Work-life balance in cerca di equilibrio
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Work-life balance in cerca di equilibrio
dentro lo studio Il miraggio del Best Place to work (quinta puntata) Work-life balance in cerca di equilibrio Maternità, paternità, part-time. Il sondaggio di TopLegal rileva come la strada per il riconoscimento di questi diritti sia ancora in salita. E parta da posizioni e approcci eterogenei O ltre il lavoro c’è di più. Come si bilancia il desiderio di fare carriera con quello, altrettanto legittimo, di costruirsi una famiglia e avere una vita privata? E quale ruolo giocano le politiche degli studi in questo delicato gioco d’incastri? Il quinto viaggio di TopLegal alla ricerca del best place to work punta i riflettori sul work-life balance: l’equilibrio (a volte precario) tra lavoro e vita privata. Garantire pari opportunità di carriera a chiunque all’interno dello studio, indipendentemente da genere, etnia, orientamento sessuale, credo religioso e politico. Sviluppare una nuova cultura del lavoro, mettendo il collaboratore nelle condizioni di non rinunciare alla sfera personale. È questo il work-life balance. E, allora, ecco nascere, in seno alle politiche gestionali degli studi, iniziative che favoriscono la maternità e la paternità, il congedo matrimoniale, special leave per gravi problemi familiari, rispetto delle festività 28 • TopLegal Giugno 2012 religiose e della diversità. Dal sondaggio emerge che, quando si parla di argomenti come maternità/paternità, ferie e malattia (tutti considerati diritti in ambito di lavoro subordinato), le differenze tra gli studi emergono in maniera prepotente. La maggior parte, infatti, riconosce un periodo di ferie retribuito, che va dai 20 ai 30 giorni. Ma qui si fermano le pratiche condivise. Per esempio, sono pochissimi quelli che danno la possibilità di lavorare part time. E qui spicca Linklaters, in cui due professionisti lavorano da casa su base permanente. Un nutrito gruppo di intervistati, per contro, dichiara che non sono ammesse collaborazioni in deroga al tempo pieno, in base alla convinzione che, trattandosi di un rapporto libero professionale, non sia compito dello studio dare le stesse garanzie fornite dal datore di lavoro. Questo, sebbene sia evidente l’anomalia di un libero professionista di cui si esige la presenza in studio. E ben legato alla sua scrivania. © Kurhan - Fotolia.com di Maria Buonsanto Al centro della policy Una testimonianza che «il tema del “work-life balance” è ormai da tempo tra i cardini che guidano le policy professionali dello studio», arriva da Charles Adams di Clifford Chance. «Al lato pratico – aggiunge - citerei ad esempio la nostra policy circa il congedo di maternità/paternità: 5 mesi retribuiti al 100% per le professioniste donne (oltre a quanto già previsto dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense), con eventuali ulteriori 3 mesi retribuiti al dentro lo studio 25% e la possibilità di lavorare da casa con dotazione tecnica fornita dallo studio. Dall’aprile 2011, inoltre, abbiamo introdotto il congedo di paternità che consiste in 2 settimane retribuite al 100%». Al pari di Clifford Chance, anche Latham & Watkins riconosce un paternity leave di 4 settimane e un maternity leave di 11 settimane al 100% della retribuzione. Il periodo può essere calcolato a partire dalla fine del settimo mese di gravidanza e può essere integrato a due altre opzioni: il primary caregiver leave e il family care leave. Il primo consiste in 6 settimane al 100% della retribuzione, di cui si può godere base dell’’80% di 5/12 del reddito netto professionale dichiarato nel 2° anno anteriore al verificarsi del parto. È per questo che, a titolo di provvidenza supplementare, alcuni studi riconoscono un’integrazione a quanto erogato dalla Cassa. Il modello di Dewey & LeBoeuf (ovviamente, la formula è oggi legata al destino dello studio, in conseguenza del crollo del network internazionale) fa espresso rimando alle Best Practice dell’Asla (Associazione studi legali associati): «Partendo dal codice associativo (che prevede che alla collaboratrice in maternità vengano pagati 5 & McKenzie, Hogan Lovells – che riconosce sia un periodo di maternity leave retribuito sia un periodo non retribuito ed è stato incluso tra i tre studi legali della classifica Top 50 Employers for Women 2011 redatta del quotidiano inglese The Times -, Linklaters, Pavia e Ansaldo, Pirola Pennuto Zei & Associati, Tonucci & Partners, Chiomenti, Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, Legance e Lombardi Molinari e Associati. Riconoscono 6 mensilità retribuite d’Urso Gatti Bianchi, Orrick (che a discrezione concede un periodo di aspettativa non retribuita di 4 mesi a decorrere dal termine dei 5 mesi) e Peder- entro la 17esima settimana di vita del bambino. Il secondo prevede ulteriori 4 settimane al 100% della retribuzione e se ne può godere entro un anno di vita del bambino. Questi tre diritti vengono riconosciuti dallo studio anche in caso di adozione e concorrono a delineare un periodo complessivo di 21 settimane. Vale a dire 5 mesi. Lo stesso periodo riconosciuto anche dalla Cassa nazionale forense. Che, però, si limita a corrispondere alla professionista un’indennità pari a 5 mensilità retribuite sulla mesi dello stipendio dell’anno precedente, deducendo il contributo della cassa avvocati, che verrà dalla stessa incassato successivamente, ndr), abbiamo deciso di migliorare il trattamento economico e finanziario, pagando l’intero stipendio dell’anno in corso. Non appena ricevuto il rimborso dalla Cassa si procede alla compensazione tra quanto ricevuto dallo studio e quanto rimborsato dalla Cassa». Arrivando così a coprire al 100% il compenso per i 5 mesi di congedo. Lo stesso avviene in Baker soli & Associati. Sul fronte opposto, Freshfields si limita ad anticipare quanto sarà successivamente corrisposto dalla Cassa Avvocati. Mentre Roedl & Partner solo a determinate condizioni (non meglio specificate), integra i compensi per i 5 mesi in cui la Cassa forense eroga il proprio contributo. Lo studio, tuttavia, fa sapere che «si cerca di venire incontro, per quanto possibile, alle esigenze personali senza però correre il rischio di creare divergenze e/o ingiustificate disparità nei trattamenti». TopLegal Giugno 2012 • 29 dentro lo studio Non solo maternità © Cello Armstrong - Fotolia.com Garantire un congruo periodo per la maternità non è l’unico modo per andare incontro alle esigenze dei professionisti. In Cleary Gottlieb, ad esempio, «a sostegno della vita lavorativa dei professionisti vi è anche il servizio di ristorazione: una terrazza affacciata sui tetti romani e, a Milano, una moder- na “scatola luminosa” permettono agli avvocati di utilizzare la pausa pranzo come un vero momento di relax, durante il quale rigenerarsi nel corpo e nello spirito e colloquiare informalmente». Ogni anno, inoltre, tutti gli studi interpellati dedicano una o più giornate di puro svago allo staff di entrambi gli uffici (il summer outing), oltre a retreat organizzati periodicamente per tutti i collaboratori con il fine di unire l’utile dell’approfondimento professionale al dilettevole delle visite turistiche e del relax fuori città. Infine, all’interno di molti studi sono stati costituiti comitati preposti a combinare il successo professionale misurato in termini di utili per partner con alcuni valori etici che sono pro bono, diversity e soddisfazione degli associate. Freshfields ha incaricato un socio, Giovanni Verga, di occuparsi dei temi dedicati al people engagement. Con la responsabilità di monitorare il “climate” degli uffici italiani, di intercettare e interpretare le esigenze che emergono, di riconoscere e promuovere le iniziative volte a favorire l’affermarsi di un ambiente di lavoro rispondente ai bisogni professionali e personali dei professionisti (e non solo). Strumento importante del monitoraggio, un survey rivolto a professionisti e staff su una molteplicità di aree attinenti l’ambiente professionale e le modalità di relazioni e di lavoro. Un vero e proprio “diagnostico” (compilato in forma anonima) che ogni anno individua le aree di debolezza su cui è importante, se non urgente, intervenire. Hogan Lovells, invece, ha preposto un comitato in tema di diversity affinché vi sia rispetto della fede religiosa, degli orientamenti sessuali, delle origine etniche dei professionisti e dello staff. E affinché non venga operata nessuna distinzione di sesso nella scelta e nella crescita dei professionisti. Dla Piper ha da tempo insediato un comitato di CR (Corporate Responsibility) per coordinare sia le attività pro bono svolte dai singo tTopLegal Giugno 2012 dentro lo studio © Yuri Arcurs - Fotolia.com li professionisti, sia le iniziative a sostegno di progetti di solidarietà. Il CR, i cui responsabili sono Stefano Modenesi, per l’ufficio di Milano, e Francesco Cerasi, per l’ufficio di Roma, sta, per esempio, attualmente sostenendo il Comitato “Fiori di Lavanda”, charity attiva nella raccolta di fondi per l’Ospedale S. Gerardo di Monza, in particolare per il team di ricerca per la leucemia guidato dalla Fondazione Tettamanti. «Penso – commenta Modenesi - che l’adozione di una charity di riferimento con la quale collaborare, su base quantomeno annuale, consenta di meglio comprendere le reali esigenze e, quindi, fornire un supporto più efficace, al contempo rendendo più facile monitorare anche i risultati raggiunti dandone visibilità a coloro i quali hanno contribuito». E Dla Piper non è l’unico a pensarla così. Linklaters è socio fondatore di Parks e Valore D. E alcuni studi – come Tonucci e d’Urso Gatti Bianchi – si sono dotati di un Codice etico. Per migliorare quello che sembra essere ancora un percorso tutto in salita, il worklife balance. TL QUANDO LE ESIGENZE PRIVATE SONO RETRIBUITE STUDIO Malattia Ferie (n° giorni) Maternità Part-Time (previsto) Allen&Overy Sì 30 Sì Sì Baker&McKenzie N/a N/a Sì Sì Bonelli Erede Pappalardo Sì Sì Sì N/a Carnelutti Sì < 26 Sì Sì Chiomenti N/a 30 N/a No Cleary Gottlieb Steen & Hamilton* Sì Sì Sì Sì Clifford Chance* Sì < 26 Sì Eccezione De Berti Jacchia Franchini Forlani Sì No Sì No Dewey & LeBoeuf Sì < 26 Sì Sì Dla Piper* Sì < 26 Sì No D’Urso Gatti e Bianchi* Sì 30 Sì Sì Freshfields* Sì < 26 Sì Sì Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners* Sì 26 Sì Eccezione Grande Stevens Sì < 26 Sì No Hogan Lovells* Sì < 26 Sì Sì Latham & Watkins* Sì < 26 Sì Sì Legance Sì 26 Sì Sì Linklaters* Sì 25-30 Sì Sì Lombardi Molinari e Associati Sì No Sì No Macchi di Cellere Gangemi Sì No Sì Eccezione Nctm Sì N/a Sì Eccezione Orrick Sì 26 Sì Sì Pavia e Ansaldo Sì No Sì No Pedersoli & Associati Sì N/a Sì Sì Pirola Pennuto Zei & Associati Sì 30 Sì Sì Roedl & Partners Sì < 26 Sì Sì Simmons & Simmons* Sì 26 Sì Sì Toffoletto De Luca Tamajo Sì < 26 Sì Sì Tonucci & Partners* Sì 30 Sì No *Altri strumenti indicati: Cleary Gottlieb Steen & Hamilton: paternità, opzioni di settimana corta per perseguire la carriera accademica; Clifford Chance: paternità, congedo matrimoniale, special leave per gravi problemi familiari; Dla Piper: special leave per licenza matrimoniale; d’Urso Gatti e Bianchi - Simmons & Simmons - Tonucci & Partners: codice etico; Freshfields: nomina di un socio responsabile della gender diversity; Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners: rispetto altre festività religiose; Hogan Lovells: comitati per il rispetto diversità; Latham & Watkins: paternità; Linklaters: lo studio è socio fondatore di Parks e Valore D TopLegal Giugno 2012 • 33