L`importanza di una corretta Diagnosi e Diagnosi

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L`importanza di una corretta Diagnosi e Diagnosi
L’importanza di una corretta Diagnosi e Diagnosi Differenziale
nei Disturbi del Comportamento Alimentare
La denominazione comune, Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)
raccoglie fondamentalmente tre quadri clinici: la Anoressia Nervosa, la Bulimia
Nervosa e Disturbi del Comportamento Alimentare non Altrimenti Specificati (o
atipici o parziali, subliminali, EDNOS) che raccolgono nel loro insieme una serie di
manifestazioni disomogenee nella etiopatogenesi e nella sintomatologia.
Da un punto di vista scientifico, rispetto al rapido divulgarsi dei DCA su tutto il
territorio nazionale, attraverso la ricerca si è identificato un quadro sintomatologico
dei DCA confluente nelle attuali descrizioni proposte dal DSM IV.
Gli studi più recenti condotti sui DCA hanno messo in evidenza alcuni dati:
- la loro prevalenza in soggetti adolescenti e di genere femminile
- una loro rapida e recente diffusione anche nel mondo maschile
- per la loro gravosa e decisa tendenza alla cronicizzazione, la presenza nell'età
adulta
- la tendenza alla combinazione reciproca attraverso un codice di malessere
psichico legato all'alimentazione e all'instaurarsi di un circolo vizioso che viene a
generarsi attraverso la Restrizione Disinibizione-Colpa/Allarme-Restrizione
- la loro presenza in comorbilità in molti pazienti obesi (soprattutto gli EDNOS e tra
questi una maggiore prevalenza del DAI).
Da un punto di vista sociale, i DCA rappresentano un "male" in notevole incremento
che interessa il singolo individuo nella sua interezza somato-psichica.
I disturbi del comportamento alimentare sono patologie in continuo aumento ed
attualmente la loro prevalenza, probabilmente sottostimata, si stima tra 1-4% nella
popolazione giovanile. I soggetti che ne sono affetti sono morbosamente preoccupati
del loro corpo e del loro peso ed attuano tutta una serie di comportamenti volti a
ridurre tali preoccupazioni. Come evidenziato da numerosi studi catamnestici
l’evoluzione dei DCA è caratterizzata da una mortalità conseguente che si segnala, ad
una catamnesi di 2-3 decenni, fino al 20% per l’Anoressia Nervosa, sottotipo
Restrittiva. La prognosi della AN è severa: il 30% dei malati guarisce a medio-lungo
termine, il 30% resta con importanti disturbi del comportamento alimentare e il 30%
presenta disturbi del comportamento alimentare associati ad altri disturbi psichici.
Inoltre alcuni autori hanno mostrato che il tasso di guarigione decresce velocemente
dopo una evoluzione della malattia di 10-15 anni. L’evoluzione della Bulimia
Nervosa resta ancora largamente sconosciuta e i dati presenti in letteratura sono in
disaccordo fra loro, il solo studio effettuato a lungo termine peraltro con notevoli vizi
metodologici, ha rivelato che a 2 anni di trattamento nessuna paziente era indenne
dalla Bulimia Nervosa (Yager et al.,1987)
Fare una diagnosi di DCA non è semplice perché i soggetti che ne sono affetti
malvolentieri spontaneamente parlano dei loro sintomi e spesso negano o
minimizzano gli effetti negativi del loro comportamento alimentare. Inoltre i disturbi
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del comportamento alimentare possono essere appannaggio di molte categorie di
disturbi psichici e i disturbi dell’alimentazione sono reperibili in molte patologie
mediche, si impone allora la necessità di una precoce e corretta diagnosi e diagnosi
differenziale necessarie alla programmazione dell’appropriato e tempestivo
intervento terapeutico considerata la gravità e la difficoltà nella prognosi dei DCA .
Scopo del nostro lavoro è facilitare l’identificazione ed il riconoscimento dei diversi
quadri clinici e fornire alcuni elementi di diagnostica differenziale.
ANORESSIA NERVOSA
Diagnosi (vedi criteri DSM IV)
L’anoressia mentale, o psichica, o “nervosa”, rappresenta un quadro di non rara
osservazione, caratterizzato da un comportamento alimentare disturbato la cui origine
è psichica.
La sintomatologia ha inizio con una delle seguenti modalità:
1. Necessità di ridurre il peso e la massa corporea per una percezione problematica
del corpo dovuta al sovrappeso che induce ad iniziare una dieta dimagrante.
2. Sensazioni cenestesiche sgradevoli come gonfiore alla pancia, senso di nausea,
dolori addominali che portano ad una progressiva e subdola riduzione dell’apporto
alimentare.
La presa in carico di questo tipo di pazienti richiede una lettura globale che tenga
conto, nello stesso momento, degli aspetti organici, metabolico-nutrizionali,
endocrini e di quelli più specificatamente intrapsichici-relazionali, in particolare c’è
da considerare che la giovane età delle pazienti fa si che siano concretamente
dipendenti dai genitori e dalla famiglia e non si può pertanto non tenere conto,
nell’intervento diagnostico e terapeutico, anche dei movimenti emotivi e
comportamentali della famiglia.
L’intervento diagnostico di tipo medico-psichiatrico si rende necessario per accertare
il disagio psichico e il danno biologico al fine di improntare un progetto terapeutico.
Infatti può offrire i dati obiettivi per dimostrare alla paziente il grado di
deterioramento fisico da utilizzare per il successivo intervento psicologico.
Nelle pazienti anoressiche la constatazione del dimagrimento eccita una sensazione di
onnipotenza e di dominio sul proprio corpo e sulla propria fame; e se non si smantella
questa sensazione di onnipotenza è poi difficile motivarle ad accettare un programma
terapeutico.
L’anoressia mentale riconosce validi i criteri diagnostici del DSM IV (vedi oltre) e
del ICD-10. In quest’ultimo si richiede in modo specifico che la perdita di peso sia
autoindotta mediante l’evitamento dei cibi “che fanno ingrassare” e che nel sesso
maschile vi sia perdita dell’interesse e della potenza sessuale. Infine, a differenza del
DSM IV, che dà la precedenza alla diagnosi di Anoressia Nervosa rispetto a quella di
Bulimia Nervosa, l’ICD-10 esclude la diagnosi di ANORESSIA Nervosa. se sono
state regolarmente presenti abbuffate alimentari.
Diagnosi differenziale
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Si impone sempre di fronte ad un paziente emaciato la necessità di escludere la
presenza di un’affezione organica o una malattia psichiatrica che comportino un
rifiuto alimentare. La diagnosi differenziale tra l’Anoressia Nervosa e altre forme di
dimagrimento di origine psiconevrotica come:
- le disfagie
- gli spasmi esofagei e pilorici
- le dispepsie
sono di facile riconoscimento perché il dimagrimento è involontario e secondario al
disturbo funzionale, inoltre troviamo la consapevolezza e la preoccupazione del
paziente nei confronti della malattia e il desiderio di porvi rimedio.
La diagnosi differenziale si impone anche nei confronti di danno neurologico o
endocrino.
E' necessario prendere in considerazione altre patologie potenzialmente responsabili
della marcata perdita di peso, specialmente in quei casi con presentazione atipica (es.
casi con esordio oltre i 40 anni). Nelle condizioni mediche generali (malattie gastroenteriche, neoplasie cerebrali, carcinomi occulti, sindrome da immunodeficienza
acquisita [AIDS], insufficienza renale cronica, ecc.), a fronte di una grave perdita di
peso, mancano sia in genere un disturbo dell'immagine corporea, sia il desiderio di
dimagrire ulteriormente. Inoltre, la Sindrome dell'arteria mesenterica superiore
(caratterizzata da vomito post-prandiale dovuto ad una ostruzione intermittente allo
svuotamento gastrico), dovrebbe essere distinta dall'Anoressia Nervosa, sottotipo
Abbuffate/Condotte di eliminazione, in quanto l'emaciazione non è volontaria e il
vomito non è autoindotto.
Nel Disturbo Depressivo Maggiore si può verificare un marcato decremento
ponderale legato ad una riduzione dell’appetito che però non è intenzionale, e inoltre
non è associato alla paura di ingrassare. Il rifiuto alimentare è legato al desiderio di
morte, giustificato dalle idee di indegnità e di rovina. Inoltre l’apatia evidente è in
contrasto con l’iperattività fisica delle pazienti anoressiche.
Nella Schizofrenia possono essere presenti modalità bizzarre di alimentazione, spesso
sono presenti idee deliranti riferite al cibo, e talora grave dimagrimento, senza
tuttavia, nella maggioranza dei casi, che sia presente la distorsione dell'immagine
corporea e la paura dell’aumento del peso necessarie per porre la diagnosi di
Anoressia Nervosa.
Nel Disturbo Paranoide di Personalità il rifiuto del cibo può essere legato al tema
delirante dell’avvelenamento.
Alcune delle caratteristiche dell'Anoressia Nervosa possono soddisfare parte dei
criteri per la Fobia Sociale, il Disturbo Ossessivo-Compulsivo ed il Disturbo di
Dismorfismo Corporeo. Vi può essere infatti imbarazzo o disagio nel mangiare in
pubblico come nella Fobia Sociale. Possono essere presenti, come nel Disturbo
Ossessivo-Compulsivo, ossessioni e compulsioni correlate al cibo; oppure
preoccupazioni riguardanti un difetto immaginario nell'aspetto fisico, come nel
Disturbo di Dismorfismo Corporeo.
Se il paziente con Anoressia Nervosa presenta paure sociali che sono limitate al solo
comportamento alimentare, la diagnosi di Fobia Sociale non dovrebbe essere posta ,
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ma fobie non correlate al comportamento alimentare (es. eccessiva paura di parlare in
pubblico) possono giustificare una diagnosi aggiuntiva di Fobia Sociale. Similmente
una diagnosi aggiuntiva di Disturbo Ossessivo-Compulsivo può essere posta se sono
presenti ossessioni e compulsioni che esulano dal cibo (per es. ossessioni di
contaminazione); per la diagnosi addizionale di Disturbo di Dismorfismo Corporeo
deve essere presente una tematica dismorfofobica non limitata ad una erronea
percezione del corpo nella sua totalità o al peso (esempio, presenza di timore di avere
il naso troppo grosso).
Nell’Ipocondria il timore e la convinzione di poter avere un grave disturbo a livello
gastrico si basa sulla esasperata sensazione di pienezza, tensione, nausea. Anche nel
disturbo di somatizzazione possono comparire: nausea, iporessia senza una base
organica dimostrabili; ma in entrambi i casi il dimagrimento non è ricercato.
Nella Bulimia Nervosa sono presenti ricorrenti abbuffate seguite da inappropriati
comportamenti per evitare l'incremento di peso (per es. ricorso al vomito
autoindotto), e preoccupazioni per l'aspetto fisico ed il peso corporeo. Contrariamente
agli individui con Anoressia Nervosa, sottotipo con Abbuffate/Condotte di
eliminazione, gli individui con Bulimia Nervosa riescono tuttavia a mantenere un
peso corporeo maggiore o uguale a quello minimo normale e presentano un ciclo
mestruale regolare.
BULIMIA NERVOSA (vedi criteri DSM IV)
Diagnosi
Anche nella Bulimia Nervosa, come nell'anoressia nervosa, il paziente presenta una
paura morbosa di ingrassare e ricerca un ideale estetico di perfezione.
La crisi bulimica presenta due caratteristiche cliniche fondamentali: l'eccesso e la
perdita di controllo. Il soggetto lotta, infatti, continuamente, tra il desiderio di
magrezza e il bisogno incontrollato di assumere cibo. La Bulimia diviene dunque una
vera e propria “tossicomania” da cibo.
Diagnosi differenziale
Ai fini di una diagnosi differenziale tra Anoressia di sottotipo con
Abbuffate/Condotte di eliminazione e Bulimia Nervosa si prende in considerazione
l'amenorrea: se c'è una perdita di peso che determina amenorrea si parla di anoressia
di tipo bulimico; se i cicli mestruali sono presenti e il peso corporeo è mantenuto si
parla di Bulimia Nervosa.
La crisi bulimica va distinta dal comune “mangiare troppo” che in genere non si
associa alla perdita di controllo; in secondo luogo si deve differenziare la “crisi
bulimica” dalla sindrome “Bulimia Nervosa”.
L’iperfagia può essere definita come un’eccessiva ingestione di cibo, superiore cioè
a quella necessaria per il consumo basale che può protrarsi per notevoli periodi di
tempo; fino ad ostacolare lo svolgimento delle normali attività.
Malattie neurologiche come alcune epilessie parziali complesse, la sindrome di
Kleine-Levin e la sindrome di Kluver-Bucy, possono dar luogo ad iperfagia, ma
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raramente sono soddisfatti i criteri richiesti per la diagnosi di Bulimia Nervosa.
L’iperfagia spesso compare nei disturbi del sonno. Nell’insonnia da apnea notturna
con sonnolenza diurna compare una forma di iperfagia quasi obbligata per indurre a
mantenere sufficienti livelli di vigilanza e ridurre il tempo di sonno nelle ore diurne,
iperfagia che spesso è tale da indurre un notevole aumento di peso.
L’iperfagia può presentarsi nel diabete di tipo II.
Tra i disturbi psichiatrici che possono indurre iperfagia il disturbo d’Ansia
Generalizzato talora può portare ad un aumento del desiderio di mangiare in
continuazione, associato ad un elevato livello d’ansia. Anche nei Disturbi
dell’Umore, e in particolare nella depressione atipica, è comune osservare un
aumento dell’apporto calorico soprattutto (CHO) attraverso l’ingestione di
carboidrati. Nella fase maniacale del disturbo Bipolare può manifestarsi un disturbo
dell’appetito con iperfagia correlato all’esaltazione delle pulsioni vitali, tuttavia ciò
raramente conduce ad un aumento di peso visto il notevole dispendio energetico
presente in questi pazienti dovuto all’aumento della attività.
Uno dei temi presenti nei soggetti maschi affetti da dismorfofobia è la convinzione di
un insufficiente sviluppo della massa corporea e muscolare, spesso centrata sulle
dimensioni degli arti inferiori, ed associata al proposito di aumentare il peso corporeo
attraverso un aumento dell’introduzione delle calorie con comportamento iperfagico.
Si realizza un quadro che può apparire come il disturbo contropolare dell’Anoressia
Nervosa in cui la distorsione dell’immagine corporea conduce all’esasperata ricerca
del potenziamento della massa corporea. Nella schizofrenia è spesso rilevabile un
significativo aumento di peso corporeo attribuibile all’aumento dell’appetito indotto
dai farmaci antipsicotici.
Nell’obesità possono essere presenti iperfagia e/o crisi bulimiche ma generalmente
mancano tutte le manovre tese a prevenire gli effetti delle abbuffate sul peso
corporeo, quali vomito, lassativi, digiuni, anoressizzanti, esercizio fisico eccessivo.
Alterazioni della condotta alimentare sono presenti nel disturbo di Personalità
Borderline.
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE NON ALTRIMENTI SPECIFICATI
(EDNOS)
Includono quei disturbi dell'alimentazione che non soddisfano i criteri di nessun
disturbo dell'alimentazione specifico. Rientrano in questo gruppo il Disturbo
dell'Alimentazione Incontrollata (caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate in
assenza delle condotte compensatorie tipiche della bulimia), l'Induzione di vomito
dopo ingestione di piccole quantità di cibo, Masticazione e Rigetto senza deglutizione
di grandi quantità di cibo, e più in generale i disturbi che pur presentando sintomi
analoghi non soddisfano pienamente i criteri diagnostici di Anoressia e Bulimia.
-Binge eating disorder (BED)
Diagnosi
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Il binge eating disorder, ovvero disturbo da alimentazione incontrollata, viene
diagnosticato in persone che di solito sono in sovrappeso e che manifestano alcuni
sintomi di patologia del comportamento alimentare senza però rientrare nella
diagnosi di Bulimia Nervosa.
• Abbuffate simili a quelle presenti nella Bulimia Nervosa (vedi diagnosi di
Bulimia Nervosa) presenti almeno 2 giorni a settimana per almeno 6 mesi.
• Assenza di vomito autoindotto e di tutte le condotte di eliminazione, motivo
per cui le persone che soffrono di BED tendono con il passare dei mesi e degli
anni ad evolvere verso forme di obesità di grado estremamente variabile.
• Presenza di un senso di vergogna (anziché di colpa) per il fatto di non riuscire
a controllare la propria alimentazione.
loro obesità. La probabilità di soffrire di un BED pare aumentare con l'aumentare
Tale sindrome è caratterizzata da ricorrenti episodi di alimentazione impulsiva in
assenza dell'uso regolare di comportamenti compensatori (come il vomito
autoindotto, abuso di lassativi ed altri medicamenti, digiuni ed eccessivo esercizio
fisico) che si riscontrano invece nel soggetto affetto da Bulimia Nervosa. L'episodio
di Alimentazione Incontrollata o comportamento Binge-Eating, che costituisce il
sintomo cardine di tale sindrome, si caratterizza per la presenza di entrambe i
seguenti elementi:
a) la quantità di cibo ingerito in un periodo di tempo circoscritto è significativamente
maggiore di quella che la maggior parte della gente mangerebbe nello stesso tempo
ed in circostanze simili;
b) la perdita di controllo sul proprio comportamento alimentare: il soggetto sente di
non essere in grado di smettere o di decidere la quantità e la qualità del cibo.
E' importante ricordare che tale sintomo alimentare è presente in tutte le sindromi che
compongono la categoria dei Disturbi del Comportamento Alimentare ed è
indipendente dall'indice di massa corporea (BMI); è presente infatti nell'Anoressia
Nervosa di tipo purgativo, nella Bulimia Nervosa, nei Disturbi del Comportamento
Alimentare Non Altrimenti Specificato e nel Disturbo da Abbuffate Compulsive che
è associato raramente ad un peso normale e più frequentemente a diversi livelli di
sovrappeso e/o obesità (BMI > = 25) come dimostrato dai dati epidemiologici sopra
riportati.
Vengono riferiti casi di persone in cui il comportamento alimentare incontrollato è
scatenato da pensieri o situazioni che producono alterazioni disforiche, come
depressione o ansia. Altri soggetti riferiscono invece sentimenti di tensione che
trovano sollievo, unicamente, nell'abbuffata alimentare. Altre persone descrivono
esperienze dissociative: riferiscono infatti di sentirsi, durante la crisi alimentare,
come "ipnotizzati", "intorpiditi" o "fuori di sé".
La durata e la frequenza del comportamento binge-eating sono variabili. Molti
soggetti, per esempio, hanno difficoltà a distinguere il comportamento alimentare
incontrollato in episodi separati. Alcuni mangiano infatti tutto il giorno, senza
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programmare i pasti. Tuttavia possono facilmente ricordare se l'abbuffata si è o meno
verificata in un certo giorno. Per fare diagnosi di Disturbo da Alimentazione
Incontrollata gli episodi di abbuffata devono verificarsi, in media, almeno per due
giorni alla settimana per un periodo minimo di sei mesi. A tale crisi di ingordigia
segue senso di colpa, disgusto verso la propria persona ed un marcato abbassamento
del tono dell'umore.
Diagnosi differenziale
I principali disturbi verso i quali va posta diagnosi differenziale con BED sono
costituiti dall’obesità e dalla bulimia nervosa.
Come è stato rilevato nelle cliniche dimagranti, circa un terzo dei pazienti obesi
presenta diagnosi di BED. Tra obesi BED e non BED sono state osservate delle
differenze negli esami di laboratorio ed una maggiore frequenza di: 1) depressione, 2)
ampie fluttuazioni di peso, 3) disturbi correlati all’eccesso di peso.
Questi aspetti nei pazienti BED si presentano in maniera più seria. Di fatto una
differenziazione tra i pazienti con obesità idiopatica o secondaria e quelli BED-obesi
può essere fatta mediante un’accurata anamnesi somatica e psichiatrica ed una
valutazione delle modalità di alimentazione.
Inoltre va ricordato che è difficile differenziare i pazienti BED da quelli bulimici
perché sono molto simili fra loro sotto l’aspetto clinico, riguardo la comorbilità
psichiatrica e le difficoltà di inserimento sociale.
Essi si differenziano dai bulimici per il fatto che presentano limitate restrizioni
dietetiche tra un episodio binge e l’altro (mentre i pazienti bulimici dopo l’episodio
attuano restrizioni dietetiche). Inoltre i pazienti BED presentano una modalità di
alimentarsi caotica con un discontrollo generale. Essi non cercano di regolarizzare il
loro introito di cibo né durante né dopo l’episodio, mangiano di più dei pazienti
bulimici in entrambi i casi, sia durante i pasti che durante l’episodio binge. Questo
discontrollo influenza la regolazione del peso per cui, mentre alcuni pazienti bulimici
sono normopeso, i pazienti BED hanno problemi sia con il peso sia con i disturbi ad
esso correlati. Inoltre è molto più probabile che i pazienti con bulimia nervosa
riportino l’influenza di variabili esterne come difficoltà lavorative, severità eccessiva
nella valutazione del proprio peso e della propria forma fisica e che riportino la
presenza di una storia di depressione, alcool, droga ed abuso sessuale.
I grossi problemi di diagnosi differenziale sono legati soprattutto alla
sottotipizzazione della Bulimia che è stata distinta in forme con o senza condotte
espulsive e che inevitabilmente ha finito per sollevare dubbi riguardo la coincidenza
dei due disturbi (BED e BN), in considerazione del diverso peso che si riscontra nei 2
gruppi di pazienti. Nella Bulimia Nervosa senza condotte espulsive c’è l’iperattività
fisica che nel B.E.D. non c’è, inoltre si parla di giorni e mesi diversi.
I soggetti affetti dal Disturbo da Alimentazione Incontrollata, che presentano gradi
variabili di obesità ed una storia di diete, fallimenti e fluttuazioni di peso marcate,
riferiscono che le loro inusuali abitudini alimentari ed il loro peso interferiscono nelle
loro relazioni interpersonali, nel loro lavoro e nella propria autostima. Tali soggetti
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riferiscono più frequentemente, in confronto a soggetti di peso uguale ma senza
queste abitudini alimentari, disprezzo di sé, disgusto per le dimensioni corporee,
depressione, ansia, preoccupazioni somatiche e vulnerabilità nei rapporti
interpersonali. Si può riscontrare nel corso della vita una più elevata prevalenza di
Disturbi Depressivi Maggiori, Disturbi Correlati a Sostanze e Disturbi di Personalità.
-Night eating sindrome (NES)
Diagnosi
I criteri diagnostici provvisori per la Night Eating Syndrome sono i seguenti:
- anoressia mattutina anche se il soggetto consuma la prima colazione;
- iperfagia serale, in cui è consumato il 50% o più dell’introito energetico giornaliero
dopo l’ultimo pasto serale;
- insonnia caratterizzata da almeno un risveglio per notte con consumo di snack
durante i risvegli;
- ripetizione dei sopra indicati criteri per tre mesi o più;
- i soggetti non soddisfano i criteri per la bulimia nervosa o il disturbo da
alimentazione incontrollata.
Sembra molto probabile inoltre che la comparsa della Night Eating Syndrome sia
legata alla presenza di fattori di stress. Per quanto riguarda l’incidenza i dati
sembrano indicare circa il 2% della popolazione normale, il 9% dei pazienti obesi e il
27% dei pazienti severamente obesi ne siano affetti. Gli spuntini serali/notturni ricchi
di carboidrati (circa il 70% delle calorie totali assunte) ed in modo particolare
l’elevato rapporto carboidrati /proteine suggeriscono che l’alimentazione notturna è
finalizzata a ristorare il sonno disturbato dei soggetti affetti da Night Eating
Syndrome.
Mettendo a confronto i soggetti obesi affetti da Night Eating Syndrome con i soggetti
obesi senza questo disturbo, si è rilevato nei primi un più elevato livello di
depressione e di bassa autostima, associato ad una minore perdita di peso.
-Disturbo del comportamento alimentare aspecifico:
il soggetto ha un’alimentazione equilibrata, il peso è generalmente compreso entro i
parametri normali del BMI (Indice di Massa Corporea), ma si procura vomito dopo i
pasti per ottenere un ulteriore calo di peso
-Exerciting:
il soggetto, pur alimentandosi in modo equilibrato, ha l’ossessione di bruciare calorie
ricorrendo ad un’intensa attività fisica (frequenta la palestra quotidianamente o si
sottopone ad estenuanti sedute di cyclette). L’obiettivo è mantenere un peso ideale o
leggermente inferiore e di avere un corpo atletico invidiabile. La cultura della figura
tonica e sportiva nasconde una sorta di anoressia mascherata.
-Nibbling:
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sbocconcellare continuamente il cibo, senza saziarsi e senza assumere un pasto
normale: queste trasgressioni avvengono nel corso dei lunghi pomeriggi davanti al
televisore in preda alla noia o nelle ore dedicate alla preparazione dei pasti per la
famiglia. Generalmente non esiste un vero problema di peso ma una leggera
depressione o una crisi di ansia. Il peso non è elevato perché inizialmente vengono
scelti alimenti poco calorici come frutta, verdura, alimenti “light”, ma alla lunga, le
quantità aumentano, variano gli spuntini e si ingrassa.
-Vomiting: la persona mangia in modo compulsivo attuando abbuffate seguite da
episodi di vomito, in tal modo, pur permettendosi di godere del piacere del cibo, non
ingrassa o è poco in sovrappeso.
CRITERI DIAGNOSTICI PER LA ANORESSIA NERVOSA (DSM IV)
A. Rifiuto di mantenere il peso corporeo ad un livello pari o superiore a quello
considerato sufficiente per l'età e la statura del soggetto
B. Intensa paura di ingrassare o di aumentare di peso anche quando si è sottopeso
C. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o
eccessiva influenza della forma e del peso del corpo sui livelli di autostima, o
rifiuto di riconoscere la gravità dell'attuale condizione di sottopeso
D. Nelle femmine dopo il menarca assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi
Specificare il sottotipo:
Con restrizione: Assenza abbuffate o condotte di eliminazione (ad es. vomito
autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: il soggetto presenta regolarmente
abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di
lassativi, diuretici o enteroclismi)
CRITERI DIAGNOSTICI PER LA BULIMIA NERVOSA (DSM IV)
A. Presenza di ricorrenti episodi di abbuffate. Una abbuffata è caratterizzata da
entrambi i seguenti punti:
1) mangiare, in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore), una
quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle
persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili;
2) sensazione di perdere il controllo durante l' episodio (ad es. sensazione di non
riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
B. Presenza di ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire
l'aumento di peso, come vomito , abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri
farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
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C. Le abbuffate e le condotte compensatorie si manifestano entrambe in media
almeno due volte alla settimana, per tre mesi.
D. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso
corporei.
E. L'alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia
Nervosa.
Specificare il sottotipo:
Con condotte di Eliminazione: Presenza costante di vomito autoindotto uso di
lassativi, diuretici, o enteroclismi.
Senza Condotte di Eliminazione: Presenza di altri comportamenti compensatori
quali il digiuno o l'esercizio fisico prolungato
CRITERI DIAGNOSTICI PER IL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE
INCONTROLLATA (DSM IV)
A. Episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata. Un episodio di alimentazione
incontrollata si caratterizza per la presenza di entrambi i seguenti elementi:
- Mangiare, in un periodo definito di tempo, una quantità di cibo assai superiore a
quella che la maggior parte delle persone mangerebbe in un periodo di tempo e in
circostanze simili
- Sensazione di perdita di controllo nel mangiare durante l’episodio (ad es.sensazione
di non riuscire a fermarsi mentre si sta mangiando)
B. Gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati con tre o più dei seguenti
sintomi:
-mangiare molto più rapidamente del normale
-mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni
-mangiare grandi quantitativi di cibo senza sentirsi eccessivamente affamati
-mangiare soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando
-sentirsi disgustato verso se stesso, depresso, o in colpa dopo le abbuffate
C. E’ presente marcato disagio riguardo al mangiare incontrollato
D. Il comportamento alimentare incontrollato si manifesta, mediamente, almeno per
due giorni alla settimana in un periodo di sei mesi
E. L’alimentazione incontrollata non risulta associata con l’utilizzazione sistematica
di comportamenti compensatori inappropriati (ad es. digiuno, vomito, esercizio
fisico prolungato, purganti, diuretici)
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