2009 Kafka De Angelis - People – Università di Pisa

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2009 Kafka De Angelis - People – Università di Pisa
PRONOMI AMBIGUI IN KAFKA1
Marina Foschi Albert (Pisa)
––– 1. PREMESSA
In uno dei suoi lavori dedicati all’esperienza filologica, ermeneutica ed estetica, De
Angelis descrive il «rivelarsi di senso» dell’opera con la «metafora del treno»:
S’immagini un treno che corre davanti a una siepe: la casa che è al di là appare a tratti e
per parti sempre diverse; il restare dell’immagine sulla retina c’illude di possedere l’immagine tutta intera, ma ciò è dovuto solo alla velocità del treno: la ricostruzione della casa è
una nostra ipotesi e se il treno si fermasse non vedremmo proprio nulla2.
L’immagine mostra come la logica che l’interprete scorge nell’opera sia solo «fantasmatica».
Interpretare per De Angelis, come si legge altrove3, è «fare metafisica»: mettere in luce quel
patrimonio comune alla storia e alla cultura dell’umanità che si realizza nel sistema
dell’opera e oltre, nel momento in cui il sistema mostra i suoi limiti. Poiché l’opera letteraria
non è un sistema filosofico, muovendosi essa nel mondo delle immagini e non in quello della
pura concettualità, il suo «sistema» può contenere delle incongruenze4. L’interprete non
dovrebbe tentare di ricondurre a logica le illogicità, di far quadrare tutto, cercare coerenza
nelle incongruenze; il bravo interprete, al contrario, mostra rispetto e timidezza di fronte al
testo, sa di poter dire solo cose secondarie, non pretende di penetrarlo ed esaurirlo, sceglie
invece di restargli accanto il più a lungo possibile – recitandolo, mimandolo, mettendolo in
scena, parlando di quello che vuole: di sillabe, metrica, suoni verticali e orizzontali5. Il sistema da lui ricostruito avrà, in ogni caso, un versante strutturale, verificabile, e un versante
simbolico-culturale. Il primo versante, la materialità del testo, è la «zona della filologia»6.
È in questa zona che intendo muovermi nel presente lavoro, parlando, in particolare,
di strumenti, ossia delle possibilità offerte alla filologia del testo dallo strumentario dei moderni studi grammaticali. L’analisi del peculiare sistema linguistico che è attributo dell’opera
letteraria – ciò che chiamiamo stile – considera i fenomeni linguistici non singolarmente,
come stilemi isolati, ma nel loro regolare apparire e farsi sistema. Lo stile del testo poetico
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Il presente lavoro è stato realizzato nel gennaio 2008, durante un soggiorno di ricerca presso lo Institut für
Deutsche Sprache di Mannheim reso possibile dalla Alexander von Humboldt Stiftung, che desidero qui ringraziare. Un ringraziamento anche a Hardarik Blühdorn, Serena Grazzini, Horst Sitta per alcuni suggerimenti.
Alla vigilia della partenza avevo esposto la mia idea a Sandro Barbera: è purtroppo mancato il tempo per
sottoporre al suo pacato e acuto giudizio critico il risultato dei suoi amichevoli consigli e incoraggiamenti.
E. DE ANGELIS, Finzioni Contingenza Sistema. Su letteratura e dintorni, «Jacques e i suoi quaderni = JsQ», Pisa
25 (2007), 49, p. 16. (Da ora in poi citate mediante la sigla: FCS).
Cfr. E. DE ANGELIS, Perorazioni metafisiche ovvero Bilancio di interpretazioni empiriche, «JsQ», Pisa 13 (1995),
25*, p. 25–26. (Da ora in poi citate mediante la sigla: PM).
Cfr. E. DE ANGELIS, PM, p. 29.
Ibidem, p. 31.
Cfr. E. DE ANGELIS, FCS, p. 69.
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si delinea in base alle scelte compiute all’interno del repertorio di possibilità espressive
offerte dal sistema. La sua descrizione equivale in questo senso a una descrizione dei suoi
usi grammaticali, rapportati a quelli standard. Affinché tale descrizione sia possibile, l’analisi
si avvale di criteri grammaticali che non si limitano a una «periclitante»7 classificazione
formale del fenomeno linguistico, ma ne valutano anche l’aspetto funzionale, sintattico e
semantico.
––– 2. IL VERSANTE GRAMMATICALE – IN KAFKA
Intendo saggiare la fecondità dell’approccio grammaticale allo stile del testo letterario,
sulla base della narrativa breve di Kafka. La scelta non è casuale: nei testi kafkiani è di
sovente rilevata l’esistenza di sistemi di segni (situazioni, atti, battute), collegati da innegabile evidenza narrativa; tra i vari sistemi di segni, la vastissima critica kafkiana ha tendenzialmente trascurato quello che, essendo il testo letterario un oggetto linguistico, è forse il
più evidente8. L’attenzione privilegiata per il sistema grammaticale può offrire, a mio parere,
nuovi spunti alla conoscenza di un mondo di immagini già tante volte percorso.
A motivare l’indagine linguistica è l’incongruenza logica dei testi di Kafka, argomento
più volte rilevato dalla critica9, dal quale scaturisce la seguente riflessione: se il testo, per
definizione linguistica, risponde a una logica di coerenza, le strutture degli incongrui testi
kafkiani paleseranno caratteristiche di incongruità. Tali incongruità non si manifestano peraltro a livello grammaticale: i testi di Kafka sono tendenzialmente conformi alle regole del
sistema e non di rado rivelano elementi di simmetria strutturale. L’incongruità trasmessa dai
testi di Kafka dipende dunque – questa la tesi che intendo dimostrare – da una violazione
di principi pragmatici. Nel dialogo che i testi di Kafka instaurano con il lettore può intravedersi, in altre parole, una violazione di quel principio di cooperazione che Grice vede valere
nell’interagire comunicativo:
Make your conversational contribution such as is required, at the stage at which it occurs,
by the accepted purpose or direction of the talk exchange in which you are engaged10.
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Come afferma De Angelis, interpretando il senso delle analisi linguistiche di Ambrosini: «Noi possiamo analizzare solo la forma che c’è e con tutto il rigore detto, però (pare di dover aggiungere) senza dimenticare che
essa è periclitante e, comunque, non più che indizio». (Cfr. E. DE ANGELIS, Prefazione, in R. Ambrosini, Parola
come ipotesi. Analisi di strutture letterarie, «JsQ», Pisa 17 (1999), 32, pp. 9–17, qui p. 13).
Le principali correnti di studio riguardano ancora oggi i nessi tra opera e biografia, opera ed ebraismo. (Cfr.
K.-D. MÜLLER, Franz Kafka. Romane, Schmidt, Berlin 2007, pp. 24–34).
Come osserva De Angelis, l’opera di Kafka contiene grosse incongruenze, ineludibili per il suo modo (incongruo) di lavorare, che spesso non vengono notate dai lettori, essendo il mondo da lui messo in scena parimenti
ossessivo e incongruente. (Cfr. E. DE ANGELIS, FCS, pp. 106–107). Dell’innegabile «incongruenza e contraddittorietà» della logica narrativa di Kafka parla anche Luciano Zagari. (Cfr. L. ZAGARI, ‹Con oscillazioni maggiori e minori›. Paradossi narrativi nel «Processo» di Kafka, in L. Z. (a cura di), Franz Kafka, Intercontinentalia,
Napoli 1983, pp. 145–188, qui p. 149). Analogamente Barbara Neymeyr. (Cfr. B. NEYMEYR, Zersetzung logischsemantischer Strukturen, in B. N., Konstruktionen des Phantastischen, Winter, Heidelberg 2004, p. 225; cfr.
anche B. NEYMEYR, Konstruktionen des Phantastischen. Die Krise der Identität in Kafkas «Beschreibung eines
Kampfes», cit., p. 8).
H. P. GRICE, Logic and Conversation, in P. Cole – J. Morgan (a cura di), Speech Acts (Syntax and Semantics 3),
Academic Press, New York 1975, pp. 41–58, qui p. 45.
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Facciamo un esempio: la grammatica dei testi di Kafka, come detto, non sembra
incongrua rispetto alle regole codificate del sistema. La sintassi, ad esempio, è conforme
allo standard e fa uso parco di figure sintattiche, specialmente di quelle che si vuole
idonee a trasmettere polisemia e ambiguità semantica, quali aposiopesi o ellissi (esempio
12). Altre strutture rimarchevoli, come il parallelismo in (1), sono grammaticalmente
possibili.
(1)
[1] Wenn man sich am Abend endgültig entschlossen zu haben scheint, zu Hause zu
bleiben, den Hausrock angezogen hat, nach dem Nachtmahl beim beleuchteten Tische
sitzt und jene Arbeit oder jenes Spiel vorgenommen hat, nach dessen Beendigung man
gewohnheitsgemäß schlafen geht, [2] wenn draußen ein unfreundliches Wetter ist,
welches das Zuhausebleiben selbstverständlich macht, [3] wenn man jetzt auch schon
so lange bei Tisch stillgehalten hat, daß das Weggehen allgemeines Erstaunen hervorrufen müßte, [4] wenn nun auch schon das Treppenhaus dunkel und das Haustor gesperrt
ist, [5] und wenn man nun trotz alledem in einem plötzlichen Unbehagen aufsteht, den
Rock wechselt, sofort straßenmäßig angezogen erscheint, weggehen zu müssen erklärt,
es nach kurzem Abschied auch tut, je nach der Schnelligkeit, mit der man die
Wohnungstür zuschlägt, mehr oder weniger Ärger zu hinterlassen glaubt, [6] wenn man
sich auf der Gasse wiederfindet, mit Gliedern, die diese schon unerwartete Freiheit, die
man ihnen verschafft hat, mit besonderer Beweglichkeit beantworten, [7] wenn man
durch diesen einen Entschluß alle Entschlußfähigkeit in sich gesammelt fühlt, [8] wenn
man mit größerer als der gewöhnlichen Bedeutung erkennt, daß man ja mehr Kraft als
Bedürfnis hat, die schnellste Veränderung leicht zu bewirken und zu ertragen, [9] und
wenn man so die langen Gassen hinläuft, – dann ist man für diesen Abend gänzlich
aus seiner Familie ausgetreten, die ins Wesenlose abschwenkt, während man selbst,
ganz fest, schwarz vor Umrissenheit, hinten die Schenkel schlagend, sich zu seiner
wahren Gestalt erhebt11.
La particolarità strutturale in (1) riguarda l’occupazione abnorme del campo preverbale
(Vorfeld) con nove frasi condizionali (numerazione consecutiva). Ciononostante, la frase
dichiarativa (grassetto) rispetta il modello sintattico standard XV (un costituente in Vorfeld,
verbo in seconda posizione). La struttura produce un forte ritardo nell’enunciazione del
rema (l’informazione nuova) tramite il verbo della principale – e probabile sconcerto nel
lettore, cui la lunghezza dell’attesa produce forse una sorta di «ansietà». Ammettendo ciò, si
potrebbe parlare di struttura costitutivamente «ansiosa». Che si accetti o no l’idea del profilo
informativo «ansiogeno», certo è che il testo di Kafka, nel brano in questione, pur non violando le regole sintattiche di funzionamento del sistema linguistico, ne viola quelle pragmatiche.
In quanto «incongrui», i testi di Kafka violerebbero, in particolare, la massima di modo,
nel momento in cui statuisce di evitare opacità e ambiguità di espressione12. Intendo vagliare
detta ipotesi, cercando di individuare eventuali mezzi grammaticali non cooperativi, pro11
12
F. KAFKA, Der plötzliche Spaziergang, in F. K., Gesammelte Werke in zwölf Bänden, a cura di H.-G. Koch,
Fischer, Frankfurt/M. 1994, vol. I, pp. 19–20.
Le massime conversazionali di Grice (quantity, quality, relation, manner) rispondono, secondo la sua teoria,
alle aspettative dei partecipanti alla conversazione. La massima di modo recita, tra l’altro: «Avoid obscurity
of expression» – «Avoid ambiguity». (Cfr. H. P. GRICE, Logic and Conversation, cit., p. 46).
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motori di un rinvio opaco o ambiguo al mondo reale13. Per verificarla, procederò (1) alla
ricerca di un fenomeno grammaticale inerente il livello testo; (2) all’analisi del funzionamento del fenomeno su più testi; (3) al coinvolgimento di un tertium comparationis, in base
alle seguenti considerazioni: (1) l’attenzione per il livello transfrastico garantisce l’identificazione di fenomeni sintattici che interessino la logica di configurazione del testo intero e non
di stilemi isolati; (2) il ricorso a più testi permette di accertare eventuali regolarità riguardanti lo stile di Kafka e non la configurazione di un singolo racconto; (3) il termine di
confronto permette di classificare le caratteristiche salienti come stilemi dell’autore e non
tratti conformi a un sistema più generale, ad esempio a una particolare variante (sociale,
storica o regionale) del tedesco.
Il corpus, consistente di 18.190 parole, comprende 29 racconti delle raccolte Ein
Landarzt (1919) (1–12) e Betrachtung (1920)14. Il secondo corpus, raccolto a scopi di
confronto e quantitativamente congruo per numero di parole (18.100), epoca e
provenienza dell’autore, consta dei primi cinque capitoli del testo Der letzte Deutsche von
Blatna, appartenente alle Böhmische Novellen (1919) dello scrittore e critico boemo Fritz
Mauthner (1849–1923)15.
––– 3. PRONOMI AMBIGUI
Costituisce oggetto di analisi l’uso dei pronomi e della referenza pronominale16. La
scelta dipende da due motivi: (a) la frequenza d’uso tendenzialmente alta di forme pronominali nei testi di Kafka; (b) la funzionalità di un segno definito «difficoltoso» dal punto di
13
14
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16
Affinché non si sollevi il minimo dubbio al riguardo, premetto che, se venisse provata, una siffatta constatazione non implicherebbe in alcun modo una valutazione negativa della modalità espressiva del testo e della
sua qualità letteraria. Il testo letterario, in ottica pragmatica, può essere visto come orientato non verso l’«efficienza», bensì l’«effettività» comunicativa: «Die Effizienz eines Textes hängt vom möglichst geringen Grad
am Aufwand und Anstrengung der Kommunikationsteilnehmer beim Gebrauch des Textes ab. Die Effektivität hängt davon ab, ob er einen starken Eindruck hinterläßt und günstige Bedingungen zur Erreichung eines
Ziels erzeugt». (R.-A. DE BEAUGRANDE – W. U. DRESSLER, Einführung in die Textlinguistik, Niemeyer, Tübingen 1981, p. 14).
Il testo dei racconti delle raccolte Ein Landarzt (1919) (1–12) e Betrachtung (1920) (13–29) è conforme all’edizione citata. Si tratta, in particolare, dei seguenti testi, d’ora in poi citati mediante una cifra numerica, seguita
dal numero di pagina: (1) Ein Landarzt; (2) Auf der Galerie; (3) Ein altes Blatt; (4) Vor dem Gesetz; (5) Schakale
und Araber; (6) Ein Besuch im Bergwerk; (7) Das nächste Dorf; (8) Eine kaiserliche Botschaft; (9) Elf Söhne; (10)
Ein Brudermord; (11) Ein Traum; (12) Ein Bericht für eine Akademie; (13) Kinder auf der Landstraße; (14)
Entlarvung eines Bauernfängers; (15) Der plötzliche Spaziergang; (16) Entschlüsse; (17) Der Ausflug ins Gebirge;
(18) Das Unglück des Junggesellen; (19) Der Kaufmann; (20) Zerstreutes Hinausschaun; (21) Die Vorüberlaufenden; (22) Der Fahrgast; (23) Kleider; (24) Die Abweisung; (25) Zum Nachdenken für Herrenreiter; (26) Das
Gassenfenster; (27) Wunsch, Indianer zu werden; (28) Die Bäume; (29) Unglücklichsein. (Si veda F. KAFKA,
Gesammelte Werke, cit.).
Il testo di Mauthner proviene dalla raccolta di testi integrali Projekt Gutenberg. (Si veda http://gutenberg.spiegel.de/?id=5&xid=3809&kapitel=1).
Per referenza pronominale si intende, seguendo Weinrich, la sostituzione di un nome o segmenti di testo che,
nella situazione comunicativa, assumono il ruolo di «referente», il cui senso è illustrato nella seguente definizione: «Alles, was sonst nocht zur Gesprächssituation gehört, es mag sich dabei um Personen oder um Sachen
handeln, fassen wir in einer großen Restkategorie zusammen, die wir Referenzrolle (‹3. Person›) nennen». (H.
WEINRICH, Textgrammatik der deutschen Sprache, Duden, Mannheim 1993, p. 87).
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vista pragmatico17. La questione (a), derivante da un’impressione di lettura18, è vagliata mediante un’analisi campione condotta sull’uso del pronome es (v. 3.4.). L’altra questione (b) è
brevemente argomentata in un’ottica di funzionalità pragmatica e semantica del pronome.
Il pronome, rimandando a un’entità reale nota, rappresenta un tipo standard di «referenza definita», ossia di modello comunicativo che, come la referenza in sé, presuppone la
cooperazione tra i partner19. L’uso del pronome presuppone familiarità dell’interlocutore
con il referente, cui il pronome allude senza nominarlo, talvolta sintetizzando tutta una serie
di elementi, precedentemente introdotti, al fine di definire l’oggetto del mondo reale di
riferimento. Poiché la definitezza non è una qualità dell’oggetto, ma una funzionalità utilizzata nella comunicazione sull’oggetto, nel riferire a un oggetto determinato del mondo reale
si usano mezzi linguistici convenzionalmente idonei a identificarlo. Il tedesco possiede
mezzi linguistici tali da rendere possibile una scala di determinatezza; quanto più marcato
è il tratto di determinatezza, tanto più è agevole identificare il referente.
(2)
ein Gefühl → das Gefühl → dieses Gefühl [dieses große Gefühl der Freiheit nach allen
Seiten]20
Il pronome sottintende la definitezza del referente nominale in forme identiche, in tal senso
indefinite.
(21)
ein Gefühl → es
(22)
das Gefühl → es
(23)
dieses große Gefühl der Freiheit nach allen Seiten → es
A sua volta, anche il pronome può produrre una scala di determinatezza, come la seguente,
relativa a es e alle sue forme gemelle:
Tab. 1
es →
[meno definito]
das →
dies
[più definito]
Diversa la funzione del «pronome orizzonte» (er/sie/es), che rinvia in modo non specifico
a particolari sezioni del testo, di contenuto noto all’interlocutore, e del «pronome focus»
17
18
19
20
«Schwieriges Pronomen», secondo la definizione di Maria Thurmair. (Cfr. M. THURMAIR, Referenzketten im
Text: Pronominalisierungen, Nicht-Pronominalisierungen und Renominalisierungen, in M. Thurmair – E.-M.
Willkop (a cura di), Am Anfang war der Text. 10 Jahre «Textgrammatik der deutschen Sprache», iudicium,
München 2003, pp. 197–219, qui p. 208).
Lettura effettuata, è forse interessante sottolineare, dalla prospettiva straniante di chi, come me, non è di
madrelingua tedesca.
«Definite Referenz wird von mir als kooperative Handlung von Sprecher und Hörer verstanden, bei der es
darum geht, durch Koordinierung des gemeinsamen Wissens von S. und H. die gemeinsame Bestimmtheit
von Gegenständen zu sichern». (H. BISLE-MÜLLER, Artikelwörter im Deutschen. Semantische und pragmatische
Aspekte ihrer Verwendung, Niemeyer, Tübingen 1991, p. 49).
F. KAFKA, 12, p. 239.
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der/die/das, utilizzato al fine di mantenere il valore di rilevanza dell’informazione anche
con la pronominalizzazione21. Le forme dieser/diese/dieses suggeriscono il rinvio preciso a
un referente collocato entro limiti di prossimità testuale. Come segnalato in Weinrich22, i
pronomi rematici compaiono di rado nei testi narrativi, mentre sono alquanto frequenti
(50 % circa del totale) nella conversazione quotidiana.
L’ipotesi da appurare è che nell’opera di Kafka tale segno, il pronome, come meccanismo comunicativo che rimanda per via sintetica a un referente noto del mondo esterno,
proceda in maniera tale da creare, più spesso che altrove, zone ombrose di «ambiguità referenziale»23.
3.1. La referenza pronominale
Osservato a livello testo, il meccanismo dei pronomi dà luogo alla cosiddetta referenza
pronominale. Come forma di ricorrenza – vale a dire di ripetizione, rimando e sostituzione
di elementi linguistici con altri di significato affine –, la referenza pronominale costituisce
una delle più importanti strategie di coesione, ossia di codificazione formale della coerenza
testuale. Come si è visto, la pronominalizzazione24 realizza la ripresa di un tema enunciato
con strategia di sintesi, evitando la ricorrenza letterale o la variazione semantica del nome.
Per assolvere al meglio la sua funzione referenziale, il pronome procede per via anaforica,
richiamandosi a un referente noto e determinato, comparso in una precedente sezione del
testo. Presupposta la familiarità dell’interlocutore con il tema, la pronominalizzazione dà
luogo a catene pronominali, facendo seguire al nome uno o più pronomi. La catena di referenza tematica ricalca il seguente modello standard25:
Tab. 2
forma cataforica,
indefinita →
forma anaforica,
determinata →
pronome →
pronome →
Pronome …
Es. ein Mann →
der Mann →
er →
er →
er …
Nel modello standard il pronome subentra dunque nel momento in cui il referente è sufficientemente determinato (der Mann). Una volta formatasi, la catena pronominale si interrompe alla comparsa di un nuovo tema o mediante rinominalizzazione del tema dato, in
genere per esigenze di chiarezza o di strutturazione testuale26. Varianti del modello standard
prevedono l’elusione o l’interruzione precoce della catena in particolari tipologie testuali e
comunicative, ad esempio regolamenti, prescrizioni; testi destinati a bambini e stranieri;
prodotti di apprendenti di una lingua straniera, testi, cioè, in cui spesso la ripetizione ridon21
22
23
24
25
26
Cfr. H. WEINRICH, Textgrammatik, cit., p. 384.
Ibidem, p. 385.
La zona d’ombra, secondo De Angelis, è «connaturata a quel dialogo che è l’interpretazione». (E. DE ANGELIS,
FCS, p. 70).
«Pronominalisierung heißt Stellvertretung und semantische Fortführung eines Nomens durch ein referenzidentisches Pronomen». (H. WEINRICH, Textgrammatik, cit., p. 372).
Cfr. M. THURMAIR, Referenzketten im Text, cit., p. 198.
Ibidem, pp. 212 ss.
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dante della forma determinata del referente è motivata dalla volontà di essere chiari ed
evitare ambiguità interpretative, in casi, cioè, in cui il principio di economia di mezzi linguistici, finalizzato alla comunicazione efficace, viene a cozzare con quello di chiarezza. In
(3), testo che riproduce delle prescrizioni d’uso di un farmaco, il nome (corsivo) è ripetuto
costantemente; l’unica pronominalizzazione (grassetto) compare in una zona di tale contiguità con il nome da escludere ogni dubbio di interpretazione.
(3)
Diese Packungsbeilage beinhaltet:
1. Was sind Abtei Baldrian-Hopfen Beruhigungs-Dragees und wofür werden sie angewendet?
2. Was müssen Sie vor der Einnahme von Abtei Baldrian-Hopfen Beruhigungs-Dragees beachten?
3. Wie sind Abtei Baldrian-Hopfen Beruhigungs-Dragees einzunehmen?
4. Welche Nebenwirkungen sind möglich?
5. Wie sind Abtei Baldrian-Hopfen Beruhigungs-Dragees aufzubewahren?27
Il rischio di ambiguità delle catene pronominali non è dato tanto dalla lunghezza della catena, quanto dal suo intrecciarsi con altre catene tematiche. In particolare, sono a rischio di
ambiguità le catene omonime, ossia dai tratti identici in genere e numero e rimandanti a
nomi diversi28 – caso, come vedremo, non insolito in Kafka.
3.2. La referenza pronominale in Kafka
Quanto detto chiarisce due aspetti della referenza pronominale: (a) la sinteticità formale del pronome conferisce stringatezza al testo e risponde al principio comunicativo di
economia dei mezzi linguistici; l’uso della pronominalizzazione è pertanto normale e frequente nei testi; (b) il pronome è segno di per sé poco determinato, acquista determinazione specifica solo nel riferimento al suo referente formale; se il tracciato di collegamento
tra pronome e referente non è cristallino, il segno diventa latore di ambiguità. Per evitare il
rischio di ambiguità, come si è visto, il principio di cooperazione prevede (indirettamente)
la rinominalizzazione.
Riassumendo: l’alta frequenza di forme pronominali, quale risulta da una lettura impressionistica dei testi di Kafka29, può essere indizio di struttura ambigua. D’altra parte, l’alta frequenza di forme pronominali non prova di per sé alcunché, nel caso vi sia aderenza a un profilo
27
28
29
Testo tratto dal foglio informativo del prodotto farmaceutico Abtei Baldrian-Hopfen Beruhigungs-Dragees.
Sigle di riferimento: 825044–01-V12 41/08 26755061.
Cfr. M. THURMAIR, Referenzketten im Text, cit., pp. 200 ss.
L’impressione è convalidata dai risultati di un’indagine campione, che considera l’occorrenza di forme pronominali di prima, seconda e terza persona e di aggettivi possessivi corrispondenti. Le prime 100 forme pronominali
si riscontrano nelle prime 777 parole del corpus kafkiano (1: 200–201); trattandosi di un brano caratterizzato da
Ich-Erzähler, si calcola, come controprova, l’occorrenza di forme analoghe nel testo (4), caratterizzato da narratore autoriale e parti dialogiche. Dal risultato parziale (63 forme pronominali su 587 parole) si ottiene una media,
in Kafka, 163/1364. Nel testo di Mauthner, partendo dall’inizio, si contano 17 forme pronominali su 777 parole.
Trattandosi di una parte descrittiva con forma narrativa autoriale, si considera a integrazione, per arrivare a una
quantità di testo identica al rapporto precedente, la sezione di testo preponderatamente dialogica del seguito,
mediante cui si ottiene un rapporto finale (127/1364) inferiore di un quarto rispetto a Kafka.
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informativo efficace per la comunicazione. Nella comunicazione cooperativa, nominalizzazione e pronominalizzazione compaiono al posto «giusto»: il tema è in posizione cataforica
rispetto al pronome30; il pronome rinvia inequivocabilmente a una determinata sezione del
testo; la catena pronominale lascia spazio alla rinominalizzazione nei luoghi a rischio di ambiguità o per esigenze espressive di strutturazione testuale. L’impressione colta alla lettura, qui
da appurare, è che la modalità d’uso della referenza pronominale in Kafka segua regole in parte
diverse. Osserviamo la tematizzazione di due diversi referenti, dai tratti omologhi (maschile,
singolare), in due testi: si tratta in un caso dei personaggi di Hans Castorp e Joachin Ziemßen
in un testo di Thomas Mann (4), nell’altro dell’imperatore e del messaggero (5) in Kafka.
(4)
Es war gegen acht Uhr, noch hielt sich der Tag. Ein See erschien in landschaftlicher Ferne,
seine Flut war grau, und schwarz stiegen Fichtenwälder neben seinen Ufern an dem umgebenden Höhen hinan, wurden dünn weiter oben, verloren sich und ließen nebelig-kahles
Gestein zurück. Man hielt an einer kleinen Station, es war Davos-Dorf, wie Hans Castorp1
draußen ausrufen hörte, er2 würde nun binnen kurzem am Ziel sein. Und plötzlich vernahm er3 neben sich Joachim Ziemßens4 Stimme, seines5 Vetters6 gemächliche Hamburger Stimme, die sagte: ‹Tag, du, nun steige nur aus›; und wie er7 hinaussah, stand unter
seinem8 Fenster Joachim9 selbst auf dem Perron, in braunem Ulster, ganz ohne Kopfbedeckung und so gesund aussehend wie in seinem10 Leben noch nie.
Er11 lachte und sagte wieder:
‹Komm nur heraus, du, geniere dich nicht!›
‹Ich bin aber noch nicht da›, sagte Hans Castorp12 verdutzt und noch immer sitzend31.
(5)
Der Kaiser1 – so heißt es – hat Dir, dem Einzelnen, dem jämmerlichen Untertanen, dem
winzig vor der kaiserlichen Sonne in die fernste Ferne geflüchteten Schatten, gerade Dir
hat der Kaiser2 von seinem3 Sterbebett aus eine Botschaft gesendet. Den Boten4 hat er5
beim Bett niederknien lassen und ihm6 die Botschaft ins Ohr geflüstert; so sehr war ihm7
an ihr gelegen, daß er8 sich sie noch ins Ohr wiedersagen ließ. Durch Kopfnicken hat er9
die Richtigkeit des Gesagten bestätigt. Und vor der ganzen Zuschauerschaft seines10 Todes
– alle hindernden Wände werden niedergebrochen und auf den weit und hoch sich
schwingenden Freitreppen stehen im Ring die Großen des Reichs – vor allen diesen hat
er11 den Boten12 abgefertigt. Der Bote13 hat sich gleich auf den Weg gemacht; ein kräftiger,
ein unermüdlicher Mann14; einmal diesen, einmal den andern Arm vorstreckend schafft
er15 sich Bahn durch die Menge; findet er16 Widerstand, zeigt er17 auf die Brust, wo das
Zeichen der Sonne ist; er18 kommt auch leicht vorwärts, wie kein anderer32.
Nel testo (4), la catena di referenza tematica segue il modello standard (passaggio dal determinato al pronome: cfr. tab. 1) nelle serie 1–3 e 9–11. Due diversi stratagemmi evitano il
30
31
32
«Der Hörer kann dann mit der Referenz-Anweisung des [kataphorischen] Pronomens zunächst nichts anfangen
und muß es in seinem Kontextgedächtnis speichern, bis es nachträglich durch einen nominalen Referenten
erklärt wird. Auf diese Weise entsteht beim Hörer im Prozeß des Verstehens eine kleine Spannung». (H.
WEINRICH, Textgrammatik, cit., p. 386). L’uso del pronome cataforico, segnala Weinrich nello stesso luogo, non
è insolito nella narrativa moderna, soprattutto nell’incipit delle storie e al fine di creare suspence. (Cfr. ibidem).
T. MANN, Der Zauberberg. Roman, [Fischer, Berlin 1924] Deutscher Bücherbund, Stuttgart – Hamburg 19828,
pp. 7–8.
F. KAFKA, 8, p. 221.
226
rischio di ambiguità nei luoghi corrispondenti: al n. 4, il personaggio è inizialmente tematizzato mediante una sineddoche (Joachim Ziemßens Stimme), da cui deriva una congrua pronominalizzazione al femminile; la comparsa del nome al caso nominativo e in funzione di
soggetto (n. 9) apre una nuova catena dai tratti morfologici identici alla prima; per evitare
equivoci, il testo procede a rinominare (n. 12).
Hans Castorp1 → er2 → er3 → Joachim Ziemßens4 seines5 Vetters6 er7 seinem8 Joachim9
seinem10 Er11 Hans Castorp12.
Diverso il caso in (5). La successione 5–7 comprende forme identiche per referenti diversi.
Le due rinominalizzazioni si realizzano in luoghi illogici dal punto di vista dell’efficienza
comunicativa (1–2; 12–13). Una ulteriore successione insolita rispetto al modello standard
(cfr. tab. 1) è nel passaggio alla serie 13–15: determinato → indeterminato → pronome.
Der Kaiser1 der Kaiser2 seinem3 Den Boten4 er5 ihm6 ihm7 er8 er9 seines10 er11 den Boten12
Der Bote13 ein kräftiger, ein unermüdlicher Mann14 er15 er16 er17 er18
In generale, nei testi di Kafka il modello standard di referenza pronominale lascia di frequente il posto a modelli marcati, poco cooperativi dal punto di vista della chiarezza comunicativa. La casistica osservata comprende:
a) uso cataforico del pronome. In (6), la ricca catena pronominale, messa in moto da wir
della parte iniziale del testo. è tenuta in sospeso e incerta fino alla fine del racconto, a 28
parole dalla conclusione (v. parentesi graffe = numero di parole degli omissis, in progressione alfanumerica) – senza contare che il referente nominale (grassetto) svela infine
ancora poco a livello di determinatezza, designando due generiche categorie professionali.
Per la durata quasi intera della narrazione, il testo permette solo vaghe illazioni in base
agli attributi impliciti nell’uso dei possessivi (corsivi). Gli indizi sono vaghi: si tratta di
detentori di botteghe, in possesso di lingua, consuetudini e istituzioni estranee ai «nomadi
del nord».
(6)
Es ist, als wäre viel vernachlässigt worden in der Verteidigung unseres Vaterlandes. Wir
haben uns bisher nicht darum gekümmert und sind unserer Arbeit nachgegangen; die Ereignisse der letzten Zeit machen uns aber Sorgen. [… 119 …] Wir versuchen zwar manchmal aus unseren Geschäften hervorzulaufen und wenigstens den ärgsten Unrat wegzuschaffen, aber es geschieht immer seltener, denn die Anstrengung ist nutzlos und bringt
uns überdies in die Gefahr, unter die wilden Pferde zu kommen oder von den Peitschen
verletzt zu werden. / Sprechen kann man mit den Nomaden nicht. Unsere Sprache kennen
sie nicht, ja sie haben kaum eine eigene. Untereinander verständigen sie sich ähnlich wie
Dohlen. Immer wieder hört man diesen Schrei der Dohlen. Unsere Lebensweise, unsere
Einrichtungen sind ihnen ebenso unbegreiflich wie gleichgültig. [… 171 …] Wir verstehen
das aber, schießen Geld zusammen und unterstützen ihn. [… 183 …] ‹Wie wird es werden?› fragen wir uns alle. ‹Wie lange werden wir diese Last und Qual ertragen? Der kaiserliche Palast hat die Nomaden angelockt, versteht es aber nicht, sie wieder zu vertreiben.
Das Tor bleibt verschlossen; die Wache, früher immer festlich ein- und ausmarschierend,
hält sich hinter vergitterten Fenstern. Uns Handwerkern und Geschäftsleuten ist die Rettung des Vaterlandes anvertraut; [… 28 …]›33.
33
F. KAFKA, 5, p. 208–210.
227
b) Assenza di referenza nominale, frequente soprattutto con i pronomi deittici (ich/wir/
du/ihr).
c) Alternanza di criterio nell’assegnazione del tratto morfologico di genere, come in (7):
criterio sintattico (grassetto) e semantico (corsivo).
(7)
‹Hilf ihm›, sagte ich, und das willige Mädchen eilte, dem Knecht das Geschirr des Wagens
zu reichen. Doch kaum war es bei ihm, umfaßt es der Knecht und schlägt sein Gesicht an
ihres34.
d) Omonimia. In (8) compaiono in poche righe tre diverse catene referenziali con identici
tratti morfologici (maschile, singolare) (grassetto; referenti in corsivo).
(8)
Der Zweite ist schön, schlank, wohlgebaut; es entzückt, ihn in Fechterstellung zu sehen.
Auch er ist klug, aber überdies welterfahren; er hat viel gesehen, und deshalb scheint selbst
die heimische Natur vertrauter mit ihm zu sprechen als mit den Daheimgebliebenen.
Doch ist gewiß dieser Vorzug nicht nur und nicht einmal wesentlich dem Reisen zu verdanken, er gehört vielmehr zu dem Unnachahmlichen dieses Kindes, das zum Beispiel von
jedem anerkannt wird, der etwa seinen vielfach sich überschlagenden und doch geradezu
wild beherrschten Kunstsprung ins Wasser ihm nachmachen will35.
e) Referenza «finta». L’alternanza di es pronome e leeres es (v. 3.3.) produce, in determinati
contesti, attese semantiche, a partire da forme pronominali con funzionalità esclusivamente sintattica.
In tutti i casi segnalati, la referenza pronominale in Kafka sembra cooperare solo in parte
con il lettore, ponendo ostacoli sulla via della chiara e veloce identificazione del referente
semantico e concettuale, con picchi di difficoltà nei passi testuali a fitta densità di forme
pronominali. Nel seguito, vaglierò più dettagliatamente l’ipotesi – già in parte verificata –
relativa all’uso non cooperativo della referenza pronominale in Kafka, concentrando l’attenzione sul pronome es36. La scelta è determinata dalla frequenza di occorrenza singolarmente
alta nei suoi testi, ma soprattutto dalle caratteristiche di versatilità funzionale del pronome
in questione: oltre a comportarsi come er e sie, il pronome es ha acquisito, nel corso dell’evoluzione linguistica, valenza grammaticale di neutralizzazione (Neutralisierungspotenz) e la
capacità di esprimere indeterminatezza, mediante generalizzazione e sintesi37.
34
35
36
37
F. KAFKA, 1, p. 201.
F. KAFKA, 9, p. 224.
L’importanza del pronome es in Kafka è stata percepita e interpretata dalla critica. Rudolf Kreis ricollega il
pronome grammaticale allo Es della psicoanalisi, denominante l’inconscio. Ponendo tale osservazione a fondamento della sua interpretazione lacaniana dell’opera di Kafka, per Kreis l’apparire nel testo del pronome es
è indizio di un soggetto dissociato. (Cfr. R. KREIS, Die doppelte Rede des Franz Kafka. Eine textlinguistische
Analyse, Schöningh, Padeborn 1976, p. 56).
Cfr. D. CZICZA, Zur Analyse von es in historischen Texten. Am Beispiel eines neuhochdeutschen Textes aus dem
18. Jahrhundert, in D. Czicza – I. Hegedűs – P. Kappel – A. Németh (a cura di), Wertigkeiten, Geschichten und
Kontraste, Grimm Kiadó, Szeged 2004, pp. 23–37, qui pp. 26–27.
228
3.3. Il pronome es
In Kafka si segnalano 228 occorrenze di es rispetto alle 111 nel testo di Mauthner. A
tale conteggio si sommano, in fase di valutazione (3.4.), i dati quantitativi relativi a das e
dies, forme pronominali sintatticamente equivalenti di es, distinguibili, come si è visto,
nell’ottica di una funzionalità semantica e pragmatica. La descrizione grammaticale recente38 riconosce a es quattro funzioni principali:
1. es forico. Il pronome es assume ruolo sintattico (soggetto o oggetto), semantico e tratti
morfologici (genere e numero) di un nome o sintagma nominale (9; 10), di regola antecedente (identità anaforica) (9; 10). In posizione preverbale (Vorfeld) è possibile solo l’uso
del pronome dimostrativo das (11). Il referente formale del pronome è identificabile
mediante la cosiddetta Frageprobe [cfr. le parentesi quadre negli esempi 9; 10].
(9)
Das Leben ist erstaunlich kurz. Jetzt in der Erinnerung drängt es sich mir so zusammen,
daß … [was drängt sich zusammen? = Das Leben]39.
(10)
‹… nimm das Ehrenwort eines Amtsarztes mit hinüber›. Und er nahm’s … [was nahm er?
= Das Ehrenwort eines Amtsartzes]40.
(11)
… das erkenne nur ich und ich kann es nicht ertragen. [was kann das Ich nicht ertragen? =
Das, was er erkennt]41.
Il pronome es può inoltre sostituire una frase (12), un predicativo (13), un sintagma verbale
(14)42.
(12)
… Rosa ist sein Opfer; ich will es [was? = dass Rosa sein Opfer ist] nicht ausdenken43.
(13)
Ich bin durchaus gefaßt und allen überlegen und bleibe es [was? = durchaus gefaßt und
allen überlegen] auch44.
(14)
… unendlich lang aber durchzugaloppieren, so wie ich es [was? = unendlich lang durchgaloppieren] getan habe45.
38
39
40
41
42
43
44
45
Testi di riferimento: Duden. Die Grammatik, Duden, Mannheim – Leipzig 20057, pp. 830 ss.; A. WÖLLSTEINLEISTEN – A. HEILMANN – P. STEPAN – S. VIKNER, Deutsche Satzstruktur. Grundlagen der syntaktischen
Analyse, Stauffenburg, Tübingen 1997, pp. 109 ss.
F. KAFKA, 7, p. 220.
F. KAFKA, 1, p. 206.
Ibidem, p. 245.
Più esatto è infatti definire il pronome, secondo il caso, pro-sintagma o pro-forma.
F. KAFKA, 1, p. 206.
Ibidem, p. 205.
F. KAFKA, 12, p. 234.
229
2. Es segnaposto (Vorfeld-Platzhalter). Occupa il Vorfeld delle frasi che ne prevedono l’occupazione quando, per ragioni di distribuzione dell’informazione, non vi sono costituenti
adatti a farlo. Scompare nel caso di spostamento di un costituente nel Vorfeld (151).
(15)
Es waren dort sehr künstliche, unpraktisch gewundene Wege, […]46.
(151)
Dort waren sehr künstliche, unpraktisch gewundene Wege.
3. Es correlato. Svolge funzione di soggetto (16) o oggetto (17) correlandosi a una frase
secondaria in Nachfeld. Può comparire in Vorfeld o Mittelfeld; si eclissa se la frase secondaria è anticipata nel Vorfeld (161; 171).
(16)
… ihm würde es genügen, sein Leben lang auf dem Kanapee zu liegen47.
(161)
Sein Leben lang auf dem Kanapee zu liegen, würde ihm genügen
(17)
Der kaiserliche Palast hat die Nomaden angelockt, versteht es aber nicht, sie wieder zu
vertreiben48.
(171)
Die Nomaden wieder zu vertreiben, versteht der kaiserliche Palast aber nicht
4. Es impersonale. Svolge il ruolo espletivo di soggetto o oggetto della frase, senza esercitare
la relativa funzione semantica (agente o paziente). Non è sostituibile con altri costituenti
(18; 19); con alcuni verbi può comparire al posto di es un sintagma nominale (201).
(18)
Es war ein J, […]49.
(19)
Kommt Besuch, empfange ich ihn, wie es sich gebührt50.
(20)
An der Ferse aber kitzelt es jeden, der hier auf Erden geht […]51.
(201)
Doch [das Schildchen an meiner Decke] kitzelt mich an der Nase52.
Dei quattro casi analizzati, solo il primo (es forico) svolge funzione di rimando a un nome/
sintagma/porzione di testo da cui sia possibile recuperare un’immagine del mondo reale.
Negli altri casi, il potenziale referenziale di es è debole o nullo. A tale proposito si parla di
es vuoto (leeres es).
46
47
48
49
50
51
52
F. KAFKA, 11, p. 232.
F. KAFKA, 9, p. 228.
F. KAFKA, 3, p. 210.
F. KAFKA, 11, p. 234.
F. KAFKA, 12, p. 245.
Ibidem, p. 235.
E. NICHTERN, Buddhismus 3.0, in www.windpferd.de, pp. 13–14.
230
3.4. Il pronome es in Kafka
I risultati dell’analisi indicano, a confronto (v. le tabelle 3 e 4), un rapporto di frequenza
d’uso tra es/das forico e altre tipologie di es pressoché identico in Kafka, solo tendenzialmente superiore a vantaggio della seconda possibilità, in Mauthner. Tale parità di rapporto
può essere pertanto ipotizzato come normale.
Tab. 3
es forico
das
Dies
90 (= 32,26 %) 46 (= 16,48 %)
5 (= 1,8 %)
141 = 50,53%
es vuoto
138
= 49,46%
Totale occorrenze in Kafka = 279
Tab. 4
es forico
das
Dies
33 (= 23,4 %)
33 (= 23,4 %)
1 (= 0,7 %)
67 = 47,51%
es vuoto
74
= 52,48%
Totale occorrenze in Mauthner = 141
Diversi i rapporti di frequenza internamente alle cifre che concernono l’uso di referenza più
o meno determinata. Mentre in Kafka il rapporto coincide con le aspettative relative a un
testo di narrativa, vale a dire con maggiore frequenza di es rispetto alle altre due forme, in
Mauthner il rapporto coincide con un dato attendibile per un testo di conversazione quotidiana. Quest’ultimo dato (marcato) si chiarifica mediante l’analisi delle collocazioni: in
Mauthner, 24 occorrenze di das (su 33) fanno parte di testi dialogici. In tal senso, la scelta di
das può rappresentare un tentativo, da parte dell’autore, di riprodurre usi dell’oralità. Anche
in Kafka la maggior parte dei das (38/46) si colloca all’interno di brani monologici (con
narratore in prima persona singolare o plurale) o dialogici. Molto meno frequente (7 occorrenze in Mauthner; 2 occorrenze in Kafka) l’uso di das da parte del narratore autoriale – e
sicuramente rimarchevole in Kafka. In (21), il pronome das, in posizione cataforica (grassetto) sottolinea, preannunciandolo, il contenuto del discorso diretto del personaggio
(l’esclamazione Halt!), introdotto da trattino53.
(21)
Wenn irgendeine hinfällige, lungensüchtige Kunstreiterin in der Manege auf schwankendem Pferd vor einem unermüdlichen Publikum vom peitschenschwingenden erbarmungslosen Chef monatelang ohne Unterbrechung im Kreise rundum getrieben würde, auf dem
Pferde schwirrend, Küsse werfend, in der Taille sich wiegend, und wenn dieses Spiel unter
dem nichtaussetzenden Brausen des Orchesters und der Ventilatoren in die immerfort
weiter sich öffnende graue Zukunft sich fortsetzte, begleitet vom vergehenden und neu
anschwellenden Beifallsklatschen der Hände, die eigentlich Dampfhämmer sind – vielleicht eilte dann ein junger Galeriebesucher die lange Treppe durch alle Ränge hinab,
53
V. l’altro caso di das all’esempio (27).
231
stürzte in die Manege, rief das – Halt! durch die Fanfaren des immer sich anpassenden
Orchesters54.
La ripartizione di occorrenze tra le varie tipologie d’uso di es in Kafka è riportata nella
tabella 5.
Tab. 5
es forico:
identità con nome o sintagma nominale
32
identità con frase, predicativo, sintagma verbale
58
es vuoto:
segnaposto
25
correlato
28
impersonale
85
L’alta frequenza di pronomi vuoti è un fenomeno che, come si è visto, può essere considerato normale e non eccezionale. Diversamente da quanto potrebbe suggerire l’idea di un
pronome rinviante al nulla semantico e contrariamente alle possibili attese provenienti dalla
conoscenza di altri stili letterari55, lo es vuoto non è un fenomeno di particolare interesse in
Kafka, se considerato avulso dal contesto della referenza pronominale con cui entra in contatto.
Mentre i casi di es vuoti in Mauthner e le sue serie pronominali appaiono aproblematici, in Kafka non di rado si hanno passi densi di pronomi omonimi di diversa tipologia, cosa
che rende il rimando ai contenuti del testo non sempre immediato. Es.
(22)
‹Ein jeder Böhme muß ein Tscheche sein, sonst wird er totgeschlagen1. – Totgeschlagen –›,
wiederholte er, ‹ohne Gnade und Barmherzigkeit1; wir können nicht anders, es2 ist euer
Schicksal›. / ‹Das3 ist nicht wahr!› rief Anton, dem es unheimlich zu werden begann. ‹Das4
wird euch der Kaiser nicht erlauben›.
(23)
Aber der Türhüter sagt, daß er ihm jetzt den Eintritt nicht gewähren könne. Der Mann
überlegt und fragt dann, ob er also später werde eintreten dürfen. ‹Es1 ist möglich›, sagt der
Türhüter, ‹jetzt aber nicht›. Da das Tor zum Gesetz offensteht wie immer und der Türhüter beiseite tritt, bückt sich der Mann, um durch das Tor in das Innere zu sehn. Als der
Türhüter das2 merkt, lacht er und sagt: ‹Wenn es3 dich so lockt, versuche es4 doch, trotz
meines Verbotes hineinzugehn. […]›56.
54
55
56
F. KAFKA, 2, p. 207.
Il pronome es è stilema ad esempio delle fiabe (la formula introduttiva tipica: Es war einmal) e della lirica
simbolista, come documentato nella lirica De Profundis (1913), vv. 1–4, di Georg Trakl: «Es ist ein Stoppelfeld,
in das ein schwarzer Regen fällt. / Es ist ein brauner Baum, der einsam dasteht. / Es ist ein Zischelwind, der
leere Hütten umkreist. / Wie traurig dieser Abend». (G. TRAKL, De Profundis, in G. T., Das dichterische Werk,
DTV, München, 19795, p. 27).
F. KAFKA, 4, p. 211.
232
Nel testo di Mauthner (22), il tema codificato dalle frasi evidenziate (n. 1) (1 in apice) è
ripreso tre volte per via anaforica (n. 2–4 in apice), con normale strategia comunicativa di
passaggio dal generico al determinato (es-Das-Das). La comparsa di es soggetto formale della
frase relativa (grassetto) non comporta ostacoli alla comprensione lineare del testo. Più
complessa la referenza pronominale in Kafka (23). Ricostruiamo la vicenda: il personaggio
del guardiano afferma «Es ist möglich», riferendosi con il pronome forico es1, presumibilmente, al contenuto della domanda dell’uomo (ob er später werde eintreten dürfen). Diverso
il referente del pronome forico das2, indicante la circostanza notata dal guardiano: che
l’uomo si inchina, «um durch das Tor in das Innere zu sehn». Nel seguito, due forme successive hanno diversa funzionalità: es3 è soggetto-agente della frase condizionale (Wenn es dich
so lockt); es4 è il correlato della secondaria nel Nachfeld (trotz meines Verbotes hineinzugehn).
A una lettura, l’uso cataforico di es3 e la vacuità semantica di es4 non risultano subito chiari.
La presenza di das2 apre infatti aspettative anaforiche nei confronti di es3 e es4, da cui, alla
lettura lineare, la trasmissione di un significato pari a quello della frase: Wenn es dich so lockt,
durch das Tor in das Innere zu sehn, versuche es. Al contrario, l’altro significato si chiarifica
in fondo, rivelando, con effetto sorpresa, il rinvio cataforico di es3, ribadito da es4. Ciò mette
particolarmente in risalto il contenuto del riferimento finale, variante di senso di non poco
conto, rispetto alla precedente proposizione: da un lato, ricevere autorizzazione all’accesso,
dall’altro, accedere nonostante l’espresso divieto del guardiano.
Analizzando l’intera casistica dei testi considerati, il pronome es in Kafka, pur non
trasgredendo le regole formali del sistema, fa un uso insolito delle sue regole pragmatiche.
Due fattori contribuiscono in particolare a creare costellazioni testuali non favorevoli al
principio di cooperazione: 1) la frequente contestualizzazione di omonimia multifunzionale, con catene pronominali che oltrepassano forme di es vuoto, dalle quali sembra provenire, per analogia, una attesa e il rinvio a un senso57; 2) la maggiore frequenza d’uso (circa il
doppio delle occorrenze) di forme foriche di identità non nominale, che comportano un
certo grado di complessità nella ricostruzione del referente. A volte, come in (24), la riformulazione ha bisogno di aggiungere elementi (grassetto).
(24)
‹Nichts, wenn man es überlegt, kann dazu verlocken, in einem Wettrennen der erste sein
zu wollen›58. [= wenn man überlegt, ob etwas dazu verlocken kann, …]
Presento nel seguito, per illustrare come si realizza nel testo ambiguità di referenza pronominale, una serie di esempi con alcune note di commento. Risulta nel contempo evidente,
e non necessita, a mio parere, di ulteriori argomentazioni, la qualità coesiva e strutturante
57
58
La possibilità grammaticale dell’attesa di senso proveniente dal pronome vuoto è teorizzata da Michel Lefèvre. A suo parere, il pronome vuoto conserva sempre una traccia di significato, come spiega sulla base
dell’espressione Mach’s gut: «Für alle […] Situationen gibt es einen gemeinsamen Nenner: X muntert/fordert
Y auf, und eine Variable: die ‹Sache›, ‹es›, die in jedem Kontext neu ist, aber bei der es unwichtig erscheint,
sie zu aktualisieren, und man überlässt dem Empfänger, sich selbst eine Aktualisierung auszudenken: Mach’s
gut [was es auch immer für dich in der aktuellen Situation gut zu machen gibt]». (M. LEFÈVRE, Was darf es sein?
Überlegungen zur semantischen ‹Leere› des Pronomens es, in J.-F. Marillier – M. Dalmas – I. Behr (a cura di),
Text und Sinn. Studien zur Textsyntax und Deixis im Deutschen und Französischen, Stauffenburg, Tübingen
2006, pp. 67–78, qui p. 73.
F. KAFKA, 25, p. 28.
233
del pronome in Kafka. Rinuncio, per esigenze di spazio, a una lettura degli interi testi coinvolti che prenda spunto dalle particolarità strutturali evidenziate.
(25)
Aus dem Schweinestall muß ich mein Gespann1 ziehen; wären es1 nicht zufällig Pferde, müßte ich mit
Säuen fahren3–4. So ist es2. Und ich nicke der Familie
zu. Sie wissen nichts davon, und wenn sie es3 wüßten,
würden sie es4 nicht glauben. (KAFKA, 1, p. 203)
(26)
Da es1 aber nicht so ist; {1} eine schöne Dame, weiß
und rot, hereinfliegt, zwischen den Vorhängen, welche die stolzen Livrierten vor ihr öffnen; {2} der Direktor, hingebungsvoll ihre Augen suchend, in Tierhaltung ihr entgegenatmet; {3} vorsorglich sie auf den
Apfelschimmel hebt, als wäre sie seine über alles geliebte Enkelin, die sich auf gefährliche Fahrt begibt;
{4} sich nicht entschließen kann, [das Peitschenzeichen] zu geben; {5} schließlich in Selbstüberwindung
[es]2 knallend gibt; {6} neben dem Pferde mit offenem Munde einherläuft; die Sprünge der Reiterin
scharfen Blickes verfolgt; {7} ihre Kunstfertigkeit
kaum begreifen kann; mit englischen Ausrufen zu
warnen versucht; {8} die reifenhaltenden Reitknechte wütend zu peinlichster Achtsamkeit ermahnt; {9} vor dem großen Salto mortale [das Orchester] mit aufgehobenen Händen beschwört, [es]3
möge schweigen; {10} schließlich die Kleine vom zitternden Pferde hebt, {11} auf beide Backen küßt und
keine Huldigung des Publikums für genügend erachtet; während sie selbst, von ihm gestützt, hoch auf
den Fußspitzen, vom Staub umweht, mit ausgebreiteten Armen, zurückgelehntem Köpfchen ihr Glück
mit dem ganzen Zirkus teilen will – da dies4 so ist,
legt der Galeriebesucher das Gesicht auf die Brüstung und, im Schlußmarsch wie in einem schweren
Traum versinkend, weint er, ohne es5 zu wissen.
(KAFKA, 2, pp. 207–208)
(27)
Diesen Wagen sollte ja eigentlich der Diener schieben, aber es1 wird ihm nicht anvertraut; [ein Ingenieur] mußte heran, und [er] tut es2 gern, wie man
sieht. Er ist wohl der jüngste, vielleicht versteht er
noch gar nicht alle Apparate, aber sein Blick ruht immerfort auf ihnen, fast kommt er dadurch manchmal
in Gefahr, mit dem Wagen an eine Wand zu stoßen.
/ Aber da ist ein anderer Ingenieur, der neben dem
Wagen hergeht und es3 verhindert. (KAFKA, 6, S. 219)
234
Tre es in successione. Il referente di es3, es4 si
colloca in posizione antecedente a es2, pronome vuoto.
Il testo è scandito dalla simmetria strutturale
tra es1-dies4 da un lato, es2- es3 dall’altro. La
seconda coppia di es forici rimanda, in entrambi i casi, a un sintagma nominale (corsivo in parentesi quadre). Es1-dies4 sono simmetrici per la loro collocazione, in due frasi
diverse, in buona parte coincidente. Il referente è indefinito: es1 sembra rimandare al
contenuto della prima sezione del testo (riprodotta in 20), mentre dies4 simula un alto
grado di definitezza di referenza, resa quasi
impercepibile dalla particolare struttura sintattica: 11 frasi ellittiche (parentesi graffe) introdotte dalla congiunzione da che induce a
identificare es1 come soggetto formale. Ambiguo il referente di es5. Dal contesto scaturisce una domanda: «er weint, ohne was zu
wissen»? con due possibili risposte. Prima
possibilità: ohne zu wissen, dass er weint. Seconda possibilità: ohne zu wissen, dass dies so
ist. Nel secondo caso, sorge l’altra domanda:
was ist das, das so ist?.
Chiara l’identità dei pronomi es1 e es2 (Diesen
Wagen … schieben), come pure di es3 (mit
dem Wagen an eine Wand zu stoßen). Il testo
presenta una forma di incongrua simmetria
nel realizzare tre strutture sintattiche analoghe, costituite da soggetto morfologicamente simile (maschile, singolare) (grassetto) e oggetto espresso da es1, es2, es3.
(28)
Kalte, jeden durchschauernde Nachtluft. Aber
Schmar hatte nur ein dünnes blaues Kleid angezogen;
das Röckchen war überdies aufgeknöpft. Er fühlte
keine Kälte; auch war er immerfort in Bewegung.
Seine Mordwaffe, halb Bajonett, halb Küchenmesser,
hielt er ganz bloßgelegt immer fest im Griff. Betrachtete [das Messer] gegen das Mondlicht; die Schneide
blitzte auf, nicht genug für Schmar; er hieb mit ihr
gegen die Backsteine des Pflasters, daß [es1] Funken
gab; bereute es2 vielleicht; und um den Schaden
gutzumachen, strich er mit ihr violinbogenartig über
seine Stiefelsohle, während er, auf einem Bein stehend, vorgebeugt, gleichzeitig dem Klang des Messers an seinem Stiefel, gleichzeitig in die schicksalsvolle Seitengasse lauschte. / Warum duldete das3 alles der Private Pallas, der in der Nähe aus seinem
Fenster im zweiten Stockwerk alles beobachtete?
[…] Pallas, alles Gift durcheinander würgend in seinem Leib, steht in seiner zweiflügelig aufspringenden
Haustür. «Schmar! Schmar! Alles bemerkt, nichts
übersehen.» Pallas und Schmar prüfen einander. Pallas
befriedigt’s4, Schmar kommt zu keinem Ende. […]
(KAFKA, 10, pp. 229–231).
(29)
Als es schon unerträglich geworden war – einmal gegen Abend im November – und ich über den schmalen Teppich meines Zimmers wie in einer Rennbahn
einherlief, durch den Anblick der beleuchteten
Gasse erschreckt, wieder wendete, […] (KAFKA, 29,
p. 31).
Il pronome das3 ha un attributo di specificazione nella parola alles che si ripete nel testo,
creando struttura (grassetto). Nella sua
prima occorrenza, alles permette di evidenziare il referente di das come tutto il complesso di circostanze descritto nella sezione
precedente del testo. Al suo interno, es1 è
pronome forico il cui coreferente (corsivo)
va identificato, con criterio semantico, in posizione antecedente ad altri due possibili
candidati dal punto di vista sintattico (des
Pflasters; das Mondlicht). Equivoco il referente di es2, che apre la domanda: Was bereute Schmar?. Una risposta (in verità poco)
plausibile è suggerita dal contesto: mit der
Schneide gegen die Backsteine des Pflasters so
gehoben zu haben, daß das Messer Funken
gab. Analogamente nel luogo di es4; domanda: Was befriedigt Pallas?. La non credibile risposta: die gegenseitige Prüfung. Il pronome rinvia probabilmente al referente ampio suggerito, per simmetria strutturale, dal
pronome das3 combinato, come si è visto,
con alles.
Dall’incipit in giù, il testo non offre appigli
per la risposta alla domanda suggerita dal
pronome es: Was war schon unerträglich
geworden? Una possibilità sensata è offerta
dal titolo del racconto: Unglücklichsein.
––– 4. CONCLUSIONE FANTASMATICA
Osserviamo un ultimo esempio:
(30)
‹Warum nicht? Wenn es1 ein weibliches Gespenst ist z. B.› sagte er und schwang sich auf
die obere Stufe. ‹Ach so›, sagte ich, ‹aber selbst dann steht es2 nicht dafür’59.
Nel brano (30), l’identificazione dei coreferenti di es sembra ovvia, data la congruità morfologica tra es2 e il sintagma nominale ein weibliches Gespenst. Il risultato dell’identità (ein
weibliches Gespenst steht nicht dafür) dà luogo alla domanda relativa al senso (wofür steht
ein weibliches Gespenst?). Un’altra possibilità è ammettere che Kafka abbia scelto di usare
59
F. KAFKA, 29, p. 35.
235
un regionalismo (es steht nicht dafür = es lohnt sich nicht)60. Da cui, riformulando: Es lohnt
sich nicht, selbst wenn es ein weibliches Gespenst ist. In ogni modo, il senso del brano, decontestualizzato, non è chiaro (circostanza valevole in generale per ogni testo). Recuperiamo
perciò e analizziamo il contesto più ampio del dialogo narrativo, segnalando con cifra progressiva la referenza pronominale (das1-das4) e siglando con cifra in serie continuativa (5–
9) i cinque pronomi es di varia tipologia compresi nel seguito.
(30a)
Auf der Treppe traf ich einen Mieter aus dem gleichen Stockwerk.
‹Sie gehen schon wieder weg, Sie Lump?› fragte er, auf seinen über zwei Stufen ausgebreiteten Beinen ausruhend.
‹Was soll ich machen?› sagte ich, ‹jetzt habe ich ein Gespenst im Zimmer gehabt›1
‹Sie sagen das1 [=’jetzt habe ich ein Gespenst im Zimmer gehabt›] mit der gleichen Unzufriedenheit, wie wenn Sie ein Haar in der Suppe gefunden hätten›.
‹Sie spaßen. Aber merken Sie sich, ein Gespenst ist ein Gespenst›.
‹Sehr wahr. Aber wie, wenn man überhaupt nicht an Gespenster glaubt?›.
‹Ja meinen Sie denn, ich glaube an Gespenster? Was hilft mir aber dieses Nichtglauben?›.
‹Sehr einfach. Sie müssen eben keine Angst mehr haben, wenn ein Gespenst wirklich zu
Ihnen kommt2›.
‹Ja, aber das2 [= die Angst, die man hat, wenn ein Gespenst kommt] ist doch die nebensächliche Angst. Die eigentliche Angst ist die Angst vor der Ursache der Erscheinung. Und
diese Angst bleibt. Die habe ich geradezu großartig in mir›. Ich fing vor Nervosität an, alle
meine Taschen zu durchsuchen.
‹Da Sie aber vor der Erscheinung selbst keine Angst hatten, hätten Sie sie doch ruhig nach
ihrer Ursache fragen können!›.
‹Sie haben offenbar noch nie mit Gespenstern gesprochen3. Aus denen kann man ja niemals eine klare Auskunft bekommen. Das3 [= das Sprechen mit Gespenster] ist ein Hinundher. Diese Gespenster scheinen über ihre Existenz mehr im Zweifel zu sein, als wir, was
übrigens bei ihrer Hinfälligkeit kein Wunder ist›.
‹Ich habe aber gehört, daß man sie auffüttern4 kann›.
‹Da sind Sie gut berichtet. Das4 kann man. Aber wer wird das4 machen?›.
‹Warum nicht? Wenn es5 [= das Gespenst] ein weibliches Gespenst ist z. B.› sagte er und
schwang sich auf die obere Stufe.
‹Ach so›, sagte ich, ‹aber selbst dann steht es6 [= Korrelat für: ein Gespenst aufzufüttern]
nicht dafür›.
Ich besann mich. Mein Bekannter war schon so hoch, daß er sich, um mich zu sehen, unter
einer Wölbung des Treppenhauses vorbeugen mußte. ‹Aber trotzdem›, rief ich, ‹wenn Sie
mir dort oben mein Gespenst wegnehmen, dann ist es7 [Ø] zwischen uns aus, für immer›.
‹Aber das8 [= was ich gesagt habe] war ja nur Spaß›, sagte er und zog den Kopf zurück.
‹Dann ist es9 [Ø] gut›, sagte ich und hätte jetzt eigentlich ruhig spazieren gehen können.
Aber weil ich mich gar so verlassen fühlte, ging ich lieber hinauf und legte mich schlafen61.
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61
Il sistema permette entrambe le ipotesi: 1) Ich stehe für nichts (= ich bürge für nichts, ich leiste für nichts
Gewahr); 2) Es steht nicht dafür (= es lohnt sich nicht) nel tedesco meridionale). (Cfr. G. WAHRIG, Deutsches
Wörterbuch, nuova edizione a cura di R. Wahrig-Burfeind, Bertelsmann, Gütersloh 2000, p. 1197). Non diversa
doveva essere la situazione nell’Ottocento-primo Novecento, come documentano i dizionari di Daniel Sanders
(cfr. D. SANDERS, Wörterbuch der Deutschen Sprache, Wigand, Leipzig 1865) e Alfred Götze (cfr. A. GÖTZE,
Trübners Deutsches Wörterbuch, de Gruyter, Berlin 1955) e il saggio di Fritz Mauthner (cfr. F. MAUTHNER, Zur
Sprachwissenschaft. Beiträge zu einer Kritik der Sprache, 1912, in http://www.textlog.de/31281.
F. KAFKA, 29, pp. 34–36.
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Indipendentemente dall’assurdità dei contenuti, i referenti in (30a) sono chiari. Non sempre
l’identità di referenza è limpida; solo le riformulazioni di das1 e das4 utilizzano citazioni
letterali dal testo (dati incorniciati). I pronomi es7 e es9, grammaticalmente classificati come
vuoti, nel contesto sembrano assumere – per osmosi con le forme foriche – una qualche
valenza denotativa. Come la frase contenente es6, anche le frasi con es7 e es9 in funzione di
soggetto formale potrebbero essere riformulate con soggetto proprio (= etwas ist aus; etwas
ist gut). In generale, la contiguità con le forme foriche e con il sintagma congruente ein
weibliches Gespenst (tema centrale del racconto) produce una rete di riferimenti e allusioni
di senso anche dove non ce ne sono. Il referente di das8 non è chiaramente identificabile: a
quale contenuto allude il personaggio, nel momento in cui asserisce Das war ja nur Spaß?
All’intera conversazione, alla sua ultima battuta, all’ultima battuta del suo interlocutore? Sia
quel che sia, per bocca sua il testo rivela che parte del discorso dei personaggi, nel suo
insieme offerto alla nostra interpretazione, è di contenuto burlesco. Di ciò è consapevole il
personaggio che parla. Sulla consapevolezza dell’altro personaggio si possono fare supposizioni, a partire dalla sua affermazione (Sie spaßen) e nel caso si volesse interpretare es9 come
referenziale (= die Tatsache, dass das nur Spaß war, ist gut).
Concludendo: l’analisi della referenza pronominale mostra come i testi di Kafka non
mirino, tendenzialmente, a evitare ambiguità semantiche. L’ampio uso del pronome rende
di per sé l’identità tra segno e oggetto della realtà meno determinato, dunque non identificabile con immediata certezza. La mescolanza di forme pronominali semanticamente vuote,
all’interno di catene pronominali omonime, suggerisce un rinvio a significati impossibili da
identificare; l’uso del rinvio referenziale non sempre genera chiarezza. Al contrario, nel dialogo con il lettore, i testi di Kafka sembrano procedere adeguandosi al modo burlesco di
porsi dei fantasmi, «Aus denen kann man ja niemals eine klare Auskunft bekommen». Tale
principio, nella narrazione, è enunciato dal personaggio che non crede ai fantasmi ed è rilevato – più o meno consapevolmente – anche da chi ci crede: il suo interlocutore. Equiparando fantasmi e segni linguistici, traduciamo nella logica kafkiana: l’autore del testo – colui
che non crede che i segni siano fenomeni concreti – dice che da essi non può ricavarsi alcuna
logica razionale, ma solo una logica ambigua, burlesca. La reazione del suo interlocutore è
oggetto di interpretazione.
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