Agenda Notturna

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Agenda Notturna
A N NO IX - NUMERO 17 - FEBBRAIO 2006
LABORATORIO DI SATIRA
Aut.Trib.MN n.5/97 del 23/05/1997 - Direttore Responsabile Antonio Galuzzi
IN TEMPI DI PAR CONDICIO, SIAMO COSTRETTI AD AFFRONTARE TEMI ALTERNATIVI
OLIMPIADI: IL CURLING FA SCHIFO!
I “No Global”: Anche lo skeleton fa abbastanza cagare - Luca Casarini: Lo snowboard è uno sport da sboroni americani - Carlo Azeglio Ciampi:
Rispetto per la fiaccola olimpica, molto meno per lo scopino del curling - Marcello Pera: Diritti per tutti gli sport, anche per quelli minori: ma
a tutto c’è un limite - Vittorio Feltri: A questo punto, mettiamo alle Olimpiadi anche la briscola a chiamata, il monopoli e la morra cinese
I
BASTA SATIRA! BASTA VIGNETTE! BASTA!
recenti avvenimenti internazionali di sollevazione popolare nei confronti
della satira iconoclasta, quelli nazionali di serrato confronto, a suon d’insulti mediatici e minacce fisiche fra i due schieramenti politici, la proverbiale
codardia dei nostri corrispondenti, che pur di non rivestire l’improbabile
ruolo d’obiettivo sensibile di movimenti terroristici, non hanno mai negato
la loro disponibilità a vendersi al miglior offerente, sposando convinti una
qualunque causa, c’impongono una decisa virata redazionale, sobrietà di
vedute, pacatezza di giudizio e tolleranza verso tutti, stupidi inclusi.
a redazione decide pertanto di proporre ai lettori, non già una prima
pagina politica bensì una gragnuola di notiziole neutre, battute insipide, degne della sceneggiatura della peggior puntata d’una trasmissione del
“Bagaglino”.
L
L
a redazione de “Il Notturno” lancia una raccolta di firme volta a sensibilizzare il CIO per sostituire dai giochi olimpici il curling con il più
popolare snow tubing (*)
(*) Si scende seduti su dei gommoni lungo un percorso protetto, tipo quelli da bob, ma di neve anziché di ghiaccio. Le curve paraboliche, le pareti nevose ai lati, che impediscono di finire fuori pista, la velocità abbastanza
modesta e assolutamente non pericolosa, lo rendono uno dei divertimenti preferiti non solo dai bambini ma
anche dagli adulti. [fonte: www.infotrentino.com/ita/Sport/SnowSport/#Tubing]
Marzo 2006 - data e luogo da destinarsi
Spettacolo di cabaret con i “PaPu” in collaborazione con Filofestival.
Da martedì 3 a venerdì 19 maggio 2006 - Mantova - Piazza Erbe
II edizione di “Non è mai troppo tardi”.
Da mercoledì 25 a domenica 28 maggio 2006 - Mantova - Piazza Marconi
II edizione del “Notturno Musica Festival”.
Mercoledì 21 giugno 2006 - Mantova - itinerante per le piazze di Mantova
“Notte Bianca del Notturno” con colazione finale a pane e latte in Piazza Erbe.
Luglio - Agosto 2006 - Città e contrade della provincia di Mantova
“Cantagiro del Notturno”: torna il “Furgone della Musica” alla ricerca e scoperte
di nuovi talenti della musica leggera italiana.
Da mercoledì 6 a domenica 10 settembre 2006 - luogo da destinarsi
II edizione del “Ilbidonedellaletteratura” dedicata ad esaminare le conformità
ISO alla scrittura in lingua italiana degli ospiti del festival.
Da venerdì 22 a domenica 24 settembre 2006 - luogo da destinarsi
II edizione di “Associarti in Piazza” dedicata alla tradizione e alla cultura giapponese.
Ottobre - Novembre 2006 - luogo e d data da destinarsi
“I migliori anni della nostra vita”: mostre. dibattiti e spettacoli dedicati all’indimenticabile atmosfera della “Swinging Mantova” degli anni ‘60, con la partecipazione straordinaria di Edoardo Vianello, nel sessantenale della sua carriera.
Da venerdì 8 a martedì 12 dicembre 2006 - Mantova - Palazzo della Ragione
II edizione di “RintracciArti”: rassegna d’arte comtemporanea con dibattiti e
performance sui temi dei diriitti umani.
La redazione
www.ilnotturno.net
[email protected]
Antonio Galuzzi
Corrado Andreani
Enrico Alberini
Nicola Martinelli
Roberta Vesentini
DALL’ITALIA e DAGLI ESTERI
Milano - Antonio Voceri
Roma - Sebastiano Onano
Kracow - Riccardo Campa
HANNO COLLABORATO
Alberto Patrucco
Antonio Cornacchione
I Papu
Fabrizio Pescara
Ilaria Jahier
Gianni Pugnaghi
Teo Guadalupi
Stampato in 2.000 copie da
Fda Eurostampa di Borgosatollo
(Brescia).
Distribuito in omaggio
Ettore Dyr
AgendaNotturna
Agenda Notturna
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BUONUMORE
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IL BINOMIO CINEMA E CABARET
il fondo del barile
l binomio cabaret e cinema è sempre stato assai problematico per tante e ovvie ragioni.
Irisultati
Il passaggio dal piccolo al grande schermo non è così automatico e molto spesso i
sono stati alquanto mediocri (se non disastrosi). Quasi sempre la colpa va a
di Teo Guadalupi
À LA RECHERCHE
Che ti piaccia o no, c’è tutto un
mondo là fuori e che ti piaccia
o no, tu gli appartieni. Il problema è capire tu cosa c’entri, cosa
ci stai a fare. E ti lanci nella tua
ricerca metafisica.
Ma cos’è che stai veramente
cercando?
Stai cercando una scusa, una
buona scusa per non andare a
quella cena tra ex colleghi, una
roba tipo, ho rotto la macchina,
anzi no, non sto bene, anzi no,
più diretto: ho la dissenteria,
mi è venuta all’idea di dovervi
rivedere…
Stai cercando il titolo di quella canzone che ti piaceva tanto
da adolescente, quella di quel
cantante americano, quella che
faceva ta-ta-ta, e ti incazzi perché purtroppo anche se scrivi
ta-ta-ta su Google, sai già che
non viene fuori niente…
Stai cercando l’affarone, il super affarone, il negozio dove
trovi quella cosa ad un prezzo
che nessun altro al mondo, anzi
nella galassia, anzi nel cosmo,
che il negoziante doveva essere
veramente un cretino… e non
ti viene in mente che forse, ma
dico forse, il cretino sei tu…
Stai cercando una risposta carina da dare a quel tuo amico
che ti ha chiamato per chiederti
se lo accompagni a quel corso
di semantica religiosa tenuto
da quel missionario francese
per la prima volta in Italia e tu
pensi, speriamo che sia l’ultima,
perché comunque mandare al
diavolo un missionario un po’ ti
dispiace, ma mandare al diavolo il tuo amico no, però non lo
fai, perché pensi che magari un
domani potrebbe tornarti utile
e allora educatamente gli dici
che deve venire un tuo lontano
cugino per cena, per la prima
volta in Italia…
Stai cercando qualcuno con
cui andare al cinema a vedere
quel film in lingua originale rumena applaudissimo a Cannes
e ti stupisci nel sentire quanti
lontani cugini per la prima volta in Italia siano ospiti a cena
dei tuoi amici proprio quella
sera…
Stai cercando di capire in che
modo tu potresti tornare utile
un domani ai tuoi amici…
Stai cercando l’amico, l’amico
dell’amico, l’amico dell’amico
dell’amico, quello che conosce
quell’altro che ha agganci in
modo tale che anche tu possa essere sfigato esattamente
come gli altri, senza soffrire di
complessi di inferiorità.
Stai cercando quello che stai
cercando, che in fondo non ha
importanza.
Quello che importa, è che continui a cercare…
POLITICA
• Il presidente del Consiglio ha fatto voto di castità sino al giorno delle elezioni. Poi da Vespa ha fatto retromarcia ed ha smentito. Il motivo? Appresa
la notizia, Calderoli aveva proposto la castità chimica.
• Berlusconi attacca: “Con la sinistra al governo, povertà, emarginazione e
distruzione”. Prodi replica: “Beh, almeno noi manteniamo le promesse!”.
INTERNI
• L’Italia è in piena emergenza gas. Un decreto obbliga gli italiani a diminuire di due gradi. Ora potranno stare in una comoda posizione a 88 gradi.
• Lunardi a sorpresa sulla questione TAV: “Sono d’accordo con i valsusini.
Per poter realizzare le grandi opere è necessario coinvolgere le comunità
locali. Come? Lavori forzati!”.
• Secondo la fotografia annuale dell’ISTAT gli italiani temono di non arrivare a fine mese. Non tanto per la povertà, più che altro per il terrorismo.
• L’esecutivo ha varato la riforma sul Trattamento di Fine Rapporto. Non più
una doccia ma un bel bagno caldo.
• Sì alla pornotax. L’aliquota sarà proporzionale alle dimensioni del bigolo.
• Sparare per legittima difesa non è più reato. Stando a Cirami si potrebbe
sparare anche per legittimo sospetto.
CRONACA
• Caso Cogne. La procura di Torino ha chiesto di acquisire i filmati di alcune
apparizioni televisive di Annamaria Franzoni e dopo aver visionato i filmati
ha chiesto l’incriminazione. Di Vespa e Costanzo.
• Il virus dell’aviaria muore con la cottura. Incredibile, potrà sconfiggerlo
soltanto Vissani.
• Dire “sporco negro”, per la Suprema Corte, non è necessariamente un’offesa razzista. “Sporco negro” potrebbe manifestare soltanto “generica antipatia, insofferenza o rifiuto”. Per lo stesso motivo, dire “pezzo di merda” non
significa manifestare completo disprezzo verso una persona, ma soltanto
parziale. Perché si manifesti offesa conclamata si dovrebbe dire: “Stronzo
intero!”.
• Clamoroso sviluppo nel caso Cogne. Durante la prima udienza del processo d’appello ad Annamaria Franzoni, il giudice ha disposto una nuova
perizia psichiatrica. Per l’avvocato Taormina.
ESTERO
• Saddam Hussein ricusa la corte, parla espressamente di persecuzione giudiziaria e di uso politico della magistratura. È un classico dei dittatori.
• Bush avverte l’Iran: “Difenderò Israele.” Gli israeliani, replicano: “Bene. Ma
sparate sulle macchine giuste!”.
sceneggiature deboli e regie inesistenti, comunque non è assolutamente detto che un
comico funzioni al cinema. Quasi tutti hanno sofferto di questo passaggio se non poche
eccezioni. Una per tutte Carlo Verdone, che è riuscito nel corso degli anni a maturare sia
come autore che come attore.
Spesso invece il troppo stroppia: Aldo Giovanni e Giacomo hanno sbancato i botteghini
con i primi film, gli ultimi due hanno fallito nell’intento. Un fenomeno a parte resta
Pieraccioni che incassa cifre spaventose continuando a fare film con la stessa trama.
In ultimo lascerei perdere i cosiddetti cinepanettoni, talmente inguardabili che non
possono essere classificati come film, dove molti cabarettisti si sono riciclati (Fichi D’India,
Anna Maria Barbera, Massimo Boldi, ecc.).
Sarebbe molto meglio che i cabarettisti lasciassero ad altri il compito di scrivere
e dirigere i film (Pupi Avati ha usato in maniera eccellente comici come Diego
Abatantuono, Neri Marcorè e Antonio Albanese). Mi preme anche aggiungere che una
volta, soprattutto negli anni ’60, i comici venivano usati solo come caratteristi e in quel
caso funzionavano.
Qui citerò alcuni dei risultati più catastrofici del binomio cinema-cabaret, vuoi per il
progetto d’insieme, vuoi per il risultato finale.
ITALIAN FAST FOOD
di Lodovico Gasparini (1986)
Girato in fretta e furia sulla scia del successo televisivo di “Drive In”, con i Trettre,
Sergio Vastano, Enzo Braschi, Carlo Pistarino e Susanna Messaggio. E’ ambientato in
un fast food milanese. Prodotto dai Vanzina e sceneggiato tra gli altri da Ezio Greggio
(la cui filmografia merita un numero a parte…) Le critiche dell’epoca dicono tutto: “…
Una mediocre comicità semidemenziale. Cambiate canale”. “Un film inutile, regressivo,
privo di qualsiasi senso dell’umorismo. Ci si chiede perchè sia stato prodotto. Per quanto
poco sia costato, il denaro lo si poteva spendere meglio”. “Le mescolanze di macchiette,
avventurette e botte formano un collage miserevole. Dire che è comico... E’ quasi una
pretesa”.
TUTTI GLI UOMINI DEL DEFICIENTE
di Paolo Costella (1999)
Anche la Gialappa’s Band, forte del successo di “Mai dire gol”, si avventura nel mondo
del cinema insieme a Fabio De Luigi, Crozza & Dighero (che fecero meglio nel film dei
Broncoviz “Peggio di così si muore”), Gigio Alberti, Paolo Hendel e Marina Massironi. La
trama è parecchio incasinata, l’ho anche visto al cinema rimanendo molto deluso, e gli
incassi non andarono tanto bene. Qualche critico lo trova geniale, ma direi che esagera.
Musiche di Elio e le Storie Tese.
SI RINGRAZIA LA REGIONE PUGLIA PER AVERCI FORNITO I MILANESI
di Mariano Laurenti (1982)
Film costruito su misura per il compianto Giorgio Porcaro che fu il primo a fare il
personaggio del terrunciello ma che per popolarità venne poi superato da Abatantuono.
In questo film ci sono anche Boldi e Teocoli freschi del Derby, noto locale di cabaret
milanese, e la mitica Eleonora Vallone. Il film non fece una lira e in effetti non è un
granché. Tra gli sceneggiatori anche Giorgio Faletti.
ASINI
di Antonello Grimaldi (1999)
Claudio Bisio scrive e interpreta da protagonista un film che in effetti è grazioso,
ed è interessante la storia di questo quarantenne che non vuole crescere, ma è molto
disomogeneo e si perde molto tra le vicende narrate. Purtroppo incassò poco e niente. A
parte i film con Salvatores, al cinema, Bisio, non è riuscito ancora a sfondare. Ci riprova
in questi giorni con “La cura del gorilla”.
STREGHE VERSO NORD, IL MIO WEST e SILENZIO SI NASCE
Tre disastri, un solo colpevole: Giovanni Veronesi, il più sopravvalutato sceneggiatoreregista italiano di questi anni. Teo Mammuccari, Leonardo Pieraccioni, Paolo Rossi e
Sergio Castellitto vengono usati malissimo in storie che non stanno in piedi. Nel primo,
Mammuccari interpreta un disinnescatore di streghe, che neutralizza portandole verso
nord dopo averle tramortite con una testata (ma vi rendete conto?). Nel secondo, con
Pieraccioni, tenta di far risorgere il western all’italiana capendo un po’ troppo tardi che
era un progetto perso in partenza; mentre nel terzo, con Rossi e Castellitto, tenta il film
surreale raccontando la storia di due gemelli nel grembo della madre, idea buona per un
cortometraggio ma di una noia mortale per un’ora e mezza. Tre film, tre disastri. Anche
la sua carriera cinematografica merita un capitolo a parte (e non venitemi a dire che
“Manuale d’amore” è un bel film…).
BIBO PER SEMPRE
di Enrico Coletti (2001)
Primo film da protagonista per Teo Teocoli, che lo scrive insieme a Tonino Guerra. Un
po’ autobiografico, è la storia di un personaggio televisivo di successo in crisi esistenziale
dopo aver incontrato un barbone (interpretato, incredibile, da Luis Sepulveda) che, alla
fine, riacquista l’equilibrio perduto. Teocoli cerca di fare un film tra il comico e il patetico,
ma il mix non gli riesce.
Incassò pochissimo. Curiosità: tra gli interpreti anche Ale e Franz, che tentarono qualche
anno dopo l’avventura cinematografica con “La terza stella”, film dalla esile trama gialla
che purtroppo faceva ridere poco.
RAVANELLO PALLIDO di Gianni Costantino (2001)
SE DEVO ESSERE SINCERA di Davide Ferrario (2004)
Anche Luciana Littizzetto non riesce a sfondare sul grande schermo, probabilmente
perché usa sempre gli stessi toni per i vari personaggi e alla fine si assomigliano un po’
tutti. Nel primo film interpreta una segretaria di agenzia per top model e che per sbaglio
diventa famosa. Soggetto sbagliato, che prende di mira la televisione, solo che la nostra
tv è già grottesca per conto suo, quindi è proprio la storia che non funziona. Il secondo
invece ha un’esilissima trama gialla, ma anche in questo caso è proprio quello che non
funziona. Alcuni personaggi sono riusciti, ma è il contenuto che risulta debole e privo di
interesse. Oltretutto non sembra nemmeno diretto da Ferrario, che di solito è un bravo
regista (“Dopo Mezzanotte”). Entrambi hanno incassato pochino.
TROPPO SOLE
di Giuseppe Bertolucci (1994)
Sabina Guzzanti interpreta tutti i personaggi, in tutto tredici. Forse è un po’ troppo.
In effetti è quasi un delirio di onnipotenza; un film assolutamente fuori dall’ordinario,
un’operazione senza dubbio intelligente ma totalmente autodistruttiva. Maurizio Porro
sul “Corriere della Sera” scrive: “…è un misterioso puzzle senza confini, dalla tristezza
galoppante [...] Un oggetto smarrito che non sappiamo da che parte prendere e come
guardare, che paga lo scotto di certo intellettualismo alla luce però di un agghiacciante
lezione sulla mostruosa volgarità contemporanea”. La Guzzanti ci riproverà sette anni
dopo dirigendo e interpretando “Bimba”, ma anche questo film andò male. L’anno scorso
ha girato il documentario “Viva Zapatero!”, ma questa è tutta un’altra storia.
DOPO L’ATTACCO AL CURLING PROBABILE EMBARGO AI DANNI DELLA NOSTRA TESTATA
SANZIONI ONU CONTRO “IL NOTTURNO”
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PRIMO PIANO
Ciampi: Bisogna avere rispetto per i simboli dello sport popolare - Letizia Moratti: Presto il curling nelle scuole
Roberto Calderoli: La Lega ha sempre difeso le bocce e il biliardo - D’Alema a “Porta a Porta”, ricorda quando fu criticato per aver liberalizzato il Bingo in Italia - “Giù le mani dalla tombola!”: i circoli ARCI insorgono
contro lo “snobismo culturale, di chiara marca fascista” del Notturno - Benedetto XVI all’Angelus ha pregato
per i redattori del Notturno e per San Giovanni Bosco che introdusse la briscola nei bar degli oratori
La redazione moscovita de “Il Notturno” in fiamme dopo il proditorio attacco con cannonate di carro armato da parte dei fondamentalisti della FLCL
(Fronte per la Liberazione del Curling Lettone). Pier Ferdinando Casini: «La
libertà di pensiero deve essere rispettata anche quando, come nel caso de “Il
Notturno di Mantova”, sfocia nel cattivo gusto».
Bruciate migliaia di copie del Notturno in piazza Saint Moritz. «Se non li fermiamo, dopo il
curling, toccherà al biathlon e poi alla combinata nordica», ha affermato un iracondo Blatter, non più disponibile alla mediazione.
Quebec: i magazzini canadesi de “Il Notturno” presi di
mira da estremisti riconducibili alla tristemente nota
FCA (Federazione Curling Alberta). Oscar Luigi Scalfaro: «Anche le vergognose pubblicazioni de “Il Notturno”,
lesive della sensibilità degli appassionati del curling di
tutto il mondo, non possono giustificare la violenza».
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Tensioni anche in Svezia. La polizia fronteggia a Stoccolma una
sommossa fomentata dai nazionalisti della SMRGB (Salsa di
Mirtilli, Renne e Gnocche Bionde). Dopo le offese del Notturno
al curling, gli svedesi sono decisi
a boicottare il risotto con le salamelle, i tortelli e la sbrisolona.
Sandro Pertini: «Cazzo mi chiedete... sono morto».
Tante brutte notizie non ci hanno tolto la voglia di rilassarci con la lettura di un dialogo de “I Papu”,
presto a Mantova con il nuovo spettacolo “Siamo uomini o calamari?”, scritto con Antonio Galuzzi
LA CASA IN CAMPAGNA
– Ciao!
– Ehilà…
– Allora? Come andiamo? E’ da un po’ di tempo
che non ci si vede…
– Eh, da quando hai lasciato il condominio…
– Lasciato? Sono scappato via da quell’appartamento! Sono dovuto venire via, non resistevo più
in città. Non fa per me, mi dispiace… Ero sempre
stressato, irascibile, fumavo come un matto… ero
sempre nervoso! Non riuscivo più a dialogare con
le persone, non le facevo parlare… capisci? Mi
sono costruito una casetta in campagna lontano,
tranquillo…
– Anch’io abito in campagna…
– Ma dai, anche tu sei andato via? Bravo: bisogna
fare delle scelte nella vita!
– Infatti io avevo scelto di restare nel condominio… poi mi hanno sfrattato…
– Hai fatto bene ad accettare lo sfratto!
– Son venuti I carabinieri con il mitra!
– Comunque in campagna è un’altra cosa! Io mi
sono fatto una casetta guarda che è la fine del mondo: pensa, l’ho vista a Parigi… perché io viaggio
per lavoro, lo sai anche tu… Ero su un boulevard,
stavo camminando, a dir la verità andavo a bal-
dracche… l’ho vista e ho detto: la voglio… tu sarai mia!
– Il puttanone?
– No, la casa… Sto parlando della casa: era
un’agenzia immobiliare…
– Anch’io viaggio per lavoro: sono stato a Nogarole Rocca, stavo camminando, ho visto un depliantes per terra. l’ho raccolto, c’era una casetta
in offerta, 15 anni di mutuo, l’ho presa.
– L’importante è stare fuori dalle balle, tranquilli,
isolati…
– Adesso siamo fin troppo isolati: son venuti già
quattro volte a svaligiarci la casa… ho dovuto recintarla con un muro di 5 metri, con il filo spinato
e i vetri spezzati sopra, organizzare dei turni di
guardia con la famiglia…
– Ma basta con i muri, dài! Questo concetto della
proprietà privata da difendere con i muri; io e mia
moglie l’abbiam presa con filosofia: steccato leggero, tipo ranch americano, basso mezzo metro.
– Mezzo metro lo saltano anche i bambini…
– Appunto, volete entrare? Entrate. Un metro dopo
cinquemila tagliole, collegate al sistema elettrovoltaico, ogni 15 minuti una scossa.
– Si vede che hai fatto il militare nella Folgore!
– E quando ne trovo uno gli dico: hai sbagliato!
Non mi vieni a trovare senza preavviso!
– Eh, un bel metodo… Però è un po’ pericoloso.
– Ho perso quei due-tre amici… ma poi sai come
va… ai funerali ci si incontra… si fa il passaparola… adesso lo sanno tutti…
– Noi con il muro di 5 metri abbiamo rinunciato
al panorama ma dentro abbiamo un parco bellissimo, roba da visita guidata…
– Ah! Io ho un parco fantastico… pensa l’architetto francese mi ha fatto seminare un’erbetta tutta
fru-fru tipo insalata ricciolina… un’erba fantastica, non la taglio neanche più… la mangio!
– Anch’io ho un’erba fantastica! Ho un’erba che
mi cresce più alta del muro di cinta… anzi spero
che ripristinino la differenza tra leggera e pesante,
altrimenti mi arrestano…
– Perché?
– Eh, perché non riesco a fumarla tutta, comincio
presto alla mattina ma non riesco a smaltirla…
– Non condirla, non concimarla!
– Non ci metto niente, la bagno solo con l’acqua.
– Solo con l’acqua? Ma sai che ho l’acqua del
pozzo che mi scolora i nani? Ho l’impianto d’irrigazione del giardino computerizzato e da quando
lo uso ho i nani che sono tutti rovinati, corrosi…
– Hai i nani?
– Una casa in campagna senza nani è come non
avere le fondamenta…
– Anch’io ho i nani, solo che io li tengo in salotto.
Li metto fuori solo se fa bello. Pensa, l’altro gior-
no ha cominciato a piovere e ce n’era uno che non
voleva più rientrare…
– Ma i tuoi sono nani veri?
– Eh sì… che poi uno si è addirittura fidanzato
con mia suocera, me l’ha ammansita, era una iena,
adesso è la donna più tranquilla del mondo!
– Come mai?
– Eh, son sempre che trombano… sai come sono i
nani… mi fanno un invidia che non lo so…
– Anche tu e tua moglie non lo fate spesso eh?
– Da quando sono in campagna non riesco ad essere quello di prima.
– In città era un’altra cosa: sarà il traffico, la nevrosi, i semafori…
– Le ragazze in minigonna…
– Saranno i puttanoni sui cartelloni pubblicitari…
– E in città in quegli appartamentini piccoli…
– Quei condomini con le pareti sottili che sentivi
tutto… in città almeno una volta alla settimana…
– Il sabato… per solidarietà: TRACCHETE!
PAUSA
– Ascolta: rivendiamo tutto e torniamo in città! Ci
stai?
– Certo che ci sto!
– Perchè come diceva mio nonno: la campagna
ti aiuta a trovare te stesso… la città a trovar
gnocca!
4
IL RACCONTO
R
ivolgiamo di nuovo lo sguardo curioso lontano da noi nello spazio, a
San Pietroburgo e nel tempo, a quell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo,
ma abbastanza vicino quanto possiamo
esserlo ad un ometto dai neri mustacchi
e dalla saggezza arguta che, nel risolvere gli enigmi che la sua professione di
investigatore gli presenta, usa tanto la
tecnica poliziesca quanto gli ammonimenti appresi dalla nonna...
Dopo aver risolto il complicato caso
dell’assassinio di Nikolaj il Bovaro, il
commissario di polizia Aleksandr Anarovic venne premiato dal suo comandante con una licenza premio di nove
giorni e con un pacco di generi alimentari in scatola confiscati a un ricettatore
(spesso i “corpi del reato” facevano quella fine).
Come premio ulteriore, l’ufficiale ricevette un biglietto ferroviario valido per
due persone per raggiungere la cittadina
di Kotka nei dintorni di Helsinki, a circa
trecento chilometri di distanza dalla sua
San Pietroburgo.
Se la provenienza del biglietto fosse
la stessa del manzo in scatola non è
dato di sapere ma tant’è, e dato che non
gli capitava spesso di potersi permettere
una vacanza all’estero, Anarovic fu contento.
Altrettanto felice fu Galina, la sua ex
fidanzata (come scherzosamente amava
definire sua moglie) che mise immediatamente in valigia i loro abiti e la più
grande delle lattine di cibo.
Il biglietto imponeva la partenza immediata e nel primo pomeriggio Aleksandr e Galina erano alla stazione centrale di San Pietroburgo, sulla banchina
riscaldata dal tiepido sole di settembre.
La sbuffante vaporiera si avvicinò trascinando il pesante convoglio di vagoni
e quel mostro ruggente che eruttava
fumo nero e scintille dal fumaiolo si fermò a breve distanza da loro, rilasciando
una nuvola di vapore mentre cigolando
e sferragliando rallentava.
Improvvisamente un urto alle spalle
fece loro perdere l’equilibrio.
Dissoltasi la foschia la coppia si trovò
accanto ad altre due persone che li avevano urtati finendo anche loro a terra.
In un generale imbarazzo e con mille
scuse reciproche le due coppie cercarono di rialzarsi e di ricomporsi.
Galina rossa in viso per la vergogna
rimetteva in valigia le loro cose che si
erano sparpagliate ovunque e strappò
letteralmente di mano alla sua investitrice la grossa lattina di cibo. Le aveva
visto dipinta sul volto un’espressione
stupefatta ed un sorriso che aveva interpretato come scherno nei loro confronti.
- Quanto mi dispiace! - disse l’uomo
mentre aiutava Anarovic a rialzarsi e gli
spolverava vigorosamente il soprabito
nero e gli rimetteva in testa il berretto.
- Sono costernato, ma eravamo in ritardo perché quell’idiota alla biglietteria ci
ha fatto perdere un sacco di tempo. Gli
dicevo che non mi importava di ricevere
il resto e che non potevo perdere questo
treno e che mi desse subito gli stramaledetti biglietti ma lui no, faceva l’offeso
e diceva che non accettava la mia carità
e che mi avrebbe dato fino all’ultimo copeco solo che doveva cambiare i pezzi
col suo collega e io dovevo aspettare che
finisse, perciò... Ma sono imperdonabile, sto parlando, parlando e non vi ho
nemmeno chiesto se state bene se tutto
è a posto, e perbacco, non mi sono nemmeno presentato. Signore... Signora... mi
chiamo Augustus Kumpujenselka, finlandese, per servirvi e questa è la mia...
La saggezza in una novella russa di fine ’800
IL MISTERIOSO ENIGMA
DELL’UOVO DI FABERGE’
ehm... socia Galina Vatamanovskaia
che... non ha potuto fare a meno di notare che siete dei buongustai. Ho visto
forse una succulenta lattina di manzo
bollito e broccoli in gelatina marca “Lo
Zar del gusto”? Anch’io non manco mai
di portarne una per qualche spuntino
imprevisto. Galina fai vedere ai signori la nostra bella lattina di spezzatino
di manzo e salsa di rape in gelatina di
mirtillo rosso! –
Aleksandr Anarovic non fece in tempo
a rispondere, né peraltro a chiudere la
bocca rimasta aperta in un espressione
a dire il vero piuttosto sciocca, da quando fu investito fisicamente prima e verbalmente poi dal corpulento e invadente
Augustus poiché un assordante colpo di
fischietto alle loro spalle li fece trasalire.
Quattro teste si girarono all’improvviso
verso un uomo in pomposa uniforme
dai bottoni dorati e berretto rosso che
brandiva alta sopra la testa una paletta
di colore verde. Un fischio di risposta
provenne del fondo del convoglio dove
un altra figura con la stessa uniforme
ma col berretto nero agitava la paletta e
saliva sul treno.
conosciuto la professione di Anarovic
quei due funzionari dell’igiene pubblica,
come amavano definirsi, certo è che le
loro salaci battute descrivevano perfettamente il quartetto; non sappiamo
neppure come abbiano deciso chi avesse vinto la scommessa, dato che nella
concitazione i due uomini si trovarono
a issare a bordo contemporaneamente
ognuno la compagna dell’altro spingendola poco decorosamente per il fondoschiena.
Ad ogni buon conto i quattro salirono
sul treno nello stesso scompartimento e
una volta che si furono ricomposti ed
ebbero ripreso fiato completarono le
presentazioni.
Anarovic omise di precisare quale fosse la sua professione e si definì genericamente funzionario dello Stato mentre
l’altro non la finiva più di parlare di sè e
delle virtù del cibo conservato.
Esaurito il fiato Kumpujenselka tacque un attimo e Anarovic ne approfittò
per proporre di recarsi insieme al vagone ristorante a prendere qualcosa da
bere per le signore mentre queste ultime si recavano al bagno.
- dissero infine le guardie. - ...a parte
queste due lattine di manzo abbiamo
aperto ed esaminato tutto il bagaglio di
questi quattro -,
- Benissimo, a chi appartengono di lor
signori? - chiese Klippan.
- A noi le rape, le rape. Sì! - chiocciò la
Vatamanovskaia.
- E a noi i broccoli - balbettò Galina
Anarova, guardando sgomenta suo marito.
- Benissimo. Seguitemi al posto di polizia! - Ordinò il comandante.
Senza più capire nulla, Anarovic
seguì il funzionario e lo stesso fecero
Kumpujenselka e le due signore.
Nell’angusto e disadorno ufficio della
polizia di confine russa, i quattro vennero fatti accomodare intorno all’unico
tavolo della stanza liberato del cumulo
di carte che lo occupava. Vennero portati
due piatti e le due guardie si apprestarono ad aprire le lattine. Un pungente
odore di broccolo lesso mischiato a quello della salsa di rape invase la stanza
facendo brontolare più di uno stomaco.
- Adesso sapremo se il nostro informatore ha detto il vero… - sibilò Klip-
Nel medesimo istante una dopo l’altra
le porte degli scompartimenti si chiusero sbattendo forte.
Dopo un attimo di smarrimento,
Anarovic, avvezzo per professione ad affrontare le emergenze, riuscì finalmente
a chiudere la bocca per riaprirla subito
dopo urlando - Galina! Galina! Co-co...
co-co...corriamo!!! -.
Due spazzini che tenevano puliti i
marciapiedi dei binari si diedero pacche
sulle spalle indicando la scena mentre
ghignavano di gusto. Quattro persone
che correvano per cercare di salire su di
un treno già in movimento non erano
per loro uno spettacolo infrequente, ciò
non di meno sempre divertente tantopiù
se insaporito con un’innocente scommessa. - Una bottiglia di vodka e una
cesta di cetrioli sul ciccione e la baldracca con la bocca dipinta... - fece uno dei
due, - D’accordo! Ma aggiungiamo anche
una scatola di tabacco da fiuto perché lo
sbirro coi baffetti e la biondina con le
tette grosse corrono molto più veloci e
saliranno per primi! - disse l’altro.
Non sappiamo da cosa avessero ri-
I due uomini non erano ancora arrivati a destinazione quando l’invadente
Augustus (- Diamoci del tu, Aleksandr,
vecchio mio... -) disse che doveva anche
lui urgentemente servirsi della ritirata e
si separarono.
Anarovic ordinò un bricco di the e
quattro tazze e ritornò allo scompartimento mentre il treno rallentava essendo giunto alla frontiera con la Finlandia.
Proprio mentre stava raggiungendo
la sua carrozza, il commissario fu fermato da alcune guardie di confine che
gli chiesero sbrigativamente dove fosse
l’uovo.
Il nostro baffuto amico pensò di non
aver capito bene la domanda ma quando se la sentì ripetere dal comandante
delle guardie Ivar Klippan (di origini
svedesi ma russo ormai da tre generazioni) dovette ricredersi.
Insieme si recarono allo scompartimento dove gli altri tre lo stavano aspettando in piedi mentre due doganieri
svuotavano i loro bagagli cercando qualcosa. - Qui non c’è niente, comandante...
pan, pregustando un colpo di scena che
puntualmente si verificò l’attimo successivo quando il suo sottoposto Abstrakt
Smaland (anch’egli di chiare origini
svedesi come il suo collega Billy Varde)
esclamò: - Comandante, presto, qui c’è
qualcosa, il manzo ha fatto l’uovo!!! Quattordici occhi si concentrarono
sul piatto di carne spiaccicata mentre
un oggetto luccicante veniva estratto e
pulito alla meglio con un fazzoletto. Si
trattava effettivamente di un uovo ma
non di un uovo deposto da un animale,
bensì di un favoloso gioiello, un uovo
creato dal gioielliere Fabergé.
Le mani tremanti di Smaland reggevano ora un oggetto di platino smaltato
di bianco dall’aspetto magnifico.
Il silenzio calato nella stanza si fece
quasi palpabile e Klippan si chiese mentalmente se la pendola appesa al muro
avesse sempre fatto quel TIC TAC assordante.
Fu improvvisamente la Vatamanovskaia a parlare o meglio sembrava che
cantasse per via di un gran balbettare: No… io no… noi no… e poi… se lui…
tra noi… - e tutti gli altri insieme: – Il
regalo di Pasqua dello Zar alla zarina
Maria Fyodorovna… - Io non ho mai visto quel coso in vita
mia! -, - A me il manzo nemmeno piace
-, - Ma in quale lattina era? -, -Non spingetemi che mi casca! -, - Quei baffetti mi
hanno subito insospettito -, - Io sono un
commissario -, -Quella si è fatta toccare il sedere da mio marito! -, - Silenzio!
Silenzio! Ordine! Basta vi dico! - tuonò
infine Klippan ottenendo faticosamente
obbedienza.
-Voglio sapere anzitutto da quale scatola è uscito l’uovo - proseguì. – Smaland! Allora? -.
– Beh, ecco, mi sembra che, ecco da
quella scatoletta lì. Credo -.
- Credo? Credo? Ma come è possibile!
Sei un bbabbeo (doppia b intenzionale)
ecco quello che sei. Ecco, Ecco, dimmi di
cosa puzza. Di rape o di broccoli? –
- Di… di… ecco sì, di manzo… cioè
non lo so più, l’ho pulito, ecco! - Maledizione non mi posso fidare,
non mi posso fidare affatto di voi due.
Vi pagano poco ma non valete niente.
Devo sempre fare tutto io!
Anarovic che fino a quel momento
sembrava annientato dall’accusa infamante di essere un ladro ebbe un lampo. Balzò in piedi e sussurrò qualcosa
all’orecchio di Klippan che si illuminò e
disse: - Già, già deve essere così… prendete quella signora, la signora Vatamanovskaja voglio dire; ho le prove della
sua colpevolezza! –
All’udire quelle parole e vistasi perduta l’accusata fece un balzo e impugnato
uno stiletto trafisse Augustus che osservò inorridito una macchia di sangue allargarsi sulla sua camicia bianca mentre
scivolava tra le braccia delle due guardie
che a stento lo ressero. Tratta poi dalla
borsetta una piccola arma da fuoco fuggì dalla porta tenendo sotto tiro tutti gli
altri. Quello che successe poi durò solo
un attimo. Un urlo agghiacciante, un
treno in corsa che attraversa la stazione
lacerando l’aria col suo fischio, un cappellino da donna che carambolando in
aria si deposita sulle traversine insanguinate.
…
Sul lungomare di Kotka mentre era
teneramente abbracciata al marito la
signora Anarova gli rivolse infine la
domanda che covava fin dalla sera precedente e che aveva rimandato perché
travolta dall’esuberante passione di
Aleksandr: - Ma che cosa hai detto al
comandante dei doganieri per fargli
capire chi fosse la ladra? Si vide un guizzo d’astuzia negli occhietti neri di Anarovic mentre diceva:
- La prima Galina che canta ha fatto
l’uovo! Gianni Pugnaghi
Il primo reality show su carta stampata
L’ASCENSORE
Emozioni a non finire, su e giù per il Pirellone
Gilberto Corrao (consigliere): “Sale?”
Raffaella Degani (avvocato): “Diciottesimo.”
Gilberto Corrao: “Scende prima lei…”
Raffaella Degani: “Ok.”
Gilberto Corrao: “Sta andando per caso dalla Torelli?”
Raffaella Degani: “Si… Le devo riferire qualcosa?”
Gilberto Corrao: “No, non c’è bisogno… Avevo bisogno della pratica Multiplast.”
Raffaella Degani: “Posso fare io?”
Gilberto Corrao: “Lasci, faccio io. La sento dopo all’interno. Comunque, grazie.”
Raffaella Degani: “Si figuri.”
Gilberto Corrao: “Ha rinfrescato.”
Raffaella Degani: “Fa un freddo polare.”
Gilberto Corrao: “E’ inverno… Sarebbe strano il contrario.”
Raffaella Degani: “Lo scorso anno, non ha fatto così freddo.”
Gilberto Corrao: “Venti siberiani… Diciottesimo, ci siamo. La
saluto.”
Raffaella Degani: “Dico alla Torelli che la cerca. Buongiorno.”
Gilberto Corrao: “Di nuovo.”
Ettore Salvemini (programmatore): “Sale?”
Gilberto Corrao: “Ventiquattresimo.”
Ettore Salvemini: “Anch’io.”
Gilberto Corrao: “Forse sta venendo da me.”
Ettore Salvemini: “Lei è Corrao?”
Gilberto Corrao: “Si, l’aspettavo ieri.”
Ettore Salvemini: “Mi hanno mandato in amministrazione per l’ag-
giornamento dei database. Priorità assoluta. Le avevo telefonato, in
ufficio… Non l’ho trovata.”
Gilberto Corrao: “Ieri ero fuori sede.”
Ettore Salvemini: “Di cosa aveva bisogno?”
Gilberto Corrao: “Non mi va più la posta elettronica... E Internet è
bloccato.”
Ettore Salvemini: “Ora diamo un’occhiata.”
Gilberto Corrao: “Non sarà mica un virus?”
Ettore Salvemini: “Ora vediamo. Forse va riconfigurato. Questione
di cinque minuti.”
Gilberto Corrao: “Ventiquattresimo… Prego, prima lei.”
Ettore Salvemini: “Grazie.”
FINE PRIMA PARTE - CONTINUA
DOMANDA INTERATTIVA
L’AVVOCATO DEGANI RICORDERA’
ALLA DOTTORESSA TORELLI
DI RECAPITARE LA PRATICA MULTIPLAST
AL CONSIGLIERE CORRAO?
SI - 4347721 • NO - 4347722 • NON SO - 4347723
(tariffa 30 euro al minuto + tasse)
VOTA IL MOBBIZZATO
CHI DESIDERI CHE DA OGGI IN POI SUBISCA MOBBING, RICHIAMI
E VESSAZIONI D’OGNI SORTA FINO ALL’INEVITABILE LICENZIAMENTO?
Gilberto Corrao - 4347724 • Raffaella Degani - 4347725 • Anna Torelli - 4347726 • Ettore Salvemini - 4347727
(tariffa 300 euro al minuto + tasse)
5
RUBRICHE
di Antonio Galuzzi
• Ho avuto dubbi sulla professionalità
del mio muratore quando mi ha firmato in calce la fattura...
• Il sagrestano non dava mai per
scontato nulla: voleva ascoltare sempre anche l’altra campana...
• La mia donna delle pulizie non è un
gran che. Ha sempre una gran brutta
cera.
• La crescenza attendeva nel piatto,
imperturbabile. Aveva la pazienza di
un certosino.
• Le coppie di scambisti si ritrovano
al Club. E’ un Circolo vizioso.
• Il maratoneta mi rubò il portafoglio.
Lasciai correre.
• Era il mio turno di pulire il gabinetto: quando finii ero in un bagno
di sudore.
• Sara aveva il tatto di un elefante. Per
le impronte digitali usarono un A3.
• Ragazzi, quando lei vi dice di farvene
una ragione avete ragione di pensare
che qualcuno se la sta già facendo.
• Il cannibale rispettava il galateo:
siccome masticava un po’ di francese
mandò giù il boccone prima di parlare.
• Nevicava. Quanto nevicava... Era
proprio una nevicata coi fiocchi.
• Per certe cose vado a fiuto. Cocaina,
per esempio...
• Se una donna dice di essere una
brava cuoca di sicuro è abile a girar
la frittata.
• Mia moglie se n’è andata per sempre. E’ stato un fulmine a ciel sereno.
Grazie, Dio.
• Se qualcuno tenta di fuggire a gambe levate, al massimo rotola.
• Se una donna ve la dà ad intendere
avete senz’altro frainteso il soggetto.
• La mia donna tiene così tanto all’igiene che ogni giorno mi fa il lavaggio del cervello.
CHI E’ IL TRANS DEL GRANDE ASCENSORE?
Gilberto Corrao - 4347724 • Raffaella Degani - 4347725 • Anna Torelli - 4347726 • Ettore Salvemini - 4347727
(tariffa 3.000 euro al minuto + tasse + scatto alla risposta)
Tivù e società
N
egli ultimi anni la televisione sta
pesantemente condizionando il
nostro stile di vita. Senza rendercene
conto la TV ci sta inchiodando dentro
le nostre mura domestiche.
Se non fosse per recarci al posto di
lavoro, potremmo fare anche a meno
di uscire di casa. Fino a qualche tempo
fa, con la scusa di andare a comprare
il giornale, la passeggiata mattutina
era una buona occasione per prendere aria. Oggi, basta guardare una
delle innumerevoli rassegne stampa
dei telegiornali della notte per leggere
un’intera edicola: sempre che il nostro
interesse non sia limitato agli inserti!
Una volta si andava al mercato a
fare la spesa, era anche un’ottima occasione per fare vita sociale. Oggi, c’è
lo “shopping televisivo”. Nelle ore mattutine i palinsesti delle TV ci tempestano di venditori che propongono la
merce più inutile in circolazione. Dal
coltello per tagliare lattine e pezzi di
cemento armato (non ne potevo proprio fare a meno!), ai robotini per fare
deliziose centrifughe di verdure (adoro
il succo di zucchine...). Siamo diventati
talmente pigri, che ci facciamo portare
a domicilio un attrezzo per dimagrire
stando sdraiati sul divano a leggere un
libro. Peccato che non abbiano ancora

inventato un voltapagine elettrico!
Per non parlare dei notiziari meteo
che invadono costantemente la TV.
Capisco l’utilità delle previsioni del
tempo, ma ci sono telegiornali che si
dedicano per buona parte a informare
sulle condizioni climatiche del giorno
stesso; città per città! Innanzitutto, se
sono a Milano non me ne frega assolutamente niente del tempo che sta
facendo a Roma. E se invece sono a
Roma, saprò bene che diavolo di tempo sta facendo a casa mia!
In una trasmissione d’intrattenimento domenicale, addirittura un meteorologo interviene con degli aggiornamenti flash in tempo reale. Tutto il meteo minuto per minuto! “Attenzione, intervengo da Torino per un imminente
rovescio temporalesco che sta sopraggiungendo sulla città, riprenderemo la
linea non appena sarà tutto pronto per
l’abbattersi dell´acquazzone”.
La domenica è il giorno nel quale
questo nuovo dramma sociale si fa più
sentire. Un tempo, la domenica calcistica era vissuta principalmente negli
stadi; per i meno fortunati nei bar o
addirittura nelle strade. Oggi, le parabole satellitari, terrestri, navali e chi
più ne ha più ne metta, ci costringono
a guardare le partite di campionato in
televisione: i professionisti riescono a
vederne anche otto contemporaneamente! L’uomo con la radiolina all’orecchio, sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto”, che passeggiava per
le vie del centro della città o nei centri
commerciali, è ormai estinto. Ricordo
la prima volta che, da bambino, ne vidi
uno. Era completamente ingobbito, lo
sguardo fisso per terra, camminava
• Buttai l’occhio nella scollatura della
Wanda. Lei svenne per l’impressione.
• Ricordo ancora la serataccia che passai per colpa di Lara. Quando arrivai
a casa sua la trovai molto, ma molto
raffreddata. In effetti doveva essere
morta da almeno otto ore.
meccanicamente e una lunga antenna
gli spuntava da un orecchio. Domandai: “Papà, è un’extraterrestre?”. Lui,
guardando mia madre di traverso, rispose: “No, uno scapolo o un vedovo”.
Insomma, la televisione ha stravolto in nostri comportamenti sociali.
Una volta, chi era costretto in casa era
completamente tagliato fuori dalla vita
sociale, ora le conversazioni con un
condannato agli arresti domiciliari sarebbero notevolmente più interessanti
delle mie che, per ragioni di lavoro,
sono sempre in giro.
La TV ci obbliga a stare in casa
e, per alcuni mesi, dobbiamo addirittura guardare come passano le
giornate quattro pirla costretti a
stare dentro un’altra casa! Questo è
davvero troppo.
Fabrizio Pescara
6
PROBLEMI SERI
Futuro pre-cariato!
e, come recita la nostra CostituS
zione, “L’Italia è una Repubblica
democratica, fondata sul lavoro”,
devo dire che queste fondamenta
stanno diventando davvero precarie.
A farne le spese, giovani generazioni
che, lasciati i banchi di scuola e le interrogazioni dei professori, si ritrovano
ipso facto a rispondere alle domande
dei selezionatori di personale e a frequentare corsi di formazione. Il tutto
con una cadenza, nelle migliori delle
ipotesi, semestrale. “Com’è andato
questo semestre?”, “Male, niente
rinnovo! E tu?”, “A me abbastanza
bene, rimandato a settembre!”. Questo il dialogo tipico di due trentenni
dell’anno 2006, logorati da una situazione che può durare parecchi anni.
Conosco gente che, a furia di colloqui
e corsi di formazione, sulla carta
d’identità è riuscito a farsi inserire
come professione: “ricercatore di lavoro”. E che non si dica, dunque, che
il governo non abbia fatto abbastanza
per investire nella ricerca!.
La radicale “riforma” del mondo del
lavoro non è certamente merito di una
parte sola: è una storia che viene da
lontano, dal famoso “Libro bianco sul
lavoro”, talmente preso alla lettera
dalle imprese italiane, che ora credono di avere carta bianca nei rapporti
con i dipendenti, pardon, “collaboratori”. Per molte aziende reca perfino
troppo disturbo dover perdere tempo
e denaro per siffatte bazzecole; così,
preferiscono rivolgersi alle agenzie
interinali, o meglio “fornitrici di lavoro
temporaneo”. Se potessimo definire i
“papponi” delle prostitute “agenti fornitori di sesso temporaneo”, le agenzie
interinali sarebbero i protettori dei
lavoratori! Ma così non è; infatti, la
quasi totalità delle offerte provenienti
dalle agenzie di lavoro riguardano due
categorie professionali.
Il primo posto spetta all’operatore
call-center: una figura ormai fondamentale nel panorama economico
italiano. Oggi non esiste azienda che
si rispetti, che non sia dotata di un
proprio call-center. Persino il mio fruttivendolo di fiducia si è fatto prendere
da questa mania. Qualche giorno fa
si era dimenticato d’infilare nel mio
sacchetto due chili di pere già debitamente pagate, come spesso può
succedere nelle giornate più caotiche.
Sono tornato, pressoché all’istante,
per sistemare l’inconveniente, ma il
titolare mi ha sventolato in faccia un
numero verde da contattare per risolvere lo spiacevole disguido. Verde
dalla rabbia ho preso il telefono e ho
chiamato, ricevendo, dopo un quarto
d’ora di Bolero in versione suoneria
“nokia”, una sonora spernacchiata dal
figlio undicenne! Tempi moderni!
La seconda tipologia di lavoro offerta maggiormente dalle agenzie di
lavoro è il venditore. E’ evidente che
di gente disposta ad avere la faccia
tosta di vendere cose inutili, brutte,
mal funzionanti, e così sia, c’è ne sia
sempre bisogno. Ad accettare questo
tipo di lavoro sono quasi sempre gli
uomini. La spiegazione è facilmente
deducibile dal primo insegnamento impartito ai promessi venditori
durante i corsi di formazione: “Per
fare bene questo mestiere occorre
prima di tutto sapersi vendere bene”.
A seguito di tale affermazione molte
donne rifiutano: infatti, se proprio
fossero costrette a vendere se stesse,
guadagnerebbero molto di più in altro
modo! In ogni caso, alle volte, anche
gli uomini rifiutano…
Insomma, il mondo del lavoro attualmente non è in grado di fornire
una stabilità e un futuro, a chi, non
per colpa sua, è fuori dai vecchi
schemi contrattuali. Il tutto, in nome
della tanto decantata, quanto invocata, flessibilità del lavoro, della quale in pochi anni abbiamo avvertito gli
effetti pratici. Flessibilità in entrata,
significa flettersi a novanta gradi in
attesa della “entrata”, e flessibilità in
uscita, per compenso, vuole sempre
dire flettersi (questa volta a quarantacinque gradi) per aspettarsi l’emanazione di una pensione di merda.
Fabrizio Pescara
VULGUS VINCIT! Da sempre vicino alla sensibilità adolescenziale delle nuove generazioni di lettori e debitore
del nuovo vento culturale che spira grazie alla Lega, “Il Notturno” ritorna nei suoi servizi a proporre una prosa
in cui turpiloquio, dileggio e il facile umorismo basato sui doppi sensi la fanno da padroni
Primi provvedimenti del ministero della sanità per arginare il pericolo dell’aviaria
Storace: “Non toccate gli uccelli morti”
Panico negli ospedali e case di riposo
Umberto Bossi messo in osservazione - Vladimir Luxuria: “Il problema non mi tocca”
- Rosi Bindi: “Il problema non mi ha mai toccato” - Luana Borgia: “Primo o poi
toccherà anche a me” - Padre Fedele: “Sono solo una vittima: è tutta una montatura”
ne della sezione mantovana della ConsFederCigni, che chiede al Governo lo stato di
crisi • Il presidente della provincia, domeMANTOVA: CALA IL CONSUMO
nica in Piazza Erbe sarà vestito da cigno per
DI CARNE DI CIGNO
solidarietà con i produttori locali • Annulla• Diminuita negli ultimi tre giorni del to il balletto del “Lago dei Cigni” al Teatro
74,56% il consumo della carne di cigno a Sociale. Ricci: «Il Ministero della Sanità ci
Mantova e provincia: immediata la reazio- ha imposto il taglio della scena madre della
Continuano ad aumentare i cigni morti
per l’H5N1: in Italia accertati 8 decessi

morte del cigno» • Tano Martini, della nota
trattoria “Il Cigno”: «Ho ricevuto telefonate minatorie e se continua così, dovrò chiudere» • Il chitarrista Giorgio Signoretti,
detto “Cigno”, si è reso irreperibile da più
di una settimana • Scende in campo anche
la LIPU: «Uccelli segnalateci i vostri penosi casi: non vi lasceremo soli!».
ODE ALLE QUOTE ROSA
QUOTE ROSA QUOTE ROSA
GIAʼ PAREVA BUONA COSA:
TANTE DONNE IN PARLAMENTO
DIECI, VENTI, OTTANTA,CENTO!
DELLA QUOTA SI FA SENZA.
Eʼ MANCATA LA PRESENZA.
FORSE A CASA STANNO BENE
CONSOLAR DEBBON LE PENE
DEGLI SPOSI GIAʼ IMPEGNATI
FRA LAVORO E SINDACATI.
E, PAZIENZA BENEDETTA,
POI NON SON SPECIE PROTETTA!
QUESTA QUOTA, OHIBOʼ POFFARE,
SE LA DEBBON GUADAGNARE
CONCILIANDO LA FAMIGLIA
COL SOCIALE PARAPIGLIA
(COSA NON RICHIESTA AI MASCHI
CHE NON RISCHIANO MAI FIASCHI).
STA DI FATTO CHE, MIE CARE,
VADO IN SVEZIA AD EMIGRARE
DOVE PARI DIGNITAʼ
Eʼ PER TUTTE UNA REALTAʼ

RobertaVesentini
2006: anno internazionale del rifugiato ricco e molesto
Mai più buona e ospitale
e lo dicevano sempre i parenti, gli amici, gli amanti
M
e, negli ultimi tempi, anche i conoscenti: “tu sei
buona... cara e buona... un po’ cara, ma buona... troppo
buona...” Mai io... niente! Non la volevo capire che buona
fa rima con... coiona!
Non che abbia improvvisamente deciso di affiliarmi
ad una setta satanica, adorare il demonio, intraprendere
uno stage per l’inferno, ma, se li avessi, donerei alla
scienza gli attributi maschili, pur di non essere più
buona e disponibile (attenti… non in quel senso) come
son sempre stata con tutti, parenti, amici, amanti e, negli
ultimi tempi, anche conoscenti, re e regine d’ingratitudine
e fautori di vessazioni inaccettabili.
Il motivo dell’inversione di tendenza? La famosa
goccia che fa traboccare il vaso: l’ospite capestro!
Ora, io adoro avere ospiti, rendere gradito il momento
di gioviale compagnia a tutti coloro che sono capitati
sotto il mio tetto (e letto?)... parenti, amici, amanti e,
negli ultimi tempi, anche conoscenti... ma poi è arrivata
LEI!!!
La creatura adorabile, affascinante, geniale e sregolata,
quel suo “non so che” di glamour charmant esterofilo,
per noi italiani, vezzo da esibire nelle conversazioni
(“sai, ospito un’americana…” - “stasera non posso, ceno
con quel mio amico di Parigi”- “quest’estate farò un
salto a Mosca per trovare quella mia parente acquisita
russa”…) mi ha stregata.
Ella mi chiese soccorso nel momento del bisogno (si
era appena separata dal marito ed io per le separazioni,
meglio se traumatiche, ho un debole), non aveva una
casa ove riposare il capo, sola, abbandonata... donna... e
io l’ho ospitata!
“La casa è piccola... o meglio è grande, ma è diventata
piccola perché trabocca di ricordi, immagini, ninnoli
(leggasi cazzate) che mi ricordano il passato” le dissi,
scongiurandola di limitare il suo apporto di vestiario e
d’accessoristica di chiaro stampo femminile all’essenziale,
lo stretto indispensabile che si mette in valigia, quando
si parte per una vacanza ai Caraibi.
Invece LEI, si presenta sull’uscio di casa mia con:
- otto paia di scarpe da giorno e dodici da sera (ora, è
vero che ti sei appena separata dal marito, esci da una
brutta storia, devi riflettere prima di rimetterti in gioco,
ma bella mia, quante sere ti servono per cuccare un altro
merlo da spennare?);
- una collezione western-vintage- kitsch di bigiotteria
da fare invidia a quella di Dolly Parton (e lo stupore
è quello di una che di american jewellery ne spacciava
a kili, qualche anno fa in un negozio specializzato,
giustamente fallito);
- centrotredici rossetti in stick (eri terrorizzata che
il marito te li avvelenasse? ma chi ti credi di essere?
Poison Ivy?);
- otto cappotti otto… di pelle sintetica: se c’è una cosa
che non tiene caldo per niente è la pelle sintetica sulla
pelle naturale (o viceversa);
- set per il caffè americano (un insulto nel regno
dell’espresso, ma gli americani hanno accettato tutto di
noi, pane, pizza, vino ma non il caffè, a dimostrazione
che sono un popolo semplice... e inferiore) completo di
macinacaffè elettrico, che ovviamente LEI si premura
di far funzionare all’alba (il macinacaffè elettrico per
il caffè americano a differenza degli altri richiede,
inspiegabilmente, dieci minuti di riscaldamento prima
di entrare in funzione);
- ferro da stiro e phon personali: in casa mia ci sono
già, ma si sa... per gli Usa, noi siamo ancora fermi al
dopoguerra dei “ladri di biciclette”;
- ovviamente tutti i suoi film e cd, perché lontano dagli
affetti, non si può vivere senza;
- creme, profumi, cerette, assorbenti di ogni forma e
misura (leggeri, pesanti, medium density, morbidi,
rigidi, semirigidi, ritardanti, stimolanti, antistupro,
ad ali di gabbiano, a scomparsa, ecc.) e marca... mah!
bisogna proprio provarle tutte le marche? ovvero a
quarantacinque anni e sono trent’anni che hai il ciclo,
mi vuoi dire che non hai ancora trovato la marca
giusta?;
- e... dulcis in fundo, tre tipi diversi di sapone intimo
prontamente lasciati in vista sul mio bidet (vedi sopra per
i commenti sui dubbi di come affrontare definitivamente,
senza se e ma, l’igiene intima)
Tutto questo, promettendo di andarsene entro breve
tempo, cioè non appena trovato un posto qualunque, che
per sua natura, essendo qualunque, ma diverso da casa
mia, non andrà mai bene.
Passano i giorni, le settimane, i mesi, sei mesi, sette
mesi... ed è ancora qui!
Per completare l’opera, ovviamente non le ho fatto
mai pagare l’affitto, convinta che la strategia del “se
pagasse non se ne andrebbe più perché avrebbe diritto a
rimanere, mentre se non paga la posso mandare via…”,
avesse una sua validità.
Così invece, questa non paga, resta e risparmia e io...
good & testis! (trad. lett. di buona e coiona).
Ilaria Jahier
IN QUESTI TEMPI D’INFLUENZA AVIARIA
L’UNICO VOLATILE RIMASTO SANO E’ IL
CORNACCHIONE
L’Italia ha dato onore, celebrità e soldi ad uno dei comici di
Zelig più di altri vicino alla nostra Redazione che, in tempi non
sospetti, ne apprezzò la bravura e ne contraccambiò la simpatia, invitandolo a partecipare alle prime cene di un Notturno in
embrione nel giugno 2002 a Volta Mantovana, e quindi, insieme
a Teo Guadalupi, Alfredo Minutoli e Leonardo Manera, al “Dopocena dei cretini”, venerdì 14 marzo 2003 a Mantova, dove fu
nominato “socio onorario”.
POVERO
SILVIO
Abitava in una casa senza bagno e per fargli fare la
sauna, sua madre cuoceva il
minestrone, mentre lui malinconico scriveva sui vetri
appannati: “Fassino mangia
le verze”…
***
Era così povero, che non aveva nemmeno il pane per la
merenda, doveva mangiare il
caviale così, con le mani…
***
Luisa, compagna di banco
nella classe nella classe II
A: “Era un bambino strano,
un po’ complessato. Voleva
che tutti gli volessero bene.
Per rendersi simpatico rideva sempre. Ogni volta che
c’era la foto di classe faceva
le corna ai bambini vicini.
Era fatto così. Mai mi sarei
aspettata che diventasse Presidente del Consiglio e soprattutto che continuasse a
fare le corna.”
***
A Portofino si ricordano ancora di quel bambino sciupato, magrino, che il venerdì,
se voleva la sogliola, doveva
pescarsela con un peschereccio rosso metallizzato firmato Giugiaro
***
Chi trova un amico, trova un
tesoro. Ma chi è amico di
Silvio può diventare Ministro del Tesoro.
***
Non è giusto che i poveri piangano dentro le Panda
mentre i ricchi se la ridano
dentro le Farrari. Con Silvio anche i poveri potranno
piangere dentro una Ferrari,
poi però dovranno scendere.
***
Silvio dal nulla ha saputo costuire un vero impero economico. Solo il Padreterno ha
saputo fare di meglio. Utilizzando del fango e una costola
ha creato Adamo ed Eva. Ma
diciamo la verità: il Padreterno il fango almeno lo aveva.
Silvio neppure quello. Glielo
hanno tirato dopo.
***
Cari italiani, non chiedetevi
mai cosa Silvio può fare per
voi, ma sempre quello che
potete fare per Silvio.
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(NON COMUNISTE)
POTETE TROVARE
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DI ANTONIO
CORNACCHIONE
POVERO SILVIO
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(Sandro Bondi)
CORNACCHIONE
RILEGGE LA STORIA
ITALIANA
DEGLI ULTIMI 10 ANNI
CON GRANDE
OBIETTIVITA’
(Il Giornale)
7
IL PERSONAGGIO