1 Cap.8 Tra crisi e trasformazioni: l`Europa dei sec. XIV e XV Le

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1 Cap.8 Tra crisi e trasformazioni: l`Europa dei sec. XIV e XV Le
Cap.8 Tra crisi e trasformazioni: l’Europa dei sec. XIV e XV Le cause generali della crisi del ‘300 furono tre: ‐
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le guerre (molte regioni furono teatro di operazioni militari ininterrotte = saccheggi con i quali si risarcivano i soldati mercenari; le pestilenze (assieme ad altre epidemie , portarono a gravi conseguenze demografiche ed economiche); il clima (causato da un aumento della piovosità). ‐
La popolazione riprese a crescere soltanto alla metà del ‘400 ma non dappertutto. Il crollo demografico portò alla diminuzione del prezzo dei cereali, in quanto i consumatori diminuirono rispetto al numero dei produttori. Il fenomeno interessò tutta l’Europa tranne l’Italia settentrionale (Lombardia) e i Paesi Bassi grazie a: ‐ espansione agricola e pastorale, ‐ afflusso di manodopera dalle regioni vicine, ‐ crescita attività mercantili, ‐ recupero terre strappate al mare, ‐ progressi dell’allevamento. La stagnazione portò alla diminuzione di prodotti nelle fiere. Altre tendenze di cambiamento: ‐ i contadini aumentarono il potere contrattuale e riuscirono a strappare condizioni più favorevoli di lavoro. Essi furono avvantaggiati anche dal potere d’acquisto della moneta; ‐ i signori si trovarono in difficoltà; ‐ l’aumento dei costi e il calo dei profitti provocarono la caduta delle rendite signorili; ‐ crollò anche il valore della terra. Si salvano dalla crisi le grandi signorie dei principi e delle famiglie più nobili. La nobiltà reagì istituendo le corvées, e con il passaggio dalla conduzione diretta alla conduzione indiretta. I signori pretesero che i canoni d’affitto fossero pagati, almeno parzialmente, in natura e che la somma di denaro fosse adeguata al potere d’acquisto della moneta. Nascono la mezzadria e il brigantaggio. In Inghilterra per superare la crisi si diffusero le enclosures ( = recinzioni che delimitarono i campi aperti e permisero il controllo al diritto di caccia). Conseguenze: i contadini più ricchi si infiltrarono nei ranghi della nobiltà. Gli inasprimenti fiscali portarono alle rivolte dei contadini (in Francia – jacquerie e in Inghilterra).Esito fallimentare perché represse nel sangue. Agitazioni sociali pure nelle città. A Firenze fallirono le banche dei Perruzzi e dei Bardi alle quali i re si rifiutarono di ridare i soldi che si erano fatti prestare. La più grande rivolta fu quella dei Ciompi (operai della lana) di Firenze: essi volevano far parte delle Arti Maggiori, volevano miglioramenti salariali, libertà di organizzazione, egemonia politica . Le richieste non furono accettate dalla borghesia, ma non coincidevano neppure con quelle delle Arti Minori. La rivolta fallì perché i Ciompi furono isolati ed anche perché non 1 ebbero collegamenti con la popolazione delle campagne. Pertanto essendo il contado rimasto fuori dalla lotta, la rivolta si qualificò come fatto esclusivamente urbano. A prescindere dalle opinioni degli studiosi, la crisi del Trecento diede l’avvio ad un processo di trasformazione della società e dell’economia europea. Crebbero però le diseguaglianze sociali; la ricchezza tra le diverse aree del continente non si manifestò dovunque con la stessa intensità. (Sintesi di Renzetti Alessandra III B) 2