Agenda Notturna
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A N NO IX - NUMERO 17 - FEBBRAIO 2006 LABORATORIO DI SATIRA Aut.Trib.MN n.5/97 del 23/05/1997 - Direttore Responsabile Antonio Galuzzi IN TEMPI DI PAR CONDICIO, SIAMO COSTRETTI AD AFFRONTARE TEMI ALTERNATIVI OLIMPIADI: IL CURLING FA SCHIFO! I “No Global”: Anche lo skeleton fa abbastanza cagare - Luca Casarini: Lo snowboard è uno sport da sboroni americani - Carlo Azeglio Ciampi: Rispetto per la fiaccola olimpica, molto meno per lo scopino del curling - Marcello Pera: Diritti per tutti gli sport, anche per quelli minori: ma a tutto c’è un limite - Vittorio Feltri: A questo punto, mettiamo alle Olimpiadi anche la briscola a chiamata, il monopoli e la morra cinese I BASTA SATIRA! BASTA VIGNETTE! BASTA! recenti avvenimenti internazionali di sollevazione popolare nei confronti della satira iconoclasta, quelli nazionali di serrato confronto, a suon d’insulti mediatici e minacce fisiche fra i due schieramenti politici, la proverbiale codardia dei nostri corrispondenti, che pur di non rivestire l’improbabile ruolo d’obiettivo sensibile di movimenti terroristici, non hanno mai negato la loro disponibilità a vendersi al miglior offerente, sposando convinti una qualunque causa, c’impongono una decisa virata redazionale, sobrietà di vedute, pacatezza di giudizio e tolleranza verso tutti, stupidi inclusi. a redazione decide pertanto di proporre ai lettori, non già una prima pagina politica bensì una gragnuola di notiziole neutre, battute insipide, degne della sceneggiatura della peggior puntata d’una trasmissione del “Bagaglino”. L L a redazione de “Il Notturno” lancia una raccolta di firme volta a sensibilizzare il CIO per sostituire dai giochi olimpici il curling con il più popolare snow tubing (*) (*) Si scende seduti su dei gommoni lungo un percorso protetto, tipo quelli da bob, ma di neve anziché di ghiaccio. Le curve paraboliche, le pareti nevose ai lati, che impediscono di finire fuori pista, la velocità abbastanza modesta e assolutamente non pericolosa, lo rendono uno dei divertimenti preferiti non solo dai bambini ma anche dagli adulti. [fonte: www.infotrentino.com/ita/Sport/SnowSport/#Tubing] Marzo 2006 - data e luogo da destinarsi Spettacolo di cabaret con i “PaPu” in collaborazione con Filofestival. Da martedì 3 a venerdì 19 maggio 2006 - Mantova - Piazza Erbe II edizione di “Non è mai troppo tardi”. Da mercoledì 25 a domenica 28 maggio 2006 - Mantova - Piazza Marconi II edizione del “Notturno Musica Festival”. Mercoledì 21 giugno 2006 - Mantova - itinerante per le piazze di Mantova “Notte Bianca del Notturno” con colazione finale a pane e latte in Piazza Erbe. Luglio - Agosto 2006 - Città e contrade della provincia di Mantova “Cantagiro del Notturno”: torna il “Furgone della Musica” alla ricerca e scoperte di nuovi talenti della musica leggera italiana. Da mercoledì 6 a domenica 10 settembre 2006 - luogo da destinarsi II edizione del “Ilbidonedellaletteratura” dedicata ad esaminare le conformità ISO alla scrittura in lingua italiana degli ospiti del festival. Da venerdì 22 a domenica 24 settembre 2006 - luogo da destinarsi II edizione di “Associarti in Piazza” dedicata alla tradizione e alla cultura giapponese. Ottobre - Novembre 2006 - luogo e d data da destinarsi “I migliori anni della nostra vita”: mostre. dibattiti e spettacoli dedicati all’indimenticabile atmosfera della “Swinging Mantova” degli anni ‘60, con la partecipazione straordinaria di Edoardo Vianello, nel sessantenale della sua carriera. Da venerdì 8 a martedì 12 dicembre 2006 - Mantova - Palazzo della Ragione II edizione di “RintracciArti”: rassegna d’arte comtemporanea con dibattiti e performance sui temi dei diriitti umani. La redazione www.ilnotturno.net [email protected] Antonio Galuzzi Corrado Andreani Enrico Alberini Nicola Martinelli Roberta Vesentini DALL’ITALIA e DAGLI ESTERI Milano - Antonio Voceri Roma - Sebastiano Onano Kracow - Riccardo Campa HANNO COLLABORATO Alberto Patrucco Antonio Cornacchione I Papu Fabrizio Pescara Ilaria Jahier Gianni Pugnaghi Teo Guadalupi Stampato in 2.000 copie da Fda Eurostampa di Borgosatollo (Brescia). Distribuito in omaggio Ettore Dyr AgendaNotturna Agenda Notturna 2 BUONUMORE >jala[Y >af]eYlg_jY^a[Y \a Ia[c HYjlaf]dda IL BINOMIO CINEMA E CABARET il fondo del barile l binomio cabaret e cinema è sempre stato assai problematico per tante e ovvie ragioni. Irisultati Il passaggio dal piccolo al grande schermo non è così automatico e molto spesso i sono stati alquanto mediocri (se non disastrosi). Quasi sempre la colpa va a di Teo Guadalupi À LA RECHERCHE Che ti piaccia o no, c’è tutto un mondo là fuori e che ti piaccia o no, tu gli appartieni. Il problema è capire tu cosa c’entri, cosa ci stai a fare. E ti lanci nella tua ricerca metafisica. Ma cos’è che stai veramente cercando? Stai cercando una scusa, una buona scusa per non andare a quella cena tra ex colleghi, una roba tipo, ho rotto la macchina, anzi no, non sto bene, anzi no, più diretto: ho la dissenteria, mi è venuta all’idea di dovervi rivedere… Stai cercando il titolo di quella canzone che ti piaceva tanto da adolescente, quella di quel cantante americano, quella che faceva ta-ta-ta, e ti incazzi perché purtroppo anche se scrivi ta-ta-ta su Google, sai già che non viene fuori niente… Stai cercando l’affarone, il super affarone, il negozio dove trovi quella cosa ad un prezzo che nessun altro al mondo, anzi nella galassia, anzi nel cosmo, che il negoziante doveva essere veramente un cretino… e non ti viene in mente che forse, ma dico forse, il cretino sei tu… Stai cercando una risposta carina da dare a quel tuo amico che ti ha chiamato per chiederti se lo accompagni a quel corso di semantica religiosa tenuto da quel missionario francese per la prima volta in Italia e tu pensi, speriamo che sia l’ultima, perché comunque mandare al diavolo un missionario un po’ ti dispiace, ma mandare al diavolo il tuo amico no, però non lo fai, perché pensi che magari un domani potrebbe tornarti utile e allora educatamente gli dici che deve venire un tuo lontano cugino per cena, per la prima volta in Italia… Stai cercando qualcuno con cui andare al cinema a vedere quel film in lingua originale rumena applaudissimo a Cannes e ti stupisci nel sentire quanti lontani cugini per la prima volta in Italia siano ospiti a cena dei tuoi amici proprio quella sera… Stai cercando di capire in che modo tu potresti tornare utile un domani ai tuoi amici… Stai cercando l’amico, l’amico dell’amico, l’amico dell’amico dell’amico, quello che conosce quell’altro che ha agganci in modo tale che anche tu possa essere sfigato esattamente come gli altri, senza soffrire di complessi di inferiorità. Stai cercando quello che stai cercando, che in fondo non ha importanza. Quello che importa, è che continui a cercare… POLITICA • Il presidente del Consiglio ha fatto voto di castità sino al giorno delle elezioni. Poi da Vespa ha fatto retromarcia ed ha smentito. Il motivo? Appresa la notizia, Calderoli aveva proposto la castità chimica. • Berlusconi attacca: “Con la sinistra al governo, povertà, emarginazione e distruzione”. Prodi replica: “Beh, almeno noi manteniamo le promesse!”. INTERNI • L’Italia è in piena emergenza gas. Un decreto obbliga gli italiani a diminuire di due gradi. Ora potranno stare in una comoda posizione a 88 gradi. • Lunardi a sorpresa sulla questione TAV: “Sono d’accordo con i valsusini. Per poter realizzare le grandi opere è necessario coinvolgere le comunità locali. Come? Lavori forzati!”. • Secondo la fotografia annuale dell’ISTAT gli italiani temono di non arrivare a fine mese. Non tanto per la povertà, più che altro per il terrorismo. • L’esecutivo ha varato la riforma sul Trattamento di Fine Rapporto. Non più una doccia ma un bel bagno caldo. • Sì alla pornotax. L’aliquota sarà proporzionale alle dimensioni del bigolo. • Sparare per legittima difesa non è più reato. Stando a Cirami si potrebbe sparare anche per legittimo sospetto. CRONACA • Caso Cogne. La procura di Torino ha chiesto di acquisire i filmati di alcune apparizioni televisive di Annamaria Franzoni e dopo aver visionato i filmati ha chiesto l’incriminazione. Di Vespa e Costanzo. • Il virus dell’aviaria muore con la cottura. Incredibile, potrà sconfiggerlo soltanto Vissani. • Dire “sporco negro”, per la Suprema Corte, non è necessariamente un’offesa razzista. “Sporco negro” potrebbe manifestare soltanto “generica antipatia, insofferenza o rifiuto”. Per lo stesso motivo, dire “pezzo di merda” non significa manifestare completo disprezzo verso una persona, ma soltanto parziale. Perché si manifesti offesa conclamata si dovrebbe dire: “Stronzo intero!”. • Clamoroso sviluppo nel caso Cogne. Durante la prima udienza del processo d’appello ad Annamaria Franzoni, il giudice ha disposto una nuova perizia psichiatrica. Per l’avvocato Taormina. ESTERO • Saddam Hussein ricusa la corte, parla espressamente di persecuzione giudiziaria e di uso politico della magistratura. È un classico dei dittatori. • Bush avverte l’Iran: “Difenderò Israele.” Gli israeliani, replicano: “Bene. Ma sparate sulle macchine giuste!”. sceneggiature deboli e regie inesistenti, comunque non è assolutamente detto che un comico funzioni al cinema. Quasi tutti hanno sofferto di questo passaggio se non poche eccezioni. Una per tutte Carlo Verdone, che è riuscito nel corso degli anni a maturare sia come autore che come attore. Spesso invece il troppo stroppia: Aldo Giovanni e Giacomo hanno sbancato i botteghini con i primi film, gli ultimi due hanno fallito nell’intento. Un fenomeno a parte resta Pieraccioni che incassa cifre spaventose continuando a fare film con la stessa trama. In ultimo lascerei perdere i cosiddetti cinepanettoni, talmente inguardabili che non possono essere classificati come film, dove molti cabarettisti si sono riciclati (Fichi D’India, Anna Maria Barbera, Massimo Boldi, ecc.). Sarebbe molto meglio che i cabarettisti lasciassero ad altri il compito di scrivere e dirigere i film (Pupi Avati ha usato in maniera eccellente comici come Diego Abatantuono, Neri Marcorè e Antonio Albanese). Mi preme anche aggiungere che una volta, soprattutto negli anni ’60, i comici venivano usati solo come caratteristi e in quel caso funzionavano. Qui citerò alcuni dei risultati più catastrofici del binomio cinema-cabaret, vuoi per il progetto d’insieme, vuoi per il risultato finale. ITALIAN FAST FOOD di Lodovico Gasparini (1986) Girato in fretta e furia sulla scia del successo televisivo di “Drive In”, con i Trettre, Sergio Vastano, Enzo Braschi, Carlo Pistarino e Susanna Messaggio. E’ ambientato in un fast food milanese. Prodotto dai Vanzina e sceneggiato tra gli altri da Ezio Greggio (la cui filmografia merita un numero a parte…) Le critiche dell’epoca dicono tutto: “… Una mediocre comicità semidemenziale. Cambiate canale”. “Un film inutile, regressivo, privo di qualsiasi senso dell’umorismo. Ci si chiede perchè sia stato prodotto. Per quanto poco sia costato, il denaro lo si poteva spendere meglio”. “Le mescolanze di macchiette, avventurette e botte formano un collage miserevole. Dire che è comico... E’ quasi una pretesa”. TUTTI GLI UOMINI DEL DEFICIENTE di Paolo Costella (1999) Anche la Gialappa’s Band, forte del successo di “Mai dire gol”, si avventura nel mondo del cinema insieme a Fabio De Luigi, Crozza & Dighero (che fecero meglio nel film dei Broncoviz “Peggio di così si muore”), Gigio Alberti, Paolo Hendel e Marina Massironi. La trama è parecchio incasinata, l’ho anche visto al cinema rimanendo molto deluso, e gli incassi non andarono tanto bene. Qualche critico lo trova geniale, ma direi che esagera. Musiche di Elio e le Storie Tese. SI RINGRAZIA LA REGIONE PUGLIA PER AVERCI FORNITO I MILANESI di Mariano Laurenti (1982) Film costruito su misura per il compianto Giorgio Porcaro che fu il primo a fare il personaggio del terrunciello ma che per popolarità venne poi superato da Abatantuono. In questo film ci sono anche Boldi e Teocoli freschi del Derby, noto locale di cabaret milanese, e la mitica Eleonora Vallone. Il film non fece una lira e in effetti non è un granché. Tra gli sceneggiatori anche Giorgio Faletti. ASINI di Antonello Grimaldi (1999) Claudio Bisio scrive e interpreta da protagonista un film che in effetti è grazioso, ed è interessante la storia di questo quarantenne che non vuole crescere, ma è molto disomogeneo e si perde molto tra le vicende narrate. Purtroppo incassò poco e niente. A parte i film con Salvatores, al cinema, Bisio, non è riuscito ancora a sfondare. Ci riprova in questi giorni con “La cura del gorilla”. STREGHE VERSO NORD, IL MIO WEST e SILENZIO SI NASCE Tre disastri, un solo colpevole: Giovanni Veronesi, il più sopravvalutato sceneggiatoreregista italiano di questi anni. Teo Mammuccari, Leonardo Pieraccioni, Paolo Rossi e Sergio Castellitto vengono usati malissimo in storie che non stanno in piedi. Nel primo, Mammuccari interpreta un disinnescatore di streghe, che neutralizza portandole verso nord dopo averle tramortite con una testata (ma vi rendete conto?). Nel secondo, con Pieraccioni, tenta di far risorgere il western all’italiana capendo un po’ troppo tardi che era un progetto perso in partenza; mentre nel terzo, con Rossi e Castellitto, tenta il film surreale raccontando la storia di due gemelli nel grembo della madre, idea buona per un cortometraggio ma di una noia mortale per un’ora e mezza. Tre film, tre disastri. Anche la sua carriera cinematografica merita un capitolo a parte (e non venitemi a dire che “Manuale d’amore” è un bel film…). BIBO PER SEMPRE di Enrico Coletti (2001) Primo film da protagonista per Teo Teocoli, che lo scrive insieme a Tonino Guerra. Un po’ autobiografico, è la storia di un personaggio televisivo di successo in crisi esistenziale dopo aver incontrato un barbone (interpretato, incredibile, da Luis Sepulveda) che, alla fine, riacquista l’equilibrio perduto. Teocoli cerca di fare un film tra il comico e il patetico, ma il mix non gli riesce. Incassò pochissimo. Curiosità: tra gli interpreti anche Ale e Franz, che tentarono qualche anno dopo l’avventura cinematografica con “La terza stella”, film dalla esile trama gialla che purtroppo faceva ridere poco. RAVANELLO PALLIDO di Gianni Costantino (2001) SE DEVO ESSERE SINCERA di Davide Ferrario (2004) Anche Luciana Littizzetto non riesce a sfondare sul grande schermo, probabilmente perché usa sempre gli stessi toni per i vari personaggi e alla fine si assomigliano un po’ tutti. Nel primo film interpreta una segretaria di agenzia per top model e che per sbaglio diventa famosa. Soggetto sbagliato, che prende di mira la televisione, solo che la nostra tv è già grottesca per conto suo, quindi è proprio la storia che non funziona. Il secondo invece ha un’esilissima trama gialla, ma anche in questo caso è proprio quello che non funziona. Alcuni personaggi sono riusciti, ma è il contenuto che risulta debole e privo di interesse. Oltretutto non sembra nemmeno diretto da Ferrario, che di solito è un bravo regista (“Dopo Mezzanotte”). Entrambi hanno incassato pochino. TROPPO SOLE di Giuseppe Bertolucci (1994) Sabina Guzzanti interpreta tutti i personaggi, in tutto tredici. Forse è un po’ troppo. In effetti è quasi un delirio di onnipotenza; un film assolutamente fuori dall’ordinario, un’operazione senza dubbio intelligente ma totalmente autodistruttiva. Maurizio Porro sul “Corriere della Sera” scrive: “…è un misterioso puzzle senza confini, dalla tristezza galoppante [...] Un oggetto smarrito che non sappiamo da che parte prendere e come guardare, che paga lo scotto di certo intellettualismo alla luce però di un agghiacciante lezione sulla mostruosa volgarità contemporanea”. La Guzzanti ci riproverà sette anni dopo dirigendo e interpretando “Bimba”, ma anche questo film andò male. L’anno scorso ha girato il documentario “Viva Zapatero!”, ma questa è tutta un’altra storia. DOPO L’ATTACCO AL CURLING PROBABILE EMBARGO AI DANNI DELLA NOSTRA TESTATA SANZIONI ONU CONTRO “IL NOTTURNO” 3 PRIMO PIANO Ciampi: Bisogna avere rispetto per i simboli dello sport popolare - Letizia Moratti: Presto il curling nelle scuole Roberto Calderoli: La Lega ha sempre difeso le bocce e il biliardo - D’Alema a “Porta a Porta”, ricorda quando fu criticato per aver liberalizzato il Bingo in Italia - “Giù le mani dalla tombola!”: i circoli ARCI insorgono contro lo “snobismo culturale, di chiara marca fascista” del Notturno - Benedetto XVI all’Angelus ha pregato per i redattori del Notturno e per San Giovanni Bosco che introdusse la briscola nei bar degli oratori La redazione moscovita de “Il Notturno” in fiamme dopo il proditorio attacco con cannonate di carro armato da parte dei fondamentalisti della FLCL (Fronte per la Liberazione del Curling Lettone). Pier Ferdinando Casini: «La libertà di pensiero deve essere rispettata anche quando, come nel caso de “Il Notturno di Mantova”, sfocia nel cattivo gusto». Bruciate migliaia di copie del Notturno in piazza Saint Moritz. «Se non li fermiamo, dopo il curling, toccherà al biathlon e poi alla combinata nordica», ha affermato un iracondo Blatter, non più disponibile alla mediazione. Quebec: i magazzini canadesi de “Il Notturno” presi di mira da estremisti riconducibili alla tristemente nota FCA (Federazione Curling Alberta). Oscar Luigi Scalfaro: «Anche le vergognose pubblicazioni de “Il Notturno”, lesive della sensibilità degli appassionati del curling di tutto il mondo, non possono giustificare la violenza». Tensioni anche in Svezia. La polizia fronteggia a Stoccolma una sommossa fomentata dai nazionalisti della SMRGB (Salsa di Mirtilli, Renne e Gnocche Bionde). Dopo le offese del Notturno al curling, gli svedesi sono decisi a boicottare il risotto con le salamelle, i tortelli e la sbrisolona. Sandro Pertini: «Cazzo mi chiedete... sono morto». Tante brutte notizie non ci hanno tolto la voglia di rilassarci con la lettura di un dialogo de “I Papu”, presto a Mantova con il nuovo spettacolo “Siamo uomini o calamari?”, scritto con Antonio Galuzzi LA CASA IN CAMPAGNA – Ciao! – Ehilà… – Allora? Come andiamo? E’ da un po’ di tempo che non ci si vede… – Eh, da quando hai lasciato il condominio… – Lasciato? Sono scappato via da quell’appartamento! Sono dovuto venire via, non resistevo più in città. Non fa per me, mi dispiace… Ero sempre stressato, irascibile, fumavo come un matto… ero sempre nervoso! Non riuscivo più a dialogare con le persone, non le facevo parlare… capisci? Mi sono costruito una casetta in campagna lontano, tranquillo… – Anch’io abito in campagna… – Ma dai, anche tu sei andato via? Bravo: bisogna fare delle scelte nella vita! – Infatti io avevo scelto di restare nel condominio… poi mi hanno sfrattato… – Hai fatto bene ad accettare lo sfratto! – Son venuti I carabinieri con il mitra! – Comunque in campagna è un’altra cosa! Io mi sono fatto una casetta guarda che è la fine del mondo: pensa, l’ho vista a Parigi… perché io viaggio per lavoro, lo sai anche tu… Ero su un boulevard, stavo camminando, a dir la verità andavo a bal- dracche… l’ho vista e ho detto: la voglio… tu sarai mia! – Il puttanone? – No, la casa… Sto parlando della casa: era un’agenzia immobiliare… – Anch’io viaggio per lavoro: sono stato a Nogarole Rocca, stavo camminando, ho visto un depliantes per terra. l’ho raccolto, c’era una casetta in offerta, 15 anni di mutuo, l’ho presa. – L’importante è stare fuori dalle balle, tranquilli, isolati… – Adesso siamo fin troppo isolati: son venuti già quattro volte a svaligiarci la casa… ho dovuto recintarla con un muro di 5 metri, con il filo spinato e i vetri spezzati sopra, organizzare dei turni di guardia con la famiglia… – Ma basta con i muri, dài! Questo concetto della proprietà privata da difendere con i muri; io e mia moglie l’abbiam presa con filosofia: steccato leggero, tipo ranch americano, basso mezzo metro. – Mezzo metro lo saltano anche i bambini… – Appunto, volete entrare? Entrate. Un metro dopo cinquemila tagliole, collegate al sistema elettrovoltaico, ogni 15 minuti una scossa. – Si vede che hai fatto il militare nella Folgore! – E quando ne trovo uno gli dico: hai sbagliato! Non mi vieni a trovare senza preavviso! – Eh, un bel metodo… Però è un po’ pericoloso. – Ho perso quei due-tre amici… ma poi sai come va… ai funerali ci si incontra… si fa il passaparola… adesso lo sanno tutti… – Noi con il muro di 5 metri abbiamo rinunciato al panorama ma dentro abbiamo un parco bellissimo, roba da visita guidata… – Ah! Io ho un parco fantastico… pensa l’architetto francese mi ha fatto seminare un’erbetta tutta fru-fru tipo insalata ricciolina… un’erba fantastica, non la taglio neanche più… la mangio! – Anch’io ho un’erba fantastica! Ho un’erba che mi cresce più alta del muro di cinta… anzi spero che ripristinino la differenza tra leggera e pesante, altrimenti mi arrestano… – Perché? – Eh, perché non riesco a fumarla tutta, comincio presto alla mattina ma non riesco a smaltirla… – Non condirla, non concimarla! – Non ci metto niente, la bagno solo con l’acqua. – Solo con l’acqua? Ma sai che ho l’acqua del pozzo che mi scolora i nani? Ho l’impianto d’irrigazione del giardino computerizzato e da quando lo uso ho i nani che sono tutti rovinati, corrosi… – Hai i nani? – Una casa in campagna senza nani è come non avere le fondamenta… – Anch’io ho i nani, solo che io li tengo in salotto. Li metto fuori solo se fa bello. Pensa, l’altro gior- no ha cominciato a piovere e ce n’era uno che non voleva più rientrare… – Ma i tuoi sono nani veri? – Eh sì… che poi uno si è addirittura fidanzato con mia suocera, me l’ha ammansita, era una iena, adesso è la donna più tranquilla del mondo! – Come mai? – Eh, son sempre che trombano… sai come sono i nani… mi fanno un invidia che non lo so… – Anche tu e tua moglie non lo fate spesso eh? – Da quando sono in campagna non riesco ad essere quello di prima. – In città era un’altra cosa: sarà il traffico, la nevrosi, i semafori… – Le ragazze in minigonna… – Saranno i puttanoni sui cartelloni pubblicitari… – E in città in quegli appartamentini piccoli… – Quei condomini con le pareti sottili che sentivi tutto… in città almeno una volta alla settimana… – Il sabato… per solidarietà: TRACCHETE! PAUSA – Ascolta: rivendiamo tutto e torniamo in città! Ci stai? – Certo che ci sto! – Perchè come diceva mio nonno: la campagna ti aiuta a trovare te stesso… la città a trovar gnocca! 4 IL RACCONTO R ivolgiamo di nuovo lo sguardo curioso lontano da noi nello spazio, a San Pietroburgo e nel tempo, a quell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo, ma abbastanza vicino quanto possiamo esserlo ad un ometto dai neri mustacchi e dalla saggezza arguta che, nel risolvere gli enigmi che la sua professione di investigatore gli presenta, usa tanto la tecnica poliziesca quanto gli ammonimenti appresi dalla nonna... Dopo aver risolto il complicato caso dell’assassinio di Nikolaj il Bovaro, il commissario di polizia Aleksandr Anarovic venne premiato dal suo comandante con una licenza premio di nove giorni e con un pacco di generi alimentari in scatola confiscati a un ricettatore (spesso i “corpi del reato” facevano quella fine). Come premio ulteriore, l’ufficiale ricevette un biglietto ferroviario valido per due persone per raggiungere la cittadina di Kotka nei dintorni di Helsinki, a circa trecento chilometri di distanza dalla sua San Pietroburgo. Se la provenienza del biglietto fosse la stessa del manzo in scatola non è dato di sapere ma tant’è, e dato che non gli capitava spesso di potersi permettere una vacanza all’estero, Anarovic fu contento. Altrettanto felice fu Galina, la sua ex fidanzata (come scherzosamente amava definire sua moglie) che mise immediatamente in valigia i loro abiti e la più grande delle lattine di cibo. Il biglietto imponeva la partenza immediata e nel primo pomeriggio Aleksandr e Galina erano alla stazione centrale di San Pietroburgo, sulla banchina riscaldata dal tiepido sole di settembre. La sbuffante vaporiera si avvicinò trascinando il pesante convoglio di vagoni e quel mostro ruggente che eruttava fumo nero e scintille dal fumaiolo si fermò a breve distanza da loro, rilasciando una nuvola di vapore mentre cigolando e sferragliando rallentava. Improvvisamente un urto alle spalle fece loro perdere l’equilibrio. Dissoltasi la foschia la coppia si trovò accanto ad altre due persone che li avevano urtati finendo anche loro a terra. In un generale imbarazzo e con mille scuse reciproche le due coppie cercarono di rialzarsi e di ricomporsi. Galina rossa in viso per la vergogna rimetteva in valigia le loro cose che si erano sparpagliate ovunque e strappò letteralmente di mano alla sua investitrice la grossa lattina di cibo. Le aveva visto dipinta sul volto un’espressione stupefatta ed un sorriso che aveva interpretato come scherno nei loro confronti. - Quanto mi dispiace! - disse l’uomo mentre aiutava Anarovic a rialzarsi e gli spolverava vigorosamente il soprabito nero e gli rimetteva in testa il berretto. - Sono costernato, ma eravamo in ritardo perché quell’idiota alla biglietteria ci ha fatto perdere un sacco di tempo. Gli dicevo che non mi importava di ricevere il resto e che non potevo perdere questo treno e che mi desse subito gli stramaledetti biglietti ma lui no, faceva l’offeso e diceva che non accettava la mia carità e che mi avrebbe dato fino all’ultimo copeco solo che doveva cambiare i pezzi col suo collega e io dovevo aspettare che finisse, perciò... Ma sono imperdonabile, sto parlando, parlando e non vi ho nemmeno chiesto se state bene se tutto è a posto, e perbacco, non mi sono nemmeno presentato. Signore... Signora... mi chiamo Augustus Kumpujenselka, finlandese, per servirvi e questa è la mia... La saggezza in una novella russa di fine ’800 IL MISTERIOSO ENIGMA DELL’UOVO DI FABERGE’ ehm... socia Galina Vatamanovskaia che... non ha potuto fare a meno di notare che siete dei buongustai. Ho visto forse una succulenta lattina di manzo bollito e broccoli in gelatina marca “Lo Zar del gusto”? Anch’io non manco mai di portarne una per qualche spuntino imprevisto. Galina fai vedere ai signori la nostra bella lattina di spezzatino di manzo e salsa di rape in gelatina di mirtillo rosso! – Aleksandr Anarovic non fece in tempo a rispondere, né peraltro a chiudere la bocca rimasta aperta in un espressione a dire il vero piuttosto sciocca, da quando fu investito fisicamente prima e verbalmente poi dal corpulento e invadente Augustus poiché un assordante colpo di fischietto alle loro spalle li fece trasalire. Quattro teste si girarono all’improvviso verso un uomo in pomposa uniforme dai bottoni dorati e berretto rosso che brandiva alta sopra la testa una paletta di colore verde. Un fischio di risposta provenne del fondo del convoglio dove un altra figura con la stessa uniforme ma col berretto nero agitava la paletta e saliva sul treno. conosciuto la professione di Anarovic quei due funzionari dell’igiene pubblica, come amavano definirsi, certo è che le loro salaci battute descrivevano perfettamente il quartetto; non sappiamo neppure come abbiano deciso chi avesse vinto la scommessa, dato che nella concitazione i due uomini si trovarono a issare a bordo contemporaneamente ognuno la compagna dell’altro spingendola poco decorosamente per il fondoschiena. Ad ogni buon conto i quattro salirono sul treno nello stesso scompartimento e una volta che si furono ricomposti ed ebbero ripreso fiato completarono le presentazioni. Anarovic omise di precisare quale fosse la sua professione e si definì genericamente funzionario dello Stato mentre l’altro non la finiva più di parlare di sè e delle virtù del cibo conservato. Esaurito il fiato Kumpujenselka tacque un attimo e Anarovic ne approfittò per proporre di recarsi insieme al vagone ristorante a prendere qualcosa da bere per le signore mentre queste ultime si recavano al bagno. - dissero infine le guardie. - ...a parte queste due lattine di manzo abbiamo aperto ed esaminato tutto il bagaglio di questi quattro -, - Benissimo, a chi appartengono di lor signori? - chiese Klippan. - A noi le rape, le rape. Sì! - chiocciò la Vatamanovskaia. - E a noi i broccoli - balbettò Galina Anarova, guardando sgomenta suo marito. - Benissimo. Seguitemi al posto di polizia! - Ordinò il comandante. Senza più capire nulla, Anarovic seguì il funzionario e lo stesso fecero Kumpujenselka e le due signore. Nell’angusto e disadorno ufficio della polizia di confine russa, i quattro vennero fatti accomodare intorno all’unico tavolo della stanza liberato del cumulo di carte che lo occupava. Vennero portati due piatti e le due guardie si apprestarono ad aprire le lattine. Un pungente odore di broccolo lesso mischiato a quello della salsa di rape invase la stanza facendo brontolare più di uno stomaco. - Adesso sapremo se il nostro informatore ha detto il vero… - sibilò Klip- Nel medesimo istante una dopo l’altra le porte degli scompartimenti si chiusero sbattendo forte. Dopo un attimo di smarrimento, Anarovic, avvezzo per professione ad affrontare le emergenze, riuscì finalmente a chiudere la bocca per riaprirla subito dopo urlando - Galina! Galina! Co-co... co-co...corriamo!!! -. Due spazzini che tenevano puliti i marciapiedi dei binari si diedero pacche sulle spalle indicando la scena mentre ghignavano di gusto. Quattro persone che correvano per cercare di salire su di un treno già in movimento non erano per loro uno spettacolo infrequente, ciò non di meno sempre divertente tantopiù se insaporito con un’innocente scommessa. - Una bottiglia di vodka e una cesta di cetrioli sul ciccione e la baldracca con la bocca dipinta... - fece uno dei due, - D’accordo! Ma aggiungiamo anche una scatola di tabacco da fiuto perché lo sbirro coi baffetti e la biondina con le tette grosse corrono molto più veloci e saliranno per primi! - disse l’altro. Non sappiamo da cosa avessero ri- I due uomini non erano ancora arrivati a destinazione quando l’invadente Augustus (- Diamoci del tu, Aleksandr, vecchio mio... -) disse che doveva anche lui urgentemente servirsi della ritirata e si separarono. Anarovic ordinò un bricco di the e quattro tazze e ritornò allo scompartimento mentre il treno rallentava essendo giunto alla frontiera con la Finlandia. Proprio mentre stava raggiungendo la sua carrozza, il commissario fu fermato da alcune guardie di confine che gli chiesero sbrigativamente dove fosse l’uovo. Il nostro baffuto amico pensò di non aver capito bene la domanda ma quando se la sentì ripetere dal comandante delle guardie Ivar Klippan (di origini svedesi ma russo ormai da tre generazioni) dovette ricredersi. Insieme si recarono allo scompartimento dove gli altri tre lo stavano aspettando in piedi mentre due doganieri svuotavano i loro bagagli cercando qualcosa. - Qui non c’è niente, comandante... pan, pregustando un colpo di scena che puntualmente si verificò l’attimo successivo quando il suo sottoposto Abstrakt Smaland (anch’egli di chiare origini svedesi come il suo collega Billy Varde) esclamò: - Comandante, presto, qui c’è qualcosa, il manzo ha fatto l’uovo!!! Quattordici occhi si concentrarono sul piatto di carne spiaccicata mentre un oggetto luccicante veniva estratto e pulito alla meglio con un fazzoletto. Si trattava effettivamente di un uovo ma non di un uovo deposto da un animale, bensì di un favoloso gioiello, un uovo creato dal gioielliere Fabergé. Le mani tremanti di Smaland reggevano ora un oggetto di platino smaltato di bianco dall’aspetto magnifico. Il silenzio calato nella stanza si fece quasi palpabile e Klippan si chiese mentalmente se la pendola appesa al muro avesse sempre fatto quel TIC TAC assordante. Fu improvvisamente la Vatamanovskaia a parlare o meglio sembrava che cantasse per via di un gran balbettare: No… io no… noi no… e poi… se lui… tra noi… - e tutti gli altri insieme: – Il regalo di Pasqua dello Zar alla zarina Maria Fyodorovna… - Io non ho mai visto quel coso in vita mia! -, - A me il manzo nemmeno piace -, - Ma in quale lattina era? -, -Non spingetemi che mi casca! -, - Quei baffetti mi hanno subito insospettito -, - Io sono un commissario -, -Quella si è fatta toccare il sedere da mio marito! -, - Silenzio! Silenzio! Ordine! Basta vi dico! - tuonò infine Klippan ottenendo faticosamente obbedienza. -Voglio sapere anzitutto da quale scatola è uscito l’uovo - proseguì. – Smaland! Allora? -. – Beh, ecco, mi sembra che, ecco da quella scatoletta lì. Credo -. - Credo? Credo? Ma come è possibile! Sei un bbabbeo (doppia b intenzionale) ecco quello che sei. Ecco, Ecco, dimmi di cosa puzza. Di rape o di broccoli? – - Di… di… ecco sì, di manzo… cioè non lo so più, l’ho pulito, ecco! - Maledizione non mi posso fidare, non mi posso fidare affatto di voi due. Vi pagano poco ma non valete niente. Devo sempre fare tutto io! Anarovic che fino a quel momento sembrava annientato dall’accusa infamante di essere un ladro ebbe un lampo. Balzò in piedi e sussurrò qualcosa all’orecchio di Klippan che si illuminò e disse: - Già, già deve essere così… prendete quella signora, la signora Vatamanovskaja voglio dire; ho le prove della sua colpevolezza! – All’udire quelle parole e vistasi perduta l’accusata fece un balzo e impugnato uno stiletto trafisse Augustus che osservò inorridito una macchia di sangue allargarsi sulla sua camicia bianca mentre scivolava tra le braccia delle due guardie che a stento lo ressero. Tratta poi dalla borsetta una piccola arma da fuoco fuggì dalla porta tenendo sotto tiro tutti gli altri. Quello che successe poi durò solo un attimo. Un urlo agghiacciante, un treno in corsa che attraversa la stazione lacerando l’aria col suo fischio, un cappellino da donna che carambolando in aria si deposita sulle traversine insanguinate. … Sul lungomare di Kotka mentre era teneramente abbracciata al marito la signora Anarova gli rivolse infine la domanda che covava fin dalla sera precedente e che aveva rimandato perché travolta dall’esuberante passione di Aleksandr: - Ma che cosa hai detto al comandante dei doganieri per fargli capire chi fosse la ladra? Si vide un guizzo d’astuzia negli occhietti neri di Anarovic mentre diceva: - La prima Galina che canta ha fatto l’uovo! Gianni Pugnaghi Il primo reality show su carta stampata L’ASCENSORE Emozioni a non finire, su e giù per il Pirellone Gilberto Corrao (consigliere): “Sale?” Raffaella Degani (avvocato): “Diciottesimo.” Gilberto Corrao: “Scende prima lei…” Raffaella Degani: “Ok.” Gilberto Corrao: “Sta andando per caso dalla Torelli?” Raffaella Degani: “Si… Le devo riferire qualcosa?” Gilberto Corrao: “No, non c’è bisogno… Avevo bisogno della pratica Multiplast.” Raffaella Degani: “Posso fare io?” Gilberto Corrao: “Lasci, faccio io. La sento dopo all’interno. Comunque, grazie.” Raffaella Degani: “Si figuri.” Gilberto Corrao: “Ha rinfrescato.” Raffaella Degani: “Fa un freddo polare.” Gilberto Corrao: “E’ inverno… Sarebbe strano il contrario.” Raffaella Degani: “Lo scorso anno, non ha fatto così freddo.” Gilberto Corrao: “Venti siberiani… Diciottesimo, ci siamo. La saluto.” Raffaella Degani: “Dico alla Torelli che la cerca. Buongiorno.” Gilberto Corrao: “Di nuovo.” Ettore Salvemini (programmatore): “Sale?” Gilberto Corrao: “Ventiquattresimo.” Ettore Salvemini: “Anch’io.” Gilberto Corrao: “Forse sta venendo da me.” Ettore Salvemini: “Lei è Corrao?” Gilberto Corrao: “Si, l’aspettavo ieri.” Ettore Salvemini: “Mi hanno mandato in amministrazione per l’ag- giornamento dei database. Priorità assoluta. Le avevo telefonato, in ufficio… Non l’ho trovata.” Gilberto Corrao: “Ieri ero fuori sede.” Ettore Salvemini: “Di cosa aveva bisogno?” Gilberto Corrao: “Non mi va più la posta elettronica... E Internet è bloccato.” Ettore Salvemini: “Ora diamo un’occhiata.” Gilberto Corrao: “Non sarà mica un virus?” Ettore Salvemini: “Ora vediamo. Forse va riconfigurato. Questione di cinque minuti.” Gilberto Corrao: “Ventiquattresimo… Prego, prima lei.” Ettore Salvemini: “Grazie.” FINE PRIMA PARTE - CONTINUA DOMANDA INTERATTIVA L’AVVOCATO DEGANI RICORDERA’ ALLA DOTTORESSA TORELLI DI RECAPITARE LA PRATICA MULTIPLAST AL CONSIGLIERE CORRAO? SI - 4347721 • NO - 4347722 • NON SO - 4347723 (tariffa 30 euro al minuto + tasse) VOTA IL MOBBIZZATO CHI DESIDERI CHE DA OGGI IN POI SUBISCA MOBBING, RICHIAMI E VESSAZIONI D’OGNI SORTA FINO ALL’INEVITABILE LICENZIAMENTO? Gilberto Corrao - 4347724 • Raffaella Degani - 4347725 • Anna Torelli - 4347726 • Ettore Salvemini - 4347727 (tariffa 300 euro al minuto + tasse) 5 RUBRICHE di Antonio Galuzzi • Ho avuto dubbi sulla professionalità del mio muratore quando mi ha firmato in calce la fattura... • Il sagrestano non dava mai per scontato nulla: voleva ascoltare sempre anche l’altra campana... • La mia donna delle pulizie non è un gran che. Ha sempre una gran brutta cera. • La crescenza attendeva nel piatto, imperturbabile. Aveva la pazienza di un certosino. • Le coppie di scambisti si ritrovano al Club. E’ un Circolo vizioso. • Il maratoneta mi rubò il portafoglio. Lasciai correre. • Era il mio turno di pulire il gabinetto: quando finii ero in un bagno di sudore. • Sara aveva il tatto di un elefante. Per le impronte digitali usarono un A3. • Ragazzi, quando lei vi dice di farvene una ragione avete ragione di pensare che qualcuno se la sta già facendo. • Il cannibale rispettava il galateo: siccome masticava un po’ di francese mandò giù il boccone prima di parlare. • Nevicava. Quanto nevicava... Era proprio una nevicata coi fiocchi. • Per certe cose vado a fiuto. Cocaina, per esempio... • Se una donna dice di essere una brava cuoca di sicuro è abile a girar la frittata. • Mia moglie se n’è andata per sempre. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Grazie, Dio. • Se qualcuno tenta di fuggire a gambe levate, al massimo rotola. • Se una donna ve la dà ad intendere avete senz’altro frainteso il soggetto. • La mia donna tiene così tanto all’igiene che ogni giorno mi fa il lavaggio del cervello. CHI E’ IL TRANS DEL GRANDE ASCENSORE? Gilberto Corrao - 4347724 • Raffaella Degani - 4347725 • Anna Torelli - 4347726 • Ettore Salvemini - 4347727 (tariffa 3.000 euro al minuto + tasse + scatto alla risposta) Tivù e società N egli ultimi anni la televisione sta pesantemente condizionando il nostro stile di vita. Senza rendercene conto la TV ci sta inchiodando dentro le nostre mura domestiche. Se non fosse per recarci al posto di lavoro, potremmo fare anche a meno di uscire di casa. Fino a qualche tempo fa, con la scusa di andare a comprare il giornale, la passeggiata mattutina era una buona occasione per prendere aria. Oggi, basta guardare una delle innumerevoli rassegne stampa dei telegiornali della notte per leggere un’intera edicola: sempre che il nostro interesse non sia limitato agli inserti! Una volta si andava al mercato a fare la spesa, era anche un’ottima occasione per fare vita sociale. Oggi, c’è lo “shopping televisivo”. Nelle ore mattutine i palinsesti delle TV ci tempestano di venditori che propongono la merce più inutile in circolazione. Dal coltello per tagliare lattine e pezzi di cemento armato (non ne potevo proprio fare a meno!), ai robotini per fare deliziose centrifughe di verdure (adoro il succo di zucchine...). Siamo diventati talmente pigri, che ci facciamo portare a domicilio un attrezzo per dimagrire stando sdraiati sul divano a leggere un libro. Peccato che non abbiano ancora inventato un voltapagine elettrico! Per non parlare dei notiziari meteo che invadono costantemente la TV. Capisco l’utilità delle previsioni del tempo, ma ci sono telegiornali che si dedicano per buona parte a informare sulle condizioni climatiche del giorno stesso; città per città! Innanzitutto, se sono a Milano non me ne frega assolutamente niente del tempo che sta facendo a Roma. E se invece sono a Roma, saprò bene che diavolo di tempo sta facendo a casa mia! In una trasmissione d’intrattenimento domenicale, addirittura un meteorologo interviene con degli aggiornamenti flash in tempo reale. Tutto il meteo minuto per minuto! “Attenzione, intervengo da Torino per un imminente rovescio temporalesco che sta sopraggiungendo sulla città, riprenderemo la linea non appena sarà tutto pronto per l’abbattersi dell´acquazzone”. La domenica è il giorno nel quale questo nuovo dramma sociale si fa più sentire. Un tempo, la domenica calcistica era vissuta principalmente negli stadi; per i meno fortunati nei bar o addirittura nelle strade. Oggi, le parabole satellitari, terrestri, navali e chi più ne ha più ne metta, ci costringono a guardare le partite di campionato in televisione: i professionisti riescono a vederne anche otto contemporaneamente! L’uomo con la radiolina all’orecchio, sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto”, che passeggiava per le vie del centro della città o nei centri commerciali, è ormai estinto. Ricordo la prima volta che, da bambino, ne vidi uno. Era completamente ingobbito, lo sguardo fisso per terra, camminava • Buttai l’occhio nella scollatura della Wanda. Lei svenne per l’impressione. • Ricordo ancora la serataccia che passai per colpa di Lara. Quando arrivai a casa sua la trovai molto, ma molto raffreddata. In effetti doveva essere morta da almeno otto ore. meccanicamente e una lunga antenna gli spuntava da un orecchio. Domandai: “Papà, è un’extraterrestre?”. Lui, guardando mia madre di traverso, rispose: “No, uno scapolo o un vedovo”. Insomma, la televisione ha stravolto in nostri comportamenti sociali. Una volta, chi era costretto in casa era completamente tagliato fuori dalla vita sociale, ora le conversazioni con un condannato agli arresti domiciliari sarebbero notevolmente più interessanti delle mie che, per ragioni di lavoro, sono sempre in giro. La TV ci obbliga a stare in casa e, per alcuni mesi, dobbiamo addirittura guardare come passano le giornate quattro pirla costretti a stare dentro un’altra casa! Questo è davvero troppo. Fabrizio Pescara 6 PROBLEMI SERI Futuro pre-cariato! e, come recita la nostra CostituS zione, “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, devo dire che queste fondamenta stanno diventando davvero precarie. A farne le spese, giovani generazioni che, lasciati i banchi di scuola e le interrogazioni dei professori, si ritrovano ipso facto a rispondere alle domande dei selezionatori di personale e a frequentare corsi di formazione. Il tutto con una cadenza, nelle migliori delle ipotesi, semestrale. “Com’è andato questo semestre?”, “Male, niente rinnovo! E tu?”, “A me abbastanza bene, rimandato a settembre!”. Questo il dialogo tipico di due trentenni dell’anno 2006, logorati da una situazione che può durare parecchi anni. Conosco gente che, a furia di colloqui e corsi di formazione, sulla carta d’identità è riuscito a farsi inserire come professione: “ricercatore di lavoro”. E che non si dica, dunque, che il governo non abbia fatto abbastanza per investire nella ricerca!. La radicale “riforma” del mondo del lavoro non è certamente merito di una parte sola: è una storia che viene da lontano, dal famoso “Libro bianco sul lavoro”, talmente preso alla lettera dalle imprese italiane, che ora credono di avere carta bianca nei rapporti con i dipendenti, pardon, “collaboratori”. Per molte aziende reca perfino troppo disturbo dover perdere tempo e denaro per siffatte bazzecole; così, preferiscono rivolgersi alle agenzie interinali, o meglio “fornitrici di lavoro temporaneo”. Se potessimo definire i “papponi” delle prostitute “agenti fornitori di sesso temporaneo”, le agenzie interinali sarebbero i protettori dei lavoratori! Ma così non è; infatti, la quasi totalità delle offerte provenienti dalle agenzie di lavoro riguardano due categorie professionali. Il primo posto spetta all’operatore call-center: una figura ormai fondamentale nel panorama economico italiano. Oggi non esiste azienda che si rispetti, che non sia dotata di un proprio call-center. Persino il mio fruttivendolo di fiducia si è fatto prendere da questa mania. Qualche giorno fa si era dimenticato d’infilare nel mio sacchetto due chili di pere già debitamente pagate, come spesso può succedere nelle giornate più caotiche. Sono tornato, pressoché all’istante, per sistemare l’inconveniente, ma il titolare mi ha sventolato in faccia un numero verde da contattare per risolvere lo spiacevole disguido. Verde dalla rabbia ho preso il telefono e ho chiamato, ricevendo, dopo un quarto d’ora di Bolero in versione suoneria “nokia”, una sonora spernacchiata dal figlio undicenne! Tempi moderni! La seconda tipologia di lavoro offerta maggiormente dalle agenzie di lavoro è il venditore. E’ evidente che di gente disposta ad avere la faccia tosta di vendere cose inutili, brutte, mal funzionanti, e così sia, c’è ne sia sempre bisogno. Ad accettare questo tipo di lavoro sono quasi sempre gli uomini. La spiegazione è facilmente deducibile dal primo insegnamento impartito ai promessi venditori durante i corsi di formazione: “Per fare bene questo mestiere occorre prima di tutto sapersi vendere bene”. A seguito di tale affermazione molte donne rifiutano: infatti, se proprio fossero costrette a vendere se stesse, guadagnerebbero molto di più in altro modo! In ogni caso, alle volte, anche gli uomini rifiutano… Insomma, il mondo del lavoro attualmente non è in grado di fornire una stabilità e un futuro, a chi, non per colpa sua, è fuori dai vecchi schemi contrattuali. Il tutto, in nome della tanto decantata, quanto invocata, flessibilità del lavoro, della quale in pochi anni abbiamo avvertito gli effetti pratici. Flessibilità in entrata, significa flettersi a novanta gradi in attesa della “entrata”, e flessibilità in uscita, per compenso, vuole sempre dire flettersi (questa volta a quarantacinque gradi) per aspettarsi l’emanazione di una pensione di merda. Fabrizio Pescara VULGUS VINCIT! Da sempre vicino alla sensibilità adolescenziale delle nuove generazioni di lettori e debitore del nuovo vento culturale che spira grazie alla Lega, “Il Notturno” ritorna nei suoi servizi a proporre una prosa in cui turpiloquio, dileggio e il facile umorismo basato sui doppi sensi la fanno da padroni Primi provvedimenti del ministero della sanità per arginare il pericolo dell’aviaria Storace: “Non toccate gli uccelli morti” Panico negli ospedali e case di riposo Umberto Bossi messo in osservazione - Vladimir Luxuria: “Il problema non mi tocca” - Rosi Bindi: “Il problema non mi ha mai toccato” - Luana Borgia: “Primo o poi toccherà anche a me” - Padre Fedele: “Sono solo una vittima: è tutta una montatura” ne della sezione mantovana della ConsFederCigni, che chiede al Governo lo stato di crisi • Il presidente della provincia, domeMANTOVA: CALA IL CONSUMO nica in Piazza Erbe sarà vestito da cigno per DI CARNE DI CIGNO solidarietà con i produttori locali • Annulla• Diminuita negli ultimi tre giorni del to il balletto del “Lago dei Cigni” al Teatro 74,56% il consumo della carne di cigno a Sociale. Ricci: «Il Ministero della Sanità ci Mantova e provincia: immediata la reazio- ha imposto il taglio della scena madre della Continuano ad aumentare i cigni morti per l’H5N1: in Italia accertati 8 decessi morte del cigno» • Tano Martini, della nota trattoria “Il Cigno”: «Ho ricevuto telefonate minatorie e se continua così, dovrò chiudere» • Il chitarrista Giorgio Signoretti, detto “Cigno”, si è reso irreperibile da più di una settimana • Scende in campo anche la LIPU: «Uccelli segnalateci i vostri penosi casi: non vi lasceremo soli!». ODE ALLE QUOTE ROSA QUOTE ROSA QUOTE ROSA GIAʼ PAREVA BUONA COSA: TANTE DONNE IN PARLAMENTO DIECI, VENTI, OTTANTA,CENTO! DELLA QUOTA SI FA SENZA. Eʼ MANCATA LA PRESENZA. FORSE A CASA STANNO BENE CONSOLAR DEBBON LE PENE DEGLI SPOSI GIAʼ IMPEGNATI FRA LAVORO E SINDACATI. E, PAZIENZA BENEDETTA, POI NON SON SPECIE PROTETTA! QUESTA QUOTA, OHIBOʼ POFFARE, SE LA DEBBON GUADAGNARE CONCILIANDO LA FAMIGLIA COL SOCIALE PARAPIGLIA (COSA NON RICHIESTA AI MASCHI CHE NON RISCHIANO MAI FIASCHI). STA DI FATTO CHE, MIE CARE, VADO IN SVEZIA AD EMIGRARE DOVE PARI DIGNITAʼ Eʼ PER TUTTE UNA REALTAʼ RobertaVesentini 2006: anno internazionale del rifugiato ricco e molesto Mai più buona e ospitale e lo dicevano sempre i parenti, gli amici, gli amanti M e, negli ultimi tempi, anche i conoscenti: “tu sei buona... cara e buona... un po’ cara, ma buona... troppo buona...” Mai io... niente! Non la volevo capire che buona fa rima con... coiona! Non che abbia improvvisamente deciso di affiliarmi ad una setta satanica, adorare il demonio, intraprendere uno stage per l’inferno, ma, se li avessi, donerei alla scienza gli attributi maschili, pur di non essere più buona e disponibile (attenti… non in quel senso) come son sempre stata con tutti, parenti, amici, amanti e, negli ultimi tempi, anche conoscenti, re e regine d’ingratitudine e fautori di vessazioni inaccettabili. Il motivo dell’inversione di tendenza? La famosa goccia che fa traboccare il vaso: l’ospite capestro! Ora, io adoro avere ospiti, rendere gradito il momento di gioviale compagnia a tutti coloro che sono capitati sotto il mio tetto (e letto?)... parenti, amici, amanti e, negli ultimi tempi, anche conoscenti... ma poi è arrivata LEI!!! La creatura adorabile, affascinante, geniale e sregolata, quel suo “non so che” di glamour charmant esterofilo, per noi italiani, vezzo da esibire nelle conversazioni (“sai, ospito un’americana…” - “stasera non posso, ceno con quel mio amico di Parigi”- “quest’estate farò un salto a Mosca per trovare quella mia parente acquisita russa”…) mi ha stregata. Ella mi chiese soccorso nel momento del bisogno (si era appena separata dal marito ed io per le separazioni, meglio se traumatiche, ho un debole), non aveva una casa ove riposare il capo, sola, abbandonata... donna... e io l’ho ospitata! “La casa è piccola... o meglio è grande, ma è diventata piccola perché trabocca di ricordi, immagini, ninnoli (leggasi cazzate) che mi ricordano il passato” le dissi, scongiurandola di limitare il suo apporto di vestiario e d’accessoristica di chiaro stampo femminile all’essenziale, lo stretto indispensabile che si mette in valigia, quando si parte per una vacanza ai Caraibi. Invece LEI, si presenta sull’uscio di casa mia con: - otto paia di scarpe da giorno e dodici da sera (ora, è vero che ti sei appena separata dal marito, esci da una brutta storia, devi riflettere prima di rimetterti in gioco, ma bella mia, quante sere ti servono per cuccare un altro merlo da spennare?); - una collezione western-vintage- kitsch di bigiotteria da fare invidia a quella di Dolly Parton (e lo stupore è quello di una che di american jewellery ne spacciava a kili, qualche anno fa in un negozio specializzato, giustamente fallito); - centrotredici rossetti in stick (eri terrorizzata che il marito te li avvelenasse? ma chi ti credi di essere? Poison Ivy?); - otto cappotti otto… di pelle sintetica: se c’è una cosa che non tiene caldo per niente è la pelle sintetica sulla pelle naturale (o viceversa); - set per il caffè americano (un insulto nel regno dell’espresso, ma gli americani hanno accettato tutto di noi, pane, pizza, vino ma non il caffè, a dimostrazione che sono un popolo semplice... e inferiore) completo di macinacaffè elettrico, che ovviamente LEI si premura di far funzionare all’alba (il macinacaffè elettrico per il caffè americano a differenza degli altri richiede, inspiegabilmente, dieci minuti di riscaldamento prima di entrare in funzione); - ferro da stiro e phon personali: in casa mia ci sono già, ma si sa... per gli Usa, noi siamo ancora fermi al dopoguerra dei “ladri di biciclette”; - ovviamente tutti i suoi film e cd, perché lontano dagli affetti, non si può vivere senza; - creme, profumi, cerette, assorbenti di ogni forma e misura (leggeri, pesanti, medium density, morbidi, rigidi, semirigidi, ritardanti, stimolanti, antistupro, ad ali di gabbiano, a scomparsa, ecc.) e marca... mah! bisogna proprio provarle tutte le marche? ovvero a quarantacinque anni e sono trent’anni che hai il ciclo, mi vuoi dire che non hai ancora trovato la marca giusta?; - e... dulcis in fundo, tre tipi diversi di sapone intimo prontamente lasciati in vista sul mio bidet (vedi sopra per i commenti sui dubbi di come affrontare definitivamente, senza se e ma, l’igiene intima) Tutto questo, promettendo di andarsene entro breve tempo, cioè non appena trovato un posto qualunque, che per sua natura, essendo qualunque, ma diverso da casa mia, non andrà mai bene. Passano i giorni, le settimane, i mesi, sei mesi, sette mesi... ed è ancora qui! Per completare l’opera, ovviamente non le ho fatto mai pagare l’affitto, convinta che la strategia del “se pagasse non se ne andrebbe più perché avrebbe diritto a rimanere, mentre se non paga la posso mandare via…”, avesse una sua validità. Così invece, questa non paga, resta e risparmia e io... good & testis! (trad. lett. di buona e coiona). Ilaria Jahier IN QUESTI TEMPI D’INFLUENZA AVIARIA L’UNICO VOLATILE RIMASTO SANO E’ IL CORNACCHIONE L’Italia ha dato onore, celebrità e soldi ad uno dei comici di Zelig più di altri vicino alla nostra Redazione che, in tempi non sospetti, ne apprezzò la bravura e ne contraccambiò la simpatia, invitandolo a partecipare alle prime cene di un Notturno in embrione nel giugno 2002 a Volta Mantovana, e quindi, insieme a Teo Guadalupi, Alfredo Minutoli e Leonardo Manera, al “Dopocena dei cretini”, venerdì 14 marzo 2003 a Mantova, dove fu nominato “socio onorario”. POVERO SILVIO Abitava in una casa senza bagno e per fargli fare la sauna, sua madre cuoceva il minestrone, mentre lui malinconico scriveva sui vetri appannati: “Fassino mangia le verze”… *** Era così povero, che non aveva nemmeno il pane per la merenda, doveva mangiare il caviale così, con le mani… *** Luisa, compagna di banco nella classe nella classe II A: “Era un bambino strano, un po’ complessato. Voleva che tutti gli volessero bene. Per rendersi simpatico rideva sempre. Ogni volta che c’era la foto di classe faceva le corna ai bambini vicini. Era fatto così. Mai mi sarei aspettata che diventasse Presidente del Consiglio e soprattutto che continuasse a fare le corna.” *** A Portofino si ricordano ancora di quel bambino sciupato, magrino, che il venerdì, se voleva la sogliola, doveva pescarsela con un peschereccio rosso metallizzato firmato Giugiaro *** Chi trova un amico, trova un tesoro. Ma chi è amico di Silvio può diventare Ministro del Tesoro. *** Non è giusto che i poveri piangano dentro le Panda mentre i ricchi se la ridano dentro le Farrari. Con Silvio anche i poveri potranno piangere dentro una Ferrari, poi però dovranno scendere. *** Silvio dal nulla ha saputo costuire un vero impero economico. Solo il Padreterno ha saputo fare di meglio. Utilizzando del fango e una costola ha creato Adamo ed Eva. Ma diciamo la verità: il Padreterno il fango almeno lo aveva. Silvio neppure quello. Glielo hanno tirato dopo. *** Cari italiani, non chiedetevi mai cosa Silvio può fare per voi, ma sempre quello che potete fare per Silvio. NELLE MIGLIORI LIBRERIE (NON COMUNISTE) POTETE TROVARE IL NUOVO LIBRO DI ANTONIO CORNACCHIONE POVERO SILVIO BIS. CHI PERDE PAGA LE TASSE! Kowalski Editore E’ UN LIBRO MOLTO BELLO ED E’ TUTTO A COLORI (Sandro Bondi) CORNACCHIONE RILEGGE LA STORIA ITALIANA DEGLI ULTIMI 10 ANNI CON GRANDE OBIETTIVITA’ (Il Giornale) 7 IL PERSONAGGIO