Camila Cabral

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Camila Cabral
IL CARNEVALE
DI ARLECCHINO
JOAN MIRÒ
Camila Cabral 5°F
SCHEDA TECNICA
Opera dipinta intorno al 1924-25 in Francia, Parigi, quando
l’artista era già aderito al Surrealismo. È un dipinto surrealista
che fu interpretato come un “chiarimento del subconscio
umano”, infatti la tecnica utilizzata è quella dell’automatismo
psichico (nonostante il manifesto surrealista di Breton non
fosse ancora stati scritto). Questo è un processo in cui
l'inconscio, che emerge generalmente nei sogni, emerge anche
quando siamo svegli e ci permette di associare parole, pensieri e
immagini senza freni inibitori. Comporta quindi il lasciarsi
trasportare dalle forze dell'inconscio, liberi dal controllo della
mente.
Oggi l’opera è conservata nella Albright-Knox Art Gallery di
Buffalo.
DESCRIZIONE DELL’OPERA
Il carnevale mostrato in "Carnevale di Arlecchino" è un allegro
fare festa.
L'opera si presenta come una "visione", dove tutti gli oggetti
sono fluttuanti e popolano lo spazio, formato da una pittura
primitiva ed infantile, come fossero fantasmi. È un grande
spettacolo di oggetti strani, giocattoli fantastici, diavoletti,
folletti e strani esseri informi.
Il dipinto pullula di oggetti caratterizzanti che possiamo
ritrovare anche in altre opere.
La scala indica la fuga dal mondo e l’evasione, gli animali sono
quelli che amava e di cui sempre si circondava; il gatto è quello
che era sempre al suo fianco quando dipingeva; la sfera nera
sulla destra del dipinto simboleggia il globo terrestre; il
triangolo nero che appare alla finestra evoca la Tour Eiffel; il
cavolfiore, come dice Mirò “ha una vita segreta” ed era quello
che gli interessava, non il suo aspetto.
Per fare questo dipinto Miro utilizza la tecnica di olio
su tela. Il dipinto grazie a questi oggetti e figure
fluttuanti sembra molto dinamico.
I colori utilizzati sono sia freddi che caldi, con una
prevalenza di colori primari. Tutti gli oggetti sono
collocati su uno spazio prevalentemente marrone e
grigio che però non spengono l’allegria e il
dinamismo dell’intera opera.
Per quanto riguarda le forme c’è un insieme di linee
curve contrapposte alle linee più dritte e rigide, per
esempio della scala o del tavolo.
Il principale obiettivo dell’artista era quello di liberare
la fantasia e l’immaginazione dell’artista, fino a quel
momento legata alla tradizione naturalistica ancora
di stampo ottocentesco, ormai sterile e priva di
interesse.
L’AUTORE
Joan Miró, nato a Barcellona il 20 aprile
1893, è stato un pittore, scultore e ceramista
spagnolo, esponente del surrealismo. Egli
cominciò a disegnare dall’età di 8 anni, nel
1912, frequentò l’Accademia Galí , dopodiché
passò al Circolo Artistico di Sant Lluc. Nel
1920 si stabilì a Parigi, conobbe Picasso e nel
1928, la sua esposizione nella galleria
Georges Bernheim lo rese famoso. Nel 1954
Miró vinse il premio per la grafica alla
Biennale di Venezia e nel 1958 il Premio
Internazionale Guggenheim. Per i
riconoscimenti in patria Miró dovette
attendere la caduta del Franchismo a partire
dal 1978 ricevette varie medaglie d'oro, una
in particolare dal re di Spagna Juan Carlos.
Morì nel 1983 a Palma di Maiorca.