Isteropolitica - THINK! - 04/07/2016

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Isteropolitica - THINK! - 04/07/2016
É ciò di cui parla un nuovo libro – Byung-Chul Han, Psicopolitica, Nottetempo
2016 – appena recensito [1], che parla dell’avvento della “psicopolitica” al posto della
precedente biopolitica:
l’idea-base è che il peggio lo facciamo liberamente noi, senza padroni esterni:
la recensione correla al fatto l’avvento dell’emoticon, del primato delle emozioni.
Alcuni decenni fa è stata decretate la fine storica dell’isteria:
ma se come dico l’isteria è s-venire, non venire all’appuntamento, tutt’uno con la
drammatizzazione cioè l’amministrazione personale delle emozioni, il nostro è il mondo
dell’isteria – in piazza, in parlamento, in TV, in casa – qui chiamato “psicopolitica”
Il corpo non c’entra più:
non c’è più forma della mano che stringe la coppa (l’affetto) ma solo l’emozione
precostituita del toccare, un algoritmo gestuale e in generale mimico.
Bei tempi quelli antichi quando le emozioni erano una professione retribuita,
come nel caso delle prefiche, donne pagate per piangere ai funerali:
infatti almeno a volte ci guadagnavamo, mentre oggi – e nell’isteria – le
amministriamo poveramente gratis.
lunedì 4 luglio 2016
NOTE
[1] Ezio Mauro, Il fantasma della libertà ai tempi degli emoticon, la Repubblica giovedì 30
giugno.
1
© Opera Omnia di Giacomo B. Contri
THINK! di Giacomo B. Contri
ISTEROPOLITICA