprato la ricetta meno efficace: dava una resa in prodotto
finale - che e questo Sarin tossico - quasi dieci volte inferiore a
quella ottenibile con un altro metodo che i Russi avevano ma che
per fortuna non hanno trasmesso ai terroristi, altrimenti Ie persone
uccise sarebbero probabilmente state molto di piu. L'ICST ha
prodotto applicazioni interessanti nelle scienze dei materiali, degli
accumulatori, nella spazio, in matematica applicata, nella fusione
nucleare controllata, ece. Sarebbe lungo entrare nei dettagli che,
comunque, si possono trovare nei rapporti di questo Centro, di cui
pero, come ho detto, si e parlato stranamente poco al di fuori delle
riviste specializzate.
(Min. 65)
Altro tema da lei sollevato: confronto tra vecchi e nuovi settori di
intervento. Questo confronto si faceva sempre, evidenziando la
dinamicita del sistema ricerca, quando si paragonava il nuovo
Programma quadro con il Programma quadro precedente. Avevamo
tabelle ed istogrammi che mostravano come il Programma evolveva.
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Paolo Fasella
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11 primo Programma Quadro aveva ancora una forte coda nucleare;
il secondo ha avuto una grande impennata delI'informatica, con
ESPRIT che era per cos1 dire la "nave da battaglia", arrivando al 3839% del Programma; nel terzo l'informatica si e stabilizzata e ha
cominciato un po' a scendere, non in senso assoluto rna in senso
relativo; nel quarto era scesa ulteriormente. Mentre, altri
programmi - come per esempio Ie tecnologie dei materiali e la
"produttistica" - sono partiti pill lentamente, e hanno avuto una
derivata positiva minore rna pill prolungata.
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Con partenza pill lenta e incremento pill marcato negli anni Novanta
sono Ie biotecnologie, che hanno portato ad alcuni risultati "record".
Ad esempio, 10 sviluppo di vettori di materiale genetico estraneo
nelle piante dicotiledoni (per usare una classificazione un po'
antiquata), importanti anche da un punto di vista agricolo. Inoltre, il
programma comunitario ha portato alIa prima descrizione completa
del genoma di un eucariote, illievito. Ci sono organismi pill semplici,
come i batteri, che hanno il genoma non strutturato chiamati
procarioti ed organismi superiori, detti eucarioti, che hanno il
materiale genetico organizzato in un nucleo; tra i pill semplici
eucarioti sono i lieviti, che costituiscono un ottimo modello di
riferimento per organismi superiori, uomo compreso. La prima
descrizione completa del genoma di un eucariote, il lievito, e ormai
un "classico", risultato di un programma comunitario, di cui siamo
stati abbastanza fieri. Ha comportato il lavoro coerente di pill di 30
laboratori collegati. 11 famoso Jim Watson, quando avevamo
annunciato il programma nel 1991, aveva detto: "Non ci riuscirete
mai, questo e un approccio da "cottage-cheese industry'.". Invece
siamo stati i primi a farlo e lui stesso ce ne ha dato atto in modo
molto "fair" (se 10 puC> anche permetterel), nel corso di una riunione
tenutasi a Trieste alIa fme del programma nel 1996. Nature ha
seeIto l'articolo che descrive l'intera sequenza genomica del lievito,
come uno dei dieci articoli pill signiflcativi del decennio 1985-1995.
Questo risultato e interessante anche in termini di POlitica
scientifica; esso ha rappresentato, nel suo genere, un nuovo modo di
fare ricerca; se ne e discusso anche con gli Americani, e nel Forum
della Megascience all'OCSE. Gli Europei si sono dimostrati capaci di
lavorare insieme non solo quando l'unione era richiesta per
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costruire una grande macchina troppo costosa per i singoli paesi, rna
anche quando era necessario raggiungere una soglia critica di
capacita umane, distribuite tra pili laboratori. Nessun paese europeo
da solo POteva raggiungere la fusione controllata attraverso una
grande macchina quale il JET, come nessun paese europeo da solo
poteva costruire ed usare i grandi acceleratori del CERN, iniziativa
che ha avuto un notevolissimo successo, con partecipazione ormai
anche di Americani e GiapPOnesi che hanno, per il momento,
rinunciato ad una lora macchina. L'Europa era stata portata dalla
necessita a inventare sistemi di collaborazione per Ie grandi
macchine. Tuttavia, nelle discussioni svolte sulla megascienza
all'OCSE era apparso chiaro - e stato il punto principale
dell'intervento della Commissione europea in quella sede - che ci
sono altri settori che, pur non comportando la costruzione di una
grande macchina, richiedono uno sforzo multinazionale, che nessun
paese europeo da solo puo sostenere. In questi settori, quali molte
delle ricerche biologiche, cia che rende il progetto II megaII non e la
dimensione di una macchina, rna la quantita di informazione - come
nel progetto IIGenoma umano". Una prossima generazione di ricerche
"mega" concernera la neurobiologia, che e ancora pili ricca di
informazione della genetica: il cervello umana e di una complessita
enorme, sono 1011 cellule che interagiscono l'una con l'altra, con
anche diecimila connessioni per cellula. Solamente per descrivere
un cervello bisognerebbe inventare nuovi computer. Proprio
qualche mese prima di lasciare la Commissione, avevo partecipato
ad una riunione congiunta con gli Americani alIa U.S. National
Academy of Science, Ie cui conclusioni furono portate aHa Casa
Bianca e ad AI Gore: opportunita di disegnare e costruire nuovi
sistemi di computer capaci di immagazzinare, analizzare, elaborare e
richiamare l'enorme quantita di dati, che vengono forniti daHe
neuroscienze ed in particolare dallo studio del cervello.
Tuttavia, agli inizi degli anni '90 10 studio del IIGenoma umano" era
(ed e tuttora ) un buon esempio di mega scienza ad alta intensita di
informazione; questa va aumentando a mana a mana che si va dalla
descrizione puramente lineare dei vari geni a una descrizione della
struttura tridimensionale che i pradotti dei geni assumono. Per
questo tiPO di ricerca lIintensa in informazione" non e necessario
creare dei nuovi grandissimi laboratori in cui mettere tutti quelli
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2..5
Paolo Fasella
PAOLO FASELLA
che lavorano su un genoma. Quello che e importante e avere un
progetto comune, e una rete telematica con la Quale mettere in
comune i dati tra i laboratori partecipanti; scambi di visite e di
campioni completano il sistema. Come ho gia detto, il lavoro sulla
sequenza del genoma del lievito e riconosciuto come una tappa
significativa nel cammino della scienza e della sua gestione.
Naturalmente a mana a mana che si complicano i compiti bisogna
adottare nuovi sistemi.
HA
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Accanto alle soluzioni classiche, quali la creazione di un grande
laboratorio come il CERN, si sono sviluppati anche nuovi approcci. La
comunita interessata alIa fusione nucleare controllata ha costruito
una grande macchina comune il JET che assorbe circa la meta degli
sforzi. JET ha pen) Ie sue radici in vari laboratori sparsi in Europa,
che molto contribuiscono alIa riuscita e assicurano i contatti tra il
programma della fusione e i centri nazionali. Cia e importante per
programmi che devono andare avanti per generazioni, continuando
ad essere alimentati dai giovani che si formano negli istituti parauniversitari dei paesi membri.
HA
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AH
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Per i "mega" ( personalmente suggerirei di usare il prefisso "giga"
piuttosto di "mega", visto che si parla di attivita che comportano
miliardi e non milioni di US$ 0 Euro) progetti, che sono "information
intense", cosl come i gia menzionati programmi suI genoma 0 suI
cervello, rna anche 10 studio dell'ambiente globale che pure
comporta il trattamento di una grande quantita di informazioni, c'e
- come si e detto - una nuova forma di collaborazione e
coordinamento attraverso reti telematiche informatizzate di molti
centri sparsi su tutta la terra. La ricerca comunitaria ha partecipato
attivamente a queste iniziative e in alcuni settori Ie ha guidate.
(Min. 70)
Sulla "politica estera" ho gia detto qualche cosa: c'e forse da
aggiungere qualche parola su quella che e stata un'importante
evoluzione pill recente. Routti, che e il mio successore, Quale
direttore generale della DG XII, si e impegnato a fonda e con
successo per superare una serie di piccole gelosie, competizioni 0
incomprensioni, con altri grandi sistemi di ricerca europea, quali
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l'EMBL per la biologia molecolare, l'ESA per 10 spazio, il CERN per la
fisica, l'ESO per l'astronomia. Senza togliere niente alIa lora
autonomia, l'impegno e di collaborare con lora soprattutto quando ci
sono delle buone ragioni scientifiche per farlo. Per esempio, il CERN
ha bisogno di grossi magneti superconduttori per il suo acceleratore
e la fusione ha bisogno di grossi magneti superconduttori per i suoi
Tokomak; i prossimi ad avere bisogno di questi grossi magneti
superconduttori potrebbero essere Ie ferrovie a levitazione
magnetica, sperimentate in Germania ed in Giappone. Conviene che
esistano collaborazioni tra utilizzatori pur cosl diversi della
superconduttivita ad alta intensita di corrente. Mentre l'espansione
verso una politica di ricerca europea che si sovrapponga a quella
nazionale dei paesi membri e difficile per Ie ragioni di cui sopra,
l'interazione con altri enti europei multinazionali e relativamente
piil facile. Inoltre, e bene che continuino a stipularsi accordi tra gli
organismi Europei in quanto tali e quelli americani e giapponesi. Nel
giugno 1998 si e tenuta alIa National Academy of Science degli Stati
Uniti la prima riunione relativa ad un nuovo accordo tra USA ed UE.
Routti ha parlato veramente bene prospettando il punto di vista
dell'Unione Europea. A me invece avevano chiesto di spiegare come
l'accordo bilaterale Stati Uniti-Comunita europea interagisca con gli
accordi bilaterali tra Stati Uniti e singoli paesi dell'Unione (quali
l'Italia); sono convinto che non ci sono incompatibilita purche il
problema venga affrontato con chiarezza. Per quanto concerne
l'Italia, la riunione ha gia avuto un seguito sia suI piano bilaterale
che attraverso la UE.
HA
L.G.: Quindi, un accordo-quadro per tutti i campi della ricerca?
P.F.: L'accordo USA-UE conceme tutti i campi della ricerca coperti
dal Programma Quadro. Per quanto riguarda l'accordo Italia-USA,
sono gia stati identificati alcuni campi d'intervento specifici. Per
esempio uno dei progetti piil interessanti proposto dagli Americani
conceme un campo in cui tra l'altro ci sono persone molto brave in
Italia, soprattutto all'Istituto Superiore di Sanita. E' un argomento di
cui si parla sorprendentemente poco. Si tratta di una nuova forma
di sterilita maschile dei mammiferi, dovuta a una serie di composti
ad azione disendocrina che si diffondono nell'ambiente. I primi ad
accorgersene sono stati gli Americani, che avevano notato una forte
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2.1-
Paolo Fasella
PAOLO FASELLA
diminuzione della natalita tra gli animali nei parchi nazionali. C'e
voluto qualche anna per capire a cosa fosse dovuta questa minore
fertilita. Ora, molti, rna non credo tutti i composti resPOnsabili sano
stati identificati. Questi comPOsti possono essere attivi anche sulla
specie umana. Si e quindi aperto un capitolo nuovo suI quale
focalizzare la ricerca. Altri settori identificati per la collaborazione
Italia-USA concernono 10 studio del SIDA, l'epidemiologia cardiovascolare, i vaccini contro la malaria, 10 spazio, l'informatica, la
produttistica, standard, metrologia, ecc.
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(Min. 72)
Dinamica del processo decisionale e rapPOrti tra Commissari e
Direzioni generali...
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2.8
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Cassetta 1, lato B
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P.F.: Per quanto riguarda il funzionamento della Commissione, c'e un
impegno dei funzionari a conservare una discrezione per un certo
periodo di tempo, quindi mi limito ad alcune considerazioni di
carattere generale, 0 meglio, a ricordare nozioni che sono pubbliche.
11 processo decisionale e complesso: comporta una triplice
interazione tra Parlamento, Consiglio e Commissione, ed e in una
fase dinamica. La tendenza e a un aumento del potere del
Parlamento con ogni nuovo Trattato. 11 Parlamento pero rimane
ancora relativamente debale rispetto al Consiglio, che in molti
settori ha "di fatto" l'ultima parola. Per quello che riguarda i
rapporti tra i Commissari e i servizi, direi che sono abbastanza
equilibrati; i dirigenti al di sopra di un certo livello, gli Al (i
Direttori generali) e gli A2 (i Direttori) in base all'articolo 50
possono essere licenziati per decisione della Cominissione senza
motivazione, se non il superiore interesse del servizio. D'altra parte,
per la gestione e anche l'effettiva erogazione di somme, i
Commissari devono agire attraverso Ie Direzioni generali - qUindi c'e
un certo equilibrio. 10 ho lavorato con sei Commissari diversi:
ciascuno aveva il suo stile, il suo modo di fare. Ci sono alcuni
Commissari - non parlo per esperienza solo mia, parlo per
esperienza generale - che preferiscono interagire direttamente con
Ie Direzioni generali lora affldate, e usano il lora gabinetto
soprattutto per seguire gli eventi nel resto della Commissione. Ce ne
sono altri invece che seguono personalmente i rapporti con i colleghi
Commissari, e usano il proprio gabinetto per "controllare" Ie
Direzioni generali. Questo dipende un po' dalle personalita. Antonio
Ruberti, che nei suoi due anni alIa Commissione ha ottenuto risultati
molto significativi nel campo sia della POlitica scientiflca, quali la
rapida adozione del IV Programma Quadro sostanzialmente
migliorato
e
ampliato
rispetto
ai
precedenti,
che
nell'amministrazione rendendo Ie procedure piu visibili ed efflcaci,
era in continuo contatto con i servtzi da lui dipendenti. Ci parlavamo
generalmente piu volte al giorno.
Le istituzioni europee sono nell'insieme lente: c'e, come in tutte Ie
istituzioni, un pericolo di accrescimento della burocrazia - un
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minima di burocrazia e pero necessaria, anche se siamo tutti portati
a lamentarcene. Nell'insieme pero c'e ancora una certa flessibilita;
forse non c'e ancora stato il tempo, i secoli per arrivare ad una vera
sclerotizzazione. Ma certo il pericolo esiste. Bisogna anche
considerare che Ie strutture comunitarie e dell'Unione lavorano in
condizioni di obiettiva difficolta. La molteplicita delle lingue, ad
esempio, sicuramente rappresenta un carico notevole, anche se e
forse uno degli aspetti culturalmente piu ricchi. Lo stesso puo dirsi
della molteplicita delle culture: ci sono addirittura cartoline facete
che mettono in caricatura i lati peggiori di ogni popela e ne
riprendono i "cliche": "In Comunita l'organizzazione e italiana, il cibo
e inglese, la generosita belga, la flessibilita tedesca, e COS! via". Si
considera una sola POssibilita: prendere il peggio di tutti; si
potrebbe pero anche prendere il meglio di tutti. In realta si prende
un po' del bene e un po' del male da ciascuno.
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(Min. 07)
Nella Comunita emerge quella che di fatto - soprattutto con
l'aumento delle telecomunicazioni e la mobilita delle persone - e
diventata una caratteristica europea: l'Europa ha la cultura della
diversita che nasce dalla diversita delle culture - non e un gioco di
parole. In fondo, negli Stati Uniti - anche se negli ultimi anni e
cresciuto l'influsso del mondo orientale e latino-americano - si e
avuto essenzialmente un trapianto delle culture europee, rna con
una forte pressione per l'omogeneizzazione. Lei trova Howard
Johnson lasciando New York e dopo quattromila chilometri di
automobile ritrova 10 stesso Howard Johnson sulla costa occidentale.
Malgrado la vastita del paese, il tipo di vita e abbastanza omogeneo,
a parita di livello sociale; l'inglese e la lingua comune, almena per il
momento. In Europa, no. Se uno vive a Bruxelles e fa un giro la
domenica - lei ci ha vissuto e 10 sa bene - passa in una zona dove
parlano francese, poi dove parlano tedesco (nel Limburgo), poi dove
parlano olandese; se prende il treno doPO tre ore esce fuori a
Londra dove parlano inglese... La diversita linguistica dell'Europa e
una espressione evidente della diversita culturale. Nella Comunita anche se c'e una predominanza dell'inglese e del francese, con il
tedesco che segue e che e aumentato dopo la riunificazione e dopo
l'ingresso dell'Austria e dei paesi scandinavi - c'e un certo gusto del
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Paolo Fasella
PAOLO FASELLA
funzionario comunitario nell'esprimersi in diverse lingue, scegliendo
queHa che al momenta gli sembra la pill adatta per cia che vuol
dire. Questo e un esempio di come una diversita di culture porti alIa
cultura della diversita.
La cultura della diversita e importante; va oltre la pura espressione
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linguistica, nel senso letterale del termine, e si estende anche aIle
diverse abitudini di vita, alla diversa Weltanschauung. La cultura
diversa fa assumere all'Europa anche nuove caratteristiche proprio
perche ogni cultura interagisce fortemente con Ie altre pur
conservando la propria identita. Una volta parlavamo di questo a
Vienna con il dott. Busek che a quell'epoca era vice-Primo ministro
austriaco e ministro della ricerca. Busek ha avuto una battuta
abbastanza viennese: "Ah, l'America ha fatto un hamburger delle
culture europee, mentre l'Europa ha fatto il Wiener Schnitzel. Si
prendono gli stessi ingredienti (carne, burro, pane, ecc.): se si
macinano tutti insieme si ha un hamburger pill 0 meno omogeneo;
mentre l'Europa e un Wiener Schnitzel: la carne rimane carne, 10
strato di prosciutto rimane prosciutto, il formaggio... formaggio, e
l'impanatura... pane. Pero tutti insieme fanno un Wiener Schnitzel."
Confesso che 10 preferisco all'hamburger.
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(Min. 09)
Credo che di risultati abbiamo parlato abbastanza, con degli esempi.
Le prospettive per il futuro...: avevamo detto che adesso c'e questo
quinto Programma quadro, e vedremo che cosa dara.
Andiamo aHora oltre, passando ad aspetti pill personali. La vostra
prima domanda era se c'e stata forse una motivazione anche
inconscia che, oltre che il caso, mi ha spinto a dedicare una parte
abbastanza importante della mia vita alla Comunita - sono stato la
qUindici anni. Ripensandoci, credo di sl. Credo che a livello del
subconscio Ie esperienze della seconda guerra mondiale abbiano
giocato un ruolo determinante. Ero abbastanza piccolo per non aver
dovuto combattere io, rna abbastanza grande per capire cia che
accadeva, soffrire la fame, vedere morire i vicini - una cosa che mi
ha molto traumatizzato. Credo quindi che, come altri della mia
generazione, abbiamo avuto la reazione del "Never again": non
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dobbiamo piu ammazzarci tra di noi, cerchiamo invece di lavorare
insieme. E questo credo che sia stato nel subconscio qualcosa di
molto forte, che mi portava, anche quando mi occupavo puramente
di chimica biologica, ad andare a cercare collaborazioni in altri paesi
europei. Forse - sempre a Hvello personale - vi e stata anche una
certa reazione verso la predominanza della cultura americana.
Grande ammirazione per l'America: mia moglie e americana, Ie mie
figlie sono cittadine americane, ho lavorato molto bene in America e
ricordo quegli anni come molto belli. Ma, alIa fine, io non sono
americana: mi accolgono, lavoro, mi intendo, mi stimano come
individuo, rna sono sempre i "piu bravi". Allora, forse, c'e stato sempre a Hvello del subconscio - anche una motivazione di q uesto
genere: come Italiano non ce la faro mal a essere scientificamente in
un sistema paragonabile a quello americano, rna se ci mettiamo tutti
insieme come Europei possiamo fare qualche cosa che sia
paragonabile. II programma europeo per la fusione nuc1eare e al
livello di queUo americana e forse migliore; 10 stesso per i1 CERN, e
per alcuni campi della biologia molecolare. QUindi forse c'e stata
anche questa motivazione, rna e una cosa molto personale. E poi,
senz'altro, anche il gusto dellavorare insieme, delle diverse culture,
del parlare lingue diverse - tutto questo mi piace.
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Come dicevo prima, credo che questi sentimenti fossero condivisi da
molti, soprattutto della mia generazione e della generazione che mi
ha preceduto, mentre mi sembra che abbiano perso di significato
presso Ie generazioni piu giovani. I giovani non considerano
possibile che Tedeschi e Francesi si sparino cannonate per risolvere
Ie lora dispute; 10 vedono nei film, rna non come una cosa reale. Non
10 sentono piu come un problema attuale, non capiscono piu quanto
sia state importante non spararsi piu addosso. E cio che ha realizzato
l'Unione europea e molto importante, anche se Ie continue
polemiche sulla Comunita e sui suoi fatti e misfatti sono talvolta
sgradevoli. Aile volte, assistendo ad accanite discussioni accanite nel
Consiglio, piu che nel Parlamento - nel Parlamento i dibattiti sono
piu su una base di partito che di paese, mi veniva in mente una
parodia corrente a Bruxelles della famosa frase di von Clausewitz:
"Der Krieg ist eine blosse Fortsetzung der Politik mit anderen
MitteIn - La guerra e una continuazione della politica con altri
mezzi". Secondo la battuta, Bruxelles e i1 proseguimento delle guerre
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PAOLO FASELLA 34
europee con mezzi diversi. Battute a parte, se la guerra e
inevitabile, potendo scegliere i mezzi, preferisco il dibattito al
COREPER al bombardamento di Rotterdam 0 di Berlino. Ma questa e
una visione eccessivamente pessimistica e limitata e di cia che e
l'Unione europea. 11 senso dell'Europa Unita e forse oggi
implicitamente accettato come una cosa naturale; se sia radicato
profondamente 0 meno, non 10 so; vedremo l'impatto della una
moneta comune, prima scadenza.
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(Min. 14)
L.G.: Al di la delle questioni interne alIa Commissione, nel campo dei
ricercatori europei, lei pensa che questa idea di Europa si sia
sviluppata?
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P.F.: 11 buon ricercatore pensa essenzialmente alIa sua ricerca, a
farla nel modo migliore e con chi gli riesce meglio. Indubbiamente,
vi e stata negli ultimi anni una diminuzione delle opportunita negli
Stati Uniti e un aumento delle opportunita in Europa; mentre ancora
negli anni Sessanta e Settanta la maggior parte dei giovani
ricercatori andavano negli Stati Uniti - la collaborazione con gli Stati
Uniti continua e deve continuare -, e ora cresciuta ed e diventata
quasi ugualmente importante l'attivita interna all'Europa. A questo
hanno owiamente contribuito quelle grandi istituzioni delle quali
parlavamo prima come il CERN, per la fisica che ha fatto esempio, 0
l'EMBO per la biologia, I'ESO per l'astronomia, l'ESA per 10 spazio - e
non ultima la Comunita europea. Sicuramente programmi come
"Erasmus", come "Socrates", come il "Science - Human Capital and
Mobility" fanno S1 che adesso ci siano molte piu opportunita di
scambi; e questi programmi assumono un impatto crescente.
D'altra parte, i dati quantitativi riportati nell'ultima edizione
dell'European Report on Science and Technology Indicators (fine del
1997), mostrano chiaramente che la collaborazione intraeuropea sta
aumentando. La vedo un po' dappertutto, ad esempio quando si
fanno i giri con il CREST (Comite pour la Recherche Europeenne en
Science et Technologie) nei vari paesi europei, rna 10 vedo anche
nelle nostre universita. A Roma Tor Vergata, che e la mia universita,
nel Dipartimento di fisica diretto da Sergio Tazzari - una persona
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molto brava che conosco da quando eravamo al MIT nei primi anni
'60 - 1'80-85% delle ricerche sono in collaborazioni essenzialmente
europee; solo il 15% sono esclusivamente italiane 0 flnanziate
interamente da Italiani. Su questo piano, i flsici sono di solito pili
avanti degli altri, rna in molti altri settori, un po' in tutte Ie
discipline, presso i laboratori migliori si sente dire: "Questo l'ho fatto
con il Programma quadro" , come qualcosa che ormai non e pili
nemmeno messa in discussione, fa parte del panorama. Per esempio,
ieri c'e stata la presentazione da parte del Ministro Berlinguer e
Rosy Bindi del nuovo programma per i tumori, e un riferimento
normale era: "SI, rna questo si fara con il quinto Programma
quadro...". La collaborazione europea e diventata un po' parte della
cultura, allo stesso livello e forse in un certo senso pili della
collaborazione con I'America, perche il periodo in cui gli Americani
pagavano una significativa parte della ricerca europea e per il
momenta finito. 10 ho cominciato ad andare in America e a lavorarci
periodicamente nel 1961: per tutti gli anni Sessanta il grosso della
mia ricerca anche in Italia, era pagata dal NIH e dal NSF - erano
soldi americani che io spendevo in Italia oltre che in America.
Adesso, l'America in Italia spende poco, I'Europa in misura
crescente.
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(Min. 18)
Poi ci sono esperienze particolari che a me sembrano emblematiche.
Nell'ambito dell'attivita del Centro, di cui parlavo prima, per la
conversione dal militare al civile della ricerca russa, mi ha fatto
impressione come nelle discussioni con gli altri due "partners" - i
Giapponesi e gli Americani - i Russi si trovassero spesso a maggior
agio con noi. Un delegato russo, buon ricercatore, constatando che ci
eravamo trovati d'accordo rispetto agli altri due, disse: "Ma anche
noi siamo Europei". E cia malgrado la prevalente ammirazione per
gli Stati Uniti. 10 ero stato in Russia a lavorare anche al tempo della
guerra fredda, rna certo l'atmosfera negli anni '90 era cambiata. La
reazione di cui parlavo prima, "Non ci dobbiamo pili combattere tra
di noi", era adesso estesa anche ai Russi che per molti anni erano
stati dall'altra parte della "cortina di ferro". Pera questo e a livello
di sensazione personale.
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(Min. 20)
Come personaggio - e con questo siamo veramente alIa fine - io ho
parlato parecchio di Davignon, che ho rivisto anche recentemente e
Per cui ho una grandissima ammirazione: e sempre difficile come
persona, rna e sempre molto intelligente e molto brillante. L'altra
persona che mi ha molto impressionato e influenzato nella Comunita
- a parte gli scienziati che rientrano in un'ottica differente - e
sicuramente Jacques Delors. Jacques Delors e state Presidente per
quasi dieci anni; ho avuto molti contatti con lui; si interessava molto
alIa scienza oltre che alIa tecnologia. E' molto intelligente, molto
profondo e probabilmente molto tormentato; all'esterno aveva
indubbiamente un aplomb rna quando esaminava i problemi
cercava di approfondirli sempre piil e arrivava molto a fondo. Mi
ricordo lunghe discussioni su quello che aHora cominciava ad
agitarsi nel campo della bioetica: quello che si poteva e cia che non
si doveva fare. In quell'epoca Franc;ois Mitterrand aveva invitato
Jean Dausset, che e un premio Nobel francese che si occupa di
genetica umana, Franc;ois Gros che e tra l'altro - Ruberti 10 ha avuto
quale consulente alIa Commissione
segretario perpetuo
dell'Accademia francese, e me ad andare all'Eliseo. Mitterrand
voleva proprio una vera lezione - ciascuno si portava i propri lucidi
come ad una conferenza scientifica - perche desiderava saperne di
piil sia sull'ingegneria genetica sia su alcuni aspetti dell'embriologia
umana. Naturalmente io ho chiesto il permesso a Jacques Delors
prima di andare a parlare con un capo di Stato europeo. Delors mi
ha allora invitato ad esporgli quello che avrei detto a Mitterrand e,
una volta rientrato, a raccontargli come aveva reagito Mitterrand.
Questo andava un po' oltre la quasi doverosa informazione che il
Presidente doveva avere - forse c'era anche un po' di curiosita
umana.
(Min. 23)
Credo che Delors abbia fatto scelte sostanzialmente corrette per
cercare di uscire dall'impasse tra l'approccio federalista e
l'approccio, diciamo, confederalista. Lui desiderava andare piil
avanti nella edificazione delI'Europa. Voleva oltre che la moneta
unica, avere la POlitica estera comune, il che e molto piil difficile. E'
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sempre difficile che i popoU si uniscano volontariamente e non
perche un Napoleone, un GiuIio Cesare, un Hitler Ii unifka con la
forza. Tuttavia, a Uvello piu tattico che strategico, bisogna
considerare che Ie interazioni quotidiane tra i vari Stati dell'Unione
sono essenzialmente gestite dalla diplomazia, la quale
istituzionalmente - e abituata se non a considerare la poUtica come
la continuazione della guerra con mezzi diversi (per tornare alIa
parodia di Clausewitz), certo a difendere e a far prevalere gU
interessi nazionali. E d'altra parte devo dire che, facezie sulla
diplomazia a parte, molti dei diplomatici che ho conosciuto, in
qUindici anni a Bruxelles, erano di altissimo Uvello ed impegnati in
una costruzione dell'Europa che trascendeva gli interessi nazionali
piu ristretti .
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L.G.: Un ultima domanda, una sua opinione suI possibile ruolo che
scienza e tecnologia hanno svolto nella piu generale costruzione
europea.
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P.F.: E' a diversi piani. Da un lato, la buona tecnologia comune
consente di essere piu uniti; lavorare insieme e piu facile quando i
trasporti e Ie telecomunicazioni funzionano (perche non sussistono
vincoli politico- amministrativi). Su un piano meno banale, tra Ie
varie espressioni della cultura, quella scientifico-tecnologica e per
sua natura forse la piu internazionale: non esiste una "scienza
italiana", 0 una "scienza francese". QUindi e un tipo di attivita in cui
la collaborazione con persone di nazionaUta diversa e piu naturale.
La mobilita nell'Europa delle universita e della ricerca contribuisce
a realizzare una cultura, unitaria nella sua diversita, tipicamente
europea. Le centinaia di migliaia di studenti che, grazie ai
programmi "Erasmus" e "Socrates" hanno frequentato per parecchi
mesi universita di altri paesi europei, e ad un Uvello meno esteso
rna piu profondo, Ie decine di migUaia di giovani ricercatori che
hanno lavorato e lavorano all'estero per due 0 tre anni nell'ambito
del programma "Capitale umano", sicuramente contribuiscono a
creare un clima nuovo in Europa che unisce Ie diverse culture
europee senza mortificarne Ie singolarita.
L'accettare e poi fare proprie Ie altre culture europee, prima
"malgrado" e poi "grazie" alle differenze, riesce, almeno in una
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prima fase, probabilmente piu facile a chi coltiva Ie scienze esatte e
naturali che sono, per la lora stessa essenza, universali. Certo, il
matematico, il fisico, il chimico, il biologo Italiano in Svezia
sperimenta nella vita quotidiana 10 "choc" delle differenze culturali,
rna nellavoro di ricerca ritrova la "sua" cultura professionale che e
universale. Cio facilita la sua comprensione per la societa svedese. II
processo di "comprensione-accettazione" della "diversita" del paese
ospite rispetto al proprio pub risultare piu difficile rna anche piil
remunerativo (anche suI piano professionale), nelle discipline
umanistiche, dal diritto alIa letteratura, che sono intimamente
connesse con la cultura propria del Paese.
AH
L.G.: 10 la ringrazio molto anche a nome della DG X della
Commissione. Grazie mille.
HA
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P.F.: Grazie a lei.
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