11 Luglio 2016 SicilianotizieBlog

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11 Luglio 2016 SicilianotizieBlog
16/7/2016
Cinema di Frontiera: riscatto ed emancipazione, le storie delle giovani donne del mondo – Sicilia notizie blog
Sicilia notizie blog
Cinema di Frontiera: riscatto ed emancipazione, le storie
delle giovani donne del mondo
PUBLISHED ON 11 luglio 2016 by Staff 3
Marzamemi – Il risca o e l’emancipazione dei popoli passa a raverso gli occhi delle giovani donne.
Dall’India all’Italia. Questo il filo condu ore dei 6 film in concorso alla XVI edizione del Festival
Internazionale del Cinema di Frontiera che si svolgerà dal 25 al 31 luglio a Marzamemi. Come ogni
anno, l’evento dire o da Nello Correale è organizzato dal Centro Commerciale Naturale
“Marzamemi” e dal cinecircolo Cinefrontiera e sostenuto dal Comune di Pachino e dalla Banca di
Credito Cooperativo di Pachino. Ecco le sinossi dei sei film in concorso.
La capacità di sognare, nonostante la terribile realtà in cui ci si trova a vivere, è la forza motrice di
Sonita, il primo dei sei film in concorso per la sezione lungometraggi della sedicesima edizione del
Festival Internazionale del Cinema di Frontiera di Marzamemi, in programma dal 25 al 31 luglio.
Sonita, film documentario di Rokhsareh Ghaem Maghami, racconta la storia di una giovane donna
che sogna di diventare una cantante rapper. Sonita Alizadeh, rifugiata afghana a Teheran, è una
ragazza fiera, orgogliosa e dotata di una tenacia che la porta a inseguire i suoi ideali con una forza e
un’energia ammirabili. Un film dall’alto valore testimoniale, un racconto di una forza prorompente,
Sonita ha anche il merito di portare avanti la riflessione sulla natura del documentario oggi, sui limiti
e sull’etica che finora ha sempre bloccato il regista dietro a una linea immaginaria da cui osservare la
realtà in maniera imparziale, presupponendo il valore e l’opportunità di un coinvolgimento dire o
nel racconto.
Il 26 luglio, sarà invece la volta de La sposa bambina, l’esordio al lungometraggio di finzione di
Khadija Al Salami, regista e produ rice yemenita, basato sul romanzo autobiografico di Nojoud Ali –
I am Nujood, age 10 and divorced – scri o insieme con la giornalista DelphineMinouisato. La Sposa
Bambina racconta la storia di Nojoom, una bambina yemenita costre a dalla sua famiglia a sposare un
uomo 20 anni più grande di lei. Vi ima di ogni sorta di violenza fisica e psicologica riesce a fuggire
dal suo sposo aguzzino, o enendo il divorzio all’età di 10 anni. Il film ha anche un tenore
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autobiografico – la stessa regista a 11 anni è andata in sposa a un uomo di oltre 20 anni più vecchio, 1/3
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Cinema di Frontiera: riscatto ed emancipazione, le storie delle giovani donne del mondo – Sicilia notizie blog
autobiografico – la stessa regista a 11 anni è andata in sposa a un uomo di oltre 20 anni più vecchio,
dal quale è riuscita ad affrancarsi – che rende La sposa bambina un documento autentico nel
rappresentare l’orribile pratica del matrimonio infantile, allargando lo sguardo alle complessità insite
negli strati più poveri della società yemenita.
Il terzo film in concorso, Tra la Terra e il cielo (mercoledì 27 luglio), ci porta invece sulle rive del
Gange dove, tra i mutamenti della contemporaneità e le richieste della tradizione, si incrociano e si
mescolano le vite di vari personaggi con le loro storie di amore, libertà, emancipazione. Film
d’esordio di NeerajGhaywan, Tra la terra e il cielo, si discosta dal panorama di Bollywood e dal cinema
indiano che solitamente si affaccia sulle sale occidentali. Nell’intrecciarsi di due storyline, il focus del
racconto lascia da parte i colori e i paesaggi tipici dell’immaginario indiano, per focalizzarsi sulle
storie di giovani stanchi della chiusura della società in cui vivono e pronti a seguire la loro idea di
progresso. Il malessere della nuova generazione che si affaccia in questo tipo di realtà sociale è
raccontato con una scri ura delicata, capace di me ere in evidenza la stratificazione emotiva su cui
poggiano le contraddizioni che scuotono i giovani protagonisti.
Con The Eichmann Show di P. Andrew Williams (giovedì 28 luglio) ci spostiamo nel 1961, l’anno in
cui il criminale nazista Adolf Eichmann venne processato per crimini contro l’umanità. La pellicola,
costruita con l’alternanza di materiali di repertorio e riprese originali, ha un duplice valore storico‑
documentale: oltre a porre in evidenza l’imperturbabilità di un uomo di fronte alle atrocità
commesse, pone riflessioni importanti sul potere della comunicazione e della televisione in
particolare. La trasmissione televisiva del processo, affidata al regista ebreo Leo Hurwi`䁀, da 10anni
nella lista nera del maccartismo, è la prima occasione per il mondo intero di assistere alle
testimonianze sconvolgenti dei sopravvissuti e quindi prendere dire amente coscienza delle
dimensioni dell’Olocausto.
Il concorso prosegue con Appena apro gli occhi di Lejla Bouzid, regista trentenne al suo primo
lungometraggio di finzione. La storia è ambientata a Tunisi, nell’estate 2010, pochi mesi prima della
Rivoluzione. L’ambientazione in un periodo recentissimo della storia della Tunisia è un’operazione
che ha il pregio di so rarre dall’oblio quei 23 anni di Ben Ali al potere, in cui paura, accusa, violenza
erano espressione di un altro terrore, non certo meno soffocante di quello che si affaccia oggi sulla
nazione nordafricana. All’interno di questo scenario politico‑sociale assistiamo ai sogni di Farah,
dicio enne appena diplomata che la famiglia vorrebbe medico. MaFarah vuole fare la sua parte in
difesa delle libertà civili, canta in un gruppo politico rock, s’innamora, vive la no e nella ci à. Il
crescendo emozionale del film è sostenuto dai momenti musicali che riescono a sintetizzare
efficacemente il contenuto di una semplice richiesta di libertà: non solo di suonare e cantare, ma
anche e sopra u o di vivere. Tramite una regia che si serve delle riprese documentaristiche di luoghi
reali, il racconto si accresce di una forte tensione drammatica in cui al dramma sociale vissuto dalla
ragazza si affianca il confli o con la madre.
L’ultimo film in concorso lascia spazio all’Italia: Fiore di Claudio Giovannesi, che racconta del
desiderio d’amore di una ragazza adolescente vissuto con una forza in grado di infrangere ogni
legge. Dafne è una giovane problematica che finisce in carcere in seguito a una rapina, qui incontra
Josh, anche lui dentro per rapina, di cui s’innamora perdutamente. Tra le ere clandestine, sguardi in
lontananza e fugaci conversazioni da dietro le sbarre, i due giovani intessono una relazione che
descrive l’esperienza del carcere non solo come privazione della libertà, ma anche come mancanza
d’amore. Con delicatezza e pregnanza emotiva, Fiore ci narra della purezza di un sentimento che si
eleva a speranza di poter cambiare il corso di un’esistenza che pare già segnata.
«Si tra a di una selezione di film – commenta Nello Correale, ideatore e dire ore artistico del Festival
Internazionale del Cinema di Frontiera di Marzamemi – provenienti dai festival di tu o il mondo, da
Cannes al Sundance, da Venezia a Toronto. Una selezione che porta sullo schermo della piazza
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grande di Marzamemi un messaggio chiaro: le giovani donne, dall’India all’Italia, dallo Yemen agli 2/3
16/7/2016
Cinema di Frontiera: riscatto ed emancipazione, le storie delle giovani donne del mondo – Sicilia notizie blog
grande di Marzamemi un messaggio chiaro: le giovani donne, dall’India all’Italia, dallo Yemen agli
Usa, sono le protagoniste del risca o e dell’emancipazione di sé e dei loro popoli».
CATEGORIES CINEMA • TAGS APPENA APRO GLI OCCHI, FESTIVAL DEL CINEMA DI
FRONTIERA, FIORE, LA SPOSA BAMBINA, MARZAMEMI, NELLO CORREALE, SEBASTIANO
GESÙ, SONITA, THE EICHMANN SHOW, TRA LA TERRA E IL CIELO
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