“Potere assoluto” di Clint Eastwood

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“Potere assoluto” di Clint Eastwood
Oratorio - Centro
Giovanile - Don
Bosco
via B. M. Dal Monte,
12 40139
BOLOGNA
Comune di
Bologna
Quartiere Savena
C.G.S. “Vincenzo Cimatti”
Progetto CINEMAINSIEME
in collaborazione col circolo ARCI Benassi
“Clint Eastwood”
Omaggio ad un grande regista
Un ciclo di tre storie rappresentative del lavoro di questo personaggio anche dietro la
cinepresa:
1. martedì 14 febbraio 2012 “Potere assoluto”
2. martedì 21 febbraio 2012 “Mystic River”
3. martedì 28 febbraio 2012 “Gran Torino”
1
martedì 14 febbraio 2012 ore 20:45
verrà proiettato, in sala audiovisivi dell’oratorio, il film
“Potere assoluto”
di Clint Eastwood
SCHEDA
titolo
Potere assoluto (tit. orig.: Absolute
Power)
distribuito da Medusa
Clint Eastwood (Luther Whitney)
[dopp. da Michele Kalamera], Gene
Hackman (il presidente Allen
Richmond) [dopp. da Oreste Rizzini],
Ed Harris (Seth Frank) [dopp. da
Massimo Wertmüller], Laura Linney
(Kate Whitney) [dopp. da Claudia
Catani], Scott Glenn (Bill Burton)
[dopp. da Ennio Coltorti], Dennis
Haysbert (Tim Collin), Judy Davis
interpreti (Gloria Russell), E. G. Marshall
(Walter Sullivan) [dopp. da Gianni
Musy], Melora Hardin (Christy
Sullivan), Kenneth Welsh (Sandy
Lord), Penny Johnson (Laura
Simon), Richard Jenkins (Michael
McCarty), Mark Margolis (Red
Brandsford), Elaine Kagan (Valerie),
Alison Eastwood (studentessa
d'arte), Kimber Eastwood (guida
turistica della Casa Bianca).
fotografia Jack N. Green
musiche Clint Eastwood; Lennie Niehaus
sceneggiatura David Baldacci; William Goldman
regia Clint Eastwood
produzione
USA,
1997
genere Drammatico/thriller
durata 2h 01'
Luther Whitney, professionista del furto, prossimo al ritiro, si prefigge un
ultimo grande colpo per chiudere la carriera in bellezza. Ma non può
prevedere che la padrona di casa abbia rinunciato all'ultimo di partire per il
trama week-end insieme al marito, e soprattutto che riceva in casa il suo amante,
il Presidente degli Stati Uniti. Assiste all'omicidio involontario della donna
da parte delle guardie del corpo del Presidente, ma il caso viene insabbiato
e da quel momento diventa un personaggio scomodo, da eliminare...
Recensioni.
ACEC.
Soggetto: Luther Whitney è un ladro perfezionista e solitario. Dopo anni di prigione, ormai
prossimo alla pensione, decide di imbarcarsi in un'ultima impresa. Sa che il miliardario
Sullivan è in partenza per le Bahamas con la moglie Christie, e Luther studia nei minimi
particolari il furto nella sua lussuosa villa. Succede invece quello che non poteva prevedere: in
piena notte, sentiti dei rumori, si rifugia nel caveau, che è in realtà un ufficio che, grazie ad
uno specchio finto, guarda nella camera da letto dove arriva Christy in atteggiamento intimo
con Alan Richmond, protetto di Sullivan e presidente degli Stati Uniti. Il rapporto tra i due
sfocia in un momento violento, al ter-mine del quale gli agenti della scorta uccidono Christie. Il
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caso viene affidato al detective della omicidi Seth che sospetta subito di Luther, come unica
persona in grado di introdursi in quella casa. Ma Luther a sua volta capisce di essere braccato
dagli agenti del servizio di scorta che vogliono eliminarlo e si preoccupa dell'incolumità della
figlia Kate, che è vice procuratore distrettuale. Il gioco degli inganni prosegue, fino a quando
Sullivan capisce la realtà dei fatti ed è costretto a rimettere in discussione tutta la propria
amicizia con il presidente.
Valutazione Pastorale: è un film d'azione dinamico e ben congegnato, nel quale tornano
alcuni ingredienti tipici del genere americano politico-avventuroso (la figura del presidente e la
sua vita privata, il suo rapporto col potere economico, i conflitti tra le varie forze dell'ordine...),
affiancati stavolta dal protagonista, un ladro gentiluomo al quale Clint Eastwood conferisce
caratteristiche di misura e di eleganza. Dal punto di vista pastorale, va evidenziato un
generale realismo di fondo della vicenda, ben orchestrata tra vicende pubbliche e psicologie
individuali , con adesione sensibile al rapporto tra padre e figlia che vogliono, nonostante tutto,
restare affettivamente legati. Riserve sono da avanzare per la sequenza iniziale del rapporto
tra Christie e Alan.
Morandini 2010.
Al presidente degli Stati Uniti non basta portarsi a letto la moglie del suo migliore amico e
sostenitore, ma la picchia. Le guardie del corpo uccidono la donna prima che sia lei a uccidere
il presidente. Da una cabina-armadio, attraverso uno specchio-spia, Luther Whitney,
professionista del furto, assiste al fattaccio e fugge. Comincia la caccia al ladro. Scritto dal
sagace William Goldman sulla base di un romanzo di David Baldacci, è “film politico, film
familiare, film sul vedere non essendo visti, film sul potersi di nuovo dare a vedere, film
epifanico, film minore persino troppo perfetto” (B. Fornara). A Whitney, che disegna in un
museo, una donna chiede: «Lavora con le mani, vero?». Anche C. Eastwood è un regista
inserito nella tradizione artigianale del cinema, abituato a fare film come si fa un mestiere: con
le mani e con gli occhi.
Francesco Bolzoni (“Avvenire”, 23 maggio 1997).
A parte incongruenze e inverosimiglianze, scontate nel 'genere', Potere assoluto è intrigo
avvincente. E, alla scacchiera consueta, Eastwood aggiunge due notazioni interessanti:
l'affetto profondo ma non esibito dello scassinatore per la figlia, e le motivazioni (il disgusto
dell'ipocrisia del presidente) che lo spingono a non mollare la presa.
Tullio Kezich (“Il Corriere della Sera”, 19 maggio 1997).
Forse talune sorprese sono inutilmente pasteggiate (perché rivelare che il manesco puttaniere
è il Presidente solo dopo 45 minuti, quando sta scritto su tutte le anticipazioni del film?) ed
ogni tanto Clint si concede qualche tocco di autocompiacimento in più. Però questo è cinemacinema al più alto grado di consumo, presentato in una confezione perfetta e contenente la
sorpresa cui alludevo all'inizio: un granello di sana ed autentica rabbia.
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Lietta Tornabuoni (“La Stampa”, 19 maggio 1997).
Eastwood regista non è al suo meglio, Eastwood attore rimane irresistibile: e non è poco
(magari, anzi, è troppo) fare un film in cui il cattivo è il presidente degli Stati Uniti, beone,
donnaiolo, sadico, bugiardo, ipocrita, traditore dell'amicizia, mandante di assassinii, aspirante
strangolatore.
Paolo Mereghetti (“Sette”, 15 giugno 1997).
Dopo il western, il road-movie che finisce in tragedia e il melodramma, adesso tocca al
poliziesco: Eastwood si trova benissimo nel cinema di genere, ne padroneggia le regole con la
semplicità dei maestri asciugandone l'enfasi postmoderna e vivificandolo con la malinconia
della sua disillusione. Così è anche per la storia del ladro che scopre prima la violenza e poi la
meschinità del presidente degli Stati Uniti, disposto a ogni bassezza per non incrinare il
proprio potere: il film inizia come un thriller, continua come lezione di morale, in nome di quei
valori che il mondo sembra aver dimenticato, e finisce con il coraggio del pessimismo. E la
necessità dell'azione. Quasi un testamento, perfino con un paio di battute a effetto per
vendicare un'idea di cinema essenziale e intensa, come solo i grandi artigiani sanno ormai
fare.
Mereghetti 2011.
Il ladro Luther Whitney (Eastwood) vede gli uomini della scorta del presidente americano Alan
Richmond (Hackman) uccidere una sua amante (Hardin).Unico depositario della verità,
inseguito dalla ignara polizia e dai servizi segreti, vulnerabile nel suo unico affetto, la figlia
Kate (Linney), Whitney farà la cosa giusta, anche se non c’e’ nessuna gioia, questa volta, nel
trionfo della giustizia. Eastwood ha girato uno dei suoi film più cupi, complesso nel tema e
senza facili soluzioni, quasi bloccato in un gioco snervante di verità e menzogne, ma capace
di colpire a fondo, con un coraggio e una radicalità rare nel cinema americano recente. Da
antologia la scena quasi lynchiana del ladro voyeur e quella dell’attentato in stile JFK. William
Goldman, Oscar per Tutti gli uomini del presidente, trova pane per i suoi denti nel romanzo di
David Baldacci (pubblicato in Italia con lo pseudonimo di David B. Ford), anche se la
sceneggiatura ha qualche buco. Magistrali, come sempre, la fotografia di Jack N. Green e il
montaggio di Joel Cox.
Arrivederci a martedì 21 febbraio 2012, per vedere
“Mystic River” di Clint Eastwood
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C.G.S. “Vincenzo Cimatti” – presso Oratorio San Giovanni Bosco
via Bartolomeo M. dal Monte 14, 40139 Bologna tel.051467939
sito web: http://www.donbosco-bo.it
e-mail: [email protected]