Il ruolo della donna nel mondo Dina Nerozzi Il Seminario

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Il ruolo della donna nel mondo Dina Nerozzi Il Seminario
Il ruolo della donna nel mondo
Dina Nerozzi
Il Seminario organizzato dal Pontificio Consilio per i Laici “Dio affida l’essere
umano alla donna”, ha affrontato un argomento di cruciale importanza per la
salvaguardia della società di domani messa pesantemente in pericolo dalle nuove
ideologie.
“Dio affida l’essere umano alla donna”, sembra essere quasi una banalità, poiché non
c’è dubbio che questo è stato il volere di Dio dal momento che, in senso puramente
biologico, è la donna, e solo lei, a generare quei figli che popolano la terra; tuttavia,
stante il periodo di confusione in cui viviamo, è necessario ripartire da quello che è
un evidente dato di realtà.
A chi ha occhi per vedere appare chiaro, anche, che Dio non ha inteso affidare alla
donna solo l’aspetto materiale della procreazione dei figli, ma anche quello spirituale
della tutela della famiglia. E’ la donna che imposta l’andamento familiare, è lei che
mette in campo forza morale e spirituale per proteggere i figli in un mondo che si sta
sempre più allontanando da Cristo e de-umanizzando.
Il mondo secolarizzato ha ben compreso questa realtà e, intendendo cambiare la
struttura della società nel senso desiderato, sa che deve attirare la donna nella sua
orbita. E’ necessario toglierle dalla mente l’idea che il suo ruolo primario sia quello
di essere custode del bene del marito e dei figli, oltre che del suo personale.
Il sistema economico esige la presenza della donna nel mondo del lavoro,
inizialmente per ridurne i costi, stante che il compenso per il lavoro femminile era
inferiore rispetto a quello maschile e, dopo, per produrre quella società nuova in cui
l’essere umano non deve più rispettare le regole previste dalla natura, ma deve
cercare di ricreare la realtà secondo un processo di ingegneria sociale costruito al
tavolino dagli “esperti” del mondo della psicologia e della sociologia che ci spiegano
quello che è dobbiamo pensare e fare.
Il tentativo di innalzare la figura femminile e contemporaneamente di criminalizzare
quella maschile, fenomeno presente nel mondo moderno, ha come unico scopo quello
di cercare di dividere ciò che Dio ha voluto unire. Il risultato finale sarà la distruzione
di entrambi, la creazione di monadi isolate, prive della forza necessaria per
contrastare quanti traggono profitto dalla debolezza degli esseri umani.
Il tentativo di coinvolgere la donna nell’area del potere, con il meccanismo delle
quote, è il dono avvelenato che ha come scopo quella di uniformare i ruoli e le
rispettive vocazioni e indebolire, così, la famiglia che è l’unica struttura capace di
dare autonomia ai suoi membri e, pertanto, invisa tanto all’individualismo capitalista
che al collettivismo socialista.
Ciò non significa che la donna non debba porre i suoi talenti anche al servizio della
società, stando però bene attenta a non cadere nella trappola del “potere” che, per sua
natura, non solo corrompe, ma diviene totalizzante e, pertanto, non consente
divagazioni e alternative alle sue regole.
La donna ha sempre dominato. Nel passato lo ha fatto con maggiore intelligenza, non
in prima linea ma in sostegno e supporto al potere maschile, più libera di pensare
autonomamente e quindi più capace di distinguere la via da percorrere, anche per il
bene collettivo.
La donna nella Chiesa ha un ruolo che non diverge da quello della donna nella
società laica. Se vuole dare il suo contributo forte e generoso, come ha sempre fatto
nel corso della storia, non deve perseguire il potere personale che limita la sua libertà:
il potere ha regole fisse alle quali non è possibile sottrarsi. La donna deve cercare di
mantenere la sua capacità di giudizio libero e forte. Solo così potrà restare fedele a
quella verità che Dio ha voluto costruire per le Sue creature e per il Suo creato.