hysteria - pdf - Lo Spettacolo del Veneto
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Federazione [email protected] Italiana Cinema d’Essai [email protected] wwww.spettacoloveneto.it Associazione Generale Italiana dello Spettacolo In Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, 2011 INTERPRETI: Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal, Rupert Everett, Jonathan Pryce, Felicity Jones SCENEGGIATURA: Jonah Lisa Dyer, Stephen Dyer FOTOGRAFIA: Sean Bobbitt MUSICHE: Christian Henson MONTAGGIO: Jon Gregory SCENOGRAFIA: Sophie Becher DISTRIBUZIONE: BIM NAZIONALITA’: Gran Bretagna, Francia, Lussemburgo, Usa, 2012 DURATA: 95 min. di Tanya Wexler PRESENTAZIONE E CRITICA A dispetto del tema apparentemente provocatorio, HYSTERIA si rivela sostanzialmente una commedia romantica, che occhieggia più volte alla satira di costume ma mantiene nel tono una leggerezza in grado di strappare sorrisi sinceri e convinti. Mentre il metodo scientifico non è stato ancora sviluppato, e la medicina continua a curare gran parte delle malattie con purghe e salassi, viene sviluppata la diagnosi di "isteria" per descrivere un eterogeneo insieme di sintomi femminili, tra cui la frigidità, la ninfomania, l'ansia e la melanconia. A Londra, il giovane e brillante medico Mortimer Granville va a lavorare presso lo studio di Robert Darlrymple, specialista in malattie femminili che cura l'isteria con un singolare trattamento, consistente nel "massaggio" delle parti intime. Il vecchio medico, che ha sempre la fila nel suo studio e sperimenta ottimi riscontri nel suo trattamento, trova in Granville il perfetto assistente, oltre che un promettente, futuro marito per sua figlia Emily. Tuttavia Darlrymple ha anche un'altra figlia, Charlotte, dal carattere ribelle e intransigente, piena di ideali sui diritti delle donne che la società dell'epoca rigetta come pericolosi. Quando Edmund, un vecchio amico di Robert ossessionato dalla nuova scienza dell'elettricità, inventa un piumino per spolverare elettrico, e il giovane medico ne intuisce una possibile, diversa funzione, le porte della fama per Mortimer sembrano spalancate; ma, parallelamente, il medico si rivela sempre più contagiato dalle idee di Charlotte... Non può che destare curiosità (e qualche risatina) un film con un soggetto come quello di questo HYSTERIA. Tra le tante invenzioni che hanno caratterizzato l'era dell'elettricità, quella del vibratore a batterie è comprensibilmente tra le meno trattate, ma non per questo può essere liquidata come secondaria: arrivata in un periodo in cui vecchio e nuovo collidevano (forse per la prima volta nella storia) in modo così fragoroso, in cui un'invasione di congegni elettrici si preparava a cambiare per sempre la vita delle persone, aprendo la strada al "villaggio globale" teorizzato da Marshall McLuhan, mentre la rigida morale vittoriana si ostentava a reprimere ogni fermento di innovazione dei costumi, l'invenzione del dottor Granville apriva una minuscola breccia in una società solo apparentemente ingessata. La pruderie vittoriana trovava in sé il germe che avrebbe portato, anni dopo, l'universo femminile a una nuova consapevolezza di sé, a nuove esigenze e conseguentemente a nuove rivendicazioni. Un film come quello di Tanya Wexler poteva quindi prendere diverse strade, tra cui quella della satira di costume, della provocazione studiata, persino del dramma o del pamphlet politico. Di fatto, a dispetto del tema apparentemente provocatorio, HYSTERIA si rivela sostanzialmente una commedia romantica, che occhieggia più volte alla satira di costume ma mantiene nel tono una leggerezza in grado di strappare sorrisi sinceri e convinti […]. HYSTERIA non si segnala, così, per particolari intuizioni registiche, né per uno sguardo che, nel XXI secolo, mostri la pretesa (difficilissima da attuare) di scandalizzare o scuotere le convenzioni sociali. Il film della Wexler si limita ad assolvere, con onestà, il suo compito di intrattenere e divertire, gettando anche un po' di luce su un periodo cruciale della storia moderna e sulla misconosciuta genesi di un suo prodotto. Gli approfondimenti, al di fuori delle inevitabili approssimazioni che il film opera, saranno poi compito dello spettatore che dal tema risultasse (eventualmente) incuriosito. ________________________________________________________________________________ di Tanya Wexler (www.movieplayer.it) La storia raccontata dalla Wexler è ‘davvero’ vera, come sottolineato ancor prima di iniziare, portando al cinema un periodo storico condito da cambiamenti tecnologici epocali. Sono gli anni 80 dell’800, gli anni della scoperta dei germi, dell’evoluzione medica e soprattutto del proliferare dell’isteria, fino al 1952 considerata dall’istituto psichiatrico americano un disturbo mentale femminile. Nello smontare tale folle idea, la regista da’ vita ad un titolo convintamente femminista, riuscendo così nella non semplice impresa di costruire un intera pellicola sull’invenzione di un oggetto apparentemente tanto semplice quanto secondario. Il vibratore. Nella psichiatria ottocentesca l’isteria era considerata una forma di nevrosi tipica delle donne, caratterizzata da vari disturbi psichici e da sintomi sensoriali e motori, come l’eccitabilità, l’irritabilità, l’ansia, la malinconia, la ninfomania, la depressione e l’angoscia. Nella pudica Londra vittoriana di quegli anni metà delle donne della città soffrivano di ciò che veniva impunemente definito ‘isteria’. A curarle dottori particolarmente abili con le mani, perché chiamati a solleticarne il clitoride, sino al punto del parossismo. Uno di questi, tale Joseph Mortimer Granville, ebbe l’intuizione che cambiò i costumi sessuali di un’epoca. Il vibratore, prima elettrico e solo dopo a batterie, brevettato alla fine del diciannovesimo secolo e nato per tutt’altri scopi, ovvero per alleviare i blocchi e i dolori muscolari. Ma assai presto le funzioni dell’ingegnoso aggeggio presero tutt’altra strada, regalando la felicità a migliaia di casalinghe britanniche, malate non tanto di ‘isteria’ quanto semplicemente annoiate, perché sessualmente attive ma trascurate dai propri mariti. Prendendo sempre e comunque in considerazione dati storici realmente verificatisi, Tanya Wexler è poi riuscita a dare un’impronta precisa a questo titolo, trasformandolo in un manifesto politico sull’emancipazione culturale e sociale della donna, con tanto di storia d’amore tra i due protagonisti. Al fianco di un affascinante e convincente Hugh Dancy troviamo una passionaria, apparentemente ‘isterica’, generosa e rivoluzionaria Maggie Gyllenhaal, con Jonathan Pryce e un esilarante e deturpato dalla chirurgia estetica Rupert Everett a completare il ricco quadro attoriale. Ricostruita una credibile Londra, divisa tra alta e ricca borghesia e bassifondi poveri e luridi, la Wexler non ha fatto altro che raccontare la nascita di quell’oggetto che negli anni 70 del ‘900 diventerà strumento di liberazione sessuale, scegliendo la non semplice strada della commedia tipicamente britannica, perché esilarante e ricca di dialoghi taglienti e pungenti. Abbandonata immediatamente l’idea di dar vita ad un noioso film ‘biografico’, regista e produttrici hanno così spinto sul pedale dell’acceleratore, volando soprattutto nella prima e ultima parte, portando in sala non solo una storia d’amore e l’invenzione di un semplice ‘oggetto’, bensì lo spirito di cambiamento e progresso che in quegli anni si faceva sempre più pressante. Toccando un argomento ancora oggi clamorosamente ‘delicato’ e per molte donne imbarazzante, Tanya Wexler ha avuto il pregio di volerci ridere sopra senza mai prendersi troppo sul serio, finendo così per confezionare un titolo semplicemente sorprendente, per quanto volutamente ‘leggero’, divertente e ben calibrato. (www.cineblog.it) Intimamente britannico, nello stile, nei ritmi e nei toni della scrittura - e soprattutto per la pudicizia tra l'elegante e il rigido con cui tratta i temi del sesso - HYSTERIA non ha alcuna velleità provocatoria o eversiva, limitandosi a strizzare l'occhio allo spettatore con battute e situazioni che non rischiano di turbare nemmeno gli spettatori più giovani. Perché è sintomatico come il personaggio realmente centrale del film, quello interpretato da una sempre brava Maggie Gyllenhaal, non abbia nulla a che fare con gli aspetti erotici che porteranno all'ideazione del più venduto sex toy di sempre. Invece, la sua Charlotte è una suffragetta in conflitto con il padre conservatore e snob, è l’elemento (in più di un senso) imprevedibile che confonderà il giovane dottore che ha il volto di Hugh Dancy, fino a fargli scoprire di aver messo inizialmente gli occhi sulla sorella sbagliata, e di aver perso dietro al denaro e alla fama quel senso missionario della sua professione che racconta l’incipit del film. In lei si sintetizzano quindi le ambizioni di ritratto socio-politico, così come la voglia di normalizzare la presunta anticonvenzionalità del tema centrale sfumandolo nei canoni di un genere rassicurante. Fortemente appoggiato sulla recitazione dei suoi interpreti (e, in questo senso, Jonathan Pryce e Rupert Everett sono delle garanzie) e sulla scrittura di Stephen e Jonah Lisa Dyer, HYSTERIA fa a tratti sorridere e conta nel complesso su un ritmo abbastanza vivace. (www.comingsoon.it) ________________________________________________________________________________