La «corvée
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POLITICA,ISTITUZIONIeDIRITTO La «corvée» Prima dello scoppio della rivoluzione francese, in Francia ma non solo, i contadini ancora sottostavano ad una serie di pesanti gravami fiscali in favore del loro signore. Troppi erano infatti i lasciti dell’antico sistema feudale che i proprietari richiedevano al fine di ribadire la differenza di status tra i diversi ceti sociali. La nobiltà fondiaria continuava a esigere dai contadini alcune prestazioni di lavoro obbligatorio e gratuito, le co rvé e s, che questi ultimi consideravano particolarmente inique. In occasione di feste al palazzo signorile, ad esempio, le donne potevano essere chiamate a prestare servizio come cameriere o sguattere; si doveva inoltre omaggiare il signore con il dono di primizie e capi di bestiame pregiati e, soprattutto per gli uomini, continuava a persistere l’obbligo di svolgere senza alcuna ricompensa innumerevoli servizi: dal lavoro nei campi, all’obbligo del trasporto dei beni alimentari dentro i confini della signoria, alla costruzione e riparazione di strade e sentieri che attraversavano i territori signorili. L’istituto della co rvé e rimase assai diffuso in Europa per tutta l’età moderna, Jean-François de Troy, «La colazione quindi di un personale più numeroso per di ostriche», 1737 con innumerevoli varianti locali. A est servire i convitati, i contadini, donne e [Musée Condé, Chantilly] del fiume Elba, dal Brandeburgo alla uomini, potevano essere chiamati a palazzo per aiutare gli inservienti già in Durante i ricevimenti, quando i signori Russia, realtà poco urbanizzate e scarservizio. offrivano un banchetto e necessitavano samente popolate (in media dai 5 ai 10 abitanti per km2), a partire dal ’500, la nobiltà terriera inasprì il regime di asservimento dei contadini. In queste campagne, caratterizzate dalla presenza di vaste pianure adatte alla cerealicoltura, la scarsa disponibilità di lavoratori comportava salari e canoni d’affitto della terra così elevati da risultare antieconomici per i grandi proprietari. Di qui il rafforzamento della servitù della gleba, che oltre a vincolare i contadini alla terra, non consentendo loro di abbandonarla senza il permesso del signore, aumentava le giornate di lavoro gratuito nelle riserve signorili. In Polonia, ad esempio, le grandi aziende agrarie signorili si reggevano esclusivamente sulle prestazioni gratuite dei contadini, che consistevano in tre giornate di lavoro a settimana sui fondi del signore, e nell’obbligo di risiedere nelle terre loro affidate all’interno delle aziende signorili. La ricchezza prodotta da queste aziende, incentrata essenzialmente sulla produzione di granaglie e legname, si basava quindi largamente sul lavoro coatto. Per questa ragione i grandi proprietari preferivano il sistema delle co rvé e s a quello dell’affitto in denaro. Senza le prestazioni gratuite dei contadini, infatti, l’intero sistema GIARDINA-SABBATUCCI-VIDOTTO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI La «corvée» POLITICA, ISTITUZIONIeDIRITTO sociale che garantiva alla nobiltà polacca una netta supremazia sarebbe stato messo in discussione. Non diversa la situazione in alcuni paesi di lingua tedesca, come l’Austria asburgica, dove l’istituto della co rvé e , lungi dall’estinguersi, si era rafforzato: in alcune regioni si era infatti passati da 12 a ben 153 giornate all’anno di lavoro obbligatorio e gratuito per i contadini. In questo panorama però non mancarono tendenze diverse. In Germania, ad esempio, nel corso del XVII secolo, per accrescere le proprie rendite, i signori avevano scelto la via dell’innalzamento delle tasse: essi preferivano ricevere denaro contante piuttosto che incrementare le giornate gratuite di lavoro. In generale, nell’Europa occidentale le co rvé e s furono sostituite quasi ovunque dal pagamento di un tributo, fissato a voce o mediante un contratto scritto, che era vincolante per entrambe le parti. I contadini godevano quindi di libertà di movimento e la concessione del podere dipendeva dal pagamento al signore di un canone in denaro. Persistevano tuttavia alcuni obblighi di lavoro gratuito, i quali, benché non fossero comparabili con quelli vigenti nelle aree orientali, erano comunque sentiti come particolarmente coercitivi, contribuendo ad alimentare l’endemico disagio del mondo rurale, che prima o poi esplodeva in sanguinose rivolte. Il nobile è il ragno e il contadino la mosca L’incisione francese illustra lo sfruttamento dei contadini da parte dei nobili. Le scritte sullo sfondo riprendono questo concetto: «Più mezzi si hanno, più se ne vuole avere» dice una delle scritte. «Questo povero porta tutto, grano, frutta, denaro, ortaggi, e il gran signore seduto a ricevere tutto, non lo degna di uno sguardo». Sten’ka Razin tiene un discorso alle sue truppe [Museo d’arte Palekh, Palekh] Questa miniatura rappresenta il famoso bandito russo Stefan Timofeevič(Sten’ka) Razin. Verso la fine del ’600 il rafforzamento dell’Impero russo sotto i primi zar della dinastia dei Romanov ha costi sociali molto alti, che accentuano le differenze fra la ricca nobiltà e la società contadina, suscitando moti di ribellione. Dal 1667 al 1671 Sten’ka Razin guida una serie di sollevazioni nell’area del Volga, assumendo i connotati di un eroe popolare che depreda i ricchi per regalare ai poveri. Battuto e annientato, Sten’ka finisce squartato sulla Piazza Rossa a Mosca. GIARDINA-SABBATUCCI-VIDOTTO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI