CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI

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CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI
CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI
Di EDOARDO CIARAPICA 5°L
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AUTORE : Vincent Van Gogh
DATA : 8 luglio 1890
TECNICA : Olio su tela
DIMENSIONI : 50,3 x 103 cm
UBICAZIONE: Van Gogh Museum,
Amsterdam
DESCRIZIONE
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Ciò che troviamo nell’opera di Van Gogh non è la riproduzione di interno di una
realtà così come essa si è manifestata, ma invece è una proiezione del proprio stato
d'animo, della propria dimensione di sofferenza sulla realtà e quindi un quadro come
questo trasmette una sorta di idillio senza idillio, vediamo una divisione molto precisa
con la linea di orizzonte fino a dove si estende il campo di grano. Inoltre questo cielo
azzurro che è variegato, tendente al blu, carico come se ci fosse un turbamento una
perturbazione della psiche di Van Gogh che si trasmette alla natura a sua volta
perturbata. Poi c’è il campo giallo, e quindi si arriva a questa divisione in due fasce
lunghe con al centro una strada, un cammino, che indirizza verso il limitare
dell’orizzonte, al cui per altro non è dato arrivare se non verso niente; non si va da
nessuna parte, poiché questo viaggio al termine della notte simboleggia un cammino,
al termine del quale si arriva alla coscienza, dove chi prosegue in questo viaggio non
avrà né compagni di cammino né una destinazione, ma procede verso l’ignoto,
procedendo verso il nulla e quindi in questa divisione in due fasce egli inserisce
questo taglio, che simboleggia più che altro una ferita o meglio una strada obbligata,
che conduce a un luogo di morte perché sull'orizzonte il cielo sopra quel campo di
grano si stampano le ombre dei corvi. Corvi che evidentemente vanno a cercare
qualcosa che ha a che fare con la morte su cui essi riversano la loro spinta una spinta
maligna malefica. Perciò questa componente assume una chiave simbolica, in quanto
rappresenta un riferimento simbolico, segnali di una dimensione tormentata, per
questo allora la pittura di Van Gogh sembra rinunciare anche alle Grazie di una
leggerezza del colore, di una trasparenza luminosa, e come indicava un critico
malevolo sembra spremuta direttamente dal tubetto, descritta come una pittura
corposa una pittura spessa, una pittura materialistica e un'apertura in cui la densità
del colore sembra corrispondere a stati d'animo potentemente alterati.
MESSAGGIO
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La forza di van Gogh è appunto quindi di dipingere non la realtà che ha davanti
ma la propria condizione interiore attraverso un pretesto di visione di paesaggio
all'interno, di cielo stellato, che simboleggia il luogo del suo tormento del suo
incubo ecco una sensazione di potente oppressione esistenziale che proviene
anche da un quadro di natura, che potrebbe essere anche una natura il più
libera possibile perché l'orizzonte è lungo c'è il cielo ma invece ci sentiamo
come costretti schiacciati compressi e nel rischio del pericolo di questi corvi che
comunque sono neppure se i corvi reali sono corvi che girano intorno alla testa
come le mosche che sono in riferimento a qualche cosa che rappresenta un
tormento un disturbo alla mente un disturbo mentale una follia. Quindi in
questo campo di grano con il volo di corvi è in realtà l’espressione di uno stato
di inquietudine, di uno stato di follia, che sentiamo tutto; è un quadro che non
ci dà pace, che non ci comunica la serenità della campagna esattamente
l'opposto della visione di Van Gogh di un campo di grano con papaveri dove si
percepisce la felicità della natura. Qui infatti, la natura è veramente matrigna è
una natura crudele che ti fa male che ti colpisce è natura che ha dentro di sé
delle spinte malefiche ecco di questo male, van gogh è il pittore più grande,
egli dipinge il male di vivere dipinge la malignità della natura, dipinge la
condizione di crudeltà e allora viene in mente che forse ispirandosi a un’opera
come questa il poeta italiano Montale , questa cosa l’aveva indicata «Spesso il
male di vivere ho incontrato» e con questa idea del male di vivere questa idea
di una natura che trasmette qualcosa che non è rassicurante è tutta in questo
capolavoro di van gogh.
EDOARDO CIARAPICA 5°L